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Sono purtroppo sempre d’attualità scandali di preti che hanno abusato di minori con violenze e umiliazioni e mi fanno ricordare quello che mi aveva raccontato quella troia depravata della mia ex moglie, e poi ho anche visto e subito personalmente nella mia esperienza.
Quando sono stato coinvolto nelle sue porcate e, in un crescendo di perversione ho potuto vedere e sapere la storia della maiala prima del nostro matrimonio, ho scoperto, come ho già raccontato, che la zozza, dopo essere stata sverginata in ogni buco del vecchio padrino porco, era stata messa a giro con i suoi amici che l’avevano sfondata in ogni modo, facendola diventare la loro puttana a tempo pieno. Il gruppo affiatato di vecchi viziosi era composto dal padrino pappone, che la usava a piacere e la vendeva per soldi ad altri puttanieri, ma di questi, 3 più intimi la montavano gratis. Uno era il suo medico (vecchio pervertito e sadico amante del fisting estremo) che l’aveva curata più volte dopo le sgarrate più violente e l’aveva sterilizzata e per evitarle danni e problemi viste le continue inculate feroci che subiva, le aveva praticato non so quale intervento per sbrillentarle lo sfintere in modo da potersi beccare le più enormi stirate di culo senza creparne. Poi c’era il vecchio prete pervertito, che era anche stato suo insegnante e ci aveva sposato (grasso, pelato, sudicio e porco) e che ai tempi della scuola le aveva garantito promozioni in cambio di porcate e, per mio grande scorno, se l’era inculata proprio il giorno del nostro matrimonio come purtroppo ho saputo proprio dalla zozza.
Quando l’ho scoperto sono rimasto allibito e non potevo credere a tanta depravazione, ma la troia ridendo della mia sorpresa m’aveva raccontato che il padrino glielo aveva presentato tra i primi clienti e, dato che andava male a scuola perché pensava più alla mazza che a studiare, le aveva detto di accontentarlo in tutto per farsi promuovere. La giovane mignotta, già ben rodata in porcate, s’era messa a disposizione e mi raccontò che il vecchio prete s’era dimostrato subito un vero schifoso. Pare che fosse un porco che amava sverginare ragazzini e che avesse sfondato vari alunni-e e chierichetti e la viziosa era arrapata dall’essere spinta dal padrino a soddisfare le voglie perverse del prete che infatti ne fece subito la sua puttanella preferita.
Essendo amico del padrino, aveva saputo da lui che l’ aveva già ben svezzata e quindi l’aveva convocata in presidenza e, chiudendosi a chiave, cominciò subito a palparla arrapato. Le ficcò la lingua in bocca mentre le frugava tra le cosce sgrillettandole la figa sempre più a fondo visto che lei non lo respingeva. Incitato dal suo ansimare, le infilò un dito in culo e la zoccola con quel trattamento si abbandonò sbavando e se ne venne, dimostrandogli la sua natura di vera ninfomane viziosa. E ne ebbe subito la conferma perché lei impugnandogli la grossa mazza ricurva che il prete aveva sfoderato, si butto in ginocchio a spompinargliela con foga, facendogli un pompino con ingoio da vera bagascia sugacazzi.
Così lui la chiamava a volte in presidenza, con la scusa dei suoi brutti voti, e dopo aver chiuso a chiave le sfoderava il grosso cazzo e lei glielo intostava di bocca spompinandolo fino a farlo sborrare scolandosi l’ingoio da vera maiala. Dopo ogni porcata lui la puniva sadicamente frustandole le chiappe col cordone da frate insultandola come puttana e spesso la faceva anche pregare in ginocchio e con un cero piantato nel buco del culo per “espiare i suoi peccati da mignotta”. Il porco però non la fotteva a scuola per prudenza, ma quando la incontrava le ordinava:
“…vieni a confessarti viziosa puttana…”
e la zozza sapeva già cosa voleva. Lui la riceveva nel confessionale ordinandole di confessare le porcate che era solita fare e segandosi si faceva raccontare tutti i particolari facendosi dare il suo slip leccandolo e poi tirando fuori il cazzo per farselo succhiare e sborrarle in bocca, cosa che la pompinara faceva già da maestra a quell’età. Il vecchio schifoso poi si chiudeva in sagrestia e lì si sfogava a farle subire sevizi osceni, sborrandole in faccia e chiavandosela stesa sui paramenti sacri o inginocchiata sul confessionale, perché fottendo in chiesa s’arrapava al massimo.
Naturalmente il bastardo aveva continuato a montarsela anche finita la scuola e non passava settimana che non visitasse l’amico padrino per potersi svuotare le palle in fregna alla ragazza con comodo.
La porca, oltre ai puttanieri che le mandava il padrino, doveva poi far scaricare quel terzetto di porci che se la godevano anche insieme, uno per buco. Il prete però nonostante la disponibilità della zozza a fasi fare il culo non glielo sfondava e anzi la puniva dicendole:
“….in questo buco del demonio non devi provare piacere… svergognata puttana … ”
e le ficcava nel culo un grosso cero facendoglielo portare conficcato mentre camminava carponi e lui arrapato le pisciava addosso.
La zozza per farmi incazzare e ridere delle mie corna ha goduto a raccontarmi che quando ci dovevamo sposare il vecchio bastardo l’ha chiamata per gli addobbi visto che io per lavoro non potevo andare. Lei ci era passata andando a ritirare il vestito da sposa immaginando, da depravata, quello che voleva il prete. Il vecchio porco vedendola col vestito le aveva ordinato di indossarlo per scoparsela vestita da sposa. S’erano chiusi in sagrestia e lei, dopo aver messo il vestito, l’aveva intostato spalancandogli davanti le cosce e allargandosi la fregna dove il porco si buttò a leccare come un maiale slappandole i due buchi fino a quando la fece godere, ma invece di chiavarla, come la zozza s’aspettava, arrapato le sborrò in faccia e addosso dicendole:
“…ti battezzo col sacro sugo dei miei coglioni porca…”
ma lei arrapata voleva l’infilata di figa e lui sadico le stuprò la sorca fistandola rudemente e strappando il vestito rovinandole l’acconciatura. La troia infoiata mugolava bestemmiando per la violenta penetrazione del pugno del prete che le affondò in panza fino al gomito mentre lei mordeva disperatamente i paramenti dove lui l’aveva fatta stendere per non urlare. Il vecchio perverso la lavorò senza pietà, stantuffandole in panza come se la chiavasse un cavallo, incurante dei sui gemiti fino a quando con un lungo gemito la troia se ne venne scalciando un’oscena venuta da maiala. Quando si riprese, dopo che il vecchio le aveva ricacciato dalla patacca sfondata la mano e il braccio, la depravata sconvolta e ansimante mentre gli leccava il braccio grondante sugo di figa gli chiese:
“…monsignore m’hai fatto venire da vacca… m’hai spaccato la figa fino alle ovaie bastardo… avevo voglia di farmi fistare anche il culo… ma perché me lo metti in culo dopo avermi slargato il buco col divaricatore vaginale invece d’ incularmi come tutti?… non t’arrapano le mie chiappe?… dici sempre che nel culo non è peccato…”
Ma il vecchio porco con uno schiaffo l’ammutolì avvisandola:
“…zitta sporcacciona… uso il divaricatore perché a noi preti è proibito inchiappettare donne e uomini ma se trovo un buco già aperto e slargato posso scaricarci i coglioni come in una fogna… ma non perdi niente perché t’ho riservato una sorpresa per le tue nozze da puttana… ti voglio inculare proprio quel giorno e vestita da sposa e insieme al nostro amico dottore… una doppia che ti farà scolare come quella maiala che sei, sapendo che il tuo cornuto è a pochi passi, mentre t’imbottiamo la panza di mazza e sborra… una porcata che ti farà sditalinare la patacca ogni volta che te la ricorderai… ”
e così fece, insieme all’altro bastardo, con la benedizione del padrino che per quel rischio aveva preteso parecchi soldi per farle fare quel servizio perverso proprio quel giorno. Ma questo lo racconterò in dettaglio un’altra volta.

Sentendola confessare queste porcate oscene mi resi quindi conto del perché spesso i due vecchi maiali la montassero in doppio quando venivano a fottersela insieme e perché godessero così tanto nel farmi assistere a queste porcate ridendosela e sfottendomi come stracornuto guardone e minchione.
Dopo il matrimonio e fino a quando, sputtanato come guardone cornuto, non fui scoperto e obbligato a subire le porcate di mia moglie, il terzetto continuò a trombarsi la mia troia di nascosto, ma una volta ridotto a schiavo succube poterono uscire allo scoperto e per loro era un piacere perverso proprio montarsela davanti a me, facendole subire ogni sorta di servizio osceno e se protestavo mi sottoponevano a umilianti porcate e anche la zozza mi insultava e sfotteva con gusto perverso. Io da depravato quale ero diventato sopportavo tutto sottomesso ma quel laido prete mi faceva più schifo degli altri e, siccome lui lo sapeva, godeva a umiliarmi in tutti i modi e se mi vedeva armare guardandolo fottere mia moglie il bastardo la sturava e mi faceva smosciare prendendomi a cinghiate sulle palle ingiuriandomi:
“…maledetto svergognato… che cazzo intosti?… godi come un pervertito schifoso a vederti fottere la moglie… maledetto guardone …devi soffrire come soffre la tua puttana… ripulisci tutto cornuto…”
e mi obbligava a sugargli la grossa ceppa smerdata o la patacca grondante della mignotta, che mi pisciava in bocca per sfregio, prima di riandarle in panza a cazzo duro e ricominciare a pistarle nei buchi come una bestia. La sua porcata preferita era obbligarmi a mettermi sotto la puttana a 69 e mentre la trombava dovevo leccargli le palle pelose che mi sbatteva in faccia ad ogni suo colpo in panza alla vacca e quando la sturava se la rideva vedendomi inondato dalla aborra che le traboccava fuori dai buchi colmi di robaccia vischiosa e se protestavo i due porci mi pisciavano in faccia per sfregio.

Dei 3 che fottevano gratis mia moglie era quello che mi faceva più schifo e rabbia. Odiavo il vecchio padrino per avermi fregato facendo passare quella gran maiala depravata della figlioccia da brava moglie anche se poi gli ero grato per averla sfondata per bene in ogni buco e pervertita dressandola da gran troia. Il vecchio dottore lo sopportavo perché aveva il pregio di non umiliarmi insultandomi anche se sfogava le sue voglie morbose a fistare i buchi della vacca compiacendosi di quanto glieli aveva sbrindellati e spalancati e mostrando agli altri bastardi come quella maiala riusciva a farsi infilare i suoi pugni in panza, uno per buco, fino al gomito mentre gli sugava la mazza scolandosi le sue sborrate. Alla fine tra quei porci depravati i due che la seviziavano di meno fottendola meglio e facendola godere da vera maiala erano proprio il suo pappone colla sua nerchia mostruosa e l’amico nero che purtroppo ho dovuto subire anche io soffrendo per le sfondate di natiche che mi somministrava a comando per far divertire i porci ai miei succubi lamenti e sofferenze.

Ma ormai ero sputtanato come marito di una troia ninfomane e abituato a subire le umiliazioni che mi imponeva la mia sottomissione di guardone recchione e mi toccava anche sopportare gli sconci sfottò del vecchio prete che, oltre ad aver traviato mia moglie fin da ragazza, dalla prima inculata da novella sposa aveva preso l’abitudine di usarle anche il buco del culo a piacere. Il bastardo ci godeva anche a sfottermi, venendo a montarsela a casa mia davanti a me che assistevo umiliato o ero obbligato ad aiutarli, oppure informandomi puntualmente quando si montava mia moglie, telefonandomi proprio mentre le faceva qualche servizio osceno per farmi seguire le porcate che si godeva con la zoccola.
Lei aveva smesso di lavorare per i 2 vecchi porci amici del padrino che l’avevano strafottuta a volontà perché ormai schiava delle sue voglie oscene che saziava colla spaventosa mazza asinina del pappone che le sfondava i buchi a ripetizione e l’aveva messa a battere per lui. Così le trombate extra erano diminuite perché il pappone non voleva che gliela fottessero gratis, ma per tacito accordo i suoi vecchi clienti potevano comunque montarsela regolarmente.
Io sopportavo tutto sottomesso ma quel laido prete non lo sopportavo perché mi forzava ad aiutarlo nelle sue sconcezze. Il bastardo si accaniva sadicamente su mia moglie e più la sentiva imprecare per le sue infilate furiose più godeva. La troia che sapeva le sue perverse voglie quando era sotto cazzo bestemmiava e lo insultava e lui rispondeva con bestemmie ancora più sconce e le dava in panza come un bruto per sentirla strillare. Il depravato aveva una cappella già molto grossa ma per renderla enorme, quando era intostato, la stringeva con il cordone del saio in modo da farla sporgere di più e poi la ficcava a forza nello sfintere di mia moglie e godeva a farle un attappa-stappa della rondella che col cordone rasposo la faceva smaniare e bestemmiare per il dolore cosa che arrapava al massimo il prete che infoiato la insultava bestemmiando:
“…vacca maledetta… chiavica del demonio… soffri schifosa rottinculo… facci sentire come scorreggi con questo buco da maiala…”
Non posso riferire qui le bestemmie tremende che il vecchio prete sputava mentre infoiato dava in panza a mia moglie come un mandrillo in calore e la zozza mi raccontava che quando la fotteva in chiesa si scatenava come un demonio tanto da fare paura anche a una maiala come lei abituata a soddisfare tutte le voglie sconce e perverse dei puttanieri più porci che la frequentavano .
Il prete se la fotteva in chiesa perché gli dava un gusto perverso fare porcate proprio li e anche se non potevo assistere la zoccola poi godeva sadicamente a raccontarmi quello che le faceva subire. Quando la sborrava il vecchio perverso accompagnava le scariche che le sparava in panza con bestemmie tremende commentando:
” …brava maiala… sugati sto manico… manda giù tutto ciucciacazzi… ti benedico col sugo dei miei coglioni… ingoia la sborra e vai in pace gran vacca…”
Oppure il vizioso le ordinava:
“…zozza peccatrice… vai in sacrestia e mettiti il velo per pregare inginocchiata davanti al santo…”
Mia moglie sapeva quello che il depravato voleva e si preparava, come una monaca in preghiera, nuda ma col velo. Il vecchio prete la raggiungeva e sfoderava la mazza ingiungendole:
“…apri quella fogna di bocca svergognata… onora il battacchio che ti chiava i tuoi luridi buchi…”
e le ficcava il cazzo in bocca facendosi spompinare. Poi le imponeva:
“…adesso prostrati carponi zoccola… devi espiare i tuoi peccati di moglie troia…”
e prendendo un grosso cero glielo affondava sadicamente tra le chiappe e la faceva camminare carponi a calci in culo e quando era intostato al massimo, venendole da dietro, le sturava violentemente il buco del culo per affondarci ferocemente il suo grosso cazzo fino alle palle e mentre l’inculava furiosamente la schiaffeggiava insultandola:
“…vacca maledetta… sei la più schifosa delle mogli… confessa i cazzi che ti pigli in panza a ripetizione alla faccia di tuo marito che invece non può montarti… sei una pervertita maiala…. una mignotta da casino… ti voglio sgarrare questo buco del demonio fino a farti cagare sborra… sei una chiavica piena di merda… un cesso pubblico… ti farò montare dai più arrapati negri che ricovero in parrocchia… ti spaccheranno le chiappe a morte come meriti scrofa satanica…”
e di sicuro avrebbe goduto a vederla stuprata bestialmente ma, per fortuna, il suo pappone si oppose e non perché fosse preoccupato, ma perché temeva che quei bruti avrebbero rovinato la “merce” e poi la sua puttana la faceva fottere solo a pagamento, e caro, dato la gran richiesta che c’era per i servizi osceni di quella schifosa troia di mia moglie e a malapena sopportava che il terzetto dei vecchi porci la fottesse gratis.

Un giorno, rispondendo al telefono e sentendo la voce del vecchio prete, immaginai subito che mi avrebbe informato di essersi fottuto mia moglie e infatti il depravato mi disse con voce ansimante:
“…dio benedica le tue corna figliolo e i buchi arrapanti della tua moglie vacca… la tua signora mi sta sugando la mazza da una mezzora come la regina delle pompinare… la svergognata oggi dovrà sudare per avere l’assoluzione per tutte le corna extra che ci fa di continuo… la zozza mi ha confessato che oltre a tutti i clienti che le manda il pappone questa settimana s’è fatta sfondare anche dall’operaio arabo della ditta dove lavorava… il porco l’ha rincontrata per caso e sapendo quanto tua moglie si gustasse il suo grosso manico nero, l’ha trascinata in casa e le ha svangato sorca e chiappe a sazietà… la tua signora ha dovuto confessare che quel salame nero l’ha fatta spurgare parecchio, alla faccia tua e del suo pappone… se non ci credi te lo faccio confermare proprio da lei…”
Sentivo i rumori sconci del pompino misti ai sospiri dei due porci e poi la voce ansimante di mia moglie:
” …che cazzo te ne frega gran cornuto… si m’ha imbottito per bene quel porco… aveva tanta fame di femmina che mi ha infilato la figa per le scale e scaricato una sborrata da cavallo in panza senza neanche chiavarmi… ne aveva le palle stracolme il porco e ho pisciato sborra lungo tutta la scale di casa… la sua stanga me la ricordavo bene e me la sono goduta perché m’ha subito sbattuta sul letto e dopo che l’ho riarmato di bocca m’ha sgarrato le chiappe a fondo per più di un’ora … quel mandillo incula come una bestia pompando senza soste fino a sborrarmi un litro di sugo di palle nelle budella… poi s’e fatto riarmare leccandomi i buchi a 69 e m’e toccato slogarmi la mascella spompinandolo fino a ingozzarmi della sua scarica di sborra… è un toro e gli ho promesso che lo rifaccio fottere di nascosto… sei contento stronzo coglione?… fammi finire ‘sto pompino a monsignore e fatti una sega…”
Io incazzato minacciavo il prete:
“…stronzo… lo racconto al pappone che tieni gioco alla mignotta …”
e lui colla voce roca d’arrapamento:
” …si bravo… cosi prima ti riempie di botte e poi t’ingozza di sborra e ti piscia in faccia dopo essersi fatto leccare il buco del culo… adesso viene il bello… la tua signora deve onorare il santo battacchio facendosi abbottare le chiappe ma prima deve fare penitenza per tutte le porcate che fa senza la mia benedizione… forza zoccola sai quello che devi subire per l’assoluzione… prima ubbidisci… si cosi…”
E io dopo dei rumori confusi cominciai a sentire dei lamenti acuti di mia moglie che crescevano con lunghi gemiti e preoccupato chiedevo:
“…prete maledetto… che le stai facendo… lasciala andare che tra poco viene il pappone a montarsela e guai se non la trova pronta…”
E il vecchio mi rispondeva:
“…sta facendo la penitenza che deve fare una puttana come lei… poi te la inculo… vieni a prenderla che te la porti via appena te la battezzo colla mia sborra…”
Io incazzato e preoccupato andai subito e, con mia sorpresa, il prete mi apri lui e mi fece entrare in sagrestia dove trovai uno spettacolo incredibile. Mia moglie nuda e scosciata era seduta su un enorme cero pasquale che le scompariva tra le chiappe e colla faccia sudata e stravolta spingeva in basso ritmicamente mimando una spaventosa inculata colle grosse pocce ondeggianti. Ora capivo i suoi gemiti e guaiti per quell’atroce dilatazione anale. Il vecchio prete, ridendo del mio stupore, mi confermò:
“…cosi si puniscono le vacche come tua moglie… il cero e lungo un metro ma la porca non riesce a beccarsene più della metà nelle sue viscere di schifosa puttana… nonostante abbia il buco del culo più largo di quello di una vacca di più non ce ne entra…”
E per dimostrarmelo , andandole alle spalle, il sadico vecchio la spinse violentemente in basso calcandola a forza così da farle entrare in culo un altro pezzo dell’enorme cero. La troia, strabuzzando gli occhi, urlava bestemmiando a denti stretti e piangendo implorava pieta. Il prete allora la schiaffeggiò con forza, andata e ritorno, imponendole di tacere e le ficcò a forza la grossa mazza ricurva in bocca cominciando a chiavarle la gola con affondi profondi. Io allibito assistevo a quella tortura oscena che il bastardo faceva subire a mia moglie strizzandole ferocemente le pocce e pizzicandole i capezzoli arrossati e pregavo il prete di smettere ma lui interruppe il violento pompino solo quando fu tosto e armato e, dopo aver aiutato la zozza a rialzarsi faticosamente e mettersi di sponda, il pervertito mi ordinò di aiutarlo a sfilarle il cero dal suo culo rotto. In 2 tirando e ruotandolo, mentre la zoccola ansava e gemeva con strilli acuti, riuscimmo a stapparle le chiappe e spaventato restai a guardare l’enorme cratere scuro della rondella strappata e sanguinante che mostrava il retto dilatato da quella inserzione spaventosa. La zozza sapeva bene quello che doveva fare e si teneva le chiappe ben dilatate colle mani invitando il vecchio porco che mentre le ficcava in culo il suo palo tosto commentò soddisfatto:
“…brava… adesso hai l’assoluzione per i tuoi peccati… ma non ti far più montare dall’arabo senza la mia benedizione… adesso che sei stata punita puoi goderti il santo battacchio nelle tue budella di moglie troia…”
e mentre parlava le martellava in culo con affondi furiosi che facevano scorreggiare sonoramente la puttana dal buco spalancato. Dopo una poderosa inculata il vecchio porco le annaffiò le budella scaricandosi le palle, aggrappato alle pocce che strizzava ferocemente, e sotto le scariche bollenti vidi incredulo che mia moglie scaricava la sua oscena venuta schizzando sugo dalla fregna larga sui paramenti su cui stava carponi. Alla fine svuotati i due porci si separarono e il prete la sculò con un risucchio umido seguito da un lungo sfiato del culo di mia moglie che spruzzò scorreggiando la sborra che aveva ficcata in fondo alle viscere. Col cazzo grondante il porco se lo fece lucidare a slinguate dalla maiala che dopo averlo ben leccato, si ripulì alla meglio colla tonaca per farsi riportare a casa.
Uscendo dalla sagrestia fummo guardati con sospetto dalle beghine che erano in chiesa e forse avevano sentito i rumori di quella monta oscena.
Mentre la portavo dal pappone la zozza mi disse:
“…ormai lo sai e quando l’arabo mi vorrà fottere dovrai accompagnarmi tu dal prete… mi ha ordinato così e di sicuro dopo che mi avrà sfondato lui vorrà trombarmi anche il maledetto prete… e magari i 2 insieme… oppure mi sfonderanno insieme nello stesso buco… in figa li prendo insieme ma non so se mi è possibile prenderli anche in culo… oggi m’ha proprio massacrato… il porco se le gode le dilatazioni estreme… ma tu cornutazzo taci con M se no chissà cosa ci fa per vendicarsi… speriamo che non si accorge della rondella strappata quando mi incula … dato che tu non hai il permesso di inchiapparmi, gli dico che sei stato tu che mi hai solo fistato… se mi tieni il gioco poi ogni volta ti faccio montare anche a te di nascosto e alla faccia sua…”
Almeno quella volta l’umiliante esperienza m’era tornata utile e più volte ripetemmo il giochetto, con la complicità del laido prete, quando l’arabo se la faceva portare in canonica dove lui e il prete le ripassavano i buchi sfondandola anche insieme e dopo che le avevano riempito la panza di sborra toccava a me per premio sguazzare nel pantano che aveva nelle budella godendo come un porco anche se sfottuto e umiliato dai due porci.
Per mia gioia il maledetto prete è schiattato da tempo e la voce era che era morto proprio mentre fotteva. Quando è successo, mentre la puttana lo rimpiangeva, io invece contentissimo gli ho ricordato tutte le sevizie che aveva fatto subire a lei quando la violentava sadicamente e anche a me quando godeva a farmi smollare il cazzo in tiro a botte sulle palle se armavo vedendolo trombare mia moglie o a farsi leccare palle e buco del culo mentre sfondava la mia vacca e ci godeva il bastardo. Spero proprio che sia all’ inferno e che i demoni, se ci sono, lo torturino spaccandogli il culo con un immane cazzo chiodato arroventato.

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