La nostra famiglia non è esattamente come quelle nelle pubblicità, anzi negli anni ne abbiamo passate di ogni ma alla fine siamo sempre qui, noi quattro: Io, mia sorella, mia madre e mio padre. Con annessi zii, cugini, nonni, e parenti vari. Ma ve li presenterò in futuro se ne avrò l’occasione.
Per ora, quattro bastano ed avanzano.
Io sono un ragazzo di ventotto anni, sistemato, con un buon lavoro e completamente indipendente, ho fatto le mie esperienze nella vita ma non ho mai causato il minimo problema alla mia famiglia: un ragazzo modello. Sono sempre uscito poco, non che non avessi stimoli ma semplicemente trovavo molto più interessante lo stare in casa, mia o degli amici poco importava, mi sono sempre circondato di buona musica ed hobby, si può dire che io sia un nerd ma non immaginatemi come uno sfigato, anzi: sono un bel ragazzo, moro con gli occhi verdi, alto un metro e novantadue, spalle larghe, fisico tonico da nuotatore, le mie conquiste le ho fatte e le donne che ho avuto hanno sempre detto che ho un bell’uccello, un gran bel cazzo.
Mia sorella è qualche anno più giovane di me, di anni ne ha venticinque ed ha da poco terminato il praticantato post-laurea, fa l’avvocato. Lei ed io siamo agli opposti come colori, lei è bionda, occhi azzurri, alta un metro e sessantacinque, magra ma con le forme al posto giusto: ha un bel paio di gambe toniche, un culo che potrebbe cantare anzi che parlare ed un bel seno che ho potuto intravedere qualche volta al mare. Io mia sorella non l’ho mai guardata con interesse da maschio.
Quello l’ho tenuto per mia madre, i miei standard in fatto di donne si basano su questa meravigliosa creatura che mi ha messo al mondo. Una mora che ha da poco festeggiato i cinquant’anni ma sembra averne almeno dieci in meno, formosa ma tonica, non salta mai un allenamento in palestra ed è molto attiva, lo è sempre stata ed io ringrazio il Signore perchè la vista del suo culo, un mandolino perfetto, avvolto dai leggings stretti con cui torna dalla palestra, è stato spesso oggetto dei miei desideri impuri, non lo nego.
A riportarmi sui binari è la presenza costante di mio padre, lui è il più alto della famiglia, un vero maschio alfa, muscoloso ed enorme, mi supera di almeno dieci centimetri in altezza ed un suo bicipite è grosso quanto la mia coscia: un armadio. Da lui sembra che io abbia ereditato i geni giusti specialmente nella parte bassa del corpo, infatti a lui devo l’uccello grosso, anche quello intravisto per puro caso in situazioni di normale quotidianità familiare quando vivevamo tutti insieme sotto lo stesso tetto.
Sì, perchè io me ne sono andato di casa per ottenere la mia indipendenza, sono rimasto nella stessa città ma ho abbandonato il nido familiare e presto lo farà anche mia sorella lasciando finalmente i nostri genitori liberi di godersi la casa tutta per loro.
Non accade niente di speciale in quella casa, ci ritroviamo tutti lì ogni domenica per pranzo e quando arriva l’ora di cena facciamo un po’ di scena ma alla fine rimaniamo per far contenta mamma, mentre invece papà vorrebbe che ci levassimo dalle palle. Come biasimarlo, chissà come la sfonda la mamma.
Questo pensiero, ogni volta che entro in macchina, mi causa un brivido lungo la schiena e non riesco a non farmelo venire duro al punto tale che, sistematicamente, finisco col masturbarmi appena rientrato a casa. Pensando a mio padre che scopa mia madre, desiderando di potermi sostituire a lui.
Appena ho finito mi faccio schifo e dalla vergogna non riesco nemmeno a guardarmi allo specchio quando vado in bagno per farmi una doccia e togliermi di dosso la stanchezza della giornata. E così via in un loop familiare che visto dall’esterno ha l’aspetto di essere totalmente normale. E lo è stato, fino a qualche mese fa.
Mentre ero a lavoro ricevo una telefonata da mia sorella che, in lacrime, mi dice che i nostri genitori sono stati coinvolti in un incidente stradale e che li stanno portando in ospedale con l’ambulanza. Neanche a dirlo, chiedo un permesso al mio capo e mi precipito in ospedale.
– “La mamma sta bene, a parte lo shock per lo spavento e qualche graffio non ha niente di rotto, giusto qualche punto su un sopracciglio ed una spalla fuori uso ma si riprenderà”
– “E papà?”
– “Devono fare degli accertamenti ma ha urtato forte la testa, lo terranno in osservazione per qualche giorno prima di lasciarlo tornare a casa. Ma la macchina è completamente distrutta.”
– “Chi se ne frega della macchina, ci penserà l’assicurazione, l’importante è che stiano bene.”
Non mi importava un bel niente della macchina, volevo solo accertarmi che i miei stessero bene ed appena i medici ci hanno dato il loro benestare siamo entrati nelle rispettive stanze dei nostri genitori: io con mio padre e mia sorella da mia madre.
Lui in completo stato di shock parla a stento, vedere quel colosso mandato KO mi ha fatto un certo effetto ma con la raccomandazione dei medici di farlo riposare ho preferito lasciarlo alle loro cure.
Lo shock successivo l’ho avuto io nell’entrare nella stanza di mia madre, non mi sarei mai aspettato di vederla con un vestitino nero attillato e cortissimo, stesa sul lettino potevo addirittura notare il nero delle mutandine. Mi accoglie con un sorriso incoraggiante insieme a mia sorella, probabilmente ero sbiancato per il motivo sbagliato e vederle entrambe voltate nella mia direzione ha assopito i pensieri poco casti.
– “Mamma, stai bene? Cosa è successo?”
– “Un cretino non ci ha visti e ci è venuto addosso, eravamo praticamente fermi a bordo strada perchè papà stava…”
– “Stava?”
– “Stava… poco bene”
Noto mia madre abbassare lo sguardo e cercare poi conforto in quello di mia sorella, qualcosa non mi torna nell’occhiata che quelle due di scambiano ed è palese che ci sia qualcosa di non detto ma su cui però decido di non indagare sul momento, poteva finire peggio per entrambi.
– “Devo rientrare a lavoro, finisco presto e passo a prendere tre pizze così ceniamo insieme”
– “Bene, ma facciamo sparire i cartoni o papà ci rompe le palle, lo sai com’è fatto!”
E me ne torno a lavoro con l’immagine di mia madre stampata bene in mente: lei, quel corpo fantastico, il vestitino, le mutandine nere. Mio padre è un uomo fortunato ed io sono solo un miserabile segaiolo costretto a masturbarsi nel bagno dell’ufficio per trovare pace, sono bastati due colpi di mano per schizzare come non ho mai fatto in tutta la mia vita, nemmeno da adolescente.
Si fa sera, tutto procedeva bene e sapevo di trovare mia madre e mia sorella a casa mentre mio padre sarebbe rimasto in ospedale per qualche giorno, passo a ritirare le pizze e prendo anche tre birre grandi. Ho ancora le chiavi di casa perciò quando arrivo non suono il campanello, apro il cancello ed attraverso il giardino, la porta era lasciata aperta per permettere al cane di uscire ed entrare come gli pare e così entro anche io. Le luci sono accese ma sia la cucina che il salone sono deserti, si sente solo un po’ di musica e qualche risata provenire dalla zona notte dove ci sono i due bagni e le camere da letto. Appoggio le pizze sul tavolo insieme alle birre e mi avvio per avvisare del mio arrivo ma, quando sono in procinto di farlo, questo è quello che sento:
– “Ma quindi glielo stavi succhiando?”
– “Sì, avevamo quasi finito”
– “E questo vi è venuto addosso?”
– “Ma sì. Te l’ho detto. Ci mancava poco che con il colpo non glielo tranciassi di netto con i denti a tuo padre”
Sentire quei discorsi tra mia madre e mia sorella è stato un colpo, non pensavo che madre e figlia potessero essere intime a tal punto dal confidarsi certe cose ma ciò che segue ha dissipato ogni dubbio:
– “Sembra quella di una ragazzina, ci credo che papà la voglia tutti i giorni, ma come fai?”
– “Parli proprio tu? Guarda come è liscia la tua, sembra quella di una pornostar!”
– “Fa le stesse cose di quella di una pornostar effettivamente ahaha!”
– “Cretina! Poi mi racconterai cosa fai con questo nuovo ragazzo ahaha!”
Mia madre e mia sorella, in bagno, posso ipotizzare che siano nude dai loro discorsi, parlano come se fossero due amiche della stessa età ignare della mia presenza. Senza fare rumore indietreggio e paleso la mia presenza facendo cadere le chiavi una volta tornato in salone
– “Sono arrivate le pizze! Venite o me le mangio tutte io?”
– “Arriviamoooo!”
Rispondono tutte e due in coro ridacchiando ed effettivamente si ripresentano tutte e due davanti a me nel giro di un paio di minuti. Nostra madre avvolta in un accappatoio bianco, i capelli raccolti in un asciugamano indossato come se fosse un turbante e mia sorella allo stesso modo: vestite così sembrano quasi gemelle più che madre e figlia.
– “Vi siete fatte la doccia insieme?”
– “Ho provato ad aiutarla a lavarsi, ma è stata lei a lavare me!”
– “Tua sorella non ha pazienza, non è come te, sono sicura che tu avresti fatto un lavoro migliore. Non mi ha nemmeno fatto lo shampoo!”
– “Che madre ingrata, fattelo fare da lui allora se è così bravo! Ahaha!”
– “Non so se sia il caso, per qualche giorno può fare a meno…”
– “No! Non voglio farmi vedere dal parrucchiere in questo stato, non vuoi mica lasciare che la tua mamma si trascuri solo perchè sei timido!”
– “Hai ragione, possiamo fare un tentativo, ma non prometto buoni risultati”
Finiamo tutti e tre di mangiare, mia sorella si occupa di sparecchiare la tavola e dopo essersi assicurata che io sarei rimasto a casa dei miei per la notte va a prepararsi per uscire con la sua nuova fiamma che la passa a prendere. Rimaniamo io e mia madre soli in casa, il cane in giardino, solo noi, il rumore dell’acqua e l’odore del suo shampoo preferito. Le mie dita tra i suoi capelli bagnati, io alle sue spalle e lei completamente rilassata, così tanto da non accorgersi che l’accappatoio si è aperto regalandomi un’ampia vista sul suo bellissimo seno con i capezzoli più scuri ma perfetti, un addome piatto da fare invidia alle donne più giovani e quelle cosce toniche dentro cui mi tufferei.
– “Perchè ti sei fermato?”
– “Scusami, è che sono stanco, è stata una lunga giornata”
Mento spudoratamente. Mi ero fermato perchè dovevo aggiustarmi il cazzo duro nei boxer sotto i jeans, sento che sta per esplodermi ma non posso fare una figura di merda così grande, non con mia madre.
– “Mi fai un massaggio al collo?”
– “Va bene”
Inizio a massaggiarle il collo con delicatezza e lei sembra gradire dal modo in cui sento che si rilassa sotto le mie dita, questa donna ha una carica erotica strabiliante, persino il modo in cui sospira è in grado di farmi indurire l’uccello fino a sentire dolore alla cappella: devo sborrare, devo farlo il prima possibile.
– “Sei bravo, per fortuna che ci sei tu, certe cose non posso chiederle a tua sorella e tuo padre è fuori uso per i prossimi giorni”
– “Per mia madre farei questo ed altro, non farti problemi a chiedere”
– “Effettivamente ci sarebbe un’altra cosa…”
– “Cosa?”
– “Dovrei mettermi qualcosa addosso, ma con la spalla fuori uso è impossibile”
Nel mio cervello, scosse elettriche, il pensiero di vedere mia madre completamente nuda per aiutarla a vestirsi mi provoca dei brividi di eccitazione così forti che mi sembra quasi di venirmi nelle mutande al solo pensiero.
– “Va bene, ma i vestiti li scegli tu, non darmi questa reponsabilità”
– “Sono già tutti sul letto, devi solo aiutarmi a metterli ma se non vuoi…”
– “Voglio.”
La risposta è venuta fuori dalla mia bocca in modo automatico, non l’ho nemmeno lasciata finire di parlare.
Dopo averla aiutata ad asciugare i capelli ci siamo diretti in camera da letto, quella in cui dorme insieme a mio padre ogni notte, nella mia testa è la stanza in cui scopano e questo pensiero invece di ripugnarmi mi fa l’effetto contrario: mi eccita, mi gasa, me lo fa venire duro.
Sul letto ci sono effettivamente dei vestiti, un perizoma bianco di cotone ed una maglietta bianca oversize. Guardo quei due capi, guardo mia madre che mi risponde con un mezzo sorriso lievemente imbarazzato:
– “E va bene, sarà difficile aiutarti ad occhi chiusi ma possiamo farcela”
– “Scusami…”
– “Non hai niente di cui scusarti, sei mia madre”
Lei non toglie l’accappatoio ed io come prima cosa devo capire da che lato si infila un perizoma anche perchè di solito li sfilo, non li metto. Li giro e rigiro un paio di volte e devo sembrare davvero uno sfigato ridicolo dato che mia madre inizia a ridere e poi mi indica qual è il verso:
– “Quando li togli è più facile!”
– “Ah, sei così esperto?”
– “Potrei farlo ad occhi chiusi e con un solo dito, a volte anche solo con la bocca”
Non so cosa mi sia preso, parlo come un porco davanti a mia madre ma lei ride divertita.
Chiudo gli occhi e mi abbasso, le faccio sollevare prima un piede e poi l’altro, tutto fila nel verso giusto e tiro verso l’alto per far scorrere il perizoma verso l’alto, i miei polpastrelli accarezzano le cosce di mia madre e in quei pochi secondi capisco che è riuscita a sfilarsi l’accappatoio da sola e che quindi è nuda davanti ai miei occhi, con me piegato davanti a lei. Il mio corpo agisce da solo e non posso controllare gli occhi che si aprono ritrovandosi davanti il monte di venere completamente glabro di mia madre, io una figa così bella l’ho vista solo nei video porno. Mi manca il fiato, deglutisco pesantemente e senza dire nulla termino il lavoro con il perizoma.
– “Adesso la maglia…”
Mia madre parla a bassa voce, conscia del fatto di essere completamente nuda davanti a me ed io quando mi alzo non posso assolutamente non notare quel paio di tette perfette che sembrano fissarmi con desiderio, quei capezzoli induriti che richiedono l’attenzione delle mie dita e della mia bocca, quel collo che chiede di essere stretto in modo osceno mentre viene posseduta. Ma cosa vado a pensare, non vedo l’ora di andare in bagno a segarmi.
– “Dai facciamo presto che prendi freddo a stare così, ci manca solo che ti ammali”
– “Ma va, guarda che sono di robusta costituzione!”
– “Sì, dillo alla tua spalla…”
Cerco di smorzare un po’ l’attenzione con una risata e poi prendo la maglia che fortunatamente è larga a sufficienza da far entrare facilmente il braccio sano ed il collo, ma per la spalla fuori uso è tutt’altro discorso.
– “Ahia, mi fa male così”
– “Aspetta, proviamo se così riusciamo…”
Devo avvicinarmi, sento il suo seno sulla mia maglietta, percepisco i capezzoli oltre il tessuto ed il calore del suo corpo, quanto cazzo sono arrapato. Faccio un passo in avanti, le metto la mano sinistra sul fianco per aiutarla a non sbilanciarsi e finalmente riusciamo ad infilare la maglia correttamente e starebbe tutto per finire se non fosse che mi accorgo di avere l’uccello appoggiato sul suo addome, chiaramente attraverso i jeans ed i boxer, ma è impossibile che lei non se ne sia accorta. Mi stacco come se avessi preso la scorta e senza guardarla mi volto ed esco dalla stanza.
– “Il resto riesci a farlo benissimo da sola”
Devo essere sembrato proprio scorbutico dal tono che ho usato perchè non mi ha risposto, sono andato in cucina a scolarmi il resto della birra che avevo avanzato dalla cena e poi me ne sono andato in bagno con la scusa di sistemare. Mi è bastato slacciarmi i jeans ed abbassare appena i boxer per liberare l’uccello che finalmente può avere un attimo di respiro dopo questa lunga giornata. Le mie palle rilasciano una quantità di sperma bollente pari solo a quella di uno stallone che monta la sua giumenta e per mezzo minuto schizzo anche l’anima cercando, a fatica perchè mi tremano le gambe, di mirare il gabinetto con discreto risultato.
Rimango in contemplazione per almeno cinque minuti, il cazzo che non accenna ad ammorbidirsi, ho il fiatone e mi sento il cuore in gola, sono sicuramente rosso in faccia perchè sento la testa esplodermi, poi un flash: non ho chiuso a chiave la porta.
Tutta la vita mi passa davanti in due secondi, quelli necessari a ruotare il collo e mettere a fuoco la figura di mia madre che mi fissa in silenzio, le gote rosse, gli occhi spalancati ma un sorriso malizioso sulle labbra.
Sono appena stato beccato da mia madre a masturbarsi, non era mai successo in tutta la mia vita e doveva capitare proprio adesso che sono via di casa, per una sfortunata serie di avvenimenti che ci hanno portati fino a qui, come nei video porno.
CONTINUA…
— Questo è un racconto di pura fantasia, fatti e persone non sono realmente esistenti —



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...