Serena fu la prima a risvegliarsi. Era stato un fruscio, probabilmente un uccellino, o il movimento di un animaletto, nel bosco dietro la spiaggia.
Il sole era già più basso… Serena amava quelle ore della giornata, con il cielo che diventava di mille colori, il suono ripetitivo delle onde che si infrangevano sulla sabbia…. Guardò alla sua destra, dove era sdraiato Andrea, i suoi occhi ancora chiusi. Subito lo sguardo le cadde fra le gambe dell’uomo, al suo membro. Era così grande, anche se a riposo… non aveva mai provato prima di quel giorno una sensazione simile di pienezza… si, si era sentita riempita, da quello splendido cazzo… a quel pensiero sentì immediato il calore all’inguine.
Oddio… aveva ancora voglia di cavalcare quella verga enorme, dura, nodosa! Fece scivolare la mano fra le cosce, accarezzandosi con due dita. In un attimo fu di nuovo bagnata… la sensitiva così sensibile, dopo aver accolto quel cazzo dentro di lei.
Si fermò, quasi imbarazzata. Ma dischiuse un poco le gambe… sentiva l’aria fresca portata dal mare sulla sua intimità… si morse un labbro, e tornò a sdraiarsi, le gambe aperte…
Pochi attimi dopo anche i due uomini, i suoi amanti, il marito e il giovane vicino di appartamento si risvegliarono. Istintivamente si girarono entrambi verso di lei, per cercare il suo corpo, per abbracciarlo. Ed entrambi le fecero sentire il contatto con i loro membri, caldi… che porci, gli uomini, appena svegli e subito la provocavano… ma non sapevano che non ce n’era bisogno, anche lei aveva già voglia.
“Mmmhh.. cara… ma che ore sono?”
“Non lo so, forse è già un po’ tardi… ma godiamoci questa pace ancora qualche minuto, ok?”
E allora restarono li abbracciati, in silenzio, fra la bellezza di quel luogo, ripensando a quello che avevano vissuto assieme, a come erano cambiate ora le cose, il loro rapporto, ora diventato esplicito. Andrea era stato dentro di lei, lei era stata la sua amante. E sapevano che sarebbe successo di nuovo, probabilmente molto presto.
Il marito fu il primo ad alzarsi. “È ora? Dai, torniamo a casa, sto morendo di fame, non ho pranzato in ufficio oggi…”
Lei lo prese bonariamente in giro. “Gli uomini e i loro bisogni primari… scopare… e mangiare…”
Il marito le fece un sorriso. “Di sesso ne abbiamo fatto abbastanza… no?”
“Tu dici?”
Un altro sorriso. Sua moglie era insaziabile, la sua voglia di cazzo senza limiti. Gli venne un’idea.
“Amore, prendete voi la mia macchina, per tornare, sarete più comodi…”
Fra di loro ci fu un attimo di silenzio e poi uno sguardo d’intesa, quando Serena intuì le intenzioni del marito.
“Grazie tesoro… pensi sempre alla tua cara mogliettina.”
Si scambiarono le chiavi, si rivestirono, e dopo aver raccolto il telo e la borsa da spiaggia si misero a risalire il sentiero nascosto fra gli alberi.
Arrivarono al piccolo parcheggio immerso nel bosco. Non c’erano altre macchine, oltre alle loro. Si scambiarono un bacio, “ci si vede a casa fra un’oretta… devo fermarmi a prendere qualcosa?”
“No, abbiamo tutto… metti una bottiglia di bianco in frigo, se arrivi prima tu..”
Serena salì in macchina, Andrea che era rimasto silenzioso fino a quel momento si sedette al suo fianco.
“A cosa pensi?”
Andrea le posò una mano sulla coscia ancora calda, dopo il sole di quella giornata.
“Al tuo corpo…”
Serena gli fece un sorriso, si chinò verso di lui, e cominciarono a baciarsi. Fu un attimo, e lei fu sopra di lui, sul sedile del passeggero. Iniziarono a toccarsi, si baciavano, lei gli aprì la camicia, per sentire il contatto con la sua pelle, i muscoli tirati del petto… che gran figo, Andrea! Lui le accarezzava le cosce, facendo risalire la gonnellina fino ai fianchi, e senza intimo la figa di Serena fu subito in mostra, disponibile, aperta, l’odore di sesso già permeava l’interno del veicolo. Abbassarono i finestrini, Serena sentì subito la brezza fresca sui capezzoli, che diventarono come delle punte.
Serena guardò in basso, era evidente il rigonfiamento dei pantaloni di Andrea, già in piena erezione. Serena fece scivolare la mano sul suo petto, sugli addominali scolpiti, e poi giù, a sentire il membro dell’uomo, grosso e duro. Lo strinse, accarezzandolo sopra il tessuto. Gli aprì i pantaloni, facendo emergere il membro del ragazzo, ammirandone le dimensioni da superdotato. Lo afferrò decisa, mettendosi a segarlo, mente Andrea le aveva abbassato il tubino, ora tutto arrotolato in vita, mettendo di nuovo in mostra il suo bellissimo seno, sodo, senza alcun segno dell’abbronzatura, stringendolo fra le sue mani grandi, forti.
Serena spinse il corpo verso Andrea, ed in un attimo quel suo uccello grosso e duro stava scivolando dentro di lei, donandole di nuovo quella magnifica sensazione di pienezza… sì, il cazzo di Andrea la riempiva tutta…
“Oohhhh, amoreee…”
Serena cominciò a muoversi veloce sopra di lui, facendo scorrere il cazzo nella vagina, su, e giù, mentre Andrea cercava di assecondarne il ritmo, affondando i colpi quando lei scendeva su di lui. Serena ora guidava il gioco, fermandosi a volte per godersi fino in fondo il cazzo di Andrea dentro di lei. Adorava quella posizione, con lei in completo controllo, stringeva le gambe per fare sentire ad Andrea le pareti della vagina attorno al cazzo, uno strumento per il suo piacere.
Tutti e due avevano notato dei leggeri fruscii, provenienti da fuori, dal bosco, forse il vento, forse dei piccoli animali. Poi ebbero la sensazione di ombre, che si muovevano piano fra le fronde degli alberi, ma nessuno dei due disse niente, finché quelle ombre non furono più vicine.
Andrea non voleva fermarsi, ma sentì di dover avvisare la sua amante. “Serena…”
“Shh, non preoccuparti, è mio marito! Non fermarti!”
Ma le figure erano più di una, si erano fermati ad un metro circa dalla macchina, su entrambi i lati, e li guardavano. Andrea però non si fermò, continuando ad affondare il cazzo nella figa della donna, seguendo il suo ritmo mentre lei lo cavalcava, seduta sulle sue gambe.
Serena sentiva gli occhi degli uomini che ora circondavano la macchina su di lei, sul suo corpo caldo, la sua pelle lucida per la crema ed il velo di sudore, sui suoi capezzoli durissimi per l’eccitazione e la brezza che li accarezzava. Come una puledra in calore godeva del grosso cazzo dentro di lei, si muoveva sempre più veloce. Ad un tratto sentì una mano sul seno. Un guardone la stava toccando, la stava accarezzando, le strinse il capezzolo.
Fu quel tocco a farle perdere il controllo.
“Andrea, amore, vengoooohhh!”
Una scarica di piacere e di calore le invase l’inguine, il cazzo di Andrea la faceva sentire pienissima, si fermò, per sentire tutto il membro del ragazzo dentro di lei. Si lasciò andare, appoggiando il corpo a quello di lui, facendogli sentire il suo seno pieno e caldo contro i suoi pettorali scolpiti. Si baciarono, le loro lingue intrecciate, il suo cazzo ancora saldamente piantato nella carne di Serena, e ancora duro.
Lui non era ancora venuto. E allora lei si sfilò da lui, a malincuore, gemendo. Si mise in ginocchio sull’altro sedile, piegandosi a novanta per prendere la mazza di Andrea in bocca. Non era facile prendere quel blocco di carne ma lei era una bocchinara esperta, con abilità fece scorrere le labbra sull’asta, fino in fondo, sentendo il cazzo in gola. Cominciò a succhiare, facendo passare la lingua sulla base della cappella, leccandoglielo in punta.
Di nuovo, sentì altre mani sul suo corpo. Ora le stavano toccando il culo, che nella sua posizione era messo in mostra quasi fuori il finestrino. Allargò le gambe di qualche centimetro, per fare capire che quei tocchi erano i benvenuti, e allora le mani divennero sempre più insistenti, mentre lei continuava a succhiare vogliosa il cazzo di Andrea. Le stavano palpando il culo, e i più intraprendenti facevano scivolare la mano fra le sue cosce, fino al sesso bagnato, e già aperto dal passaggio del cazzo di Andrea. Sentì una, due dita dentro di lei, di mani diverse, una usciva e l’altra entrava, tenevano il ritmo del suo pompino.
Vennero tutti. Serena sentì lo sperma caldo di Andrea in bocca. Lei raggiunse l’orgasmo quando le dita dentro di lei cominciarono ad accarezzarle la clitoride. Sentì anche i gemiti affannati di un guardone che si era segato, e ora versava il suo seme sullo sterrato del parcheggio.
Serena rimase immobile per qualche secondo. Poi si sfilò dal cazzo di Andrea, ed ingoiò tutto il suo sperma. Si sedette sul sedile del guidatore, alzando il tubino per coprire il seno, e facendolo scivolare sotto il culo, tirandolo sopra le cosce. In un attimo anche i voyeurs erano spariti, lasciandoli soli.
“Serena… è stato pazzesco…”
Lei gli sorrise.
“Non avevo mai fatto una cosa del genere prima d’ora, non avevo mai vissuto un’esperienza simile…”
“Tesoro… dovrai abituarti!”
Scoppiarono a ridere insieme, e si baciarono.
“Penso di poterci riuscire…”
“Non ne avevo dubbi… Andiamo, non facciamo aspettare mio marito.”
Serena mise in moto, la macchina slittò sul terriccio, alzando una nuvola di terra e sabbia dietro di loro. Andrea mise una mano sulla coscia della donna, che gli sorrise, e cominciò a guidare verso casa in silenzio, l’aria fresca dal finestrino sulla sua pelle.
(The end. Il racconto era di fantasia ma ispirato a storie e personaggi reali… per osservazioni, confidenze e commenti potete scrivere a dueamanti@tutamail.com)



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
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Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...