Gianluigi (Giangi) e Rebecca (Rebbi) stavano insieme dal penultimo anno di liceo, normale che dop l’università, trovato un lavoro fossero andati a vivere insieme e che avessero poi deciso di convolare a nozze.
Ma come andò la proposta di Giangi a Rebbi? E’ una storia particolare e ve la voglio raccontare oggi.
Il fuoco del sesso fra loro era una brace, facevano l’amore una volta o due alla settimana nonostante avessero circa 30 anni. Non che non avessero pensieri ma quelli che li stimolavano erano diversi dalla scopata settimanale.
Giangi era un consumatore di porno fin da ragazzo, gli piacevano in particolare le donne che scopavano con più uomini contemporaneamente. Mentre tutti i suoi amici quando capitava di vedere un porno con queste scene si scatenavano nell’appellare la/le donne che partecipavano all’orgia come puttane troie vacche pompinare ecc., Giangi considerava che quella dovesse essere la normale sessualità femminile.
Il suo ragionamento era l’uomo viene ed ha bisogno, a seconda dell’età, di un po’ di tempo per ripartire, la donna ricevendo, oltre al resto avendo a disposizione tre orifizi con cui soddisfare le sue voglie e quelle degli uomini che le stavano intorno, aveva esigenze maggiori di cazzo.
Sapeva che era un ragionamento sbagliato ma in cuor suo avrebbe voluto scopare con Rebbi insieme ad un altro per verificare se la sua teoria fosse corretta. Non osava però parlarne con la sua compagna che non era affatto bacchettona, le piaceva vestirsi in modo che gli uomini la guardassero un po’ ma senza esagerare. A Giangi sarebbe piaciuto uscire con Rebecca vestita da “puttanone”: tacco 12, autoreggenti mini al limite del bordo della calza (in modo che sedendosi venisse rivelato quel bordo di pelle che tanto lo eccitava), e maglie attillate e scollate a porre in evidenza la sua terza soda di seno.
Rebbi nell’intimità ogni tanto gli concedeva come look qualcosa che si avvicinava ma mai e poi mai avrebbe osato una mise di tal guisa per uscire. Non tanto per i commenti di donne e uomini che sarebbero piovuti ma per il fatto che riteneva che avrebbe dovuto tenere a bada un numero di uomini convinti che lei si fosse vestita così per portarseli a letto e non per mero esibizionismo, piacere di essere guardata.
Le era capitato da ragazza, prima di mettersi con Giangi, di uscire con le amiche d’estate, mancavano le calze ma aveva preso a prestito da sua madre un paio di sandaletti rossi con tacco a stiletto, si era esercitata in casa a camminare perché erano alti ed impegnativi ma la sua camminata era da pantera e guardandosi allo specchio si piaceva. Li aveva messi insieme ad una gonna corta di jeans, con i bottoni davanti lasciandone un paio aperti e con una camicetta bianca con sotto un reggiseno pure bianco trasparente.
Era stato un calvario, il suo abbigliamento non le sembrava così provocante ma aveva rimandato e rimesso a posto (in questo era bravissima a smontare i maschi) una dozzina di aspiranti alle sue grazie. Un paio erano anche carini ma le scocciava che la volessero solo perché esponeva generose porzioni di pelle.
Si era perciò data una regola che trasgrediva molto di rado e solo per particolari occorrenze e sempre con misura. Solo un paio di capodanni aveva osato ed il risultato era stato lo stesso, cene in ristoranti con pista da ballo e fila per invitarla a danzare e stringerla fra le loro braccia. Aveva notato che quando ballava Giangi la osservava con piacere e non era affatto geloso, anzi aveva l’impressione che se uno ci provava a Giangi piacesse proprio.
Una volta aveva lasciato scorrere le mani di uno dei cavalieri fino al sedere e lo aveva bloccato solo alla terza tastata e quando lo aveva detto a Giangi lui aveva minimizzato dicendole che era bellissima e che tutti gli uomini non potessero resisterle. Si era domandata se la stesse prendendo in giro o se avesse veramente piacere nel vederla flirtare con altri uomini. Le era rimato il dubbio non chiarito anche se propendeva per la seconda ipotesi.
La loro storia andava avanti da tempo quando un giorno Giangi propose a Rebbi di invitare a cena per il sabato successivo un nuovo collega arrivato da poco e nuovo in città con cui si trovava molto bene e che riteneva simpatico e con interessi molto vicini ai loro.
Promise a Rebbi che la avrebbe aiutata in tutta la preparazione e lei accettò.
Il sabato quando suonarono alla porta, Giangi andò ad aprire, Rebbi sentì le voci, quella di Mariano (così si chiamava il collega di Giangi) era molto profonda e sensuale.
Quando sbucarono in cucina, Rebbi si girò e si trovò davanti un bell’uomo di colore di poco meno di 40 anni, in perfetta forma, vestito in modo semplice ed elegante con un completo di lino écru ed una camicia verde acqua. Sfoggiava un sorriso smagliante che risaltava moltissimo anche per il contrasto con la pelle. In una mano aveva uno splendido mazzo di rose rosa (il suo fiore preferito) e nell’altra una bottiglia di nebbiolo.
Le venne spontaneo salutarlo con un ciao ed un bacio sulla guancia anche se non si erano mai visti. Mariano ricambiò in modo molto delicato.
La cena fu un successo, Rebbi aveva preparato un antipasto di insalata di mare che si portò via una bottiglia di Verdicchio, un primo di “mandilli de sea” (lasagne sottilissime lessate con pesto fatto da lei sulla base di una ricetta di una amica di Genova), e come secondo un vitello tonnato. Alla fine oltre al verdicchio ed al nebiolo era partita anche una bottiglia di prosecco stesa accompagnando un dolce al cioccolato semplice ma leggero.
La serata era volata via, avevano parlato di arte, di sport di politica e di tanto altro. Rebbi aveva trovato in Mariano un piacevole conversatore e quando il vino aveva fatto il suo effetto ed erano tutti e tre brilli, si era anche parlato di sesso passando attraverso doppi sensi mai troppo volgari. Mariano si era tolto la giacca e sbottonato la camicia e Rebbi spiava i suoi pettorali e si domandava se avesse una tartaruga all’altezza poi distrattamente aveva colto l’occasione per girarsi e piegarsi mettendo in mostra il suo bel sedere restando piegata facendo finta di cercare qualcosa. Non si ricordava così civettuola ma quando si era girata si era resa conto benissimo che Mariano aveva apprezzato. Guardando verso l’inguine dell’ospite notava infatti un rigonfiamento.
Rebbi fu sorpresa quando Giangi disse che doveva andare in garage a prendere dei documenti che doveva guardare con Mariano il quale assentì con la testa. Non avevano il garage nel loro palazzo ma ne avevano trovato uno i affitto a circa un paio di isolati di distanza, non ci voleva molto ma fra andare e tornare almeno una decina di minuti.
Quando Giangi tornò Rebbi e Mariano stavano guardando il suo telefono che aveva dimenticato e stavano commentando un video in cui una ragazza molto bella e procace stava facendo sesso con un ragazzo di colore mentre quello che si presupponeva fosse il marito guardava tutto eccitato.
“E’ suonato il tuo telefono, il numero non era in rubrica e non era bloccato. Ho provato a rispondere ma hanno messo giù e sul telefono in background c’era questo filmato. Il vino aveva abbassato le difese e Rebbi, ingenuamente, chiese a Giangi se gli piacessero certe scene. Mariano si teneva in disparte, sapeva benissimo dato che era stato Giangi ad organizzare la cosa, che piega voleva prendesse la faccenda. Rebbi era splendida e gli piaceva molto, se non se la fosse scopata quella sera si sarebbe fatto una sega pensandola ma ovviamente la preferenza era che fosse lei a trastullare il suo gingillo.
Giangi rispose senza pudore. “Rebbi credo che non puoi negare che dal punto di vista sessuale la nostra vita si sia un po’ appiattita, si mi piacerebbe guardarti mentre scopi con Mariano”.
Il dado era tratto, “Se piaccio a Mariano ed è questo che vuoi possiamo provare”.
Giangi la abbracciò e baciò focosamente: “Grazie speravo in questa risposta ma temevo che ti incazzassi”.
Rebbi ricambiò il bacio poi aggiunse: “non so come funzionano le cose e non ho mai fatto l’amore con due uomini insieme per cui per oggi almeno, ti limiterai a guardare ed obbedirai a ogni mio desiderio, queste sono le condizioni”.
Giangi fece di si con un cenno della testa e Rebbi si andò a sedere vicinissima a Mariano che la abbracciò e cominciò a limonarla. Giangi si mise in una posizione utile a vedere il tutto.
Mariano iniziò anche accarezzare Rebbi infilandole le mani sotto la camicetta ed il reggiseno ed a titillare un capezzolo.
Lo faceva con una leggerezza che Rebbi non aveva mai provata, lo carezzava e pizzicava alternandole sensazioni di piacere e piccolo dolore. Allungò le mani verso il pube di Mariano trovando una erezione di dimensioni che non aveva mai visto. Vero che di cazzi ne aveva presi solo un paio prima di Giangi che era normale, però quello che le sembrava di sentire le sembrava molto oversize.
Si sfilò ed inginocchiò davanti a Mariano che la agevolò aprendo la zip dei pantaloni. Rebecca abbassò i boxer e sorrise quando si trovò davanti quel tronco della felicità color ebano.
Era scappellato completamente ed aveva un buon profumo. Iniziò a leccarlo con cupidigia. Prima la cappella poi scese fino alle palle. Era completamente rasato e la cosa le fece piacere. Le dava fastidio trovare un pelo in bocca mentre faceva un pompino. Risalì ed inghiottì la cappella. Di più non poté per via della dimensione. Mariano con gentilezza le guidava la testa verso i punti più sensibili ma nel giro di un paio di minuti non ce ne fu più bisogno perché Rebbi aveva imparato a conoscere bene quel cazzo.
Si era completamente dimenticata che Giangi fosse lì. Quando Mariano si staccò per spogliarla e spogliarsi completamente nudo, si rese conto che il suo compagno era già nudo con il cazzo dritto che se lo menava.
Rimase solo con le scarpe, afferrò il cazzo di Mariano con una mano e si diresse in camera.
“Tu resti fuori, puoi guardare ma dalla soglia” disse Rebbi con voce stentorea
“Va bbbene” balbettò Giangi.
Mariano si divincolò e la prese in braccio lasciandola cadere delicatamente a gambe aperte sul letto quindi si tuffò su di lei.
Aveva una lingua che sembrava quella di un formichiere. Già era eccitata per il mezzo pompino fatto ma come la stava lavorando Mariano era qualcosa di nuovo e delizioso. La lingua mulinava lentamente su e giù, ogni tanto la sentiva irrigidirsi per infilarsi nella sua patatina e lo faceva molto bene ma voleva qualcosa di più anche se nel giro di un paio di minuti ebbe un orgasmo squassante.
Approfittò di quel momento di lucidità per sfilarsi, fece cenno a Mariano di sdraiarsi sul letto e si calò sopra di lui.
Era lei che comandava la scopata, l’uccello era molto più grosso del più grande che avesse mai preso ma la sua figa lo accolse tutto.
Mariano mentre lei lo cavalcava le strizzava i seni senza farle male ma incrementando il suo piacere.
Ogni tanto si girava e guardava Giangi, che nel frattempo era venuto, segarsi di nuovo con l’uccello dritto e sporco.
Si sfilò da Mariano e ci montò sopra stavolta girata verso la porta così da poter guardare negli occhi, colmi di libidine, quelli del suo compagno.
Giangi era come lei assorto e rapito da quello che stava guardando. Lei iniziò a passarsi la lingua sulle labbra mentre stava gridando per un nuovo orgasmo. Sentì che il cazzo di Mariano si stava gonfiando e si sfilò mettendosi davanti segandolo e leccandolo fino a che, dopo pochi secondi, anche l’uomo venne copiosamente con diversi schizzi, i primi due la colpirono sulla fronte e sul naso quindi indirizzò gli altri sul petto. A Giangi piaceva da matti sborrarle su viso e seno e pensava che quello spettacolo gli sarebbe piaciuto.
Fu così al terzo schizzo di Mariano, Giangi venne un’altra volta.
Si calmarono tutti e tre ma prima che tutto tornasse nei binari Rebbi fece una domanda ai due uomini: “E’ l’inizio di una nuova fase del nostro rapporto e Mariano sarà spesso ospite da noi o è una cosa unica?”
Giangi le rispose così: “se per te e per Mariano la cosa si può ripetere io ne sarei molto lieto, mi piacerebbe anzi che tu mi dominassi molto di più. Quando mi hai imposto di stare fuori dalla stanza mi sono bagnato un casino”.
Rebbi lo guardò perplessa ma dentro di lei già stava pensando a qualcosa che le sarebbe piaciuto fare. Non sapeva di avere questa vena da dominatrice, la stava scoprendo e la cosa le piaceva. Scopare un altro uomo perdipiù superdotato davanti al suo compagno la eccitava in modo animalesco facendola godere come mai le era successo in vita sua.
Guadarono entrambi Mariano che replicò: “mi sono molto divertito e non solo per aver usufruito delle grazie di Rebbi, la serata è stata fantastica per cibo compagnia ed ovviamente per il finale. Se mi reinviterete accetterò volentieri.



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...