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Racconti Gay

Un inizio di omosessualità

By 11 Agosto 2025One Comment

Il Dott.Germano, psichiatra, stava seduto accanto al lettino del suo giovane paziente.
– Qual è il ricordo più lontano che hai del tuo inizio?
– Veda, Dottore, risale ad appena dopo la pubertà. Vivevo al paese ed avevo un amico di scuola, stavamo sempre insieme. La curiosità del sesso, ecco, e cominciammo a masturbarci a vicenda nel boschetto intorno al paese.
– Vi masturbavate l’un l’altro?
– Si, cominciava sempre così, ma poi lui si fermava e mi diceva di continuare da solo, masturbando insieme lui e me.
– Provavi piacere a farlo?
– Beh, ogni volta mi piaceva di più ed a volte ero io che gli chiedevo di farselo fare. Mi piaceva toccarlo, tenerlo nella mano, e mi emozionavo quando veniva bagnandomi la mano.
– Per quanto tempo lo avete fatto?
– Diciamo tre settimane, quasi tutti i giorni. Ma lui aveva smesso di toccarmi, si distendeva sul prato e voleva che facessi io tutto. A me piaceva farglielo.
– Poi che sviluppi ebbe questa situazione.
– Due cose; lui aveva visto la sorella che baciava in bocca il fidanzato e volemmo provare anche noi; ma aveva visto che la sorella si inginocchiava e prendeva il pene del fidanzato in bocca, muoveva la teste fino a farsi venire in bocca. Disse che doveva essere bellissimo per lei fare quella cosa e voleva che la provassimo anche noi. Io ero ritroso, ma lui, mentre lo masturbavo mi spingeva la sesta per farla avvicinare al suo pene finché non mi portò a prenderlo anch’io in bocca. Quella sensazione, il pene duro col glande liscio, mi emozionò parecchio e continuai finché lui non ebbe il suo orgasmo nella mia bocca. Quella prima volta quasi vomitai, ma il giorno dopo lo volle di nuovo, aveva capito quanto mi piacesse, e quella seconda volta ebbi piacere a ricevere il suo sperma in bocca. Poi la sua famiglia cambiò paese e non ci vedemmo più.
– Avevi desiderio di fare di nuovo quelle cose?
– Si, ma non avevo un amico con cui farle e mi vergognavo di espormi.
– E quando riprendesti a fare omosessualità?
– Fu per caso, qualche mese dopo che lui si era trasferito. C’era un uomo un meccanico, che stava riparando la macchina di mio padre, Era un uomo adulto, forzuto e molto bravo nel suo lavoro. ”Dato che in questo periodo non vai a scuola, perché non vieni da me ad imparare un poco di meccanica?” La cosa mi piaceva, lo dissi a mia madre e lei era contenta che non stessi a ciondolare a vuoto per tutta l’estate. Mio padre fu anche lui d’accordo, ka mamma mi comprò una tuta della mia misura e due giorni dopo cominciai. L’uomo cominciò ad insegnarmi le cose più semplici, come smontare sul banco le singole parti; mia madre era contenta che tornassi stanco e che imparassi w del fatto che mi alzavo presto, da solo, per essere puntuale alla apertura della officina.
– Quell’uomo cominciò ad attirarti?
– No, non subito almeno, anche se mi faceva carezze sul culo, ma così, di passata. Nell’officina c’era una doccia e la usavamo per non tornare a casa sporchi ed ingrassati. Uno volta lo vidi nudo mentre rinchiudeva l’accappatoio, vidi il suo cazzo, era molto più grosso di quello del mio compagno e sentii il desiderio di toccarlo. Ma non accadde.
– Continua.
– Ero in officina da due settimane, lui diceva che stavo imparando molto e che ero bravo, Dovemmo andare a soccorrere un camion al paese vicino e, lui, mentre guidava, mi teneva una mano sulla coscia. Mi piaceva che lo facesse, sentivo che volevo piacergli e gli accarezzai la mano che era sulla mia coscia.
– “Ti piace che ti tocco? “– mi chiese ed io, molto timidamente, gli dissi – Se ti piace farlo…. “A te piace? – mi chiese – ed io mi feci coraggio e dissi si.
– Dunque ti rivelasti a quell’uomo perché volevi farlo con lui, vero?
– Si. Avevo nella mente il suo grosso cazzo, mi eccitava pensarci. Ma quel giorno non accadde niente. Il giorno seguente lui, con il mio aiuto, riparò quel camion ed il proprietario venne a riprenderlo verso le ore 14. “Per oggi mi sono stancato – disse lui – chiudiamo adesso ed andiamo a lavarci”. Si spogliò davanti alla doccia mentre io lo guardavo e mi disse ”Dai spogliati anche tu, la facciamo insieme”. Gli obbedii, sentivo il suo corpo nudo molto vicino al mio e lui prese la mia mano e la portò sul suo cazzo. Mi toccava su tutto il corpo e sentivo il suo dito tra le natiche che cercava il mio ano. “No, Michele, no – gli dissi – lì no”. “Mi stai masturbando – disse – e forse vorresti provarlo in bocca. Daì, te lo faccio fare”. Il pompino dovette eccitarlo moltissimo, mi costrinse a piegarmi, puntò il suo cazzo sul mio ano e diede dei colpi molto forti finché non lo fece entrare. Io mi lamentavo, faceva male, e piangevo, ma lui non ebbe nessuna pietà mi sbatteva forte finché non mi venne nel culo, penetrandomi fino nella pancia.
– Cosa ti disse dopo?
– Beh, io sotto la doccia lasciavo scorrere l’acqua fredda, mi bruciava e sentivo come un taglio quando contraevo l’ano. Lui mi accarezzava il viso e diceva “Meglio di una femmina, meglio di una ragazza. Sei pentito di essertelo fatto fare?” – MI hai fatto molto male – risposi. “La prima volta è così – disse lui – ma vedrai che la seconda volta ti darà molto piacere.” “Vuoi farmelo ancora?” “Si, certo – disse- Hai un culo bellissimo e lo voglio; ma vedrai che, appena si sarà calmato il dolore, comincerai a desiderarlo anche tu.”. Ecco, Dottore, questi sono i miei primi ricordi.
– Ti piace sempre fare pompini?
– Beh, si, molto.
– Lo hai fatto con molti uomini, anche con più uomini insieme? Quanti?
– Beh, una festa soli uomini a cada di un anziano che conosco. Eravamo in sei ed io ero il solo disponibile a…prenderlo. Con tutti e cinque; mi incularono a troia, mettendomi a pecora ed inculandomi uno di seguito all’altro, alternandosi, una decina di colpi ciascuno e poi interveniva il prossimo.
– Vedi, io non posso fare niente per te arrivati a questo punto, Capisco che è difficile accettare questa tua condizione in un ambito sociale, Ma tu adesso puoi fare qualcosa per me; mi hai eccitato col tuo racconto, prendimelo in bocca e fammi vedere come sei bravo.
– Dottore, non glielo faccio fino a farla venire, voglio anch’io qualcosa.
– Ve bene; allora preparati il culo e vediamo come hai imparato a dare piacere all’uomo.

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