Mi chiamo Milena, ora che ho passato i 60 anni mi sono un po’ tranquillizzata ma intorno ai 50, complice mio marito Mario, ho avuto una vita sessuale abbastanza sopra le righe.
Mio marito è un bell’uomo, ci siamo messi insieme quando avevo 18 io e 22 lui, è stato il primo con cui ho scopato e l’unico a cui avessi mai dato il culo. Prima solo qualche sega e pompino ai due ragazzi con cui ho avuto qualche esperienza. Uno al mare a Rimini ed uno in montagna a Bormio, durante le vacanze.
Durante l’anno, anche se i corteggiatori non mi mancavano, ho sempre evitato di invischiarmi in storie che andassero oltre qualche bacio con la lingua e qualche palpata reciproca, ero molto brava a scuola e studiavo molto, la discoteca non mi piaceva mentre adoravo lo sport, in particolare la pallavolo che mi ha formato nel fisico.
A 19 anni, durante l’ultimo anno del liceo invece il colpo di fulmine, durante un torneo di pallavolo in cui giocavano sia squadre maschili che femminili, una folgorazione. Mario 1,90 bel fisico una massa di riccioli biondi fino alle spalle occhi azzurri chiarissimi. Per me una visione, come per quasi tutte le mie compagne di squadra che sbavavano ed andavano a fare le cretine con lui. Il mio essere imbranata e non provarci forse lo ha colpito tant’è che al termine del torneo dopo le premiazioni, quando avrei dovuto tornare a casa, mi si è avvicinato e con un sorriso smagliante mi ha chiesto se volevo andare a prendere un succo con lui al bar della palestra. Ha risposto per me Giovanna, una mia compagna di squadra, accettando e dicendo a Mario: “non preoccuparti, poi si sblocca ed è anche simpatica oltre che carina”.
Mi sono trovata sognante con un bicchiere in mano a sentirlo parlare dell’università. E’ stato però anche bravo a mettermi a mio agio ed allora mi sono sbloccata ed ho iniziato a parlare senza più fermarmi fino al termine della serata quando Mario a piedi mi ha riaccompagnato a casa ed ha provato a baciarmi sulla guancia per salutarmi ma io, con un colpo da teatro, ho girato il volto e le nostre bocche si sono trovate. Inesperta di sesso ma non di pomiciate mi sono buttata trovando ricambio in lui. Siamo rimasti nel sottoscala di casa mia fino a mezzanotte, abbiamo solo pomiciato per due ore.
Arrivata in casa camminando a 20 cm da terra ho trovato mia mamma che guardandomi negli occhi mi ha chiesto: “E’ molto carino?”. Una cosa strana perché mia mamma mi ha spiegato tutto ma non siamo mai state in confidenza su questi argomenti. Forse perché non avevo molto da raccontare o forse perché non ero mai stata innamorata persa. Fatto sta che con lei ho aperto il cuore ed abbiamo chiacchierato per altre due ore. Alla fine le sue parole sono state “mi sa che presto perderai la verginità ma questo mi sembra quello giusto”.
Aveva ragione, lui ha finito gli studi ed ha iniziato a lavorare nello studio del padre come commercialista, io ho fatto l’università, mi sono laureata in giurisprudenza, sono diventata avvocato e sono andata a fare prima pratica e poi dopo anni di duro lavoro sono diventata associata in un importante studio della nostra città.
Con Mario dopo pochi giorni ho fatto l’amore, non mi ha fatto particolarmente male anche se lui era molto ben dotato (almeno in rapporto ai due ragazzi con cui avevo avuto a che fare) e la nostra vita sessuale è stata sempre molto intensa. Anche dopo i figli la nostra intesa sotto tutti gli aspetti è stata molto forte. A lui piaceva in particolare una cosa, in qualunque orifizio mi stesse prendendo amava venirmi sulla faccia e sulle tette dandomi della porca. Questa suo apparente mancanza di rispetto nei miei confronti non mi ha pesato, la ho sempre visto come un punto di unione piuttosto che il fatto che mi considerasse un oggetto sessuale (cosa che peraltro a volte mi piaceva essere per lui). Anzi ho assecondato questa sua predilezione e spesso, quando sentivo che il suo membro si gonfiava perché prossimo a venire, se non stavo godendo mi sfilavo e mi inginocchiavo davanti a lui chiedendogli di riempirmi tutta, di schizzarmi di sborrarmi in faccia insomma numerose formule per favorire questa sua piccola perversione. Apprezzava moltissimo ed ovviamente capiva che non lo facevo perché la cosa mi piacesse o mi stimolasse particolarmente (anche se devo dire che, con il trascorrere del tempo, all’interno dei nostri rapporti erano entrati diversi sex toys e davamo vita a diverse fantasie sessuali.
Poi quando lui aveva 52 anni, ebbe un brutto incidente in moto, stette un paio di settimane fra la vita e la morte poi si riprese, purtroppo nella caduta divenne impotente.
Per un anno non parlammo dell’argomento, io sentivo raramente qualche pulsione sessuale e mi masturbavo da sola con qualche dildo più o meno una volta al mese (con lui scopavamo, prima dell’incidente, tutte le settimane e spesso anche più volte).
Poi un giorno mi prese per mano, mi portò su una panchina in riva al mare davanti ad un romantico tramonto e mi parlò a cuore aperto.
“Milena, sei ancora una bellissima donna, io non posso soddisfarti, ho pensato di proporti di fare giochini con i sex toys che abbiamo ma, a meno che tu mi dica il contrario, credo che sia una cosa fredda, arida. Sono perciò arrivato alla convinzione che se lo desideri, ed a me farebbe molto piacere, puoi avere rapporti sessuali con altri uomini. Basta che sia solo sesso ed occasionale se lo desideri. So che non sei una donna da un colpo e via ma capirei se il tuo corpo ti chiedesse di godere ancora”.
Restai di sasso, era una prova d’amore incredibile.
“Non voglio darti una risposta, in questo ultimo anno raramente ho avuto desideri, ero probabilmente troppo concentrata sul volerti vedere stare bene e la mia sessualità si è un po’ assopita”.
Passarono quindici giorni in cui rimuginai molto su queste sue parole ed arrivai ad una conclusione.
“Mario, vorrei capire meglio una cosa e ti faccio una proposta alternativa. Sei sempre stato molto cerebrale nel sesso per cui vedila un po’ come quando mi hai visto diventare bramosa di farmi sborrare in faccia”.
Mario sorrise ed allora proseguii: “scopare con un altro mentre non ci sei, al momento almeno, non mi stimola più di tanto. Potrebbe però essere interessante provare a trovare uomini che mi scopino davanti a te, a cui chiederei di fare le cose che più ti piacevano in modo che tu possa immedesimarti in loro e che la tua presenza mi faccia sentire come se fossi ancora tu a fare l’amore con me e così sarebbe, io farei l’amore con te solo che il cazzo che mi prende sarebbe quello che tu non mi puoi più dare”.
Mario mi abbracciò e mi baciò con passione e mi bagnai. “Sei fantastica Milena, la ragazza timida che ho conosciuto tanti anni fa non solo è diventata una donna splendida ed intelligente ma anche con una sensibilità straordinaria, ti amo come allora ed ancora di più”.
Il dado era tratto, quella sera lo costrinsi a leccarmi ed a penetrarmi con uno strap-on che usavamo per dei giochini fra di noi ma per la prima volta fu lui ad indossarlo. Godetti moltissimo, mi mancava solo la sborrata in faccia. E si, a furia di assecondare Mario con questa pratica, ne ero diventata appassionata pure io.
Presa la decisione si doveva renderla operativa, insieme pensammo che avremmo potuto fare finta di essere una coppia con lui cuckold e quindi cercare un bull.
Per evitare di sputtanarci in città decidemmo di fare dei weekend lunghi in città d’arte lontane dalla nostra cittadina di provincia facendo combaciare arte e sesso.
Per la prima volta scegliemmo Roma, sul sito che avevamo preso come riferimento c’erano veramente tanti annunci di bull che si offrivano, scegliemmo insieme un 30nne palestrato, molto coatto ma con una dotazione veramente notevole. Per poter avere la maggior libertà possibile avevamo affittato un b&b dove avremmo portato Remo, così si chiamava l’uomo. Gli demmo appuntamento per sabato sera a cena. Era pieno inverno ma il clima era abbastanza mite. Per l’occasione indossai delle autoreggenti nere molto velate, scarpe tacco 12, un completino di pizzo ed un miniabito rosso. Visto il clima non particolarmente freddo mi ero portata una pelliccia maculata sintetica che arrivava si e no a metà coscia. Per non lasciare riferimenti arrivammo al ristorante con un taxi, ed il conducente non perdeva occasione per sbirciare nello specchietto, io che ero comunque già un po’ su di giri per quello che sarebbe successo, aprivo le gambe in modo che potesse vedere meglio. Remo ci aspettava lì, jeans camicia ed un giaccone di pelle.
Cenammo nel ristorante di cucina tipica romana e Remo fu molto gentile e discreto. Ci raccontò che aveva diverse esperienze e che avrebbe modulato il livello di perversione a seconda di quello che desideravamo. Poteva essere un amante gentile attento ai bisogni della donna senza fare caso al marito che guardava così come trattarmi come un oggetto insultandoci tutti e due e costringere Mario a subire angherie di ogni tipo.
Di comune accordo decidemmo di procedere con una via di mezzo, la delicatezza avrebbe poco stimolato quello che stavamo facendo, l’essere trattata come un pezzo di carne e l’umiliazione di entrambi non ci ispirava particolarmente.
“Parti soft poi pian piano eventualmente ti daremo degli input per essere più cattivo” gli disse Mario mentre io annuivo.
Terminato di cenare Remo chiese dove avessimo parcheggiato, gli dicemmo che eravamo venuti in treno e che quindi in città usavamo il taxi. Gli avevamo già detto dove alloggiavamo per cui ci propose di portarci lui con la sua auto, una Audi nera con i vetri posteriori oscurati.
“Se per te non è un problema potrei guidare io mentre tu e Milena salite dietro e cominciate a fare un po’ di conoscenza”.
La proposta piacque, io inserii l’indirizzo nel navigatore e dissi se non gli dispiaceva che facessi un giro un po’ più lungo, Remo anche questa volta annuì.
Salimmo tutti e tre e mentre inserivo i dati per raggiungere la nostra meta, Milena si era già allacciata con Remo baciandolo profondamente ed infilandogli la mano sotto la camicia per sentire i suoi muscoli.
Poi passò verso il basso alla tartaruga fino ad arrivare al basso ventre, slacciò la cintura, aprì i pantaloni ed estrasse il cazzo di Remo iniziando a lapparlo. La mia mogliettina non aveva perso tempo. Era molto che, troppo tempo che non scopava e la sua natura aveva avuto il sopravvento.
Feci un paio di giri prima di parcheggiare, quando scendemmo Milena era praticamente nuda, indossò il giacchettino maculato ma sotto vestito ed intimo erano andati sul fondo dell’auto, le restavano solo scarpe ed autoreggenti. Anche Remo era mezzo nudo, si mise la giacca e tirò su i pantaloni. Scesi dall’auto mia moglie ed il suo stallone si abbraciarono per mantenere il contatto mentre io li precedevo ed aprivo la porta dell’appartamento. Appena entrati e chiusa la porta alle nostre spalle il giubbotto di Milena volò per terra accompagnato da quanto aveva coperto Mario dall’auto fin lì.
Milena prese Remo per il cazzo che era rimasto turgido e, grazie alle generose dimensioni, offriva una buona presa. Se lo portò in stanza come se fosse al guinzaglio poi si sdraiò sul letto a cosce larghe dicendogli “leccami e cerca di fare un bel lavoro, fai vedere a mio marito come si fa, sembra essersi scordato anche di questo”.
Non era vero, le mie leccate la portavano regolarmente al godimento ma capii subito che voleva innalzare il livello di pulsione sessuale della situazione.
Remo si tuffò su di lei dicendole: “sei una splendida cougar, vedrai che ti farò avere tanti orgasmi da implorare pietà ed il cornuto resterà soddisfatto di come ti ho ripassata”.
Iniziò quindi a leccarla con slinguate dall’alto verso il basso che però avevano anche movimenti ondulatori, Milena nel giro di un paio di minuti iniziò a gemere.
“Sei una gran porca”, si sbilanciò Remo. “Sei fradicia ti piace farti vedere da tuo marito mentre un vero maschio ti tratta da zoccola quale sei”.
Il turpiloquio non dispiaceva a Milena che a quelle parole lanciò un si di godimento e proruppe in un orgasmo.
Finito di godere disse a Remo che adesso era il suo turno e che voleva gustarsi per bene il suo cazzo perché in auto lo spazio ristretto non le aveva consentito di prenderne in bocca quanto ne voleva.
Iniziò allora un pompino degno di un film porno, con una mano teneva l’asta e con la lingua iniziò a leccare le palle di Remo, prendendole in bocca e giocandoci anche mordicchiandole tanto da strappargli dei gemiti di dolore. L’uomo però non le chiese di smettere anzi la incitava ad andare avanti e far vedere tutta la sua arte. Io fui dimenticato, me ne restavo in silenzio a guardare la mia dolce metà scatenarsi in un amplesso coinvolgente.
Dopo le palle iniziò a risalire, lo segava e leccava con precisione senza tralasciare un centimetro di pelle.
Infine prese la cappella in bocca e ingoiò più cazzo possibile, arrivò però a metà fusto nonostante la pressione di Remo sulla sua testa. Quando un inizio di conato la costrinse a molare l’uccello, decise che era arrivato il momento di scopare. Non volevamo correre rischi che Milena prendesse malattie per cui le porsi un preservativo che lei calzò con la bocca sul cazzo di Remo.
“Sei una professionista del bocchino, chissà a quanti uomini hai fatto questo tipo di servizietto troiona” fu il commento del suo manzo.
Quindi si calò sopra di lui, non pensavo ma la figa rapace e fradicia di mia moglie accolse tutto l’uccello di Remo e poi iniziò a cavalcarlo. Le mani di Remo scorrevano su di lei pizzicandole i capezzoli e strappandole gemiti ulteriori fino a quando Milena non proruppe in un altro orgasmo, aveva appena finito di godere quando si accorse che Remo stava per venire, allora si sfilò, si inginocchiò davanti a lui sul letto e gli levò il preservativo giusto in tempo per ricevere 5 grandi getti di sborra sul viso e sulle tette.
Io ero in visibilio, Milena se ne accorse, non potevo avere erezioni ma era come se la avessi inondata io , nondimeno lo sperma era quello di un altro uomo.
Il passo successivo mi sorprese ma, pensandoci a posteriori, nemmeno più di tanto.
Una volta che Remo ebbe finito di godere Milena venne verso di me e sussurrandomi all’orecchio se ero felice, a voce alta, per eccitare di nuovo Remo disse: “tieni cornuto, tutto questo è tuo, ripuliscimi per bene”.
Io come un cagnolino obbediente feci quello che mia moglie mi aveva ordinato. “Manda giù tutto” aggiunse mia moglie ed io deglutii. Quindi lei mi baciò sulla bocca e ci scambiammo un po’ della sborra di Remo.
Quando fu completamente ripulita Milena tornò da Remo.
“Ti va di incularmi davanti al cornuto e fargli vedere come si fotte una donna?”
Remo aveva già l’uccello dritto di nuovo, e fece di sì con la testa.
“Cornuto portami il gel che voglio prendere questo bel cazzone fino in fondo, voglio che mi slabbri tutto il culo”
Presi il gel dal cassetto dove lo avevo messo e mi avvicinai a lei che aspettava messa alla pecorina.
“Leccami il culo, preparalo per bene per il mio stallone”.
Ancora una volta obbedii, le leccai il culo quindi iniziai a spargere il gel infilandole una alla volta tre dita unite per prepararla alla sodomizzazione.
Poi porsi il tubetto a Remo che aveva aosservato attentamente la scena.
“Siete una coppia di maiali, mi sono sbattuto tante troie davanti al marito ma voi siete fra le coppie più porche in assoluto” disse mentre si ungeva abbondantemente il membro.
Quindi fece sdraiare Milena sul fianco. “Per l’inculata alla pecorina c’è tempo, voglio farlo entrare per bene senza fare male a tua moglie così entrerà di più e te la sfonderò per bene, vedrai che alla fine quando me ne andrò non riuscirà a sedersi per una settimana da quanto il suo culo sarà aperto e dolorante”.
Milena alla prospettiva anziché spaventarsi si eccitò e gli rispose, anche se non era vero: “ho presoin culo cazzi ben più grandi del tuo, quando siamo stati in Jamaica in vacanza in una notte mi hanno ripassato in tre in tutti i buchi, non pensare di spaventarmi, hai un bel cazzo ma non è certo super”.
La cosa fece montare ancor di più l’eccitazione di Remo che, anziché incularla piano piano, appoggiò la cappellasul buco già aperto di Milena e diede in colpo secco. La cappella fu risucchiata dal buco di mia moglie e nel giro di un minuto il cazzo di Remo era tutto dentro. Milena fece qualche versolino di dolore ma tutto sommato nemmeno tanto.
Remo, sempre con il cazzo saldamente piantato nel culo di Milena, ruotò e si alzò tenendola sopra di lui e la scopò in culo a pochi centimetri dalla poltrona dove ero seduto.
“Guarda cornuto che rotta in culo è tua moglie, non credo alla storia della Jamaica ma Milena è comunque una femmina da monta come poche, in tutti i buchi ne ho conosciute ben poche come lei”.
L’uccello entrava ed usciva di pochi centimetri poi si spostò, mise milena alla pecorina per terra e dall’alto iniziò ad assestarle colpi sempre più forti strappandole stavolta dei gemiti di dolore.
“Te lo sfondo questo culo da vacca, il cornuto si sta divertendo tu mi sa un po’ meno ma non avrò pietà e così andò avanti mentre Milena con una mano di sgrillettava per avere un po’ di piacere mischiato al dolore che nel frattempo si era attenuato.
Remo stava per venire, memore della situazione precedente saltò fuori, si tolse il preservativo, prese Milena per i capelli e la fece inginocchiare trascinandola davanti a me e segandosi le sborrò di nuovo in faccia, stavolta solo due getti e non troppo copiosi ma sufficienti per soddisfare la mia voglia di vedere Milena sborrata sul viso.
Remo, una volta finito, mollò Milena ed andò in bagno a darsi una rinfrescata.
Milena era andata abbastanza avanti ma non era venuta ed allora si era sdraiata sul letto a gambe larghe e mi aveva fatto cenno di avvicinarmi per leccarla. La portai all’orgasmo che giunse mentre Remo stava uscendo dal bagno. “Siete proprio una bella coppia di pervertiti, spero che ogni volta che passate da Roma vi facciate vivi, Milena se ti fa piacere la prossima volta porterò un paio di amici, sono sicuro che sia tu che Mario apprezzerete delle doppie fatte bene ed il carico di sborra che potrete gustarvi sarà più abbondate e variegato”.
Detto questo si rivestì ed uscì.
Restammo li, Milena sdraiata senza fiato sul letto, tutta impiastricciata per le due sborrate ricevute ed io che cominciai a ragionare se era quello che volevo, Milena aveva goduto, io ero stato umiliato e non lo avevo messo in conto ma la cosa non mi era dispiaciuta, ero un impotente e mia moglie aveva diritto a godere, meglio così sbattuta come una troia di strada piuttosto che si facesse un amante fisso, pensai.
Quindi la abbracciai dolcemente e la accompagnai in bagno dove facemmo una lunga doccia insieme ed una volta tornati in camera ci sdraiammo e dormimmo di un sonno profondo e ristoratore.
Dopo quella volta Le nostre visite nelle città d’arte divennero mensili, durante il giorno vedevamo arte e la sera Milena riceveva la porzione di cazzo che non potevo più dargli.
La cosa andò avanti così per quasi 10 anni e Milena prese decine di cazzi, a volte anche più di uno insieme ma mai più di tre, diceva infatti che diventava troppo complicato. Il suo numero preferito era due e anche l’ultima scopata di questo tipo fu così.
Milena 50nne birichina
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I miei più vivi complimenti per il Tuo racconto. Mi ha fatto rivivere momenti reai vissuto proprio con una donna con lo stesso nome Milena. In passato scrissi anche il resoconto dell’inzio della stroia con lei e lo pubblicai su Milù. Veramente emozionante per me il tuo racconto, sarebbe bella una seconda puntata con la prima esperienza di Milena in gang. Un saluti cordiale Stefano