Ciao a tutti, mi chiamo Viola, ho 45 anni alta 1 metro e 65 e peso 50 chili di cui un quantitativo non trascurabile di tette visto che la natura mi ha dotato di una sesta naturale.
Sono rossa naturale con la pelle chiara ed un sacco di lentiggini, questi particolari hanno fatto si che non passi mai inosservata soprattutto presso gli uomini. A 12 anni il mio seno era già florido e su un corpo di bambina faceva si che ogni uomo etero dai 14 anni in su si sentisse in diritto di fare una battuta senza guardarmi negli occhi ma lì.
Ho imparato presto a difendermi e ne ho messi al loro poste decine, qualche volta ho anche rischiato di fare una brutta fine trovando il limite oltre il quale non spingermi. Capisco ormai al volo se è meglio evitare di rispondere o se chi ho davanti lo posso mettere in riga con le parole.
A 20 anni, già con una discreta esperienza di cazzi (e si perché l’uccello lo ho provato presto e mi è sempre piaciuto soprattutto se resistente e ben dimensionato) ho conosciuto mio marito Paolo.
Mi ha stupito e conquistato prendendomi in giro non per il mio seno e guardandomi negli occhi.
La prima sera (era d’estate al mare a Forte dei Marmi) siamo finiti a scopare in spiaggia. Non sono rimasta delusa nemmeno dalle dimensioni e dalla durata di Paolo. Da lì non ci siamo più lasciati. Abitavamo in città diverse e studiavamo in città diverse, dopo un anno abbiamo deciso di trasferirci nella stessa città per finire gli studi e da lì in poi abbiamo trascorso il nostro tempo praticamente sempre insieme. Non c’è giorno in cui fossimo nello stesso posto senza che non abbiamo fatto sesso.
Gli sono stata sempre fedele e lui a me ma dopo oltre 10 anni che scopavamo comunque, un po’ di stanchezza è subentrata ed insieme siamo giunti alla decisione di provare ad introdurre nella nostra coppia qualche elemento e così abbiamo deciso, intorno ai 30 anni, di praticare lo scambio di coppia e di partecipare ad orge. Il tutto ci è molto piaciuto ed abbiamo iniziato ad alternare le nostre sessioni private invigorite dalle sensazioni introdotte dagli elementi esterni, a sessioni in compagnia.
Quest’anno però è successo qualcosa che ha un po’ sparigliato le carte.
Paolo è dovuto andare per lavoro lontano. Giunta l’estate mia mamma si è ammalata e non è stata più autosufficiente ed ho preso una aspettativa per seguirla. La ho portata al mare in Versilia affittando un piccolo appartamento in una casa non lontana dalla spiaggia, da un lato vista mare, dall’altro vista Apuane.
Ovviamente il cazzo mi mancava ed ogni sera, messa a letto mia mamma, facevo lunghe telefonate e videochiamate con Paolo in cui ci masturbavamo però non era lo stesso sia per lui che per me. Siamo perciò arrivati alla decisione che avremmo potuto divertirci e che ci saremmo raccontati tutto.
Non ho perso perciò tempo, nella casa affittata che è al 2 ed ultimo piano di una palazzina senza ascensore, al piano sotto abitava il padrone di casa poco più vecchio di me ma soprattutto il figlio un giovane sui 25 anni di nome Ettore con un fisico scolpito dal nuoto, 1 metro e 90 ma dall’aria un po’ imbranata. Ogni volta che passavo era sulle scale per salutarmi e se, come spesso capita in estate, ero un po’ scollata, il suo sguardo era fisso sulle mie tette.
Non mi sembrava il caso di umiliarlo e, forte del mio potere su di lui, ho deciso di portarmelo a letto.
Un giorno, affidata mia madre ad una amica e lasciatala al bagno a giocare a carte, sono andata a fare la spesa. Indossavo un costume composto da un tanga con stringa molto sottile che affondava fra le natiche ed un reggiseno che sosteneva per bene il mio giunonico seno, sopra un prendisole trasparente scollato e corto.
Quel giorno avevo comprato due casse d’acqua e mentre scaricavo ecco comparire Ettore.
“Buongiorno signora Viola, la posso aiutare?”
“Grazie Ettore, se mi porti l’acqua su mi fai un grosso favore evitandomi di portare il peso”.
Ettore scaricò le due casse ed io presi i due sacchetti avviandomi sulle scale ancheggiando vistosamente e salendo lentamente.
Non potevo vedere ma ero certa che i suoi occhi stavolta fossero concentrati sul mio culo e sulla mia passera coperti molto sommariamente dal prendisole e dalla parte inferiore del costume.
Sapevo di dover fare la prima mossa, anche essendo palesemente disponibile, il ragazzo mi sembrava troppo imbranato perché si proponesse lui.
Arrivati n casa mi diressi in cucina.
“Metti pure lì le bottiglie” gli dissi indicando un angolo dove era rimasta una sola bottiglia della cassa precedente.
Ettore mi obbedì e quando si girò feci in modo di inciampare e mettergli le tette praticamente in bocca.
“Mi scusi signora Viola” furono le parole del ragazzo, dovevo spingermi ancora più avanti.
Gli misi la mano sul pacco che svettava sotto i pantaloncini come avevo notato già da un po’.
Fu come aprire le cataratte, le mani di Ettore iniziarono a frugarmi ovunque con particolare preferenza per il mio seno, la sua bocca si incollò alla mia e appena liberato e con due menate, venne.
Imbarazzatissimo si scusò e si girò e stava per andarsene.
“E no signorino, non pensare di cavartela così”.
Lo afferrai per un braccio, lo tirai a me e mi sedetti sul divano allargando le cosce.
“Leccami e datti da fare”.
Ettore era tutto rosso e sudato ma era evidentemente che non aspettava altro, la sua esperienza, come mi confermò poi, era prossima allo 0.
Iniziò a leccarmi in modo grezzo e ruvido, lo guidai dandogli le indicazioni necessarie per farmi arrivare ad un orgasmo.
“Ora che siamo pari, vediamo di ricominciare, spogliati”
Lo fece in pochi secondi, in mezzo alle sue gambe il suo uccello, pregevole per dimensioni ed ancora sporco dalla sborrata precedente, svettava pronto per un’altra battaglia.
Mi spogliai a mia volta, lo feci sedere sul divano ed iniziai a leccargli l’uccello ed a strofinarlo fra le mie tettone.
Se possibile il trattamento lo rese ancora più turgido e dopo 5 minuti di quel trattamento salii sopra di lui e mi impalai dettando i tempi della scopata.
Era una piovra, le sue mani viaggiavano sui miei seni e sul mio culo e gemeva ed ansimava come un mantice. Gli chiesi di leccarmi i seni e ci si attaccò mordendoli facendomi anche un po’ male. Gli mollai uno schiaffone e gli torsi un capezzolo strappandogli un gridolino di dolore.
“Più delicato, apprezzo i tuoi morsi ma vedi che fa male se uno esagera”
“Si signora Viola, mi scusi”.
Scoppiai a ridere, mentre il piacere cominciava a salire di nuovo dentro di me decisi di capire se il signora Viola poteva essere sostituito da qualcosa di più stimolante.
“Sfondami Ettore, fammelo sentire tutto e dimmi quello che dici quando ti fai le seghe per me, ho visto che mi hai ripreso con il telefono”.
Era troppo partito per negare l’evidenza, ormai aveva capito che li comandavo io.
“Si bella tettona sei una gran vacca, te lo faccio sentire tutto”
Le sue parole mi fecero salire di livello
“Dopo voglio che mi sfondi anche il culo con questo tuo bel cazzone”.
“Sei proprio una porca, lo dicevo ai miei amici che dovevi essere un gran troione ma lo sei anche di più di quello che pensavo”
“Quante seghe vi siete fatti tu ed i tuoi amici?” gli domandai mentre iniziavo un orgasmo lento ed appagante.
Sentii la cappella gonfiarsi
“Si, si vengo mignotta, si ci siamo fatti tante seghe Luciano Marcello ed io guardando le foto che ti ho fatto.
Quando esci con il prendisole sul terrazzo con sotto nulla mi ammazzo di seghe” e venne poco prima che completassi il mio piacere.
Mi alzai e gli dissi di rivestirsi che dovevo lavarmi ed andare a prendere mia mamma.
“Signora Viola non vuole che le lavi la schiena?”
“Pedala, vai a farti un paio di seghe”, presi il suo cellulare dai pantaloni e mi feci una foto nuda senza inquadrare il viso.
“Almeno potrete segarvi su qualcosa di meglio”.
Gli resi il cellulare lasciandolo incredulo.
Se ne andò, chiusi a chiave la porta e mi feci una veloce doccia.



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
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Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...