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Dopo tante avventure già variegate, con una gran dose di cuckoldismo, arriva a sorpresa la richiesta del nostro amico Mirko: per una volta, dopo tanti incontri nel ruolo di bull, vuole provare il ruolo del cuckold. Immaginate che piacere possa essere, per me, tornare dalla nostra cara amichetta Flavia e scoparla di fronte al marito. Non vedo l’ora. Ci accordiamo per giorno e orario, oltre che qualche altro dettaglio.

E finalmente vado da loro.

Arrivo alla porta, suono, sento l’inconfondibile suono di tacchi avvicinarsi: ad aprire la porta c’è Flavia, da sola: indossa una splendida vestaglia stile kimono, color petrolio, che lascia intravedere il suo generoso seno e le calze a rete. Oltre, ovviamente, ai tacchi a spillo che la slanciano. Mi bacia direttamente sulle labbra e mi fa entrare. Non vedo Mirko.

“È già di là, ovviamente. Aspetterà in camera. Tranquillo.” Dice lei sorridendo divertita. A quanto pare questo giochino eccita molto anche lei. Ci rilassiamo con un paio di calici di vino, ci concediamo le prime effusioni, carezze, toccatine. Mirko non si sente, ma sappiamo che ci ascolta, che ci immagina, che ci aspetta. Seduti sul divano non resisto e inizio a baciare Flavia, mentre con la mano scendo dal collo al seno, palpando le sue meravigliose e morbide forme. Mi lascia fare, ansima un po’, poi mi prende la mano e la sposta tra le sue cosce: esploro senza freni, arrivo sulla sua patatina, toccandola da sopra le sue mutandine. Sento il pizzo sotto le dita, bacio lei sul collo mentre la fichetta si inumidisce.

“Andiamo di là. Andiamo a dare spettacolo al cornuto…” Dice lei fra un gemito e l’altro. La seguo ed entro in camera al suo seguito: trovo Mirko legato alla poltrona, totalmente nudo a parte i boxer. Che ci guarda eccitato ma silenzioso. Flavia si apre la vestaglia, lasciandola cadere addosso al marito. L’abito scivola lentamente sulle sue gambe e poi finisce a terra. Finalmente ammiro l’intimo di Flavia, un completino color petrolio in tinta con la vestaglia, rifinito da un bellissimo pizzo ma totalmente trasparente in ogni superficie: è meraviglioso vedere i capezzoli sotto il velo di tessuto colorato, la patatina e i suoi pochi peli sotto il piccolo triangolino del perizoma. Lei mi aspetta in piedi, io mi spoglio del tutto mostrando il mio cazzo già abbastanza gonfio. Mi avvicino a lei, la abbraccio, inizio a baciarla sul collo, le mie mani scorrono sulla sua schiena per poi raggiungere il suo culo, lei fa altrettanto, poi inizia a segarmi il cazzo per farmelo arrivare al massimo della mia erezione. Ci sediamo sul letto, Mirko ci guarda, noi ci tocchiamo ovunque, io le faccio un succhiotto per lasciarle un segno visibile e durevole, poi inizio ad abbassarle le spalline del reggiseno per tirar fuori quelle tette meravigliose, tutte da succhiare. Mirko inizia a mostrare una certa tensione ed eccitazione. Si vede il suo membro gonfio sotto i boxer, mentre noi ci assaporiamo a vicenda. Flavia continua a massaggiarmi il cazzo dritto e le palle, mentre io succhio i suoi capezzoli, degustandoli con grande avidità. Con una mano scendo fra le sue cosce, lei allarga le gambe di fronte al marito, io inizio a sditalinarla per farla bagnare bene. Lei geme e gode, inizia a contorcersi.

“Scopami. Sono solo tua oggi…” mi dice lei scatendando forti sospiri di Mirko.

La sdraio sul letto, le tolgo il bel perizomino e le allargo le gambe. Metto la faccia fra le sue cosce e inizio a leccarle la fica: voglio sia bagnarla che farla godere di più, oltre che mostrare a Mirko la moglie in ogni modo possibile.

“Entra! Entra… e sbattimi forte, dai…” A questa sua seconda implorazione non posso far altro che assecondarla: punto il mio cazzo duro sulla sua fica fradicia e la penetro in un sol colpo, piuttosto deciso.

“Aaaah! Ah! Vai, mm…” Esclama quasi sorpresa lei, mentre sento i sospiri più forti e agitati di Mirko che si gode lo spettacolo. Inizio a montarla subito con foga sbattendola in profondità, forte e veloce. Poi, ricordandomi quanto le piacesse, le do piccole sberle sulle tette, facendola urlare e gemere di piacere ancora di più.

“Che cagna… oh…” Sussurra Mirko a denti stretti. Mentre la moglie mi incita a continuare con sempre più foga. Dopo un po’ esco e mi faccio avanti col bacino sul suo viso piantandole il cazzo, sporco dei suoi umori, dritto in bocca. Lei inizia a succhiare come un’ossessa massaggiandomi le palle e tirandomi a sé stringendomi il culo, come se non le bastasse averlo già tutto in gola. Tutto questo mentre rimane a gambe e figa larghe di fronte il marito. “Dio come succhi…” faccio io riprendendo fiato.

“Cazzo di cagna, che vacca…” Sussurra Mirko che inizia a impazzire.

“Una bella vacca da montare. Bellissima…” Ribatto io. E allora le tolgo il cazzo dalla bocca e la faccio girare: “Facciamogli vedere come ti piace essere sfondata. Vieni, vieni qua…”.

La faccio mettere a pecora con una sonora pacca sul culo, ci mettiamo in modo che Mirko la veda bene, la penetro e inizio di nuovo a scoparla forte, colpi profondi e veloci. Lei inizia di nuovo a urlare di piacere, mentre io la scopo e la sculaccio.

“Più forte! Dai, spaccami! Fammi il culo rosso! Aaaah! oh…mm… dai!”

Non me lo faccio ripetere due volte e intensifico tutto più che posso mentre, quasi ammutolito e con gli occhi fissi su di noi Mirko sussurra un “Che troia… dio che troia…”.
Si agita sulla poltrona, ha di certo il cazzo di marmo nel gustarsi la scena, ma è intrappolato in fastidiosi boxer e in ogni caso ha le mani legate. Io continuo a scopare e sculacciare la mia amante con foga fino a buttarmi su di lei sbattendola sul letto, la schiaccio col mi corpo sotto il peso delle ultime spinte che mi portano all’orgasmo, le inondo la fica di sperma mentre lei giace esausta. Riprendiamo fiato così, accasciati l’uno sull’altra per qualche attimo. Poi mi tolgo, mi sdraio al suo fianco, lei guarda Mirko.

“Toglimi questi boxer maledetti almeno, ti prego!” la implora lui.

“Solo se pulisci…” Lo ricatta lei. Ma lui è interdetto. Non sa che rispondere.

Allora lei si alza, si siede sulle gambe di lui dandogli la schiena, struscia la sua patatina cremosa sui suoi boxer pulendosi la sborra che cola sulle mutande di lui, stimolando ulteriormente il suo cazzo prigioniero sotto il tessuto.

“No, dai…” Si lamenta lui.

“Non mi hai voluto pulire. Rimani così.” Lo zittisce lei.

E torna subito da me, si sdraia su di me e inizia a baciarmi in bocca, slinguiamo un po’ mentre con la manina lei inizia a masturbarmi per farmi riprendere.

“Toglietemi questi boxer, vi prego!” Implora di nuovo Mirko. Allora Flavia lo ricatta di nuovo: “Succhiagli il cazzo, puliscilo, lo voglio pulito per la mia boccuccia, tesoro. E ti libero. Dai caro, che sa di fica!”.

Tosta la ragazza. Bè, mi alzo e mi avvicino a Mirko, gli porgo il mio cazzo, è a due centimetri dalla sua faccia. Aspetto il servizietto. Lui è titubante, ma anche insofferente, e cede al ricatto. Mi prende il cazzo fra le labbra e inizia a succhiare. Non che la cosa in sé mi esalti, ma la soddisfazione psicologica del ruolo è notevole. Flavia se la ride maliziosa e divertita, mentre mi aspetta sul letto. Decido che è abbastanza e tolgo il cazzo dalla sua bocca svogliata. Rimango in piedi mentre Flavia viene a togliere i boxer al suo cuck che, nel frattempo, ha perso tutta la sua erezione, chissà perché!

“Tutte queste lamentele… per tanto poco?” Lo deride lei.

Flavia torna davanti a me, si inginocchia e mi prende il cazzo in bocca: anche io ho bisogno di tornare duro. E Flavia si impegna da brava pompinara, mentre anche Mirko inizia a recuperare l’erezione guardando la scena.
Mi siedo sul bordo del letto, Flavia rimane in ginocchio e alterna una fantastica spagnola alla bocca. Me la guardo e me la godo. La lascio fare. Oggi è tutta mia e mi sta dedicando anima e corpo. Alla faccia del marito che guarda e che non può neanche segarsi il cazzo dritto!

Ma ecco che lei si protende verso di me, allora mi faccio indietro per salire meglio sul letto, sdraiato a pancia in su col palo nuovamente in tiro. Lei sale su di me, si impala sulla mia asta e inizia a cavalcare sbattendoselo tutto dentro fino alle palle. Io mi godo la sua fica bagnata che scorre su e giù sul mio palo, mentre i seni ballano davanti i miei occhi. È questione di secondi prima che io stenda le mie braccia per palpare quelle tette meravigliose, stuzzicare i capezzoli che, tra un movimento e l’altro, cerco anche di succhiare. A un certo punto la prendo per il collo, la tiro a me, la tengo stretta con un braccio mentre lei si dimena col bacino sul mio cazzo, io la bacio prima in bocca, poi sul collo, e inizio a muovermi spingendo ritmicamente il mio cazzo e passando io alla guida del gioco. La scopo così mentre la tengo stretta a me per il collo con la mano sinistra, e con la destra la sculaccio di nuovo, forte come piace a lei. Gode come una matta, ansima e urla come una vera cagna in calore.

Mirko sta visibilmente impazzendo, arrapato all’inverosimile e immobilizzato. Non lo invidio!

Decido che è ora di cambiare: faccio andare Flavia di fronte a Mirko, lei poggia le mani sui braccioli della sua poltrona, viso e tette a pochi millimetri da lui. Lei mi da il culo, allarga le gambe. Le lubrifico il buchino e inizio piano a spingere la cappella dentro il piccolo ingresso.

Mirko non ci sta capendo più nulla e Flavia, sussurrando al suo orecchio, gli toglie ogni dubbio: “Sì amore, me lo sta spingendo tutto dentro il culetto… mmm… e… ah!”. Sto prendendo pian piano il ritmo, lei appoggia la testa sulla spalla del marito che cerca di baciarla ma lei, birichina, non glielo permette, mentre gli gode in faccia fra ansimi e piccole grida. Io accelero, la tengo per i fianchi e la inculo più veloce e più a fondo, riprendo a sculacciarla forte per farla godere e urlare di più. Mirko sta impazzendo dimenandosi sulla poltrona mentre la moglie gli gode praticamente addosso, con le tette che ballano a pochi centimetri dai suoi occhi ma non potendole neanche sfiorare.
Decido di rincarare la dose:

“Adoro spaccarti il culo!” Faccio io rivolto a Flavia.

“Continua… mm… ah! ” Replica lei

“Quanto ti piace farti inculare! Eh! Diglielo quanto ti piace…”

“Lo vedo come gode, la troia…” Si inserisce Mirko.

“Quando tua moglie scopa così… mm… è una puttana meravigliosa. Te la devi proprio godere tutta…” gli dico io.

“Sono… ah…mmm… tua… e puttana. Ti amo!” Gli dice lei regalandogli il primo, unico e breve bacio della giornata. Io rallento il ritmo per farla parlare. Lei continua a istigare il marito: “Vuoi venire, vero? Vorresti sborrare… lo so… non ne puoi più. Stai impazzendo a vedermi scopata in tutti i modi e non puoi neanche sfiorarti il pisello.”

“Ti prego…” – sussurra lui che non vorrebbe cedere ma non riesce a trattenersi.

Lei rincara la dose: “Io sono la tua puttana, tu sei la mia troia. Vuoi venire?”

“Certo, stronza…”

Lei se la ride: “Allora pulisci bene il suo cazzo che adesso sa di culo. Come prima, pulito per me che voglio spompinarlo bello pulito.”

Stavolta c’è poco da contrattare: lui si china verso di me e si infila il mio cazzo duro in bocca, lo succhia avidamente perché non vede l’ora che gli sia concesso l’agognato orgasmo.

Flavia mi fa rimanere lì di fronte a lui e inizia a succhiarmi per bene. Sono vicino all’orgasmo e lei mi fa schizzare segandomi, ma direzionando il mio uccello verso la faccia di Mirko: lo annaffio a sorpresa, lui è sconcertato e disgustato. Inizia a perdere l’erezione rimanendo allibito, mentre io riprendo fiato e Flavia se la ride divertita. Lei si siede su di lui, inizia a leccare lo sperma cosparso sul suo viso e a passarglielo in bocca mentre lo bacia. Lui non sa più che fare, si lascia usare da lei ma è visibilmente in crisi tra sofferenza e piacere, oltre a un puro disorientamento. Dopo questi cumkiss Flavia gli libera una mano, solo una:

“Adesso sei libero di segarti e venire!” Ridacchia maliziosa. E mi conduce verso il bagno: “Noi andiamo a lavarci!” Civetta al marito.

Chissà se lui si stia effettivamente segando. Molto probabile. Ma a noi non importa. Mentre Flavia va sotto la doccia, io recupero il vino rimasto. Tra un’insaponata reciproca e un calice ormai non più tanto fresco, parte la sveltina finale. Fra sesso e sapone, il cornuto di là si starà probabilmente segando di nuovo al suono dei nostri gemiti.

Mi rivesto e me ne vado, come da accordi salutando solo lei. Mirko, se vorrà, ci racconterà le sue sensazioni un’altra volta.

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