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La prima volta della moglie pudica

By 12 Ottobre 2025No Comments

Qualche mese addietro, vengo contattato dal marito di una coppia.
Mi chiede se fossi disponibile ad addestrare sua moglie perchè secondo lui era di indole sottomessa, ma lui per il troppo amore non riusciva ad imporsi.
Rispondo alla mail dicendo che potrei anche essere disponibile ma che avremmo dovuto conoscerci personalmente per vederli entrambi e per constatare se effettivamente lei fosse di indole sottomessa come diceva lui.
Rispondendo alla mia mail lui mi dice che sarebbero stati in zona il fine settimana e che ci saremmo potuti incontrare per un aperitivo, rispondo che ci saremmo incontrati alle 20 in un piccolo bistrot vicino casa mia e gli raccomando la puntualità.
Arrivo al bistrot all’ora stabilita e vedo subito una coppia seduta ad un tavolo che si guardavano attorno, mi avvicino al tavolo e lui si alza subito per stringermi la mano io gli do la mia e senza minimamente calcolare lei mi accomodo al tavolo.
Lui un signore distinto sulla sessantina inizia subito a parlarmi di quello che vorrebbe per la sua lei, io al momento lo lascio fare ma poi lo fermo e gli dico subito che per accettare la sottomessa dovrò prima valutarla in tutto e per tutto e faccio questo mentre guardo lei dritta negli occhi cosa che cerca di fare anche lei ma dopo un attimo abbassa subito lo sguardo cosi da mostrarmi il suo imbarazzo. Avendo avuto una piccola prova della sua probabile timidezza e remissività le dico che vorrei vederla in piedi e la invito ad alzarsi, lei a questo alza lo sguardo e cerca quello del marito ed io la blocco subito dicendo che doveva obbedire a me e non al marito. Lei a questo punto si affretta ad alzarsi in piedi, era una bella signora sulla cinquantina di statura media e con un seno abbondante. La faccio avvicinare, lei si mette proprio davanti a me ed io senza gridare ma con voce ferma e decisa le chiedo se fosse davvero convinta di intraprendere un percorso di sottomissione, lei sempre con lo sguardo a terra mi risponde di si ma io le dico che mi deve guardare negli occhi, lei alza lo sguardo e ripete si mentre le guance iniziano a diventare rosse. Io allora le dico che ho una piccola prova da farle fare per vedere se lei è pronta ad essere sottomessa e dal risultato di questa prova deciderò se prenderla con me o no. adesso vai in bagno, ti togli le mutandine, le stringi in mano e torni qui al tavolo consegnandomele. Le sue guance divennero rosso fuoco e cerco di balbettare qualcosa ma io la fermai subito dicendole che se non era in grado di farlo io non avrei potuto accettarla e feci per alzarmi lei mi fermo subito e con lo sguardo rivolto verso il basso e le guance ancora più rosse mi disse che lo avrebbe fatto, si volto e si diresse verso il bagno. Mentre lei eseguiva il suo primo ordine mi misi a parlare un con lui descrivendo a grandi linee cosa sarebbe successo se io avessi accettato e dicendogli chiaramente che lui non sarebbe stato presente alle prime sedute, non potevo rischiare che per il troppo amore si intromettesse ma che gli avrei detto io quando lo avrebbe potuto fare lui non obbiettò.
Vidi lei che stava per tornare al tavolo si avvicino e fece per passarmi le mutandine da sotto il tavolo, ma io appoggiando un gomito sul tavolo aprii la mia mano ed aspettai che lei mi ci mettesse le mutandine e lei guardandosi intorno e rossa come un peperone obbedi.
Quando ebbi le sue mutandine in mano mi accorsi subito che erano bagnate e rivolgendomi a lei dissi che ancora non avevo fatto niente ma che lei già si era talmente eccitata da bagnare le mutandine, lei abbasso lo sguardo e ritornò ad avere le guance rosso fuoco.
Tirai fuori dei fogli dicendo loro che quello era un contratto di appartenenza, che lei lo avrebbe dovuto firmare per diventare la mia sottomessa e che lui avrebbe dovuto firmarlo per accettazione. Dissi anche che al mattino dopo me lo avrebbero dovuto inviare e che a quel punto avrei dato istruzioni per la prima seduta che si sarebbe svota da me nel pomeriggio , mi alzai salutai e me ne andai con le mutandine di lei ancora nella mia mano. Il mattino dopo
verso le dieci mi arrivò la mail con il contratto firmato. Chiamai sul cellulare lui e gli dissi che avrebbe dovuto accompagnarla al mio indirizzo e che avrebbe dovuto lasciarla li davanti alla porta. Poi mi feci passare lei e le dissi che non si sarebbe dovuta presentare a me con quel gonnellone da suora ma che avrebbe dovuto indossare una gonna attillata poco sopra il ginocchio, una camicetta bianca trasparente, reggiseno di pizzo nero, perizoma sempre di pizzo nero, autoreggenti nere e scarpe tacco dodici le chiesi se avesse capito bene
lei mi rispose di si ed io la ripresi subito dicendole che da quel momento io ero il suo padrone e che lei avrebbe dovuto rispondermi adeguatamente e lei con voce flebile rispose si padrone.
Il pomeriggio all’ora stabilita suono il campanello aprii la porta e la vidi davanti a me, la feci entrare la portai nel salone mi sedetti sul divano e la lasciai li in piedi davanti a me. le ordinai di non alzare lo sguardo e di fare un giro per controllare l’abbigliamento. Devo dire che vestita come le avevo ordinato faceva la sua porca figura. Le ordinai di togliersi camicetta e gonna e di restare solo con la biancheria addosso lei rispose si ed io mi alzai dal divano mi avvicinai a lei e le mollai uno schiaffo dicendole che avrebbe dovuto parlare solo se io gli avessi dato il permesso. mi rimisi seduto sul divano e le ordinai di togliersi il perizoma di avvicinarsi a me, di allargare le gambe e di incrociare le mani dietro la testa. Quando ebbe eseguito mi alzai in piedi ed iniziai a passargli una mano tra le gambe sentendo la sua fica già bagnatissima, mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai, vedi quanto ti piace essere la mia troia sottomessa ed eseguire gli ordini? vedrai che ti farò diventare una brava schiava, detto questo le infilai con forza due dita nella fica e lei colta di sorpresa ebbe un piccolo gemito ed allargò ancora di più le gambe. Iniziai a muovere le dita dentro lei, sentivo i suoi umori che uscivano e colavano lungo le gambe, stava per avere un orgasmo ma mi fermai dicendole che avrebbe potuto godere solo quando io le avrei dato il permesso, le tolsi le dita da dentro e le misi davanti alla sua bocca e lei sentendo l’odore acre dei suoi umori cercò di allontanarsi ma io la presi per il naso e stringendolo forte la obbligai ad aprire la bocca per respirare e cosi quando lo fece le infilai le dita e le ordinai di lavarle per bene con la lingua. Vedevo che il sapore dei suoi umori le provocava dei conati di vomito ma lei imperterrita continuò e fini con il ripulire bene le mie dita. Brava le dissi vedo che anche se i tuoi umori non ti piacevano hai resistito ed hai finito il lavoro, hai fatto bene le dissi perchè ti dovrai abituare a sapori ancora più forti. A queste mie parole vidi la paura sul suo volto ma io imperterrito le ordinai di voltarsi e di piegarsi a 90 gradi.
Continua.
Per commenti, domande e per qualsiasi altra cosa mi trovate qui: master651@libero.it

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