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Cure termali parte 1

By 20 Ottobre 2025No Comments

Mi chiamo Luciana ed ho 65 anni, sto tornando a casa in treno dopo un soggiorno termale in una nota località, acqua e fanghi per due settimane per aituarmi ad affrontare al meglio l’inverno nella gelida città del nord dove vivo.
Ho cominciato a venira a Chianciano tanti anni fa, la prima volta per accompagnare mia mamma, facevo solo la cura dell’acqua visto che, al tempo quando avevo 55 anni, mi sembrava utile anche se apparentemten non ne avevo bisogno.
Nel nostro albergo alloggiva una coppia che aveva circa 5 anni di più di me all’epoca quindi 60 anni. Lei, una bella donna molto attenta al vestire, sempre pefettamente truccata e con gli accessori giusti per l’abito che indossava, lui un uomo alto e snello che da giovane doveva avere fatto strage di cuori, ancora oggi un bellissimo uomo che le rughe avevano reso ancora più interessante.
La coppia era molto gentile ed appassionata di burraco così la sera in albergo si fermavano a giocare con noi.
Un paio di volte avevo incrociato lo sguardo con lui ed un brivido mi era corso lungo la schiena e non solo lì.
Sono sposata e, fino all’episodio che vi racconterò, non ho mai tradito mio marito e non ho nemmeno mai avuto l’idea o la tentazione di farlo. Un matrimonio tranquillo con me un po’ pigra per quello che riguarda il sesso ma, come dice lui, quando mi lascio andare sono un ciclone.
Dopo 5 anni in cui tornavamo per le cure alloggiando sempre allo stesso albergo, mia mamma ormai troppo anziana aveva deciso che il viaggio i fanghi e le altre cure erano troppo pesanti ed anche il medico le aveva suggerito di evitare lo strapazzo.
Arrivai così a 60 anni per la prima volta da sola sempre al solito albergo e il giorno dopo arrivò lui, solo.
Ci salutammo e ci raccontammo a vicenda l’assenza dell’altra persona. Lui durante l’inverno precedente aveva perso la moglie per una improvvisa e grave malattia. Era molto provato, il sorriso che era sempre nei suoi occhi era scomparso lasciando il posto ad una tristezza che lo ammantava continuamente.
Ci facemmo compagnia quell’anno giocando a burraco insieme contro una coppia che era un paio di anni che veniva nello stesso albergo ed i 15 giorni spesi li fra cure e riposo lo avevano un poco rasserenato.
Mentre trascorrevamo il nostro soggiorno lui mi chiese che se volevo un passaggio in auto, suo figlio sarebbe venuto a prenderlo con la macchina e, visto che avevamo un lungo tratto in comune, mi avrebbe portato alla stazione dove avrei dovuto effettuare l’ultimo cambio. Apprezzai molto l’offerta ed un po’ per comodità ed un po’ per non dispiacerlo accettai.
Il mattino dopo verso mezzogiorno arrivò il figlio, pranzammo tutti insieme. Il figlio aveva 35 anni ed era la copia giovane del padre, anche lui però aveva una gran malinconia negli occhi.
Partimmo dopo pranzo ed arrivai a casa allo stesso orario che se fossi partita in mattinata ma ovviamente più comoda e rilassata.
Quando mi lasciarono in stazione li salutai entrambi con un abbraccio ed un bacio sulla guancia, il figlio abbracciandomi mi diede una veloce tastata al sedere tanto che non capii se era voluta o meno, comunque la cosa non mi diede fastidio. Un apprezzamento da un uomo molto più giovane di me seppure non richiesto aveva risvegliato la mia sessualità.
Arrivata a casa abbracciai e baciai mio marito, avevo voglia di scopare, non solo di fare l’amore. Era una domenica e lui andò allo stadio per la partita serale, quando verso le 23 tornò mi feci trovare con calze reggicalze e tacchi alti coperta solo da un kimono.
Quando mi vide sobbalzò, non se lo aspettava, mi venne incontro ma non gli lascia il tempo di proferire verbo, gli misi la lingua in bocca e la mano dentro i pantaloni, il suo uccello che stava sonnecchiando si risvegliò subito ed in breve mi ero inginocchiata e lo avevo in bocca. Dopo poco mi staccò da lui, mi prese per mano e senza parlare mi spinse sul divano. Nel frattempo avevo lasciato cadere il kimono così con passera e tette al vento lui si tuffò sulla mia natura iniziando a leccarmi con piacere reciproco. Quando fummo tutti e due pronti mi misi a pecorina e gli dissi “prendimi e sfondami”. La cosa lo eccitò molto, si mise dietro di me, appoggiò alla mia topina la cappella coperta di umori e saliva, la strofinò all’ingresso ed entrò senza trovare la benchè minima resitenza. Ero fradicia ed ilsuo uccello scivolò velocemente dentro fino in fondo. Mi teneva per i fianchi e mi dava dei colpi secchi che mi procuravano dei sobbalzi alle tette e dei gemiti di piacere. Lui a sua volta mentre mi pompava con foga, ansimava pesantemente e gli scappò un “godi bella procona”. Fu come rompere il vaso di Pandora. Io, in preda ad una foga animale, sibilai “riempimi sono la tua troia”, “che vacca di moglie che ho, ti sventro questa passera fradicia da mignottone”. Ad ogni complimento mi bagnavo di più ed iniziai a godere con un orgasmo lungo ed intenso. Quando ebbi finito in un lampo mi passò per la mente quanto piacere gli e ci eravamo negati per la mia pigrizia, so che gli piaceva sborrarmi sulle tette dicendomi di tutto e così mi sfilai ma in un lampo ero davanti a lui inginocchiata che lo segavo e leccavo quasi con frenesia, sentii crescermi nella bocca il suo cazzo, era prossimo all’orgasmo allora lo liberai e segandolo indirizzai gli schizzi su viso e seno. Eiaculò tantissimo, il primo schizzo mi colpì in fronte e sul naso, il secondo sulla guancia destra ed i successivi tre mi riempirono il seno arrivando fino ai capezzoli. Nel mentre lui uscì con “ti riepio troiona, ti faccio una maschera di sborra”. Quando ebbe finito e stava per rilassarsi, usando il suo uccello acora semiduro, mi spalmai tutto lo sperma sul volto e sul seno quindi lo ripresi in bocca e tirai fuori le ultime goccioline passandomi poi la lingua sulle labbra.
Quando vidi che cominciava a diventare molle e lui si era calmato mi alzi e mi diressi in bagno per una doccia. Prima presi della carta igenica per rimuovere un po’ di sperma e, mentre in piedi stavo iniziando a pulirmi, lui mi raggiunse, si mise dietro di me e baciandomi dolcemene sul collo ed appoggiando il cazzo barzotto e sporco fra le mie natiche, iniziò a massaggiarmi piano piano il seno pulendolo per poi passare al viso. Intanto mi baciava sul collo e mi mordicchiava le orecchie. Il suo uccello iniziò a reagire e pure io che raramente avevo avuto la voglia di una seconda porzione, sentii iniziare a crescere la voglia di cazzo. Eravamo entrambi nudi entrammo nella doccia ed iniziammo ad insaponarci a vicenda ma non arrivammo in fondo. Lui mi sollevò appoggiandomi al muro ed infilò il suo cazzo ancora svettante nella mia figa che non si era asciugata e che anzi ricominciava a buttare umori.
Fu una scopata lunga e dolce, stavolta senza parole forti ma con baci appassionati, cambiammo posizione un paio di volte. Prima con me con le mani appoggiate al muro e lui che mi montava aggrappato al mio seno poi con lui seduto sul seggiolino della ampia cabina doccia ed io calata su di lui. Mi baciava e moridcchiava il seno mentre io guidavo il ritmo. Ci mettemmo parecchio ma il punto migliore fu che arrivammo all’orgasmo insieme urlandocelo a vicenda nelle bocche attaccate in un bacio passionale.

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