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Racconti Erotici EteroTrio

Il primo lavoro

By 26 Ottobre 2025No Comments

Terminata l’università, laureandomi in Economia Aziendale ed assolti gli obblighi militari, trovai lavoro come tirocinante in uno studio di commercialisti che si occupava della contabilità di numerose aziende ed imprese.
I tre soci proprietari dello studio, Francesco L., Giorgio R. e sua moglie Monica, assumevano spesso giovani laureati, come me, sia per avviarli al mondo del lavoro, che per risparmiare su tasse e contributi.
Monica era una cinquantenne abbastanza formosa, dai capelli color mogano, occhi marroni e labbra sempre dipinte di un rosso acceso, una bella quarta di seno ed un culo tondo e che, nonostante l’età, non mostrava segni di cedimento, almeno da quello che si poteva vedere da vestita.
Insomma era ancora una bella donna che, in studio, al suo passaggio attirava gli sguardi di noi giovani.
I soci avevano tutti un ufficio privato, mentre noi praticanti lavoravamo in sette in un open space suddiviso in postazioni da pannelli.
Per la dedizione al lavoro che dimostravo e per la mia preparazione, in poco tempo i soci mi presero a benvolere, in particolar modo Monica.
Veniva spesso alla mia postazione sedendosi accanto a me per controllare il mio lavoro e per darmi consigli.
In quelle occasioni potevo lustrarmi gli occhi su buone porzioni dei sui seni prosperosi che occhieggiavano dalla generosa scollatura della sua camicia, sempre molto aperta, oppure sentire il calore della sua coscia appoggiata alla mia.
A volte per vedere meglio il lavoro sullo schermo del computer, si metteva dietro di me e chinandosi, non si accorgeva, o forse, lo faceva apposta, appoggiava un seno sulla mia spalla, provocandomi un rimescolio nelle mutande.
Erano quattro mesi che lavoravo lì ed un pomeriggio Monica mi chiamò nel suo ufficio.

-“Entra Manuel.” – dice quando mi vede sulla porta – “Accomodati” – e mi indica una sedia.
Mi siedo un po’ dubbioso perché non conosco il motivo per cui mi ha convocato.
-“Manuel,” – inizia – “ti ho chiamato per dirti, anche a nome degli altri due soci, che apprezziamo molto come svolgi il lavoro che ti viene assegnato e la tua disponibilità verso gli altri colleghi”.
-“Grazie” – dico tirando un sospiro di sollievo.
-“Credevi, forse, che volessi rimproverarti?” – continua sorridendo – “No, sei un bravo ragazzo e molto capace”.
-“Grazie ancora”.
Si alza dalla sedia e viene dalla mia parte e si siede sul piano della scrivania; accavalla le gambe e nel movimento mi permette di scorgere il bordo delle autoreggenti e qualcosa di bianco all’inforcatura delle cosce.
-“Ne ho parlato con mio marito Giorgio e ci farebbe piacere conoscerti meglio.”Cosa fai stasera?”
-“Mah finito l’orario avrei una partita di pallavolo con degli amici”.
-“Approfittando del fatto che oggi è venerdì e domani lo studio è chiuso, ci farebbe molto piacere se tu venissi a cena da noi. Sarebbe l’occasione per conoscerci meglio e parlare anche del tuo futuro nello studio”.
-“Sì, farebbe piacere anche a me.”I miei amici possono giocare anche senza di me
-“Bene, allora ti aspettiamo per le nove” – dice porgendomi un foglietto con l’indirizzo.
Come potevo rifiutare l’invito della mia capa.
Finito il lavoro vado a casa, faccio una doccia e mi preparo col vestito migliore che ho e metto anche una cravatta.
Mi faccio prestare l’auto da mio padre e alle nove meno cinque suono al citofono della villa R..
Mi fanno entrare con l’auto, che parcheggio in uno spiazzo ghiaioso davanti ad una costruzione a due piani che dev’essere inizio secolo.
Mi viene ad aprire direttamente Monica e mi fa entrare in un atrio tutto marmi e stucchi.
-“Vieni Manuel, Giorgio è di là in salotto che ci aspetta” – dice precedendomi ed io la seguo ammirando l’ondeggiare del suo culo sui tacchi alti.
Indossa una corta gonna nera con sopra una camicia smanicata blu cobalto abbondantemente scollata sul seno florido, calze scure e scarpe con un plateau di tre centimetri ed un tacco che credo sia quasi quindici.
Quando entriamo in salotto Giorgio si alza per venire a salutarmi, poi mi fa accomodare su una poltrona, mentre Monica si siede su un divano rosso e raccoglie le gambe a fianco a se, mostrando la balza nera delle autoreggenti.
Mentre sorseggiamo un aperitivo. parliamo per un po’ di lavoro, della mia vita, delle mie aspirazioni, poi Monica decide che è ora di metterci a tavola.
-“Basta parlare, andiamo a mangiare, sono affamata” – ci dice ridendo.
-“Abbiamo dato la serata libera alla cameriera, che è anche la nostra cuoca, così saremo più liberi” – continua guardandomi e facendo l’occhiolino – “Lei, però, prima di uscire a preparato tutto per la nostra cena”.
Il pasto si svolge nel migliore dei modi, la cena fredda è squisita, il vino è eccellente e contribuisce ad allentare le formalità, cosicché parliamo e ridiamo come se fossimo vecchi amici.
Finito di mangiare ci alziamo per tornare nel salotto.
-“Scusatemi.” – dice Giorgio – “Io vado nello studio a fumare un sigaro, a Monica da fastidio l’odore”.
In salotto Monica mi offre un brandy e si siede sul divano accanto a me.
-“Sai Manuel,” – comincia a dire – “io e Giorgio siamo, come dire, una coppia aperta, non dei veri e propri scambisti, ma amiamo prenderci ognuno le proprie libertà. Per farla breve, ci sentiamo liberi di fare l’esperienze sessuali che più ci aggradano”.
Rimango stupefatto a questo suo discorso e non oso rispondere.
-“Ad esempio,” – continua – “io adoro scopare con uomini diversi, meglio se giovani come te, a lui piace guardarmi mentre lo faccio ed a volte partecipare”.
Sono completamente basito da questa rivelazione.
-“La cosa ti scandalizza?” – mi chiede.
-“No… No…” – balbetto – “Credo che ognuno è libero di fare le cose che vuole, purché ci sia l’accordo”.
-“Bravo è proprio così che la pensiamo”.
-“Io, ad esempio,” – continua – “questa sera ti ho invitato perché ho voglia di scopare con te da diverso tempo. Ti andrebbe di fare sesso con me?”
Mentre mi dice queste cose sbottona la camicia mostrandomi i seni che, stretti in un push-up, sembrano voler esplodere.
-“Ti piacciono i miei seni?” – mi chiede sollevandoli con le mani, come offrendomeli.
-“Sì.. Sì… Sono molto belli” – balbetto confuso.
-“Vuoi vederli al naturale? – chiede e senza attendere la mia risposta si alza e toglie la camicia, porta le mani dietro la schiena e sgancia il reggiseno, lasciando liberi i seni opulenti, che cedono solo un poco alla gravità.
Rimango incantato a fissare quei globi gonfi con i capezzoli marroni, duri come sassolini.
-“Adesso ti faccio vedere un’altra cosa” – dice, e girandosi di spalle apre la gonna e la lascia scivolare a terra, restando solo con le calze. le scarpe ed un piccolo perizoma, che entrando nel solco delle natiche le separa, evidenziandole in modo seducente.
Si gira mostrandomi, così, il pube appena velato dal tessuto del perizoma ed ornato da una leggera peluria che s’intravede in trasparenza; mette le mani sui fianchi e si mostra in tutta la sua bellezza matura e prosperosa.
-“Pensi che potrebbe piacerti una donna come me?” – chiede assumendo una posa seducente.
Non rispondo, ho la gola secca come se non bevessi da giorni e non riesco ad articolare le parole, ma un’altra parte del mio corpo risponde per me inturgidendosi nelle mutande.
Lei con fare sinuoso, si avvicina e si mette alle mie spalle; appoggia le mani su di esse e inizia a massaggiarmi spalle e collo, provocandomi dei brividi che si propagano in tutto il corpo.
Mi prende i capelli e mi fa reclinare il capo all’indietro, appoggia le labbra alle mie, le lecca, poi, la sua lingua le forza entrando e iniziando a mulinare all’interno.
D’istinto reagisco al suo bacio passionale e la mia eccitazione cresce a dismisura.
Mentre continuiamo a baciarci, lei allunga la mano sul mio petto e in una lenta carezza scende fino all’inguine stringendola attorno alla mia erezione dura come il legno.
-.”Mmuuhh sento che la cosa non ti dispiace” – mi mormora sulle labbra.
La sua mano armeggia con la zip dei pantaloni abbassandola, s’infila dentro le mutande ed avvolge il mio membro.
Con un gesto esperto lo fa scivolare fuori ed inizia a carezzarlo.
-“Uuaaoo, sei proprio ben messo!!!” – esclama vedendolo ergersi in tutta la sua potenza.
Gira intorno al divano e s’inginocchia davanti a me: mi prende il cazzo con la mano e dopo averlo ben guardato gli da un bacio sulla punta, poi con fare deciso se lo affonda in bocca iniziando un frenetico pompino fatto di risucchi ed ingoi.
Non so quanto potrò resistere alla sua foga, sento il piacere montarmi alla testa e la sborra salire dai coglioni.
Lei da esperta che è, si accorge che sono quasi arrivato al limite, allora se lo toglie dalla bocca e lo avvolge con le sue capaci mammelle.
-“Vieni, non ti trattenere.” – mi dice guardandomi negli occhi e continuando nella spagnola – “Vieni, annaffiami di sperma. Non ti preoccupare dopo continuiamo”.
A quelle parole non resisto, mi lascio andare ed un primo getto potente di sborra scaturisce colpendola in pieno mento, subito seguito da altri che si spiaccicano sul suo viso e colano sui seni.
Quando finisco di godere lei continua a segarmi con dolcezza ed intanto mi ripulisce per bene l’uccello con la lingua.
-“Ne avevi proprio tanta. Da quant’è che non scopavi?” – mi chiede.
Non rispondo, non oso dire che sono mesi che vado avanti a seghe, a volte pensando proprio a lei.
-“Ah, vedo che avete già cominciato” – fa Giorgio entrando in quel momento.
-“Sì caro, ho iniziato a svuotare un po’ il nostro bel Manuel, così, dopo, durerà di più” – risponde lei sorridendo e pulendosi il viso e le tette con dei fazzolettini.
-”Allora mettiamoci più comodi” – dice avvicinandosi e prendendoci per mano ci fa alzare.
-“Andiamo” – e noi lo seguiamo, Monica nuda, a parte le calze e le scarpe, io vestito, ma con il membro barzotto fuori dai pantaloni.
Saliamo una scalinata ed al secondo piano, lui apre una porta e ci fa cenno di entrare.
La stanza è tappezzata di specchi, anche sul soffitto, al centro un grande letto rotondo, la luce è soffusa e rende l’atmosfera intima.
-“Ecco Manuel, qui è dove ci divertiamo con i nostri ospiti.” – dice Giorgio dietro di me – “Spogliati” – ed inizia a togliersi gl’indumenti.
Intanto Monica, toltasi il perizoma, si è sdraiata languidamente sul letto.
-“Dai vieni anche tu” – mi incita Giorgio il quale, ormai, nudo raggiunge la moglie sul letto.
Sono rimasto imbambolato, in piedi con il membro penzolante fuori dai pantaloni, indeciso; non mi aspettavo che la coppia dei miei capi fosse così disinibita e, perché no, porca!!!
-“Vieni caro,” – dice Monica invitandomi con il dito – “non temere, ti faremo passare una notte indimenticabile, come mai nella tua vita”.
Rompo gl’indugi e prendo a spogliarmi, intanto, Giorgio si è sdraiato sopra la moglie ed ha iniziato a leccarle la passera e lei ha preso in bocca il suo uccello, in un eccitante 69.
A quella vista il mio membro riprende vita e si solleva indurendosi.
Quando sono nudo mi avvicino al letto, indeciso non so che fare, ma è Giorgio a darmi l’imbeccata.
-“Guarda com’è bagnata ed aperta.” – dice staccando la bocca dalle labbra dalla figa – “Dai prendila, mettiglielo dentro, non aspetta altro”.
Salgo sul grande letto ed, in ginocchio, mi metto dietro il culo di Monica, la quale lo agita invitante.
È Giorgio che con la mano me lo prende e lo appoggia all’apertura della figa della moglie.
-“Vai, mettiglielo dentro e scopala, falla godere” – mi incita.
Appoggio le mani sui fianchi della donna e do una spinta; penetro completamente nel suo ventre caldo, senza nessuna resistenza tant’è bagnata.
Tenendola per i fianchi carnosi prendo a scoparla, prima lentamente, poi, accelerando il ritmo, mentre da sotto Giorgio a ripreso a leccarle il clitoride, senza risparmiare qualche leccata alle mie palle.
-“Aahhh… Cosììì… Ci sai fareee… Scopami per beneee… Fammi godereee…” – urla Monica staccando le labbra dal pene del marito.
Incitato ed eccitato dalle sue parole, prendo a martellarle la figa con affondi poderosi che la scuotono tutta.
Nello specchio che ho davanti vedo il volto di Monica che ingoia il pene di suo marito fino alla radice e l’immagine contribuisce ad aumentare la mia eccitazione.
Sotto i miei assalti e le carezze linguali di Giorgio, non tarda a raggiungere l’apice del piacere.
-“Sììì… Che bellooo… Oraaa… Sto godendooo… Godooo…” – urla iniziando a tremare ed a scuotersi ed il suo volto riflette l’enorme piacere che prova.
Anch’io sono al limite e proprio quando sto per godere, lei, in preda al parossismo dell’orgasmo, si stacca da me gettandosi in avanti e sdraiandosi sulle gambe del marito.
Il mio uccello, rimasto libero in aria, inizia ad eruttare getti di sperma che finiscono sul viso di Giorgio.
Quando gli zampilli finiscono, guardo, preoccupato, il viso di Giorgio imbrattato dalla mia crema; ma lui sembra non curarsene, anzi, ne raccoglie un bel po’ con una mano e, allargate le natiche della moglie, gliela spalma sul buchetto posteriore.
Poi fa rotolare di fianco il corpo, ormai, rilassato di Monica e si piazza tra le sue gambe spalancate.
Vedo il suo membro trovare la strada, immergersi deciso nella vagina abbondantemente lubrificata ed iniziare a scoparla con forza.
-“Ooohhh…” – geme la donna sorpresa da quell’improvvisa penetrazione.
Dopo un bel po’ di affondi lui la prende per i fianchi e si gira mettendosela sopra e continuando a scoparla da sotto.
Allunga una mano dietro ed inizia a carezzarle il forellino, infilandolo a volte con il dito; il buchetto, dilatato e lubrificato dal mio sperma, non oppone nessuna resistenza.
Intanto Monica, presa nel vortice del godimento, ha ricominciato a gemere ed a gustarsi la scopata col marito.
A quella vista il mio cazzo comincia a riprendere vigore ed io inizio a menarmelo gustandomi la scena eccitantissima.
-“Vieni.” – mi fa Giorgio guardandomi ed allargando le natiche della moglie – “Mettiglielo dentro, di dietro. Lei adora farsi prendere in doppia”.
Mi avvicino, indeciso a quelle natiche sontuose, che sobbalzano sotto i colpi di Giorgio; per me sarebbe la prima volta che farei del sesso anale ed ho un po’ di reticenza.
-“Non ti preoccupare è sana. Facciamo i controlli ogni sei mesi” – mi dice lui per rassicurarmi.
Avvicino il glande al pertugio, che vedo palpitare e ben dilatato, e Giorgio ferma i suoi movimenti per permettermi la penetrazione.
Provo a spingere e, come risucchiato, il cazzo scivola dentro per metà.
-“Aaahhh…” – geme Monica.
Timoroso di averle fatto male mi fermo.
-“Non ti fermare.” – mi dice lei con voce roca – “Mettilo tutto dentro”.
Do un’altra spinta e m’immergo completamente in lei fino a toccare con il pube le sue natiche.
L’abbraccio delle sue carni morbide e calde ed il contatto con il membro di Giorgio, anche lui completamente dentro la figa della moglie, attraverso il sottile lembo che divide i due orifizi, mi eccitano a tal punto che devo fare uno sforzo per non venire subito.
Sento che il membro di Giorgio inizia a muoversi ed riprende a scoparla, allora mi aggiungo anch’io a quella mia prima esperienza nel culo di una donna.
In breve troviamo il sincronismo nei nostri movimenti, io dentro e lui fuori e viceversa, e la cosa manda in estasi Monica che inizia ad agitarsi tra di noi ed a rantolare di piacere.
-“Oh sììì… Come vi sentooo… Come mi riempiteee… Non vi fermateee…”.
Non ci vuole molto e la signora parte per un altro orgasmo stratosferico.
-“Sììì… Sto venendooo… Godooo…” – urla inarcando la schiena all’indietro.
Approfitto della posizione e, da dietro, le afferro le tette a piene mani mentre continuo a penetrarla.
-“Uuhhggg… Anch’ioooo…” – grugnisce Giorgio da sotto e sento il suo membro affondare completamente nella vagina e fermarsi sussultando in quella posizione.
Forse perché avevo già goduto precedentemente o perché voglio gustarmi fino in fondo questa nuova esperienza, non vengo subito e continuo ad inculare con foga Monica.
-“Mamma mia che stallone sei” – grida Monica – “Continua non ti fermare. Fammi godere ancora, fammi godere col culooo…”
Percepisco che il cazzo di Giorgio, ormai soddisfatto, è scivolato fuori da lei, perché riesco ad affondare in lei con più facilità; Monica, intanto, a preso a stringere ed allentare lo sfintere, quasi volesse farmi una sega con quel muscoletto.
La signora, comunque, ci sa fare ed in breve quel massaggio mi porta al vertice del piacere.
-“Sììì… Oraaa… Vengooo… Ti vengo dentrooo… Nel culooo…” – grido mentre il piacere mi assale ed aggrappato ai suoi morbidi fianchi, inizio a schizzare in quell’antro bollente.
-“Sììì… Vieniii… Riempimiii… Fammi un bel clistere di sborraaa…” – urla di rimando lei.
Quando non ho più niente da emettere, mi appoggio alla sua schiena esausto ed insieme ci accasciamo sul corpo di Giorgio.
-“Vado a darmi una ripulita” – fa Monica dopo un po’ sfilandosi da me – “Voi intanto riposatevi” – e si alza per andare in bagno.
-“Ti è piaciuto?” – mi domanda Giorgio.
-“È stato magnifico.” – rispondo – “Non avevo mai goduto tanto intensamente; Monica è una donna fantastica”.
Quando torna, io sono già mezzo appisolato, sopraffatto dalla stanchezza.
Lei abbassa la luce della stanza fino ad un leggero chiarore e si sdraia nuda tra noi due.

Ma le cose non finirono lì.
Durante la notte venni svegliato da qualcosa di caldo che mi avvolgeva il membro.
Socchiusi gli occhi e, nella penombra, vidi Monica che, china su di me, teneva il membro con una mano e lo stava succhiando.

Nonostante la stanchezza il mio cazzo reagisce alla sua opera ed in breve ridiviene duro.
Quando lei ritiene che abbia la giusta consistenza, si solleva, mi scavalca con una gamba, con la mano lo dirige all’ingresso della vulva e, calandosi, lo ingoia completamente, mi appoggia le mani sul petto e prende a cavalcarmi.
Mi scopa così, lentamente, cavalcandomi come un’amazzone ben allenata, senza parlare, emettendo solo dei gemiti sommessi, mentre il marito continua a dormire accanto a noi russando leggermente.
Quando arriviamo insieme all’orgasmo, mi mette una mano sulla bocca per non farmi urlare, mentre lei gode con un basso mugolio.
Placato l’orgasmo si ridistende tra noi e ci addormentiamo.

Da quella note divenni un ospite quasi fisso, nei weekend nella villa degli R..
Loro ogni volta inventavano nuovi giochi o nuove situazioni, ma sempre molto eccitanti.
Una volta invitarono anche un’amica di Monica, una mora bellissima, ad unirsi ai nostri incontri; inutile dire che finì in un’ammucchiata generale.
In ufficio cercammo di mantenere i soliti atteggiamenti, loro i capi ed io il dipendente, anche se Monica non perdeva occasione per baciarmi o darmi una strizzatina al membro, quando nessuno poteva vederci.
Questa strana relazione tra noi andò avanti qualche mese, poi, un giorno Giorgio mi chiamò nel suo ufficio.

-Manuel,” – mi dice da dietro la scrivania, guardandomi seriamente – “dobbiamo smettere d’incontrarci”.
Lo guardo interrogativamente senza proferire parola.
-“Credo che Monica si stia invaghendo di te ed io questo non posso permetterlo.” – continua – “Finora abbiamo sempre giocato assieme ed in completa armonia, senza coinvolgimenti sentimentali, ma, ora, mi ha confessato che si sente sempre più attratta da te ed io sono molto preoccupato. Non voglio perderla”.
-“Va bene.” – cerco di rispondere – “Mettiamo un punto finale a tutto. È stato, almeno per me, un periodo bellissimo, ma non voglio certamente rovinare la vostra unione”.
-“Non basta.” – riprende lui – “Il continuare a vederti qui, in studio, senza poterti più avere, non farebbe che accrescere la voglia ed il desiderio in lei. Sono costretto, a malincuore, a mandarti via dallo studio”.
Lo guardo con un’espressione stupita e afflitta al contempo.
-“Non preoccuparti, non ti getterò in mezzo ad una strada.” – continua – “Ho già preso accordi con un’altro studio commerciale nostro associato, a cui ho elogiato le tue capacità, ti assumeranno loro e non come tirocinante, ma con un contratto a tempo pieno”.
-“Cosa posso dire, grazie, anche se qui da voi mi trovavo molto bene nel lavoro”.
-“Lo so, ma non vedo altra soluzione, lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.

Fu così che si concluse questa pagina della mia vita, per aprirne un’altra.

Cari lettori, m’interessano i vostri pareri, commenti e suggerimenti, scrivetemi pure a manuelferrero751@gmail.com

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