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Una piacevole sorpresa

By 11 Novembre 2025No Comments

I commercialisti ai quali Giorgio mi aveva raccomandato (leggi Il primo lavoro) avevano lo studio in un quartiere periferico della città, vicino ad una zona industriale.
Certo gli uffici non erano all’altezza dello studio dove avevo lavorato prima, ma mi accorsi ben presto che il lavoro non mancava; infatti, lo studio, essendo l’unico in quella parte della città, aveva come clienti quasi tutte le imprese circostanti e buona parte dei commercianti del quartiere, inoltre, visto che alcune delle imprese esportavano all’estero, aveva frequenti contatti fuori dell’Italia.
Per recarmi al lavoro, ogni giorno ero costretto a sorbirmi più di un’ora di mezzi pubblici da casa dei miei genitori all’ufficio.
Visto che lo stipendio che prendevo mi avrebbe consentito di affittarmi un appartamentino per conto mio, mi misi alla ricerca di qualcosa di buono nella zona.
Grazie anche alle conoscenze dei due proprietari dello studio, Andrea L. e Giacomo P., non tardai a trovare un appartamento che mi soddisfaceva.
Era al terzo piano di un moderno palazzo di sei, con due belle camere, un cucinotto, un bel bagno ed uno spazioso balcone, in più aveva anche un posto macchina nella corte, per quando un giorno ne avessi comprata una; ma cosa più importante era a dieci minuti a piedi dall’ufficio.
Non potendo più, a causa dell’impegno sul lavoro, partecipare agli incontri di pallavolo con i miei amici, per mantenere un po’ di forma fisica, presi a frequentare, durante i weekend e quando avevo del tempo libero, una palestra in zona.
In palestra vidi più volte una ragazza che sapevo abitava nel mio stesso palazzo, in quanto mi era capitato d’incontrarla in ascensore o davanti al portone.
Giada, così si chiamava, era una ragazza molto bella, una folta cascata di capelli biondo scuro e degli occhi blu cobalto che s’illuminavano quando sorrideva, alta quasi quanto me, che sono 1,80, con dei seni, non molto grandi, che premevano in modo eccitante nelle tutine che indossava in palestra, lunghe gambe affusolate che terminavano nei piedi, un po’ grandi, ma proporzionati alla sua altezza.
Ma il suo punto forte era li lato B; un culetto che era una favola, due mezze lune perfette e sode che a vederle, strette nei pantaloni elasticizzati da ginnastica, veniva voglia di morderle.
Aveva solo un piccolo difetto, la sua voce era bassa e un po’ roca.
Approfittando del fatto che abitavamo vicini, attaccai discorso con lei ed in breve la nostra conoscenza divenne amicizia e quando i nostri orari combaciavano, andavamo in palestra assieme.
Una sera mentre tornavamo verso casa mi fece una proposta.

-“Cosa fai stasera Manuel? Hai impegni?” – mi chiede.
-“No, veramente pensavo di guardare un film e poi andare a dormire” – rispondo.
-“Ti piace la cucina cinese?”
-“Sì, quando ero all’università andavo spesso, con i miei compagni, a mangiare in un ristorante cinese non lontano dalla Casa dello Studente”.
-“Bene, allora, t’invito a cena. Conosco un ristorante dove i proprietari sono veri cinesi e il marito faceva il cuoco prima di emigrare in Italia, Il cibo è delizioso”.
-“Grazie, accetto volentieri”.
-“Ok, ci vediamo al portone alle otto e mezza”.
Faccio velocemente una doccia ed indossati un paio di jeans ed una tshirt, mi faccio trovare puntuale all’appuntamento.
Devo attendere una decina di minuti, poi lei fa la sua apparizione.
Approfittando della calda serata primaverile, ha indossato una corta gonnellina a fiori, che mette in risalto le sue lunghe gambe, ed una camicia leggera abbondantemente aperta sul davanti, che lascia liberi allo sguardo il solco tra i seni e la loro parte superiore, ai piedi dei saldali di corda molto alti.
È molto bella!!!
Non avendo io l’auto prendiamo la sua per andare al ristorante.
Ci sediamo vicini e dato che il tavolino e le sedute sono basse, stile cinese, la sua gonnellina risale lasciando scoperte le sue magnifiche cosce, che posso ammirare in tutto il loro splendore.
La cena si svolge in un clima allegro; ci raccontiamo episodi della nostra vita, facciamo battute, ridiamo assieme ed assieme leggiamo i bigliettini dei biscotti della fortuna.
La sua vicinanza, il calore del suo corpo accanto al mio, la vista delle sue cosce nude e dei suoi seni liberi che occhieggiano dalla scollatura quando lei si china, mi fanno rimescolare il sangue e, nonostante, il clima disteso sono in erezione per quasi tutto il pasto.
Quando arriva il momento di pagare vorrei dividere il conto, ma lei rifiuta decisa.
-“Sono io che ti ho invitato.” – dice estraendo la carta di credito – “Ci sarà un’altra volta”.
Al rientro, parcheggiata l’auto, ci dirigiamo, mano nella mano, al portone.
-“Vuoi salire da me per un po’? Non ho sonno e mi farebbe piacere parlare ancora un po’ con te” – dice fermandosi sulla soglia.
-“Certo, fa piacere anche a me” – rispondo subito.
Il suo invito mi fa toccare il cielo con un dito; era proprio quello che speravo succedesse.
In ascensore il suo profumo, che mi ha inebriato per tutta la serata, riempie la cabina stordendomi.

Giada abitava in un bellissimo appartamento, arredato elegantemente e con gusto, all’attico del palazzo; entrando mi fece strada fino al salone ed io la seguii ammirando l’ondeggiare del suo culo sotto la gonnellina.
Mi fece accomodare sul divano, poi toltasi i sandali si sedette accanto a me accavallando le gambe.

-“Ah che bella serata.” – fa sospirando di piacere ed appoggiando la testa sulla mia spalla – “Sono stata proprio bene. Mi piace stare e parlare con te” – e girando la testa mi guarda con occhi scintillanti.
Lo prendo come un invito ed appoggio le labbra alle sue, lei le schiude e le nostre lingue prendono a mulinare assieme.
È un bacio profondo, un vero bacio da innamorati; continuiamo a baciarci per un po’sempre più voluttuosamente, mentre le mie mani accarezzano il suo seno sodo e con piccoli capezzoli.
Lei mi lascia fare mugolando di piacere, allora scendo ad accarezzarle la coscia nuda, ma quando cerco di risalire verso l’inguine, mi blocca con la mano.
-“No, non stasera.” – mi sussurra sulle labbra staccandosi da me – Non voglio rovinare tutto”.
La sua frase sibillina mi lascia perplesso, ma non voglio contrariarla, quindi mi fermo, anche se il desiderio di possederla ha invaso il mio corpo e la mente.
-“Vai ora, voglio andare a dormire” – dice alzandosi.
Senza parlare mi alzo e la seguo alla porta.
-“Buonanotte” – dice dandomi un bacio sulla guancia e richiude.
Frastornato e disorientato dal suo comportamento, scendo al mio appartamento.

Inutile dire che quella notte mi fu difficile prendere sonno e ci arrivai solo dopo essermi masturbato pensando a lei.
Continuammo ad incontrarci in palestra, ma non ci furono più momenti intimi tra noi.
Poi una sera l’incontrai sul portone.

-“Domani è sabato.” – le dico – “Hai impegni la sera?”
-“No, al momento no. Perché?”
-“Perché questa volta tocca a me invitarti a cena ed in un ristorante di classe”.
-“Ah, sei in grana?” – ride.
-“Sì, ho preso lo stipendio ed in più c’era una gratifica per un contratto ben fatto” – rispondo ridendo anch’io.
-“Daccordo allora, a domani, solita ora, vieni a prendermi a casa”.
-“Benissimo signorina, a domani e mettiti in tiro”.
Mi fa una linguaccia ed entra nel portone.
L’indomani sera suono alla sua porta.
Dopo una manciata di secondi lei apre ed io resto basito.
Indossa un semplice tubino grigio; semplice per modo di dire perché è tempestato di strass, le arriva si e no a metà coscia e sopra è scollato a mostrare la parte superiore dei seni.
-“Aspettami un attimo, devo mettere solo le scarpe” – dice girandosi.
Il dietro, oltre a lasciarle una buona parte di schiena scoperta, arriva a coprirle a malapena il culo.
È semplicemente stupenda!!!
-“Andiamo?” – fa chiudendo la porta e prendendomi sotto braccio.
-“Sei… Sei bellissima” – riesco a balbettare.
-“Oh, grazie mio cavaliere” – ribatte ridendo.
-“Stasera non prendiamo l’auto, ho chiamato un taxi, così anche se beviamo un bicchiere di più non dobbiamo preoccuparci”.
-“Hai intenzione di farmi ubriacare per approfittare di me?” – chiede.
-“In effetti la mia idea è proprio questa” – rispondo con un sogghigno.
-“Ah ed io che credevo di uscire con un bravo ragazzo!”
-“E dai, sto scherzando, non ti toccherei mai senza che tu lo voglia”.
-“Uh uh” – mugugna.
Quando arriva il taxi le apro la portiera per farla salire e lei si accomoda mostrando le cosce fino all’inguine.
-“Fai il gentiluomo per farti perdonare?” – chiede quando siamo dentro.
Non rispondo e lei si avvicina a me facendomi sentire il calore del suo corpo e strusciando la coscia contro la mia.
Al ristorante, mentre seguiamo il maitre che ci conduce al tavolo, non posso non notare gli sguardi degli uomini e anche delle donne, che la seguono attratti dalla sua bellezza.
La cena, come al solito con lei, si svolge molto piacevolmente, e nonostante le sue proteste ordino una seconda bottiglia di vino che beviamo allegramente.
Quando saliamo nel taxi per il ritorno, lei appoggia la testa sulla mia spalla e mette una gamba sulla mia.
-“Mi hai fatto bere troppo, mi sento stordita” – mi fa con la sua voce roca.
Durante il tragitto si appisola un po’ e quando arriviamo l’aiuto a scendere dall’auto e la sostengo mentre camminiamo verso l’ingresso.
Appena chiudo il portone si gira, mi spinge contro la parete ed incolla la sua bocca alla mia.
Le nostre lingue sembrano due serpenti che danzano per come si intrecciano, si leccano e si succhiano.
-“Sali da me.” – mi sussurra sulle labbra staccandosi appena – Stasera ho voglia di te”.
In ascensore continuiamo a baciarci voracemente ed appena entrati lei mi prende per mano e mi trascina nella sua camera da letto.
Appena entrati in camera, si gira e si riattacca alle mie labbra infilandomi la lingua dentro; sento il mio membro che reclama la libertà, perché non riesce più a star chiuso all’interno dei pantaloni, da quanto è diventato grosso e duro.
Senza smettere di baciarmi inizia spogliarmi in maniera quasi frenetica; via la giacca, la camicia, poi si china e giù anche i pantaloni, insieme ai boxer; vedo la sua faccia compiaciuta quando si trova davanti agli occhi la mia verga turgida.
-“Uuaaoo, avevo intuito bene! Hai proprio un bel cazzone! È proprio quello di cui ho bisogno questa sera. Ti farò impazzire!”
Sento il suo alito caldo che mi sfiora il ventre, poi la sua lingua che va a giocare con il membro, facendola scorrere lungo l’asta.
Con una mano mi accarezza le palle, quasi a volerle soppesare e mugola di piacere quando ne prende una in bocca, mentre accarezza l’altra.
Sono ad un livello di eccitazione pazzesca; ho voglia di godermi questa femmina fino in fondo, così la faccio sollevare e comincio a far scendere il vestito partendo dall’alto, fino a farlo arrivare sui fianchi.
Abbassandomi seguendo il vestito, mi trovo le sue tette da infarto davanti al viso, a vederle da vicino si nota che sono state ritoccate, ma sono lo stesso bellissime, scendo ancora più giù, lungo il ventre liscio e piatto, e gioco un po’ con l’ombelico, infilandoci la lingua; poi, continuando ad abbassare il vestito lungo le gambe, mi trovo davanti al viso qualcosa di voluminoso scarsamente contenuto in un piccolo perizoma bianco, di pizzo.
Resto immobile, sconvolto dal fatto di trovarmi davanti alla faccia il membro semiduro di una trans!!!
-“Ma… e questo cos’è? Tu… Tu sei… insomma non sei… oh cazzo! Questa proprio non me l’aspettavo!!!”
Resto talmente sbalordito che mi blocco e non riesco ad aggiungere altro.
Lei abbassa vestito e mutandine restando completamente nuda o nudo, poi si inginocchia accanto a me e mi guarda dritto negli occhi.
-“Tranquillo, va tutto bene. Sicché, non lo avevi capito?“
Rimango stupito a guardarla, poi scuoto il capo In senso negativo.
-“No, ammetto di non aver proprio preso in nessuna considerazione questa eventualità. Sono rimasto davvero sorpreso e…” – non riesco a finire la frase.
Ci alziamo entrambi in piedi e ci guardiamo in faccia, poi lei fa un profondo respiro.
-“Ho capito! Non ti preoccupare, non fa niente, va tutto bene. Tranquillo ci sono abituata; allora… te ne vuoi andare?”
La guardo e non le rispondo; un turbine di pensieri confusi si accavallano nella mia mente, non so che fare.
Vedendo la mia indecisione, gentilmente mi spinge verso il letto e mi fa sdraiare di schiena, poi, continua a togliermi i vestiti che erano rimasti ammucchiati ai miei piedi.
Si sdraia accanto a me, sorride, avvicina la sua bocca alla mia e mi bacia dolcemente, mentre sento il suo membro semiduro che struscia contro il mio fianco.
È una sensazione strana, sentire un membro che preme contro il mio corpo e allo stesso tempo stranamente eccitante; non mi era mai capitato prima!!!
-“Non sei obbligato a far nulla,” – mi sussurra a fior di labbra – “ ma, se vuoi vivere appieno questa esperienza, per una sera dimentica tutte le tue vecchie convinzioni e lasciati andare al piacere, assaporalo, se ti va, con me, oppure, semplicemente, lasciati andare e lascia fare a me”.
La vicinanza del suo corpo nudo e caldo, la stranezza della situazione, hanno su di me un effetto eccitante ed il mio membro, che si era un po’ afflosciato, torna ad indurirsi.
-“Ah, vedo che la cosa inizia a piacerti!!!” – mi fa guardandolo sorridendo.
Poi, lentamente, scivola sul mio corpo dandomi dei piccoli baci ed arriva al ventre.
Mi prende il pene con la mano ed inizia a menarlo delicatamente, quando lo sente bello duro, lo avvicina alle labbra e se lo infila dentro.
Inizia un pompino da maestra, ci sa proprio fare!!!
Usa solo le labbra e la lingua, le mani le ha appoggiate sui miei fianchi, con un movimento su e giù e da come lo succhia, sembra voglia aspirarmi anche l’anima.
Non resisto molto, sento il piacere salirmi dai lombi ed arrivare alla testa; il mio ventre inizia a sussultare, affondando il cazzo fino in fondo alla sua gola.
Lo sperma risale dalle palle ed esplode in quell’antro caldo e lei non ne lascia uscire neanche una goccia, ingoiandolo tutto.
Quando, lentamente, il piacere diminuisce, Giada continua a leccarmi ripulendo completamente il membro che va afflosciandomi.
-“Ti è piaciuto?” – mi chiede guardandomi dal basso.
Non rispondo, mi alzo dal letto, raccolgo i miei vestiti e, goffamente, cerco di rimetterli, poi, ancora scalzo, mi avvio alla porta della stanza.
-“Buonanotte” – dice alle mie spalle.

Nei giorni che seguirono non ci furono occasioni di rincontrarci, neanche in palestra e fu meglio così, almeno per me.
Nella mia testa i pensieri si affollavano, non riuscivo a dimenticare quella splendida donna, con quell’appendice, estranea su un corpo come il suo, ed il magnifico pompino che mi aveva fatto.
Passarono i giorni, poi, fui io a rompere il silenzio ed a chiamarla.

-“Ciao, come stai?” – le chiesi banalmente.
-“Io bene e tu?” – mi risponde con la sua voce roca e con una punta d’ironia.
-“Sai ho molto riflettuto, dobbiamo rivederci… voglio rivederti”.
-“Quando vuoi” – dice decisa.
-“Per me anche subito”.
-“Va bene. Stasera vieni su da me, preparo io qualcosa da mangiare”.
Rientrato dall’ufficio, faccio una doccia e poi, presa una bottiglia di vino, impaziente, salgo al suo appartamento.
-“Ciao, entra” – fa quando apre la porta e mi saluta con un bacio leggero sulla guancia.
-“Ciao” – dico entrando e porgendole la bottiglia.
-“No, stasera niente vino.” – dice decisa appoggiandola su una mensola in cucina – “Dobbiamo tenere la mente lucida se vogliamo parlare seriamente; al massimo ti posso concedere una birra”.
Stasera niente vestiti sexy, visto il caldo che fa, indossa una leggera vestaglia bianca ed è a piedi nudi.
-“Prima di parlare, però, mangiamo, sono affamata” – dice sedendosi a tavola.
A preparato una cena leggera che mangiamo con gusto, quasi senza parlare.
Dopo cena ci sediamo sul divano nella sala; il mio sguardo è subito attratto dai suoi seni che s’intravedono nella scollatura della vestaglia e dalle lunghe gambe che escono da sotto.
-“Prima che tu cominci ti racconto qualcosa di me, della mia vita” – inizia notando compiaciuta il mio sguardo su di lei.
-“Intanto il mio vero nome è Gualtiero, Giada è, possiamo dire, il mio nome d’arte e sono una escort per uomini facoltosi che vogliono provare l’esperienza di uscire e, poi, fare sesso con una trans”.
Rimango sbalordito a questa sua rivelazione; ora mi spiego perché era sempre stata molto vaga su quel che faceva come lavoro ed, anche, come si poteva permettere l’affitto di un attico elegante.
-“Fin da bambino,” – continua – “mi sentivo più attratta dalle cose femminili che da quelle dei maschi. Le mie amicizie erano per lo più bambine, con le quali giocavo con le loro bambole, poi, con la pubertà le cose accelerarono ed i miei tratti somatici presero sempre più l’aspetto femmineo” – si ferma un attimo per bere un sorso d’acqua, mentre io l’ascolto senza parlare.
-“A quindici anni ero già alta come adesso ed il mio corpo era come lo vedi ora, a parte i seni. I miei compagni di scuola maschi, da una parte mi deridevano, dall’altra mi cercavano perché volevano fare sesso con me, mentre le femmine mi evitavano come se fossi un’appestata. Furono anni molto difficili da superare, anche in famiglia”.
-“Poi,” – continua – “a diciotto anni incontrai, in un cinema, un uomo sulla quarantina che mi offrì dei soldi per farsi fare un pompino. Non ci pensai su molto ed accettai, ero già abbastanza esperta per averne fatti diversi e gratis ai miei compagni di scuola. Dopo la prestazione, l’uomo, che poi seppi si chiamava Alfonso, mi disse che se volevo, lui poteva farmi conoscere altre persone, che dietro compenso, avrebbero gradito le mie attenzioni”.
Dopo un’altro sorso d’acqua, continua col suo racconto.
-“Iniziò così la mia carriera di puttana; le persone con cui andavo erano sempre molto generose e soddisfatte delle mie prestazioni ed in poco tempo avevo messo da parte un bel gruzzoletto. La prima cosa che feci con i soldi fu di farmi fare il seno e qualche ritocchino al viso, come le labbra, da un famoso chirurgo plastico, poi, mi feci una depilazione radicale della poca peluria che avevo sul viso e sul corpo, un po’ di estetica e la trasformazione in Giada era fatta”.
-“Decisi di sfruttare questa mia caratteristica; affittai un appartamentino in una zona lontano da casa mia, e lì ricevevo i miei clienti che, con il passaparola, divennero sempre più numerosi. Decisi, allora, di fare un cambiamento, da puttana passai a fare la escort per persone facoltose e che selezionavo accuratamente in base alla loro attività e patrimonio. Ed eccomi qui, Giada, una delle escort trans più cara e più richiesta della città”.
-“Ma non hai mai avuto problemi con la legge?” – mi decido a chiedere rompendo il silenzio.
-“No, fra i miei clienti ci sono alcuni alti funzionari delle forze dell’ordine che mi evitano qualsiasi problema”.
-“Bene, ora sai tutto di me. Cosa vuoi fare? Continuiamo ad essere amici o vuoi che la cosa finisca qui?” – mi chiede.
-“Durante questi giorni ho avuto modo di riflettere molto su noi due e su quello che è accaduto e sì, vorrei continuare ad essere tuo amico, anche se è difficile essere solo amico con una donna bella come te”.
-“Allora ti piaccio” – dice avvicinandosi sorridendo e sporgendo il busto per mostrare meglio i seni.
-“Sì, molto anche ora che so chi realmente sei”.
-“Allora lasciati andare e accetta il nostro rapporto come una nuova esperienza della vita” – fa carezzandomi il viso e girandolo verso di lei.
Le sue labbra morbide si posano sulle mie ed io, istintivamente, le apro lasciando spazio alla sua lingua fremente.
-“Sai,” – le dico sulle labbra – “mi blocca un po’ stare qui con te, qui dove fai sesso con i tuoi clienti”.
-“No caro, io qui non faccio sesso con i clienti, qui faccio all’amore con chi mi piace e non capita molto spesso”.
-“Vieni” – si alza e precedendomi mi porta in camera da letto.
Quando siamo dentro si volta e lascia scivolare la vestaglia a terra rimanendo nuda, il pene morbido e penzolante.
Reagisco subito alla sua splendida e strana nudità eccitandomi ed il cazzo s’indurisce nei pantaloni.
Si avvicina e come l’altra volta inizia a spogliarmi; camicia, pantaloni, boxer, mi fa sdraiare sul letto e toltemi le scarpe mi sfila il resto degli indumenti.
Si sdraia davanti a me ed prende a carezzarmi il ventre, leccandosi le labbra e guardando con desiderio il membro eretto. le sue mani scivolano verso il basso ed prendono ad accarezzarlo avvolgendolo con entrambe le mani.
-“Ti piace?” – mi chiede guardandomi con occhi di un blu scintillante.
-“Sì, molto” – rispondo inarcando il ventre.
Lei coglie al volo l’occasione e ne avvolge la punta con le labbra, per poi farlo scivolare interamente fino in fondo alla gola.
-“Uuhhmm” – è il gemito che mi esce al piacere datomi dal calore bruciante della sua bocca.
Inizia un pompino da favola portandomi in breve vicino all’orgasmo.
Quando si accorge che sono vicino a venire se lo toglie dalle labbra.
-“Non venire subito.” – mormora guardandomi – “Stavolta fai godere anche me”.
Si solleva e viene a baciarmi.
-“Vuoi prendermi?” – chiede sulle mie labbra.
-“Sì” – rispondo con un filo di voce.
Rotola a fianco supina e solleva le gambe offrendomi la vista del suo forellino.
-“Ti piace?”
-“Sì, è bellissimo”
-“Allora bacialo”
Rimango titubante ad esaudire la sua richiesta.
-“Dai amore, non morde mica ed è ben pulito” – mi incita sospirando.
Mi avvicino e con un po’ di timore do un bacio al buchetto.
È morbido e caldo, profuma di bagno schiuma di classe ed al mio contatto ha un palpito che mi eccita ancora di più.
Mi lascio prendere dall’eccitazione e attacco le labbra a quella carne morbida, leccandola e cercando di forzarla con la lingua.
-“Oh sììì… Leccalo bene, mi fai morireee…” – geme con la sua voce roca.
Tengo le sue cosce ben sollevate e continuo a slinguarlo finché mi duole la lingua.
-“Basta,” – dice prendendomi la testa e sollevandola – ora ti voglio dentro, voglio sentire che mi prendi, con ardore. Aspetta”.
Si allunga verso il tavolino da notte e apre il cassetto estraendone un tubetto ed una bustina.
Apre il tubetto e prende una bella dose di crema che si spalma sullo sfintere e lubrificando anche dentro con il dito, poi apre la bustina con i denti e ne estrae un preservativo.
-“Avvicinati, metti questo. So di essere sana perché prendo molte precauzioni e mi controllo regolarmente, ma è meglio essere prudenti”.
Si mette il preservativo in bocca, mi prende per i fianchi e con fare esperto con le labbra mi avvolge il pene con il lattice.
-“Ora vieni caro, fammi tua” – dice sdraiandosi ed alzando le gambe mi offre il suo didietro.
Mi appoggio sulle braccia e dirigo il membro verso quel buchetto palpitante ed è lei che, prendendolo con la mano, lo mette nella giusta posizione.
Spingo e l’ano ben lubrificato e pronto si apre ingoiandomi.
-“Aaahhh… Sììì… Come sei duro!!!”
Lo affondo tutto, fino a che il mio inguine non sbatte sulle sue natiche; lei annoda le gambe dietro di me e prende ad assecondare e venire incontro al mio movimento di dentro e fuori, e, ben presto, inizia a godere.
-“Cosììì !!! È meravigliosooo… Non ti fermareee… Non ti fermare che mi fai godereee…”
Via via che la sua eccitazione cresce, cresce anche il suo membro indurendosi ed assumendo dimensioni di tutto rispetto.
Scivolo dentro e fuori da quell’antro bollente che sento accogliere il mio cazzo come un guanto, intanto lei ha preso a contrarre e rilasciare il muscoletto stimolandomi al massimo e portandomi velocemente all’orgasmo.
-“Giada sto per venire, sto per sborrareee…” – grido.
-“Anch’iooo… Non ti fermareee…” – e sorridendo compiaciuta, stringe ancor più le gambe dietro di me bloccandomi ed io esplodo dentro di lei.
Mentre sto riversando un fiume di sborra nel preservativo, vedo uno schizzo di sperma uscire da suo pene e cadere sul suo ventre, seguito subito dopo da un altro.
Quando finisco di godere, sfinito, ma tremendamente appagato, esco dal suo culo e mi sdraio di lato a lei con il membro che ora sta morbidamente perdendo di consistenza.
Lei resta un po’ immobile accanto a me, poi si gira e mi dà un bacio sulla bocca.
“Allora: ti è piaciuto?” – mi chiede sulle labbra – “È stato così poco divertente e terribile scopare con me? Per ciò che mi riguarda mi hai mandato in paradiso”.
La guardo e sorrido; devo prendere atto che effettivamente è stata un’esperienza davvero bella e soddisfacente.
-“Mi è piaciuto molto. Non avevo mai provato una cosa del genere. L’altra volta la tua bocca è stata favolosa e stasera il tuo culetto mi ha fatto impazzire”.
Lei mi sorride, si china e prende ad accarezzarmi il cazzo, toglie il preservativo, me lo succhia un po’, poi si solleva e risale lungo il corpo, fino alla bocca e, dopo avermi dato qualche piccolo morso sul mento, mi guarda dritto negli occhi.
-“Sei stato fantastico, raramente mi è capitato di godere così”.
-“Anche a me” – replico convinto.
-“Resta con me stanotte”.
-“Va bene, sono contento di stare con te”.
-“Ti voglio bene, forse ti amo. Vado a pulirmi” – e svelta si alza dirigendosi in bagno.
Quando torna, con una salvietta umida mi deterge per bene il pene, poi si sdraia accanto a me appoggiando la testa sul mio petto.
Ci addormentiamo così.
Durante la notte assumiamo una posizione a cucchiaio con lei dietro di me.
Nel dormiveglia sento il suo pene duro strusciarsi contro il mio culo ed incastrarsi nel solco tra le natiche.
È una sensazione strana quella che provo, ma non spiacevole e ricado nel sonno tranquillamente.

Da quella notte il nostro rapporto si consolidò, quasi tutte le notti dormivamo assieme dandoci reciproco piacere; ogni tanto, nei weekend scompariva, per lavoro diceva sorridendo.
Durante la nostra relazione m’insegno molte cose sul sesso, facendomi raggiungere vette di piacere mai provate fino ad allora.
Con lei, per la prima volta, feci anche del foot licking con i suoi magnifici e morbidi piedi che erano capaci di portarmi ad orgasmi favolosi.
Più volte provò anche a convincermi a provare il piacere della penetrazione passiva, ma non ebbi mai il coraggio di arrivare fin lì.
La nostra relazione durò più di un anno, poi ad una cena di lavoro conobbi Diana, che sarebbe, in seguito, divenuta mia moglie e m’innamorai di lei.
Giada accettò con dispiacere ma con rassegnazione la fine della nostra relazione sessuale; era conscia che non avrebbe potuto tenermi per sempre, restammo, comunque, buoni amici.

Cari lettori, m’interessano i vostri pareri, commenti e suggerimenti, scrivetemi pure a manuelferrero751@gmail.com

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