La mattina seguente, appena aperti gli occhi, mi voltai verso Monica e le chiesi com’era andato il massaggio e se si sentisse di fare la camminata che avevamo programmato.
«Benissimo,» rispose con un sorriso. «Le gambe non fanno più male, quindi vengo volentieri con voi.»
La giornata scivolò via tranquilla: arrivammo al rifugio giusto per pranzo, ci sedemmo a tavola, mangiammo e brindammo con qualche birra fresca. Nel primo pomeriggio rientrammo a casa; dopo una veloce doccia e un cambio di vestiti, uscimmo per una passeggiata nel paese, fermandoci a gustare una pizza nell’unica pizzeria aperta.
Rientrati, iniziammo a discutere dei programmi per il giorno successivo. Dopo due escursioni consecutive e con le previsioni che promettevano 29-30 gradi, decidemmo di trascorrere la giornata alle piscine comunali di un paese vicino, per rinfrescarci un po’.
Verso le undici del mattino seguente, come stabilito, eravamo alle piscine. Io e i ragazzi ci sistemammo vicino a un ombrellone libero, stendendo i teli sul prato. Dopo pochi minuti arrivò Monica, con un bikini piuttosto audace: il reggiseno era piccolo e lo slip lasciava scoperte entrambe le natiche. Le lanciai uno sguardo e scherzai: «Ormai potresti anche risparmiarti il costume.»
«Sei proprio antiquato,» replicò ridendo, «ormai tutti i bikini sono così.»
Complice il caldo e l’allegria del momento, decisi di buttarmi subito in piscina. Nessuno mi seguì, così li lasciai all’ombrellone. Dalla piscina potevo vederli: ridacchiavano e chiacchieravano. A un certo punto Monica si sdraiò sul telo e chiese ad Andrea di spalmarle la crema sulla schiena. Lui iniziò, risalendo lentamente fino all’inizio dei glutei; sembrava per un attimo stesse per andare oltre, ma lei lo fermò prontamente, ridendo.
Quando tornai all’ombrellone, ci mettemmo a chiacchierare. Visto che la giornata sarebbe stata lunga, Giovanni propose di giocare a carte. Monica, invece, preferì continuare a prendere il sole. Io, Andrea e Giovanni passammo alla briscola; dopo mezz’ora cambiammo al Texas Hold’em.
Monica, incuriosita e un po’ annoiata, si unì a noi, nonostante non conoscesse bene le regole. Gliele spiegammo rapidamente e cominciammo a giocare — naturalmente senza soldi. Per quanto perdesse quasi tutte le mani, sembrava divertirsi e stava iniziando a comprendere la dinamica del gioco.
Nel pomeriggio, come spesso capita in montagna, arrivò un temporale improvviso e tornammo a casa. Decidemmo di restare lì anche per la sera. Dopo aver scelto il menù, andammo al supermercato del paese vicino, più fornito del piccolo minimarket, e facemmo scorta per aperitivo e cena.
Rientrati, sistemammo la spesa, ci cambiammo e iniziammo a preparare l’aperitivo: salumi, focaccia, patatine, olive e formaggi, accompagnati da un paio di spritz Campari, belli carichi, preparati da me per “scaldare l’ambiente”. Dopo aver brindato, passammo alla cena, accompagnata da una bottiglia di Teroldego e due di Lagrein.
Notai come Andrea e Giovanni, ogni volta che Monica svuotava il bicchiere, lo riempissero subito. Forse per replicare il clima della sera precedente. Dopo cena, decidemmo di giocare a briscola con una piccola penitenza: chi perdeva doveva bere uno shot di rum. Dopo due partite, Monica era già visibilmente alticcia, e io, che reggo meglio l’alcol, finsi di essere leggermente brillo anch’io.
Andrea propose allora di passare al Texas Hold’em, visto che Monica aveva imparato bene le regole in piscina. Senza fiches e senza voler giocare soldi, Giovanni suggerì di scommettere i vestiti. Inizialmente obiettai, ma Monica rise, ricordando il bikini di quella mattina: «È solo un gioco,» disse, «dopo quello che avete già visto, non cambia nulla.» Decisi di non fare il guastafeste e accettai.
Controllammo che tutti avessimo lo stesso numero di capi addosso e cominciammo a giocare. Alla prima mano, io e Giovanni ci ritirammo subito, Andrea perse apposta togliendosi la felpa tra le risate generali, poi fu il turno di Giovanni.
Alla mano successiva rimasi io contro Monica. Andrea e Giovanni, ritirati, le davano consigli. Io, fortunato, trovai un tris e rilanciai puntando felpa e calze, per non sembrare troppo competitivo. Monica accettò con una doppia coppia. Alla carta successiva mi entrò un full: rilanciai la maglietta, e lei, su suggerimento dei due, accettò. Alla mano finale, Monica ottenne anch’essa un full e rilanciò con i pantaloni della tuta. Aprimmo le carte: incredibilmente, avevo vinto io, con un full di dieci contro il suo di otto.
Andrea e Giovanni iniziarono a prendermi in giro: «Hai più fortuna che anima!» Monica, sorpresa dalla sconfitta e forse dall’idea di dover togliere i vestiti, esitò.
Sorridendo, le dissi: «I debiti si pagano,» e lei, ridendo e arrossendo, iniziò a spogliarsi dei capi persi.
Giovanni e Andrea, divertiti e ormai presi dal gioco, rincararono la dose.
«Dai, visto quanti indumenti devi toglierti, potresti farlo come uno spogliarello!» scherzò Andrea, strizzando l’occhio.
Monica aggrottò la fronte. «Ma certo che no!» protestò, ridendo ma visibilmente imbarazzata. Poi, complice l’alcol e l’atmosfera allegra, il suo rifiuto cominciò a vacillare. Le risate, gli sguardi, la leggerezza del momento fecero il resto.
«Va bene,» disse infine, «ma non vi aspettate niente di che!»
Con movimenti incerti, iniziò a togliersi la felpa, lanciandola sul divano. Poi si sfilò le calze, rischiando quasi di inciampare, e tutti scoppiarono a ridere. La tensione si sciolse in un misto di divertimento e curiosità. Si tolse anche la maglietta e i pantaloni, restando in biancheria. Arrossì, si coprì d’istinto con un braccio e tornò a sedersi, scuotendo la testa ma sorridendo.
Andrea si alzò, andò in cucina e tornò con la bottiglia di rum.
«Un giro per tutti, per non perdere il ritmo!» disse, riempiendo i bicchierini.
Brindammo e il gioco riprese.
La mano successiva fu un duello tra Andrea e Giovanni. Dopo qualche rilancio e una risata di troppo, Andrea vinse, lasciando Giovanni in maglietta e mutande.
Le tre mani seguenti furono tra me e Andrea: alla fine restammo entrambi quasi nelle stesse condizioni. A quel punto eravamo tutti alla pari, e l’atmosfera si era fatta elettrica, carica di una complicità difficile da spiegare.
Alla mano dopo, io e Giovanni ci tirammo indietro. Restarono in gioco Andrea e Monica. Giovanni, come sempre, le sussurrava suggerimenti, mentre io osservavo Andrea con un misto di curiosità e diffidenza.
Andrea aveva una coppia di re; Monica, un asso e una donna. «Punto la maglietta», disse Andrea.
«E io… il reggiseno», ribatté Monica, sorridendo con una sicurezza che non avevo ancora visto sul suo volto.
Le tre carte sul tavolo furono un re, una donna e un asso. Andrea passò, poi lanciò uno sguardo d’intesa a Giovanni.
«Rilancia, dai!» le mormorò lui. Monica esitò un istante, poi accettò.
«Io punto gli slip» disse Francesca ed Andrea accetto. La quarta carta fu un dieci. A quel punto, visto che non c’erano più indumenti da puntare, Giovanni propose una nuova regola: si avrebbe dovuto eseguire un’azione decisa dal vincitore, una sola, che non si sarebbe potuta ripetere durante la partita.
«State esagerando,» dissi, cercando di riportarli alla ragione.
Io feci finta di arrabbiarmi per la posta in gioco, ma Monica mi fulminò con lo sguardo.
«Hai accettato di giocare,» mi disse, «sapevi benissimo come sarebbe potuta andare»
A quella risposta Andrea si fece più spavaldo e puntò l’azione che avrebbe dovuto fare Monica, toccargli il cazzo, Monica, ormai completamente immersa nel gioco, accettò senza esitare e
puntò una palpata di tette.
Alla quinta carta comparve un asso. Tutti ci sporgemmo verso il tavolo: Monica aveva vinto.
Per un momento restò in silenzio, poi scoppiò a ridere. Andrea si lasciò cadere indietro, sconfitto ma divertito, mentre Giovanni le diede una pacca sulla spalla.
Adesso era il momento della “di riscuotere la vincita”. Andrea si tolse la maglietta e gli slip e si avvicinò a Monica, con un gesto leggero e quasi teatrale. Spostò la seggiola di lei e si inginocchiò davanti. C’era nell’aria una tensione sottile, palpabile, un misto di eccitazione e divertimento, che rendeva ogni gesto più intenso. Gli sfilò gli split gli alzo le gambe e gli fece appoggiare i piedi al tavolo, si abbasso ed iniziò a leccarle la figa.
Giovanni mi lanciò uno sguardo curioso, con un sorriso malizioso. Mi chiese se fossi eccitato, e io, cercando di sembrare distaccato, mentii con un cenno di no. Ma essendo in mutande, non potevo nascondere la mia erezione. Monica, in preda al godimento per il lavoro di lingua di Andrea mi fece cenno di avvicinarmi a lei.
Mi abbasso gli slip e mi tirò fuori l’uccello ed iniziò a segarmi. Ne frattempo Giovanni con la scusa di prendere un bicchiere di acqua ritorno al tavolo con in mano il cellulare che stava riprendendo tutta la scena. Si posiziono di fianco a Monica, si abbasso gli slip, le prese la mano e gli diede in mano il suo cazzo ormai gonfio. Monica iniziò a segare anche Giovanni, che dopo poco le prese la testa e gli infilò il cazzo in bocca.
Monica si alternava a spompinare Giovanni e me. Andrea ormai stanco chiese il cambio a Giovanni, che dopo avergli passato il cellulare si infilo con la testa in mezzo alle gambe di Monica, alterando la lingua con dita, mentre Andrea diede il suo cazzo a Monica che lo prese immediatamente in bocca. Dopo pochi minuti la portammo a braccio a letto, dove iniziai io ad occuparmi della figa di Monica. Le misi due dita dentro e iniziai un ditalino a ritmo veloce, che le provocò da lì a poco un orgasmo.
Abbandonai le dita e la penetrai con foga, ormai super eccitato dalla vista di lei che spompinava Giovanni ed Andrea che era intento ancora a riprendere il tutto. Dopo qualche minuto Andrea mi chiese il cambio, ed iniziò a scopare Monica. Poi fu il turno di Giovanni che la fece mettere a pecorina, la posizione preferita da Monica. Io mi posizionai di fronte a lei per farle riprendere il pompino interrotto precedentemente.
Mentre mi spompinava vidi Giovanni che faceva cadere la saliva sull’ano di Monica massaggiandolo con un dito che poi scomparve al suo interno con movimenti lenti e profondi, poi fece entrare anche il secondo dito, molto probabilmente per preparala alla penetrazione con l’uccello.
Andrea che aveva fatto una breve sosta, passo il telefono a Giovanni, e si posizionò sotto a Monica prendendo il posto di Giovanni nella figa, mentre lui stava appoggiando il suo cazzo sull’ano. Inizio a spingere dolcemente fino a far scomparire la cappella all’interno e poi successivamente l’intera asta.
Ora Monica era piena in tutti i buchi penetrabili, Andrea nella figa Giovanni nel culo ed io in bocca.
Alla penetrazione di Giovanni, Monica fece un urlo soffocato ed inizio a godere come una matta, io non resistetti più e gli venni completamente in bocca. Bevve avidamente come se fosse un bicchiere d’acqua. Dopo poco venne anche Monica in un orgasmò pauroso che la fece tremare tutta.
Mi spostai di lato ad osservare la scena e Giovanni impassibile, mi passo il cellulare per liberarsi le mani ed essere più svincolato nei movimenti.
Non ci volevo credere… stavo registrando la mi ragazza che si stava facendo scopare dai i mei amici ma, l’eccitazione era tanta che continuai nelle riprese. Dopo poco il mio uccello riprese vigore e chiesi il cambio al Giovanni che ripreso il cellulare si posiziono davanti a Monica e senza neanche pulirsi l’uccello glielo ficco in bocca. Io iniziai a scopare Monica, e per la prima volta da quando stavamo insieme, la stavo scopando nel culo una sensazione strana ed eccitantissima allo stesso tempo.
Giovanni nel frattempo sborro completamente in bocca a Monica che anche in questo caso bevve tutto fin all’ultima goccia. Andre ormai allo stremo delle forze si filò e vuotò anche lui il liquido delle sue palle in bocca a Monica che in questo caso, forse già satura di sperma, non riuscì a mandare giù tutto e ne fece uscire l’eccesso dalla bocca. Io nel frattempo venni nel culo di Monica e lei ebbe l’ennesimo orgasmo della serata.
Alla fine ci sdraiammo tutti sul letto e dopo una ventina di minuti Andre e Giovanni ci salutarono dicendomi che avevo proprio una ragazza porca e affamata di cazzi….



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...