I fatti narrati in questo (lungo) racconto sono reali, ma sono stati poi romanzati per proteggere al meglio l’identità e la privacy dei protagonisti, al pari naturalmente dei nomi e dei luoghi. Voglio fare però alcune dovute premesse. Quello che vi andrò a raccontare – secondo il punto di vista dei vari protagonisti – può essere “pesante” per chi è più sensibile a certe tematiche: i fatti sono forti, crudi e spesso anche “duri”, ma per comprendere al meglio gli avvenimenti questi devono essere raccontati nella loro integrità e senza censure. Per questo motivo sconsiglio la lettura ai più suscettibili. In secondo luogo voglio sottolineare tutto il mio totale ribrezzo verso qualsiasi forma di misoginia e razzismo – ancor più di violenza o di estrema devianza -, ma come detto i fatti saranno esposti nella loro interezza. Per qualsiasi commento potete scrivermi all’indirizzo patrullagonzo@gmail.com. Buona lettura, Patrulla.
Tempi moderni, 2 parte – Sergio e Alina
Per raccontarvi la nostra storia voglio partire da un momento. Staccato da lavoro mi reco in un parco adiacente alla scuola frequentata da mio figlio. Saluto mia moglie e le altre due mamme con cui era al parco e poi vado a salutare il bambino che giocava con i suoi compagni. Vedendo che le tre parlavano fitto ho indugiato prima di andare da loro visto che era anche nel mio interesse che chiarissero alcune cose. Così vidi un altro papà che riguardava una giovane ragazza – probabilmente una babysitter – mentre spingeva il pargolo sull’altalena.
A mia moglie e le altre due invece neanche uno sguardo. Non perché siano tre donne non piacenti, anzi, ma perché poco appariscenti, con cappotti lunghi, scarpe basse e cappellini in testa. Insomma, le classiche mamme della porta accanto, peccato che l’uomo ignorasse come le tre non stessero parlando di scuola, prodotti cosmetici o qualche altra ciarla, ma di cose ben diverse e che probabilmente non si sarebbe mai aspettato. Attesi così che quel conciliabolo terminasse, poi visto che ormai era buio richiamai i bambini ad avvicinarsi alle mamme e dopo esserci salutati ognuno a casa.
Mi chiamo Sergio, ho passato da poco gli anta e lavoro in una ditta nella parte amministrativa. Un lavoro normale, con uno stipendio non da fame ma neanche da darsi alle pazze spese. Però la sede è vicino casa, un quartiere periferico di Roma che però non è malaccio, abbastanza tranquillo e servito. Sono un uomo abbastanza anonimo – non tanto alto, magrolino e con i capelli castani sempre ben tagliati, gli occhi marroni e nessun particolare vizio – però con una bella parlantina “romana”.
Sono nato e cresciuto in una cittadina del litorale e per anni ho fatto il pendolare per andare a lavoro. Ho avuto una sola ragazza prima di mia moglie, una lunga storia terminata però quando lei mi ha lasciato per un altro con cui aveva una relazione da tempo. Per me fu un duro colpo anche perché da tempo parlavamo di matrimonio, ma i miei amici poi mi dissero “vedi, se non ti lasciava poi non avresti conosciuto Alina che, obiettivamente, è molto meglio e anche più simpatica”. In effetti tra le due non c’era paragone. Alina è moldava ma con la famiglia è da tempo in Italia, tanto che parla italiano perfettamente. Suo padre e i due fratelli hanno una piccola ditta di lavori: dei gran lavoratori, gente semplice e di poche parole. Lei è la più piccola tra i figli, molto legata alla sorella più grande che è sposata e ha figli.
L’ho conosciuta perché il padre fece dei lavori in ditta e lei all’epoca – appena ventenne – dava una mano con le fatture dopo aver terminato le superiori. Fu un mio collega a convincermi a richiederle l’amicizia sui social e corteggiarla un po’, poi uscimmo una prima volta, una seconda… io vivevo da solo in un appartamento di proprietà e, complice l’estate, quando ci fidanzammo lei passava molto tempo da me. Niente sesso però perché era vergine, ma bei pompini fino a quando mi fece una confessione. Prima però ve la devo descrivere. Alina è poco più bassa di me, mora e con un viso rotondo e simpatico. Occhi scuri e carnagione chiara, è magra con poco seno e un sedere rotondo e molto invitante: dopo la gravidanza è diventato più soffice, ma nel complesso un bel fisichetto a meno che per voi le donne non debbano avere per forze delle curve da maggiorate.
I capelli lisci all’epoca li portava spesso raccolti, mentre all’epoca dei fatti si è fatta una frangetta più sbarazzina. Raramente truccata, vestiti normali, molto educata e tranquilla. Con lei fin da subito mi sono trovato benissimo: per la prima volta mi sono sentito veramente amato, con lei dolcissima che mi riempiva di messaggini mentre ero a lavoro, che quando era a casa mi aspettava ricamando cuoricini o cose del genere. Fin da subito è stata molto appiattita su di me, frequentava la mia compagnia legando con le altre donne del gruppo e rideva di cuore alle mie battute. La prima volta che ci baciammo fu durante una cena a casa. Come iniziai a toccarla lei subito iniziò a gemere, poi però mi fermò la mano dicendomi che era vergine e che tale voleva restare fino al matrimonio “sennò mio padre mi ammazza”.
Rimasi sorpreso però dal fatto che immediatamente fu lei però a mettere la mano sul pacco, a spogliarmi sotto e iniziare a succhiare il cazzo duro. Non sono molto dotato e lei con gran dovizia me lo prendeva tutto in bocca, lasciandomi sbalordito poi quando iniziò a leccarmi le palle e il buco del culo!! Incurante dell’abbondante peluria sentivo la sua lingua insinuarsi nel mio sedere, poi strinse le palle in mano e se le mise in bocca… mi contorcevo dal piacere e lei ridendo mi chiedeva se mi piacesse e poi si rimetteva con foga ad alternare cazzo, palle e culo. Quando venni leccò tutta la sborra come una brava geisha e, durante il fidanzamento, quel trattamento a volte me lo faceva anche più volte al giorno.
I miei inizialmente erano scettici di questa ragazza giovane e moldava, ma poi conosciuto lui e la sua famiglia capirono subito che si trattava di brava gente. Anche i suoi erano molto felici, digerendo il fatto che iniziammo a convivere prima del matrimonio. Come vi dicevo infatti dopo qualche mese lei mi fece una confessione. Fin da subito mi parlò di Valentin, il suo ex ragazzo e unico altro uomo prima di me. Lui lavorava con il padre, poi fu mandato via visto che gli piaceva – e gli piace tuttora – bere, diventando anche violento. Per lei era naturale fare pompini in quel modo perché era come lui l’aveva abituata. Con lei non era stato mai violento nel senso di mani addosso, però era molto autoritario e i suoi genitori alla fine la convinsero a troncare quel rapporto perché non sopportavano quel ragazzo.
Grosso e tarchiato, quasi senza collo e con il viso schiacciato come se fosse un pugile, a detta di Alina era più dotato di me, ma non troppo. Giusto per farvi capire il tipo, una volta i fratelli di mia moglie lo affrontarono e, nonostante anche loro siano belli grossi, lui picchiò a entrambi. Mandare lei da me per loro così significava anche allontanarla da lui che comunque viveva nel quartiere. Mi confessò così che con lui aveva avuto dei rapporti sessuali, però solo anali… le chiesi quante volte e lei come intontita da quei ricordi “boh, una cinquantina di volte”. “Perché non ti sei ribellata subito” le dissi, lei così quasi con aria sorprese mi fece “Sergio… vedi… cioè… a me piaceva… piaceva molto, i problemi con lui erano altri”.
Iniziammo così anche noi a fare sesso anale e, ogni volta, lei iniziava a godere come una matta, iniziando a strillare cose in moldavo e ripetendomi di continuo “più forte amore più forte ti prego!!”. Io non sono uno stallone però ce la mettevo tutta. Bastava un po’ di lubrificante e il cazzo le entrava nel culo come il burro. Io amavo anche leccarle la sua fica pelosissima e lei raggiungeva degli orgasmi potentissimi mentre la inculavo anche senza toccarsi. Quando ci sposammo anche in fica lei chiedeva sempre la stessa cosa “più forte”, poi rimase incinta quasi subito per la nostra grande felicità. Prima del matrimonio – una cerimonia molto sobria -, ci fu però un fatto molto importante.
Una domenica eravamo stati a pranzo dai suoi e, mentre andavamo alla macchina per tornare a casa, incrociammo Valentin che stava bevendo birra alla fermata del pullman. Loro due iniziarono a parlare in moldavo in maniera ferma ma non concitata, poi lui volse lo sguardo verso di me e mi porse la mano “Valentin” fece in maniera secca mentre mi stringeva forte la mano. Per la prima volta lo vedevo: un energumeno maleodorante con l’aria poco raccomandabile. In macchina le chiesi cosa vi eravate detti e lei niente di che, che le aveva chiesto come stava e lei aveva risposto tutto bene aggiungendo che io ero il suo fidanzato e che presto ci saremmo sposati. Lui invece le disse che aveva perso un altro lavoro e che adesso forse aveva trovato qualcosa di molto meglio.
Complice anche l’aver bevuto abbastanza, ogni domenica dai suoceri è così, la sera la approcciai in maniera decisa. Lei un po’ soppesa poi come sempre sottostò alle mie volontà. Perla prima volta in vita mia fui volgare mentre la scopavo, naturalmente nel culo: le dicevo se lui la scopava più forte di me, se la faceva godere di più. Lei gemeva e non rispondeva poi mi fece “tu amore tuuuu”, io allora come impazzito “non è vero, dimmi la verità” allora lei comunque infoiata da quel gioco “Valentin cazzo Valentin, mi sfondava sempre”. Sentito quello le venni nel culo dopo poco, poi fatta la doccia parlammo della cosa.
Io avevo degli strascichi della mia prima storia dove ero stato cornificato, poi questa cosa aveva acceso in me delle fantasie diciamo cuck, ma a lei non feci mai parola. Quando scopavamo però spesso tornava in ballo il suo ex, con lei che poi mi raccontava come era tra loro il sesso: la prima volta fu nella piccola sede della ditta del padre, poi nel furgone della ditta, all’aperto o in casa dei genitori quando non c’era nessuna. Prima si faceva leccare il culo e le palle, poi la inculava ferocemente: io me la immaginavo a pecora con quell’energumeno dietro e spesso mi sono segato con questi pensieri.
Inizialmente vivevamo a casa mia, al mare, la nascita del bambino però anticipò di qualche mese l’arrivo della pandemia: chiusi in casa, con un neonato e la difficoltà per fare tutto, dalle visite alle passeggiate fu dura, con Alina che cadde in una sorta di depressione. Era totalmente presa dal piccolo, ma era frastornata da quegli eventi e dal sentirsi inadatta. Io cercavo di tranquillizzarla e poi per la prima volta fece lei una richiesta: di andare a vivere vicino i genitori, così da averli vicino come la sorella con cui è legatissima. Come la situazione ce lo permise misi in affitto la mia casa e andammo in affitto nel suo vecchio quartiere.
Le cose per lei iniziarono subito a migliorare e dopo qualche tempo tornò a essere quella di sempre. A me andava bene perché ero vicino a lavoro, mi mancavano un po’ gli amici che comunque spesso vedevamo il fine settimana: qui comunque avevo i colleghi, ma alla fine il bambino ci assorbiva tutto il tempo. Anche dal punto di vista sessuale tornammo quasi alla normalità dopo un paio di anni di quasi astinenza: scopavamo tutti i fine settimana, con io che in qualche modo la dominavo anche se ora Valentin era scomparso dalle nostre fantasie. L’unico problema diciamo erano i soldi: l’affitto della mia casa non copriva quello di Roma, l’inflazione la conosciamo bene e le spese con un bambino piccolo sono tante. Niente di drammatico eh, però con il mio stipendio e i soldi che la famiglia passava ad Alina che ogni tanto dava una mano in ditta bastavano per andare avanti senza affanni, ma senza poterci permettere di cambiare l’auto ormai più che datata oppure di fare una vacanza degna di tal nome.
Torniamo allora a quel giorno che vi ho detto all’inizio, quando dal parco tornammo a casa. Mangiato, mentre il bambino guardava i cartoni mi avvicinai a mia moglie e le disse “allora, che ti ha detto Ele?”. Lei allora mentre sistemava la cucina a voce bassa “Eleonora non ha novità, anche Giulia niente. Giulia ha scritto pure al panzone perché ha saputo che Franca invece la stanno chiamando di continuo, ma lui è stato vago e pure a scuola è un po’ che non si vede”. “Cesare invece?” feci allora io, “Cesare.. è il solito stronzo… ha detto a Giulia di vedersi al parcheggio per parlare, ma lei è convinta che vuole solo scopare e che di certo non puoi esserci d’aiuto”. Poi mi prese le mani e guardandomi negli occhi mi fece “Sergio… io ti giuro amore, ho fatto tutto quello che mi ha chiesto, credo di essere stata brava… lui anche mi ha fatto i complimenti, che ero bellissima… forse hai ragione tu, in qualche modo c’entra quello stronzo di Valentin”.
Qualche tempo prima in una situazione simile io e mia moglie ci eravamo detti “vediamo come va, poi se funziona basta una volta al mese e possiamo campare più tranquilli”. Tutto era nato quando nella classe dell’asilo di nostro figlio è arrivato un nuovo bambino, con un padre separato un po’ particolare: un cinquantenne ben vestito, con quegli abiti che però in qualche modo stonavano con un fisico più da picchiatore che da manager. Nel complesso un bell’uomo, alto e con il fisico da culturista, perennemente abbronzato e con i capelli corti, mentre i suoi occhi chiari quasi ti mettevano soggezione. Cesare è un avvocato, o perlomeno così lui dice. La madre degli figlio si è trasferita nel quartiere e lui spesso lo viene a riprendere a scuola e poi lo porta a fare attività e poi dalla madre.
Anche sulla chat della classe è molto presente e attento, legando subito con tutti: al parco o alle feste c’era quasi sempre lui, capace di parlare con tutti di calcio, viaggi, attualità, scuola o qualsiasi altra cosa. Si mostrava molto amico con il padre di un altro bambino che però era più grande, visto che anche lui era nella sua stessa situazione: separato e vedeva il figlio solo in quei momenti. Il panzone sembra un personaggio caratteristico di una commedia anni ‘80: sulla sessantina, accento del nord da cummenda, mole imponente, capelli che da biondo ormai tendono al bianco sempre elegantemente pettinati di lato, vestiti sempre firmati e che a malapena riescono a contenere la sua enorme pancia. Nel complesso però l’aria è quella della persona distinta, anche perché è uno che lavora nell’alta finanza.
Cesare era in confidenza con le mamme della classe: mentre i bambini giocavano dopo la scuola, chiacchierare era inevitabile. Non faceva però il provolone, anche se le donne inevitabilmente se lo riguardavano perché indubbiamente è un uomo molto bello, simpatico e dall’aria di quello economicamente realizzato. Chiacchierando Giulia – una delle mamme del parco – fece intendere che il momento per lei e il marito non era dei migliori, visto che avevano da poco chiuso un’attività che già zoppicava, con il covid che poi fu la mazzata finale. Eleonora invece fa la personal trainer e con la pandemia per diverso tempo non ha lavorato. Con grande garbo – ma lasciando le interessate di stucco mia moglie compresa – Cesare allora disse che il panzone gli aveva detto che avrebbe avuto piacere nell’offrire a loro un aperitivo per parlare di una certa cosa.
La faccio breve: Cesare organizzò l’incontro e il panzone propose sostanzialmente a mia moglie e alle altre due di entrare a far parte del suo “giro” di donne, garantendo bei soldi. Fu uno shock, con Alina che subito mi riferì della cosa al pari di Giulia al marito, mentre Ele tenne la cosa per sè. Venimmo a sapere poi che anche ad altre mamme della scuola fu fatta la stessa proposta. Subito le tre chiesero maggiori lumi a Cesare che spiegò come tutto fosse ad altri livelli e con gente molto facoltosa. i soldi poi erano molto buoni. Il panzone prima voleva “testare” le nuove ragazze, pagando mille euro per un’ora di sesso “senza limiti”, ovvero senza particolari paletti. Giulia che stava abbastanza con l’acqua alla gola accettò, poi raccontò alle altre che il panzone – sotto viagra – sotto la panza ha una mazza molto larga e dura, anche abbastanza lunga.
Raccontò così di una scopata vigorosa, con l’uomo che volle anche incularla: una pratica a cui lei non era molto abituata, ma che alla fine fece nonostante le dimensioni notevoli dell’uomo. Raccontò che l’incontro era avvenuto in un posto molto particolare, una sorta di b&b fuori città dal nome curioso “Dal Principino”. Dentro sembrava il set di un film porno, con lei che venne scopata in un grande salone. Pagata cash, incontrò diversi altri uomini sempre a mille euro a botta, rifiutando però di fare cose di gruppo nonostante i maggiori guadagni. Gli altri uomini li descrisse come distinti, più giovani e carini, chi più chi meno dotati, con solo uno che era più vecchio ma a sua detto “veramente porco, anche cazzuto tutto fatto di viagra”.
Delle volte poi questi uomini arrivarono anche “scortati” tipo da guardaspalle che restavano fuori, naturalmente niente nomi. Ne parlammo a lungo a casa, alla fine le dissi che a noi quei soldi ci servivano e che se anche mi si spezzava il cuore nel saperla con altri, per me sarebbe dovuta andare. Alina un po’ ci rimase, però concordò subito e allora dette la sua disponibilità. Mia moglie non guida ed essendo l’incontro di mattina, il panzone mandò un’auto a prenderla con lui che aspettava in loco. Io quella mattina andai a lavorare che mi tremavano le gambe, anche lei era molto agitata ma ci dicemmo che tutto sarebbe andato bene. Passai la mattina in attesa di un suo messaggio, poi mi scrisse “tutto ok, sto tornando”. Ammetto che l’aspetto economico non era tutto, visto che anche il fatto di farla scopare da un altro era da tempo come vi ho detto una fantasia inconfessata. Poi il fatto che l’altro fosse uno non giovane e bello faceva venire meno l’ultimo baluardo di gelosia.
La sera mi raccontò tutto, iniziando con un “è andato tutto bene, tranne una cosa”. Mi raccontò che venne a prenderla un’auto scura guidata da un ragazzo giovane e carino, molto gentile. Arrivata c’erano altre macchine, con il panzone che l’attendeva in giardino. Le disse che aveva prenotato una stanza speciale, le fece firmare un foglio per l’accesso dato da un uomo con gli occhialini, probabilmente il gestore – tranquilla, leggi tutto è un pro forma per non avere scocciature – poi passando per una porta laterale si trovò in una sorta di spa. L’uomo le dette una busta con i soldi e le disse di scegliere qualcosa di carino tra i costumi negli armadietti, di truccarsi e poi di tornare da lui. Evitò i tacchi alti perché aveva paura di scivolare, mise un costumino sexy, marcò il trucco poi andò verso la piscina dove l’uomo con addosso solo un accappatoio slacciato, l’aspettava sdraiato su un lettino con il cazzone duro mentre beveva una tisana.
Azionò così una sorta di timer e iniziò a baciarla. Lei disse che aveva un po’ di schifo, ma che quella cosa doveva farla per bene. Così lo strabiliò quando iniziò a fargli uno dei pompini dei suoi, con tanto di servizietto alle palle e al buco del culo. Alina ammise che i pesantissimi insulti dell’uomo la eccitavano. Le dava della troia e della zoccola repressa, poi quando mia moglie gli disse che io ero consapevole della cosa, iniziò a darmi del cornuto. Il suo cazzo le entrava in bocca per meno della metà perché poi diventava troppo largo. Le scopò forte prima la fica e poi con decisione anche il culo, con la penetrazione sempre coperta, poi le venne in faccia poco prima del “gong”.
Quella sera mi fece un gran pompino facendomi schizzare come una fontana, niente fica o culo perché “mi ha sfondato quel ciccione”. Ero di nuovo cornuto, ma felice e arrapato. Poi dopo la sborrata le feci “allora cos’è che è andato storto?”. Lei si fece incazzata “uscita c’era l’auto che mi aspettava, vicno c’erano un’altra auto nera e il mio autista stava parlando con Valentin, che era vestito come autista ma che non può essere autista perché gli hanno tolto la patente”. L’ha riconosciuta ma non si sono salutati. Raccontò poi tutto alle altre due tralasciando però la cosa di Valentin, così si decise anche Ele che venne scopata anche lei dal panzone sempre in quel b&b, riuscendo solo in minima parte a farsi sverginare il culo dall’uomo.
Pensavamo che anche Alina ora avesse diverse proposte, ma poi come detto il silenzio. Cesare che faceva spallucce e il panzone che comunque manteneva sempre un atteggiamento distaccato. Passarono i giorni e ancora nulla. Giulia aveva bisogno di soldi e anche noi al pari di Ele avevamo fatto la bocca su quell’importante entrata extra. Così prendemmo la decisione di fare una sorta di riunione e di spiegare il nostro “piano”.



Grazie, apprezzo sinceramente ogni parere
Molto ma molto eccitante …
Ti ringrazio, sono felice che ti sia piaciuto 😄
Magnifica continuazione del racconto: una delle due moglie è ormai andata: si è resa conto di aver buttato via i…
ciao i tuoi racconti sono troppo belli, questo è stupendo quando arriverà la parte 2 ? magari a tema spanking