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Racconti di Dominazione

Amore folle (4° parte)

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La strada verso la fermata del pulman sembrava lunghissima, ogni passo faceva premere la vescica gonfia, ma ci arrivo nonostante le difficoltà. L’attesa non durò molto, salì sul pulman e si sedette al fondo in modo da non essere vista da nessuno, alzando leggermente la giacca, poi si soffermò a pensare’ma la voce della sua donna la richiamò all’ordine’di scatto si alzo leggermente abbastanza da tirare su del tutto la minigonna e restare nuda nella sua intimità. Si risedette e di improvviso senti quel freddo ormai conosceva bene sul sedere e si lascio cadere assaporando ogni centimetro del suo sedere sul sedile. Si immaginava vista dall’esterno con le cosce scoperte, velate solo da un misero collant, col viso scosso, eccitato e sofferente per la voglia di urinare..pensava durante quegli interminabili secondi sull’autobus, pochi giorni prima era una ragazzina che odiava mettersi in mostra, i vestiti sexi’e ora era li, con una minigonna mozzafiato, tacchi alti, e sempre con mogliettine che le mettevano in risalto il seno. Non aveva un gran seno, ma stava ben su, maestoso con i capezzoli dritti e sensuali che sembravano essere le aste delle bandiere della sua femminilità che ora mostrava fiera. Poco prima di scendere si ricompose l’occhio le cadde tra le sue gambe e si rese conto che era la prima volta che si rasava del tutto, non le era mai capitato ma non le dava più di tanto fastidio. Tirata giù la gonna si alzò e si avvio verso l’uscita del pulman, come al solito attirava l’attenzione poiché seppur leggermente coperte dalla giacca, si vedevano le sue gambe..ma ormai gli sguardi iniziavano a non imbarazzarla più di tanto, ma ciò che la turbava era che non riusciva più a trattenere, aveva paura di farla addosso davanti a tutti, di sentirla scorrere lungo le cosce e bagnarle prima le calze e poi le scarpe sotto gli occhi di tutti, ma ora c’era qualcosa altro che colava lungo le gambe, i suoi umori, si sentiva donna, una donna innamorata pronta a tutto per un altro orgasmo che solo Manu poteva darle, solo lei poteva decide dove come e quando sarebbe successo. Poche gocce di pipì le avevano procurato tre giorni di astinenza quindi avrebbe tenuto anche a costo di scoppiare. Ma la forza non bastava più. Durante la lezione iniziava a soffrire, uscii fremente dall’aula e chiamò Manuela confessandole che stava per scoppiare, l’amica la rassicurò..ma era dura e non sembrava volerle dare quel piacere, anzi, sembrava godesse sentendo la voce singhiozzante di Monia che la implorava dall’altro capo del telefono passeggiando nel corridoio.

Monia, io vorrei fartela fare..ma’non così semplicemente..se vuoi farla devi farla sotto gli occhi di qualcuno oppure la tieni fino a quando non te la fai sotto, ti consiglio di scendere nel parcheggio e di farla li, ma non devi guardarti attorno solo alzarti la gonna e farla, ci stai?

Manu..perché vuoi fare questo?

Perché mi eccita e so che eccita anche te..e poi ti avevo avvertita..saresti stata punita, e sarai punita ancora ricordalo’ma tu puoi smettere quando vuoi, ma finch&egrave accetterai..accetterai anche le punizioni oltre al piacere, che hai deciso di fare Monia?

Vado nel parcheggio, mi vedranno come vuoi tu

Brava ora ti lascio’ti amo

Monia a grandi falcate si diresse verso il parcheggio e trovò un posto dove non c’erano macchine e che era vivibile dalle vetrate dell’università, alzò bene la gonna e si chinò per farla, tirando giù i collant..sapeva che la stavano guardando, era l’ora di pausa e tutti chiacchieravano in corridoio..ma smise di pensare quando il brivido di piacere la pervase’stava godendo!! La sola idea di farlo davanti a tutti e quel piacere che stava esplodendo la stavano facendo impazzire incurante di quello che dopo sarebbe successo..durò molto, o almeno a lei parve un orgasmo infinito..

Tornando in aula prese il telefono e notò il messaggio della sua amica..

Cara Monia’i patti erano chiari..se la fai’via le calze ricordi? Quindi da brava ora resti senza collant’

La ragazza si diresse in bagno e si tolse le calze mettendole in borsa, sentiva l’aria scorrerle sulle gambe, facendola sentire completamente nuda, oramai gli sguardi l’avrebbero penetrata facilmente..si sentiva in esposizione così conciata’incontrò una delle sue amiche..

Monia ma non hai freddo senza calze?

No, sto bene

Sarà’ma ti trovo cambiata

&egrave vero, non ti piace questo look?

Si..ma sembri una troia

A quella parola Monia sentì un misto di rabbia e eccitazione che comunque la fece bagnare, non rispose e si allontano con aria imbronciata..prese la giacca e uscii dalla facoltà..era scossa, sapeva che la sua amica aveva ragione ma non se ne era resa conto presa dall’eccitazione com’era. Non voleva che considerassero così, lei era sempre stata una brava ragazza. Una parte di lei voleva rinunciare, tornare ad essere se stessa, ma le riusciva difficile pensarlo con quella minigonna che le lasciava scoperta le cosce, senza mutande sotto, era seduta in aula studio ad un tavolo un po’ nascosto dietro degli scaffali, ma l’impulso che le venne più spontaneo fu quello di tirare la gonna su fino in vita e appoggiare il sedere nudo sulla sedia di metallo, il brivido fu immediato, non accavallò neanche le gambe cosicché parte di essere potesse restare a contatto con la superficie fredda, si accomodò per bene, la sua mano scivolò lungo il suo corpo ma quando fù dolcemente adagiata tra le sue cosce si fermò conscia della sua condizione..della sua condizione di amante sottomessa, si rese conto improvvisamente che non era il suo corpo ad essere di Manuela, o almeno non solo quello’anche la sua testa dipendeva da lei, l’eccitazione la prendeva dentro possedendola come mai nessuno aveva saputo fare prima, ormai ne era conscia e si sarebbe data in tutto e per tutto..finita la lezione salì sul pulman sedendosi col sedere nudo e non preoccupandosi di coprirsi troppo scendendo, non chiuse il cappotto a camminando dosando ogni passo e ogni colpo del tacco che si infrangeva per terra..salì le scale che la dividevano da Manuela, eccitata, fremente, vogliosa come non mai, arrivà sul pianerottolo e trovò la porta socchiusa, entrò ma non vide la sua amica, si diresse verso il letto e vide adagiato sul letto un cono con una base di 60 cm di diametro e sopra di 10 cm..accanto c’era un biglietto..

Siediti sopra..e lasciati cadere..devi averlo tutto dentro

Lei in preda al panico cerco la porta ma la voglia la teneva legata a quel letto, si tolse quindi tutto rimanendo nuda, si ricordò di non aver chiuso la porta, ma decise di lasciarla così, salì sul letto mettendosi a cavalcioni aprendo le cosce, pian piano si penetrò, ma quello che pensava fosse piacere si rivelò dolore, cercò quindi di allargarsi con le mani, ma non riusciva a lasciare entrare il cono dentro di se, si alzò per cercare qualcosa per aiutare l’operazione e inserendo cose via via più grandi riuscì a lasciar penetrare il cono e dopo alcuni gridi si lascio cadere..fu dolore lancinante subito..si era impalata, ma la sua amata sarebbe stata contenta di lei, restò in quella posizione in attesa ma non arrivò nessuno, quindi si alzò e cominciò a cercare ma non vide più i vestiti della sua donna, girò nuda per la casa cercando una qualsiasi traccia ma non trovò nulla, il frigo era vuoto, i cassetti vuoti, d’untratto senti una voce e si trovò davanti una signora che le disse..

Lei chi &egrave?

Cerco di coprire le sue parti intime con le mani, imbarazzatissima, e sussurrò..

Io..beh..io..sono un amica di Manuela

Guardi che Manuela &egrave andata via stamattina

Ma per dove?

Non lo so, ma ha lasciato una lettera..eccola..

Ciao amore’devo lasciarti, non posso fare diversamente, non potresti capire, ora sei donna e sai molto di più su te stessa..

Monia corse in camera da letto in lacrime, si vestì con le poche cose che aveva e corse via, le lacrime le scendevano lungo le guance e corse via, via questa era la peggiore umiliazione che le potesse infierire..urlava nella sua mente..

Manu ti odio

Tornò a casa disperata, in fondo l’amava ancora e l’avrebbe amata ancora..ma ora voleva vendicarsi, quindi chiamò casa per avvertire che non sarebbe tornata per cena, si recò in un locale frequentato da universitari, lasciò in suo giaccone e si butto in pista e presto gli sguardi di tutti si canalizzarono sui suoi capezzoli e sulle sue cosce nude messe in mostra dalla minigonna che piano lasciava posto agli sguardi..salendo vertiginosamente..la rimorchiarono in molti e in molti la portarono in bagno e come un film che si ripete la misero sul lavandino allargandole le cosce e sorpresi di non trovare ostacoli la penetrarono’chi dolcemente baciandola sul collo e sul seno, chi con violenza, chi le chiese di prenderla dietro..ma quella notte era di tutti e non disse di no’decisa a farsi tutti quelli che l’avrebbero rimorchiata..e così fece..fece attenzione però a far utilizzare i profilattici a chi la usava..e loro lo fecero, ad alcuni concesse di venire sul corpo..voleva sentire cosa si provava tornando in pista con lo sperma che le colava lungo le cosce..si inginocchiò a molti perché potessero possederla in bocca..e non si fece certo pregare, le mani la toccavano avidamente, la parlavano, la scrutavano, e lei non precludeva nulla anzi..li aiutava, li consigliava su come prenderla..e ogni volta riusciva a godere anche con chi durava poco ma si aiutava con la lingua..

Era notte fonda quando decise di andare, regalò la gonna a un ragazzo che era stato particolarmente bravo..non trovò nulla per coprire il seno, qualcuno aveva preso l’iniziativa..ormai sfatta uscì nuda dal bagno trovando la pista ormai deserta prese il cappotto e uscì camminando alle prima luci dell’alba..ma si sentiva donna e l’aria che entrando sotto la giacca e accarezzava il suo corpo nudo le ricordava la sua notte’e con un misto di disperazione e compiacimento di diresse verso casa..poteva chiamare un taxi..ma avrebbe finito per pagarlo in natura..ed &egrave ciò che fece..chiamò e dopo pochi minuti salì sul mezzo e in poco tempo fece intendere al taxista le sua intenzioni restando nuda e spiegandogli, lui..un pò titubante e temendo che volesse derubarlo la fece scendere..lei delusa si consolò con uno che accostò la macchina..

Quanto vuoi bella?

Lei sorridendogli salì in macchina..dicendogli..

Per oggi sono in offerta speciale’ma la prossima paghi ok?

La macchina si allontanò confondendosi nelle strade della città che si stava svegliando mentre qualcosa di Monia era finito una nuova vita l’attendeva..ma..ancora mi chiedo..&egrave ciò che davvero voleva o scopava quei poveri sfigati per uccidere l’amore che l’aveva tradita?

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