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Racconti Erotici Lesbo

Ai bordi della piscina

By 22 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Arroccata a metà collina la villa &egrave isolata, dalla strada c’&egrave un chilometro di viottolo sterrato, i boschi la circondano su tre lati, il quarto guarda verso il mare, scintillante sotto il sole del pomeriggio. Ai bordi della piscina, sdraiate su lettini, due donne prendono il sole in bikini. Una ha almeno vent’anni più dell’altra, una &egrave bruna e l’altra bionda ma sono entrambe giunoniche. Seni e natiche straripano dai costumi da bagno, le striminzite strisce di stoffa sembrano sul punto di esplodere.
– Come si sta bene qui, Carmen, c’&egrave una pace… a che ora arriva tuo marito?
– Tardo pomeriggio, e comincerà come suo solito a pretendere questo e quello facendo impazzire i domestici.
– A proposito, non ho più visto nessuno della servitù da stamattina, quando mi hanno portato la colazione.
– Hanno mezza giornata libera, torneranno verso le quattro.
– Allora siamo sole solette?
– Sì, soltanto tu ed io.
– Senti, se…
La giovane donna bionda esita un attimo prima di continuare.
– Cosa, Viviana?
– Se mi tolgo il costume, ti dà fastidio? Appena posso cerco di prendere la tintarella integrale.
– Figurati, sarai mica la prima donna nuda che vedo!
– Grazie, ero un po’ imbarazzata a chiedertelo.
– E di che? Tranquilla…
Viviana si alza dal lettino, si sfila il bikini e lo appoggia a terra. Raddrizza il telo da bagno e si sdraia supina, con le gambe leggermente aperte.
– Anche la ceretta la fai integrale, eh?
– Sì, preferisco, mi sento più… pulita.
– Un tempo anch’io tenevo la passera liscia e senza un pelo, poi ho smesso. Fa troppo male.
– In effetti, &egrave doloroso. Adesso ti radi?
– No, faccio sempre la ceretta, ma solo sul pube. I peli sotto li accorcio con le forbici.
– Da sola?
– Sì.
Viviana sta cercando di immaginare Carmen che si taglia i peli della fica, lei non potrebbe mai, ha troppa paura di farsi male con le forbici. In un lampo l’immagine nella sua mente cambia, &egrave la sua la fica a cui Carmen sta tagliando i peli. Istintivamente la copre con una mano, come per proteggerla. Per fortuna non accadrà mai, però la sua mente va oltre, le sussurra che potrebbe essere piacevole avere le mani di Carmen che la toccano proprio lì. Si irrigidisce e leva la mano di scatto.
– Che c’&egrave? Ti ha punto un insetto?
– No, no.
Carmen si alza dal lettino e le si avvicina.
– Sicura? Fammi vedere.
Viviana spalanca le cosce, le &egrave sempre piaciuto essere scrutata nelle pieghe più intime. D’improvviso decide di fingere di essere stata davvero punta, chissà se Carmen starà al gioco oppure non si accorgerà di nulla?
– Ti fa male?
– Un po’. Brucia.
– Dove?
– Sulle labbra, in basso.
– Tira su i piedi e allarga bene le gambe.
Carmen si leva gli occhiali da sole e si china a guardarle la fica. I seni le ricadono in avanti, pesanti e lucidi di sudore. Viviana vorrebbe prenderli con le mani, strapparli dal reggiseno e stringerle i capezzoli sino a farla gridare. Si trattiene, continua a recitare la parte che si &egrave auto assegnata. Apparentemente ignara, Carmen continua a scrutarla, in cerca della puntura d’insetto.
– Non vedo niente, però &egrave una zona delicata, meglio metterci qualcosa. Dovrei avere una pomata antistaminica in casa, torno subito.
Viviana chiude gli occhi pregustando il momento in cui Carmen le spalmerà la pomata. Senza quasi rendersene conto si accarezza i seni e comincia a masturbarsi il clitoride con un dito. I passi che risuonano dal giardino la risvegliano dal suo sogno ad occhi aperti, si rimette nella posizione in cui si trovava prima. Carmen depone a terra una scatola e la fissa.
– Sai, Viviana, sono indecisa.
– Su cosa?
– Su cosa metterti.
– Non hai detto che avevi una pomata. Carmen?
– Credo che tu abbia bisogno di ben altro. Ti ho visto dalla finestra del bagno.
– Mi hai visto?
– Sì, e come se non bastasse, il tuo clitoride che sporge gonfio parla da solo.
– Io… scusa.
– Non scusarti. Sei giovane e posso capire che basti poco ad eccitarti, il sole che ti scalda la fica, per esempio. Ora si tratta di stabilire cosa vuoi.
– In che senso?
– Facciamo finta non sia successo nulla. Oppure…
– Oppure?
– Decido io su tutto, tu non farai niente di tua iniziativa e mi ubbidirai in ogni cosa, senza proteste o lamentele.
– E’ una resa senza condizioni quella che vuoi.
– Precisamente. Ti assicuro che ne ricaverai molta soddisfazione.
Viviana vorrebbe dire di sì, ma ha un po’ paura nonostante l’eccitazione per quello che potrebbe accadere sia alle stelle.
– Niente forbici, me lo prometti?
– Nessun oggetto tagliente o che ti possa ferire.
– Allora, d’accordo.
– Bene. Domande?
– Un milione.
– Troppe. Te ne concedo una sola.
– Tu… farai sesso con me?
– In un certo senso, sì. Ora zitta e immobile.
Carmen apre la scatola e comincia a rovistarci dentro. Viviana cerca di sbirciare, ma ha la visuale nascosta dal fondo del lettino.
– Rilassati, Viviana. Questa &egrave per lubrificarti. Me le prepara un’amica farmacista.
Con un dito le spinge nel culo una supposta e si accerta che non venga espulsa.
– Ora ti darò un vibratore, devi mettertelo nella fica. Subito.
Pone in mano il vibratore a Viviana che lo osserva incredula. E’ enorme, non riuscirà mai a infilarselo dentro tutto. Si schiude le labbra della fica e inizia a spingerselo dentro, già solo la punta le fa male, si ferma a riprendere fiato.
– Ho detto subito!
Carmen dà una botta con il palmo della mano alla base del vibratore, glielo conficca nella fica incurante dei suoi gemiti e lo accende. A Viviana sembra di venir spaccata in due. Stringe i denti e cerca di sopportare quel gigantesco intruso che le sta martoriando la fica. Lentamente la vagina si dilata e il dolore sfuma nel piacere.
– Adesso mettiti questo nel culo, tutto.
Il fallo sagomato a sferette di misura crescente che si ritrova in mano &egrave lunghissimo, fatica a trovarsi il buco del culo intralciata dal vibratore ronzante che le sporge dalla fica. Riesce a spingersi la prima sferetta nello sfintere senza sforzo, la seconda fa resistenza. Carmen afferra il fallo e lo ruota in avanti, le sferette sempre più grandi le dilatano l’ano a dismisura prima di riuscire tutte dolorosamente ad entrare.
– Adesso voglio vedere come ti masturbi il clitoride, da sola.
Viviana ha un moto di ribellione, scuote la testa con rabbia. Sta per dire che no, non lo farà, quando Carmen le afferra i capezzoli tra i polpastrelli e li tira con forza.
– Ricordi? Hai detto che mi avresti ubbidito in tutto. Voglio che il tuo clitoride svetti come un cazzetto! Se ci riuscirai, avrai un premio.
Le dita di Viviana si sfregano il clitoride che lentamente si ingrossa, emergendo dalle labbra tese della fica. Sa di averlo particolarmente grande, adesso le sporge come un minuscolo cazzo, in cerca di attenzioni. Carmen se ne accorge e le si siede sullo stomaco, si china in avanti e glielo succhia mostrandole il culo con il costume incuneato tra le natiche, i peli neri della fica che sporgono. Viviana viene all’istante e l’orgasmo la travolge, sussultando sotto la bocca di Carmen che avida continua a succhiarla.
– Ti prego… fermati.
– Come vuoi. Per punizione, oggi non avrai altri orgasmi.
– Non ce la faccio più, scusami.
Carmen si solleva e si sposta indietro, si posiziona con la fica sopra la faccia di Viviana, slaccia le cordicelle sui fianchi che tengono su le mutandine del costume e se le sfila.
– Ecco il tuo premio. Leccami. Tutta.

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