Racconto di una storia vera
E’maggio, un sabato pomeriggio caldo e afoso. Cammino rapidamente verso l’albergo; le strade sono vuote, sono le tre di pomeriggio, nell’aria solo l’eco dei miei tacchi che battono frettolosamente sull’asfalto.
Eccolo mi sto avvicinando, sento l’ansia salire dentro di me, faccio attenzione agli sguardi indiscreti che mi possono vedere entrare in albergo, ma attorno a me un tenebroso silenzio accompagna i battiti del cuore.
E’ solo una la rampa di scale che mi separa dalla porta eppure gradino dopo gradino mi sembra interminabile.
Sono nel corridoio, lungo e stretto, le pareti rosa e la moquette rendono tutto così meno informale, ma i miei pensieri, quelli no, sono li a ricordami che sto per incontrare lui, l’uomo misterioso incontrato in chat, l’uomo che mi ha rapito l’anima con la sua voce, l’uomo che ha conquistato il mio corpo con le sue mani, e finalmente da lì a poche ore sarei stata invasa di nuovo dal desiderio di essere posseduta.
Entro nella stanza, sento una lieve frescura attraversarmi tutto il corpo, le gelosie socchiuse riparano l’intimità della stanza dal calore. E’ tutto perfetto. Ora manca solo lui.
In attesa mi sdraio sul letto facendo attenzione a non disfarlo troppo, deve essere tutto perfetto al suo arrivo, e ad occhi chiusi viaggio con la mente pensando a come sarà questa volta essere invasa dal suo amore.
Devo aver viaggiato un po’ troppo perché il tempo è volato senza che me ne accorgessi, quando sento bussare alla porta.
E’ lui. Apro. Uno sguardo. Un abbraccio. Un solo rumore la porta che si chiude alle nostre spalle.
Mi prende, mi avvolge con le sue braccia e mi adagia sul letto.
Sento il suo corpo caldo sul mio, il suo cuore batte forte sento il desiderio che ci invade, è come se parlasse.
E’ tutto così confuso, è un gioco di mani; le sento accarezzarmi le gambe, velocemente le sento attraversare il mio ventre, e adagiarsi sul mio seno.
Ha la capacità di confondermi, il suo modo di amarmi mi blocca, e come se il mio corpo volesse essere posseduto completamente in ogni sua parte.
Con estrema velocità ci strappiamo gli abiti di dosso, a noi non piace tutto ciò che ci priva di un contato corporeo.
Ora la sento la sua pelle sulla mia che si appoggia con un senso di fierezza. Siamo lì e siamo insieme, uno nelle braccia dell’altro, come abbiamo sempre immaginato di fare al telefono, in quelle lunghe conversazioni che hanno preceduto il nostro incontro.
La sua lingua inizia a percorrere tutto il mio corpo lentamente creando una sensazione di eccitazione stupenda, sento i brividi percorrere la mia schiena, vorrei non si fermasse mai.
I nostri respiri riempiono la stanza, si sente nell’aria un dolce suono che accompagna il nostro modo di amarci.
La sua lingua sembra non volermi più abbandonare, ed io ho voglia di saziare la sua fame di me.
Lentamente scende verso il mio sesso, e inizia a leccarmi, poi sempre più velocemente fino a prendere possesso del mio clitoride. Non ho più controllo, sento il desiderio invadermi mentre lui continua a leccarmi, avrei voglia di urlare dal piacere. Siiiiii, lo sento, lo sento sopra di me, sento le sue mani bloccare le mie come delle manette, sento che mi vuole, sento il suo desiderio di penetrarmi. Mi prende e dolcemente mi gira per possedermi da dietro. Mi faccio bloccare volentieri voglio essere sua, sento il suo pene avvicinarsi al mio sesso, lo sfiora, sta giocando, vuole farmi soffrire. Lo voglio, lo desidero, lo desidero tutto dentro. Lui lo sa ed allora indugia a penetrarmi.
Il suo sorriso, il suo splendido sorriso è così imbarazzante; sono la sua bambola, sa che può fare di me ciò che vuole, i miei sensi sono completamente suoi.
E’ grosso lo sento, sembra non finire mai di entrare. Non ho mai provato una sensazione simile.
E’ lì dentro adagiato e si muove lentamente, non vuole ancora farmi provare l’eccitazione estrema; giocherella e si muove come un serpente verso la sua preda.
Le sue mani attorno al mio collo mi accarezzano scendendo verso il seno. Piano piano inizia la danza lo sento entrare e uscire dentro di me sempre più velocemente, sento che è un’eccitazione che non riesco a contenere, vorrei muovermi dimenarmi, ma lui è su di me mi blocca e non mi lascia girare.
Sale, sale quella sensazione di devastazione, ho bisogno anche io di avere qualcosa da lui così ci ritroviamo a 69, lo voglio dev’essere mio, voglio farlo godere come un pazzo, e come un pazzo si deve ricordare di me e delle follie fatte assieme.
Prendo in mano il suo pene inizio ad accarezzarlo con la lingua e piano piano succhio la punta come se stessi gustando un ottimo gelato, è mio ed ora non mi scappa lo succhio e continuo a succhiarlo fino a sentirmelo tutto in gola.
Lui e lì, gode e mi lecca il clitoride, ma non riesce a concentrarsi su quello che sta facendo perché quello che sta provando è molto più forte.
Non riusciamo a smettere di amarci, potremmo giocare così per ore, la nostra complicità e la nostra sintonia a letto credo sia qualcosa di unico.
Ma a tutto c’è un limite e come tutte le belle cose anche questa giunge a termine.
Spero che oltre a peculiari li trovi anche piacevoli. Per quanto riguarda, sia Cali che Silente le anticipo che avranno…
Interessante. Mi piace come hai caratterizzato la MacGrannitt. Inoltre trovo molto bello che tu abbia voluto sfruttare il personaggio di…
sarebbe bello se Gianna continuasse a rimanere incinta di suo nonno portando alla luce una bella e numerosa famiglia. Come…
Sono d'accordo. Ninfadora ha potenzialità enormi. Prossimamente vedrò di dedicarle un altro racconto.
ci sono altri episodi ?