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Racconti Erotici Etero

004 Valeria e i guardoni 5

By 2 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

V ‘ Capitolo
Facciamo amicizia con Carlo, Sante, Francesco e il Vecchio guardone

Gio e Vale hanno scoperto l’esibizionismo e quanto sia divertente frequentare spiagge dove &egrave possibile prendere il sole nudi. L’esibizionismo &egrave un nuovo mondo ancora da esplorare, pieno di sorprese divertenti come quando, in autostrada di ritorno dal mare, possono provocare i camionisti che incontrano casualmente. Alla vista di un TIR Valeria si toglie la gonna e resta solo col costume, poi Giovanni sorpassa lentamente gli autotreni restando con l’automobile affiancata alla loro sinistra ad aspettare i frenetici colpi del clacson, le urla ed i fischi del conducente. Niente però li eccita come la ‘magia del bosco’, perché &egrave bello fare sesso all’aperto, tra il profumo di resina, i cespugli bagnati, i fiori, l’erba calpestata e odorosa. &egrave stupendo esibirsi e nell’ultima ‘uscita’ ci sono state eccitanti novità. Andando al solito posto, lo stesso giorno della settimana e alla stessa ora non rischiano più di rimanere da soli, come spesso accadeva all’inizio dell’avventura. Da qualche settimana trovano regolarmente i voyeur ed in numero sempre maggiore. Ma la vera novità &egrave il biglietto, lasciato piegato in quattro tra il cruscotto ed il tergicristallo con su scritto semplicemente ‘grazie amici’. Valeria &egrave eccitata ma anche preoccupata ‘Si mi piace’ dice ‘ma siamo in una città piccola, se si viene a sapere questa cosa addio reputazione’ e continua ‘se sapessi che questi voyeur sono persone serie sarei più tranquilla’. Giovanni risponde ‘se non li conosciamo come faccio a dire se sono o no seri, certo hanno un vizio, sono voyeur, comunque giovedì prossimo, scriviamo noi un biglietto per loro e lo lasciamo sul tergicristallo’ Vale lo guarda scettica ‘e cosa ci scrivi’ sbotta ‘la sai che non voglio che loro sappiano che ci piace, meglio se credono che sia tutto casuale’ Giovanni insiste ‘non diciamo scemenze, hanno capito benissimo che non &egrave casuale, come puoi non accorgerti di tutti quei guardoni intorno a te? ‘ Vale abbassa gli occhi ‘&egrave vero, anche una scema li noterebbe’ poi dice ‘va bene, proviamo e speriamo che non fai casino se no io smetto subito’.
Il giovedì sono alla pineta di San Andrea, sopra la città. Arrivano molto in anticipo sulla solita ora, preparano il sedile dell’auto e mentre Vale si spoglia Giovanni, prende il messaggio scritto su un foglio piegato in quattro e l’appende in bella evidenza al tergicristallo del lunotto posteriore. Ha scritto ‘ciao, se vi piace guardare a noi piace esibirci, vorremmo fare amicizia. Mi chiamo Giovanni, se siete d’accordo scendo dall’auto per parlare’. Ha il batticuore e sale in auto, Valeria &egrave magnifica con le calze autoreggenti e la canottiera cortissima. Lui &egrave pronto in un baleno giusto in tempo per vedere tre uomini avvicinarsi lungo il viottolo tra gli alberi, poi però si fermano e aspettano. ‘Se non cominciano non si avvicinano’ dice Vale ‘mettiti lungo e poggia la testa sul cuscino’. Giovanni ubbidisce, lei gli va sopra e poggia le ginocchia di fianco a lui, poi si gira ed accende la torcia posizionata alle sue spalle. &egrave china sopra di lui con la schiena curva, una mano sul sedile e l’altra ad accarezzare le tette sotto la canottiera. ‘Che belle’ sussurra Giovanni ‘voglio baciarle’. Vale alza la canottiere e lui afferra i seni con le mani. Vale si curva ancora finche lui lecca i capezzoli prima piano poi stringe le tette tra le mani e scuotendo la testa passa velocemente la lingua da un capezzolo all’altro. I tre voyeur sono già incollati ai finestrini e dopo qualche minuto uno picchietta piano con le nocche sul finestrino. Giovanni lascia le tette e guarda verso di lui che gli fa un cenno di saluto al quale risponde agitando la mano, poi saluta anche gli altri due che rispondono. Il primo guardone gli mostra il biglietto e gli fa cenno di scendere. ‘Vado a parlarci’ dice Giovanni e si sfila da lei. Vale spegne la luce e vede i tre uomini allontanarsi di qualche metro, ‘sei sicuro che ti puoi fidare? Sono in tre, se ti danno una botta in testa poi mi prendono e a turno mi fanno un culo così’ Giovanni si infila i pantaloni ‘non ti preoccupare’ dice. Valeria si stende sul sedile e risponde ‘mi preoccupo per te perché io non le piglio le botte per difendere l’onore’. Giovanni la stuzzica ‘allora concederesti il tuo bellissimo fondoschiena’ Vale risponde seria ‘io non concedo niente, ma se torno a casa con un occhio gonfio e un labbro spaccato quale scusa mi invento, il culo anche se te lo rompono nessuno lo vede’ Giovanni si infila le scarpe ‘la tua logica e sempre perfetta’ dice ed esce di corsa per evitare la scarpa tirata da Vale. Guarda verso le tre figure e con tutti i sensi all’erta si incammina verso di loro. Valeria alle sue spalle chiude la sicura centralizzata delle portiere che, nell’assoluto silenzio del bosco, sembra lo scoppio di un petardo. Giovanni sussulta e pensa ‘fa la spiritosa ma ha una bella fifa’. Quando arriva esordisce con un semplice ‘ciao a tutti’. I tre uomini rispondono imbarazzati, quello massiccio, sulla cinquantina, parla per primo ‘io sono Carlo, lui e Sante e lui e Francesco, sono già un po’ di volte che noi si capita qua, siete forti’. Giovanni capisce che i guardoni sono imbarazzati quanto lui e domanda ‘Grazie, siete solo voi tre?’ Francesco, piccolo e mingherlino, interviene ‘siete in anticipo, di solito arrivate più tardi, noi siamo del posto e gironzoliamo nel bosco, sai qua vengono tante coppie’ poi come se avesse capito il senso della domanda in ritardo aggiunge ‘ah.. ma fra poco viene il vecchio e anche altri, ho sentito per telefono Giorgio, lui viene ma per giungere qua deve fare trenta minuti di macchina’. Giovanni &egrave curioso ‘ha capito ma tutti quanti siete?’ &egrave la volta di Sante a parlare, fuma nervoso e ad ogni tirata la luce rossastra delle sigaretta accesa gli illumina il volto ‘tanti, anche troppi, una bella figliola come quella’ e indica l’auto con la testa ‘una che non spegne la luce e ti lascia guardare . .’. Interviene Carlo ‘sai tra di noi prima o poi si finisce per conoscerci tutti, un po’ come tra i cacciatori’ e aggiunge ‘nel nostro giro non si parla d’altro, molti non ci credono, ma tutti vogliono vedere con i propri occhi’ Sante riprende ‘dovevamo stare zitti e godercelo prima noi lo spettacolo, ora c’&egrave troppo casino, con rispetto parlando, con troppa gente non ti fai una bella sega’. ‘Capisco’ dice Giovanni ‘ ecco noi ci divertiamo e non poniamo limiti al numero delle persone, però . . insomma, vorremmo che la cosa rimanesse solo tra noi e dei veri voyeur, come dire, senza troppe chiacchiere in giro, lei non ha piacere che la cosa si sappia’. ‘Ma certo che potete stare tranquilli’ dice Carlo ‘con noi il vostro segreto &egrave al sicuro come in una tomba.’ Giovanni continua ‘la mia ragazza ha timore che vi facciate un idea sbagliata sul suo conto’ Carlo risponde ‘no, no assolutamente, lei &egrave bellissima e noi ci piace guardarla, ma siamo tutte persone serie, con una famiglia ed educate, che le portano rispetto’. In quel momento sentono i passi veloci nell’erba di un uomo che si avvicina correndo e si girano tacendo di colpo, poi parla Francesco ‘tranquilli e il Vecchio’. Il vecchio &egrave un uomo grasso con una gran pancia, sembra oltre i sessanta e tira un gran fiatone. Si appoggia ad un albero e sbuffa ‘ciao ragazzi, cazzo ho fatto dardi, che mi sono perso? Belle Tette ha gia fatto qualche numero dei suoi?’ Ha un attacco di tosse ma continua subito ‘cazzo se quanto &egrave bona, una grandissima fica, ve lo dice uno che, modestamente, in cinquanta anni né ha viste di belle zoccole al lavoro. Belle Tette non &egrave solo bona &egrave anche una maiala di prima classe, altro che seghe, con lei a furia di sborrate allaghiamo tutto il prato, alla mia età solo lei mi fa . . . ‘ si accorge dei gesti degli amici e interrompe l’arringa, guarda Giovanni e dice ‘um mn . . lui chi &egrave? Uno nuovo?’ Sante lo zittisce ‘per stasera con le belle figure siamo a posto, ora stai zitto, ti spieghiamo dopo’ e continua ‘senti amico possiamo usare le nostre torce? A volte nell’ombra non si vede bene’ Giovanni risponde ‘non so ma penso di si, sentite &egrave tardi, questo &egrave il numero del mio cellulare, sentiamoci domani e parliamo con calma, ora torno dentro’ passa un biglietto con su scritto il numero di telefono e nome e mentre torna all’automobile sente il gruppo vociare e la voce roca del vecchio che alza il tono ‘o che cazzo e chi se lo immaginava! Che ho detto di male poi, cazzo, in fondo sono complimenti . . ‘

Capitolo VI ‘
Fiat lux

Valeria alza la testa e dice ‘avete finito con i convenevoli? Che accidenti vi siete detti? Ancora un po’ e comincio da sola’ Giovanni si spoglia ‘potevi farlo, sai anche a me piacerebbe, intendo dire guardarti da fuori come gli altri, sai si divertono molto e ti giudicano molto bella, ti chiamano Belle Tette’ Vale lo guarda ‘che maiale’ dice ‘pensi solo al tuo divertimento, certo, che importa se io resto sola, in macchina al freddo, basta che mi spoglio e faccio cose indecenti per fare divertire uomini sconosciuti’ Giovanni malizioso ribatte ‘non ho detto che tu devi stare in auto da sola’ Vale lo pizzica forte su un braccio ‘Levatelo subito dalla testa, porco!’ Giovanni si scosta con una espressione di dolore ‘haio . . ferma’ dice ‘scherzo &egrave tanto per dire. Vale lo guarda in cagnesco ‘lo so che ti piacerebbe fare un orgia maiale, dimmi subito cosa vi siete detti’ Giovanni risponde ‘come ti ho detto ho conosciuto quattro voyeur e ci siamo solo scambiati il numero di telefono, mi sembrano brave persone’. Lei accende la torcia elettrica e dice ‘brave persone in pubblico con un vizio da maiali in privato’. Afferra con la mano l’uccello e ci si accomoda sopra ‘come noi del resto, basta che il privato rimanga tale’. Giovanni scivola in quel calore meraviglioso e Vale entra in quello stato di grazia che si manifesta solo nel bosco. &egrave una magia che la prende e la solleva per poi precipitarla verso l’uccello eretto fino a quando penetra in lei fino alla base, si inarca malignamente in avanti per offrirsi bellissima a chi da dietro guarda. Le grosse tette ballonzolano davanti alla faccia di lui che ricomincia a leccare e succhiare. Giovanni sbircia da sotto verso il lunotto posteriore, sul corpo di Vale corrono piccole luci mentre i guardoni si accalcano con le facce al finestrino. Sono molti di più dei quattro con i quali ha parlato, segno che i ritardatari sono arrivati. Passa un braccio intorno al collo di Vale, la tira a se e gli dice ‘gli piaci moltissimo sai, li fai impazzire e si masturbano mentre ti guardano’ Vale non risponde ma emette un lungo sospiro di piacere. Giovanni dentro di lei sente la reazione alle sue parole, la vagina si scioglie in una vampata di calore umido. Lei si muove su e giù a smorza candela. Giovanni osserva, il chiarore delle tante torce elettriche gli consente di vedere nel buio quei visi con occhi che ardono di desiderio ed espressioni cariche di libidine. Alcuni hanno indosso passamontagna neri che gli conferiscono un aspetto poco rassicurante. Vale cavalca scatenata sempre più forte, ansima, poi si ferma con l’uccello dentro, si masturba il clitoride e il corpo ha piccole contrazioni. Giovanni, con la bocca lecca e succhia le tette, sente l’uccello pulsare e rispondere a quelle sollecitazioni. ‘Fermo non ti muovere’ urla Valeria. Lui &egrave già immobile, piantato dentro, sente sul ventre le dita di Vale muoversi veloci e i muscoli della vagina contrarsi. Si ferma per qualche secondo, geme, poi continua ad agitarsi sul pene di Giovanni. Per un tempo indefinito lo cavalca, impalandosi sul pene, fino a che lo sfila per qualche secondo chinandosi in avanti ed alzando i fianchi. Lascia che i guardoni godano della vista del suo culo e della fica rosa e bagnata, poi prende di nuovo l’uccello con una mano e ci si accomoda sopra prendendolo dentro tutto. Si immobilizza, la destra puntata sul petto di Giovanni, la testa riversa all’indietro ‘Fermo, rimani fermo’ sospira. Porta la sinistra al clitoride, si masturba decisa, poi s’irrigidisce, lascia uscire rumorosamente l’aria dai polmoni con un lungo lamento di piacere e si accascia sopra di lui. Giovanni guarda verso i voyeur, sono lì beati, non hanno perso né un secondo, né una parola di quello spettacolo. Vale torna un po’ in sé e sussurra ‘umm. . né ho fatte due, ma la prima e durata fino alla seconda’. Con disinvoltura si gira ruotando sul bacino e mettendo in evidenza il seno che cattura su di se le piccole luci delle torce elettriche. Spegne la luce nell’auto, agita una mano e fa il cenno di ‘abbassare’ le luci. I guardoni, dopo qualche secondo di indecisione, spengono anche loro e si allontanano di qualche passo. Valeria torna ad essere se stessa e domanda secca ‘hai dato tu il premesso al branco di accendere le torce elettriche?’ Giovanni risponde ‘ho sbagliato? Mi hanno chiesto se potevano aiutare nell’illuminare, nelle zone d’ombra non vedono bene . . . ti infastidisce?’ Vale guarda verso il gruppo fermo vicino ad un albero ‘poveretti non vedono bene con quegli occhietti da maiali’ dice acida ma poi cambia tono ‘in fondo c’era da aspettarselo alea iacta est! Ora sanno che noi sappiamo, non c’&egrave motivo di fingere e allora Fiat lux. Almeno non mi devo occupare di spostare la torcia da un lato all’altro’. Giovanni si mette con la testa poggiata sul fianco della macchina e dice ‘anche questa sera sono venuti in tanti ad ammirarti, dovresti sentire che bei commenti fanno su te’ ma dentro di se pensa ‘altro che citazioni in latino, se Valeria sente i commenti indecenti o le frasi volgari del Vecchio mi scanna’ ma continua ‘sono troppo eccitato sto per venire da un attimo a l’altro’. Vale &egrave accovacciata sulle gambe, anche se ha gia goduto quella magica esaltazione ancora la avvolge. Si gira ad osservare i voyeur e dice ‘se sei cosi eccitato finisce che mi schizzi sperma addosso dappertutto’ con la destra gli accarezza l’uccello ‘mi accarezzo da sola e ti finisco con la bocca, così non sporchi, penso che la cosa piace anche ai nostri amici la fuori’. Si mette sulle ginocchia abbassa la testa e lo prende in bocca. Giovanni geme di piacere ‘ah . . accendi la luce’ dice. Vale accende la torcia elettrica direzionando volutamente il fascio di luce verso il suo sedere. I voyeur corrono al lunotto posteriore, alcuni rimangono a guardarla da dietro masturbarsi, ma i più si spostano veloci sul finestrino laterale dell’auto di fronte a lei. Valeria prende due cuscini ‘alzati’ dice ‘vieni più vicino al finestrino’ si mette così più alta e vicina a chi guarda in modo che possano godere ogni movimento delle labbra e della lingua sul pene. Si accende una torcia, un’altra, un’altra ancora, i cerchi luminosi si avvicinano al suo volto lentamente, poi il viso e perfettamente illuminato. Vale sospira, chiude gli occhi e succhia con passione. Nel farlo gira la testa verso i guardoni, porta il capo quasi poggiato sulla pancia di Giovanni, lecca, succhia e con la destra sposta i capelli neri dal viso, mentre con la sinistra si masturba. Il movimento della sua testa fa dondolare il seno che struscia sulla coscia destra di Giovanni. Lui ora vede solo la sua nuca ed accarezza i capelli. Osserva nella penombra i due al lunotto posteriore, hanno acceso una grande torcia che emette un intenso fascio di luce che illumina a giorno il culo di Vale. Tutti gli altri sono di fronte, i visi uno accanto all’altro, gli occhi spalancati, il naso quasi attaccato al finestrino. Guardano tutti la bocca di Vale che gusta quel sapore e ingoia l’uccello più che può. Solo pochi millimetri di cristallo li dividono. &egrave allora che nota come i guardoni siano su due file, quattro avanti tra i quali il Vecchio, Sante e due con il passamontagna. Tutti gli altri dietro, in seconda fila, dove le facce si perdono nell’oscurità, tutte meno una. Il viso di Francesco &egrave rischiarato da una leggera luce azzurrina, poi Giovanni nota il piccolo led rosso. Francesco ha in mano una telecamera &egrave riprende il pompino, in quel momento Vale viene per la terza volta lamentandosi, ma senza fermare il suo lavoro di bocca. Si stende di fianco poggiando il braccio sinistro sulla pancia di Giovanni poi si stira in avanti e prende il pacchetto dei fazzoletti di carta. Apre il pacchetto e sfila un fazzoletto, poi la apre fino a quando ha un quadrato di carta in mano. I due guardoni che le guardavano il culo ora si uniscono al gruppo e l’intenso fascio di luce lo sparano sulla faccia di Vale. Lei reagisce, si copre gli occhi con una mano, e gesticola di togliere quella luce troppo intensa. Dal gruppo si levano voci di protesta ‘e spegni ‘sto faro, non vedi che dai fastidio alla signorina’ la torcia &egrave subito spenta. Vale soddisfatta si stende a pancia sotto e riprende il suo lavoro, la sua guancia si gonfia quando l’uccello duro entra in bocca, poi lo lecca e lo succhia. Giovanni tiene le gambe larghe e lei con la destra gli carezza le palle. La luce delle torce riflessa illumina i volti dei guardoni e i loro occhi fissi su Vale sempre più stravolti. Giovanni sente l’orgasmo arrivare, una pulsazione incontenibile. Quando &egrave al culmine prende la testa di Vale e la tiene, inarca le reni e le infila l’uccello nella bocca con forza. Viene urlando e rantolando, le svuota in bocca tutto lo sperma che ha. Vale con la bocca piena emette un lamento di protesta ma continua a succhiare con cura meticolosa. Quando l’uccello comincia ad ammosciarsi, lo prende con due dita e l’appoggia sulla pancia di Giovanni poi alza la testa poggiandosi sul gomito sinistro. Vale prende in mano il fazzoletto di carta e col viso rivolto ai guardoni schiude appena le labbra per fare uscire lo sperma. Fuori dell’auto si sentono gemiti sussurrati e molti guardoni vengono a loro volta. Vale, soddisfatta, piega in due il fazzoletto e lo usa come un tovagliolo per pulirsi le labbra. Dallo spiraglio del finestrino getta il fazzoletto e il suo contenuto fuori dall’automobile e spegne con calma la torcia elettrica. Anche i voyeur, appagati, spengono le proprie torce e si dileguano tra i cespugli.

Capitolo VII ‘
i guardoni si masturbano

‘pronto Francesco?’- ‘si . . . pronto chi parla?’- ‘ciao, sono Giovanni’- ‘Giovanni ?. .’- ‘Ci siamo conosciuti ieri sera in pineta’- ‘ah a . . si ho capito, ciao’- ‘puoi parlare’- ‘ si certo parla pure’- ‘ho notato che ieri sera hai fatto una ripresa’- ‘oh si . . non &egrave che vi site arrabbiati se ho ripreso . .’- ‘lei non ha visto ed io non le ho detto nulla, però se una cosa cosi va in giro credo che s’incazza di brutto,’- ‘stai tranquillo &egrave per uso mio personale’- ‘sono curioso di vederla, posso?’ -‘si certo che puoi’- ‘ok, in fin dei conti &egrave divertente.’- ‘senti, però devo dirti che le riprese a volte’ ecco le vedo insieme agli amici che hai conosciuto ieri sera’- ‘ mm . . le riprese? Ma quante né hai?’ -‘solo un paio vostre e poi di altre coppie’- ‘interessante, senti quando ci possiamo vedere?’- ‘per me anche oggi pomeriggio alle 18,00 dopo che sono uscito dal lavoro’- ‘ok anche per me, porta il video e dimmi dove?’- ‘alla pineta, solito posto’- ‘va bene, vieni solo?’- ‘ho già appuntamento con il Vecchio, Carlo e Sante’- ‘per me va bene, cosi parliamo di tutto’.
Giovanni arriva che sono passate le 18 da dieci minuti. Nella spianata, come tutti chiamano il grande prato verde circondato dal bosco, nota subito le due vecchie golf e una Renault. I guardoni lo vedono e lo salutano con un lampeggio dei fari. Parcheggia e scende, comincia a fare buio, ‘ciao a tutti’ i quattro rispondono in coro e il Vecchio domanda ‘sei solo?’ Giovanni da un alzata di spalle ‘si stasera sono solo, vorrei vedere il video’. ‘anche noi’ dice ridacchiando Sante. Francesco prende la telecamera ed apre lo sportello laterale dove si trova una mini TV a colori e spinge play. Le immagini cominciano a scorrere davanti agli occhi di Giovanni, gli altri si mettono alle spalle sue e di Francesco. La prima cosa che lo colpisce sono i suoni. Nella macchina sono attutiti, nella ripresa sono acuiti, si sentono distintamente i passi dei guardoni che strusciano sull’erba, le esclamazioni, i fischi di commento, il vento che soffia. Le immagini ballano un po’ essendo fatte con la telecamera in mano ma sono chiarissime, nel buio la luce dentro l’abitacolo rischiara tutta la scena, Valeria &egrave di spalle il culo e le spalle magnifiche si alzano e abbassano flessuose sul pene gonfio ed eretto. Giovanni ha la bocca secca ed un erezione immediata, due teste nere passano davanti all’obbiettivo e si sente la voce di Francesco ‘che cazzo fate mi impallate’ e la voce roca del Vecchio ‘Carlo accendi la torcia illumina qua, il culo, oh guardate che pezzo di fica’. Sul corpo di vale si vedono correre i cerchi luminosi delle torce elettriche, due, quattro quando convergono sul sesso di Valeria sovrapponendosi ‘bruciano’ la ripresa sovresponendo proprio il punto di maggiore interesse. La ripresa scorre e Giovanni non può fare a meno di dire ‘&egrave bellissima’ il Vecchio commenta ‘e si, Belle Tette con rispetto parlando &egrave proprio un gran pezzo di gnocca’. Interviene Carlo ‘ti da fastidio se commentiamo? In fondo &egrave la tua ragazza’ Giovanni risponde senza staccare gli occhi dalle immagini ‘no non mi da fastidio, sentitevi liberi di dire tutto quello che vi passa in mente’. Sante &egrave tra i più diretti ‘allora amici io dico che Belle Tette ha un culo d’assalto, guarda come si muove, peccato non poterlo toccare’ il Vecchio ansima ‘dai amico chiedile se si fa toccare da noi’ Giovanni ha voglia di masturbarsi ma risponde ‘non so non abbiamo mai parlato di questo’. Il Vecchio sospira ‘magari fosse vero e quando mi ricapita una così’ e continua ‘comunque, anche col filmetto, con Belle Tette la mia onesta sega me la faccio anche stasera’ Sante ridacchia ‘con permesso anche io me la sparo ragazzi’ Infilano rapidamente una mano sotto le cerate che sono fatte con un rettangolo di tessuto e un foro tagliato per infilare la testa. In pratica sono dei lunghi poncho molto più pratici per masturbarsi di un paltò. Anche Carlo dal movimento sotto il poncho si masturba e dice ‘peccato non sentire anche il profumo, mi fa impazzire’ Giovanni domanda ‘il profumo?’ Carlo con gli occhi sulle immagini ed una espressione contratta di libidine risponde ‘si dai finestrini, quello spiraglio ci fa sentire la voce, i sospiri e il profumo di lei avvolge tutti’. Il Vecchio interviene, respira già affannato, ‘oh voi siete giovani ma a me quella scia di profumo nel bosco ricorda i calendari con le donne nude. Quelli che da ragazzo il barbiere ti regalava’ sospira e continua ‘dodici mesi, sei pin up nude, con le tette di fuori belle e grosse, ah quante seghe seduto sul cesso di casa’. Giovanni &egrave elettrizzato, non ha mai partecipato ed un incontro di soli maschi che si masturbano sfacciatamente, guarda Francesco che tiene la telecamera ‘tu vuoi . . . insomma, se vuoi fare come gli altri tengo io la telecamera . . ‘ dice. Francesco si schernisce ‘ah, no grazie, non ti preoccupare, io ‘ ecco, io mi vergogno quando ci sono gli altri, non mi viene, preferisco farlo a casa mia. &egrave il motivo della ripresa, poi la guardo tutte le volte che voglio, in pratica me la godo quando voglio’. Sante lo prende in giro ‘ma di che ti vergogni? Qua nessuno di noi passa per caso, siamo qui a rimediare ‘materiale’ per una bella sega’. Il Vecchio aggiunge ‘e questa qua’ indica con l’indice il televisore con le immagini di Vale ‘tra culo e tette ha materiale di prima qualità, ve lo dice uno che se ne intende’ Francesco timidamente risponde ‘piace anche a me, ma io preferisco godermela di notte, da solo e comodamente seduto in poltrona’ Sante lo canzona ‘chi non sborra in compagnia o &egrave un ladro o una spia’ Francesco chiude lo sportellino ‘allora me la guardo da solo’. Un coro di proteste si alza ‘e dai che cazzo. . sul più bello . . .non fare il permaloso’ Francesco riparte e si vede Vale in un’altra posizione. &egrave a pecorina e un fascio forte di luce le illumina cosce e culo da dietro, mentre si masturba. La telecamera la riprende sul viso mentre ha in bocca l’uccello e lo succhia. &egrave magnifica, ancora più bella e magica e Giovanni ha una esaltante sensazione di sdoppiamento. &egrave lui disteso a gambe aperte, ma potrebbe essere anche un altro, il viso perso nell’ombra. Solo il suo uccello &egrave illuminato ma gli sembra molto più grande di come solitamente se lo vede. Ora lui può osservare l’amplesso come i guardoni, &egrave dentro l’auto, ma anche fuori ad ammirare la bocca di Valeria. Il viso sembra ancora più dolce e più bello. Vale ha un orgasmo, il suo gemito registrato procura a Giovanni una scossa alla spina dorsale. Le gambe tornite di Vale sono scosse dai fremiti e si accascia sul plaid. &egrave stesa sul fianco, il viso rivolto a chi guarda e continua trasognata a succhiare. Si stira e prende i fazzoletti di carta. Due figure nere in controluce passano davanti all’obbiettivo, poi una luce forte ‘brucia’ per alcuni secondi il suo viso che esplode nel bianco. Si sente lei lamentarsi a bocca chiusa ed agitare la destra. Fa cenno ripetutamente di spegnere quella luce. Proteste registrate si alzano dal gruppo, coperte da nuove imprecazioni di chi ora guarda la ripresa. Giovanni sente i respiri degli uomini intorno a lui sempre più affannati e nel freddo della sera il calore dei corpi, accaldati dalla masturbazione fatta oramai senza pudore. Il pompino continua con ritmo crescente, poi Giovanni si vede venire, trema, rantola forte e spinge la testa di Vale sull’uccello mentre gambe e pancia sono scossi da contrazioni. Non si &egrave mai visto da solo durante un orgasmo e pensa ‘sembro morso dalla tarantola’. La scena &egrave come la ricorda ma &egrave eccitante vedere quello che vedono i guardoni, da una prospettiva diversa e notare particolari che solo loro hanno potuto vedere. La ripresa continua, Vale mentre succhia spreme l’uccello dalla base fino alla bocca con due dita e solo quando lo ha svuotato ben bene lo lascia delicatamente poggiato sulla pancia. Ha la bocca piena, lo si vede da come tiene le labbra serrate e le guance gonfie, si alza su un gomito e lentamente porta la testa sopra il fazzoletto di carta che tiene con la destra. La telecamera zooma veloce e stringe sulla bocca illuminata da molte torce elettriche, apre un poco le labbra rosse e invitanti e lo sperma brilla denso e bianco nella bocca. China in basso la testa lentamente, una sorsata di liquido denso esce pigro dalla sua bocca, lasciando uno spesso filo appiccicoso sul labbro inferiore. Per pochi, ma infiniti, secondi lo sperma cola appiccicoso su quel filamento, andando ad ingrossare la massa nel fazzoletto. Vale tiene la carta con la destra e con l’indice e il pollice della sinistra afferra il filo di sperma attaccato al labbro inferiore e lo spezza, pulendosi poi le dita su un lembo del fazzoletto. La telecamera registra i suoni dei lamenti dei guardoni intorno l’auto che vengono ringhiando. Le luci uno dopo l’altra si spengono e dopo una giravolta che inquadra il terreno la telecamera viene spenta. Anche nel gruppo che osserva la ripresa la masturbazione &egrave al termine. Il Vecchio ansima più degli altri e si appoggia con un lamento sordo al cofano dell’automobile. Dopo un po’ dice ‘ragazzi mi sono fatto un’altra sega, alla mia età rischio di tirare le cuoia’. Anche Sante e Carlo si sono masturbati e gettano a terra fazzoletti di carta sporchi delle loro sborrate. Sante &egrave il primo a parlare ‘sei un vero amico a farci guardare la tua ragazza’ e aggiunge ‘noi ci chiedevamo se . . ecco se ci fa fare qualcosa, magari come dicevamo prima si fa un po’ toccare, sarebbe molto bello’. Giovanni &egrave eccitato ‘non saprei non né abbiamo mai parlato’ Carlo interviene ‘sempre che tu sei d’accordo e a lei piace’ Giovanni ci pensa ‘posso chiederlo e vediamo cosa si può fare, l’idea a me piace’ Sante esulta ‘sei un vero amico!’.

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