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Racconti Erotici Lesbo

SILVIA E SIMONA

By 1 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho conosciuto Silvia in internet

Ho conosciuto Silvia in internet. Lei aveva letto qualche
mio racconto erotico e non aveva esitato a contattarmi per complimentarsi con
me. Naturalmente le avevo risposto con entusiasmo , dando vita ad una
corrispondenza maliziosa e divertente. Sapevo di essere molto piu’ matura di
lei , ma era proprio questo a stuzzicarmi , oltre al suo desiderio di essere
guidata alla scoperta del’ sesso
saffico. Lei desiderava proprio una donna matura , capace di stimolarla ,
eccitarla ed aiutarla a superare le proprie barriere , per carpire le gioie del
piacere tutto al femminile. Dopo diverse mail e molti tentennamenti , scoprimmo
di vivere a pochi chilometri di distanza . Il passo decisivo , che lei stessa
mi propose , era incontrarsi per un caffe’ , in un luogo pubblico e lontano da
ogni eventuale tentazione. Decidemmo per un bar del centro , nel tardo
pomeriggio .

Oggi sono molto agitata. Anche se devo incontrare Silvia in
un semplice ed anonimo bar , mi sento come una ragazzina al primo appuntamento.
Nelle mail che ci siamo scritte ci siamo confidate ogni sorta di segreto e di
desiderio , ogni fantasia , anche la piu’ scottante , anche la meno
confessabile ed ora dovro’ guardare in viso questa persona e cercare di non
arrossire. Mi consolo pensando che , probabilmente , anche Silvia e’ intimidita
quanto me e mi preparo con cura. Decido per una gonna corta , che metta in
risalto le mie lunghissime gambe , la abbino ad una camicia bianca , non troppo
abbottonata , afffinche’ Silvia possa ammirare la piega fra i miei seni
abbondanti . Indosso calze scure , autoreggenti , tacchi alti ed una giacca
nera.

Afferro le chiavi della macchina e , dopo un’ultima
titubante incertezza , esco di casa. Miracolosamente trovo un parcheggio
abbastanza vicino al luogo dell’appuntamento. Chiudo l’auto , mi tremano un po’
le mani , ma mi avvio verso il Caffe’ . Mi siedo ad un tavolino in veranda.
Intorno a me solo coppie di una certa eta’ ed anziane signore alle prese con
the, pasticcini e pettegolezzi. Dopo una decina di minuti, durante i quali
penso piu’ volte di abbandonare il tavolino e fuggire , lo squillo di un sms
sul cellulare . òSto arrivando Silvia’. Mi guardo intorno’ in modo quasi disperato. Ed
improvvisamente intuisco la presenza di Silvia. Alta, castana , i capelli
sciolti e lunghissimi sulle spalle , mi sorride , sorniona , mentre si avvicina
con sicurezza al mio tavolo. òCiao Simona, sono Silvia’. Un bacio sulla guancia
e presto il ghiaccio e’ rotto. E’ una ragazza solare , sorride spesso’ e con lei sorridono i suoi’ occhi , chiari , velati da lunghe
ciglia. Indossa un abitino cortissimo e quando accavalla le gambe anche il
cameriere non puo’ fare a meno di dare un ‘ occhiata maliziosa alle sue cosce
snelle e scoperte. Presto diventiamo grandi amiche . Solo le donne riescono ad instaurare
un rapporto cameratesco nel giro di cinque minuti. Sorseggiando il nostro drink
chiaccheriamo del piu’ e del meno, evitando , pero’ , gli argomenti di cui
tanto abbiamo parlato nella nostra corrispondenza segreta. Ci sentiamo
perfettamente a nostro agio ed il tempo passa velocemente. Dopo circa un’ora di
chiacchiere e di sincere risate , io lancio un’occhiata al mio orologio da
polso. Silvia capisce che vorrei chiudere il nostro incontro e si fa
decisamente sfacciata. Dice che , se io non ho nulla’ in contrario , potremmo continuare a parlare , magari a casa
mia , visto che lei sa perfettamente che vivo sola. Si tratta chiaramente di
una proposta indecente e vengo colta , per un attimo , da un pugno allo
stomaco. Questa ragazzina vuole fare sesso con me, questa ragazzina vuole
infilarsi nel mio letto. L’idea e’ certamente allettante e , dopo un minuto di
imbarazzo , la invito a casa mia. Silvia sale sulla mia auto e , mentre io
manovro per uscire dal parcheggio , gia’ sento la sua mano sulla coscia e la
sua voce , un po’ divertita e un po’ roca che mi chiede se voglio fare l’amore
con lei. Deglutisco , senza riuscire a risponderle. Altro che timida , ingenua,
desiderosa di essere svezzata. Silvia sa benissimo cio’ che vuole e con la
decisione e la sfacciataggine tipica dei giovani, mi sta eccitando senza alcun
pudore. Guido in uno stato pietoso , cercando di rispettare divieti e semafori.
La sua mano gioca sulla pelle fra la calza e le mutandine. Sento di essere gia’
bagnata. Ora il suo dito si insinua sotto la stoffa e tenta di entrarmi dentro.
La sento mugolare qualcosa, estrae il dito e lo lecca , lo succhia guardandomi
di sottecchi.

òE’ cosi’ che fanno le donne, vero Simona? Io voglio
imparare, voglio fare tutto con te e tu mi insegnerai vero.. e mi farai godere
tanto’

Sussurro un si’ che neppure io percepisco. Fortunatamente
siamo nel box di casa. In ascensore la piccola non smette di provocarmi , con
parole sussurrate alle mie orecchie. Sono eccitata in modo pazzesco. A stento
trovo la chiave e la infilo nella serratura . Ci chiudiamo la porta alle spalle
ed immediatamente aabbraccio questa ragazzina sfacciata e vogliosa. Lei
ricambia’ il mio abbraccio , le
nostre mani esplorano con ingordigia il corpo dell’altra , le bocche si cercano
e le lingue intracciano una danza fatta’
anche di sospiri e sussurri . Siamo ancora nell’ingresso e la mia gonna
e’ salita fino a scoprire interamente le cosce. Senza smettere di toccarla , la
guido verso la camera da letto. Se dobbiamo fare cio’ che desideriamo , tanto
vale stare comode ed evitare il soggiorno.

Silvia’ si
discosta per un attimo da me, ma solo per sfilarsi l’abito. Non indossa
reggiseno , solo un paio di minuscoli tanga. Le sue tette acerbe , ma gia’
tonde e dure si offrono ai miei occhi ed alla mia lingua. Mentre cerco di
liberarmi degli abiti allungo la bocca su uno dei suoi capezzoli. E’ scuro e
gia’ inturgidito dal desiderio. Lo stringo fra le labbra rubando a Silvia un
sospiro . La faccio sdraiare , le sfilo il microscopico slippino. Anche io sono
quasi nuda , le mie tette abbondanti’
si posano sulle sue , mi sdraio sopra il suo corpo acerbo. Fammi godere
Simona, fammi venire, ti prego, lo voglio tanto, tanto.

La bacio, di nuovo , le insinuo tutta la lingua dentro la
bocca, mi accoglie con ingordigia e risponde con il gioco della sua lingua.
Lascio a malincuore la sua bocca avida e scendo lentamente a leccare il collo
sinuoso, il petto , finche’ ritrovo il capezzolo scuro ed eretto che
desideravo, lo circondo di nuovo con le labbra, lo mordo dolcemente. Passo da
uno all’altro in una lentissima danza, una agonia del piacere che Silvia
gradisce molto, a giudicare dai suoi gemiti e dai sospiri. Sento che mi afferra
la testa fra le mani e la spinge piu’ in basso. La guida verso il pube. Vuole
essere leccata da una donna. Vuole sentire la mia lingua. E’ questo il motivo
che l’ha spinta a stare con me. Obbedisco , docile e mi abbasso verso il suo
ventre. Silvia apre le cosce e mi invita, con il suo gesto, a penetrare in lei.
Afferro delicatamente le sue labbra rosee , completamente depilate e le allargo
quel tanto che basta per insinuare la mia lingua in cerca del bottoncino’ pulsante . Lo lecco a lungo, dolcemente
, delicatamente , le strappo di nuovo gemiti di lussuria. La faccio impazzire
con la mia lingua lentissima, per nulla invadente , sento il bottoncino
indurirsi , sento Silvia gemere, sento le sue unghie sulla schiena . Dopo un
tempo infinito la considero pronta all’orgasmo. Afferro con decisione il
clitoride fra le labbra e succhio, mordo, muovo nel contempo la lingua ,
masturbo con lla bocca quel piccolissimo cazzo duro fino a sentirla gridare.
Percepisco la rigidita’ del suo corpo nel momento dell’orgasmo e subito dopo la
sento accasciarsi sul letto.Un fiotto di liquido mi bagna il mento, scendo a
leccare tutta la sua fica bagnata , la ripulisco da ogni umore mentre Silvia e’
come priva di sensi e si gode’
passivamente la mia avidita’. Ora anche io sono piu’ sicura di me stessa
e so che questo sara’ un pomeriggio indimenticabile. Senza smettere di accarezzare
il suo corpo nudo, afferro con abilita’ consumata il tiretto del comodino e ne
estraggo un paio di giocattoli dalle dimensioni notevoli. Li mostro a Silvia.
Lei sorride, maliziosa. Prendo uno dei due cazzi in lattice e lo lecco
spudoratamente davanti a lei , senza smettere di guardarla, passo la lingua sul
cazzo, lo bagno di saliva , lo succhio e le sorrido. Mi chino di nuovo sul suo
sesso , riprendo a stimolare il clitoride gonfio e voglioso. Con le labbra lo
risucchio nella mia bocca . Silvia ricomincia a contorcersi ed a godere ,
spingo dentro di lei l’enorme fallo in lattice. Lei e’ talmente bagnata che lo
accoglie con un dolcissimo sospiro e subito lo fa suo. Lo muovo ritmicamente
nella sua fica , senza smettere , neppure un istante , di succhiarle il
clitoride. Ora il cazzo e’ tutto dentro e la mia bocca continua a lavorare sul
bottoncino. Oh dio come mi fai godere, Simona.’ Una donna sa davvero come fare godere un’altra donna e tu,
oh dio, mi fai impazzire, Io vengo, godo,sborro.

La sento venire di nuovo , di nuovo la sento tendersi e
contrarsi , per poi abbandonarsi esausta sul letto. La guardo, sorride, sorrido
anche io. E’ venuto, forse , anche per me il momento di godere. Forse ora
Silvia e’ pronta per me, per abbandonare i suoi timori e farmi divertire. Ha
scoperto come ricevere piacere da una donna, ma ora deve impegnarsi per dare lo
stesso piacere. Mi denudo completamente e mi metto a quattro zampe sopra di
lei, Le offro i miei seni. Silvia afferra entrambi con le mani e prende a succhiarli
, prima uno poi l’altro. Io non smetto di eccitarla ed ora uso le dita. Le
infilo due dita nella fica bagnata e le muovo piano dentro e fuori. Silvia e’
una scolaterra diligente e presto impara a farmi impazzire mordicchiando e
leccando i miei grossi capezzoli. Ma questo giochino non mi basta e non fa che
aumentare la voglia di godere sempre di piu’. Mi muovo sopra di lei. Le offro
la mia fica , altrettanto depilata , mettendomi a cavalcioni sulla sua bocca.
Mi chino su di lei e riprendo a leccarla dilatando il piu’ possibile le sue
labbra. Sento che Silvia ha capito la lezione. Le sue dita dilatano la mia
micia bollente e presto percepisco dei timidi colpetti di lingua sul mio
clitoride. La lecco di piu’ e sempre piu’ profondamente. Silvia si fa meno timida
e mi penetra con la sua lingua . Godo. Godo in modo vergognoso, ma ancora non
mi basta. Afferro il cazzo finto , che era stato abbandonato sul letto e ,
piano piano, mentre lecco il suo clito, lo affondo di nuovo in fica. Silvia
cerca a tentoni l’altro cazzo e sento che lo avvicina al mio buchino’ fradicio.

Lo spinge dentro , tutto, si’, cosi’. Brava la mia ragazzina
inesperta. Entrambe’ usiamo il
cazzo per scoparci mentre continuiamo a leccare disperatamente il bottoncino
duro, a succhiarlo, a farlo impazzire. I gemiti, i lamenti ormai si confondono.
E’ un vero e proprio concerto di ansimi, di grida , di parole oscene sussurrate
e urlate, i liquidi escono da noi in abbondanza, andando a bagnare le
lenzuolaé.Il gioco prosegue senza sosta per un tempo che non so quantificare,
mi sento ormai spossata e senza forze quando percepisco il suono del
campanello. Chi puo’ essere a quest’ora. Non aspettavo nessuno.

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