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Palazzo Sofia: Causa ed affetto. Parte prima

By 29 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

** Palazzo Sofia: Causa ed affetto parte prima **

Rimasi a lungo nei miei pensieri, mentre la radiosveglia continuava a trasmettere una maratona di vecchie canzoni. Non mi ero mai sentita attratta da un altra donna ma l’esperienza con Anna, mi aveva aperto, un nuovo mondo, ricco di nuove e sfiziose novità.
Il mio corpo acerbo aveva conosciuto anche l’amore saffico e quella dolcezza e quella padronanza con cui solo noi donne riusciamo a destreggiarci. Sensazioni che da ora, consideravo essenziali per la mia vita. Dopo una doccia rigenerante, mi ritrovavo nuda davanti allo specchio ad ungermi il corpo per renderlo ancor più morbido ed invitante. Ma per chi lo stavo facendo? Il pisello di papi o generalmente il pisello dei miei amanti, non mi dispiaceva. L’essere posseduta e stretta da mani rudi e sgraziate mi facevano incendiare al solo pensiero. Ma Anna e le sue mani, la sua lingua…mio Dio. Il mio sesso bruciava, mentre il suo tesoro lentamente mi stava scendendo dalle cosce.
Mi fissai allo specchio.
I miei capezzoli si ergevano turgidi, mentre il mio corpo mi chiamava. Incominciai ad ungermi il seno, titillandomi i capezzoli. Ero fradicia.
La pelle del mio corpo sussultava al solo tocco. Guarda che effetto mi stava facendo il solo pensare ad Anna.
Iniziai ad accarezzarmi intimamente.
Il mio clitoride svettava tra le labbra, avido di sensazioni.
Iniziai a giocarci.
Oh come gli piaceva. Stavo godendo, affogata tra i brividi del mio solitario trastullo.
Iniziai a infilarci un dito, ma non mi bastava.
Due dita.
Sempre più veloce, sempre più veloce.
Ma che fame, non era ancora sazia.
Aprii gli occhi. Il flacone del deodorante poteva essere la soluzione.
Lo brandii.
Fradicia come ero entrò senza problemi, incominciai con un movimento sempre più veloce. La mia lingua correva tra le mie labbra. I capezzoli mi stavano per scoppiare. I miei occhi di nuovo chiusi mi portavano da Anna. Stavo per venire.
‘Anna… Guarda come mi hai ridotto… ‘ sussurrai
Un rapido colpo, di lingua su un capezzolo mi fece sobbalzare.
Sbarrai gli occhi.
La mia mano si fermò.
Agata mi stava di fianco.
Non mi ero accorta del suo arrivo. La radio ne aveva coperto il rumore.
‘Spero che non ti sia dispiaciuto’ mi disse abbassando lo sguardo.
‘Ma sei così bella, non ho resistito. Ti osservavo mentre ti stavi toccando…’
Era sincera, il suo timore assomigliava a quello di un bambino colto in fragrante davanti al barattolo delle caramelle.
‘No Agata stai tranquilla..’ Rimasi immobile con ancora il flacone parzialmente dentro di me. Non feci nemmeno per coprirmi.
‘Posso?’ Mi chiese candidamente indicandolo con lo sguardo
‘Ma… Si..’ Annuì senza nemmeno rendermi conto di quello che di li a poco sarebbe accaduto. Immobile come una statua.
Agata si inginocchiò, estrasse il flacone ed incominciò a leccarlo, poi con dolcezza lo infilò di nuovo dentro di me. Il suo movimento cantilenava tra un movimento verticale e uno parzialmente rotatorio. La fissavo mentre lei era totalmente presa dal darmi piacere. Incominciò a baciarmi con delicatezza il bacino, muovendosi lateralmente fino all’ombelico. La sua mano continuava a masturbarmi mentre la sua bocca mi donava superbe coccole.
Alzò lo sguardo.
Ci fissammo.
‘&egrave da tanto che ti desideravo…’ Esordì
‘Ma come…’le chiesi cadendo veramente dalle nuvole.
‘Si Sara.. Dalla prima volta che ti ho visto, da quando ci siamo parlate per prendere il posto di Susanna la tua ex coinquilina.’
Rimasi ad ascoltarla.
‘Non era semplice starti vicino, non sai quante volte mi sono accarezzata pensandoti, poi oggi sono entrata e mi sembrava di sognare. Trovarti nuda davanti allo specchio, accaldata. Straboccavi lussuria da ogni poro, mentre la stanza sapeva di te. Non ho resistito, ma mai avrei pensato che tu fossi una di noi. Ti sentito nominare una certa Anna. ‘
Avvampai.
‘&egrave la tua compagna?’ Mi chiese.
‘No…’ Non potevo rivelarle che Anna era l’eroina del mio primo rapporto omosessuale: ‘No &egrave una cara amica.’
‘Allora no se ne avrà a male se…’ Tolse il flacone e incominciò a baciarmi la fessura. Rapidi colpi di lingua sul clitoride mi facevano sobbalzare mentre le sue mani avevano raggiunto il mio sedere. Mi sentivo desiderata, rapita da quelle unghie piantate nella mia carne.
Mi stava facendo sua ed io ero incapace di oppormi.
Serrai le palpebre, mentre un suo dito aveva incominciato a penetrarmi da dietro. Pochi minuti e le scaricai in bocca i fiumi della mia lussuria.
Agata leccava avidamente. Mi sentivo stremata. La guardai era giunto il mio momento.
La spogliai. Il suo corpo era bello, sodo grazie alle molte ore passate in palestra. Il suo sesso completamente depilato, era perfetto. Le sue labbra rosa chiedevano solo di essere baciate. La feci coricare per terra. Mi posizionai sopra di lei ed attesi che la sua lingua cominciasse a lavorare sotto di me. Solo allora feci caso allo spazzolino di Mirko. Giaceva sulla base di ricarica. Lo afferrai pronto ad essere il mio asso nella manica. Mi avventai con il viso su quelle labbra rosa. Rimasi inebriata dal profumo del suo sesso. Iniziai a baciarla, la mia lingua a breve incominciò a torturare ogni millimetro della sua intimità. Gemeva. I suoi succhi mi stavano colando lungo le guance. Sentivo i suoi muscoli interni contrarsi, stava arrivando. Alzai solo la testa, brandì lo spazzolino elettrico. Lo accesi ed un sordo ronzio si insinuò tra i nostri respiri. Appoggiai la parte opposta alle setole sul suo clitoride e incominciai a stuzzicarla. Il suo respiro si era fatto sempre più frequente mentre i suoi gemiti erano quasi divenuti una sorta di ululato.
Continuai ad insistere. La sua lingua mi stava lavando il buco del culo, che stavo cercando di rilassare per permetterle una sorta di penetrazione.
Agata capì e mi infilò la lingua fin dove poteva. Incominciai a schiacciarmi contro il suo volto, bramosa di essere inculata nel profondo. Forse la stavo soffocando, intanto sentivo le sue mani stringermi sempre le chiappe. Le dita dei suoi piedi si muovevano nervose, stava arrivando. Non feci tempo a staccarmi da lei che un getto di lei mi colpì il volto. Non avevo mai visto ‘squirtare’ nessuna donna dal vero, solo una volta sul cellulare di un mio compagno ed ero rimasta meravigliata di una cosa del genere. Lasciai lo spazzolino a terra e mi tuffai su di lei dovevo assaggiarla. Il suo bacino si alzava da terra, guidato dalle contrazioni paurose del suo orgasmo.
Poi ad un tratto tutto finì.
Il silenzio.
Mi alzai di scatto dal suo volto.
La fissai.
Giaceva immobile. Le toccai un spalla.
Nulla.
Inizia a schiaffeggiarla delicatamente.
Nulla.
Era pallida come un morto, mi ricordai solo allora dei rudimenti di primo soccorso. Le alzai le gambe, pregando Dio che si risvegliasse.
Pochi istanti ed aprì gli occhi.
‘Come ti senti..’
‘Bene un po’ frastornata… Ma cosa &egrave successo?’
‘Sei svenuta…’ Le risposi
Fece per alzarsi. ‘Rimani ancora giù’ presi un asciugamano e glielo accomodai sotto la testa. Agata mi osservava.
‘Cosa e successo Sara’ mi chiese di nuovo.
‘Sei svenuta te l’ho già detto.. ‘
‘L’ho capito questo, no parlo dell’orgasmo. Non mi &egrave mai successo una cosa del genere…’
‘Vuoi dirmi che non avevi mai squirtato prima di oggi?’
‘Squirt’ che???’
‘Che hai spruzzato, in altre parole. ‘Indicai le piastrelle del bagno colpite dai suoi umori.
‘Ma sono stata io?’
‘Si.. Un po’ mi ha colpito il volto, ma il resto &egrave finito laggiù.
‘Davvero sono stata io? Ricordo solo che mi sentivo soffocare sotto di te, all’inizio era piacevole ma poi hai incominciato a schiacciare e non riuscivo più a prendere fiato, ho provato a farti male stringendoti i glutei ma tu mi schiacciavi ancora di più. Poi ho sentito un ronzio, l’orgasmo che stava arrivando, gg una sensazione di liberazione e poi il nulla. ‘
‘Scusami’ mi affettai a dirle ‘ non volevo ucciderti..’
Mi sorrise.
‘ Se tutte le volte che faremo l’amore finisce così, sarà meglio avere una scorta di sali..’
Le sorrisi io questa volta.
‘Lo rifaremo vero?’ Mi chiese dolcemente.
‘Si quando vorrai, dovremmo stare solo attente a Mirko’
‘Hai ragione. Sai cosa ti dico forse avere Mirko per casa sarà una rottura di scatole, ma l’idea di stuzzicarci di nascosto da lui un po’ mi eccita.’
‘Agata…ma cosa dici’ si sollevò mentre aveva preso colore. Fissò lo spazzolino di Mirko a terra. ‘Iniziamo subito.’ Raccolse lo spazzolino da terra e me lo passo tra le labbra ancora fradice dei miei umori. ‘Ora tocca di nuovo a me.. ‘ e se lo piantò fino quasi all’impugnatura. Lo annusò. ‘Perfetto’ e lo ripose sulla base di ricarica.
‘Tu sei una pervertita..’ Le dissi ridendo mentre ripensavo al dildo e a papi.
‘Io.. Sono quasi sicura che usi il mio intimo per masturbarsi’
‘Ma va..?’
‘Si una volta mi ero cambiata ed avevo lasciato il perizoma nel cestino della biancheria sporca in camera mia. Sono tornata dopo poche ore e per caso ho notato che non era chiuso bene. L’ho aperto per controllare e ho notato che il perizoma era sporco ma non solo di me.
‘Ma dai’
‘Si.. Tre belle macchie grosse collose grandi come due monete da due euro, si sovrapponevano a quelle dei miei umori.’
‘Ma non gli hai detto niente?’
‘Cosa vuoi che gli dica &egrave un uomo… &egrave un porco.’
‘Non tutti gli uomini sono dei porci’
‘Tutti..’
‘La loro porcagine ogni tanto gioca a nostro favore.’
‘No lascia perdere…&egrave una partita persa.’ Mi incalzò.
‘Hai mai fatto l’amore con un uomo?’
‘Si, quando ho perso la mia verginità con un amico di mio padre, il giorno prima dei miei diciotto anni’
‘Ma lo volevi… Non lo so sinceramente. Abbiamo brindato al mio compleanno in anticipo, ho bevuto un po. La testa iniziava a girarmi e senza troppi preamboli mi sono ritrovata in mano il suo ‘coso’. Tante volte avevo desiderato un pezzo di cazzo tra le mie cosce.. Ma sai con mio padre era un gran casino. Così mi sono detta ma vaffanculo.. Ho iniziato a masturbarlo un po’ , poi ho incominciato a succhiarglielo. Mi ha afferrato la testa ed a incominciato a scoparmi la bocca. Non potevo fare nulla ero un giocattolo tra le sue mani.
A dirti tutta la verità, essere presa così mi piaceva, sentire i suoi grugniti mentre mi imprecava contro di fatto mi aveva fatto bagnare. Mi sentivo finalmente donna, alla faccia di tutte le imposizioni di mio padre. ‘
Ascoltavo il racconto.
La sua espressione non lasciava trasparire nulla. Proseguì:’ Arrivò il momento della penetrazione. Incominciò a baciarmela ma i peli della sua barba mi davano fastidio. Il lavoro che mi stava praticando mi stava facendo godere, ad un tratto mi ritrovai un suo dito tra le chiappe. Tra lo spumante, i miei ormoni e l’agitazione per quello che mi stava per accadere non ci feci nemmeno caso. Il suo ‘coso’ si puntò tra le mie gambe. Il mio sesso, era pronto ad accoglierlo iniziò piano, poi un colpo secco.
Un strappo.
Il dolore sordo ed improvviso.
Lui dentro di me.
I suoi movimenti sempre più profondi.
Grugniti.
Imprecazioni.
Il mio respiro si faceva sempre più veloce ma non stavo godendo. Era diverso da come me lo ero immaginato.’
I suoi occhi si erano fatti lucidi.
‘Venne. Sul mio ombelico. Cercò di infilarmelo di nuovo in bocca, voleva farmi ripulire il suo ‘coso’, ma sinceramente vederlo sporco di sangue, dei miei succhi mi fece salire su un conato di vomito.’
‘Gli vomitasti addosso?’
‘Si.. Si incazzò come una bestia stava perfino per schiaffeggiarmi, ma poi il suo cellulare suonò. Era mio padre per lavoro. Riuscì così a rivestirmi e a scappare via. Girovagai per la città fino a sera.
Sentivo che avevo sbagliato..’
‘Non sei tu quella che ha sbagliato.’ L’abbracciai. ‘E lui che &egrave uno stronzo, un lurido bastardo; e da allora non hai mai provato nessun altro uomo?’
‘No. Non che non ne sentissi il bisogno. Mi sono sempre arrangiata come potevo, fino anche una notte con mia cugina ho conosciuto il piacere dell’amore saffico.’
‘Ti direi che forse ho una soluzione’ lanciai li sorridendole.
‘Se si tratta di qualche tuo amico, lascia perdere. Di appuntamenti al buio non ne voglio proprio sapere.’
‘Nessuna storia fissa, però mi devi lasciare il cento per cento di libertà ti devi fidare di me’
‘Ma tu ci sarai?’
‘Certo sarò sempre al tuo fianco’
‘Allora va bene.’
‘Ok ora rivestiamoci, io devo organizzare la serata’

Dopo la fatica cena , gli appuntamenti con Sara erano divenuti una routine. A volte ci sentivamo perfino al telefono in piena notte. Dolci sussurri che più di una volta avevamo portato a fugaci incontri alle quattro del mattino. Incontri ricchi di carezze e baci a volte fuori dalla porta, sul pianerottolo e perfino nell’ascensore. A Marco ‘papi’ il nostro triangolo non dispiaceva. Poteva finalmente avere moglie ed amante felici nello stesso letto. Infatti in più di una occasione Sara si era fermata a colazione da noi. Io vivevo tranquillamente questa nuova visione del sesso. L’essere bisessuale aveva i suoi pro; comunque andava potevo sempre godere e questa era la cosa più importante. Il problema era il vicinato. Si che la signora Rossi avrebbe taciuto, si faceva i fatti suoi nel vero senso della parola. Mirko, il coinquilino di Sara puntualmente la andava a trovare ogni qualvolta il marito scappava per andare a giocare a bocce con gli amici o a caccia. Il ‘becco’ però era un ‘tritaballe’. Sorprendere le sue vicine in momenti intimi…ci avrebbe di sicuro ricamato in tutto il quartiere. Rimanevano pur sempre i Gerani all’ultimo piano. Si che si vedevano poco in giro ed erano una famiglia abbastanza chiusa, ma avevano pur sempre le orecchie e gli occhi.
Dovevamo stare attente.
Proprio in quell’istante un’idea si instaurò tra i miei pensieri. Stasera Marco doveva lavorare fino a tardi, si poteva organizzare qualcosa con Sara. Di sicuro al ‘papi’ trovarsi la sua ‘bambina’ nel letto già calda non poteva che fargli piacere. Dovevo sentirla.
Mi avvicinai al comodino quando il mio cellulare trillò.
Lo afferrai.
Sul display la scritta Amore.
‘Ciao amore, ti stavo proprio pensando’
‘Anche tu.. Ah…ho capito stasera potresti arrivare intorno a l’una, ma non &egrave sicuro dovete spostare delle macchine e non sai quanto tempo ci metterete… Va bene ci vediamo dopo.. ‘
Nel frattempo l’avviso di un messaggio.
Chiusi la telefonata con mio marito e mi diressi sulla notifica del messaggio.
Era Sara.
‘Ciao dolcissima, stasera vorrei venirvi a trovare riesci ad organizzare con papi. Ho una sorpresa ;)’
‘Stasera il tuo ‘papi’ arriva tardi… Mi spiace. Se vuoi possiamo aspettarlo insieme… ;) sorpresa?? ‘chiesi incuriosita.
‘Si, una sorpresa per entrambi… Ma ti devo spiegare con calma ma ora non posso parlarti, ti chiamo più tardi. Cosa dici passiamo a prendere delle pizze o cinese ?’
‘Non lo so ci sentiamo dopo, e decidiamo chiamami per le sei prima sono dall’estetista.’
‘D’accordo … Kiss’
‘Kiss’
Pensai chissà cosa si &egrave inventata questa volta.

Il pomeriggio passò in un baleno mentre Elisa ,la mia estetista, continuava a lisciarmi e delinearmi. Solo ora la stavo osservando era davvero bella. Possibile, era da almeno tre anni che venivo in questo salone e solo ora mi ero resa conto di lei? Probabilmente qualcosa era cambiato.
Tutto era cambiato.
Il suo tocco gentile nell’adoperarsi vicino al mio sesso, aveva sortito un effetto imprevisto. ‘ speriamo che non se ne sia accorta.’ Pensai tra me &egrave me, mentre il mio viso di sicuro stava avvampando.
‘Va tutto bene Anna, mi chiese fissandomi’
‘Si..’le risposi incerta
Il suo sguardo diceva più di mille parole. Si era accorta che non ero del tutto indifferente a quelle involontarie carezze.
Carezze che lentamente si fecero sempre più volontarie ed audaci.
‘Va bene? Ti faccio male?’
‘No continua pure’ le sussurrai soffocando un gemito.
‘Rilassati’ mi sussurrò ad un orecchio. Abbassai le palpebre mentre una musica new age aumentava di volume e il profumo della colla calda ci avvolgeva. Il suo dito, incominciò a farsi strada tra le mie labbra, violando la mia intimità. Iniziò a penetrarmi delicatamente poi con maestria iniziò a solleticarmi un punto ben preciso. Pareva avesse sempre toccato il mio sesso. Elisa si muoveva come la padrona dei punti più sensibili e nascosti di me. Non le ci volle molto. Arrivai ed in quell’istante senti la sua lingua bere del mio nettare caldo. Mi fece arrivare di nuovo e poi di nuovo.
Che sublime supplizio.
Aprii di nuovo gli occhi mi stava sorridendo.
‘Anna devo finire perché tra cinque minuti ho un altro appuntamento, e non posso lasciarti a metà.’
‘Non mi sembra di essere rimasta a metà… ‘
‘La depilazione..
‘Oh scusa..’scoppiammo a ridere.’ Lei, visto che stasera mangiamo qualcosa con una mia amica, che ne dici di unirti a noi’
‘Non saprei, non ho avvertito mio marito. ‘
‘Prova a sentirlo mi farebbe piacere, poi mi sento in debito’ lanciai l’esca ammiccando.
‘Guarda lo sento tra poco verso le diciotto e trenta esce dal lavoro. Ti faccio sapere, ti mando un messaggio. Il numero dovrei averlo di la sulla rubrica.’
‘D’accordo se puoi ci troviamo verso le 21 da me, sai dove abito?’
‘Si se ricordo bene a Palazzo Sofia, quello in fondo alla strada dietro l’asilo dove vanno i miei piccoli’
‘Esatto’
Finimmo e ci salutammo rinnovando l’appuntamento telefonico.
Tornando a casa il cellulare trillò.
Lo afferrai e lessi ‘Sara’
Premetti l’auricolare.
‘Ciao …No non mi disturbi affatto… Allora raccontami….’

Mi parcheggiai.

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