Skip to main content
Racconti 69Racconti erotici sull'Incesto

Genero maledetto!

By 15 Dicembre 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

Genero maledetto!

Molti pensano che stare vicino ai figli sposati è poco consigliabile: solo seccature e litigi. Io penso invece che la cosa ha le sue convenienze, ci si aiuta a vicenda, ci si sente anche più tranquilli. Mi chiamo Bice C., ho 58 anni e con mio marito Luciano viviamo in una villetta bifamiliare: al piano terra stiamo noi, al primo piano mia figlia Licia e mio genero Fabio con la loro figlioletta Daniela.
Qualche anno fa, durante le vacanze, ci hanno svaligiato la casa. E, da allora, per evitare altre sorprese coi ladri, ci alterniamo nella casa al mare. Quando mia figlia e mio genero fanno le vacanze, io e mio marito restiamo in paese, e viceversa.
Quest’anno è capitato che mio genero, che lavora in una banca, era stato improvvisamente richiamato in servizio per delle urgenze, era tornato di corsa e senza preavviso, lasciando per qualche giorno la moglie al mare. Per cui quella mattina, salita su a casa di mia figlia per fare un pò di pulizie, non mi aspettavo certo di trovarci dentro mio genero, per di più in un momento imbarazzante, cioè proprio mentre usciva nudo dalla doccia, con la sua nodosa proboscide in bella vista.
Un po’ per la sorpresa di trovarlo lì, un po’ per l’impressione di quella vista, esclamai balbettando:
– Scu’. scusami, Fabio, non sapevo che fossi tornato!
Mio genero, sorpreso anche lui quanto me, cercò di coprirsi alla meglio, ma mi rispose con una certa disinvoltura:
– Oh, scusami tu, mamma, mi hanno richiamato in servizio all’improvviso. Spero che sia una cosa veloce, ho dovuto lasciare Licia sola con la piccola. Ma tu non ti preoccupare, fai pure come se io non ci fossi.
Aveva un bel dire che dovevo far finta di nulla. Dopo quello che avevo visto, ero a dir poco turbata, per non dire eccitata. Un cazzo così maestoso non l’avevo mai visto, o comunque me ne ero dimenticato. Mio marito, ormai sessantaquattrenne, disertava da almeno quattro- cinque anni gi impegni di letto, ed io me ne ero fatta una ragione reprimendo ogni tentazione.
Quella vista aveva risvegliato i miei bollori sopiti. E di quel turbamento mi meravigliai io stessa, che sono donna un po’ all’antica e a certe cose trasgressive non ho mai pensato.
Mi misi a fare i servizi di casa, ma il pensiero di quel grosso serpentone penzolante che avevo visto tra le gambe di mio genero non mi dava requie. Cercai di distrarmi, ma quell’immagine mi tornava ossessivamente alla mente. Mentre ero ancora presa da questi pensieri, sentii Fabio che mi diceva dalla sua stanza:
– Mamma, non ti affannare, non c’è fretta. Se vuoi, puoi tornare oggi pomeriggio. Tanto, io sarò al lavoro.
Mi sembrò che mi invitasse educatamente ad andarmene, forse voleva restare solo. Ma c’era qualcosa che mi tratteneva e, forse un po’ inconsciamente, gli risposi:
– Fabio, sì, finisco di pulire il salotto, poi magari torno più tardi.
In effetti indugiavo più del solito perché non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine conturbante della nudità di mio genero. Perciò, anziché lasciar tutto per tornare più tardi, estesi le pulizie al corridoio della zona notte e mi spinsi arditamente sino a sbirciare dentro la camera matrimoniale di Fabio e Licia.
La porta non era chiusa, era solo accostata e, cercando l’angolazione più favorevole, riuscii ad allungare lo sguardo all’interno. Ne restai folgorata, non immaginavo minimamente di dover assistere allo spettacolo di mio genero che, nudo sul letto, con quella superba verga in mano si masturbava vigorosamente.
Non avevo mai visto un uomo masturbarsi. Spiare l’altrui intimità era una cosa sconveniente, me ne rendevo conto, ma la tentazione era più forte di me. Mi accostai furtivamente e mi misi a spiarlo. Sentii subito che mi stavo bagnando. Avevo paura di essere scoperta, ma restavo incollata allo stipite della porta.
Non capivo più cosa mi stesse succedendo. Sono stata sempre una donna di sane tradizioni, non avrei mai pensato di desiderare il marito di mia figlia, anche se nei miei pensieri c’era di tanto in tanto qualche perversione.
Quando l’eccitazione mi divenne insostenibile, trovai la forza per allontanarmi, ma proprio in quegli attimi sentii che mio genero, giunto al culmine della masturbazione, delirava invocando nientemeno che il mio nome:
– Mmmm ‘. Mamma Bice ‘.. sììììì ‘.. Vieni, prendimi il cazzo in bocca che poi te lo metto dentro la figona ‘.-.
Quella invocazione mi sorprese e mi eccitò ancora di più. Restai ancora qualche istante ad ascoltare, poi scivolai via e dopo qualche minuto mi apprestai ad andar via. Dalla porta d’uscita esclamai a voce alta:
– Fabio, io vado! Ti saluto! Hai bisogno di qualcosa?-
Mi arrivò di ritorno una risposta un po’ affannosa:
– Oh mamma, sei ancora là? Aspetta un attimo, devo dirti una cosa’..-
Fabio uscì dalla stanza con l’asciugamano attorno alla vita e con il suo bel bozzo in evidenza:
– Pensavo fosse già andata via’. Ma giacchè ci sei volevo pregarti ‘.. siccome ho un fastidioso mal di schiena… se potevi farmi un piccolo massaggio ‘.. non vorrei che mi si in criccasse proprio ora che vado in ufficio’.
Avendo ascoltato i suoi gemiti avevo intuito subito che tipo di massaggio voleva, ma in quel momento mi scoprii ancora più perversa di lui. Feci finta di non capire e dissi:
– Ma certo! Figurati! … Andiamo, sdraiati sul letto e vediamo se riesco a darti un po’ di sollievo.
Parlavo con tono un po’ accigliato, ma dal rossore del mio viso e dal tremore della mia voce credo che mio genero intuisse il mio vero stato d’animo.
In camera da letto mi chiese rispettosamente se poteva sdraiarsi nudo sul letto a pancia in giù, io gli risposi che non ero nata ieri e che poteva mettersi come voleva. Si sdraiò sul letto ed io cominciai a massaggiare… e massaggiare …
Il fatto è che, più toccavo il suo corpo, più mi eccitavo. Stavamo in silenzio. Io massaggiavo le sue spalle muscolose e nel frattempo davo sfogo alla mia fantasia: pensavo ossessivamente al suo enorme arnese e immaginavo che lui me lo immergesse nella figa sino in fondo e che, non sazio, me lo ficcasse di forza anche in culo; anzi mi sorpresi a desiderare proprio di essere inculata da lui, cosa che giudicavo una maialata immonda e che non avevo mai concesso a mio marito.
Fu lui ad interrompere i miei pensieri libidinosi:
– Mamma, quanto sei brava con quelle mani! Come sei delicata, mi trasmetti dei brividi piacevolissimi!
Capii che il disgraziato cominciava a provarci e per tutta risposta cominciai a massaggiargli anche i fianchi e, un po’ distrattamente, il solco delle natiche. Vidi che cominciava a contorcersi, evidentemente la stimolazione si faceva più conturbante.
Con voce sempre più calda lui riprese a farmi il filo:
– Ma lo sai, mamma, che con quella sottoveste nera sei particolarmente attraente?!
Solo allora mi resi conto che, pensando che la casa era vuota, ci ero entrata con la mia sottoveste corta sopra il ginocchio, con le bretelle che mostravano tutte le spalle e lasciavano traboccare le tette. Pur essendo piuttosto schiva, non sono una donna da buttare via, la mia mercanzia non è disprezzabile.
Ormai la cosa era chiara, la tentazione era troppa. Del resto cominciavo a farmene una ragione: se lui insisteva, mi sarei lasciata andare, magari solo per una volta e poi mai più. Perciò risposi ammiccando:
– Cosa vuoi che possa essere attraente una donna della mia età! ‘ piuttosto tu sei bello atletico, aitante ‘. Fai venire certi pensieri!
Ormai lo massaggiavo spaziando su tutto il suo corpo, dai fianchi ai glutei e poi, passando le mani di sotto, alla pancia, fino al limite di toccare quel cazzone tanto desiderato.
Fabio non aspettava altro e, con una rapidissima torsione, si girò sotto sopra esponendo orgogliosamente il suo cazzo durissimo che vibrava nell’aria.
Era uno spettacolo! Non ho mai fatto un pompino a mio marito, ma quel sesso maschile giovane era troppo appetibile. Ebbi un attimo di confusione, poi, senza guardare negli occhi mio genero, mi fiondai con la bocca su quello splendido cazzo e cominciai menarglielo, facendolo scomparire per una buona metà.
Ero eccitatissima. Ormai avevo deciso di vivere un momento di follia e mio genero l’aveva capito. Del resto lui mi sembrava più eccitato di me e più porco di quanto troia io mi sentissi dentro quel giorno. Mandai all’aria ogni pruderie, anche nel linguaggio:
– Che bel cazzone che ha il mio genero!…. E’ vero che adesso lo metti nella figa della mamma?…. E’ vero che alla mamma glielo fai arrivare fino allo stomaco?..
Come mi erano potute uscire dalla bocca quelle parole? Ormai ero fuori di testa, andavo a ruota libera. Traducevo tutto quello che la mia fantasia mi faceva pensare quando ero sola nel letto e mi facevo un ditalino. Anzi mi ricordai proprio allora che una volta, ero ubriaca e mi masturbavo pensando che mio genero mi inculasse. E glielo dissi:
– Dài, che se fai godere la mamma, poi la mamma ti fa sverginare il suo culo…
Fabio restò sulle prime sorpreso da tanta disinvoltura, ma era anche lui eccitatissimo e fuori di sé e mi rispose con lo stesso ardore:
– Mamma ‘ tu non ci crederai ma sapessi quante volte mi sono fatto le seghe pensando di incularti! … e adesso sei qui col tuo culo meraviglioso… Sì, dai, mettiti a pecora che ti lecco la figa ed anche il culo’
Mi misi subito come diceva lui:
– Ecco, sono tutta per te! ‘. Sappi che questa figona non l’ha mai leccata nessuno… tanto meno quel coglione di tuo suocero che non mi scopa mai! Mentre io ho bisogno di tanto cazzo…. Meno male che adesso c’è la stanga di mio genero che mi fotte!
Mi prese con dolcezza e mi ficcò la lingua fino ad arrivare alla gola. Restammo un pò a baciarci e poi mi mise sul letto a formare un sessantanove che avevo da sempre sognato. Sentivo la lingua di mio genero che affondava nella mia figa mentre io con l’asta in mano gli leccavo i coglioni.
– Mamma, quanto pelo nero hai sulla figa… si arriccia fino al culo… Proprio come piace a me…. Ho sempre immaginato la tua figona proprio come ce l’hai… Dai, alza le chiappe che ti lecco anche il buco di dietro….-
-Oh… genero mio, come fai godere la mamma!… così… così…. leccami il culo che te lo lecco anch’io!
Lui andava con la lingua tra la figa ed il culo, io allo stesso modo tra il culo ed i coglioni. Ero come impazzita. Ogni tanto pensavo a quello che stavo facendo, ma la sensazione del proibito mi invogliava ad essere sempre più porca.
– Vieni adesso, fotti la figa della mamma … mi metto alla pecorina’ e leccami ancora un pò il culo.
Mi misi sulle ginocchia e mio genero, dopo che ebbe assaporato ancora il mio liquido, mi penetrò da dietro facendomi sentire tutto quel bendidio dentro la figa. Cominciò a fottermi mentre io assecondavo con colpi ben assestati la potenza che mi scaricava da dietro.
-Dai, fabio … fottiti la maialona di tua suocera … sborrami dentro ‘ io sono già allagata.
Raggiungemmo l’orgasmo in perfetta sincronia tra le urla e la lussuria. Eravamo proprio due porci. Dopo una brevissima pausa di rilassamento, riprendemmo a chiavare come scatenati e alla fine mi feci inculare. Ero vergine di dietro, ma il piacere di sentirmi devastato lo sfintere compensava largamente il dolore lacerante della penetrazione. Tanto più che, per distrarmi da quel dolore, mi titillavo il clitoride pensando che mi fottessero due uomini, mio genero dietro e un suo amico davanti.
Fu tutto meraviglioso. Ma appena mi fui calmata si riaffacciarono i complessi di colpa. Mi sentii un troia abietta, una madre degenere. Fabio si accorse del mio mutamento di umore e me ne chiese ragione. Gli risposi:
– Quel che abbiamo fatto è immorale ‘ Licia non si merita questo ‘.
Fabio cercò subito di confortarmi:
– Mamma, non è il caso di colpevolizzarsi tanto ‘ è successo, e ci è piaciuto ‘. Io voglio bene a Licia, ti assicuro che non l’ho mai tradita’
– Non ce l’ho con te, ce l’ho con me ‘. sono io che mi sono lasciata andare ‘. mi vergogno di me stessa ‘
Non so come mi venne l’idea di autoumiliarmi. Mi alzai dal letto, lo invitai a seguirmi e lo portai in bagno, mi sedetti sul wc e gli ordinai:
– Adesso fai quello che ti dico, pisciami addosso …-
Mio genero restò alquanto perplesso e mi guardò interrogativamente; lo fulminai con lo sguardo per significargli che facevo sul serio. Allora, visto che io insistevo, lui si prese il cazzo in mano e cominciò a pisciare nella mia direzione. Mi innaffiava come un idrante, mentre io le offrivo la faccia e le tette in modo da ricevere quanta più urina possibile. Quando lui ebbe finito, io, grondante di piscio fino nei capelli, gli dissi:
– Oh sì, così mi sento meglio, è la punizione che meritavo. Adesso la mamma ti pulisce il cazzo ed il culo con la bocca…
Gli era tornato duro e ricominciai a spompinarlo, poi gli leccai i coglioni e, allargandogli le gambe, spinsi la lingua sino all’orifizio anale. Che goduria annusare e sorbire gli umori fecali di quel mandrillone del mio genero! Poi tornai a succhiargli l’uccello infilandogli nel contempo il dito medio in culo. L’eccitazione di Fabio esplose in pochi minuti in una nuova sborrata che lui mi scaricò in parte in bocca, in parte sulla faccia.
Ora, con la faccia ricoperta di urina e di sperma, godevo a vedermi trattata come la peggiore delle troie, anzi traevo nuovo piacere dal farmi umiliare in quel modo. Maledetto genero! Mi aveva fatto scoprire quante inconfessabili perversioni avevo accumulato in tanti anni di perbenismo e di repressione. Ma ormai mi sentivo la sua schiava, avevo perso completamente la testa per lui!


roki_rae@hotmail.it

Leave a Reply