E così lei è qui per chiedermi dei permessi extra…professoressa
Mi chiedo come mai questa richiesta da lei che è così attenta e puntuale nei suoi impegni
Sei piombata nel mio ufficio con quel vestitino più corto ed aderente del solito
Sei piantata in mezzo alla stanza osservandomi timorosa
Sai bene che questo genere di richieste non vengono mai accolte
Eppure ci provi, sfoderando tutta la tua capacità di persuasione
Lo sa, vero, professoressa che questa sua richiesta di avere un pomeriggio libero ogni settimana, non è il genere di richiesta che si può soddisfare
Ora sono in piedi di fronte a te, vicino, molto vicino
Puoi sentire il mio odore
Puoi sentire il mio respiro
Tenti di sfuggire al mio sguardo inquisitorio
Lo so signor vicepreside – balbetti – Sono disposta a fare straordinari negli altri giorni se necessario
Volgi lo sguardo sulla scrivania
La sua disponibilità non può ridursi agli straordinari professoressa
Glielo leggo in faccia che il motivo è di quelli a cui non saprebbe rinunciare
Arrossisci degluttendo a forza adesso, girandoti verso la porta chiusa mentre la mia bocca è ormai così vicina che quasi la senti sfiorarti il viso
Le mie dita iniziano a scorrere sul collo lungo il colletto della camicia.
Ebbene professoressa, cos’ha da dire per giustificare la sua richiesta? Quello che mi ha detto è un po’ troppo vago, non crede?
Le mani scivolano lungo i fianchi adesso e sei paralizzata
Sai bene che il tuo vicepreside è un abile negoziatore e i suoi perversi giochi ti hanno condotta più volte a far cose al limite della decenza
Signor Vicepreside … balbetti qualcosa cercando di rafforzare la tua scusa….
La mia mano scende sotto la tua gonna adesso e la solleva accarezzando le cosce nude
Allora professoressa…ha a che fare con questo la sua richiesta?
E la mia mano stringe la tua figa strizzandola e strappando via il perizoma
Sobbalzi e fai un salto indietro
Ma signor Vicepreside … cosa dice? come si permette? Io…lo sa…io sono …
Sei una puttana…professoressa…lo sento dall’odore della tua figa che è qui impresso su questo straccio – lo annuso e te lo passo sulla bocca
Mi allontano e mi siedo sulla poltroncina che è nell’angolo lettura del mio ufficio
Bene professoressa, se vuole avere il mio permesso dovrà guardagnarselo
Signor vicepreside, ma mi spetta, è nel contratto!
ME NE SBATTO DEL CONTRATTO PUTTANA, VIENI QUI E TIRAMI FUORI IL CAZZO
Ma…signor vicepreside cosa dice…io non sono….
LO SEI, LO SEI…LO SEI PUTTANA … ADESSO INGINOCCHIATI E DATTI DA FARE
Rimani immobile in mezzo al mio ufficio per qualche secondo
Poi fuggi via mentre senti la mia voce
PUTTANA…SAI COSA DEVI FARE PER AVERLO…LA MIA OFFERTA E’ SEMPRE VALIDA
Gentile, ma dietro il racconto ci sono esperienze reali - sempre - con donne e maschi
anche le ascelle sono zone erogene
Racconto veramente eccitante! Ti prego, continua.
Grazie Anolinda per la segnalazione, a quale parte del racconto ti riferisci
Continua daiii eccitantissimo