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Racconti Erotici Etero

Esame all’università

By 9 Giugno 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Per motivi di lavoro sto studiando per avere una seconda laurea, così anche se ormai con una posizione di tutto rispetto all’interno di una nota multinazionale, la mia laurea con master e la vita privata e tutte le cazzate di contorno mi ritrovo a dover andare in facoltà con questi ventenni tutti uguali a fare gli esami.
La scorsa settimana mi presento puntuale per dare un esame che prevedeva una prova sui pc.
Sono fuori dall’aula in attesa dell’apertura e che arrivi il professore, l’atrio si anima di giovani e di ragazze con la pancia di fuori e le scarpe a punta, li osservo e mi sento lontano da loro anni luce; mentre rifletto sulle differenze tra loro e me vedo arrivare una morettina alta poco meno di me, circa 1,72, capelli lisci neri che arrivano a metà schiena, bellissime scarpe tacchi a spillo altissimi molto eleganti, un tailleur nero attillatissimo con la gonna che arriva poco sopra il ginocchio, un seno non grande, forse una terza che comunque è messo in rilievo dalla sua elegante mise. Ha la pelle olivastra, non si capisce se per via delle lampade o se è proprio la sua.
Appoggia la sua borsa di pelle di fianco a una sedia e si sedie davanti a me, dall’altra parte dell’atrio, quasi spontaneamente le faccio un sorriso, che lei ricambia gentilmente; deve avermi notato per forza, tra tanti jeans strappati e magliette colorate, sono l’unico in completo grigio e cravatta o passo per un professore anch’io o si capisce che sono fuori età; tant’è che quando mi si avvicina una coppia di ragazzi chiedo con distacco, proprio mentre lei mi sta fissando: ‘ragazzi chi è quel gran pezzo di gnocca seduto lì?’ e uno di loro: ‘è l’assistente del prof ”.
La cosa diventa intrigante, mi siedo su una panca esattamente di fronte a lei. Tiene le gambe unite, ma la gonna corta e stretta lascia intravedere il suo slip bianco.
Comincio a fantasticare di scopate con la tipa e il suo sguardo che ogni tanto incrocia il mio, la mia attenzione per le sue gambe liscie e il suo slip mi fanno avere un’erezione.
Mentre sono assorto nei miei pensieri arriva il professore che apre la porta dell’aula.
Mi avvicino e gli chiedo se posso sostenere subito l’esame per rientrare in azienda, acconsente e mi fa passare per primo, si avvicina la sua assistente, confabulano qualcosa poi si avvicina a me, fa per entrare nell’aula ma inciampa nel gradino cadendomi addosso.
D’istinto l’afferro con un braccio, l’altro la cinge sotto, ho la borsa in mano quindi allungandolo l’ho bloccata ma ci appoggia sopra le tette che sento essere sode. ‘Cavolo d’un gradino!’ esclama, ‘tutto bene si è fatta male?’; ‘no grazie tutto a posto’.
Entro dietro di lei, mi sculetta davanti, io ho ancora la mia erezione che dopo questo contatto è aumentata, sono dietro di lei di due passi, si ferma all’improvviso perché un foglio le è caduto dal registro che ha in mano e io le vado addosso, il mio cazzo si appoggia al suo culo.
Cazzo, penso, adesso è fatta, lei si gira imbarazzata, è rossa in faccia, io faccio finta di niente, ci scusiamo a vicenda. Si siede alla cattedra, io mi metto in prima fila davanti a lei.
Entrano gli altri ad uno ad uno, la cattedra è su un ripiano e quindi ho una perfetta visuale delle sue gambe e dei suoi slip, appena si muove vedo tutto, il cazzo è sempre più duro.
Comincio ad essere più sfrontato, ho lo sguardo fisso in mezzo alle sue gambe, non so se lo faccia apposta, però ogni tanto accavalla le gambe e poi le unisce lasciandomi a bocca aperta e cazzo duro.
Nel frattempo il professore spiega come fare la prova, poi la facciamo e io per tutto il tempo appena posso fisso lei e le sue gambe; quando finiamo andiamo tutti fuori, mi chiama per primo per l’orale, fatto, promosso con lode, faccio per alzarmi e nota che lei avvisa il professore che si assenta per un quarto d’ora per fare alcune telefonate. Io la precedo di qualche passo, alla porta mi fermo e gliela apro, ‘prego’, ‘grazie’ fa lei quasi sottovoce, l’affianco e le faccio ‘è stato l’esame più piacevole della mia carriera”,
‘cosa intende?’ fa lei
‘che non ho mai visto un’assistente così bella e attraente’
‘cos’è che diceva stamattina a quei ragazzi di preciso? Ho visto che parlavate e guardavate me’
‘ho chiesto chi era quel gran pezzo di figa davanti a me’
‘adesso mi sembra che lei esageri’
‘mi scusi, è che lei oggi mi ha fatto veramente girare la testa’
‘cosa vorrebbe dire’
‘che per tutto il tempo dell’esame ho avuto un erezione paurosa”, mentre le dico questo penso che non ho nulla da perdere a provocarla.
‘mi segua’ mi fa con tono imperativo
La seguo a distanza per godermi il suo sculettare, sale al piano dove si sono gli studi dei professori, apre con la chiave il suo, lascia la porta aperta, entro, ‘chiuda la porta a chiave’.
E’ appoggiata alla scrivania, mi si avvicina, mi prende la borsa e la mette giù, poi mi mette subito una mano sul cazzo che non si è mai smollato.
‘sa che anch’io ho fatto per un attimo strani pensieri, non mi succede spesso, però questa sua aria e questo suo modo di fare in mezzo a tanti ragazzini, non so cosa sto facendo’
Non le rispondo neanche, le metto la lingua in bocca, cominciamo a slinguare mentre le sua mano rimane sopra il mio cazzo e lo strofina piano.
Le tolgo la giacca, mentre ci tocchiamo dappertutto ci spogliamo nudi, le lecco le tette, mentre lei mi graffia con le sue unghie lunghe e ben curate la schiena, poi le bacio ancora, ci stacchiamo, le chiedo di succhiarmelo, si abbassa, spalanca le gambe e con la faccia davanti al mio cazzo lo prende in bocca, mi masturba quasi con violenza e tiene la cappella in bocca, ansima e con l’altra mano si accarezza la figa.
Non ce la faccio più voglio scoparla, ha un fisico perfetto e un culo rotondo e scolpito.
Riesco solo a dirle: ‘vieni qua’, la faccio sdraiare sopra la cattedra, le spalanco le gambe e le metto il cazzo nella sua figa bagnata, mi muovo pianissimo, voglio che mi senta tutto e che io possa sentire il calore della sua figa avvolgermi.
Lei si tira su, si avvinghia a me i nostri corpi si attaccano e si muovono e sudano, il mio membro entra ed esce ritmicamente, comincio ad aumentare i colpi, stiamo godendo, ci baciamo, sento le sue tette dure contro di me. ‘sto per venire’, ‘si dai, vienimi dentro, fammi sentire il tuo calore, non ti preoccupare prendo la pillola’ mi fa ansimando; aumento il ritmo fino a quando non esplodiamo insieme in un orgasmo intenso e prolungato. Si lascia andare sdraiandosi sulla cattedra. Io ho ancora il cazzo duro. Lo tiro fuori piano, è completamente bagnato, comincio a strofinarlo sul suo buchino, lei non dice niente, anzi sento che emette dei gemiti quando la tocco.
‘aspetta, che mi giro’, scende e si gira dandomi il culo allunga le braccia e inarca la schiena, sempre sottovoce mi fa ‘adesso inculami’.
Il tono della sua voce mi fa eccitare più della situazione, mi abbasso e le lecco la figa e il suo buchino, ogni volta che la mia lingua lo tocca lei quasi urla; ‘mi fa impazzire, dai ancora, ancora sul culo’.
La porcellina qui deve essere molto sensibile in quel punto, continuo la mia leccata, poi glielo spingo dentro in un colpo solo, lancia un urlo di piacere, non mi interessa neanche sapere se qualcuno può sentirci.
La scopo con violenza ora, lei sta gemendo, urlando, si tocca le tette, la figa, mi accarezza le palle, io le stringo le tette e le chiappe, le metto le dita in bocca da far succhiare, i miei colpi le provocano un orgasmo fortissimo accompagnato da un lungo gemito molto rumoroso, ‘che puttana che sei, dai continua ad urlare mentre ti inculo e ti sborro dentro’. La sua reazione è un ‘si’ basso e selvaggio, le sto sborrando dentro con tutta la forza che ho.
Ci buttiamo sulle due sedie uno di fronte all’altro.
Ha la faccia sudata e soddisfatta. Mi si avvicina e mi mette la lingua in bocca, poi ‘alzati e vattene’.
La sollevo e la siedo sopra di me, slinguiamo ancora e ci stringiamo forte.
Poi mi sollevo, mi vesto osservandola mentre molto lentamente si mette il suo slip bianco.
‘ci rivedremo?’ le faccio prima di uscire
”io sono sempre qui”
Apro la porta e vado via.

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