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Erotici Racconti

Uno schiaffo al cuore

By 12 Marzo 2017Febbraio 1st, 2023No Comments

‘Sei realmente una vera sgualdrina’ – m’hai annunciato tu idoneamente, più che giustamente esponendomi severamente la questione, avvisandomi aspramente e perfino bruscamente con derisione, con disprezzo e ingiuriandomi per farmi percepire in maniera simile in quella condotta, ammettendo dichiaratamente d’aver scopato con Lucio, poi in conclusione te ne sei andato.

Ebbene sì, Lucio per l’appunto, un coraggioso ingegnere che talora passa a trovarmi nella mia succursale, tenuto conto che lui è un gran bell’uomo, tengo inoltre a precisare, non tanto per l’aspetto fisico esteriore né per la bellezza in sé, giacché passa pure inosservato, ma per il lineare e per il semplice fatto che è fiero, garbato, gentile e magnanimo, in quanto ci sa fare, siccome si vede da come si presenta e nel modo delizioso e di belle maniere in cui posa gli occhi su d’una donna, infine proponendosi quando quest’ultima le piace.

Io di lui, se ben ricordi, te ne avevo già parlato tempo addietro, t’avevo esposto e riferito, in ultimo raccontandoti che la sua ricorrente visuale non mi lasciava per nulla distaccata né indifferente, e tu, forse per provocarmi e per sfidarmi ulteriormente m’avevi chiesto sollecitandomi se mi fosse concretamente piaciuto semmai farci assieme del sesso. Lui è venuto un venerdì sera nell’azienda dove io lavoro, perché dovevo fargli vidimare alcune pratiche per depositarle all’ufficio appropriato, insolitamente in quell’occasione stranamente non c’era nessuno, in seguito appena sbrigato le pratiche io gli avevo offerto amichevolmente da bere:

‘Sì, va bene, ci sto, rimango però a una condizione, se mi tieni però compagnia’ – aveva prontamente ribattuto lui.

Io nel frattempo guardavo attentamente le mie ricche sinuosità squadrando la maglietta, laddove i miei impertinenti e spudorati capezzoli erano ben individuabili e ben visibili nonostante il caldo, eppure in quell’occasione, per causa del suo sguardo irriguardoso e pure sfrontato, lui mi trasmetteva inconsapevolmente indirizzandomi prolungati brividi d’eccitazione e perfino d’anomalo e d’innaturale imbarazzo:

‘Devo esporti un fatto, ascoltami: io sono al corrente d’affascinarti, d’interessarti e di piacerti, perché l’ho già capito e fiutato per bene da come eviti i miei occhi quando c’è altra gente’ – ha affermato lui sorridendomi acutamente. 

‘Sei così sicuro? Adesso però, se puoi ben notare siamo rimasti da soli’ – ho risposto prontamente io punzecchiandolo sapientemente.

Lui si è avvicinato e senza dire nulla m’ha baciato, inizialmente è stato un bacio lieve, successivamente come un morso, perché la sua lingua inviava forti scosse tra le mie cosce che diventavano sempre più acquose, in seguito ha alzato la maglia liberandomi e scoprendomi il seno per molestarlo accuratamente e amabilmente con la bocca, mentre con una mano mi tastava le chiappe e con le dita dell’altra s’insinuavano progressivamente dentro di me. Io sono diventata ansiosa e impaziente, pure io l’ho assaggiato, spogliato e toccato, in quanto aveva un corpo asciutto con un cazzo da fare invidia. A quel punto lui m’ha fatto accomodare sul bordo della scrivania e con le gambe divaricate m’ha invaso penetrandomi con vigore. Io in quell’accalorata e pulsante circostanza non mi trattengo a lungo e cosicché vengo presto, molto intensamente ed energicamente, subito dopo lui appoggia la bocca tra le mie cosce per farcirsi le labbra del mio individuale ed eccellente orgasmo, che assapora degustandoselo tra l’altro golosamente, poi mi fa abbassare in ginocchio e m’infila il cazzo in bocca, tenuto conto che io acutamente lo faccio sborrare quietamente di gusto in tal modo, sì, per il fatto che mi faccio scopare pacificamente la bocca assaporando gustosamente in conclusione il suo denso nettare di vita, mentre lui successivamente gratificato brillantemente mi riferisce:

‘Sei davvero molto abile, pratica e valida, propriamente esperta, visto che sai correttamente come far godere un uomo’ – mi rivela alquanto entusiasta e vivacizzato, appresso lui mi bacia, mi sorride, si riveste e in conclusione se ne va. 

Anche tu però, mi dici sempre che io appaio e che sono a tutti gli effetti una donna da letto, dal momento che me lo hai confermato ripetendomelo di continuo fin dall’inizio della nostra storia, che sono perennemente pronta e disponibile, giacché io amo il sesso, tenuto conto che m’allieta e mi delizia notevolmente far l’amore. Sì, perché a dire il vero io con te ho fatto sempre l’amore, condito e servito con dell’ottimo e dello squisito sesso, senza barriere né impedimenti né limiti, anzi no, un limite però c’è: noi siamo amanti, perché siamo entrambi sposati, tutti e due ancorati e legati ad altre persone. Noi ci siamo sempre raccontati e rivelati come scopavamo con i rispettivi conviventi, un misto d’eccitazione, di fastidio e d’impiccio, ma anche d’incoraggiamento e in ultimo di stimolo, tuttavia senza farlo troppo notare. Sì, precisamente, perché ci siamo anche innamorati, in quanto non era soltanto il sesso e tu lo sai, giacché lo proponevamo e lo ripetevamo, perché la condizione e la situazione non poteva cambiare né evolversi. La frase ti amo, tu me l’hai detta sennonché poche volte, solamente quando ti sfuggiva e ti lasciavi andare, anche se il sentimento e l’impulso gocciolava manifestandosi da ogni nostro spontaneo gesto, mentre la gelosia e il sospetto si faceva sentire e perfino toccare, però andava bloccata, insabbiata e nascosta per bene. 

Noi due effettuavamo le nostre fantasie e i nostri ghiribizzi, questi ultimi sennonché compiendoli con i nostri rispettivi compagni conviventi, per poi narrarceli apertamente e fedelmente nei nostri seguenti incontri, dato che ci eccitavano considerevolmente e per tutte queste ragioni noi ne godevamo diffusamente, non so però esattamente se per disubbidienza e per inosservanza, oppure per crudeltà e per malvagità. Io t’ho detto e t’ho infine raccontato di Lucio, rivelandoti per dispetto, per rabbia e per ripicca, talvolta per farti anche schifo, sì, non lo nego né lo smentisco oggigiorno, per farmi dire puttana da te, con la collera e con lo sdegno d’uomo afflitto, ferito e travagliato nella fierezza e nell’orgoglio, nel senso dell’onore, da concubino amareggiato, inappagato e tradito. Un giorno, a bruciapelo, io mi sono apertamente e semplicemente chiesta alla sprovvista: si può ingannare e tradire l’amante raggirandolo? 

Io potevo mascherare, dissimulare e tacere tutto, nasconderti persino quell’avventura nata come una sfida, come una contesa nei tuoi confronti, però non l’ho fatto, perché tu mi ripeti e mi suggerisci sempre, anzi, mi proponi segnalandomi che noi due non abbiamo diritti né norme né principi l’uno sull’altro, perché tra di noi c’è e ci sarà sempre l’accordo, l’armonia e la concordia illimitata e totale d’assaporarcela e di godercela, fino a quando la faccenda continuerà e si conserverà, insomma fino a quando essa durerà. In tal caso perché fa così male, perché compaiono tutti questi patimenti? Quali sono le ragioni di queste sofferenze? Come mai e per quale motivo, tutto ciò è come uno schiaffo, uno smacco, una mortificazione, aggiungerei un’umiliazione al cuore? Bell’impresa accertarne e individuarne le cause, non è vero? 

Sì, perché a conti fatti, io devo realmente affermare, attestare e dare per certo che tu hai effettivamente ragione, a controvoglia e forzatamente devo però dichiararlo e sostenerlo, perché detto tra di noi io sono una donna di facili costumi, sono una puttana. 

{Idraulico anno 1999} 

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