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IO. FOTOGRAFO A LUCI ROSSE. PAOLA ROSSINI, FINALMENTE APPARE – CAPITOLO 4

By 31 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Alle cinque in punto il campanello squillò. La signora Rossini puntualissima era finalmente arrivata. “Sono Paola, la signora Rossini. Mi apre?” “Immediatamente! – risposi con tono ossequioso apprezzando però il suo tono confidenziale – La stavo attendendo…” Il tempo della risalita in ascensore e la donna apparve sull’uscio del mio studio. Feci fatica a nascondere il mio immediato apprezzamento per la donna che mi era apparsa. Bellissima e tutta da ammirare! La fantasia che avevo avuto poche ore prima che la immaginava nuda mentre parlava con me al cellulare si era realizzata! Non era però nuda, purtroppo! Rimasi per questo un po’ imbambolato. Lei se ne accorse, abbozzò un sorrisetto un po’ forzato ma fece finta di nulla pernon imbarazzarmi ulteriormente.

“Mi fa entrare, scusi? – disse lei evidentemente compiaciuta del mio mal celato apprezzamento nei suoi confronti – Da adesso ci diamo del tu, vero Fabio? O devo restare qui sul pianerottolo come una venditrice porta a porta di aspirapolveri?” “No, no, signora Rossini! Anzi… – aggiunsi evidentemente ancora intimidito dalla sua visione – Anzi, come d’accordo, Paola… Entra pure”.

La giovane donna continuò a sorridere e si infilò nell’atrio del mio studio fotografico guardandosi subito attorno con grande curiosità. Attraversando il breve corridoio passò in rassegna la serie fotografica dei miei più bei nudi femminili orgogliosamente appesi alle pareti. Non volle volutamente prestare attenzione a quegli splendidi corpi nudi. La molta attenzione che invece prestai io osservandola attentamente mentre mi passò davanti e si infilò nel corridoio che portava al salottino dove lei intuì io ricevevo gli ospiti ed i clienti. Passandomi davanti mi fece apprezzare il suo profumo. Buono! Intenso ma non pesante e volgare!

Vista da dietro era semplicemente favolosa e la sua camminata sulle scarpine tacco dodici pure. Il suo corpo era esaltato dall’elegantissimo ed aderentissimo vestitino che la fasciava tutta. Bianco, leggerissimo ed un po’ trasparente. Quanto fosse necessario per far intravvedere ma non mostrare. Non era cortissimo. No, non aveva scelto la minigonna da ragazzina quale lei non era più. Ma la gonna arrivava egualmente ben sopra le ginocchia. Da dietro, oltre al piccolo ma rotondissimi lato B, esibiva le due bellissime gambe che le sottilissime caviglie che avevo già notato con piacere avevano preannunciato. Lunghe, affusolate ed abbronzatissime. Nel lento ondeggiare non potei non scorgere, sotto il leggerissimo tessuto del gonnellino, il disegno che l’indumento intimo lasciava appena appena intravvedere. Da buon esperto e cultore di quel particolare indumento intimo femminile scartai per quella donna l’ipotesi del troppo chiassoso tanga ed optai invece per un elegante e candido perizoma appena un po’ eventualmente pizzato.

“Ehi! – esclamò lei prima di entrare nel salottino, girandosi di scatto e piegando di lato il suo bel volto sorridente – Mi sento osservata! Anzi, studiata! Finita la radiografia?” E questa volta scoppiò a ridere.

“Eppure qui ne passano di donne, penso… – aggiunse subito lei diventando seria – La collega che mi ha parlato di te mi ha però assicurato sulla tua particolare capacità. Oltre che alla tua indubbia professionalità, soprattutto nelle foto che hanno per soggetti noi femminucce! Comunque le ho viste, sai, quelle foto che tappezzano il corridoio! Artistiche, vero?”.

“Spero che ti siano piaciute! Ma io non fotografo solo donne! – volli subito precisare – Fotografo anche uomini…” “Ma va’ – esclamò lei evidentemente sorpresa – Non pensavo… Fotografi anche maschietti? E magari anche nudi? Anche loro si fanno allora fotografare nudi? – insistette lei scuotendo i lunghi capelli neri e ricci spalancando veramente sorpresa gli splendidi occhioni azzurrissimi – Non lo immaginavo proprio… Pensavo che il posare senza veli fosse un’esclusiva di noi femminucce. Sì, sì, però lo so… Lo sapevo però anche che certi uomini sono pure parecchio narcisi ed un po’ esibizionisti… Ma pensavo lo fossero solo nel privato… Nell’intimità, insomma… Si sa che le mogli talvolta giocano con i loro mariti… E condividono i loro desideri più strani!”

Mi piacque sentire quelle riflessioni fatte dalla signora a voce alta. Paola doveva essere indubbiamente una donna che sapeva il fato suo e piuttosto disinvolta nel farlo pensare a chi la stava ascoltando!.

Mi sentii autorizzato ad approfondire la tematica. “A me piace il bello oggettivo. Se lui è bello e vuole essere fotografato io non mi creo problemi. Come nel fotografare anche una bella coppia…” “Non capisco… – aggiunse subito lei ancora sinceramente incuriosita – Alcune coppie si sono esibite davanti alla tua fotocamera? Insieme? E tutti e due magari nudi?” “Sì, qualche volta è successo… Ma molto dipende dalla disponibilità della donna… Gli uomini hanno meno problemi! Siete più complicate, voi donne! Alcune di voi non reggono certe situazioni… E mostrarsi poi in certe pose non è proprio facile per loro… Soprattutto quelle più spinte e particolarmente erotiche…”

“Lo immagino! Siamo terrorizzate di essere subito scambiate per puttanelle dai nostri partner! Mariti, morosi o amanti che siano… E sono sicura che è il maschietto quello che nella coppia spinge di più la propria compagna in quelle situazioni. Soprattutto quelle più scabrose! Diciamo così? – concluse Paola sedendosi sulla poltroncina di fronte al mio divanetto – Sbaglio?” “Effettivamente…. – le confermai io – Certi uomini, soprattutto quelli sposati, hanno talvolta delle inclinazioni un po’ particolari…” “Sì. lo so i mariti sono spesso i più porcelloni! Anche la mia collega, ad esempio… Sì, quella che mi ha dato il tuo nominativo, ha dovuto adeguarsi…” “Non lo so di chi parli… – finsi indifferenza – Come anche tu hai detto sono venute qui parecchie donne e spesso sposate…. Con richieste diverse e spesso molto particolari… Al limite del proibito!”

Lei mi scrutò per un attimo. Poi sospirò. “Tu, come fotografo, dovresti essere per una donna come il ginecologo per la sua paziente donna!” “Più o meno… – risposi volutamente ambiguo, ma non troppo – Sono un professionista al servizio del cliente… Ci deve essere una certa partecipazione del fotografo maschio per una bella foto della donna che si fa riprendere…” “Capisco… – disse subito lei mostrando comprensione – Siete sempre degli uomini e le richieste possono essere talvolta un po’ particolari. E le donne che ve le fanno… – aggiunse con un sorrisetto – Insomma non sono pazienti e godono spesso di ottima salute!” “Appunto! – aggiunsi io sorridendo per tranquillizzarla – E spesso lo fanno alla ricerca di emozioni forti e per condividere le passioni segrete che i loro uomini hanno svelato loro… Magari a letto, sotto le lenzuola, dopo aver fatto l’amore…”

Come ha fatto la mia collega! – mi confermò Paola scuotendo di nuovo i suoi lunghissimi capelli ricci con tono di comprensione e rassegnazione – Il suo fidanzato la tormentava da tanto tempo…” “Tormentava? – chiesi io mostrandomi curioso e nello stesso tempo perplesso – In che senso la tormentava?”

Mi posso fidare di raccontartelo, vero?” “Certo Paola, se lo fai tu di tua volontà! Io sono serio sul lavoro….” “Insomma, lui era ossessivo e la assillava da parecchio tempo… – iniziò allora a narrare lei a voce bassa – Voleva riprenderla in una certa maniera…” “Intendi nuda? – le chiesi io senza esitare – Completamente nuda?” “Sì… – annuì con un filo di voce Paola – Ma lei non si fidava e non si fida tuutora di lui. Per la sua incapacità come fotografo e soprattutto per l’uso che lui avrebbe potuto fare di quelle foto! Tra amici ai maschietti piace talvolta fare le porcate. Come esibire la propria donna! Soprattutto se bella e naturalmente poco vestita! Per vantarsi della bellezza della propria preda!

Proprio per questo lei un giorno mi disse che, avendogli alla fine promesso di accontentarlo per una volta di farsi riprendere nuda, avrebbe preferito rivolgersi ad un serio professionista. E aveva aggiunto che si sarebbe rivolta a te. Al momento opportuno. Se doveva proprio farle quelle foto voleva che fossero belle, fatte soprattutto in un certo ambiente e in una certa maniera. Senza volgarità e con molta… discrezione.

Il suo compagno non avrebbe dovuto assolutamente essere presente ed a lui avrebbe regalato solo un paio di stampe delle foto da lei scelte. E gli originali avrebbero dovuto essere archiviati e protetti in qualche cartella inaccessibile nell’hard disk del computer del fotografo. Il tuo!”

Ho capito! – annuii mostrando condivisione – Un’ottima scelta! Internet è piena di siti particolari per soli uomini dove abbondano foto di morose e mogli nude. Non sempre queste sanno che ai loro uomini piace tantissimo esibirle proprio così! Insomma proprio nude! E così le loro donne sono assolutamente all’oscuro di essere mostrate nude ed essere viste proprio in quel modo da tanti maschietti! Puoi immaginare cosa provocano quelle foto in quegli uomini…”

Oh, lo immagino! Mi risparmi i particolari o vuoi illustrarmi tutti i particolari dell’autoerotismo maschile? – mi interruppe Paola stizzita – Queste cose mi atterriscono e nello stesso tempo mi infastidiscono tantissimo! – esclamò ancora lei – Sono qui anche per questo… E lei, la mia collega, l’hai sentita? E’ venuta a trovarti? L’hai vista?”

Mi dispiace, Paola, ma questo non posso proprio dirtelo… Non so se lei lo gradirebbe….” “Capisco! – replicò subito lei evidentemente confortata dalla mia discrezione così dimostratale – Ma scusami ancora, ma sono molto curiosa come tutte le donne!” “L’ho capito… – aggiunsi io sibillino – Ma ripeto che senza l’autorizzazione della modella non sono disponibile a fare neanche uno scatto e neppure soprattutto dopo senza il permesso della stessa non stampo ed archivio nulla. E naturalmente non fornisco alcuna informazione a nessuno… Amiche e colleghe comprese! Capito?”

Le sorrisi e non dissi altro.

Fu lei che riprese a parlare ed ancora una volta mi sorprese. “Adesso Fabio sono veramente soddisfatta. Scusami se ti ho preso un po’ in giro. Non ero sicura, sai… Neppure di te! Ho voluto un po’ provocarti con quei discorsi su alcuni vizietti di certi uomini sposati per metterti alla prova e sincerarmi della tua serietà e professionalità. E per lo stesso motivo ti ho volutamente fatto quella estemporanea richiesta sulla mia collega. E tu, difendendo la privacy della mia collega mi hai dimostrato ulteriormente la tua professionalità e serietà. Mi scusi, vero?” 

Non le risposi e mi sedetti sul divano con fare lascivo e particolarmente rilassato.

La guardai seduta di fronte a me ed apprezzai quel vestitino dalla foggia così strana. La parte superiore era in pratica una canotta che non aveva spalline ma era allacciata dietro al collo lasciando le spalle completamente nude. Intuì che probabilmente la signora non usava il reggiseno. L’ipotesi veniva suffragata inoltre dai due piccolissimi rilievi appuntiti appena visibili attraverso il leggerissimo tessuto della bianchissima canottierina. Potevano maliziosamente far pensare ai due piccoli capezzoli di Paola. Questo convincimento si assommò alla splendida visione che mi aveva già regalato del suo lato B e mi provocò un piccolo primo corto circuito. Non usava molto intimo, la signora! Sentii il mio pene agitarsi nelle mutande e ben presto indurirsi.

Ci fu un altro silenzio imbarazzante per entrambi. Fu proprio lei che, notando la mia alterazione, sentendosi evidentemente un po’ colpevole del mio malessere, tentò di rasserenare la situazione.

Ti sei offeso, Fabio? – mi chiese di nuovo – Mi perdoni? Ma volevo essere sicura…” Io ancora non le risposi ma le feci un sorriso di incoraggiamento. Volevo farla parlare…

“Veniamo adesso a noi? – esordì lei con fare serioso – Come ti ho detto la mia collega mi ha assicurato sulla tua serietà. Come sono serissima io nella mia offerta di lavoro che voglio proporti!”

La guardai incuriosito. Aveva repentinamente cambiato tono ed atteggiamento. “Dimmi… – la incoraggiai allora io sognando qualche richiesta molto particolare – Non essere timida e preoccupata… “

“Timida? In questo caso non lo sono proprio! Non riguarda me e la mia timidezza, Fabio. Anche se mi sembrava di aver capito che tu non te ne sei preoccupato molto della mia eventuale timidezza! Ti sei rivelato professionista serissimo, ma non ti sei preoccupato che io fossi una donna forse sposata! Insomma! Ho visto, sai, come mi hai scrutata e studiata da quando sono entrata qui! Mi sono sentita spogliare con gli occhi e subito quasi nuda…” “Effettivamente, Paola, non sei una bambina. Sei una bella donna ed io sono sempre molto sensibile alla bellezza femminile. E sono perennemente alla ricerca di belle donne! E una bella donna può essere sempre per me una potenziale perfetta modella! Capito? Puoi definirla deformazione professionale, se vuoi…”

Lei, a quelle parole, per la prima volta arrossì vistosamente, abbassò lo sguardo e quasi sussurrando iniziò a raccontarsi. Mi ero evidentemente conquistato la sua fiducia ed io come uomo non le dispiacevo affatto.

“Uffa, Fabio! Insomma! Adesso posso anche dirtelo! Non sono più sposata, sai. Sono separata da parecchio tempo ed in attesa del divorzio. Ma ti confesso che Monica, mia figlia, è ancora più bella di me… Ed io non sono qui per me ma per lei!” 

Sorpreso lo guardai con sguardo interrogativo. “E’ ancora al liceo e fa stragi tra i ragazzini. Ma è stata purtroppo notata anche da altri uomini. Anche più adulti di lei. In particolare da un uomo ben più maturo di lei che si è definito assistente di un noto regista.”

“Capisco! – la interruppi immediatamente con tono comprensivo – Cosa le ha proposto e promesso? Posso immaginarlo…” “Immagini probabilmente giusto, purtroppo! Le ha chiesto di accettare alcuni provini e soprattutto di fornirgli un suo bel book fotografico…”

“Spero che tu sia riuscita ad impedirle di fare questa sciocchezza!” “Sono riuscita a convincerla a non fare il provino. Ma lui insiste che vuole almeno delle foto! Ed allora ho pensato a te… Ora sai tutto. Aiutami….”

La guardai sconsolato. “E scommetto che non è neppure maggiorenne… – continuai io – Sbaglio?” “Ha diciassette anni… Compirà diciotto anno tra qualche settimana!”

“E che tipo di foto dovrebbe fare la ragazzina?” “Artistiche, mi dice Monica. L’uomo ne ha chieste generiche e possibilmente di tutti i tipi… Alcune, se lei fosse d’accordo, anche un po’ particolari… – sospirò Paola – Oltre a girare qualche film, secondo quell’assistente così sfacciato di quel fantomatico regista, la mia bambina avrebbe potuto essere una ottima modella per pubblicizzare biancheria intima per noi donne! Ma Fabio! Lei ha appena diciassette anni. E’ tanto bella quanto ingenua! E purtroppo come tutte le giovanissime bellissime si è dichiarata pronta a tutto!”

“Lo immagino! – sbuffai io – Si farebbe riprendere anche nuda, vero?” “Probabilmente sì… – rispose Paola abbassando ulteriormente la voce e chinando il capo – Lei è molto bella, sai… Ed è anche ben fatta! E Monica sa anche di essere molto bella nuda! E se quell’uomo poi pretendesse come condizione necessaria per la sua raccomandazione di vederla proprio così, nuda… Lui ha insistito dicendole che gli potrebbe bastare vedere qualche sua foto… Io temo che lei sia proprio disponibile, uffa! E’ così giovane ed ingenua…”

Guardai Paola in silenzio. Poi parlai. “Ma Monica non potrà mai essere bella come la mamma! – esordii allora io – Questo non è proprio possibile!” “Ma dài, Fabio! Ma tu cosa ne sai di come sono io? E nuda, poi! Mi imbarazzi, così, sai! – bisbigliò lei con un filo di voce e arrossendo ancor di più – Ti prego, non dirmi queste cose! Almeno non così ed adesso!”

“Mi dispiace, Paola… – ripresi io a parlare – Io sono un fotografo professionista ma non faccio fotografie di un certo tipo a ragazzine o a modelle minorenni. Tua figlia lo è! Ma tu, scusa, non lo sei…” “Ma Fabio! Cosa dici! Non ti capisco proprio…”

Paola era veramente confusa. Aveva però ben inteso le mie parole ed era andata subito in confusione. Incurante della sua ritrosia unita a pudore rincarai la dose.

“Tu sei una splendida donna ed io sono sempre alla ricerca di belle donne che potrebbero diventare delle splendide modelle”. “Ma Fabio, cosa mi stai dicendo? Ti sto parlando di mia figlia e tu mi stai proponendo di fare io la modella per te? Io volevo proporti di fotografare Monica… Non me! Mi hai dimostrato di essere un professionista serio. Sono sicuro che tu sia anche un po’ artista e che sapresti farle delle foto veramente belle ed artistiche! Magari non pretenderesti che si spogli subito proprio completamente nuda… Uffa! Lei è veramente così giovane! E se proprio fosse necessario riprenderla nuda spero che tu non abuseresti del suo giovane corpo, non esagereresti nelle pretese scabrose e nelle pose più piccanti! Non vorresti ottenere foto volgari e le tue creazioni non finirebbero in Internet in quei siti per uomini sporcaccioni! Fabio, ti prego, aiutami…

Paola parlando così si infervorò. Scuoteva i suoi lunghi capelli neri e ricci ed accavallando nervosamente le gambe fece sempre più risalire verso l’alto la già corta gonna. Mi mostrò così a lungo le sue lunghe ed affusolate gambe. Sbuffò per un attimo quando si accorse che il mio sguardo era stato attratto da quello che riuscivo a vedere sotto la sua corta gonna così involontariamente ancor più corta e sollevata.

“Dai Fabio, non guardarmi così le gambe! Sembrerebbe che tu non abbia mai visto le belle gambe di una donna! Mi imbarazzi, sai! Mi fai sentire nuda davanti ad un guardone…”

“Hai mai posato, Paola? – le chiesi allora improvvisamente senza ulteriori esitazioni – Nuda, intendo….” “Perché mi fai questa domanda, Fabio?” “Te l’ho detto! Perché per me saresti una splendida modella, Paola!” “E me lo dici così? Non sono abituata a queste proposte. io…” “Non mi hai risposto! – insistetti però io – Ti sei fatta fotografare qualche volta? Anche nuda? Magari un po’… Una volta?” “Ma uffa, Fabio! Come sei curioso! Queste sono cose molto private per una donna! E per me lo è ancor di più!”

Dall’imbarazzo e dalla mancanza di una risposta immediata capii che Paola l’aveva già fatto. L’intuito mi diceva di insistere.

Chi è stato il fortunato? Qualche morosetto o il marito?” Lei abbassò il capo e mal volentieri iniziò a raccontare a bassissima voce. “Ma uffa, Fabio! Perché mi fai queste domande? Non hai ancora capito che mi vergogno a raccontarti certe cose mie così intime… E non lo so perché lo dovrei fare qui ed adesso!”

Ma lei era proprio molto preoccupata per la sua giovane figlia e non voleva pregiudicarsi la mia prestazione quale fotografo serio e capace. Anche se visibilmente indispettita decise quindi di soddisfare la mia curiosità. “Alessandro, uno dei primi morosi, all’università fu il primo a convincermi a farlo. Per gioco! Mi disse che ero bellissima, che lui era il mio moroso e che mi già aveva vista tante volte… Anche nuda, continuava a ripetermi con ossessione! Ed allora mi persuase. Lo facemmo proprio per gioco. Si spogliò nudo anche lui e prima di me! Mi disse che voleva incoraggiarmi ed aveva bisogno di mettersi anche lui in libertà per essere più… creativo! In realtà era già pieno di voglia. Gli si era già rizzato e gli piaceva mostrarmelo in quel modo! Poi, così, lui convinse anche me ad iniziare lo spogliarello. E fu abile ad immortalarmi con alcuni scatti…” “Anche nuda, immagino…?” “Mi fece spogliare un po’ alla volta e molto lentamente. Protestai quando mi convinse ad abbassarmi alla fine anche la microscopica mutandina che solamente ancora indossavo.

Mi vergognai tantissimo a mostrarmi per la prima volta così completamente nuda davanti ad un uomo con la macchina fotografica stretta nervosamente tra le dita. E sentivo i clic da lui freneticamente fatti a ripetizione, senza alcuna pausa. Ma solo in una foto rubatami con astuzia fui catturata proprio completamente nuda. Prima mi ero sempre un po’ protetta nervosamente coprendomi goffamente il seno e il sesso con le braccia e le dita delle mani. Poi lui improvvisamente mi invitò a raccogliermi i capelli, dietro… Mi disse che sarei stata bellissima in quella posa così sensuale. Ero ancora più eccitante, così… Continuava a dire lui, con voce affannata. Ed io ero tanto giovane…”

Ha ubbidito, signora Rossini? – le chiesi con tono un po’ canzonatorio – Si raccolta come voleva lui i capelli con entrambe le mani dietro la nuca?” “Sì, l’ho fatto! Non dovevo farlo…” “Tante furono poi così le foto? – la incalzai allora io – Così ti eri proprio spalancata davanti all’obiettivo…” “Sì, ingenuamente ero caduta nel suo trabocchetto e lui ebbe così la possibilità di gustarsi per bene anche il mio curatissimo triangolino di peli nerissimi che ornava il mio sesso allora ancora vergine. Sentii una raffica di clic. Ormai ero rassegnata e continuavo a sentire i suoi commenti sul mio sesso. ‘Sei bellissima così, Paola! – urlava ansimando lui – Ed hai una farfallina bellissima…”

La signora Rossini alternava lunghi silenzi a sguardi che mi fulminavano. Era nervosa e arrabbiata con se stessa per quelle confidenze che mi stava facendo, senza per lei una logica giustificazione.

Basta così, adesso? – mi sgridò Paola sbuffando – Ho soddisfatto la tua curiosità, Fabio?” Ma lei era tesa, preoccupata ed aveva evidentemente bisogno di sfogarsi con l’uomo del quale doveva fidarsi. Io lo intuì e con il capo feci cenno di no, che non mi bastava quello che mi aveva raccontato.

Lei mi mostrò la lingua prima di riprendere a parlare sommessamente, a fatica. “Uffa! Un paio di foto, alla fine, erano state diverse…” “Diverse? Dimmi, Paola. dimmi… – la forzai a raccontare sempre più incuriosito – Le altre. Foto…” “Ma dai, Fabio! Sono imbarazzata a dire certe cose! E non so proprio perché le dovrei raccontare a te, adesso…”

Sbuffò di nuovo. Poi riprese il racconto dove l’aveva interrotto. “A lui gli si era rizzato tantissimo il coso. Non lo avevo mai visto in quelle condizioni. Le foto che mi aveva fatto lo avevano evidentemente eccitato tantissimo. Lui era giovane, energico e soprattutto molto ben dotato!”

Quindi? – la incalzai – Le altre foto?” “Pretese di fotografarmi mentre glielo accarezzavo… Solo un po’…” “Mentre lo masturbavi, insomma… Sbaglio?” “Ma Fabio! Sì, sì…. Mentre l’avevo in mano, lo strinsi e lo accarezzai. Ma poi, come mi implorò lui, dovetti fargli una lentissima sega! Io ero ancora piuttosto inesperta e lui mi spiegò con calma come fare… Fino alla fine!” “Ossia – le chiesi ancora – Dimmi tutto!” “Sì, insomma, fui evidentemente molto brava… Venne molto presto, nella mia mano! E c’è anche una foto…” “Una foto?” “Sììììì, uffaaaaa! Ma Fabio! Basta! Insomma… C’è anche una foto! Vuoi sapere anche questo, vero?” “Sì, signora Paola Rossini…” “Mmm.. Insomma c’è un primo piano che l’artista volle assolutamente immortalare… Della mia mano piena del suo seme e gocciolante di lunghi filamenti bianchissimi. Sì, lui aveva goduto tantissimo e violentemente! Mi aveva schizzato tutto in mano ed aveva voluto catturare quell’attimo. A me non piacque essere vista così ma lui quella foto l’aveva già scattata! E non so proprio che fine abbia fatto quella foto…”

Paola mi guardò con gli occhi socchiusi dal baso verso l’alto. ”Hai capito ora perché diffido dei fotografi? Soprattutto se inesperti e non degni della mia fiducia!” 

“E poi? – continuai io evidentemente ancora curioso ed alterato – Tuo marito dopo ha anche avuto il privilegio di immortalarti?”

Lei non rispose subito e rimase un po’ in silenzio. Sbuffava e si sistemava nervosamente i lunghi capelli neri. Evidentemente impacciata. “Perché vuoi sapere tutte queste cose da me? – mi chiese mestamente con un filo di voce – Tratti tutte così le tue clienti? Ma tu non sei il mio moroso né il mio marito!” “Sei una mia ipotetica cliente ma soprattutto una mia possibile modella! – replicai subito – Desidero che tu abbia totale fiducia in me!”

Paola mi mostrò di nuovo la lingua. “Tu sei matto! – strillò lei agitatissima – Dimentica!” Ma poi a sorpresa riprese a parlare, sottovoce… “Una volta soltanto in vacanza. Pretese di fotografarmi anche lui! La sua bellissima mogliettina. Naturalmente nuda! Lo accontentai anche se all’inizio preferivo coprirmi un po’. Lui però non me lo permise a lungo e ben presto non potei proprio coprirmi e proteggermi. In alcune foto sono così indubbiamente nuda. Scoprii dopo che lui ne fece un pessimo uso. Si divertì moltissimo a mostrarmi a qualche suo amico e pure a qualche suo collega. Porcelli come lui! Io mi ero fidata di mio marito! E mi preoccupa che lui abbia ancora quelle foto! Non ha voluto mai cancellarle e non sono stata capace di farmele restituire!”

Notai che la giovane donna si era alquanto innervosita oltre che agitata nel raccontare le proprie vicissitudini di donna costretta a farsi immortalare da fotografi inesperti ma indubbiamente molto perversi. Ed ora temeva che le stesse cosse potessero accadere alla sua bellissima Monica.

Raccontandomi le sue avventure teneva infatti il capo basso e parlava con voce flebile. Ma il suo leggero ansimare svelava pure tutto il suo fastidio nel raccontare quelle situazioni così sofferte e scabrose da lei involontariamente vissute con due uomini. Ed adesso c’ero io… Il fotografo che aveva cercato per proteggere sua figlia! 

Allora sentii forte il desiderio di coinvolgere io la donna che mi stava di fronte in evidente difficoltà e bisognosa di aiuto. Ero certo che lei sarebbe stata disponibile e pronta a tutto pur di proteggere la bella figlia che si era cacciata in un brutto e pericoloso guaio! Io dovevo solo un po’ provocarla e stuzzicarla. E poi ancora incuriosendola ed eccitandola, con calma e un po’ alla volta!

“Ti piacerebbe Paola provare per la prima volta un vero servizio fotografico? Posare per un vero professionista! Anche nuda, naturalmente… Se ti va…” Lei mi guardò torva e mi lanciò uno sguardo inceneritore! “E poi… – continuai – Se ti mostrerai disponibile, si potrebbe pensare anche al resto… Tra poco tua figlia sarà maggiorenne… E potrei dopo soddisfare anche la mia cliente. Anche gratuitamente!”

Paola rimase in silenzio. Era indubbiamente sorpresa per quella mia proposta così audace ed imprevista. Ma pure parecchio intrigante per una bella donna come lei sapeva benissimo di essere. “A tutte le belle donne piace essere guardate ed ammirate… – insistetti vedendola dubbiosa ma certamente pure molto incuriosita per quelle mie parole -Tu oggi non sei più una ragazzina come allora quando per la prima volta ti mostrasti nuda alla fotocamera del tuo morosetto! Oggi sei una donna molto bella, sai di esserlo e sono certo che sei anche un po’ esibizionista! L’ho capito da come ti vesti, da come ti mostri e da come ti muovi… Sbaglio?”

Evidentemente colpita dalle mie ultime parole, la donna abbassò ancor di più il capo. Rimase a lungo in silenzio tormentandosi nervosamente le dita e giocherellando con due ricciolini dei suoi lunghi capelli che lasciati sciolti le nascondevano il bel volto. Poi, improvvisamente, sollevò il capo e parlò. Ancora a voce bassa, sommessamente ed ansimando un po’.

“Ehi, Fabio, mi cogli impreparata! Se ho ben capito, candidamente mi dici che dovrei posare anch’io per te? Ma io non sono venuta qui per questo! Lo sai… E ti confesso che non so se sarei capace di farlo. E soprattutto se dovessi farlo come lo vorresti tu. Mi pare che tu sia un po’ troppo…. esigente! Mi parli sempre di nudo… Ma uffa! Io non ho avuto belle esperienze… E poi io non sono una modella e non mi sono mai fatta riprendere nuda da uno sconosciuto! So bene che adesso sono una donna libera…. – aggiunse maliziosamente con un piccolo sorrisetto che subentrò al broncio che aveva tenuto fino ad allora sul suo bel visetto – Ed hai ragione nel dire che noi donne siamo un po’ tutte esibizioniste… Soprattutto se carine e…. intrigate un po’ da un vero uomo…“

Paola continuava a voce bassissima e sembrava quasi che si impegnasse in una strana opera di autoconvincimento.

Tu dici che potrei così levarmi uno… sfizio! E contemporaneamente potrei anche dopo proteggere ulteriormente mia figlia! Da un altro fotografo magari senza scrupoli. Meno serio e professionale di te! Magari poco serio! Tu non lo saresti con la mia bambina, vero? Soprattutto se anche la mamma prima si fosse comportata bene con te…. Ho inteso giusto?”

Notai Paola molto dubbiosa, ammutolirsi bruscamente e vacillare. Pensai che in quel momento avrei potuto anche forzare la mano. Pretendendo da lei un piccolo anticipo. Un assaggio visivo della bella donna che mi stava davanti. Forse non si sarebbe opposta! Lei sarebbe stata un po’ la mia modella e il suo mostrarmi solo un po’ come era fatta poteva anche essere giustificato. Ma valutai che dovevo calmare un po’ i miei bollenti spiriti. Non volevo forzarla!Ritenni che lei forse non era ancora pronta per sentire certe cose. E soprattutto per vederle.

Ma decisi però di rincarare egualmente almeno un po’ la dose e di aumentare l’opera di convincimento e seduzione.

“So che hai capito le mie proposte perfettamente. Ma mi piacerebbe sapere che tu le valuti con calma. Ma senza fretta ed affanni! Se ti andrà di provare questa nuova emozione fatti sentire. Ma ribadisco che deve essere per te soprattutto un gioco con una finalità ben chiara. Ma ricerco soprattutto la tua spontaneità e la tua disponibilità totale! Non ci possono essere dopo dei ripensamenti e magari durante la mia prestazione! Solo così il servizio fotografico viene bene. Tu devi essere la mia splendida modella. La bella donna che sei deve essere serena, felice di offrirsi agli scatti e vogliosa di quello che fa. Non sei più una bambina e sei sicuramente una donna matura, completamente disinibita e senza sciocchi pudori. Insomma, se tu accetterai di divertirti veramente con me e mi seguirai nel mio mondo io ti assicuro che offrirò poi la mia totale professionalità a te ed a tua figlia!”

Paola a quelle parole sollevò il viso. La scoprii paonazza. E sussurrando aggiunse una serie di domande dalle quali trasparì tutta la sua volontà di gradire la mia proposta, ma anche la sua preoccupazione per come doverla accettarla.

“Fabio, io sono separata e non ancora divorziata! – aggiunse con un filo di voce e con un tono che palesava la sua rassegnazione – Posso essere sicura che il mio ex-marito non saprà mai che ho posato nuda per un altro uomo? E soprattutto nessun altro uomo mi vedrà, vero? Oltre a te… E’ sicuro ed inaccessibile l’archivio fotografico nell’hard disk del tuo computer?

Ma io ti piaccio? Ho quarant’anni e certe cose non le ho mai fatte! – continuò lei sempre più ansiosa in una serie di domande sempre più rivelatrici dei suoi timori e dei crucci che la assillavano – E sei certo che io sia poi all’altezza e che io riesca a stimolare la tua creatività… fotografica? Potrei essere imbranata ed in difficoltà! Ed avrai allora tanta pazienza, tu? Ed alla fine, poi, ti prego… Dimmi quanto vuoi che la tua modella sia tua? Sì lo so! Non sono una bambina… Sono stata sposata e conosco abbastanza i maschietti! Fino a che punto ti spingerai nelle tue pretese? Mi devo mettere completamente nelle tue mani e fidarmi di te, vero?”

Io le sorrisi e non le svelai allora i pensieri che già affollavano la mia mente. Tutti rigorosamente a luci rosse. Paola era bellissima ed avrei voluto che Paola entrasse immediatamente nella mia collezione privata di foto. Quelle più piccanti, sicuramente le più belle e proibite. Quelle private e rigorosamente a luci rosse. Già infatti in quel momento mentre mi parlava la immaginai, nella mia fantasia, nel momento sublime che io ben conoscevo e catturata nello scatto perfetto! Con gli occhioni azzurri magari spalancati, sorpresa ed indubbiamente in difficoltà per quello che le stava successo. Sì, era con la sua bocca e quel suo bel visetto stracolmi della mia sborra. Ancora calda dopo l’orgasmo che lei stessa mi aveva sapientemente procurato. Ma dopo un eterno e sofferto rapporto orale! E la mia macchina fotografica aveva fedelmente catturato ed immortalato tutto. Come aveva voluto anche lei. Me l’aveva permesso lei! E come non l’aveva mai fatto a nessuno!

Cercai allora di tranquillizzarla. “Io sono un professionista serio. Certe cose sono protette dal segreto professionale. Il tuo ex marito non lo saprà mai. Tu sei una splendida donna e già adesso mi piacerebbe tantissimo vederti un poco… Come sei fatta, sotto quel vestitino… E non preoccuparti per tua figlia! Non saprà nulla di quello che ha voluto concedermi la sua mamma! E se però lei proprio lo vorrà, farò il book fotografico anche a lei. Sì, artistico con tanto di nudo integrale, se necessario… Ma non le farò fare quelle cose che spero sua mamma aveva voluto invece offrire al fotografo…”.

“Va bene, Fabio. Ho capito. Come immaginavo hai voluto precisare ulteriormente che tu sei pure molto esigente con le tue modelle. Se accetterò di esserlo dovrai però avere veramente molta pazienza con me… Anche adesso, per esempio, non me la sento… Ho capito benissimo che dovresti vedere già ora qualcosa della modella… Per studiarla un po’… Possibilmente con poca roba addosso… Meglio ancora senza nulla… Nuda, insomma! Ma io adesso non voglio. Non posso… Non sono pronta… Devo pensarci ancora un po’…. Anche se ti confesso che mi hai intrigata e provocata tantissimo… Mi vergogno tantissimo a dirtelo adesso, qui… Sì faccio fatica a fermarmi qui! Per il momento….”

Questa sua ultima confessione mi provocò e mi turbò ulteriormente. Mi trattenni a fatica a non forzarla ed a non passare io subito ai fatti. Mi limitai invece solo a provocarla con le parole ed a punzecchiarla con altre domande di un certo tipo.

“Hai mai tradito tuo marito? – le chiesi a bruciapelo – E se sì quante volte?”

La vidi sobbalzare. “Sì, è successo tempo fa ed è stato per colpa sua!”

“Prendi la pillola, adesso? Le mie modelle devono assolutamente essere protette…”

Paola sobbalzò di nuovo. Sospirò profondamente e fece un piccolo gemito. “Ma Fabio! Che domande mi fai! Comunque, se proprio vuoi saperlo… No, non sono protetta! Non prendo attualmente la pillola, ma sono ancora molto fertile… Ma io… Ma io non pensavo tu avessi anche rapporti completi con le tue modelle! Proprio completi?” “Può capitare… – le risposi sottovoce – Può capitare anche quello… Tutte le giovani donne non protette si premuniscono nella farmacia qui sotto…. Io non amo il preservativo ma sono sicuro che in caso di necessità tu saresti capace di mettermelo…. Sei capace di metterlo, vero?” “Ma daiiiii…. – trasalì di nuovo Paola – Anche questo mi chiederesti di fare….”

Paola sbuffò e divenne ancora più rossa in viso. A quel punto mi piacque infierire. “E dimmi, Paola… – le chiesi ancora impietoso senza esitazioni – Quale è il tuo rapporto con il sesso orale? E in particolare con lo sperma?”

Lei emise un lungo gemito. “Ma Fabio! Uffaaaa! E’ importante anche questo per te? – mi chiese con un filo di voce e balbettando un po’ – Anche questo vuoi sapere?” “Sì, tesoro. Anche questo…. Voglio sapere tutto della mia modella!”

Paola emise allora un lungo lamento e rispose sussurrando. “Non mi è mai piaciuto il rapporto orale! Mi sento sottomessa ed umiliata. Neanche con mio marito mi piaceva. L’ultimo rapporto orale l’ho avuto con l’uomo con il quale l’ho cornificato. Qualche volta l’ho fatto al liceo e poi all’università. Ma erano altri tempi. Ero una ragazzina! Ma adesso come allora non mi è mai piaciuto lo sperma. Sì, la sborra! Quella vostra robaccia è amara e puzza. Ma perché mi chiedi tutte queste cose, Fabio?”

Inizialmente non le risposi. “Non lo immagini proprio? – le chiesi io invece poco dopo – Le mie modelle debbono essere pronte a tutto!” “Lo immaginavo! – borbottò sommessamente lei – Ma io non sono una ragazzina. Ho quarant’anni e certe cose non le faccio più volentieri! Io volevo fare solo delle foto, io… E sai bene il motivo che mi spinge a farlo! Tu mi fai intendere adesso tante altre cose… Mi è difficile tutto questo! Non me lo immaginavo…”

“Vuoi vedere alcune foto? – la interruppi bruscamente – I visetti di tutte le modelle sono protetti… Come potrebbe essere un giorno anche il tuo! Se lo vorrai…”

Paola ammutolì e la vidi deglutire a fatica. Scosse lentamente il capo. “Ma Fabio! Ma insomma! Che intenzioni hai? Mi sembra di intuirle…. Tu vuoi proprio tutto! E devo proprio anche vederle quelle foto? Adesso? – mi chiese dopo un po’ con un filo di voce – Se proprio lo vuoi e insisti…”

Mi accorsi che lei ardeva dal desiderio e dalla curiosità. “No, no, signora Rossini! Non è necessario oggi. La prossima volta se lo vorrai e se ne avrai bisogno per iniziare a divertirti… – le dissi per calmarla – Alcune sono piuttosto crude ed estremamente… esplicite!”

Aspetto la tua telefonata quando avrai preso tutte le tue decisioni! – conclusi – Capito, Paola?” “Sì, sì, Fabio… Ho capito… Tutto! Ho capito anche che sei parecchio esigente e che la contropartita che mi chiedi mi costerebbe parecchio… Ti ho già confessato che certe cose non mi piacciono e ancor meno non gradirei essere immortalata mentre le faccio! Perché ho capito che è proprio anche questo quello che tu vuoi, vero?”

Sì! – le risposi seccamente – L’avevi capito, no?” “Sì, Fabio! – rispose ancora lei a bassissima voce – Non è però facile per me saperlo, sai…”

Si alzò lentamente dalla poltroncina. Era scossa e sensibilmente turbata. Non se l’era proprio aspettata che quella conversazione si concludesse in quella maniera! Lei era venuta qui nel mio studio molto sicura di sé e soprattutto convinta che sarebbe stata lei a gestire il dialogo tra noi due. Tra lei e il fotografo che doveva solo fare un book fotografico serio alla sua figlioletta neanche ancora maggiorenne!

La situazione era ora mutata! Completamente! Il suo seno mi sembrò ancora più rigoglioso con i capezzoli ben visibili perché evidentemente ben ritti. La donna era eccitata e non riusciva più a nasconderlo. Si accorse delle mie attenzioni verso i suoi seni e diventò ancora più rossa in volto. “Uffa! Non guardarmele così! È tutta colpa tua! Con questi tuoi discorsi e con queste domande… Non sono mica fatta di ghiaccio, io!”

Si girò e si diresse alla porta dello studio regalandomi ancora una volta la visione del suo bellissimo culetto. La cortissima gonna, per tutte le pieghe che la lunga seduta le aveva procurato, si era ulteriormente accorciata dietro. Sperai di intravedere qualcosa di proibito. “Basta così per oggi? – aggiunse lei questa volta riduzzando e cercando goffamente di allungare dietro verso il basso il bordino del gonnellino – Come sei impaziente, maschiaccio!”

Prima di uscire dalla stanza si voltò e mi sorrise. “Ciao, uomo! Ci sai fare però tu con le donne! Sei abile a trasformarle tutte da serissime clienti in tue ipotetiche modelle! Disinibite, molto disinvolte e soprattutto molto disponibili con il bel fotografo! E l’ultima incontrata è sempre la più corteggiata! Penso comunque che ti telefonerò molto presto… Contento? Penso proprio che puoi mettermi in agenda, se vuoi…” “Finita la doccia e ben asciugata nell’accappatoio! – aggiunsi ridendo – Non allagare di nuovo il tuo salotto!” La signora Rossini si girò di scatto, mi sorrise e mi mostrò la lingua. Si rigirò e sculettando si diresse verso l’ingresso del mio studio, occhieggiando su più di una delle foto appese sulle pareti del corridoio. Erano state anche quelle mie modelle. Indiscutibilmente nude!

Quando sentii la porta chiudersi mi buttai sul divano. Ero stanchissimo, eccitato e pieno di voglia. Anche Paola come Laura in precedenza mi aveva provocato una violentissima erezione.

Ero sicuro che a Paola avevo spiegato per bene proprio tutto quello che mi aspettavo da una modella da me scelta. E da lei in particolare. Una splendida donna di quarant’anni come lei era. Paola non era una ragazzina e sicuramente ci sarebbe riuscita a fare le cose per bene. Anche se non le aveva mai fatte prima e soprattutto costretta a farle come avrei voluto io fargliele fare.

Anche se mi aveva già avvisato che certe cose non gradiva proprio subirle. Sarebbe stato ancora più bello fargliele fare, renderla arrendevole e immortalare le sue espressioni di sicuro fastidio e di comprensibile disgusto che molto probabilmente le provocherò! Sarà compito mio catturarle sapientemente con gli scatti indiscreti della mia fotocamera!

Non vedevo l’ora di risentirla, di percepire la sua voglia di rivedermi e di mostrarmi quanto fosse brava, se intrigata, a fare certe cosine.

Mi tolsi jeans e slip. Avevo l’uccello in fiamme. Simonetta, Laura e Paola mi avevano fatto eccitare troppo. Sentivo ancora nell’aria il profumo di Paola. Ero pieno di desiderio e di sborra. Pensando alle sue mammelle ed ai suoi capezzoli appuntiti iniziai a segarmi freneticamente. Le avrei presto viste e probabilmente le avrei messo in bocca il mio cazzo. Lei l’aveva capito. Ecco. Anche a lei. Le avrei sborrato in bocca e in faccia. E così, con il visetto pieno della mia sborra, l’avrei fotografata. Immaginando quella foto sborrai. Tanto, tanto sperma fuoriuscì dal mio glande diventato viola. Mi inondai, pensando che la volta successiva avrei dato tutto il mio seme ad una donna. Speravo molto presto.

 

continua

 

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