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Trio

Guardami in questo filmino, Massimo!

By 14 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ma chi s’immaginava di avere un’amica così straordinariamente capace di arrivare a tanto e di volere a tal punto le mie attenzioni su di lei da ribaltare completamente le sorti del nostro rapporto. Voglio descrivere al dettaglio come sono andati i fatti, ma senza fare il suo nome anche se so già per certo che leggerà presto questo racconto.

Lei, così seguiterò a chiamarla, &egrave una ragazza d’altezza media sui venticinque anni, dai capelli castano rossicci, lisci con la riga sul lato destro e lunghi fino pressapoco alle spalle, occhi scuri grandi ed espressivi, dalla bocca leggermente larga. Ha la carnagione chiara ed &egrave di corporatura formosa, dal ventre piuttosto piatto e dai fianchi voluminosi, con seni alti, sodi ed abbondanti e questo &egrave tutto quello che sapevo del suo corpo fino all’avvenimento accadutomi.

Ci conosciamo da circa un anno e fin da subito manifestò un certo interesse nei miei confronti da me non ricambiato poich&egrave la credevo una di quelle donne poco piccanti, troppo seriose per poter intraprendere liberamente un rapporto d’amore e di passione a tal punto che volsi le mie attenzioni verso un’altra donna aopertamente più disponibile. Fu palese che questo la fece inasprire moltissimo e la sua intraprendenza mi stupì veramente tanto! Insomma lei &egrave una ragazza abbastanza spigliata e così per bene, soltanto a volte si concede qualche parola volgare e raramente scivola su temi roventi mentre io la immaginavo troieggiare, concedersi pienamente e godere, godere fino al delirio dei sensi e lei questo lo capì talmente bene da farmela pagare. Ed un giorno infatti, mi invitò nel suo piccolo appartamento di periferia, mi fece accomodare sulla sedia della scrivania davanti al PC ed avviò un filmato pronunciando queste sue ultime parole prima della visione: -“Guardami in questo filmino, caro Massimo!” Con la sua manina molto morbida e curata mi accarezzò il viso. Io pensavo che fosse un sensuale spogliarello o qualcosa di simile e le chiesi sorridendo: -“Sei nuda e ti tocchi?”- La guardai ma lei non rispose.

La sorpresa fu molto forte! Il filmato iniziava con lei seduta sul divanetto del suo appartamentino e la telecamera che inquadrava la scena frontalmente a circa mezzo metro di altezza, disposta probabilmente sul mobiletto su cui stazionava il televisore. Lei era molto seducente: indossava un paio di scarpe chiuse scure dal tacco alto, molto eleganti, le gambe polpose mostravano la pelle chiara nuda ed erano scoperte quasi fino al suo prelibatissimo fiore contenuto invece da una gonna nera. Un sottoabito da sera aderente color rosa di fino tessuto le copriva l’addome ed il seno allacciandosi dietro al collo e lasciandone ben intuire le prosperosità ed intravederne i capezzoli grossi e maestosi, nudi sotto il vestito. Facilmente una mano avrebbe potuto entrare ad afferrare quelle graziose albicocchine mature per strizzarle morbidamente tra le dita e solleticarle estendendosi poi fino a palpare l’intero seno sodo ed abbondante. I fianchi, le spalle e la schiena erano lasciate fuori da quel vestito che poco toglieva dalla vista delineando anzi il busto diritto ed autoritario. Un leggero trucco le lucidava le labbra e le contornava gli occhi mentre i capelli, lisci ed ordinati le cadevano sul fianco sinistro del viso.

In questa prima inquadratura guardò per un istante il video poi la sua attenzione si rivolse fuori campo e lei, nel filmato, lasciando trasparire dal suo viso una miscela di imbarazzo e vergogna disse: – “Allora miei anziani ed intraprendenti signori, 20 euro da ciascuno come d’accordi e vi spompino fino ad ingoiare e prima potete spogliarmi, leccarmi e palparmi quanto volete!” – Una voce fuori campo piuttosto bassa le disse – “Sì ma ti fai leccare veramente quanto e come vogliamo, senò andavo a puttane se volevo farmi fare solo un pompino, capito?” – La voce aveva un tono rilassato e confidenziale. – “Sì, sì, certo signor Silvano! Questo ve lo avevo chiarito fin da subito.” – le rispose lei con voce leggermente balbettante – “come vi dicevo potete farmi tutto quello che volete, mi concederò a voi in tutto tranne che per penetrarmi…, l’unica cosa che vi chiedo &egrave solo questa, mi avevate detto l’altra volta che ho due belle tette , ecco vi implorerei se volete palparle o toccarmi i capezzoli di non farlo fino a farmi troppo male, tutto qui…” – continuò – “Ma no, non aver paura, rilassati e pensa solo a fare la brava, ok? Siamo qui perch&egrave ci hai chiamata tu per delle tue ragioni interiori, hai messo una telecamera per riprenderti nuda mentre ci soddisferai e quindi vuol dire vuoi vedere fino a quanto riesci a spingerti. Ora &egrave normale che essendo la prima volta tu non voglia farti penetrare per non sentirti troppo violata, ma senti comunque la necessità di disinibirti di più e vedrai che dopo questa volta lo sarai e quando ti rivedrai ti stupirai di te stessa e ti sentirai un po’ più puttana.” – Era un’altra voce maschile. Lei arrossì – “Ho toccato sul vivo vero?” – Replicò l’uomo. – “Vede signor Cesare, quello che temo di più &egrave che mi metterete veramente le mani dappertutto con tale spregiudicatezza che mi sentirò così…” – provava imbarazzo nel dirlo – “Zoccola?” – Completò la voce dell’altro uomo, Silvano quindi. – “Non lo so, forse sì, anche. Vedrò tutto il mio corpo messo lì perch&egrave voi possiate…” – “Deliziarne!” – ribatt&egrave ancora il signor Silvano. – “Oh Dio ragazzi chi sa che cosa mi farete?” – continuò e nel frattempo si tolse le scarpe mostrando i piedi estremamente curati e divaricando leggermente le gambe, ma tenendo ancora le ginocchia unite.

Ero turbato da tormenti ed eccitamenti e mi rivolsi a lei chiedendole: – “No dai fermati, non puoi averlo fatto? Mi rifiuto di crederlo.” – Lei mi zitti con tono un po’ autoritario e mi disse – “Non ora, prima guardati il filmato e poi ne parliamo.”

– All’improvviso due uomini di età avanzata, ai quali evidentemente corrispondevano le voci precedentemente udite, pressapoco sulla settantina o forse anche più, si avvicinarono a lei e si sedettero ciascuno su di un fianco. Erano di pessimo aspetto, il primo, accomodatosi alla sua destra era calvo e piuttosto in carne, mentre il secondo posto alla sua sinistra era anch’egli calvo ma più scarno sul viso anche se costituzionalmente denotava pinguedine. Fu proprio quest’ultimo che iniziò a passarle una mano sulla coscia accarezzandone, ma senza farvi molto caso, la pelle candida e vellutata che sapevo anche morbida e profumata scostando più in su la gonna già succinta e scoprendo quel meraviglioso fiore suo di lei che con mia grande eccitazione vidi completamente privo di peli. Subito l’uomo incominciò a toccarlo cercando pian piano di frugare con la punta delle dita, a quel tocco lei portò il capo in avanti lasciando scivolare i capelli sul viso e poter così guardare con una certa rassegnazione la mano ossuta di quel vecchio violarle la sua intimità. L’altro uomo dapprima iniziò ad accerezzarle la gamba destra con entrambe le mani, scendendo fino al polpaccio pieno e ben disegnato che prese a palpare vigorosamente, dopo averlo conosciuto per bene si scostò dal divano e si inginocchio per terra davanti a lei, le afferrò la sottile caviglia ed iniziò teneramente ad accarezzarle il piede destro sulla piante e sui lati per poi passare a succhiarne, con le labbra secche e rughose, tutte le dita dalle curate unghie corte smaltate solo da un impercettibile color perla. Era evidente che aveva trovato un suo primo punto erogeno poich&egrave lei strinse per un istante con le mani un cuscino del divano e sussultò un paio di volte e poich&egrave le dita dell’altro vecchio ancora non l’avevano penetrata a tal punto da poterle procurare tali sensazioni. – “Dunque il mio collega ha fatto un primo centro eh?” – Le chiese l’uomo alla sua sinistra – “Ti esploriamo tutta da capo a piedi adesso, vedrai.” – Continuò accennando ad un riso composto sempre mantenedo un tono di voce pacato e per lei tremendamente confidenziale e rassicurante che le fece rivolgere lo sguardo proprio verso di lui per un attimo. Chinò di nuovo in basso il capo guardandosi i maestosi seni dai capezzoli già duri, ne si poteva scorgere ormai tutta la forma e perfino il bordo da sotto il vestito, lei vi posò sopra le dita aperte e poi si strizzò i seni a mano piena tre o forse quattro volte.

Vedendo questa scena l’uomo in basso le ordinò -“Slacciati il vestito che voglio succhiarti le tette!” – “Subito signor Cesare, come vuole” – rispose lei con un filo di voce tremolante ed impacciata e si apprestò ad eseguire lasciando scivolare i due lacci rosa dell’abito sul suo corpo. I seni ormai erano quasi scoperti, ma non mostravano ancora i capezzoli. Poco tempo comunque ci volle: l’uomo che altro non aspettava se non di gustarli le abbassò il vestito mostrando entrambi i seni sodi, meravigliosamente tondi ed abbondanti sui quali spiccavano i capezzoli rosei, rotondi, appuntiti, diritti, bellissimi e subito le afferrò il seno destro con la sua mano vitiliginosa e callosa ed avvicinando la testa imboccò senza perder tempo quel bel frutto maturo e ne deliziò il sapore. Stringeva il seno tenendo la mano sinistra dietro la schiena di lei e l’opposta sul vellutato interno coscia. Per un attimo smise di succhiarla lasciando il suo capezzolo gocciolante di saliva. Lei girò il capo a guardare il suo seno bellissimo ora vogliosamente abusato da chi, avendo tanta abbondanza comodamente a sua disposizione, &egrave consapevole di poterne deliziare come un grasso maiale calpesta il suo cibo e vedendolo così madido di bava ed accennando ad un timido sorriso chiese lui con voce tenera e sussurrata: – “Signor Cesare, le fa venire l’acquolina alla bocca la mia tettina?” – Lui le corrispose il sorriso e prese quattro volte a succhiarle indegnamente quel meraviglioso gioco della natura aprendo e richiudendo velocemente e famelicamente la bocca su di esso, sbattendole il seno con movimento ritmico della testa. Le afferrò il polso destro glielo condusse vicino alla spalla schiacciandolo allo schienale del divano per immobilizzarle il fianco che iniziò ad accarezzare delicatamente con le unghie provocandole una piacevole ed irritante sensazione alla quale lei non pot&egrave evitare di dimenarsi.

Così facendo fu costretta peraltro a percepire maggiomrnte le vecchie ed ossute dita di Silvano il quale intanto continuava sempre più ad esplorare dentro la sua fresca abbondante prelibatezza tanto che le dita della sua mano già erano ormai fradice di umori. Silvano, nel vedere Cesare giocare un po’ sadicamente con il corpo di lei lo guardò e disse: – “Ti stai divertendo, eh collega?” – Si guardarono ed accennarono un lieve e libidinoso riso. Poi sempre Silvano cominciò a frugare più vigorosamente dentro la sua intimità e disse lei: – “Dai su, sorridi un po’ anche tu, goditi la scena di vederti così, cos’&egrave ti vergogni un po’?” – “Oh no cari signori” – rispose lei ansimando – “non pensate questo, va tutto bene, su, su, dai… ditemi ora cosa devo fare per voi.” – continuò e Silvano avvicinandosi a lei con il volto per guardarla in viso e non convinto da quelle parole le disse: – “Dai sorridi un pochino” – lei sorrise e lui, con l’altra mano non impegnata a penetrarla le carezzò il viso e poggiò il dito medio sulle tenere labbra solo per toccarle, senza quindi darle il tempo di leccarglielo, poi quella mano si riversò a toccare il seno – “brava la nostra bella donnina, vedi che così ti senti più rilassata anche tu e tutto ti diventa più facile e più piacevole. So che magari non hai mai avuto due arzilli vecchietti ma se vuoi diventare una bella troia devi scioglierti e vedrai che piano piano secondo me tu tra poco ti sentirai più a tuo agio e sarai anche tu a prendere qualche iniziativa, eh? Ok?” – Le disse. – “Beh, se sono qui &egrave perch&egrave lo voglio, no? Vi prego insegnatemi voi, sono disposta ad imparare.” – Disse lei – “Bella fica! Sei proprio bella, sai?” – Ribatt&egrave il signor Silvano – “Grazie…” – rispose con un filo di voce e lui a quel punto la baciò volgarmente disegnando stupore e sdegno nei suoi occhi.

Ero confuso, non volevo vederla così disponibile a quei due uomini bramosi di cupidigia nei suoi confronti, non potevo vedere quel meraviglioso corpo essere così libidinosamente deliziato da due anziani approfittatori, eppure lo volle lei, lei chiese loro esplicitamente di usarla e manipolarla affinch&egrave potessero ricavarne maggior piacere possibile rendendola oggetto e tutto questo per far eccitare e tormentare me e far sì che io capissi quanto anch’ella aveva un suo lato infuocato, depravato e ruggente, forse ancora un po’ acerbo, ma comunque vivo. Stoppai il filmato. – “Non posso eccitarmi mentre ti fai sbattere da due vecchi, mi fa così male, perch&egrave l’hai fatto?” – Le chiesi. Lei si sedette dolcemente sopra di me e mi baciò prendendomi la testa teneramente tra le sue mani, poi con molta innocente sensualità si sbottonò non del tutto la camicetta, ma quel tanto che bastava per darmi il suo petto e far fuoriuscire appena i grossi capezzoli già duri. – “E’ stato difficile anche per me, ma il pensiero di farmi riprendere da una telecamera e concedere il mio corpo a due vecchiacci che mi hanno slinguazzata, toccata e fatto di me il loro giocattolo e poi farmi pagare mentre tu mi avresti vista prendere quei soldi era una forma di vendetta talmente appagante e gratificante, volevo dimostrarti che anche io ho molte fantasie anche se non le pubblico su internet. Ma tu pensavi che io non sarei stata capace di farti godere eh? E credimi che leggere nei tuoi occhi il tormento… Ora mi sono vendicata di tutte quelle volte che tu non mi hai voluta… ma ora so invece che mi vuoi.” – Io la strinsi e la baciai sulla bocca, le nostre lingue si trovarono subito, lei avvolse di più le sue braccia intorno a me e mi porse il petto sul quale prontamente rivolsi le mie labbra. Poi però mi invitò a continuare a guardarla. – “Il bello deve ancora venire caro, e te le voglio far vedere ed ora, se mi vuoi fai ripartire l’AVI.” – Ok, ma sappi che ora ti guarderò già con un altro spirito, poich&egrave so che almeno interiormente ti sei sentita un po’ svuotata nell’esserti concessa a quei due vecchi.” – Le dissi mentre lei sorridendomi dolcemente mi chiese – “E’ molto importante per te Massimo sapere che mi facevano schifo?” – “Sì” – le risposi – “Il mio corpo era stimolato da tutto quello che mi facevano ed erano molto abili nel toccarmi e nel mettermi a mio agio e questo mi piaceva, ma vedermi addosso quelle mani pelose ed ossute che mi carezzavano, le loro bocche odoranti di fumo che non smettevano un momento di mangiarmi e leccarmi sì, quello mi ha fatto proprio schifo. Però, sai, sentirmi un po’ troia e sapere che il ragazzo che voglio mi avrebbe vista così… cavolo se mi eccitava!” – Feci ripartire il filmato.

Ad un tratto l’uomo alla sua sinistra, Cesare, smise dopo alcuni intensi minuti di deliziare quei seni così maturi e si chinò in ginocchio davanti a lei divaricandole ormai del tutto le gambe anche contro la sua volontà e portando la sua schiena su di un cuscino del divano che le inarcò il busto mostrando in fuori i meravigliosi seni in tutta la loro naturale bellezza e rendendoli completamente alla merc&egrave di chiunque altro fosse lì accanto a lei. E qualcunaltro si sa c’era ed era il signor Silvano il quale non perse tempo nell’accarezzarle quelle rotondità così perfette e disponibili alternando tenere e voluttuose carezze al solletico dei capezzoli affondandovi dentro i polpastrelli delle dita ai quale lei, insieme alla lingua vogliosa che sentiva dentro la sua calda e barbaramente violata giovane passerina, non seppe resistere. Dalla sua bocca uscirono dei mugolii mescolati ad ansiosi sospiri ed a questo i due anziani e spietati uomini si sentirono ancor più padroni di lei, la guardarono e sorrisero. La denudarono completamente poi sempre il signor Silvano si tirò fuori l’arnese di medie dimensioni e se lo fece afferrare ordinandole di muoverlo. -“Ti ricordi che tra non molto dovrai spompinarlo fino a berne tutto il succo, vero?”- Le chiese -“Si…”- rispose lei in preda all’imbarazzo del piacere di fronte a quegli uomini che proprio di questo suo imbarazzo si nutrivano maggiormente sapendola loro fonte gestibile di piacere. Il signor Cesare smise di leccargliela ed anche lui tirò fuori il suo attrezzo pronto a farselo ingoiare, ma non era ancora arrivato il momento.

La fecero inginocchiare sul divano seduta sui talloni in modo da continuare a mostrare tutte le sue graziose virtù alla telecamera e loro si posero sempre a fianco a lei come due commensali ad un tavolo da pranzo. Con le mani colme di cupidigia le accarezzavano ripetutamente il culo, le coscie ed il suo inguine liscio come un velluto fino a scendere sempre alle sue labbra sgrillettando il clitoride visibile, mentre il signor Cesare le disse: – “Cerca di scioglierti ancora di più, dai che se vuoi ce la fai, sei troia no”- e mentre glielo diceva le fece chinare la testa all’indietro sul comodo schienale del divano, ma essendo lei seduta sui talloni e quindi più alta rispetto a questo il suo corpo si inarcò nuovamente lasciando sporgere ancora i seni appuntiti e costringendola a tenere le braccia dietro la schiena e ad afferrarsi le caviglie con le mani divaricando, ancora una volta, maggiormente le gambe. Continuando il lavoro che i due uomini avevano precedentemente intrapreso quindi sempre stimolandone il clitoride tornarono entrambi contemporaneamente a succhiarne i capezzoli. Il signor Cesare prese e leccarle prima una di quelle due grosse chiare albicocchine con la punta della lingua e poi le disse: – “Eravamo d’accordo che a parte scoparti posso farti tutto quello che voglio, ricordi? L’avevi detto anche poco fa, no?” – “Oh Dio, sì, certamente signor Cesare, ma non sono abbastanza troia per lei in questo momento? Mi dica, cos’altro mi vuole fare?” – Ribatt&egrave lei. A queste parole quel vecchio sorrise divertito ed un po’ sadicamente le contrappose – “Bella troietta che sei! Dimmi la verità ti eccita questa piccola ansia che ti metto addosso, eh? Ho voglia di giocherellare con tutte queste belle grazie, senò a che cosa mi servi? Ti avevamo detto che ti avremmo fatto qualche giochino in più oltre che farci fare solo un semplice pompino” – con tono confidenziale nel frattempo le accarezzò il seno e su e giù il resto del corpo fin dove la sua mano poteva arrivare – “Ha ragione. La prego mi scusi. Fate quello che più desiderate con me ed il mio corpo, usatemi per soddisfare le vostre fantasie e fate quello che non potreste mai fare con un’altra donna!” – disse – “Brava la nostra bella troia, che brava che si fa fare tanti bei giochetti!” – Continuò il signor Cesare -“Sì mio caro signor Cesare, faccia pure tutto quello che vuole su di me, sono il vostro oggetto del piacere, venga prego, giochi come vuole con il mio corpo e non si curi di me, non fatevi scrupoli, fatemi pure tutto quello che volete fare… ormai sono completamente vostra.” – L’uomo allora le mise un dito in bocca ordinandole di leccarlo e mentre lei lo faceva lui sorrideva, successivamente dopo averlo ritratto fuori, le ordinò di guardarlo, lo guidò lentamente più in basso e le solleticò il capezzolo destro accompagnando ogni suo affondo in quel carnoso gioco della natura con sillabe che ricordano tale atto. In seguito, sempre con la medesima mano e scendendo ancora più giù iniziò a praticare un frenetico e delicato solletico con tutte le dita sulla sua pelle giungendo fino all’interno della coscia per poi risalire. Il signor Silvano continuava intensamente a succhiarle il seno opposto palpandola e carezzandola senza sosta tenendo due dita della mano sinistra a frugare tra i suoi umori. – “Continua a frugare collega, ma con l’altra mano pratica anche tu questo tipo di solletico”- disse l’uomo – “Ah va bene, può essere un’idea.” – commentò l’altro” – che prontamente si apprestò a praticarle quel leggerò gioco di polpastrelli sull’altra metà del corpo nudo di lei che non contenendosi cominciò a dimenarsi aprendo la bocca e gemendo. – “Signor Cesare era questo il gioco che voleva farmi?”- chiese lei all’uomo con voce ansimante e singhiozzante – “Sì, ti piace, vero?” – disse lui ridendo a bassa voce – “Sì, sì!” – rispose lei – “Ti piace perch&egrave godi nel vedere noi che abusiamo delle tue grazie e questo ti fa sentire un oggetto. Allora, vuoi dirci quanto ti piace sentirti così?” – “No vi prego, no!” – Disse lei – “Su, su dai che così ti piacerà di più, vedrai. Più ti apri, ti offri, più ci chiedi di continuare e più intenso sarà il piacere che ricaverai.” – “Sono troia, sono puttana, la vostra puttana, ditemi che vi piaccio così, toccatemi, leccatemi, svergognatemi, umiliatemi e godete di me. Sì ,sì ,sì” – Il signor Silvano la penetrava ormai fino in fondo con due dita, poteva scorrere facilmente dentro lei mentre si dimenava e si dibatteva sul suo divano. Dalla sua voluttuosa passerina barbaramente violata che lei stessa ormai teneva aperta con le dita offrendosi totalmente al vizio dei due ingordi padroni sgorgavano tutti i suoi caldi umori.
“Brava, brava troia, così, brava! Guarda come le piace godere a questa succulenta puttana! Sei fatta apposta per farti fottere, guarda che tette e che culo che hai. Proprio per far deliziare a due vecchi e sadici porci come noi i tuoi frutti più dolci. Agitati, toccati, sbattiti così.” – Lei disse nuovamente – “Sì, sono completamente vostra preda, mi piace, mi piace, voglio, mi piace, voglio essere così puttana davanti a voi, svergognatemi, vi prego, svergnognatemi adesso, ora!”

– I due uomini allora si alzarono e le porsero i loro membri ordinandole di succhiarli. Lei li prese in mano antrambi e succhiava prima da una parte poi dall’altra cercando di seguire con le mani il movimento del suo spompinare. I due uomini godettero e dopo che vennero a turno pulirono i loro cazzi senili sul suo viso, sui suoi seni e sul suo ventre lasciandola lì per qualche minuto nuda e sporca del loro fluido. Uscirono dall’inquadratura pi ritornarono già vestiti e le ordinarono di sdraiarsi sul divano. Lei ubbidì ed il signor Silvano prese a contarle quattro banconote da dieci euro sull’addome porgendogliele accuratamente. Lei le prese, si alzò e li salutò lasciandosi toccare ancora un po’ ed accompagnandoli verso la porta, poi tornò nell’inquadratura e si sedette di fronte alla telecamera a gambe leggermente divaricate e ginocchia unite. – “Guardami Massimo, sono sporca di sperma e saliva dei due vecchi vogliosi che sono stati qui fino ad ora, soffri un pochino per questo!” – Il lettore multimediale del pc terminò l’esecuzione del file.

Mi prese per mano, mi accomodò sul suo letto e mi baciò…

-Massimo-
real.synth@virgilio.it

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