Mi sveglio lentamente, come da un sonno artificiale, ho la testa pesante, non riesco a connettere. Spalanco gli occhi e… comincio a ricordare!
Ieri sera sono uscito di casa destinazione Holliwood. Tutti i mercoledì, infatti, il privè della discoteca milanese si trasforma in ‘Favela Chic’, accogliendo la colorata e allegra comunità brasiliana di Milano. Chiaramente, non mancano mai trans e viados sudamericane.
Appena arrivo bevo un paio di daiquiri, guardandomi intorno: aspetto con malcelata impazienza, adocchiando qualche bella trans per dare sfogo alle mie fantasie. Ben presto l’effetto dell’alcool comincia a farsi sentire, rendendomi disinibito ed eroticamente disponibile. Inizio a ballare e mi ritrovo davanti una bionda molto carina: tette piccole ma ben fatte e lunghi capelli mechati. Abbigliata con un vestitino leopardato molto appariscente e cortissimo dal quale spunta a tratti un tanga coordinato. Gli stivali al ginocchio con tacco in plexiglass di almeno 12 cm completano il quadro. E’ una situazione tipica da discoteca. Lei balla a occhi chiusi, segue la musica e ogni tanto si tocca: fa passare le mani sulle gambe, sulle braccia, anche sul seno. Mentre si carezza le spalle socchiude le palpebre e si mordicchia le labbra laccate di rosso fuoco con i denti bianchissimi. E’ uno spettacolo decisamente eccitante. Mi avvicino, sfiorandola innocentemente…. se ne accorge e non le dispiace, anzi…. mi coinvolge in una danza all’insegna dello strofinio e del palpeggiamento, strusciandomisi addosso come se volesse scopare lì subito.
Siamo andati avanti a flirtare così per un po’. Poi ci siamo accomodati su un divano. Mentre parliamo, continuo a bere…. Sono sempre più brillo…. e aspetto col fiato sospeso che accada l’inevitabile. C’è qualcosa di strano in me quella sera e Barbara (così ha detto di chiamarsi) lo ha percepito. Forse si capiva che stavo cercando sensazioni forti!!! Non ho il tempo di realizzare, che lei mi prende il viso con le mani e mi infila la lingua in bocca con passione. Il suo bacio mi scioglie; chiudo gli occhi e subito mille sensazioni s’impossessano del mio desiderio.
Eravamo lì avvinghiati al buio che facevamo salire la nostra passione a mille e Barbara mi ha fatto la sua scabrosa proposta. In tutta naturalezza mi chiede se ho mai partecipato ad una gang-bang. Proprio quella domanda, in quel momento, non me l’aspettavo di certo… ma ho cercato di mantenermi calmo e di stare al gioco per non rovinare tutto. Del resto sapevo benissimo cosa si stava accingendo a propormi ma non ho reagito, anzi, quella sorpresa mi ha fatto piacere!
“Vedi – ha proseguito Barbara, con un tono di voce complice – non sono sola, ma in compagnia di alcune amiche e avrei intenzione di inserirti in una serata particolare. Cerchiamo ragazzi da schiavizzare in lunghe orge di sesso’ tu sei un candidato ideale. Pensaci bene’ Ci potremmo divertire un sacco insieme. Sarei proprio curiosa di vederti all’opera mentre lo fai con tutte noi”.
L’ho guardata interrogativa e ho chiesto: “Tutte chi? Quante siete?”. Miro all’essenzialità, non mi vanno le parole di circostanza quando lo scopo è solo uno.
Barbara mi ha detto di aspettarla all’ingresso: “Arriviamo tra poco e lo scoprirai. Vedrai che ti divertirai parecchio con noi…. Stai tranquillo amore, tanto hai l’aria di essere talmente troia che ce n’è per tutte!!!” – ha aggiunto ridendo.
Così, ansioso e spaventato nello stesso tempo, mi preparai al fatidico incontro. Rimasi fuori cinque minuti mentre l’eccitazione cresceva. Durante l’attesa rimuginavo su quello che mi sarebbe toccato subire: il dubbio mi attanagliava al pensiero di diventare la troia privata di un gruppo di trans che si sarebbero sollazzate con il mio corpo per tutta la notte.
Facevo questi pensieri quando improvvisamente la porta si spalanca ed appare la mia biondina. Quello che vedo non l’avevo mai immaginato neanche nei miei sogni più sfrenati. Davanti a me ci sono altre tre splendide trans desiderose di assaporare le delizie del mio corpo. Sono molto femminili: zigomi alti, labbra carnose, visi valorizzati dal trucco pesante; gambe lunghe e culi svettanti.
Si sono fermate ad un paio di metri da me. Le sento confabulare con la loro inconfondibile voce in falsetto; quella tonalità finto femminile che ha sempre avuto su di me un effetto straordinariamente erotizzante. Mi fanno segno di avvicinarmi. Ci ritroviamo tutti e cinque…. le nuove arrivate si presentano.
Sabrina: carnagione scura, lunghi capelli lisci corvini, culo perfetto e tette tondeggianti, viso aggressivo, occhi di tenebra. In bikini a triangolo che stenta a contenere l’esplosività dei seni; hot pant microscopico che lascia scoperto abbondantemente le natiche sode. Con un paio di sandali da schiava i cui lacci le avvolgono i polpacci come serpenti, dai tacchi talmente vertiginosi da chiedersi come faccia ad arrampicarcisi sopra.
Gisella: bionda dal viso affilato. Vestito cortissimo argentato che evidenzia le generose dimensioni delle tette. L’intimo si intravede ogni volta che si china, lasciando immaginare le forme del suo frutto proibito. Indossa un paio di scarpe con delle stringhe che arrivano fin quasi sotto le ginocchia, la zeppa d’acciaio sottile è altissima.
E infine Susanna, una mulatta molto mascolina inguainata in un completo di pelle aderentissimo da dominatrice; stivali laccati di vernice nera con spettacolari tacchi a spillo che la slanciano ancora di più.
E’ proprio lei a lanciare la sfida che poco dopo avrebbe mutato il corso della serata:
– ‘Ma quanti cazzi saresti disposto a provare in una sola volta?’
– ‘Tutti quelli disponibili’ rispondo sfrontatamente’
– ‘Allora, cosa aspetti? Andiamocene da qui, così ci farai vedere di che cosa sei capace. Possiamo passare una bella serata insieme’ – continua la mulatta, per niente intenzionata a mollare’
Sono indeciso, non so più che dire o fare: una parte di me vorrebbe scappare. Cerco di mostrarmi calmo ed abituato a trovarmi in simili frangenti, ma in realtà ho paura perché sono in quattro. Temo il fatto di ritrovarmi in ma allo stesso tempo loro mi piacciono e la situazione mi fa eccitare. E’ l’istinto che mi guida nell’accettare l’offerta, così simile alle mie fantasie più nascoste.
Giungiamo all’appartamento di Barbara, poco fuori città, non più di un quarto d’ora dopo. Cominciano a spogliarsi imitate da me. Rimangono solo in perizoma, con quelle magnifiche tette al vento e le forme dei membri che si intuiscono dall’aderente tessuto delle mutandine. Capisco che è arrivato il momento di darmi da fare’
Barbara si dispone di fronte a me. Mi tira violentemente per i capelli, costringendomi
verso il basso. So bene che se adesso non oppongo resistenza, sarò a loro completa mercè. Eppure scendo accompagnato dalla sua pressione, mentre inizia ad apostrofarmi pesantemente – “Su troia… bando alle chiacchiere… inizia a leccarmi il cazzo, che dopo tocca anche alle mie amiche. Lo sai che stanotte ti prenderai una bella ripassata da tutt’e quattro, vero?’.
Non rispondo. Sembro intimidito e remissivo, ma loro non immaginano che mi sto sciogliendo in mezzo alle gambe all’idea di essere sbattuto come una bambola gonfiabile.
Le mie mani si posano sulle sue gambe. Con un movimento quasi automatico aggrappo il bordo del tanga e lo calo. In ginocchio con il culo che poggia sui talloni, poso le labbra sulla punta del pene. Barbara me lo spinge in bocca con forza, costringendomi ad ingoiarne una generosa porzione. Cerco di sopprimere i conati ed inizio a succhiarlo avvolgendolo con la lingua: la passo su tutta l’asta, dalla base al vertice. Poi me lo lascio scivolare in gola, fino a sfiorare i peli pubici con le labbra. Oscillo con la testa su e giù su quel membro duro come la roccia, quasi soffocandomi date le dimensioni. Faccio tutti i numeri di alto impatto scenografico per enfatizzare il pompino: non mi limito a far guizzare la punta della lingua, ma mi sforzo di tirarla fuori il più possibile per leccare la cappella, l’asta o le palle. Quando lo succhio, piego leggermente la testa di lato e sto bene attento che le guance mi si gonfino grottescamente, in modo che si capisca come si stia muovendo all’interno della bocca’ intanto guardo lei e le altre partecipanti al festino, per assicurarmi che apprezzino le mie evoluzioni. Dimeno il culo e sospiro languidamente mentre con la lingua seguo diligentemente le venature del cazzo.
Sono giunto al punto di non ritorno. Ho fatto intendere a tutte cosa si possono aspettare da me. Proseguo a succhiare e penso al fatto che, a breve, approfitteranno della debolezza che ho proclamato dinanzi a loro.
Le altre sono strabiliate: ‘Ma quanto ci costerà questa troia?” dice una di loro rivolta a Barbara.
‘Non costo niente – rispondo – Sono gratuita’ e mi lascio fare qualsiasi cosa’.
A questo punto Barbara invita le amiche ad unirsi alla festa. Il resto della compagnia si avvicina e forma un cerchio, con me inginocchiato nel mezzo, pronte a reclamare anch’esse il proprio piacere. Sento altre mani addosso che iniziano a palpeggiarmi’ e lì inizia la libidine vera a propria!!!.
Mi strizzano i capezzoli facendomi male; mi danno sonore manate sul culo. Quel trattamento mi invia scariche massicce di adrenalina in tutte le terminazioni nervose. Sono intorno a me e si alternano a schiaffeggiarmi sulle guance con il cazzo ed a gridarmi oscenità – “Tieni puttana’ prendili in bocca che ti piace…” – poi spingono i loro membri eretti davanti al viso e mi incitano a prendermi cura di ognuna di loro: “Dai succhiali tutti, piccola troia’ facci godere nella tua bocca”. Non me lo sono fatto ripetere ed ho iniziato a spompinarli uno ad uno. Provo a farli entrare anche in due contemporaneamente; riesco ad ingoiarli solo in parte ma sono troppo grossi. Così passo dall’uno all’altro alternativamente, leccando le cappelle e massaggiando i testicoli con le mani. Ad ogni cambio di cazzo mi sputano in faccia riempiendomi il viso di saliva. Ormai sono in stato di delirio: continuo a leccare ed accarezzare i loro membri, spronando le mie amanti: “Si … ancora … così … più forte … – urlo – … voglio essere usato come una macchina per fare pompini'” – mentre loro mi rivolgono pesanti apprezzamenti, che lusingano oltremodo la mia vena ninfomane: “Guarda che faccia da troia… che labbra fatte apposta per succhiare il cazzo… dimostraci che sei una brava pompinara’ non smettere di leccare”. Succhio così senza fermarmi per almeno una mezz’ora, fino a quando mi accorgo che stanno per giungere al momento del piacere. Già pregusto un ingoio collettivo.
Mi dicono che sono stato proprio bravo e che merito un premio, perciò mi fanno sdraiare in mezzo a loro a gambe divaricate e si dispongono sopra di me: “Adesso preparati perchè ti sporcheremo quel bel visetto di sperma… buon ingoio, puttanella” – dice Barbara fissandomi negli occhi. Non è una sorpresa particolare, ma quella frase, proprio per la sua durezza, mi mette in agitazione, però conosco il mio compito: devo farle godere e accettare il succo del loro piacere. Il primo getto di sperma che ricevo è quello di Barbara. La osservo con cupidigia mentre punta il suo cazzo verso la mia bocca e incomincia a masturbarsi. Improvvisamente, mi inonda a volontà. Caccio la lingua aprendola a cucchiaio, invitante e vogliosa. Sono soddisfatto; un secondo getto mi investe colmandomi del suo liquido seminale. Raccolgo con la lingua quello che riesco a raggiungere e deglutisco, mentre filamenti di seme mi imperlano le ciglia.
” Ehi ragazze’ guardate questa troia – esclama con sorpresa Barbara – ci gode a farsi sborrare in faccia”. E poi rivolta a me: ‘Apri la bocca e fa’ vedere lo sperma che hai dentro ‘ muovi la lingua’ assaporalo’.
Allora, ho deciso di mettere in pratica il suo suggerimento. Tenendo il mento sollevato ho spalancato la bocca mostrando a tutta la platea come giocavo con la sborra. Poi passo la lingua tutta impiastricciata di sperma intorno alle labbra. In questo modo si spande un denso strato bianco su tutto il contorno della bocca. Con questa testimonianza sul viso, mi sono rivolto verso le altre tre spettatrici, assicurandomi che osservassero attentamente. Loro ridono e commentano la scena:
“Dai godiamogli anche noi in bocca’ tanto questa puttana lo ingoia tutto sino all’ultima goccia” – (Gisella)
‘Scommetto che più gliene diamo e più ne vuole questa cagna in calore’ – (Sabrina)
‘Che aspettiamo, allora’ facciamoci sotto e riempiamola di sperma!!!’ – (Susanna)
Adesso è il turno di Sabrina: il tempo materialmente necessario per permettere all’amica di scansarsi che subito ne prende il posto. Invece di avvicinare semplicemente il cazzo alla mia bocca, come mi aspettavo, me lo infila direttamente dentro con un colpo di reni e anche con una certa irruenza. Colto di sorpresa, ho strabuzzato gli occhi e combattuto con tutte le mie forze l’istinto di tossire. Lei ha cominciato a fare avanti e dietro. Io stavo lì immobile, pensando solo a tenere la bocca spalancata, e lei la scopava con foga, come se fosse una figa. Non ci sono altre parole per descriverlo!!! Proprio nell’attimo in cui inizia ad eiaculare, spalanco la bocca ancora piena dello sperma dell’amica, lasciando che il suo fluido biancastro mi riempia le labbra sino a colare sui lati della faccia.
Una nuova presenza richiama la mia attenzione. Le altre due invitate, vicinissime al mio viso con i membri eretti: “Non vuoi assaggiare anche il nostro?” – dicono all’unisono Gisella e Susanna. Ruotando verso la prima apro la bocca e inghiotto il cazzo che mi viene offerto, facendolo arrivare fino in gola. Le mie fugaci leccate sono sufficienti a costringere anche lei all’orgasmo; inizia a venire mentre la sto ancora succhiando. Tento di prenderlo tra le labbra, ma lei si tiene a debita distanza in modo da far cadere lo sperma dentro la bocca aperta.
Poi mi volto verso l’altra. Appoggia il pene alla mia bocca e senza avere nemmeno il tempo di ingoiarlo, sono nuovamente investito da un forte getto, denso e abbondante. Lascio poi colare la sborra, che non può essere contenuta tutta in bocca, sulle guance. Dopo la spruzzata prendo i cazzi e me li strofino sulle labbra, leccando le ultime gocce del loro godimento. Quel sapore salato mi dà una sensazione sottile e sconvolgente, amplificata dalla posizione sottomessa in cui sono, già più che sufficiente a farmi eccitare. Comincio ad utilizzare le dita come spatola improvvisata: le strofino laddove sento accumularsi la maggiore quantità di sperma e poi me le riporto alla bocca. In un gesto spontaneo mimo un pompino, muovendole avanti e indietro. Per finire passo ancora la lingua sul mento e pulisco gli ultimi residui rimasti.
Le mie aguzzine mi chiedono da chi ho imparato a leccare a quel modo. Soddisfatte si allontanano, lasciandomi con il volto completamente ricoperto dalla maschera di sperma. Poco dopo mi fanno alzare dalla mia posizione in ginocchio e mi fanno ammirare allo specchio. Sono uno spettacolo indescrivibile completamente imbrattato di sborra calda e appiccicosa che cola dappertutto: sul collo e tra i capelli; un occhio è completamente chiuso dallo sperma e con l’altro ci vedo a malapena. Il ritratto della perfetta bocchinara. Un’immagine da rivista porno o da film a luci rosse. Mi faccio un po’ senso, ma in un certo modo mi sento anche perversamente orgoglioso.
Ho la bocca impastata e la pelle tesa dal seme seccatosi, ma non ne ho avuto ancora abbastanza!!! Per quella notte le sorprese non sono finite. Mi dicono che non è altro che l’inizio e che hanno in serbo dell’altro per me. Mi ripulisco da quanto sono rimasto insozzato e mi preparo mentalmente ad adempiere ai miei nuovi doveri.
“Adesso che cosa volete?” – chiedo ignaro di quello che mi aspetta. Barbara dice che vuole fare vedere a tutte quanto sono ninfomane… così ordina di mettermi alla pecorina, chinato in avanti fino a baciare il lenzuolo con il sedere sollevato bene in vista, in una posizione di offerta sottomissione. Da vera sgualdrina mi eccita un casino stare così in pubblico. Il loro sguardo sulle mie rotondità mi piace tantissimo, così inarco la schiena e porto entrambe le mani dietro ad allargarmi le natiche il più possibile… per dimostrare quanto sono stronza. Desidero sentirlo subito indietro, ma loro mi fanno aspettare impaziente. Il mio desiderio aumenta…sempre di più…sempre di più…
Stiamo scavando nei nostri desideri per poi proporli e metterli in pratica quella notte.
” E’ arrivato il momento che tanto desideri. Fai un bel respiro e rilassati. Adesso ti faccio sentire quello che provano le troie quando hanno un bel cazzo duro che le scopa!” – sono le parole che dice Sabrina. Sistemo al meglio l’angolazione del sedere e mi abbandono totalmente al volere di chi sta per incularmi: appoggia la sua cappella al mio buchino e spinge con un colpo di reni deciso il pene dentro di me, facendomi sobbalzare. Provo a sottrarmi ma lei mi blocca con le mani strette sui fianchi e continua a spingere, senza attendere che mi abitui al corpo estraneo. L’entrata mi strappa gemiti di dolore misto a piacere ogni volta che il cazzo conquista qualche centimetro, ma e’ quello che voglio. Barbara soffoca il mio urlo chiudendomi la bocca con il suo cazzo. Così riempito, non posso muovermi e accetto il piacere di quella doppia penetrazione, adattandomi ai gesti dell’una e alle spinte dell’altra. Sabrina sposta il corpo in vanti e subito all’indietro più volte, invitandomi a prendere quel ritmo mentre, senza fermarmi, insisto a lavorare con la bocca Barbara. Le due amiche continuano a martellarmi, dicendomi che sono una sgualdrina. Penso che abbiano ragione; più loro mi offendono e più mi piace: “Dai maiala, ti piace succhiare il cazzo mentre ti scopiamo, vero? Hai proprio un bel culo, stretto come piace a noi. Vedrai, questo non è niente in confronto a quello che ti aspetta dopo'”.
Ho il sedere in fiamme… e al tempo stesso mi rendo conto che non voglio che smettano. Sabrina affonda ogni colpo con sempre maggior vigore, eppure faccio in modo di spingere il bacino in direzione opposta per farne entrare sempre di più, mentre continuo a consumare con la lingua il cazzo di Barbara. La sensazione di riempimento è assolutamente totale. Il piacere mi inebria, mi avvolge come un manto solido che mi aderisce alla pelle. Tremo come in preda a convulsioni, non riesco più a rendermi conto di dove sono o di cosa accade intorno a me. Dopo un lasso di tempo indefinibile, Sabrina mi sfila rudemente il membro. Quando si ritira sento un lieve sollievo. Ansioso, attendo che anche le altre due invitate si facciano sotto. Non devo aspettare molto. Cariche d’eccitazione per la scena alla quale stanno assistendo, si danno il cambio tra loro, mettendosi una dietro e l’altra avanti. Appena ho sentito il pene di Gisella nella giusta posizione, appoggiato nel solco del culo ho assecondato le sue spinte roteando il bacino: è affondato poco alla volta, senza incontrare alcuna resistenza. Ho atteso che l’ano si adattasse. Quindi ho iniziato a muovermi aiutato dalle sue mani, conquistando il pene centimetro dopo centimetro, sino al punto di appoggiare le natiche completamente a lei. Nel frattempo Susanna forza con il cazzo contro le mie labbra: fa scorrere per tutta la lunghezza il membro nella mia bocca, costringendomi a succhiarlo. Il movimento di una mi fa sfuggire a tratti il pene dell’altra dalla bocca, ma continuo a darmi da fare spingendolo fino in gola, inventando giochi di lingua. Ora mi sento finalmente sazio. Con questi quattro affari duri che arrivano da tutte le parti sto realizzando le mie fantasie.
Per finire la serata mi fanno stendere sulla pancia. Adesso è il turno della mulatta. Intuisco dove vogliono andare a parare e cerco di sottrarmi, perché le dimensioni del suo membro mi preoccupano non poco, ma l’intesa tra le quattro amiche è notevole. Si dispongono ai miei lati: Gisella ha cercato di tenermi fermo. Non c’è riuscita del tutto ma quasi, poi é intervenuta in suo aiuto anche Sabrina. A quel punto mi hanno immobilizzato, quasi imprigionato tra le loro braccia. Ho le gambe chiuse strette, in tensione e irrigidite. A risolvere la situazione ci pensa Barbara. Mi molla un ceffone in pieno volto che mi fa sussultare: “Adesso basta’ stai buono e collabora’ vedrai che non ti succederà niente di male”. Ancora una volta tento di oppormi: mi divincolo, provo a serrare le cosce ma vincono loro, costringendomi a gambe aperte.
Mi sento come una preda data in pasto ad una muta di lupi affamati. Ormai l’orgia assomiglia sempre più ad uno stupro di gruppo. Dovrei ribellarmi, ma l’impressione di essere violentato da una sconosciuta aumenta decisamente il mio piacere, reso ancora più intenso dalle parole di Gisella: “Credi proprio che ti avremmo lasciato andare senza averti fatto un servizio completo?'” e poi rivolta a Susanna: “Dai bella, ora tocca te. Prima strusciati un pò su di lui ‘ fagli sentire quanto ce l’hai grosso”.
La mulatta sale sul letto alle mie spalle, si abbassa su di me e fa scorrere il cazzo sul culo. Dopodiché lo appoggia contro l’apertura anale. Non resiste alla tentazione di infilarlo appena nel piccolo buco che occhieggia fra le natiche. Sento una fitta tremenda che mi blocca l’urlo in gola. Ha spinto dentro solo in minima parte il suo serpente nero e già mi sento pieno. “No’ non può entrare, è troppo grosso” – imploro con voce tremolante. Nonostante la mia supplica, Susanna nemmeno si scompone e spinge, forzando l’ingresso. Sebbene il culo sia ormai lubrificato dai passaggi precedenti, il membro entra faticosamente centimetro dopo centimetro. Vorrei dimenarmi, ma non posso farlo perché’ aumenterebbe il dolore. Comincio a piagnucolare: “Basta’ ti prego, fermati’ mi fai male”. Un altro schiaffo raggiunge il mio viso: ‘Zitta troia – dice sguaiatamente ancora Barbara – stavi andando in cerca di cazzi? Beh’ adesso li hai trovati, che ti lamenti a fare!!!”.
A questo punto decido di collaborare. Penso che sia l’unica cosa da fare. In caso contrario avrei solamente ottenuto maggior dolore e prolungato l’agonia. Oscillo il bacino con piccoli movimenti, cercando, per quanto mi è possibile, di assecondare la penetrazione. Susanna continua a incularmi: avverto che ad ogni colpo il mio buco cede e si apre per accoglierla al meglio; ormai mi sono quasi abituato a quell’intrusione. Il bruciore, pur non scomparendo del tutto, sta facendo spazio ad una sensazione di piacevole riempimento. La mulatta non ha quasi più bisogno di forzare; è ben piantata dentro. Inizia a muoversi sempre più velocemente, alternando colpi secchi ad ancheggiamenti più leggeri. Pompa un po’ a pieno ritmo, sussurrandomi all’orecchio parole sconce: “Come stringi bene il culetto’ sei proprio una cagna in calore'” – mentre le sue amiche la incitano a continuare il suo stantuffo: ‘Dai Susanna’ più forte’ sfondalo’ aprilo in due’. Poco dopo, Susanna si ritrae lasciandomi con un senso di sollievo e nello stesso tempo di vuoto nello stomaco, subito sostituita da una delle altre tre.
A questo punto non sono in grado di dire quante volte mi hanno scopato il culo e ho preso in bocca i loro cazzi perché ho smesso di contarle’
I loro corpi mi circondano, dandomi la forza per continuare. Sarei crollato esausto nel momento in cui mi avessero dato l’opportunità di prendere fiato. Forse per questo non mi hanno mollato per un solo istante, alternandosi nei miei due buchi per rimandare il loro orgasmo. In pratica quando una era sul punto di esplodere, si tirava indietro e cercava con una pausa di raffreddare il suo ardore. Poi faceva il cambio di posizione e ricominciava. Sono andate avanti in questo modo a lungo, fino a che è giunto nuovamente il momento di godere. Come rispondendo ad un ordine telepatico, mi spingono ad inginocchiarmi: hanno deciso di sciacquarmi nuovamente il viso con le loro abbondanti polluzioni. Tengono in mano i cazzi ormai violacei e si masturbano puntandomeli addosso; mi intimano di spalancare la bocca. Bastano due colpi perché godano quasi in contemporanea, riempiendomi il viso di schizzi violenti di seme bollente.
Si sono servite tutte del mio corpo, inculandomi e ficcandomi il cazzo in bocca: ora, dopo avermi sborrato sulla faccia insieme, si godono lo spettacolo di me che, con il volto grondante di quella sostanza bianca e collosa, cerco di ingurgitarne la maggior quantità possibile aiutandomi con la lingua.
Ora che nel mio palato si sono mischiati quattro sapori diversi’mi sento finalmente appagato’
Per finire passo un dito nel solco che divide le mie natiche per ripulirmi un poco, quasi non mi accorgo che si infila al suo interno quasi risucchiato. Non realizzo bene: ho davvero dilatato cosi’ tanto il mio ano’ sarebbe tornato normale??? mi chiedo assorto.
Come prima gang-bang può bastare. E’ stato tutto perfetto, più di quanto avessi potuto immaginare.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…