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L’ASSICURAZIONE

By 18 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ASSICURAZIONE

La vedo entrare tutta scarmigliata, faccia un po’ incazzata elegante, come sempre.
Un miniabito di maglia color marron, leggings neri, un paio di deco nere dal tacco 80mm, niente calze e una bellissima cavigliera sulla sinistra.

La mia bellissima mogliettina sembra avere un diavolo per capello:

-che ti succede?

Faccio guardandola entrare scura in viso.

-guarda qua!

Mi purge un foglio bianco scritto a mano: l’intestazione è quella della polizia municipale.

-cos’è?

Provo a fare il finto tonto, ma ho già capito di cosa si tratta,: è una multa.

-multa per eccesso di velocità o divieto di sosta ?

La guardo e vedo una luce di rabbia crescere nelle iridi color del legno di noce.

– mi prendi per il culo?

Quasi urla.

-no, chiedo: quella è una multa e di solito la si piglia o perché ti fottono con l’autovelox o perché si sbaglia parcheggio.

-invece no: l’assicurazione imbecille!

Cazzo! L’assicurazione!

Ricordo come un flash: mi sono dimenticato di pagare, ero in giro per lavoro e’ mi sono veramente dimenticato della sua assicurazione.

Cerco di darmi un contegno’

-beh, ma hai 15 giorni per pagare, no?

Gli occhi sono ormai spalancati come finestre:

-certo!, peccato che ne siano passati più di venti!

In un attimo capisco tutto’

-mi hanno dato un multone, mi hanno anche minacciato di togliermi i punti e di sequestrarmi il mezzo.
Dovevo andare da un cliente per un progetto importante, non avevo scelta.
E tutto per colpa tua.

-scelta? Mi spiace, mi sono proprio dimenticato, pagheremo la multa e andiamo immediatamente dall’assicuratore non sarà una tragedia.
-si invece, i bastardi ghisa ci stavano godendo un mondo: figurati, beccano una da sola, ben vestita, che ha fretta, che le serve la macchina per lavorare’

‘ben vestita’ anche un po’ da troia, a ben vedere’ penso io’

-e’ quindi?

-E quindi non ci arrivi proprio a capire come è finita?

Comincio ad avere un atroce sospetto’

– erano in due, ci hanno girato un po’ intorno, ma poi hanno detto esplicitamente che’ insomma’ potevano chiudere un occhio, mgari uno e mezzo, capito, pure gli spiritosi fanno, se mi dimostravo’ accomodante.
– E tu?
– Vaffanculo!
Mi piglio il vaffanculo, ma quella è già una risposta’
-secondo te? Io alla prima mi sono mostrata indignata, ma sapevo bene che non c’era molto da fare’ alla fine ho accettato.

Sapevo che andava a finire così’

-E’

-E’. mi hanno fatto spostare la macchina, abbiamo preso una strada laterale che portava ad un piccolo parcheggio poco frequentato.

Comincio a vedere la scena davanti agli occhi e, stranamente, una certa ‘chimica’ comincia a farsi strada dentro di me’
-mi hanno fatto inginocchiare, il primo, quello che doveva essere il capo mi ha detto semplicemente : gliel’ho tirato fuori,non era durissimo, l’ho preso in mano ed ho cominciato a scappellarlo e a menarlo un po’, mentre ho cominciato a leccare le palle.

La chimica cominciava a fare effetto: avrei dovuto essere incazzato, ma sentivo crescere una rozza eccitazione.
Come diceva Conrad, siamo rimasti animali, animali dipinti di civiltà, educazione, ma pur sempre animali.
Come una statua di legno d’ebano ricoperta da una sottile vernice dorata che basta grattarla un po’ per fare emergere il nero’
Così nel profondo del nostro io ci sono istinti sopiti da secoli, da quando eravamo bestie che si litigavano le grotte con gli orsi, e come gli orsi eravamo succubi del capobranco.
Il capobranco che stava per infilare il cazzo nella bocca rosso ciliegia di mia moglie.

-‘ s’è indurito in un guizzo, poi me lo ha ficcato in bocca ed io ho cominciato a succhiare come una matta, volevo che venisse in fretta. Il maiale gemeva, tenendomi le mani sulla testa, ogni tanto m’insultava, mentre il socio non finiva di far sapere quanto troia e puttana ero.
Ha resistito un bel po’ il bastardo, poi mi ha riempito di sborra la bocca e mi ha tenuto li a bere tutto.

Ho il cazzo duro come marmo’

-Era tanta, l’ho bevuta tutta e poi gli ho ripulito iol cazzo gocciolante.
Poi il socio mi ha sbattuto in faccia un cazzo già duro e venuso, me l’ha ficcato in bocca subito, ma invece di farsi spompinare mi ha preso per la testa ed ha preso a ficcarmelo in profondità, mi arrivava quasi in gola, lo sforzo per non vomitare era fortissimo, mi scendevano le lacrime per lo sforzo.
Mi ha scopato in bocca: mi ha scopato la bocca come fosse stata una figa’

Mi vedo la scena davanti agli occhi, sentivo il mio cazzo duro che cominciava a gocciolare’
Voglio dire qualcosa, ma il calore sul viso, la saliva che mi si blocca in gola me l’impediscono ‘
– alla fine ha voluto sborrarmi in faccia. Poi ha voluto anche lui che lo ripulissi.

Silenzio per qualche istante che sembra non finire mai.

-e tu?

So quanto poco ami essere schizzata in faccia, anche a me lo permette mooolto raramente.

-Ed io mi sono ripulita la faccia con un fazzoletto di carta, poi mi hanno dato sta multa e mi hanno lasciato andare.

-mi’ mi dispiace’

Ma non se la beve, si vedono i pantaloni ‘tirati’

-ti dispiace?, un par de palle, guarda qua!

Mi mette una mano sul pacco e lo sente duro

– ti è piaciuto sentire che due bastardi si sono fatti fare una pompa dalla tua donna, vero?
Beh, adesso è il tuo turno di darti da fare: spogliati!

Sono perplesso, ma lei è veramente incazzata, in effetti, se avessi davanti quei due rischierebbero di non vederla nemmeno arrivare la lama di Damasco, sarebbero morti prima di toccare terra, ma allo stesso tempo, si, mi ha eccitato da matti immaginare la mia bellissima signora in ginocchio costretta a bere sborra.

Mi spoglio completamente; mi urla di sdraiarmi sul divano.

Lo faccio: sono nudo come un verme e attendo.
Sento il ticchettio dei tacchi sul pavimento di legno, poi sento che torna vicino.
Mi giro, vedo che ha in mano il battipanni di vimini.
Sicuramente deve passarmi un tremore negli occhi, ma vedo lo sguardo felino e stravolto di questa donna bellissima e terribile che ha in mano un battipanni e che è intenzionata a usarlo.

-adesso ti faccio vedere io! La prossima volta ci vieni tu a spompinare quegli stronzi, testa di cazzo che sei-

Arriva il primo colpo; è forte, sussulto e il sussulto si trasferisce al cazzo sotto di me schiacciato al divano.
Un altro, e un altro.
Gemo, ma non urlo e non imploro pietà.
Sento le chiappe diventare di fuoco, immagino che stiano diventando rossissime e arabescate dalla trama del vimini.
Va avanti per una decina di minuti buoni: mi fa un male pazzesco, ma sento anche dei brividi di piacere che dal buco del culo corrono alle palle gonfie fino alla punta dell’uccello.
Sento delle scariche dritte nel cervello.
Fa male, ma godo.
Godo della situazione, godo nel rammentare cosa le hanno fatto fare, godo nell’essere punito e sottomesso, godo dello strano tremolio che mi sta pervadendo.

Si ferma, infine: ansima, è eccitata; la rabbia sembra sparita da quelle iridi colore del legno di noce, le pupille penetranti esprimono più voglia che desiderio di vendetta.

Si siede sul divano:

– mettiti in ginocchio!

Capisco al volo cosa vuole.
Mi inginocchio davanti a lei, nudo, con le chiappe bruciate da quella lunga battitura, il cazzo duro e bagnato.
Le sfilo le scarpe, mi colpisce l’aroma di pelle conciata al cresolo’
Socchiudo le labbra e mi ritrovo le dita in bocca.
Comincio a succhiare e a leccare, la lingua passa fra le dita.
Poi toglie il piede, me lo mette sulla testa e mi spinge giù.
Appecoronato comincio a slinguare l’altro piede, lo prendo in mano e lecco dal tallone alla pianta.
Me lo ficca in bocca più che può: faccio fatica a tenere dentro tutte le cinque dita’

-lavameli bene schiavetto!

E’ come una frustata d’eccitazione pura, sento il cazzo che esplode fra un po’.

Lei lo capisce, ma vuole giocare ancora.
Mi tormemta ancora un po’ coi piedi, poi mi ordina di sdraiarmi a pancia in su sul divano.
Il contatto del cuoio sulle mie chiappe martoriate mi fa male, ma non posso fare altro che ubbidire.
Vedo lei che si cala i leggins, si toglie il perizoma di pizzo nero e si siede con la figa sopra la mia faccia.

-leccala!

Non me lo faccio ripetere due volte: è bagnatissima, succosa, dolce.
Mi fa impazzire leccarla quando è così bagnata.
Lecco e ci ficco la lingua dentro ravanando.
Gode la troia!, eccome se gode!
Mi si struscia sempre più forte contro la faccia gemendo e sospirando; poi si gira; si abbassa a prendermi il cazzo in bocca.

Continuo a leccare, poi infilo due dita dentro quella figa liquida.
Lei va su e giù sul mio cazzo con quella bocca calda ed umida, con la lingua morbida come velluto d’alcantara intorno alla cappella.
Estraggo le dita e le ficco un dito in culo,senza tanti complimenti.
Geme un po’ sul mio cazzo, per la sorpresa, inarca un po’ la schiena spingendo ancora di più la figa sulla mia bocca.
Viene’ si ferma per un attimo dal succhiare e leccare; viene con un lungo urlo soffocato’

‘poi torna giù e con una serie di vigorose succhiate mi porta alla fine.

Sento il piacere esplodere nella testa, sento gli schizzi uscire potenti mentre quasi urlo di dolore.
Mi sembra di non finire più.
Poi finalmente termina.
Si stacca; si gira verso di me: ha già ingoiato tutto.
Mi trovo a pensare che è la terza pompa che fa oggi, la seconda bevuta.
Poi mi prende il cazzo fra le piante dei piedi, mi fa quasi male tanto è sensibile, ma è anche bello scorrevole perché tutto insalivato: pian piano, lentamente, mi masturba con i suoi piedini dalle unghie laccate.
La cavigliera d’argento tintinna ad ogni su e giù.

Quando finalmente vengo, gli schizzi s’infrangono sulle sue dita ‘

-adesso leccala.

Mi ficca le dita in bocca e sento il sapore amaro della sborra mentre le ripulisco i piedi.

Sono esausto, la vedo alzarsi, rimettersi le scarpe, lasciare il perizoma a terra, andare in cucina’

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