Il mio amico Giorgio, che ha una moglie molto bella di nome Clara, aveva avuto, con Clara, una intensa, ricca e sofisticata vita sessuale fino ai primi anni di matrimonio, ma poi, come accade spesso, il desiderio si era via via affievolito e assopito. Giorgio mi raccontò che da un po’ di tempo aveva cominciato a desiderare di ravvivare il loro rapporto e veder Clara far l’amore e godere con un altro. Quando finalmente lui si decise a parlargliene, ne ricevette un secco e indiscutibile rifiuto. “Non sono un puttana” gli aveva risposto una sera Clara, seccata dall’ennesimo suo tentativo. Lui si mise il cuore in pace e non chiese più nulla, ma non perse la speranza.
Una sera d’estate invitò a cena un suo amico con il quale aveva condiviso le scorribande giovanili da dongiovanni e che, di recente, aveva divorziato dalla moglie. Cenarono sul terrazzo, con un arietta fresca e piacevole che stuzzicava e la cena fu ottima. Un bottiglia di prosecco ghiacciato scendeva facilmente lungo la gola dei tre e animava la serata. Presto lasciarono alle spalle i problemi di coppia dell’amico e si rilassarono completamente come imponeva una serata tra buoni amici. Le cicale d’agosto cantavano la colonna sonora dell’estate e sua moglie divenne serena e arrendevole, appoggiata alla ringhiera del terrazzo, teneva tra le dita una sigaretta e fumava allegra e soddisfatta di come stesse proseguendo la piacevole serata.
Giorgio guardava sua moglie e la trovava splendida, sicura di se e, con quella sigaretta tra le dita, ne fu rapito. I suoi seni, non grandi, ma marmorei sembravano voler esplodere. Osservava le sue gambe abbronzate, sotto la gonna nera che accendeva quelle cosce color del miele. E sapeva che al temine di quelle gambe chilometriche c’era il paradiso che per anni lo aveva ammaliato. Ne era innamorato sempre più e per questo desiderava che lei trovasse maggior interesse nella vita.
Giorgio, allora, sicuro della scarsa resistenza della moglie, la fece appoggiare alla ringhiera del terrazzo, e sussurrandole dolcissime parole d’amore, velocissimo le sollevò la gonna, poi le abbasso le mutandine ed infine le fece divaricare le splendide gambe. Si abbassò e con la lingua le inumidì il clitoride che si aprì come un fiore. Poi, come seguendo uno schema immaginato un milione di volte, invitò l’amico a penetrarla!
Pubblicato! S'intitola Blocco (E pur essendo di fantasia è ispirato a una sensazione realmente provata). Forse non è il mio…
Ti ringrazio, spero che la continuazione non deluda. Pubblica, pubblica, che sono davvero curioso di leggere il tuo racconto! Sì,…
Prima puntata e già s'intravedono dinamiche mooolto promettenti! Sono intrigato! Se il sito mi permetterà di caricarlo (visto che la…
Sempre intrigante, mai scontata, si riescono ad immaginare le situazioni.
Racconto davvero ben scritto e carico della giusta tensione. Ti va di scambiare qualche opinione? Se vuoi matteomatteini1_2021@libero.it