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Il dopo partita

By 16 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi sono lasciata convincere da alcuni miei amici a partecipare ad una partitella di basket. Gli serviva il decimo ‘uomo’ e a quanto pare io ero l’ultima spiaggia.

Quando andavo alle medie ho praticato per un anno pallavolo; ma ero talmente scarsa a ricevere la palla e a schiacciare che poi ho cambiato sport. Sono passata al basket e almeno in quello me la cavavo molto bene.
Sapendo di non essere una totale incapace ho accettato ben volentieri la proposta; almeno non avrei sfigurato. Una piacevole alternativa ad una corsetta in campagna. Anzi mi sono offerta pure io mentre si stava chiacchierando la sera precedente.

Col cavolo; o mi sono dimenticata in questi nove anni come si gioca; o ai suoi tempi giocavo con delle emerite schiappe tali da farmi pensare di essere una gran cestista.
Alla fine della partita, in cui non ho fatto altro che correre su e giù dietro ad un pallone che non sono mai riuscita a toccare, ero agonizzante. Pensavo che andando regolarmente a correre sarei riuscita a tenere almeno il ritmo dei miei compagni. Nemmeno quello sono stata capace di fare.
Mi viene in mente un esercizio che ci faceva fare il mister ai suoi tempi. Lui lo chiamava il suicidio. Oggi ci sono andata proprio vicina.

Sul serio, se non avessi una reputazione ed una dignità da difendere mi sarei lasciata cadere sul campo e mi sarei fatta portare in spogliatoio. Invece, zitta ,zitta, sono andata a farmi dare le chiavi di uno degli spogliatoio dal gestore dell’impianto e poi sono collassata sulla panca per dieci minuti buoni.

Speravo di fare bella figura; magari vantarmi di aver giocato in passato. Vista la prestazione miserevole non ho nemmeno pensato di dire che avevo già giocato. Meglio stare zitte in certi casi.
L’unica cosa di positivo è che i miei amici non hanno infierito. Certo in fondo chi è tanto scemo da sparare sulla croce rossa? Vabbè almeno ho fatto un po’ di movimento anche se i miei piedi mi stanno uccidendo dal dolore.

Uffa, mi rialzo dolorante dalla panca ed inizio a svestirmi. Una bella doccia laverà via il sudore e la puzza dell’insuccesso. Fa male persino togliersi il reggiseno; per non parlare di camminare sulle ciabattine.

Mi dirigo nella sala docce, un unico locale senza divisori o altre comodità del genere. Non c’è neppure il posto dove appendere l’accappatoio o appoggiare il bagno schiuma. Che razza di povertà; mi arrangio buttando l’accappatoio sopra all’asciugacapelli e il balsamo me lo terrò in mano.

Vabbè che il posto è frequentato solo da uomini; di fatti i miei amici mi hanno detto di chiedere al gestore di lasciarmi uno spogliatoio solo per me, ma un po’ di comodità dico io?
Come dovrò fare a lavarmi i capelli se devo tenermi in mano il doccia schiuma?

Che brutto pomeriggio penso mentre faccio venire giù l’acqua calda. Con la temperatura giusta mi metto sotto al getto e lascio che il calore dell’acqua mi sciolga un po’ i muscoli. Che sollievo.

Vorrei potermi estraniare dal mondo; ma non posso. Sento la porta che si apre e della gente che parla.
Cazzo, cazzo, cazzo. Che cosa mi sono fatta dare le chiavi a fare se poi lascio la porta aperta?
– E’ occupato. ‘ Urlo dalla sala docce. Meno male che non mi possono vedere direttamente dallo spogliatoio.
Qualcuno risponde.
– Ma chi c’è? ‘
– E’ occupato. ‘ Ribadisco con tono della voce fermo. Uffa non posso nemmeno andare a prendere l’accappatoio perché dove l’ho appoggiato sarei visibile a tutti quanti.
– Ehi c’è una ragazza. ‘ Dice uno.
– Grande. – Risponde un altro seguito a ruota da molti altri. Qui qualcuno si sta divertendo alle mie spalle.

– Ve ne andate che è occupato? ‘
– No dai, noi non ci scandalizziamo mica. ‘ Ancora altre rida di scherno. Ma che simpatici.
– Io si ‘ e molto. ‘
– Dai gli altri spogliatoi sono tutti pieni. ‘ Nel frattempo sento che stanno buttando borsoni per terra. Non sembra che vogliano andarsene.
– Io sto facendo la doccia, uscite. ‘
– Tutta nuda? ‘
– Secondo te? ‘ Ancora risate di scherno.

– Dai non è divertente. ‘
– Se vuoi puoi uscire, promettiamo che non guardiamo. ‘
– Io no. ‘ Gli fa eco qualcuno. Bastardo.

Ora che cosa faccio? Ho solo il doccia schiuma e devo dire che non è che copra gran ché.
Forse una corsa veloce nello spogliatoio per afferrare l’accappatoio? Immagino il loro divertimento; ma non è che abbia una gran scelta.
Dovrei pensarci su ancora un po’, ma immagino che gli stronzi tra poco verranno qui sotto alla doccia ed è meglio non farmi trovare. Meglio che mi sbrighi insomma.

Faccio per prendere lo slancio. Esco di corsa dalle docce e vado a sbattere contro un muro umano.
Che botta penso mentre casco male col culo per terra. Il tipo, invece, poi non si è spostato di un centimetro.

– Ahi ‘ Grido. Altri invece ridono di gusto.
Timidamente alzo lo sguardo. Sull’uscio del locale docce ci sono almeno tre persone tutte nude. Dietro di loro ce ne sono sicuramente altri, ma non riesco a scorgerli.

Ora sono cazzi penso rabbrividendo. E di cazzi stiamo parlando sul serio. Quei tre sono entrati dentro alla sala doccia seguiti a ruota dagli altri. Di cazzi vedo proprio che ce ne sono di tutti i tipi. Grossi, lunghi, corti, pelosi, scappellati, chiari e scuri.

Istintivamente mi trascino indietro attraverso il pavimento bagnato della sala docce fino a quando la mia schiena non tocca una parete fredda. Quei ragazzi mi seguono lentamente passo dopo passo.
Sento che dicono qualcosa, ma non riesco nemmeno a farci caso. Sono letteralmente ipnotizzata da ben altro. Mai avuto in simile faccia a faccia con tutti quei cazzi.

– Dai non fate gli stronzi. ‘ Sussurro.
– Non fare la stronza te, noi siamo qui per far la doccia, sei te quella che fa casino. ‘
Si certo penso fra me. Poi vedo che ad alcuni di quegli uccelli monta su un erezione che punta verso me.
Sono terrorizzata, non riesco nemmeno a rialzarmi perche non faccio altro che a sguillare sul pavimento bagnato. Poi noto che alcuni di quegli uccelli sono veramente notevoli e non riesco a smettere di fissarli.
Ma che cazzo vado a pensare in certi momenti. Questi mi stanno per fare il culo e non sarà piacevole. O forse Sì? Ma che cazzo penso mai?

Ad un certo punto qualcuno mi butta addosso un qualcosa.
Una saponetta rimbalza sul pavimento. All’inizio non capisco.
– Dai raccoglila. ‘ Mi esorta uno.
– Si dai chinati. ‘ Ora capisco. Oltre al danno pure la beffa.
E che cazzo, mi sento come se mi mancasse il respiro. Un senso di claustrofobia mi attanaglia allo stomaco. Sono circondata da un muro di corpi nudi e pelosi con gli uccelli tutti in tiro. C’è chi si tocca persino.

– Guarda che se vuoi uscire puoi farlo in qualsiasi momento, non siamo mica dei maniaci. ‘
– Parla per te. – Gli risponde qualcuno.
– Dai scherzi a parte esci.-
Non capisco se fanno sul serio o mi hanno fatto uno scherzo pesante. In ogni caso mi rialzo con difficoltà. Nessuno sembra ostacolarmi. Forse mi sta andando di lusso. Che culo.

Con il cuore che mi batte all’impazzata guadagno l’uscita quando senza accorgemene urto qualcuno. E’ solo un attimo ma sento la punta caldissima di un uccello strisciarmi la coscia. Cazzo che sensazione fantastica. Mi fermo all’istante. Non capisco che stia succedendo. Voglio uscire da lì il prima possibile e piantare un gran casino, ma le gambe non mi ubbidiscono. Non capisco cosa mi stia bloccando.

Ancora confusa, mi volto verso quel gruppo di energumeni nudi. Li guardo in faccia. Che espressione allupate, poi mi soffermo sui loro membri. Forse li guardo pure troppo a lungo. Sento qualcuno che mi dice qualcosa ma non lo ascolto realmente.
All’improvviso mi cade lo sguardo sulla saponetta solitaria al centro della sala circondata da una selva di aste di carne calde e pulsanti.
Non me ne accorgo nemmeno, ma le gambe è come si muovessero da sole. In un attimo mi ritrovo là in mezzo tutta chinata con la saponetta in mano.

Cazzo, ora iniziano i cazzi. Non faccio in tempo a finire il pensiero che sento il primo cazzo che mi si insinua nel mio sesso e in un men che non si dica vi si sprofonda dentro.
Nel locale si scatena il caos. Urla grida, incitamenti. Tutti mi si fanno vicinissimi sgomitando e pretendendo il loro turno subito. Vengo trascinata a destra e a sinistra a seconda di chi mi strattona più forte. Sempre con il cazzo di quel tipo ben piantato dentro.

Tutti allungano le loro mani, ma il mio corpo bagnato è difficile da afferrare. Sento dei graffi ovunque. Alla fine devono mettersi d’accordo. Mi sbattono nuovamente al centro delle docce a pecorina. Quello che mi aveva penetrato prima è ancora saldamente avvinghiato ai miei fianchi e finalmente riesce a scoparmi come si deve. Con mia profonda soddisfazione devo ammettere.

Altri due invece mi si fanno vicini di fronte ed improvvisamente mi ritrovo a dover gestire due cazzi in bocca. Ovviamente non ci riesco. Riesco solo ad alternarli per qualche minuto, poi quelli che sono dietro protestano e d’improvviso il cazzo che tento di spompinare mi viene tolto di bocca subito sostituito da un altro cazzo. Sempre nello stesso tempo qualcuno si occupa di pomparmi da dietro.

E’ difficile destreggiarsi su quel pavimento bagnato. Le ginocchia mi fanno un gran male e tutti quei doloretti che sentivo dopo la partita mi stanno facendo urlare di dolore. Dico urlare, ma faccio persino fatica a respirare con tutto quel via vai di cazzi che mi tormentano la bocca.
Come se non bastasse quelli che mi prendono da dietro non si fanno tanti problemi a servirsi pure del buco del culo.

Non so per quanto duri quel calvario; ma so che vengo usata in ogni modo possibile. Non c’è punto del mio corpo che mi faccia male e che non sia stato toccato da un cazzo in erezione. Le parolacce e le sconcezze rivolte alla sottoscritta poi non si contano.
Ad un certo punto crollo esausta sul pavimento. Le braccia non ce la fanno più a reggermi a pecorina. Ai tipi sembra non importagliene un gran che. Continuano a scoparmi sdraiata per terra con l’acqua delle docce che scorre. Io so soltanto che passo da un orgasmo continuo all’altro ogni due o tre minuti.

Ovviamente chi aspetta il suo turno si fa pure una doccia. Tutto molto pulito insomma.

Comunque tra un cazzo in culo ed un pompino, immagino che ognuno di loro si sia fatto due o tre giri di giostra sulla sottoscritta. Tutto molto faticoso, ma cazzo che scopatona. Domattina probabilmente non riuscirò a sedermi e a camminare, ma potrò sempre darmi malata. Se non altro gravemente infortunata.

Le ultime spruzzate di sperma mi colpiscono in faccia e nel mio sesso. Sdraiata per terra finalmente riesco a vedere tutti quei cazzi sgonfi. Pensavo che non finissero più. Che peccato.

I tipi mi aiutano persino a rialzarmi e darmi un bella ripulita. Certo ovviamente il culo e le tette sono state pulite sotto alla doccia almeno trenta volte da mani avide ed altri posti come le gambe nemmeno toccate ma pazienza. In fondo sono gentili a modo loro.

Nello spogliatoio a fatica mi rivesto, mentre scambio convenevoli con quel branco di maniaci. Ovviamente ci guadagno pure un bel po’ di numeri di telefono e sicuramente del divertimento assicurato nel prossimi mesi. La cosa più divertente è riguardarsi i video che hanno ripreso mentre mi facevo sbattere sotto la doccia. Spero solo di non dovermene pentire più di tanto. In fondo in faccia non mi si vede un gran che bene.

Oramai è tardi; gli altri sono andati via quasi tutti. Io faccio per uscire.
– Aspetta. ‘ Mi fa un tipo prima di lasciare lo spogliatoio.
– Cosa c’è? ‘ Gli rispondo esausta.
– Aspetta un attimo. ‘
Lo vedo che si sbottona i jeans.
– Solo un ultimo giro. ‘
– Ma è tardi. ‘ Protesto.

Lui non sente ragioni. Così vengo sbattuta per l’ennesima volta. A questo giro tocca alla porta d’ingresso dello spogliatoio. Meno male che il vetro della porta è satinato e non si vede niente a parte un leggero contorno dell’ombra. Ma che diamine penserà mai uno che guarda in quella direzione dall’altra parte della porta?

Lo sento mentre le sue mani avide mi tirano giù sia i leggings e le mutandine. L’istante successivo il suo uccello mi penetra senza tante cerimonie nel culo.
Mugolo di dolore ma lo lascio fare. Semplicemente sono troppo stanca per oppormi; ed infondo un ultimo giro a quel bel cazzo che si ritrova non sento di negarglielo.

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