Oh guarda! Ecco un annuncio per una segretaria presso una società di assicurazioni. Non sembra male.
Chiamo il numero sull’annuncio per avere i dettagli. Mi fissano un colloquio questo pomeriggio, devo essere allegra, obbediente, e non è necessaria esperienza. Ho l’indirizzo, stanza 106, è al primo piano. Non vedo l’ora.
Arrivo in anticipo, è un edificio molto grande ma non ci metto molto a trovare l’ufficio che cerco. La stanza 106 ha uno sportello dietro il quale una receptionist mi chiede se sono qui per il posto di segretaria. Rispondo di sì e lei, dopo una breve occhiata, mi consegna un questionario per la domanda di assunzione.
‘Leggilo attentamente e poi compilalo.’ Mi dice con tono serio ma cortese.
Prendo i fogli ma lei li ritrae, mi guarda negli occhi e poi ripete che devo leggerlo attentamente e poi di compilarlo. Mi dice che obbedienza e disponibilità sono le due caratteristiche più importanti che stanno cercando. Finalmente mi consegna il questionario, mi sembra un discorso strano il suo ma non gli do troppo peso. Forse anche lei è stata assunta da poco. Ringrazio e arrossisco quando vedo che non porta nulla sotto l’abito corto, tanto che ha il sedere praticamente scoperto.
Cerco un posto per sedermi ma tutti e quattro sono occupati da altre ragazze che stanno compilando i loro questionari. Con stupore noto che due di loro indossano un abito molto corto, tanto che posso vedere benissimo che sotto non hanno intimo. Non avevo idea che fosse diventata una moda. Un’altra ragazza mordicchia pensierosa la matita. Alla fine sembra prendere una decisione. Si sfila le mutandine, le appoggia sul bracciolo della poltrona e riprende a compilare il questionario. Sono confusa. Vorrei chiedere perché fanno così ma non voglio sembrare ingenua, quindi non dico nulla. Inoltre ho bisogno di un posto per sedermi. Torno indietro per chiedere alla reception, mi suggerisce la panchina sul marciapiede antistante l’edificio.
Mi sembra un po’ strano ma in effetti non ci sono altri posti lungo il corridoio, quindi esco e vado a sedermi sulla panchina. è alla fermata di un autobus e si affaccia sulla strada principale, ma non c’è nessuno adesso. Mi concentro sulla domanda di lavoro.
Sessione 1. sembra avere le solite domande nome, indirizzo, numero di telefono, titolo di studio ecc. compilo in fretta. Fin qui tutto bene.
Ora la sessione 2. Solo i candidati che rispondono ‘sì’ a tutte le domande della sessione 2 verranno accettate per il colloquio. Se siete in grado di rispondere affermativamente a tutte le domande allora avete buone possibilità di venire assunti. Ma se così non dovesse essere non dovete sentirvi delusi, semplicemente non è il lavoro adatto a voi.
Mi sembra un preambolo un po’ bizzarro, comunque non ci bado molto.
Sono disposta a seguire tutte le istruzioni? Sì
Sono disposta a seguire la politica aziendale? Sì
Sono disposta a sottopormi a un esame fisico? Rimango un po’ perplessa, non sapevo fossero richieste cose del genere. Ci penso un po’ poi rispondo sì
Rimarrò di buon umore, qualunque cosa accada? Sì
Comincio a chiedermi chi abbia scritto questo questionario. Mi sembra tutto così strano’ comunque ho superato la sessione 2 senza problemi.
Sessione 3. I pantaloni sono contrari alla politica aziendale, se indossate pantaloni toglieteveli prima di proseguire con la domanda di assunzione, quindi spuntare questa casella. La vostra camicia, se ne avete una, sarà considerata come abito completo per il colloquio di oggi.
Guardo a destra e a sinistra, nessuno mi guarda. Il mio cuore batte impazzito. Voglio veramente questo lavoro? Sì lo voglio. Sotto i jeans porto le mutandine, non dovrebbe essere un problema. Avrò la camicia e le mutandine, dopotutto sono meno coperta quando sono in spiaggia. Mi guardo ancora attorno prima di togliermi in fretta i pantaloni e poggiarli sulla panchina. Spero che nessuno si sieda accanto a me. tiro giù la camicia fin dove posso e tengo le gambe unite così la gente non dovrebbe vedere troppo. Bene è stato più facile di quel che credevo, posso spuntare la casella e voltare pagina.
Sessione 4. Esame fisico. A causa del gran numero di candidati e la mancanza di spogliatoi, è necessario che le ragazze si tolgano le mutande mentre stanno compilando la domanda. Spuntare la casella dopo aver eseguito, quindi continuare a compilare il modulo. Devo togliere le mutandine proprio qui in mezzo al traffico? Provo a vedere se la mia camicia mi copre a sufficienza se la tiro un po’ in giù’ sì suppongo che possa andare. Di nuovo mi guardo intorno e mi sfilo in fretta le mutandine prima che si avvicini qualcuno, quindi le metto sopra i jeans. Incrocio le gambe per nascondere la figa da sguardi indiscreti. Essendo rasata non si dovrebbe vedere nulla a parte la mia pancia nuda.
Continuo a guardarmi intorno con il cuore in gola ogni volta che vedo qualcuno anche solo in lontananza. Faccio un salto per lo spavento quando sento una voce vicina. Quando mi volto vedo che è la receptionist. Mi saluta cortesemente e mi spiega che si è presa una pausa, sembra non notare neppure che sono mezza nuda. Mi chiede come procede la domanda. Cerco di apparire naturale come lo è lei, arrossisco ricordandomi che anche lei non è molto vestita. Quando vede i miei jeans e le mutandine le prende offrendosi di tenermele fino a quando avrò finito. Cerco di rifiutare l’offerta ma è così cortese che non voglio sembrare ingrata. Sento che mi è simpatica e spero che lavoreremo insieme.
Ora sono seduta su una panchina pubblica con addosso solo la mia camicia. Mi sento così esposta’ comunque finché tengo le gambe accavallate posso evitare il peggio.
Faccio un lungo respiro e passo alla domanda successiva. Segnalate la vostra disponibilità ad effettuare l’esame fisico, per farlo sarà sufficiente restare seduti con le ginocchia aperte. Quindi spuntare la casella. No! Non spunto nessuna casella. Se allargo le ginocchia tutti vedranno la mia figa. Questa è una strada pubblica! Ne ho abbastanza! Non ho poi così bisogno di questo lavoro.
Torno nell’edificio, restituisco il questionario alla receptionist e le dico che non sono più interessata. Lei prende i fogli e ringrazia comunque per aver considerato l’impiego presso la compagnia.
Sono così furiosa che quasi dimentico di essere mezza nuda. Torno indietro per chiedere indietro i vestiti ma la receptionist è sparita, forse in un altro ufficio. Non posso fare altro che aspettarla. Mi guardo intorno e vedo che solo una delle ragazze in attesa del colloquio è rimasta. è ancora meno vestita di me, infatti è completamente nuda. è seduta con le gambe sui braccioli e si sta accarezzando la figa. Incuriosita mi avvicino e le chiedo perché si sta masturbando in pubblico.
Risponde che è per l’esame fisico.
‘Devi venire almeno una volta e sedere con le gambe aperte prima che ti chiamino per il colloquio. è scritto tutto nella sessione 5.’ Mi rendo conto di non aver letto quella parte.
La ragazza riprende a masturbarsi con decisione ma a un certo punto scoppia a piangere.
Mi avvicino di nuovo preoccupata, chiedendole qual è il problema.
‘Ci sto provando da almeno dieci minuti ma non ci riesco. Temo di non riuscire ad ottenere il lavoro.’ mi dice tra le lacrime ‘Mi spiace chiederglielo ma mi potrebbe aiutare?’
Sono esterrefatta per quella richiesta.
‘Vuoi che ti carezzi la figa?’
La ragazza era molto bella con dei graziosi riccioli biondi. Lo stesso colore dorato dei suoi peli pubici. Per qualche ragione non riesco a distogliere lo sguardo dalla sua figa rosa e umida.
‘No, potresti leccarla?’
‘Beh penso di sì.’ Dico io.
La ragazza si appoggia sullo schienale rilassando i muscoli delle gambe. Ho cominciato a leccare, aveva un buon sapore.
‘Di più’ dice. Così ho cominciato a leccare più velocemente spingendo la lingua più in profondità.
Mi afferra la camicia e la tira verso di se. Mi ha dato un po’ fastidio perché era l’unica cosa che mi copriva, ma poi mi rendo conto che il mio sedere è comunque esposto e la lascio fare. Me la tira su fino sotto le ascelle, prima che me ne renda conto sollevo le braccia lasciando che mi spogli del tutto. Continuo a leccare sempre con più foga incitata dai suoi mugolii.
‘Oooohh! Lecca dappertutto.’ Dice scivolando in avanti sulla sedia divaricando ancora di più le gambe.
Comincio a scendere con la lingua fino a raggiungere l’ano per poi tornare in alto.
All’improvviso le mie natiche vengono separate e sento una lingua appoggiarsi sul mio buchetto del sedere. Ma non voglio smettere di leccare perché sento che sta per venire. Anzi è così piacevole che allargo le gambe e le leccate scendono alla mia figa. Rilasso i muscoli e lascio che quella lingua sconosciuta penetri tra le mie labbrine. Ondate di piacere mi investono quando raggiungo l’orgasmo. Pochi istanti dopo anche la ragazza viene inzaccherandomi le labbra e il mento con i suoi umori. Le do ancora tre o quattro lappate, per pulirla e sentire un’ultima volta il suo calore.
‘Grazie’ mi dice in un sospiro appagato.
Mi giro per vedere chi è il proprietario di quella lingua meravigliosa. Una graziosa ragazza dai capelli rossi mi sorride. Quando mi rendo conto che è la receptionist le sorrido anche io.
Mi porge di nuovo i fogli della domanda e mi dice di andare nella stanza 121 per il colloquio.
‘E l’esame fisico?’ Chiedo.
‘L’hai appena superato, ora vai. Stanza 121.’ mi risponde sorridendomi di nuovo.
‘Posso riavere i vestiti?’
Non risponde ma si limita a indicarmi la stanza in cui devo recarmi.
Stringendo ancora i fogli del questionario, mi dirigo nella direzione che mi ha indicato. La porta è aperta, così entro. La stanza è vuota a parte una scrivania e due sedie. Mi accomodo sulla sedia davanti alla scrivania e aspetto. Dopo nemmeno un minuto un uomo in giacca e cravatta entra nella stanza, e si siede dietro la scrivania. Si sporge offrendomi la mano che stringo. Sto per presentarmi ma mi accorgo che sta guardando in basso tra le mie gambe. Si complimenta per come sono ben depilata, e dice che è quasi come se non fossi nuda perché con le gambe così accavallate non può vedere nulla. Penso che sia una specie di prova, così allargo le gambe mostrandogli la vulva. è rosa brillante e umida perché sono venuta poco fa.
‘Oh, va bene può tenere le gambe unite se preferisce. In realtà avrebbe potuto tenere i vestiti addosso se voleva.’ Dice lui tranquillamente.
‘Non è quello che c’è scritto qui.’ Dico porgendogli i fogli che ho compilato.
Lui mi chiede se mi ricordo cosa si è raccomandata di fare la ragazza alla reception. Ci penso e dico di sì, ha detto di leggerlo attentamente e poi di compilarlo.
‘Quindi lo ha letto attentamente prima di compilarlo?’
‘Sì’ rispondo un po’ incerta.
‘Tutto quanto?’
‘Beh, non proprio tutto perché arrivata alla quarta pagina avevo deciso di rinunciare”
‘Lo legga ora.’ Mi interrompe restituendomi i fogli.
Al fondo dell’ultima pagina c’è scritto: Dopo aver letto il presente modulo, si prega di rispondere a tutte le domande. Non è necessario togliersi i vestiti.
Quindi mi sono spogliata in pubblico senza motivo! Mi rendo conto di avere la bocca aperta per lo stupore. Lui ride e mi porge la camicia che mi ha strappato di dosso la ragazza che ho fatto venire. Senza perdere tempo me la metto subito addosso.
‘Posso ancora ottenere il lavoro?’ Chiedo rossa in volto.
‘Sì, a tre condizioni.’
‘Qualsiasi cosa.’
‘Per prima cosa dovrà tornare alla reception e aiutare almeno una delle altre candidate.’
Annuisco. L’ho fatto una volta e lo posso fare di nuovo.
‘Mi piace aiutare la gente, quindi non c’è problema.’
‘In secondo luogo’ ci spiace ma non riusciamo più a trovare i suoi pantaloni e le mutandine quindi le dovremo chiedere di farne a meno fino a quando non le avremo ritrovate.’
‘Oh beh penso che prima o poi salteranno fuori.’ Rispondo sorridendo. Mi secca un po’ che abbiano perso le mie cose ma mi ricordo che è importante l’obbedienza, e che devo mantenere il buon umore qualunque cosa accada.
Bussano alla porta, probabilmente un’altra persona per il colloquio.
‘Qual è la terza condizione?’
‘Dovrà accettare le norme di abbigliamento dell’azienda. Alla reception le daranno tutte le spiegazioni.’ Mi risponde accompagnandomi alla porta. Quando la apre vedo la ragazza bionda che ho aiutato prima. Arrossiamo entrambe e le auguro buona fortuna.
Giulia, la receptionist si congratula con me. è proprio simpatica penso che diventeremo amiche. Le chiedo cosa sono le norme di abbigliamento, non avevo mai sentito che in un’azienda ci fosse qualcosa del genere ma ormai non mi stupisce più nulla.
Giulia prende un foglio titolato ‘regolamento interno’ e me lo legge.
Me lo faccio ripetere ancora una volta incredula.
‘è una strategia commerciale molto efficace con i clienti.’ Mi spiega facendo spallucce.
Prendo il foglio per rileggere tutto con i miei occhi. In sostanza dovrò restare nuda dall’ombelico in giù. Poi mi rendo conto che sono rimasta (s)vestita in quel modo tutto il pomeriggio. Un guizzo di eccitazione sale dal basso al solo pensiero.
‘Beh penso che riuscirò a farci l’abitudine. Non avete ancora trovato le mie cose?’
‘Come?’ chiede lei.
‘Lo sai i pantaloni” ma notando la sua espressione mi rendo conto che non li riavrò indietro. La cosa non mi dispiace nemmeno quanto credevo.
Rimango con lei ad aspettare un’altra persona per il colloquio come ho promesso. Di tanto in tanto sento la sua mano sfiorarmi gentilmente il sedere o il pube e io ricambio allo stesso modo.
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?