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Racconti Erotici Etero

ORGASMI ALLA MEMORIA

By 2 Maggio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono a Venezia con te in questi giorni di febbraio veramente gelidi.

In piedi, dietro la finestra dell’albergo che guarda la Chiesa della Salute, contemplo il grigiore della laguna, l’acqua biancastra mi trasmette un senso di gelo profondo; nonostante siano solo le tre del pomeriggio, la notte pare imminente.

I soliti giapponesi, incuranti del freddo e della poca luce passano numerosi sotto il balcone.
La stanza &egrave molto calda, lussuosa, le orchidee bianche, il mio fiore preferito, sistemate in un grande vaso, mi attirano verso il letto sfatto e morbido, dove tu dormi, abbandonato,con un braccio che sporge allungato sul mio cuscino.

Nuda, dopo aver preso un ramo di orchidee dal vaso, mi avvicino a te e ti guardo: sei bello, amore mio, con i capelli neri arruffati, le ciglia lunghe , la bocca sottile, il viso scavato, da santo bizantino. Il corpo muscoloso e asciutto, seminascosto dal lenzuolo mi trasmette un brivido, quel corpo che sa darmi tanto piacere, che conosce così bene il mio, che non si nega nulla e nulla mi risparmia.

Tra le mie cosce scorre qualche goccia del tuo sperma, sto per ritornare a letto, magari per svegliarti accarezzandoti con il ramo di fiori , ma le tue parole, prima di addormentarti :’ Fede, ma sei insaziabile oggi, fammi riposare, sta buona’ mi bloccano.

E immediatamente mi tornano alla mente altre parole, pronunciate dieci anni fa da un’altra voce, un po’ strascicata, stanca:’Fede, ma tu mangi troppo poco, devi mangiare, sei una ragazzina ossuta, dove prendi l’energia per tutto l’amore che facciamo, la rubi a me, lo so”.
Massimo, sempre e solo lui.

Ma a chi la vuoi raccontare Fede, perché mai hai convinto Marco a portarti con lui, in questo viaggio d’affari a Venezia, in pieno inverno? Tu speri di rivedere Massimo, di parlargli almeno, dal momento che in dieci anni non ha mai più voluto rispondere alle tue telefonate, se non con monosillabi, né tanto meno alle tue lettere.

Può un odio ( perché di questo si tratta) durare tanto a lungo? Possibile sia stata così cattiva? Può essere tanto perfida una ragazzina di diciassette anni innamorata perdutamente di un uomo di trentasette?…

Non voglio pensarci, ti guardo amore mio addormentato, penso al piacere che ho appena provato con te; mi volto verso lo specchio: i capezzoli sono ancora eretti, intorno a uno c’&egrave il chiaro segno di un morso, il collo &egrave arrossato, le labbra gonfie dai baci; la mia fichetta &egrave calda e bagnata, anche le sue piccole labbra sono gonfie del tuo sesso: mi accarezzo leggermente, come per ritrovare il piacere appena provato; ti risento sopra di me, a spingere con forza nel mio ventre il tuo seme, che non mi basta mai, come dici; poi mi rivedo salirti sopra e cavalcarti, stringendoti con i muscoli della vagina, mentre ti infilo i capezzoli in bocca da succhiare;
il mio orgasmo &egrave più forte del primo, ti cado addosso, mentre versi fino all’ultima goccia di sperma nel mio ventre avido.

Poi , mentre ti guardo dormire, mi rivedo bocconi, mentre tu mi fai impazzire leccandomi il buchetto, bagnato del tuo seme, per prendermi anche lì e farmi sentire la tua schiava, che sa solo implorare: ‘Ancora, ancora, ancora”

Sono di nuovo eccitata, e mi accorgo che tu sei sveglio, e mi guardi, mentre mi tocco , ai piedi del letto. Allora mi dici’ Vieni qui, dammi la fica, voglio mangiarti di nuovo”
Mi metto a cavalcioni su di te, mi afferri i fianchi e mi spingi verso la tua bocca: lecchi avidamente il tuo seme e il mio piacere, vengo con un grido convulso.

Come faccio a dirti che tutto questo sesso non mi ha fatto scordare Massimo?
Che avrei voluto che al tuo posto ci fosse lui, per dirgli tutte quelle parole ingiuriose e così eccitanti che gli amanti si scambiano nel momento del piacere? Che ora vorrei il suo seme dentro di me, le sue labbra sulle mie, a mangiarmi l’anima?
Basta, decido di uscire, naturalmente lo scopo &egrave di incontrare Massimo, so dove si trova a quest’ora, ma non lo ammetterei mai; tu non puoi accompagnarmi, devi prepararti per la relazione di questa sera: che sia un segno del destino?

Una doccia rapida, i capelli nascosti sotto un berrettone di lana, giacca a vento ,jeans pesanti e stivali : niente trucco, so già che il mio sarà l’ennesimo percorso doloroso; come altre volte, Massimo farà finta di non conoscermi, sempre che riesca ad incontrarlo, oppure ,rispondendo al citofono (oggi so che &egrave solo), si rifiuterà di aprirmi la porta.

Imbocco Calle della Màndola , dove lui abita tuttora, nello stesso appartamento in cui per tanto tempo (un anno, ne avevo sedici quando ci siamo incontrati) abbiamo fatto l’amore.
Come al solito i ricordi si affollano: ecco l’osteria del Bepi, dove scendevamo per uno spuntino nel pomeriggio, pane, salame, formaggio e un’ombra di vino bianco, ecco la libreria dove mi portava e’,quello in fondo alla calle, che viene verso casa, &egrave lui.

In due anni non sei cambiato affatto, Massimo mio: i capelli leggermente brizzolati, sempre folti, il viso asciutto , gli occhi azzurri, splendidi: sei un quasi cinquantenne in perfetta forma.
Mi blocco, mi hai vista: il cuore &egrave in aritmia totale, non so che fare.
Mi sorridi e mi fai un cenno con la mano, affrettandoti verso di me: non so che pensare, sono stupita e così felice che urlerei.

Mi apri le braccia ed io ti volo addosso, mormorandoti parole sconnesse :’ Finalmente ti posso di nuovo abbracciare, che gioia, Massimo ”
Non parli, mi stringi forte, poi ‘ Sei bella ,F ede, una splendida donna’ e nel dire questo mi allontani un poco e mi passi una mano sui seni: sotto la lana del maglione i capezzoli si irrigidiscono: te ne accorgi e con quella voce bassa e dolce dall’accento veneziano mormori: ‘Vieni su da me, beviamo qualche cosa, ma non rivanghiamo il passato, tu mi scotti ancora..’ ‘Io non volevo veramente tradirti, ma solo essere importante ai tuoi occhi, avevo diciassette anni’ti adoravo e mi sei rimasto dentro, per tutto questo tempo”.

Non rispondi , in fretta arriviamo al tuo appartamento che conosco così bene.
Sempre in silenzio mi togli il berretto e tuffi le mani nei miei capelli, poi mi spingi verso la camera da letto, lo sguardo duro e determinato. Ma io ti voglio, a qualunque prezzo, così riuscirò a dimenticarti, ne sono sicura. Mi spogli con forza, quasi mi strappi i pantaloni di dosso e mi spingi sulle coperte.

Altrettanto velocemente ti liberi degli abiti, e mi vieni vicino , il sesso eretto: ‘Che tette,e io che ricordavo delle piccole cose appuntite” mormori e poi, togliendomi gli slip : ‘La fichetta più dolce del mondo”.
Passi una mano tra le labbra del sesso, mi infili un dito dentro e portandolo alle labbra dici: ‘Mi sa che sono stato dentro di te in buona compagnia, per tutto questo tempo, hai appena fatto l’amore, vero ? sento l’odore e il sapore’ sei sempre la stessa”’

Vorrei ribattere, ma tu me l’impedisci: la tua bocca mangia letteralmente le mie labbra, le nostre lingue si intrecciano, mentre dal mio ventre comincia ad uscire miele.
Mi vieni sopra e mi penetri con violenza, e ancora più violente sono le tue spinte dentro di me, vorrei dirti che mi fai male, ma la gioia di averti di nuovo supera ogni dolore: confusamente penso che ora tutto si aggiusterà, forse potremmo rivederci, qualche volta, forse’

Esci da me all’improvviso e poi’ Apri la bocca, bevimi, senti anche il mio di sapore’.
Il tuo sesso mi preme in fondo alla gola , mi pare di soffocare in un bavaglio di carne viva , turgida, bollente. E il tuo orgasmo mi riempie la bocca , caldo e salato: ti ingoio, fino all’ultima goccia, mentre vieni con un grido.
Ti abbandoni vicino a me e :’ Ora toccati, voglio guardarti mentre ti dai piacere, fammelo ritornare duro.. sono il tuo grande amore, ricordi?’.

Faccio come dice, mi inginocchio di fronte a lui, le cosce divaricate e inizio a passarmi le dita sul clitoride gonfio, poi sulle piccole labbra, nella vagina bagnata, mentre lo guardo e mi passo la lingua sulle labbra asciutte. Intanto Massimo si masturba, lentamente,gli occhi sulla mia passera aperta. Capisco che mi vuole umiliare, che non ha scordato nulle, amore e odio in eterno e allora decido di ricambiare.

Ormai sto per venire, sento la pesantezza del ventre farsi insostenibile ; così , lasciandomi cadere sul letto , &egrave Marco che invoco : ‘Marco, Marco, amore mio”. Resto lì, come una bambola di pezza , le cosce spalancate davanti ai suoi occhi, in attesa’.
Massimo mi fa voltare, brutalmente’ Così si chiama Marco, quello di ora, ma quello di allora, che aveva la metà dei miei anni, come si chiamava?’ E intanto mi infila brutalmente il pollice nel buchetto ed io mi accorgo di essere di nuovo eccitata, di volerlo disperatamente, soprattutto lì, dove non mi aveva mai penetrata.

Non rispondo, ma spingo le natiche verso di lui in una palese offerta.
Entra dentro di me con fatica, anche se sono eccitata, non ci sono stati i soliti preliminari.’ Sei stretta, mi fai morire di piacere, prendilo tutto, tieni, in fondo tu dagli uomini non vuoi altro, dimmi se ho ragione, dimmelo” e intanto laceri la mia mucosa, fino a penetrarmi completamente;
‘Dimmelo, dimmelo, dimmi che &egrave questo che vuoi, dillo’..
‘ Si’ urlo ‘Si ‘, e sto per godere, come non ho mai goduto”
Mi infili due dita nella passera , poi in bocca’ Senti il tuo sapore, sentilo, tuo, di Marco e mio, sentilo, sei la mia puttana, lo sei sempre stata, Fede, vengo”
Il suo seme esce a fiotti caldi, io grido, mentre tutto scompare intorno a me, in un oceano di piacere.

Quando riapro gli occhi, lui &egrave ancora dentro di me, e mi copre ,con il suo corpo scuro e forte,
guardo le mani, vicino alle mie: come vorrei prenderle, baciarle, come vorrei che mi abbracciasse, mi tenesse in quell’appartamento per sempre’
‘Rivestiamoci’ mi dice, ‘aspetto un cliente per le sei e tu non vorrai mica far preoccupare Marco, vero? Fede, quello che &egrave successo oggi, non capiterà mai più; non cercare di incontrarmi in futuro, farò sempre finta di non conoscerti; io ti amo e ti odio ancora , non posso dimenticare, so che la tua fedeltà psichica &egrave incrollabile, ma quella fisica &egrave nulla; hai un corpo di donna in un cervello maschile, l’avevo già capito dieci anni fa .
Per accettarti bisognerebbe adorarti, ma io non arrivo a tanto, sono solo un uomo; dimmi, Marco sa che oggi venivi a cercarmi, sa di noi? Naturalmente no , vero?’.

Non rispondo, non c’&egrave niente da dire, di sicuro esco da questo appartamento più confusa di quando sono entrata, per la prima volta ho provato anche il gusto amaro del piacere.

Mi rivesto in fretta, la doccia la farò in albergo, intendo camminare un po’ per Venezia ,
devo ripensare alle parole di Massimo, prima di tornare a casa.
‘Ciao’ gli dico, senza voltarmi verso il letto, dove lui &egrave ancora sdraiato.

Arrivo in strada, nella stretta calle c’&egrave movimento. Mi accorgo di essere molto stanca e non solo fisicamente.

Così entro dal Bepi e mi faccio servire un’ombra di vino bianco;

Il vino mi schiarisce le idee , ora non sono più confusa ; so che prima o poi tornerò a
Venezia , in calle della Màndola, sperando di incontrare Massimo e forse lui avrà dimenticato, chissà’

Dopotutto :’Domani &egrave un altro giorno’ come diceva Rossella O’ Hara in ‘Via col vento”.

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