Sabrina si alza alle 4: si alza a quest’ora ogni mattina, fin da quando ha memoria. E’ sola da anni e deve mandare avanti la fattoria basandosi solo sulle sue forze. Inizia a raccogliere gli ortaggi da vendere il giorno stesso al mercato; è un mestiere stancante e faticoso, ma l’alternativa è fare la fame, e lei non ci pensa proprio.
Quando il suo carretto è pieno si avvia alla piazza grande della città.
Non ha cavalli né asini, per cui lo deve spingere a mano per più di 10 chilometri.
E’ una mattina gelida e lei è nuda. Non perché non possa permettersi vestiti, bensì perché i vestiti, per le donne, sono semplicemente illegali.
Lei ha 18 anni. E per 18 anni non ha mai indossato nulla, e sa che mai potrà. La fase più difficile è stata l’adolescenza, quando il corpo inizia a svilupparsi e sorgono i primi imbarazzi. Ogni volta che arriva in città molti si voltano a guardarla; è una bella ragazza e sa di esserlo. Ma lo sguardo viscido di un intero paese che scruta con attenzione le tue nudità non è mai piacevole.
Arrivata al mercato è stanca e stremata e la sua giornata di lavoro è appena cominciata.
‘Sono fresche quelle zucchine?’. E’ il vecchio Tobia a chiederlo, un maniaco 70enne, che si rifornisce alla sua bancarella. Il suo peggior cliente.
‘Colte stamattina’
‘Dimostramelo’
Ogni paese ha le sue usanze e le sue dicerie. Quasi sempre prive di ogni fondamento scientifico. Anche questo ha le sue.
Molti ritengono che per dimostrare la freschezza di una zucchina la contadina che l’ha colta debba infilarsela nella vagina. Se si rifiuta, allora non è fresca. Sabrina non può permettersi di non farlo.
Si mette a gambe divaricate, afferra la zucchina con la mano destra e con la sinistra dilata le grandi e piccole labbra. Non è bagnata, non è eccitata. E la zucchina che ha preso è enorme. Chiude gli occhi e la infila. La cosa è tanto fastidiosa quanto imbarazzante.
‘Vai un po’ su e giù’ ordina il vecchio
Sabrina fa andare su e giù la zucchina, mentre il vecchio porco inizia a toccarsi il pene attraverso i pantaloni. Non gli piacciono nemmeno le zucchine, lo fa solo per vederla masturbarsi con una zucchina.
‘Più veloce’
Sabrina aumenta la velocità, ma l’attrito tra la zucchina e la pelle le da un fastidio terribile.
Il vecchio viene, ma non è ancora soddisfatto.
‘Va bene, va bene, è fresca, la prendo. Le mele sono mature?’
‘Sì, sono buonissime’
Per evitare che le contadine mentano ai proprio clienti in questo paese hanno adottato una bizzarra tecnica. Il cliente ha diritto di torturare il clitoride della venditrice mentre svolgono la transazione. L’idea è che sia impossibile per una donna mentire mentre il suo clitoride è sotto tortura.
Il vecchio afferra il clitoride di Sabrina con l’unghia dell’indice e del pollice.
Sabrina lancia un piccolo grido che poi smorza subito dopo. Non vuole dare al vecchio anche questa soddisfazione.
‘Sicura che sono mature?’
‘Sì….sono…sicurissima…’
Il vecchio le fa girare il clitoride di 90′ gradi sempre tenendolo avvinghiato.
‘Non è che poi sono acerbe?’
Sabrina si tiene salda al carretto per poter sopportare meglio il dolore
‘Sssssì….sono….mature’ dice con le lacrime agli occhi.
Il vecchio la lascia.
‘Va bene allora prendo anche 10 mele. Passo a pagare la settimana prossima’
Sabrina le mette in un sacchetto di carta la zucchina e le 10 mele.
La mattina prosegue e altri clienti si avvicinano al suo bancone. Nessuno vuole realmente comprare nulla, vanno lì solo per costringerla a masturbarsi con frutta e ortaggi che poi non comprano.
Dopo circa un’ora torna il vecchio Tobia.
‘Mia hai derubato schifosa ladra puttana che non sei altro! Io ti denuncio adesso’ urla dall’altro lato della strada
Sabrina è incredula. Tutti si girano a guardare incuriositi
‘Volevi fregarmi eh? Pensavi che ero scemo eh?Nove mele mi hai messo nel sacchetto, non dieci’
‘Ma,ma, ma io ne ho messe dieci’
‘Ah sì? E allora perché nel mio sacchetto ce ne sono nove.’
Un paio di gendarmi si avvicinano incuriositi.
‘Signorina’ chiede uno dei due ‘quante mele aveva comprato il signore?’
‘Non ne ha pagata nessuna. Ma ne aveva chieste dieci’
I gendarmi svuotano la busta sul tavolo. Nove mele ne escono.
‘Signorina, qui ce ne sono nove. Venga con noi, lo spiegherà al giudice’
Sabrina è incredula. La vogliono processare per una mela scomparsa, probabilmente mangiata dal vecchio Tobia o cadutagli chissà dove nel tragitto verso casa.
Sabrina non può nemmeno opporsi. La caricano in spalla e la portano di peso al tribunale, distante nemmeno centro metri dalla piazza del mercato.
Nel paese, i tempi della giustizia sono molto brevi, forse troppo. Dopo 10 minuti il giudice arriva e la sentenza ha inizio.
Dapprima viene ascoltata l’accusa, con il resoconto dettagliato del vecchio e dei due gendarmi. Il vecchio ovviamente nega di aver mangiato o perso la decima mela.
Dopodiché è il turno di Sabrina. Non ha diritto ad un avvocato. Non proprio alcun diritto.
Viene fatta sedere sulla sedia dell’imputato, le viene applicata una pinza al clitoride. La pinza viene stretta esternamente facendo fare vari giri ad una chiave. Già al primo giro la pinza è strettissima, molto di più di quanto stringeva il vecchio. Al secondo gira Sabrina scoppia a piangere dal dolore ma il suo aguzzino non smette. I giri successivi sono pura agonia. Quando arriva al decimo Sabrina fatica a respirare dal dolore.
‘Signorina’ chiede il giudice ‘Sarò schietto e veloce. Quante mele ha messo nel sacchetto?’
‘Dieci’ risponde Sabrina
Nell’aula si solleva un mormorio di dissenso
‘Signorina. Dinanzi a me ho 2 ipotesi.
La prima: lei sta mentendo. Ha messo deliberatamente una mela in meno nel sacchetto del suo cliente. Nonostante la pinza clitoridale con 10 giri lei riesce a mentire come se nulla fosse. In tal caso lei verrebbe condannata per truffa. Si parla di 6 mesi di condanna. Inoltre questo dimostrebbe che il dolore inflitto da giri di pinza non basta più per ottenere l’assoluta verità processuale e dovremmo trovare qualcosa di più doloroso come metodo di indagine.
La seconda: lei mente in buona fede. Ha messo 9 mele pensando fossero 10. Un errore accettabile. In quel caso la condanna sarebbe più lieve. Diciamo 24 ore.
Mi dica quale ipotesi è la verità’
Il fatto che Sabrina possa aver veramente messo 10 mele è fuori discussione. Non interessa a nessuno.
Sabrina è spaventata dai 6 mesi di condanna tanto quanto dall’introduzione di tecniche di interrogatorio più dolorose.
‘Credo di essermi sbagliata vostro onore’ dice con un filo di voce ‘La stanchezza deve avermi fatto contare male. Devo aver messo 9 mele invece di 10 accidentalmente. Sono assolutamente pentita del mio gesto’
‘Bene. Sono felice che questa sentenza si sia risolta velocemente e senza problemi. Potete togliere la pinza clitoridale’
Quando le tolgono la pinza il clitoride è rosso come il fuoco e sembra anche aver cambiato forma.
‘Come annunciato la condanna sarà lieve, visto che si è trattato di un banale errore nel contare una mela. La condanna è 24 ore di sodomia in pubblica piazza’
Sabrina è sul podio. Oscenamente piegata a 90 gradi. Le gambe allargare. Le sue natiche esposte alla folla. Il suo sfintere perfettamente in mostra. Testa e mani infilate nella gogna. I piedi legati al suolo. Non può fuggire o salvarsi.
Una clessidra è pronta per segnare lo scorrere del tempo. Per 24 ore il suo ano sarà alla mercé dell’intero paese.
Lei non può vederlo ma gli uomini radunati e ordinatamente in fila sono più di 1000.
L’ano di Sabrina è vergine. Se non fosse stata costretta a infilarsi vari ortaggi nel corso della sua vita lo sarebbe anche la sua vagina.
Sabrina è una ragazza minuta, il suo sfintere è davvero piccolo. Spesso prova dolore nel defecare feci troppo voluminose. Accogliere tutti quegli uomini sarà un’impresa ardua.
Le strade sono piene anche di donne, sono venute non a sodomizzarle ma solo a vedere. Alcune per antipatia nei suoi confronti, altre per noia, altre perché temono che un giorno possa accadere a loro.
‘Vuoi che venga usato del lubrificante?’ chiede un messo del tribunale
‘Sì, lo voglio’ risponde immediatamente lei
‘Per il lubrificante bisogna pagare 1000 monete d’oro’
‘Ma, una cifra del genere non ce l’ho. Nessuno ha una cifra del genere’
In questo Sabrina non è proprio esatta. Nessuna donna ha una cifra del genere. Per gli uomini è una somma piuttosto bassa in realtà.
‘Resisti Sabrina’ dice a se stessa a bassa voce ‘è solo una giornata d’altronde. Che vuoi che sia?’
Il tempo viene avviato e il primo uomo si avvicina.
E’ un giovane ragazzo sulla ventina. Appoggia la punta del suo pene sullo sfintere da sodomizzare. E’ lungo 20 centimetri e largo 3.
E’ durissimo. Sa che le farà male.
Non prova a infilarlo lentamente o a lasciare che lei si rilassi. Lo infila tutto in un solo colpo, dalla punta fino alla base.
Sabrina prova una dilaniante fitta di dolore. Sente prima lo sfintere, poi tutto il retto, aprirsi al passaggio di quell’enorme bastone di carne.
E’ come se la sua carne fosse stata afferrata e strappata.
Il pene dell’uomo esce, ma solo per dare tempo al suo ano di richiudersi per essere sfondato nuovamente.
L’uomo continua a entrare e uscire
‘Pietààààà’ urla lei ‘Ti prego smettila di fare così’
Ma l’uomo ha pietà. La sfonda ripetutamente finché finalmente non viene. Un getto caldissimo di sperma le inonda tutto l’ano, facendola sentire sporca e usata. E sono trascorsi solo 10 minuti.
L’uomo scende dal palco trionfante.
Il secondo uomo ha un approccio diverso. Una volta inserito il proprio pene va su e giù più velocemente, lo sfregamento delle pareti del retto di Sabrina con il pene durissimo di quest’uomo è dolorosissimo. La frizione continua è anche peggio dell’entrare e uscire. Sabrina vorrebbe morire.
Ma alla fine anche il secondo uomo viene.
Lo sperma di entrambi cola giù dall’ano e Sabrina lo sente scivolare e insinuarsi nella sua vagina.
‘Speriamo che almeno non rimango incinta. Sarebbe il colmo’ pensa disperata
Lo sperma le cola anche lungo le gambe. Per gli uomini è uno spettacolo irresistibile. Per lei è la più profonda umiliazione mai subita.
Gli uomini si alternano uno dopo l’altro, strappando urla e pianti di dolore a Sabrina. Sabrina trascorre ore e ore di intensa sofferenza e spasmi di dolore,
Ma è dopo circa 20 ore, quando pensava di essere alla fine che arriva il peggio.
Il peggio ha anche un nome. Si chiama Krug.
Krug è affetto da gigantismo.
E’ alto circa 2,40 metri. Pesa più di 140 chili. 140 chili di muscoli.
In un rodeo ha spinto un toro per le corna per più di 100 metri.
Ma non è questo il problema. Krug è affetto anche da priapismo.
Tutti lo sanno perché Krug gira perennemente nudo e con il membro in erezione.
40 centimetri di lunghezza per 10 centimetri di diametro. Duro come l’acciaio.
Alcuni pensano che non sia nemmeno un umano.
‘Nooooo’ urla Sabrina ‘Lui no. Mi ucciderà! Lui non può! Lui no’
La folla è spaventata. Nessuno sa cosa può accedere.
Krug scaraventa via le persone giù dal palco. Krug non fa la fila. Mai.
‘No Krug, ti prego. Noi siamo amici vero?’
‘Krug no amici’
E’ incredibile come un essere così grande possa avere un cervello così piccolo
‘Dai Krug. Tu non vuoi fare veramente questo vero? Lo sai che non esiste un buco adatto al tuo coso’
‘Adatto’ risponde lui
‘Qualcuno lo fermi! Qualcuno lo fermi!’ è l’ultimo disperato tentativo di Sabrina.
Ma nessuno lo ferma.
Krug punta il suo enorme membro sullo sfintere di Sabrina. L’essere stato sfondato per 20 ore di fila l’ha allargato. Ma non così tanto. 10 centimetri è un valore troppo estremo.
Krug entra. Il suo pene non apre lo sfintere e l’ano. Il suo pene rompe. Rompe tutto ciò che gli si para davanti. Il muscolo dello sfintere si spezza in due metà. Lo stesso trattamento spetta all’intero retto che viene separato in due.
Sabrina non pensava nemmeno potesse esistere un simile dolore. Questa non è più sodomia. Questa è devastazione. I muscoli interni oramai sono tutti laceri.
Sono entrati solo i primi 30 centimetri. Krug è deluso, sperava di riuscire a farli entrare tutti e 40.
Continua a spingere e riesce a entrare del tutto facendo passare il suo pene dal retto all’intestino.
Sabrina lo sente entrare nelle sue budella.
Krug inizia ad andare su e giù lacerando ulteriori strati ad ogni botta.
Quando finalmente viene il suo schizzo ha una pressione tale da risalire completamente l’intestino ed arrivare allo stomaco.
Sabrina non capisce, ha lo stomaco pieno dello sperma che le appena stato eiaculato nell’ano.
Krug soddisfatto si allontana.
Sabrina è lì, con un foro di dieci centimetri dove prima c’era il suo ano.
E lo stomaco le fa malissimo.
Pur essendo incastrata nella gogna riesce a infilarsi due dita in gola. E a rigurgitare circa 4 litri di sperma.
Sabrina sviene.
Quando rinviene la stanno liberando.
‘Cosa è successo?’ chiede lei
‘Quando hai rigurgitato lo sperma di Krug sei svenuta’ dice il messo del tribunale ‘Sei tuttora sporca. Nessuno ha voluto sodomizzarti. Più che altro adesso è impossibile, è troppo largo. Pare che il tuo ano non si richiuderà più’
Sabrina si alza. E non è la più la stessa persona di prima.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…