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Come sono diventata donna.

By 25 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Come sono diventata donna. Cap.1

Chi sono? Colui che da un anno a questa parte piange. Non esco, non ho amici reali a parte quelli su internet, a scuola non faccio nessuna attività fisica e mi reco spesso in ospedale e dal dottore per fare analisi.

Dal principio ero normale, ma da quando sono entrato nella pubertà, tutto è cambiato. Ho avuto un grave attacco di asma seguito da altre due malattie gravi che mi hanno allontanato dagli amici e a causa di tutto, anche per colpa delle medicine, sono ingrassato parecchio. Quando poi sono guarito e tornato a scuola, nella nuova scuola, ero diventato per tutti un cicciobombo, ma con una dieta mirata sono dimagrito parecchio, ma’ c’è un ma!

Il grasso mi ha fatto aumentare la pelle e il dottore continuava a dirmi di non preoccuparmi, che con l’età tutto si sarebbe risolto, ma sono passati quattro anni oramai che non vado al mare e anzi, ora il problema si è fatto imbarazzante e vistoso.

Il medico dopo una serie di analisi, ha sentenziato che soffro di ginecomastia alias l’ingrossamento del seno. Ora, ma dico io, perché non è capitato ad una ragazza invece che a me? Mamma non sembrava preoccupata anzi, si comportava come sempre mentre io ho passato quasi una settimana, giorno e notte, a cercare varie informazioni su internet.

Questo non mi ha facilitato per nulla la vita anzi, ho perso per ben due anni la scuola e cambiando ogni volta classe e istituto. Ora sono finito in questa e a detta di tutti sono un tipo strano e un secchione e questo gira a mio vantaggio. Mi lasciano tranquillo e da solo. Quando c’è ginnastica studio, si fa per dire, il più delle volte mi limito ad osservare seduto, in altre resto chiuso in classe con il libro aperto davanti.

Con i miei compagni ho poco da spartire. Sono più piccoli, immaturi, con quelli grandi i pluriripetenti, arroganti, altezzosi, non ho nulla da spartire con loro, tra l’altro non fumo, non bevo e non vado a donne. Io con il mio modo di fare cerco di passare il più inosservato possibile e poi sembro gracile tranne per questo maledetto seno che mi obbliga a vestirmi con abiti larghi. In inverno non è un problema, ma in estate l’indossare maglie e giacche per celare le mie forme sono pressoché impossibili anche se indosso abiti più grandi che mi fanno sembrare goffo.

Ho provato con un fascia stretta, ma niente anzi, da un anno a questa parte il seno si è sviluppato ulteriormente diventando un seno a tutti gli effetti.

Poi accadde l’inevitabile. Non potendo mancare di andare a scuola per via della maturità imminente, non potendo stare con la felpa tutto il giorno, con la sola camicia anche se grande e la maglietta che portavo sotto, ho attirato l’attenzione di qualcuno che ha visto giusto. Non so quando accadde, sul bus o mentre camminavo da e per la scuola visto che era l’unico tratto di strada che facevo al di fuori di casa.

‘è vero che sei una ragazza?’

Li avevo visti entrare in classe, ragazzi pluriripetenti, generalmente come mi vedevano se ne andavano, ma questa volta sono arrivati davanti al mio banco e mi hanno parlato per la prima volta da più di un anno. Smarrito li guardo alzando lo sguardo.

Cosa potevo rispondere? Che ero uno scherzo della natura? Che ero malato? Che facevo parte di un programma segreto per preservare la razza femminile? L’unica azione sensata che ho fatto è stata quella di ignorarli come sempre e ho chinato il capo sul mio libro di letteratura.

‘Ora che ci penso, i tuoi seni non sono sempre più grandi ultimamente?’

La realtà di quello che ha detto mi ha sorpreso e spiazzato. Normalmente rispondo a tono e l’ultima parola è sempre la mia, ma questa volta lo guardo incredulo, con la bocca aperta e la gola secca incapace di proferire un solo gemito. Ho incrociato il suo sguardo; ero serio, come se sapesse cosa stava dicendo e non sono stato capace di reggere il confronto e l’ho abbassato. Non ho guardato il libro, davanti a me vedevo solo le fibbie delle loro cinture.

‘Che aspetto hanno?’
‘Potresti farcele vedere?’ Hanno ribattuto i suoi compagni.

Insistevano, perché? Non sapevo che rispondere. Volevo solo che mi lasciassero in pace, che se ne andassero lasciandomi solo come sempre.

La sua mano si è posata sulla spalla e forse è stato questo contatto umano, questo calore che non ricevevo se non da qualche dottore con il camicie che mi ha fatto rispondere.
‘Ok.’
Sbottonarmi la camicia è stato facile, un po’ meno sollevarmi la maglietta. Non avevo il coraggio di guardarli e sono restato a testa china. Vedevo solo le fibbie delle loro cinture mentre percepivo il loro movimento, le tette che ondeggiavano libere sollevandosi al ritmo del mio respiro e questo mi faceva arrossire.

‘Urca!’
‘Sensazionale!’
‘Fantastico!’ Hanno detto in coro.
‘Senti come sono soffici!’

‘Ah! Hei!?!?!? Fate male. Siate gentili. Molto gentil”

‘Scusa.’

Incredibile, mi stavo lasciando palpare da questi quattro rudi antipatici e la realtà di quello che stavo percependo mi stava sconvolgendo. Non sapevo se essere orgoglioso di avere qualcosa per cui attirare la loro attenzione o essere dispiaciuto. Desideravo che mi lasciassero solo e che se ne andassero.

Dopo quei minuti passati assieme in cui mi hanno palpato ed elogiato per le mie qualità del seno, a casa mi sentivo particolarmente solo. Il PC era acceso e la sessione on-line del gioco era in funzione, ma io non ero concentrato. La mente vagava a loro, a quei quattro, alle loro mani. Contrariamente a come ero abituato, mi sono tolto la maglietta e la camicia e mi sono guardato allo specchio.

Il seno era perfetto, proprio come avevano detto. Due grossi seni maturi in cui i capezzoli spiccavano dritti e turgidi, le areole erano piccole e di una tonalità accesa. Ho passato la mano su di loro trovando la pelle liscia, vellutata, i globi caldi e sodi. Come i capezzoli sono stati sfiorati, un brivido mi ha percorso tutto e incredulo, ho staccato le mani e mi sono rivestito. Quella sensazione, già sperimentata alcune volte a causa del seno che balla libero e sfrega contro il tessuto mi ha sconvolto.

Il pomeriggio è volato, non ho dormito anche se sono restato a letto per tutto il giorno e dopo cena, ho provato a concentrarmi sui giochi e ho sfogliato qualche libro, ma nulla mi soddisfaceva. Nel letto, sotto le coperte, l’ingombrante presenza del seno si faceva sentire come ogni notte. Provavo sempre più fastidio a dormire a pancia sotto. A forza di rivoltarmi nel letto, ho pensato ai ragazzi e alle loro mani. Ho iniziato a toccarmi anche io e in breve mi sono ritrovato a provare brividi e scosse di piacere che si dipanavano dai capezzoli. Eccitato, ho iniziato a masturbarmi. Era tanto che non lo facevo e muovendo freneticamente la mano, ho infine sborrato sulla pancia.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

i miei racconti
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Come sono diventata donna. Cap.2

Sul bus ho visto uno dei ragazzi e sono immediatamente arrossito. Non so perché, ma mi sentivo le guance arroventate e peggio, più cercavo di guardare fuori dal finestrino e più la mia mente pensava alle sue mani.

‘Ciao.’

Ho girato di scatto la testa e l’ho fissato.

‘Ciao.’ Ha ripetuto. Era la prima volta da non so quanti anni che qualcuno mi rivolgeva la parola, un saluto.

‘Ciao.’ Ho risposto timidamente e mi sono sentito avvampare come mi ha sorriso.

Incredibile, mi ha tenuto compagnia e ha cercato di intavolare un discorso con me sul calcio e sul fantacalcio e io ho risposto con la mia squadra. Sono arrivato in classe che quasi non volevo crederci. Avevo parlato per tutto il tempo del viaggio e avevo scambiato più parole con qualcuno di reale in pochi minuti di tragitto sul bus che in tre anni.

Seduto al mio banco pensavo a ieri, a ieri sera e arrossivo e poi a quello che era accaduto in quella mattina. Mi’ Mi sentivo eccitato e percepivo il seno che mi dava fastidio. Dondolava libero e mi vergognavo a dire a mia madre di comprarmi un reggiseno e peggio che mai, andarci io a comprami qualcosa del genere. Dovevo tornare a fasciarmelo, ma per farlo dovevo svegliarmi 10 minuti prima ogni mattina e di conseguenza non potevo restare sveglio a giocare fino al mattino. Mi vergognavo a farmi vedere da mia madre quando veniva a buttarmi letteralmente giù dal letto.

All’uscita della scuola, sul bus, l’ho rivisto e mi ha dato il suo link di facebook. Una volta arrivato a casa, non ho neppure mangiato per vedere il suo profilo. Aveva oltre 1000 amici mentre io ero a 300. Aveva oltre 1000 foto mentre io avevo solo 5 o 6 di mie, tutte le altre provenivano dai giochi o dai miei disegni. Infine, quando mi ha risposto, abbiamo parlato per molto sulla sua squadra e la mia di fantacalcio.

Il mattino dopo mi sono svegliato di buon umore e sul bus abbiamo continuato a parlare. Quando siamo scesi, mi ha invitato ad accompagnarlo dietro la scuola. Qui c’erano ad aspettarlo gli amici dell’altro giorno che fumavano e alla domanda, ‘Ci fai vedere le tette?’ Non ho resistito e mi sono sbottonato la camicia.

Nel mentre mi palpavano il seno, pensavo che mi piacevano le loro attenzioni anche se queste erano dovute al fatto che avevo un paio di globi sodi anzi, vere e proprie tette mentre dai capezzoli si dipanavano scosse che mi facevano fremere. Terminato, grazie al suono della campanella, mi sono rivestito alla meglio velocemente e sono corso in classe. Per la prima volta dopo anni ero in ritardo e non mi piaceva avere gli sguardi dei miei compagni addosso.

All’uscita della scuola. Ho perso il bus. Ero dietro la scuola in cui i ragazzi mi palpavano e mi piaceva sentire le loro lodi e avere le loro attenzioni. Non ero del tutto estraneo al piacere che si dipanava nel mio corpo. Ero eccitatissimo e quando poi ci siamo recati verso la fermata del bus, ho fatto fatica a non sborrarmi nei pantaloni e mi sono chiesto se anche lui e loro provavano la stessa cosa.

Il giorno successivo si è svolto come quello precedente e all’uscita di scuola è stata una ripetizione. Le loro mani erano sul mio petto, sulle mie tette e quando mi strizzavano i capezzoli mi facevano ansimare.

‘Senti come sono morbide e sode..’
‘Sì, si sente veramente bene.’
‘Fantastiche.’

Adoravo quando mi adulavano anche se questo era dovuto al mio seno, mi piaceva quando mi strizzavano i capezzoli e avevo un’erezione mostruosa. Poi un’onda di piacere e una scossa incredibile mi ha fatto ansimare e aprire gli occhi.
‘Ah! No, che fate?!?!?!- La sua bocca era scesa al capezzolo e me lo stava baciando, succhiando.- Ah!’ Urlo e gemo in preda alle convulsioni mentre questo viene succhiato sempre più duramente.

Mi sento le gambe tremare. Avrei voluto essere seduto e non contro un muro in piedi. Le bocche scendono uno dopo l’altro a succhiarmi i capezzoli mentre le loro mani continuano a palparmi i seni. Mi sento tutto un fuoco e il cazzo mi sta per esplodere nei pantaloni per come sono eccitato. Non pensavo di poter provare un piacere del genere.

‘Mmmhhh sono così eccitato!’

Ho voltato la testa e ho visto un cazzo che veniva masturbato. Non sapevo di chi potesse essere. L’unica visione era la sua mano che correva frenetica lungo la dura asta di carne mentre le loro mani, le loro bocche mi stavano facendo godere senza toccarmi io stesso e poi è accaduto. Ho sentito il cazzo eruttare nei pantaloni e ho goduto ansimando e tremando come una foglia. Quando mi sono ripreso, anche se sconvolto ero in ginocchio e davanti alla faccia vedevo la cappella violacea stretta nel pugno.

‘Hey, perché non usi la bocca.’

‘Assolutamente non se ne parla.’ Ho risposto con una certa difficoltà. Stavo tremando tutto mentre il cazzo non accennava a diminuirmi nei pantaloni.

‘Dai, su, usa la bocca. Ogni ragazza lo fa. Se vuoi diventare tale prima o poi lo dovrai fare.’

‘Beh’ ecco’ ma’- La realtà di quello che ha detto mi ha sconvolto. Non ero certo una donna. Nei pantaloni il mio cazzo era bagnato e ancora eccitato eppure mi piaceva come mi succhiavano e palpavano le tette.- Per il momento no.’ Ho risposto non certo con molta convinzione.

‘Possiamo sempre schizzarti sul seno.’

‘Si?’
‘Si?’

Non ho risposto, ho mosso la testa, ma stavo tremando di piacere. Sono restato in ginocchio ad osservare i loro cazzi che venivano denudati, poi le loro mani che si muovevano frenetiche lungo quei paletti di carne e ho desiderato farlo anche io; incredibilmente anche il mio cazzo stava nuovamente per esplodere nei pantaloni.

Uno dopo l’altro ho visto come dalle piccole boccucce della cappella uscivano gli schizzi caldi di sperma che si riversavano sul mio seno. Ho visto i loro cazzi diventare violacei. Il loro sperma bollente colarmi addosso sui miei seni mentre io immobile, ho continuato ad osservare rapito poi è accaduto, ho goduto nuovamente solo che questa volta ho sfregato la mano lungo il cazzo e loro hanno visto senza dire o fare commenti.

Ansante, sudato, mi sono guardato perplesso il petto, il seno per meglio dire, ero tutto imbrattato di sperma che sentivo colare.
‘Cosa dovrei fare ora’ Anche la mia camicia è tutta imbrattata.’

‘Ahahaha! Scusa.’ Ridevano scusandosi e io non sapevo che fare. Le gocce mi cadevano sui jeans e poi ho visto la macchia umida dovuta al mio di orgasmo.

‘Con le tette che ti ritrovi, non pensi che sia ora di vestirti in modo appropriato?’

‘Suppongo che dovrei’ ma io’ non possiedo molti soldi e peggio, non saprei manco come dovrei vestirmi’ insomma, da che parte incominciare…’
La realtà di quello che avevo appena detto mi ha fatto girare la testa, fortuna che ero seduto a terra. Io, vestirmi da femmina. Che pensieri stavo nutrendo?

‘In questo caso, potrei pensarci io ai tuoi vestiti, che ne pensi?’

‘Eehhh!?!?! Davvero?’

‘I miei hanno un negozio di abbigliamento, magari trovo qualcosa di abbandonato in fondo al magazzino.’

‘Bene, penso che potremmo trasformarti in una bella ragazza.’

‘Bene, penso che si possa fare. Da mia sorella posso prendere qualcosa che non usa.’

Ero veramente perplesso e sconvolto.
‘Cosa? Che? Ok!’

Se dal principio non ero convinto, anzi, l’avevo detto tanto per dire’ La verità era che mi è enormemente piaciuto farmi sborrare sul seno e ne avevo ancora voglia. Mi sono pulito alla meglio e rivestito, poi sul bus non me ne fregava niente se mi vedevano sporco e bagnato; l’unico mio pensiero era rivolto ai loro cazzi, alle loro cappelle lucide e violacee, ai loro schizzi caldi e’ il solo pensiero mi faceva tenere il cazzo duro. Arrivato a casa, dopo aver mangiato, mi sono messo sotto la doccia e mi sono masturbato ancora pensando all’acqua che scendeva fosse il loro sperma che mi imbrattava tutto.

Che goduria. Incredibile. Non mi era mai accaduto. Tre sborrate in un ora.

Poi è iniziata una routinne in cui al mattino a scuola, nei dieci minuti prima che suonasse la campanella i ragazzi mi palpavano e mi succhiavano i capezzoli, alla fine delle lezioni passavamo il breve tempo necessario per farli sborrare sul mio seno e io, memore di quanto era accaduto nei giorni precedenti, mi recavo all’appuntamento con il cazzo avvolto in qualcosa. Avrei voluto un preservativo, ma mi vergognavo e mi accontentavo di attenuare il bagno di sperma nelle mutande e questo accadeva anche durante l’ora di ginnastica in cui io restavo in classe e loro venivano per fare qualcosa di rapido e veloce. Mi vergognavo di tirarlo fuori e masturbarmi con loro. Pensavano a me come ad una ragazza. Erano attirati dalle mie tette e questo mi bastava. Poi un giorno ho ricevuto l’invito di presentarmi a casa di uno di loro.

‘Abbiamo un regalo per te. Vai a controllare.’

Mi aprono e chiudono la porta lasciandomi solo e arrossisco come scopro di essere in una camera da letto. Dopo che ho passato un minuto o più a guardarmi attorno, ho visto dei vestiti piegati sul letto e un biglietto piegato.
‘Per l’inizio della tua trasformazione.’

Li ho guardati e come li ho aperti sono rimasto esterrefatto. Erano abiti femminili. Mi sono spogliato e indossato questi. Mi vergognavo a sentire l’aria sulle gambe nude e poi’ mi sono specchiato e sono rimasto folgorato. La figura riflessa che vedevo era tanto diversa che quasi stentavo a credere che ero io. La minigonna plissettata e la camicetta mi avevano cambiato in una ragazza. Bussano impazienti alla porta e mi sentivo il cuore battere impazzito. Come ho messo la mano alla maniglia, mi tremavano le mani e come ho aperto, i ragazzi sono entrati nella stanza.

‘Caspita!’
‘Incredibile!’
‘Stupenda!’
‘Irriconoscibile!’

Mi hanno circondato e mi hanno sistemato un poco tirandomi su la mini scoprendo maggiormente le gambe, sbottonato un poco la camicia e poi mi hanno fatto camminare per la stanza e andare avanti e indietro lungo il corridoi e ogni volta venivo incoraggiato ad ancheggiare oltre a riempirmi di complimenti.

Mi hanno abbracciato e presto le loro mani hanno iniziato ad accarezzarmi il seno, ma quello che mi ha fatto partire l’erezione, è stato un commento. Mi ha baciato sul collo e poi le sue labbra hanno percorso la pelle fino ad arrivarmi all’orecchio.
‘Mmmmhhhhhhhh. Che buon odore che hai.’

Ho sentito la pelle d’oca formicolarmi ovunque, un calore intenso spandersi per tutto il corpo e stretto fra due corpi, mi sentivo la terra mancare sotto ai piedi. Mi sono completamente abbandonato al corpo che c’era dietro di me e ho percepito chiaramente il suo cazzo duro spingere contro il sedere. Ho sentito la mani accarezzarmi le cosce, il sedere e poi palparmelo pelle contro pelle. Mi stavo sciogliendo e stavo per sborrare nel sentire il suo corpo sfregarsi contro e il suo cazzo sfregarmi contro il mio stesso cazzo.

‘Aspetta!’ Ho urlato come ho sentito le mutande essere tirare e scendere lungo le gambe.

‘Non devi portare queste.’ Ha detto qualcuno.
‘Dobbiamo toglierle. Lasciami fare.’

‘Aspetta! Sono un ragazzo.’ Ho ribattuto

Semi sdraiato a terra, con la camicetta sbottonata vedevo chiaramente il mio seno prosperoso e i capezzoli turgidi. La minigonna era rimboccata attorno ai fianchi e vedevo il mio cazzo eretto e bagnato, super eccitato e pronto a scoppiare. Mi vergognavo. Essere in quello stato mi stavo vergognando. Ero mezza donna e mezzo uomo e loro in me vedevano e volevano la donna che non ero.

‘Ci accontenteremo.’

‘Mi limiterò al tuo culo.’

Essere penetrato, essere scopato come una donna. La realtà mi tolto il respiro, non ero più in grado di parlare. Non avevo compreso appieno il significato di essere quello che sono. No, non ero pronto per questo cambiamento ancora.

‘Asp’ ettate. In’ questo caso uso la bocca.’

‘Davvero?’

‘Io’ io penso che dovrò ancora riflettere su questo. Lasciatemi che faccia pratica e vedremo più avanti.’ Dalla mia posizione, li ho guardati e ho visto solo jeans e cazzi turgidi. Le loro facce non le ho neppure viste. La mia attenzione si è soffermata ai loro cazzi e come mi sono messo in ginocchio ho iniziato a succhiarli, a leccarli seguendo le loro indicazioni.
‘Lo sto facendo bene?’

‘Molto bene. Succhia ancora.’

è imbarazzante. Mi piace il gusto. Tenerlo sulla mia lingua’ nella mia bocca è incredibilmente eccitante. Quando lo sentivo gemere, cercavo di far scomparire più cazzo che potevo in bocca. Il mio naso si riempiva dei loro odori maschi. Potevo percepire il mio cazzo eretto, eccitato. Non volevo guardarlo, mi sentivo bagnato come se avessi già goduto, ma non mi interessava il mio piacere, volevo gustarmi i loro cazzi.

Mi sentivo preso da un vortice di lussuria e passione, mi sembrava che mi vorticava la stanza. Non sapevo se erano loro che si stavano muovendo in circolo oppure ero io o invece erano le emozioni che stavo provando.

‘Succhia anche il mio.’

‘Come. Due alla volta?’ Questi cazzi sono deliziosi. Sto diventando pazzo. Tengo un cazzo per ogni mano mentre qualcuno continua a palparmi le tette o a succhiarmi i capezzoli.

Non volevo ammetterlo, ma sentivo come un desiderio dentro. Come se lo volessi dentro di me mentre lecco e assaggio e provo a succhiare due cazzi per volta, ma solo le cappelle mi riesce ad ingoiare.

‘Lo sai che vestita in questo modo, posizionata come sei, con la faccia e l’espressione che hai sei fantastica. Ti si legge in faccia che ti piace.’

Le parole mi sono arrivate lontane e non le ho comprese subito.
‘Bene. Il finale non può che essere e diventare una figa. Voglio essere io il primo ad infilargli il cazzo.’

‘Siii, anche io voglio.’

‘Sto per godere!’

‘Ah! Si, fallo’ lo voglio.’ L’ho detto? L’ho pensato. Non so più nulla. Ero preso dal piacere e hanno iniziato a schizzarmi sulla faccia, in bocca. Prima il cazzo che avevo nella mano destra e quasi contemporaneamente anche il secondo. Anche io ho goduto schizzando e schizzando infinite volte.

Il pomeriggio è durato a lungo al punto che non so neppure io se i ragazzi mi hanno goduto in faccia e in bocca più volte. So solo che quando è stata l’ora di dovermi alzare da terra mi hanno dovuto aiutare, avevo le ginocchia doloranti e non potevo vedere nulla per via della sborra sugli occhi. Mi hanno aiutato a spogliarmi e poi sotto la doccia mi sono lavato. Quando ho finito, ho trovato i miei vestiti e mi sono rivestito mentre la camera era stata lavata.

‘Non preoccuparti. I vestiti li laveremo in qualche modo e poi ci potremo ancora divertire. Ora vai, lui ti accompagna in moto a casa. Ci vediamo domani a scuola.’

Mi hanno abbracciato uno a uno e mi sentivo felice. Anche a casa, come sono arrivato nella mia stanza mi sentivo felice. Sdraiato sul letto, pensavo agli avvenimenti di quel pomeriggio e non vedevo l’ora di ripeterlo. Ero impazzito di desiderio e quando è arrivata mia madre, mi ha posto mille domande e continuava a fissarmi. Mi dava fastidio, ma credo che avesse capito che non ero più io; che stavo cambiando o semplicemente perché non ero come al solito attaccato al PC che tra le altre cose era pure spento.

Il giorno dopo, è iniziato tutto come di consueto. Arrivato a scuola mi hanno palpato le tette e succhiato i capezzoli eccitandoci a vicenda. Ho mosso le mani sui loro pacchi accarezzandoli attraverso i jeans e visto che avevo l’ora di ginnastica, come sono arrivati in classe uno dopo l’altro a trovarmi, hanno ripreso a palparmi e a succhiarmi le tette come sempre, ma li ho anche fatti venire nella mia bocca velocemente stando attento a non perdere nulla del loro liquido ambrato.

La nuova routinne si è instaurata presto. Al mattino saluto ai ragazzi dietro la scuola con palpata alle tette e succhiata ai capezzoli e quando è finita la scuola, al solito posto in cui dopo un primo momento in cui mi hanno eccitato e si sono eccitati palpandomi le tette e succhiandomi i capezzoli li ho poi fatti sborrare usando la bocca. Io stesso mi sono sborrato nei pantaloni e avrei voluto essere soddisfatto, ma mi piaceva ugualmente così. L’unica cosa che cambiava di tanto in tanto era nell’ora di ginnastica in cui mi venivano a trovare in classe per un pompino veloce.

Da quel pomeriggio a casa loro, non ci siamo più visti in orario extrascolastico quando mi è stata fatta una proposta.
‘Ci vediamo oggi pomeriggio?’

Sono rimasto a bocca aperta e una parte di sperma mi è caduta sbavandomi addosso. Non mi accadeva da molto tempo e hanno aggiunto.
‘Dai. Vieni e ti vesti da donna. è ora che incominci in fin dei conti.’

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Come sono diventata donna. Cap.3

Guardarmi allo specchio stentavo a riconoscermi. L’amica di uno di loro per la prima volta in vita mia, mi ha truccato come una donna. Stavo iniziando a guardare le ragazze a scuola, su come si comportavano, vestivano e truccavano. Ho visto molti video in rete immaginando come sarei diventata e ora non sembravo più io. Ora ero diventato mia sorella.

Indossata la camicia e la gonna plissettata, dei calzini bassi e le mie AllStar ho camminato per casa e tutti mi hanno fatto le lodi e mi sentivo bene, ma quando mi hanno preso per braccio e accompagnato alla porta, volevo morire. Non potevo credere che mi volessero portare con loro a fare un giro vestito e truccato in quel modo e dopo una lunga discussione, sotto braccio della ragazza, ho deciso di avventurarmi fuori di casa, ma solo per un rapido giro attorno al palazzo e solo perché lei mi ha detto.
‘Dai, come vecchie amiche!’

Dopo il giro, mi hanno convinto di fare due passi fino alla fine della strada. Non mi sentivo a mio agio, ma come sono arrivato allo stop, abbiamo poi svoltato e ci siamo diretti verso il parco. Insieme, noi sei non eravamo molto diversi da altri gruppi di ragazzi e ragazze li presenti. Ero timido e stavo attento a chi incrociavo. Avevo paura che qualcuno mi riconoscesse vestito in quel modo, ma non è accaduto nulla. Avevo paura che mi si sollevasse la mini e vedessero che non ero una ragazza reale. Quando poi ci siamo seduti, chi come me sulla panchina, chi a terra sull’erba, mi ero quasi abituato.

Sono venuti alcuni amici di loro che hanno salutato e io timidamente ho solo fatto un gesto della mano, ma quando poi sono andati via, mi sentivo che il cuore nel petto mi stava esplodendo. Ci siamo poi diretti finalmente a casa dove non sapevo se ero euforico, impaurito o cosa. Ero eccitato, decisamente eccitato.

Mi guardavo spesso in basso se vedevo qualcosa, ma a parte le tette che ondeggiavano e i capezzoli duri, non mi pareva di vedere il bozzo del cazzo o forse sì. Non so, ero sconvolto. Più mi avvicinavo a casa e più avevo voglia di cazzo’ Di sperma!

Come siamo arrivati a casa.
‘Come ti è sembrato il giro?’

‘è stato incredibile!’

Loro hanno ancora detto qualcosa, ma io non li ho ascoltati. Mi sono messo in ginocchio e ho liberato il primo cazzo che ho trovato dai pantaloni. Con frenesia li ho slacciati, sbottonati e abbassati insieme ai boxer per poter avere il cazzo da imboccare. Questi era ancora mollo e l’ho succhiato tutto tenendomelo in bocca per poi giocarci con la lingua fino ad accarezzargli anche le palle con la punta della lingua.

Non ha tardato molto a diventare come lo volevo. Duro! Ben presto mi sono ritrovato ad avere un secondo cazzo in mano e poi un terzo. Ero sconvolto dalle emozioni e non mi sono accorto di nulla. Ne di quando mi hanno tolto gli slip, ne di quando mi hanno sbottonato la camicia, nulla. Nella mia testa avevo solo voglia di cazzo ed è quello che stavo ricevendo e ho succhiato, leccato, masturbato tre cazzi in una sola volta. Come il primo mi ha goduto in bocca, credo di aver sborrato anche io, credo, non ne sono certo. La mia mente godeva come ho ricevuto il primo carico di sperma e poi in successione tutti gli altri.

Mi sentivo la faccia imbrattata di sperma, esausto. Avevo male alle ginocchia e come ho abbassato lo sguardo, dall’unico occhio da cui potevo vedere, mi sono accorto che avevo le tette imbrattate di sborra e a terra, lunghi filamenti e una pozza che proveniva dal mio cazzo.

‘Mamma mia! Ti deve proprio piacere il cazzo’ Sei la regina dei pompini.’

Sento gli altri ridere e guardo da dove è arrivata la voce. Mi ero dimenticato di lei, completamente. Gli sorrido e cerco di alzarmi quando sento i ragazzi dire qualcosa che non ho compreso, ma che li ha fatti ridere e poi in coro ripetere.
‘Regina dei pompini! Regina dei pompini! Regina dei pompini!’

Sorrido per non sapere cosa altro fare. Mi dispiaceva aver nuovamente imbrattato gli abiti di.. da’
‘Ok. Quando mi vestirò in questo modo. Nascerà Rejna. Per tutti gli altri momenti, sarò un comune vostro compagno.’

I ragazzi ridono e applaudono, ma è lei che mi lascia interdetto mentre mi aiutano ad alzarmi e poi ad andare in bagno a farmi una doccia.
‘Con quelle tette, è difficile prenderti per un compagno.’

Era vero. Mi erano ancora cresciute. Non avevo idea se era dovuto alle loro manipolazioni, all’erotismo o al fatto che mi vedevo sempre più come ragazza e non come ragazzo. Se non fosse per il cazzo e per le palle che avevo in mezzo alle’ In bagno stringo le gambe facendo sparire il mio apparato originale. Mi resta solo il rado boschetto e ora, l’immagine che vedevo riflesso allo specchio è una ragazza con le tette grosse; fra le mie compagne di classe credo di essere superiore alla media in quanto grossezza e nella lunghezza dei capezzoli penso che nessuna mi batte.

Con il solo asciugamano che mi avvolge torno in camera da loro e mi vergogno enormemente ad essere semi nudo in loro presenza.

‘è un peccato che ti debba mettere nuovamente questi vestiti.’

‘Aggiungo che dovresti iniziare a portare un reggiseno, dell’intimo da donna.’

La sua osservazione del tutto femminile mi fa arrossire maggiormente.
‘Si” Sospiro appena.

‘Sai cosa facciamo? Te lo compriamo noi. Sarà il nostro ennesimo regalo per la tua bravura e per la tua definitiva trasformazione in Rejna.’

I ragazzi ridono e io non so se vergognarmi o essere felice.

Qualche tempo dopo, ho realizzato quale sarebbe il problema della promessa che ho fatto. Che sarebbe alla fine, la possibilità di godere nella mia fig..culo.

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Come sono diventata donna. Cap.4

Qualche tempo dopo, ho realizzato quale sarebbe il problema della promessa che avevo fatto. Che sarebbe la fine, la possibilità di godere nella mia fig..culo.

‘Questi vestiti sono”

‘Abbiamo fatto una colletta e l’abbiamo comprato. Bellissimo non credi?’

‘La’ la biancheria intima e sottile e mi lascia completamente esposta. è veramente imbarazzante.’ Dico restando seduto sul letto con le gambe unite. Le calze che mi arrivano a mezza coscia mi fasciavano perfettamente mentre il top mi copriva come un gilet solo che era tutto trasparente a parte una fascia che copriva il bordo e mi celava a malapena le areole e i capezzoli. Ero veramente a disagio a restare vestito in quel modo. Forse avrei preferito essere nudo completamente non so. Mi vergognavo sempre. Pensavo troppo. Non sapevo mai cosa i ragazzi vedessero in me. La mezza donna che ero o cosa. Non so e non avevo il coraggio di chiederlo.

‘è per questo che lo rende così bello, non credi?’

La sua domanda mi ha fatto arrossire. Il solo pensare alla mia immagine riflessa mi faceva avvampare tutta.

‘Wow! è fantastico!’
‘Adesso, apri le gambe e facci vedere quanto sei figa.’

Non potevo credere di essere arrivato a tanto. Mi ha sollevato le gambe e mi ha spinto all’indietro e sono stato costretto ad appoggiarmi coi gomiti sul letto e poi’ Sono stato colpito da quello che mi ha detto. Figa. Mi ha detto di fargli vedere quanto ero figa. Lui mi considerava una ragazza e i suoi amici? Anche loro mi vedevano come una ragazza? Ero per loro Rejna? Volevo parlare con loro, ma vedevo che erano interessati a’
‘AH!’ Gemo. Mi hanno divaricato le gambe e ora le mie palle e il cazzo sono in bella vista.

‘Questo è meglio delle foto e dei filmati visti su internet.’
‘Peccato per questo coso che spunta.’

‘è normale, scusate, si vede la mia erezione.’ Mi hanno slacciato quella specie di gilet e i lembi si sono divaricati. Il reggiseno era formato da sottili lembi di stoffa in cui mancava del tutto la parte centrale. Solo il contorno vi era e sembrava fatto apposta per esaltare il seno e non sorreggerlo. Stessa cosa era la parte inferiore. Mi contornava le palle e il cazzo e avevo l’impressione che il sottile filetto che mi entrava fra le chiappe si unisse dopo il buco del sedere. Piegato com’ero, avevo l’impressione di mostrare eccessivamente le mie parti genitali… Tutte!

‘Però c’è un grazioso buchetto qua sotto. Non riesco più ad aspettare.’
Le sue mani mi hanno accarezzato dove mai loro mi hanno toccato. Le palle e il contorno del sedere. Sentivo chiaramente le sue dita che mi accarezzavano le palle e mi solleticavano il piccolo buchetto. Avevo come l’impressione di avere la gola secca.

‘Mmmhhh!’

Ho sentito il suo alito vicino a me, ai miei genitali e poi il verso che ha emesso. Mi ha fatto arrossire e vergognare.
‘Non annusare.’ Ho detto, ma mi è parso che fosse più un gemito che non una parola definita e non so neppure se lo ha sentito.

‘Il gusto è buono!’

Poi è accaduto.
‘Co.. cosa è questo? è bellissimo quel che sento. è incredibile!’
Mi ha baciato l’interno coscia e infine’ La sua lingua ha iniziato a leccare e a cercare di sondare attorno e dentro al mio piccolo buchetto. Più proseguiva e più impazzivo.
‘è fantastico. è bellissimo. Ahhh! Mi piace!!

‘Dannazione. Sei diventata bellissima.’

Non ho idea di chi me lo ha detto, ma le sue mani mi hanno preso il viso e girato verso di lui e poi’ il lungo bacio. Era la prima volta che baciavo e la sua lingua dentro la mia bocca. Le sue morbide labbra. Stavo impazzendo. I ragazzi mi stavano facendo impazzire e’ sì. Decisamente li amavo e poi è accaduto.

‘Ah! Stai godendo!’

Stavo sborrandomi addosso e tremavo. Mi piaceva la sua lingua nel culo e volevo che vi tornasse, ma sentire il suo alito contro le mie palle mi piaceva enormemente mentre la bocca, il bacio’ mi faceva sentire al settimo cielo.

‘è come il liquido femminile, ma è sperma e sta schizzando come le vere donne.’

Le loro mani stavano palpandomi, stavano spalmando il mio sperma sul seno, sul mio seno e come la lingua è tornata a leccarmi il buco del sedere, ho potuto sentire le palle contrarsi e un nuovo getto di sperma mi è uscito forte come il primo che mi ha raggiunto quasi il mento.

‘Ora, perché non ci succhi un po’ anche tu?’
Ansimavo, tremavo. Non volevo farlo, ma vedere quei cazzi in tiro mi ha fatto venire l’acquolina in bocca.

Semi sdraiato, ho percepito l’intrusione e non mi ha dato fastidio anzi, mi piaceva. Stretti nei miei pugni i due cazzi fremevano eccitati e mentre cercavo di leccare e succhiarne uno, osservavo cosa faceva lui in ginocchio fra le mie gambe.

‘Wow’ il mio dito entra giusto. Ti faccio male?’

‘No, non mi fai male. Non ho l’imene come’ le donne” Era vero. Mi piaceva. Non era come i mille racconti che avevo letto delle ragazze e la loro prima volta. Non avevo una figa, ma un culo e stavo provando un piacere nuovo. Unico e incredibile.
‘Infilami pure le dita dentro.’

‘Io non penso che siano abbastanza lunghe. Il mio cazzo ti infilo!’

‘Si! Fallo!’ Ho visto come se lo è preso in mano e se lo è diretto al mio piccolo inviolato buco del sedere. Era come donare la mia verginità e ne ero consapevole e il timore che mi aveva preso innanzi, ora era scomparso. Volevo solo godere e già provavo piacere.

‘è caldo! Urca! Entra dentro e scivola come nel burro.’

Vedevo chiaramente il cazzo sparire centimetro dopo centimetro in me. Lo sentivo dilatarmi e per tutto il tempo sono restato in apnea. Non ho respirato, non ho mosso un muscolo mentre i ragazzi mi tenevano le gambe divaricate e io tenevo stretti i loro cazzi nei miei pugni. Anche loro che stavano assistendo alla scena, sono restati entusiasti.

‘è fantastico.’
‘Eccezionale.’
‘Si, anche per me è fantastico.’

Non potevo credere che mi stesse scopando. Potevo sentire il cazzo entrare e uscire, lo vedevo e percepivo le sue palle battermi sul sedere ad ogni affondo.

‘Oohhh’ godo!’

‘è caldo! è duro! è bellissimo!’ Ho urlato mentre percepivo chiaramente il suo seme riversarsi in me.

‘Scopami duro!’ Ho urlato come sono stato girato e messo a quattro zampe, ho iniziato a sentire la calda cappella appoggiarsi all’ingresso del mio ano violato.

‘Godimi dentro!’ Ho urlato come ho sentito i suoi gemiti e i suoi affondi farsi sempre più forti e profondi e facendomi godere anche a me’ nuovamente!

Mi hanno voltato, girato più volte, scopato ininterrottamente facendomi sborrare più e più volte copiosamente. Eravamo sfiniti e io, imbrattato di sperma ovunque. Sdraiato, ero rimasto nella posizione in cui ero stato scopato l’ultima volta. Gambe divaricate, il cazzo sul pube imbrattato di sperma, il buchetto del sedere palpitante mentre sentivo chiaramente colarmi lo sperma che mi avevano inoculato i ragazzi. Trasognavo contento. Mai potevo sognare una cosa del genere.
‘Il sesso è fantastico. Non potevo immaginare che fosse così’ buono. Sì’ non c’è nulla di meglio. Vi adoro. Vi amo!’

Apro gli occhi e li vedo. C’è chi è sdraiato al mio fianco, chi è seduto sul letto, chi è seduto sulla sedia, chi mi solletica il capezzolo. Ansimo e gemo ancora mentre tremo dagli spasmi di piacere che ancora mi sconvolgono.
‘Da ora, lo voglio fare ogni giorno. Ok?’

Grazie a Patrizia, sono completamente vestita da donna e aspetto l’ultimo che deve uscire da scuola. Dall’esame di maturità.
‘Un giorno forse, avrò le mestruazioni, forse potrò anche avere un figlio.’

Osservo Patrizia e so cosa vuole da me. è un piccolo sacrificio e anche se non mi soddisfa appieno, avere un’amica come lei è un tesoro e cerco di soddisfare i suoi capricci.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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