Sarà che la giornata è cominciata male, la sveglia puntata in ritardo, uscire dal piumone caldo con quella sottile voglia insoddisfatta conficcata nel basso ventre.
Eva si veste, calze, gonna, canottiera e giacca, tacco da giorno, caffè al volo, ed esce.
Subito aggredita dal freddo esterno, passeggia fino alla fermata e lotta per salire sul bus. I soliti gruppi di studenti capaci di un rumore snervante già alle 7 di mattina, tutti pigiati nell’autobus assortiti con vecchiette e lavoratori in giacca e cravatta. Qualche fermata, un’occhiata fuori dal finestrino per quello che l’ammasso di gente permette, ed è lì che le vede; due ragazze che credendo di passare inosservate si baciano in una stradina seminascosta. Ed è lì che la voglia mezza addormentata si riaccende, una scintilla implacabile che la fa avvampare, le azzera la saliva, la costringe a regolare il respiro. Secoli che non la sentiva così forte. -cazzo!- pensa -proprio oggi che sono in ritardo! Stupida sveglia!-.
Schiaccia il pulsante per prenotare la fermata, e scende dopo pochi minuti, passo svelto, ticchettante, si infila nel primo vicolo che trova, cammina fino in fondo, si appoggia al muro e butta fuori un sospirone: -ti prego fa che non passi nessuno, fa che non passi nessuno- mormora fra se e se.
Infila una mano sotto la giacca, e va dritta all’obbiettivo. Stringe forte un capezzolo fra indice e pollice, poi allenta la presa e comincia ad accarezzarlo, morbida, circolare.
Eva così attenta e precisa, affidabile, giovane lavoratrice e casalinga impeccabile, pensa a questo e sorride e non fa che eccitarsi ancora di più, immaginando nella sua mente di esser scoperta così dai suoi conoscenti, in un vicolo a masturbarsi, come una puttanella.
Mugola frasi sconnesse, si morde le labbra, e con l’altra mano scende a toccarsi tra le gambe. Veloce sul clitoride, impietosa, sù e giù, si ferma giusto un secondo per leccarsi le dita, e torna a tuffarsi nella fighetta zuppa di umori. Si masturba vogliosa, e le cedono le gambe. Dimentica di tutto si toglie veloce la gonna, si siede a terra, spalanca le cosce, e comincia a scoparsi con le dita, gemendo. -Voglio un cazzo…oh, voglio che mi rompa la figa…forte, voglio che mi prenda e mi tiri i capelli e mi fotta come una troia-
Succede in un attimo, un ragazzo alto e dall’aria sognante si ritrova Eva fra i piedi nella sua camminata mattutina, la guarda sbigottito a bocca aperta, e quasi fa un salto indietro.
Si fissano per dei secondi prima di riuscire a comprendere la situazione, e ad Eva sembra quasi di osservare la scena dall’esterno, di lei che gli sorride restano seduta in quella posizione oscena e lo invita ad avvicinarsi con un filo di voce. -Ma che diavolo sto facendo?!-, si rimprovera mentre il ragazzo si china su di lei, la fa girare e subito le è dentro, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Prendendo a scoparla in fretta, a fondo, tenendole la testa ferma all’indietro. Eva è sconvolta, incredula, ma la voglia è così grande da non poter fare a meno di goderne. Ansima forte, con la bocca spalancata, massaggiandosi il clitoride tra le dita, e viene. Viene, un unico orgasmo squassante che la fa urlare, mentre il ragazzo le si scarica dentro.
Una cosa da niente, ma per qualsiasi commento bottoncina00@libero.it



Ho letto il tuo raccondo e nn ho resisitito ma mi sono unito all'orgia prima della fine :P sul discorso…
Ciao, questo racconto in questi due capitoli e' gia' una promessa ...sara' bellissimo perche' lo e' gia' quindi mi aspetto…
La storia è interessante, la continui?
Scenario molto interessante, spero che il racconto continui. Sarebbe bello che Laura, dopo aver mostrato il suo buchino, fosse un…
Raccontino spiccio...direi che nel giro di poche settimane la prof finirà farsi fare di tutto da tutti gli alunni della…