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Cintura di castità per il fidanzato

By 17 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Ormai è molti mesi che io e Stefano stiamo insieme, credo entrambi incantati dalle perversioni dell’altro: ad esempio, diverse volte sono andata da lui dietro suo invito trovandolo vestito da ragazza per poi scoparci a vicenda, lui con il suo bell’uccello e io con dei falli finti, anche di notevoli dimensioni. Quest’estate, invece, dopo che lui è venuto mentre si faceva scopare il culo a smorzacandela, aiutato dalla mia mano, come battuta gli ho detto che ha qualcosa di troppo, che non mi permette di fingere di stare con una ragazza. E siamo corsi ai ripari!

Troppo timida per andare in un sexyshop, ho comprato su internet un cockcage (letteralmente gabbia per cazzo, la potete trovare in internet come CB6000) che una sera gli ho presentato. Inutile dire che la sua reazione non è stata estremamente positiva, almeno all’inizio:

  • Scusa, Chiara, ma cosa pensi che debba fare?

  • Come cosa? Mi pare evidente! Tu la metti e io tengo la chiave. Tanto ti permette di fare tutto. Certo, tutto tranne avere erezioni, rapporti sessuali e masturbazione.

  • Hai detto poco! Ma perché dovrei farlo? Già mi pare che mi presto a tutto o quasi, compreso quando vorrei scoparti e invece accetto di farmi inculare. Non dico che non mi piaccia, almeno un po’, ma questa cosa mi sembra davvero troppo!

  • Dai, amore, ma non ci pensi che bello che deve essere? Io che arrivo, ti tolgo la gabbia e ti faccio divertire… e poi sarei anche sicura di essere il tuo unico modo di svuotarti!

  • Mi sembra proprio tortura! Peggio che nel medioevo, o quando le hanno inventate.

  • Uffa, ma dai… almeno ogni tanto facciamo finta che sei una ragazza completamente!

 

Insomma, dopo una discussione abbastanza lunga, l’ho convinto a metterla, con la promessa che al massimo due giorni dopo l’avrei fatto sfogare io. E qui è arrivato il primo problema: indossarla!

L’ho spogliato, mi sono messa in ginocchio davanti a lui e ho iniziato con un anello da mettere attorno ai testicoli, per poi chiuderlo sopra essi. Provocando un’erezione per avere un po’ giocato con le mani…

  • Ehi, datti una calmata, se no non posso chiudere!

  • Magari! E comunque non è semplice, non è proprio una cosa che si comanda a bacchetta!

  • Mmm… comandarti a bacchetta… bel suggerimento!

  • Non pensarci neanche.

  • No, tranquillo, se fai il bravo lo evito.

  • Ci pensi tu a coccolarlo adesso?

  • Io? E perché dovrei? È come un prigioniero che sta entrando in galera, non ha diritto a desideri! Mettilo sotto l’acqua fredda.

Cerca di farmi cambiare idea ma sono irremovibile, e dopo un bidè freddo chiudiamo la gabbia.

 

  • Bene, adesso posso gettare la chiave. – gli dico sorridendo

  • Non provarci o ti ammazzo, amore!

  • Lo sai che scherzo. Come va?

  • E’ molto strano, lo sento addosso, mi sembra un po’ piccola la gabbia anche adesso che sono rilassato, ma per ora non ha grossi problemi.

  • Bene. Allora posso eccitarti per farti soffrire?

  • Non sarai così cattiva!

  • Tu che dici? – rispondo con voce roca, mentre mi passo la lingua sulle labbra

  • Sei una stronza. Ahia, lo sento, adesso!

  • Ti consiglio acqua fredda, tanto non ti do’ altro per almeno un paio di giorni! Adesso cosa preferisci? Ti vesti da donna e io mi metto lo strapon enorme, oppure mi fai solo le coccole?

  • La seconda. Già mi sento un po’… compresso! Se poi non posso neanche eccitarmi…

  • Non ti vesti neanche da donna?

  • Sei pazza? Con la sensazione delle calze e del perizoma?

Rido mentre ci sdraiamo sul letto, mi faccio abbracciare da dietro e parliamo di tutto per un po’. Poi lui dice qualcosa per prendermi in giro e io lo punisco, portandomi le sue mani sulle tette.

  • Amore, perché mi tocchi?

  • Stronza! Fa male questa cosa.

  • In effetti c’era qualcosa di strano qui dietro – aggiungo strusciando un po’ il culo sul suo pube – Si sente del duro ma piccolino!

  • Smettila, dai!

Mi giro verso di lui e lo bacio con passione, nonostante la sua eccitazione di tanto in tanto gli fa fare delle piccole smorfie. Poi, eccitata ma un po’ sadica, gli spingo la testa verso il basso, verso le mie tette coperte solo da una canottiera e da un costumino. Lui non pensa più alla sua costrizione ma mi spoglia e inizia a leccarmele: io sono abbastanza sensibile e lui è estremamente bravo, quindi mi fa bagnare e non poco.

  • Che bello amore, sei sempre favoloso! Scendi ancora, dai!

Lui mi guarda, si vede che soffre, ma mi da’ piacere giocando con il mio ombelico (molto sensibile) mentre mi toglie i pantaloncini.

Inizia a leccarmi, giocando anche con le dita, portandomi in breve a un orgasmo liberatorio e continuando a leccarmi. Come ho detto, è estremamente bravo, e va avanti per un quarto d’ora circa regalandomi molte bellissime sensazioni. Mi parla solo dopo il mio terzo o quarto bellissimo orgasmo.

  • Sai amore, non va bene così.

  • Come no? A me va benissimo! Magari avessi tutti i giorni orgasmi del genere.

  • Va bene a te, ma a me no. Io adesso sono qui con la tua gabbietta che mi fa male perché non mi lascia gonfiare, non è per niente una bella sensazione!

  • A sapere che sei sempre così, però, la chiave la butto davvero!

  • Ma perché? A te non da’ fastidio non scopare?

  • Posso sopportarlo se fai così tutte le volte! Oddio, ma è tardi! Mi rivesto e vado a casa, stasera devo uscire. Ci vediamo domani, non divertirti troppo da solo, magari usando le mani… ahah!

  • Eh, non mi dispiacerebbe poterlo fare.

  • Ti amo perché mi lasci divertire così tanto. Ti prometto che non lo dico a nessuno e che la chiave non la porto in giro per non perderla! Tu usa tanta acqua fredda. A domani.

 

 

Il giorno dopo, suono il campanello ed entro.

  • Ciao amore! Come va?

  • Quasi tutto bene.

  • Non riesco a immaginare cosa non potrebbe andare – ribatto ridendo

  • Sì, in effetti… stanotte è stata dura, da quando hai chiuso il lucchetto ieri sera avrò avuto 50 tentativi di erezione bloccati completamente dalla gabbia.

  • E fa male?

  • Decisamente sì!

  • Dai, che prima o poi ti libero!

  • Prima o poi? Perché non oggi, scusa? Ormai sei qui, apri, facciamo l’amore…

  • Troppo facile, alla fine hai fatto sì e no 15 ore di prigionia. I permessi ai detenuti arrivano dopo mesi! A te va ancora bene che domani o dopodomani ti svuoto io!

  • Hai detto massimo due giorni, amore!

  • Vedremo – taglio corto baciandolo

Siamo sul divano, così lo faccio stendere e gli salgo sopra, continuando a baciarlo e sedendomi proprio sulla sua gabbia. Ci baciamo a lungo, sento che lui ha una voglia repressa (per scelta mia) e che soffre per la situazione. Quando ci giriamo e lui mi viene sopra, le sensazioni che avevo ricevono un’ulteriore conferma, con lui che spinge il bacino verso di me, simulando un atto sessuale.

  • Amore, non avevo mai fatto caso fossi così piccolino… non sento niente!

  • Sono io che sento tanto! Sento che sono schiacciato completamente, spingo contro le pareti della gabbia ma non riesce a crescere.

  • Fammi vedere…

Si rimette sdraiato, io gli tolgo i pantaloni e guardo: piccolino, riempie quasi la sua custodia, sta tentando un’erezione, si capisce dalle vene abbastanza evidenti. Sadicamente, gli palpeggio le palle con le mani, a momenti soppesandole e a momenti sfiorandole con le unghie.

  • Stronza! Non capisci che fa male?

  • Eheh, scusa… però modera i termini, se no aumento il periodo di prigionia.

  • Hai ragione, ma mi stai facendo soffrire incredibilmente!

  • Potrei fare di peggio, stai attento.

  • Non ci credo.

  • Prova a sentire questo.

Mi avvicino con la faccia e dall’apertura vicino alla punta soffio delicatamente dentro. Lui soffre, si capisce come la gabbia lo comprime. Non contenta, dato che sono sopra di lui, lascio cadere una goccia di saliva che va a colpirlo quasi sulla punta, per poi soffiare ancora delicatamente. Lui emette un lamento che mi fa smettere, alla fine voglio solo giocare, non fargli male.

  • Credo sia meglio che smetta, eh?

  • Magari! Mi fai morire, così.

  • Vado allora… stasera sei da solo, vero? Passerò a trovarti, così ti faccio soffrire ancora!

  • Allora non passare, è sufficiente questa cosa…

  • Scherzo… facciamo un po’ di coccole, dai

  • Ok… a stasera!

 

 

Dopo cena, una bella sorpresa, almeno per me… vado da Stefano e suono, mi apre vestito da strafiga: tutto in blu, minigonna, seno finto stretto in un corsetto, decolleté con tacco 15 senza plateau, parrucca liscia castano chiaro e un trucco leggero, che gli ho insegnato io.

  • Buonasera Veronica, era da un po’ che non la vedevo qui a casa di Stefano.

  • Amore, dato che ieri volevi farlo, ho pensato ti avrebbe fatto piacere.

  • Ti amo. Però a saperlo mi sarei vestita bene…

  • No, no, tu vai bene così, anche perché già vestirmi così e stare sui tacchi, mi provoca certi problemi!

  • In effetti, con questa minigonna stretta, di solito sul davanti c’è una certa protuberanza! Meglio così! Che vuoi fare stasera?

  • Facciamo così, stasera sei libera di fare tutto, con la promessa che domani… mi fai sfogare!

  • Perfetto, non avrei saputo pensare a qualcosa di meglio! Andiamo in camera tua, che ci pensiamo.

Qui prendo dal suo guardaroba una delle sue magliette e i pantaloni di una tuta, oltre a uno strapon abbastanza grosso, una ventina di cm, e vado in bagno a vestirmi.

  • Mi spiace solo che gli uomini non mettano i tacchi, sarebbe una bella sensazione! – gli dico quando torno

  • Bè, non tutti, almeno – mi risponde malizioso, dondolando la gamba accavallata che mette in mostra il tacco 15 di cui parlavo prima.

  • E’ vero, sono fortunata! Adesso ti faccio vedere cosa dovrebbe fare un vero uomo, quando ama alla follia la propria donna.

Mi inginocchio davanti a lui e bacio la punta delle sue scarpe, per poi alzarle e leccare i tacchi su tutta la lunghezza, guardandolo negli occhi e vedendo che l’eccitazione nel vedermi fare questo gli provoca dei dolori. Passo a baciare il piede, lasciando le scarpe, e a risalire lentamente, senza perdermi neanche un centimetro, tra baci e leccate fino al bordo della gonna. I suoi sospiri mi fanno capire che apprezza, secondo me vorrebbe essere davvero una ragazza, in questo momento. Mi alzo da lì e corro fino al collo, prendendo ancora a baciare e leccare, scendendo fino al seno finto e al bordo del bustino.

  • Amore, ti riempirei di baci ma non voglio rovinare il trucco, che hai messo così bene. E ti toccherei e bacerei queste belle tette, se fossero vere!

  • Basta che non pensi a farmi fare operazioni strane, se no ti lascio! – mi risponde scherzando

Non gli dico niente, ma continuo con il collo, mentre le mie mani vanno dalle gambe, completamente depilate (per lo sport, è sempre stata la scusa), alle tette, alla faccia e la bocca, qui delicatamente per non rovinare il trucco. Poi scendo di nuovo, baciando e toccando l’interno delle cosce, allargandole mentre la gonna si alza. Non potendo praticare del sesso orale vero e proprio, causa mancanza di genitali femminili ma presenza di gabbia, gli creo uno dei problemi più notevoli della serata: inizio a leccare quello che c’è, quindi i testicoli che non sono rinchiusi. Questo provoca un dolore non indifferente, essendo una cosa che adora.

  • Dai, tanto sappiamo come andrà a finire… sdraiati che velocizziamo il tutto!

  • Perché? Non ti piace quello che ti faccio?

  • Sì, ma proprio perché mi piace, mi fa soffrire!

Mi sdraio, lui mi toglie i pantaloni e si mette a bagnare lo strapon, succhiandolo, a 69. Io intanto, mentre continuo il trattamento alle palle, gli bagno anche il buchino, già rilassato e allenato di suo.

Quando decide di essere pronto, si alza e mi guarda, interrogativo. Lo faccio sdraiare, con le gambe alzate, i tacchi poggiati sulle spalle e punto lo strapon al suo bel culo. Ovviamente inizio piano e, anche se non trovo grande resistenza, prima di spingere decisa ci vogliono almeno 5 minuti di trattamento soft. Dopodiché spingo, aumentando gradualmente fino a prendere un bel ritmo, condito dai suoi sospiri e versetti, non so bene quanto di eccitazione e quanto di dolore. O per meglio dire, quanto sia il dolore dato dal culo e quanto quello dato dalla gabbia, anche se credo sia più quest’ultimo, essendo abituato ad essere penetrato, magari venendo con qualcosa dentro.

Ma anche se era quello a cui puntavamo entrambi, non mi basta, quindi esco da lui e gli propongo di scoparmi.

  • Magari! Mi togli la gabbia, allora?

  • Bé… no! Quella domani, adesso mettilo tu, lo strapon

La delusione nei suoi occhi non si può non vedere, credo si senta umiliato da questo e gli do’ anche ragione. Ciononostante, alzando bene la gonna, indossa l’attrezzo e si mette su di me, trovando un lago in attesa di essere sfondato.

Il ritmo questa volta è deciso fin da subito, forse sfoga anche tutta la sua eccitazione che è costretto a reprimere, lo sento fino in fondo, a provocarmi un orgasmo nel giro di un minuto, anche meno. I miei spasmi, comunque, non lo fanno desistere, continua a scoparmi con alto ritmo, prima di farmi girare e mettermi alla pecorina, riprendendo subito a montarmi. Un nuovo orgasmo mi prende a 5 minuti scarsi di distanza dal primo, godo con la testa sul cuscino e le tette strizzate da lui da dietro, una cosa che amo.

Quella che segue è una bella mezz’ora, condita da diversi miei orgasmi in ogni posizione e dalla sofferenza clamorosa di Stefano, sempre più eccitato e sempre più compresso. Alla fine sono io a chiedergli di smettere, esausta, perché lui non avrebbe problemi a continuare.

  • Amore mio, sei stato fantastico!

  • Grazie. Domani tocca a me, però!

  • Non ti sei divertito?

  • Sì, ma soffro veramente tanto, non ce la faccio più.

  • Domani sera vieni da me, dai. Ti faccio divertire!

  • Ci spero. Adesso vai, dai, che devo sistemare tutto prima che rientrino i miei, non credo manchi molto. Devo anche togliere questi vestiti. Purtroppo, devo dire, perché mi stanno piacendo! Una volta mi facevano molto male i piedi con i tacchi alti, adesso potrei continuare a lungo a portarli.

  • Sei fantastico con i tacchi. Ti amo, adesso vado. A domani!

 

 

Mando un messaggio a Stefano nella notte: avrei voglia di fare la doccia con te, sentirti dentro come la prima volta che mi hai preso con forza, farti godere come non mai… a domani, amore!

La mattina, invece, mi sveglia una sua telefonata:

  • Tu devi smetterla! Ho letto il messaggio alle 3 e ho fatto fatica a riaddormentarmi!

  • Non l’avrei mai pensato… ahah! Dai amore, non manca poi tanto! Ci vediamo oggi pomeriggio.

 

Quando ci vediamo, non facciamo molto, al massimo qualche battutina, poi riceviamo un invito a cena da parte di amici. Lui non è completamente dell’idea ma accetta, dietro mia promessa di sesso dopocena, così ci lasciamo per prepararci. Sotto la doccia ripenso a quello che gli ho scritto questa notte, inizio a essere un po’ più voluttuosa del necessario quando mi insapono il seno e quando scendo in mezzo alle gambe, poi penso che lui, anche volendo, non potrebbe farlo e decido di evitare di continuare, per rispetto. Però la voglia non può sparire…

Fa’ molto caldo stasera, la cena è a casa di un’amica con una piscina meravigliosa, quindi inizio indossando un mini costume appena preso, molto sgambato (quasi a perizoma), con le tette non troppo coperte. Per fortuna la mia depilazione quasi totale evita che degli antiestetici peli facciano capolino… Poi metto una gonna larga, che arriva poco sopra il ginocchio, e una canottierina, tanto come detto, fa caldo e non dovrei aver problemi per quanto riguarda la temperatura. Ai piedi delle zeppe, alte 7-8 centimetri, giusto per slanciarmi e per poter prendere in giro Elisa, la mia amica, simpaticissima ma bassina. Stefano passa a chiamarmi e partiamo, prima però fa in tempo a farmi notare che sprecare una casa libera non è una grande idea. Gli rispondo solo ridendo e partiamo.

Elisa è 1,60 circa, mora, un bel fisico con un bel culo e delle tette non esagerate ma che le stanno molto bene. Stasera è vestita più o meno come me, gonna larga al ginocchio e canottiera, ai piedi delle pratiche infradito che la fanno risultare quasi venti cm più bassa di me. Il suo fidanzato si chiama Simone, 1,75 circa, anche lui con un fisico magro ma atletico; a me non piace molto, ma io ed Elisa siamo sempre state diverse, per quanto riguarda gli interessi maschili.

La cena scorre via bene, anche se dall’aperitivo in poi, ogni piatto viene accompagnato da almeno un bicchiere di vino bianco, ghiacciato, che scende bene e si fa sentire solo più tardi. Dopo aver finito iniziamo a chiacchierare, anche se quando l’argomento si sposta sui rapporti tra di noi e sul sesso in generale, io e Stefano ci sentiamo un po’ in imbarazzo, nessuno vorrebbe che per sbaglio scappasse qualcosa… Elisa se ne accorge e mi guarda interrogativa, ma capisce che è un argomento per oggi tabù e decide di parlare più che altro con Simone, facendosi battute a vicenda. Intuito e solidarietà femminili, affinate da anni di pallavolo insieme!

Passata almeno un’ora e mezza, Simone scherzando prende Elisa e la porta sul bordo della piscina.

  • Dai che facciamo il bagno – le grida

  • No! No! Amore, no! Non ho neanche il costume – aggiunge, per cercare di evitarsi il tuffo

  • Bé, Chiara ti ha già vista nuda tante volte dopo le partite.

  • Ma c’è anche Stefano, dai!

  • Tanto è buio, non si vede molto. E poi non sono geloso! – le risponde ridendo, mentre l’appoggia a terra cercando di alzarle la maglietta.

Lei si ribella ma poi acconsente, ci da’ le spalle e si toglie canottiera, reggiseno, gonna e si lancia in acqua. Simone ha il costume addosso, quindi gli basta togliere la maglietta per seguirla. Ci chiamano per seguirli e io tiro Stefano dietro di me, tolgo scarpe, gonna e canottiera mentre lui si sfila la maglietta e ci tuffiamo insieme. E qui capita il problema: il reggiseno del costume nuovo, che non avevo ancora testato, si sfila da solo, lasciando in bella vista le mie tette. Me ne accorgo e le copro ridendo, mentre Elisa che mi ha visto ride.

  • Bene, dai, almeno non sono l’unica nuda! Dai, togli anche tu il costume! E tu, amore, non guardare troppo quella tettona!

  • Ti darebbe fastidio? – chiedo a Stefano. Alla sua risposta negativa lo tolgo, ottenendo l’applauso della mia amica, che si avvicina per complimentarsi con me.

  • Non ci credo, l’hai fatto davvero! Non l’avrei mai detto!

  • Ho anche incantato il tuo ragazzo – le dico a bassa voce.

In effetti, Simone, a un paio di metri da noi, ha sgranato gli occhi quando mi sono spogliata e anche adesso, approfittando della penombra, mi studia ben bene le tette, forse pensando di non essere visto. Neanche lei è gelosa, quindi non si fa grossi problemi, ma torna da lui e iniziano a baciarsi, mentre io faccio lo stesso con Stefano. Andiamo avanti a lungo, poi lui, sussurrando:

  • E’ terribile! Meno male che siamo in acqua e il fresco mi dà un po’ di refrigerio!

  • Ti amo!

 

Non so bene chi inizia, ma dopo qualche minuto iniziamo tutti e quattro a giocare schizzandoci e spingendoci, ovviamente io e la mia amica siamo in prima fila quando c’è da giocare. Iniziamo anche a rincorrerci, uscendo di corsa dalla piscina e correndo in giro, prima di rituffarci. Noto che quando usciamo, alzandoci dal bordo, io vengo osservata con interesse, ma Elisa riscuote un successo notevole, piegata in avanti. Quando invece si corre in avanti, sono le mie tette ad essere oggetto delle più intense occhiate, forse anche per i sobbalzi che hanno. Ci stanchiamo e torniamo a baciare i rispettivi fidanzati, almeno fino a quando Elisa non mi arriva alle spalle e mi abbraccia. O per meglio dire, mi prende le tette e me le strizza. Ridiamo e, poco dopo, usciamo dalla piscina, noi ragazze davanti. Ci sediamo e vediamo arrivare i ragazzi, Simone è molto eccitato, si vede dal costume che, bagnato, si modella bene attorno a quello che sembra un bel cazzo. La voglia di Stefano, invece, si può solo leggergliela negli occhi, anche se la sua gabbietta nel costume forma un rigonfiamento leggero. Rido e lo prendo un po’ in giro, senza parlare ma solo toccandogli il costume, proprio lì, lui reagisce guardandomi malissimo e facendomi segno “dopo” con le dita.

Intanto Elisa fa finta di sottrarsi agli abbracci di Simone:

  • No, amore, te l’avevo detto di non guardare quella tettona lì! Tu l’hai fatto e adesso paghi le conseguenze! – gli dice ridendo

  • Però guardavo solo il tuo culo, il suo lo evitavo! – risponde lui, sempre ridendo

Lei lo abbraccia, dando la schiena a noi. Così ne approfitto per alzarmi in piedi e mettermi di fronte a Stefano, lasciando cadere la salvietta con cui mi sto asciugando e permettendo a Simone la vista… della mia schiena! Lui mi guarda di sicuro, perché dopo un attimo la voce di Elisa richiama lui e me:

  • Ehi, ti sei incantato? Cosa guardi? Ma pensa te che maiala! Chiara! Ti pare il caso?

  • Io? Che sto facendo? Oh, scusa, non mi ero accorta che fosse caduta. Però almeno, adesso, Simone ha potuto confrontarci!

  • E cosa ne dici, amore? – gli chiede lei

  • Preferisco di gran lunga te, Eli!

  • Che stronzo, Simone – gli dico io, ovviamente ridendo – e tu, amore, cosa ne dici?

  • Bé, amore – risponde lui dopo aver potuto osservare bene Elisa, spinto da me – Elisa ha proprio un bel culo! Non che il tuo non sia bello, sai quanto mi piace, però il suo… è perfetto!

Io mi giro, prendo le sue mani e me le metto sulle tette, come reggiseno improvvisato, mentre sfrego il culo sulla sua prigione, per farlo soffrire ulteriormente.

  • E davanti, chi preferite? – chiedo io

  • Sei scorretta! Hai le tette più grosse di me, è ovvio che ti preferiscano!

  • In effetti, Chiara, hai delle gran tette! Meglio della mia ragazza, anche se su di lei sarebbero esagerate! Però le sue le vedo spesso nude, le tue solo prima di sfuggita…

Io guardo Stefano, che alza le spalle e lascia cadere le mani, esponendomi a loro. Lo ringrazio strisciandomi ulteriormente. Bè, ringrazio… lo faccio soffrire!

  • Porca miseria, Chiara, sono belle sì! – giudica Simone

  • Allora, amore – mi dice Elisa, che ogni tanto mi chiama così – diciamo che siamo perfette se messe insieme! Ecco, così!

Viene e mi sposta da Stefano, mettendosi lei dietro di me e iniziando una specie di girotondo, esponendo agli occhi vogliosi dei ragazzi le mie tette, che ogni tanto palpeggia, e il suo culetto. Una ragazza perfetta, insomma! Poi si mette a ridere, apparentemente senza motivo, anche se poi lascia capire il motivo:

  • Adesso bisognerebbe giudicare i nostri ragazzi. Simo, amore, perché non ti spogli?

  • Davvero? Non mi pare il caso…

  • Ma sì, dai, confrontiamo le dimensioni e cerchiamo di capire chi è più fortunata tra noi!

  • Elisa – la prego io – davvero… lasciamo stare, poi ti spiegherò.

  • Peccato, ci perdiamo un bello spettacolo entrambe, secondo me…

  • Anche secondo me sarebbe stato divertente – concludo trattenendo le risate mentre guardo il mio amore

 

Torniamo a bere qualcosa, sempre in topless, tanto ormai… Poi qualcuno guarda l’ora e scopriamo che è tardissimo. Io mi alzo, recupero le mie cose e vado a rivestirmi, approfittandone per togliere il costume ancora bagnato e rimanere con solo gonna e canottiera. Dalla quale si può intuire tutto! Stefano, quando mi vede tornare, si alza per rivestirsi, ma si vede che ha bevuto molto e non cammina proprio dritto.

  • Ehi, ragazzi – ci dice Elisa – non siete in grado di tornare a casa così!

  • Ma no, figurati – risponde Stefano – un secondo e passa, era solo un giramento di testa.

  • No, no, che poi io sono una che si preoccupa! Rimanete qui, stanotte. Tanto siamo soli, ci sono 3 camere libere…

  • Amore, tu che dici? – gli chiedo io

  • Bé, in effetti forse è meglio. Mi prestate almeno un paio di pantaloncini per la notte? Non vorrei bagnare il letto con il costume, ho solo quello.

  • Certo, te ne do’ un paio di Simone. Anche se potete dormire nudi, non veniamo certo a disturbarvi! – aggiunge maliziosa.

 

Ci accompagnano in una stanza con letto matrimoniale e ci portano un cambio di vestiti per entrambi; dopo essersi assicurati che non abbiamo bisogno di niente, ci salutano.

  • Andiamo in camera anche noi, tranquilli che è in fondo al corridoio e, Stefano, se non la fai urlare non vi sentiamo – ci dice Elisa con un occhiolino malizioso. Simone è dietro di lei e la accarezza

  • Dai amore, andiamo a letto anche noi

  • Subito! Buonanotte Stefano! Buonanotte Chiara! Fatti dare il bacio della buonanotte.

Credevo scherzasse, invece si avvicina e mi stampa le labbra sulle mie, poi mi abbraccia e mi sussurra:

  • Lo faccio perché è tutta sera che è eccitato, questo gli dà il colpo di grazia. Stasera ci divertiamo!

  • Che maiala che sei! – le dico io, prendendola da dietro quando si gira per andarsene e strizzandole le tette come aveva fatto con me. Lei ride e se ne va con Simone.

  • Amore, c’è una notizia buona, anzi due, e una che non ti farà troppo piacere!

  • Dimmi prima le buone, poi mi butti giù.

  • Siamo rimasti da soli con davanti tutta la notte, in più, ho una gran voglia di avere “qualcosa” in mano – gli dico abbracciandolo

  • Però non sorridi… dimmi la cattiva

  • La chiave della tua gabbia è in camera mia…

 

La notte non è passata molto velocemente. Non che abbia grandi problemi a prendere sonno, ma ogni tanto sono stata svegliata da Stefano, nel letto con me. C’è anche da dire che la cosa non mi ha infastidito, perché la sveglia era data da delle profonde leccate sulle tette o tra le mie gambe! Il sesso orale è piacevolissimo per tutti, ovvio, se poi hai un ragazzo formidabile a praticartelo, che vuole farti esplodere di piacere e che è costretto a sfogare così tutta la sua eccitazione, va a finire che nelle 7-8 ore in tutto passate a letto, per 3 ho dormito e per le altre ho goduto come una pazza! Anche adesso, in verità, mi ha svegliata abbracciandomi, iniziando a baciarmi da dietro il collo per poi scendere, sulla schiena, davanti sulle tette e sui capezzoli rizzatisi subito, poi più giù. Ha passato molto tempo dedicandosi alle mie gambe e ai miei piedi, risalendo lentissimo fino a tornare alla mia patatina, altro che fradicia a questo punto… Il sesso è imbattibile, quando è fatto bene, ma una bocca come la sua è capace quasi di pareggiare le sensazioni che vengono date.

Facciamo colazione/pranzo quasi a mezzogiorno, assieme a Elisa e Simone, che scherzando insieme, poi alludono a quello che presumono abbiamo fatto durante la notte.

  • Chiara, hai la faccia soddisfatta, mi sa che sei stata scopata ben bene, stanotte!

  • Dai, Elisa, fai la brava… è stata una notte soddisfacente, è vero, ma non chiedermi troppo.

  • Ehi, non farti problemi! Non te lo rubo, ho già chi pensa a me. Simone stanotte era carico, te l’avevo detto. Vero amore? – aggiunge rivolta a lui.

  • Eh, avevo voglia! Ieri sera avete fatto le maiale e l’ho avuto duro da quando siamo entrati in piscina, quindi credo almeno 3 ore prima di andare a letto.

  • Mi sono accorta! Il problema è stato quando mi sei venuto dappertutto. Praticamente dopo una mezz’oretta di sesso in varie posizioni, mentre era sopra di me, è uscito e ha schizzato ovunque. Mi ha riempito la pancia, le tette e mi ha preso anche sul collo!

  • Dai, Eli, stiamo mangiando!

  • Sei timida? Ti imbarazzi? Pensa che in qualche modo ho dovuto ripulirmi…

  • Elisa! – le grido io.

  • Ma scusa, stavi parlando di mangiare, io ho detto cosa ho bevuto, no? È venuto 4 volte in tutto, una ovunque come ti ho detto, due in bocca e una dentro, è stata una bella notte, bravo amore!

Si scambiano dei baci, mentre io lancio un’occhiata a Stefano che ha un’espressione mista di sofferenza e invidia, vista la situazione. Per fortuna, Elisa si calma, non trovandosi assecondata come sperava.

Il pomeriggio lo passiamo ancora in piscina e, come ieri, io ed Elisa ci troviamo ad essere senza reggiseno, il mio perché cade, il suo perché non lo vuole. E come ieri, giocando con i rispettivi ragazzi, loro vengono portati ad eccitarsi, anche perché spesso io e lei ci abbracciamo o ci tocchiamo come due stupide. O meglio, come due ragazze che si divertono un mondo. Comunque, Stefano riesce a sopportare tutto stoicamente, ma quando loro due si stanno baciando stretti stretti e le mani non si vedono perché sono in mezzo ai corpi… bè, immaginare la masturbazione reciproca a tre metri da noi lo mette in crisi.

  • Non ce la faccio più, amore! Non sai da quanto voglio venire.

  • Da due giorni e mezzo, direi. Da quando abbiamo messo…

  • Di sicuro, ma c’erano anche i tre giorni prima, in cui non abbiamo fatto niente…

  • Davvero? Una settimana, quindi? Ti amo, rimani così per sempre! Appena posso, ti faccio altro che sfogare!

  • Promesso? Guarda che forse da stasera sono a casa da solo…

  • Promesso. Basta che non ci fermiamo a cena se no ti fanno bere ancora! A proposito, guarda che maiala Elisa!

 

Elisa infatti sta dando la schiena a Simone, girando la testa per baciarlo si tiene con un braccio attorno al collo, mentre l’altra mano è sott’acqua. Lui ha una mano sul seno e una più in basso, facile capire dove. Continuano per un po’, poi lei si ferma un attimo, mi guarda, ride e riprende. Io rido guardando Stefano, poi vengo colpita da qualcosa alla testa: Il costume di Elisa! La mia amica è completamente nuda, con il suo ragazzo che la tocca da dietro e noi due a 3 metri!

Dice qualcosa a Simone, ridono per un attimo, poi viene vicino a noi.

  • Allora, dato che sei timida e gelosa del tuo ragazzo, non può guardare nessuno dei due. Allora Stefano si mette il mio costume sugli occhi e tu… ti copri con questi!

E dicendo così prende dai suoi piedi il costume di Simone, mettendomelo in faccia e ridendo.

  • Naturalmente potete anche guardare. O imitarci. Però in ogni caso, dovete avere il nostro abbigliamento!

 

Stefano è allibito. No, meglio, è terrorizzato dal doversi spogliare e mostrare il nostro segreto. Io naturalmente non lo spingo a farlo, dipende solo da lui. Elisa ride, torna da Simone e si rimette in posizione. Adesso sono convinta che, essendo liberi, non sia più una mano, quella che sollazza la fighetta della mia amica e i movimenti che fanno confermano questa idea. Sono molto lenti, ma forse è perché intanto guardano verso di noi.

  • Amore – mi sussurra Stefano – io non mi spoglio. Però se vuoi, fai pure.

  • Cosa ti sta dicendo? – grida Elisa, ridendo ancora – Che non hai il coraggio?

  • Ti faccio vedere io adesso! – ribatto dopo aver ottenuto l’approvazione di Stefano

Sfilo velocemente il costume a perizoma e lo lancio, colpendo in pieno viso Elisa e andando verso di lei. Quando riapre gli occhi, sorpresa, sono ormai addosso a lei e la tolgo dal cazzo di Simone, tirandola verso il centro della piscina. Ridiamo come due stupide, come prima, mentre in una finta guerra, cerchiamo di affogarci a vicenda, allungando anche un po’ le mani…

Un po’ stanche entrambe, ad un certo punto ci fermiamo, abbracciate, a riprendere fiato e qui si avvicina Simone, alle sue spalle. Si appoggia a lei, che con una mano va dietro la schiena, credo per farsi penetrare nuovamente. Poi Elisa mi bacia, un po’ a sorpresa, e mi tocca le tette. Quando ci stacchiamo mi sorride. Simone inizia a muoversi dentro di lei, che apprezza e chiama anche Stefano, ad avvicinarsi a noi. Lui rifiuta e io gli vado vicino

  • Amore, lo so cos’hai, non preoccuparti che anche io sono imbarazzata, sono stata colta di sorpresa da lei

  • Tranquilla, non è per te. E’ solo che non ce la faccio proprio più, se mi avvicino mentre vi toccate, non so cosa succede! Tu vai pure, però!

  • Io? Senza di te? Non fare lo stupido, non ti lascio da solo.

 

Lui però insiste un po’ e io mi riavvicino a Elisa, ormai in balia di Simone, che da’ delle spinte abbastanza visibili. Lei torna a baciarmi e toccarmi le tette e io questa volta ricambio. Poi si stacca leggermente da me, va con una mano tra le sue gambe fermando Simone e fa’ delle strane espressioni, come di leggero dolore. Dopo un attimo bacia lui che riprende a muoversi, prende le mani di Simone e le appoggia sulle mie tette, le mie le mette una su una sua tetta e una in mezzo alle gambe, riprendendo a baciare me. Stavolta è una sensazione diversa, anche perché le nostre lingue si intrecciano, delle mani decise mi stringono i seni giocando anche con i capezzoli; poi delle altre mani, femminili, vanno tra le mie gambe… In più, io sto penetrando con le dita Elisa toccandole anche le tette! Sì, penetrandola, perché quelle smorfie di dolore di prima significavano che aveva solo fatto cambiare buco a Simone, mettendoselo nel culo.

Credo che all’unisono, io ed Elisa veniamo almeno due o tre volte, quasi senza cambiare posizione, prima che Simone dica che sta per venire.

  • Dove vuoi venire? Fai pure anche dentro, che per me non c’è problema.

  • Io verrei qui! – dice mentre porta anche le mani di Elisa al mio seno, ormai bene comune

 

Lancio un’occhiata a Stefano, quasi di fianco a noi, che ha visto e sentito tutto dal bordo della piscina e mi fa segno che a lui va bene. Di corsa, andiamo verso la scala in mattoni, dove l’acqua è bassa. Io mi sdraio, fuori dall’acqua dalla pancia in su, Elisa fa stringere le mie tette a Simone e intanto lo succhia e lo sega. In questi attimi, posso notare due cose: la prima è che la mia amica è brava anche con la bocca, capisco bene che lui venga spesso quando gli fa dei pompini. La seconda è il cazzo di Simone: Stefano è 21 cm, misurati anche da me, lui mi sembra leggermente più corto, ma sarà comunque attorno ai 18, largo in proporzione (poco meno di Stefano, quindi). Bello, leggermente curvato, quasi tutto depilato. E poco dopo, posso dire che è anche produttivo: appena alza la testa, lasciandosi andare ad un verso di godimento, Elisa punta il suo arnese verso le mie tette, tenute schiacciate dalle mani di Simone. Tre, quattro… cinque, anzi sei! Sei schizzi densi e robusti mi colpiscono, riempiendomi; intuisco che non scherzava, Elisa, quando parlava della notte passata. Si baciano, mentre lui lascia andare il mio seno, delicatamente, quasi dispiacendosi di quello che fa’.

 

  • Sì, fate pure, lasciatemi così! – scherzo io.

  • Tranquilla, mi dice Elisa, adesso ti aiuto io!

Così, si abbassa a leccarmi le tette, ripulendole, dandomi anche un certo, ulteriore, piacere; anche con le mani che vanno a giocare tra le mie gambe, di nuovo. Ogni tanto mi bacia, mi passa anche qualche goccia di sperma, ma il sapore non è il massimo, preferisco quello del mio ragazzo. Quando sta per finire, velocizza il movimento della mano tra le gambe facendomi salire di giri, mi apre la bocca con l’altra mano e mentre vengo lascia cadere dentro tutto quanto appena leccato. Io non ingoio ma la tiro a me, baciandola e restituendole quello che mi ha appena dato. Ce lo scambiamo a lungo, anche cambiando posizione, fino a quando, a gambe larghe sopra di lei, glielo faccio ingoiare. Lei esegue e da’ un’ultima leccata ai miei capezzoli, che pendono sopra di lei.

 

Ci ricomponiamo un po’, stanchi dal pomeriggio; per rispetto di Stefano e di tutto quello che ha passato rifiuto anche l’invito a cena che ci fanno, adducendo impegni presi in precedenza. Mi rivesto con il mio costume ormai asciutto, la maglietta, la gonna e le zeppe di ieri; Stefano mette i pantaloncini prestati la notte prima. Simone mi saluta con un bacio sulla guancia e mi sfiora le tette, non nascondendo una nuova erezione; Elisa saluta entrambi con un bacio sulla bocca, facendomi toccare le sue tette ancora nude, poi ce ne andiamo.

Durante il viaggio, la mano destra di Stefano mi apre le gambe e va’ ad infilarsi sotto il costume, facendomi eccitare un’altra volta.

  • A quanto pare non ti sei asciugata bene, senti qui com’è bagnato!

  • Merito tuo, amore! Mi dispiace che non ti ho fatto divertire tanto. Rimediamo stasera?

  • Mi sembra il minimo! Comunque è stata un’esperienza strana, bella ma deve restare unica, ti ho detto io di andare con loro ma mi davano fastidio le mani di Simone sulle tue tette. Però ti avrei fermata solo se ti avesse chiesto di scopare o di fargli un pompino…

  • Se mi avesse chiesto una sega? – chiedo ansimando, vista la sua penetrazione

  • Forse anche lì, tu devi essere solo mia, se no elimino la gabbia in qualche modo.

  • Ti amo – concludo, godendo sul sedile.

 

Dopo una doccia, una dormitina e la cena, mi preparo per andare da Stefano. Indosso dei jeans e una maglietta a mezze maniche. Sotto a questi, però, un vestitino nero che mi ha regalato proprio Stefano non molto tempo fa: una sorta di gonna stretta e corta (metà coscia), con due fasce verticali a coprire il seno che passano dietro il collo. Lo faccio, ovviamente, per non avere troppe lamentele dai miei genitori, dato che ci abbino solo dei sandali neri con un piccolo plateau e 16 cm di tacco; infatti il vestito si porta senza reggiseno e le mutandine… le dimentico! Salgo da Stefano, al piano di sopra, lo trovo da solo, con addosso dei pantaloncini e una maglietta, come previsto.

  • Ciao amore! Sei bellissima!

  • Grazie, ma non sono ancora pronta… vado un attimo in camera tua e poi arrivo in salotto. Aspettami lì, se vuoi anche nudo – gli dico, maliziosa.

 

Quando entro in salotto lo trovo nudo davvero, sul divano, con solo la gabbietta addosso, la sua espressione quando mi vede è di felicità (prima volta che metto quel vestito, che a lui piace molto), eccitazione (si vede bene la mia quarta che sta su da sola) e dolore (conseguenza diretta dell’eccitazione). Mi metto di fronte a lui, in piedi, con le gambe un po’ larghe, una posizione un po’ autoritaria

  • Adesso ti chiedo un’ultima cosa, se mi rispondi come voglio ti libero, altrimenti… chissà!

  • Come chissà? Facciamo quello che vuoi, dai!

  • Ti libero ad una sola condizione: stasera non puoi toccartelo se non te lo dico io! Capito?

  • Come non posso? E come faccio?

  • Qualsiasi cosa devi fare lo chiedi a me. Anche se è per andare in bagno, andiamo insieme e te lo tengo io.

  • Non so se ci riesco. Mi chiedi tanto questa volta!

  • Pensaci su, non devi dirmelo subito. Intanto io cerco di convincerti – aggiungo mentre alzo una gamba, poggiando il piede calzato dai sandali proprio davanti al suo amichetto.

La sua faccia cambia spesso espressione, a seconda che prevalga il piacere di vedermi le gambe e il piede, oppure l’eccitazione che viene prontamente repressa dalla gabbia. Io intanto il piede inizio a muoverlo e, spesso, con le dita libere vado a sfiorargli i testicoli che sento gonfi, più del solito… deve avere una bella riserva pronta! Il movimento dei miei piedi se lo gode tutto, nonostante il dolore, ma quando il piede lo alzo ancora, poggiando il sandalo sul suo petto e facendogli vedere che sotto la gonna non c’è niente, non resiste:

  • Chiara, tutto quello che vuoi. Non ce la faccio più, ti prego, liberami e fammi venire!

  • Bene! Alzati in piedi, amore.

Inizio a baciarlo e accarezzargli le spalle e il petto, poi mi piego solo con la schiena per baciargli i pettorali e gli addominali. Lui soffre, ma voglio portarlo vicino al limite massimo: mentre lo bacio sul torace gli prendo le mani e le metto sulle tette, facendogliele godere un po’, dopodiché mi rialzo, con i tacchi sono anche più alta di lui, e tra le tette gli faccio mettere la faccia. Lui inizia a leccarle e baciarle con foga, dimostrando tutta la sua voglia; le scopro e mi faccio leccare anche i capezzoli: mentre uno lo soddisfa con la bocca, l’altro viene martoriato piacevolmente dalle sue mani. Una cosa fantastica! Continua a farmi scaldare, quindi gli faccio mettere una mano sotto la gonna per potermi godere appieno il tutto, poco prima che mi spinga all’indietro, sul divano, allargandomi le gambe e prendendo a leccare la mia patatina depilata completamente. Non ci metto molto, è davvero bravissimo a farlo, un primo orgasmo mi prende dopo pochi minuti di trattamento.

Non accenna a smettere, nonostante si sia accorto benissimo di cosa sia successo. Io sono molto indecisa, mi piace davvero tantissimo quello che fa e vorrei farlo continuare fino a quando mi lascia senza forze, ma questa dovrebbe essere la sua serata.

  • Fermati, amore – gli dico a malincuore

  • Cosa c’è? Non ti piace?

  • Lo sai quanto mi piace… però sta a te decidere se continuare anche tutta sera, oppure…

  • Sono indeciso. Però scelgo oppure!

 

Una risatina mia, poi lo porto in bagno. Acqua del bidè fredda, lo sciacquiamo ben bene e torniamo in salotto. Ricominciamo a baciarci in piedi, poi, come prima, scendo con la bocca, sul petto e sulla pancia. Arrivata qui, lo guardo, gli porto le mani sulle mie tette e con la chiave appesa alla collana, vado ad aprire il lucchetto della gabbia. Ci vogliono pochi secondi, il tempo di togliere i perni che la tengono insieme e il suo cazzo può finalmente, dopo giorni, riprendere a gonfiarsi. Il suo sospiro evidenzia il senso di liberazione che prova. Ci guardiamo, sempre nella posizione “io piegata, mani sulle tette”, ci sorridiamo, poi glielo prendo in mano sempre guardandolo, per capire le sue sensazioni. Per la prima volta da quando lo conosco, la sua resistenza è praticamente nulla: già al contatto con la mano aveva avuto una reazione quasi esagerata, dopo qualche colpo, invece, scoppia subito in un orgasmo che coglie di sorpresa entrambi, principalmente me, che me ne accorgo solo per la sensazione di caldo che sento sulle tette. Lo guardo, un po’ stupita, di solito dura almeno una buona mezz’ora.

  • Scusami. E’ la prima volta che vengo così presto. Non pensavo che fosse così sensibile!

  • Non c’è problema, sono solo stupita. Anche perché vedo che è ancora bello dritto, adesso mi diverto un po’ anche io!

 

In effetti, non ha perso per niente la sua consistenza, allora mi tolgo il vestito per evitare di sporcarlo e, nuda con solo le scarpe, mi inginocchio davanti a lui. Il lavoro di bocca che gli riservo è attento, profondo, delicato ed intenso insieme, molto appassionato. Capisco quanto gli piace e, visto che è più sensibile, devo stare anche attenta a non esagerare subito. Non lo tocco con le mani, uso solo la lingua quando si tratta di passare sull’asta o sui testicoli oppure la bocca, prendendo quasi solo la punta. Solo quando decido di farlo venire di nuovo, 5 minuti dopo l’inizio, mi faccio più intraprendente, andando a prenderlo anche tutto, fino in gola. Lui cerca di resistere il più possibile, ma al limite massimo lo faccio uscire e soffio leggera sul glande, come a raffreddarlo. A lui piace in maniera inverosimile e raggiunge un nuovo orgasmo, ancora una volta sorprendendomi un po’, non solo per i tempi ma perché sono state due eiaculazioni molto abbondanti. Questa mi coglie soprattutto in faccia, dato che non ho molto tempo per spostarmi, un po’ la prendo in bocca, ingoiandola, mentre altra ancora mi cade sulle tette, raggiungendo quella di prima.

  • Vedo che ti è piaciuto, amore!

  • Sei fantastica, certo che mi è piaciuto.

  • Adesso c’è un problema, mi hai accecata prendendomi negli occhi. Non vorrai lasciarmi così, vero?

Mi alza di peso, senza darmi risposta, mi sdraia sul divano e con le dita, leggero, mi toglie quello che ho sugli occhi, portandolo alla mia bocca che prontamente accoglie. Mi bacia leggero, poi lecca dalla mia faccia tutto quello che trova, prima di scendere al collo e verso le tette; raccoglie tutto e ogni tanto lo fa scivolare nella mia bocca. Sulle tette si impegna particolarmente, permettendomi di apprezzare per l’ennesima volta le sue capacità di eccitarmi, fino a quando non lo fermo e lo tiro verso la mia bocca; ci scambiamo un bacio appassionato e “bagnato”, in quanto tutto quello che mi ha versato in bocca non l’avevo ancora ingoiato.

Durante questo bacio, gli faccio cambiare posizione, mettendolo sdraiato e salendogli sopra. Mentre ancora giochiamo con lo sperma tra le lingue, le sue mani trovano il loro posto abituale, sui miei seni, mentre io vado a constatare che si può giocare ancora, infatti il suo pene è ancora duro. Appena è tutto nelle mia bocca, mi alzo leggermente, ingoio guardandolo negli occhi e, quando faccio un sospiro prendendo fiato, contemporaneamente “cado” sul suo arnese, prendendolo di colpo fino in fondo nella mia patatina bagnatissima. Da qui inizio un movimento lento, godendomi la posizione e la sensazione di pieno. Accelero solo dopo qualche minuto, quando sento arrivare il mio, di orgasmo. Godo tenendolo tutto dentro, muovendo il bacino per sentirlo strofinarsi dentro di me, mentre mi lascio quasi di peso, sorretta dalle sue mani che non lasciano le mie tette.

Ricomincio a muovermi dopo l’orgasmo, lubrificata da tutta la voglia che anche io ho dovuto reprimere in questi giorni; fortunatamente i suoi due orgasmi lo hanno riportato ai suoi livelli di resistenza abituali, posso stare in questa posizione un buon quarto d’ora, prima che lui decida di cambiare per continuare a penetrarmi. Mi mette alla pecorina sul divano e si inginocchia per riprendere a leccarmi, sicuramente perché non vuole venire una terza volta così presto. Mentre mi lecca, e io ancora una volta non sono lontana da un nuovo orgasmo, stringo i miei piedi, scoprendo che riesco a prendere precisamente, quasi tra le punte, il suo pene, turgidissimo. Ha subito uno scatto, credo proprio di eccitazione, quando lo tocco, mentre i movimenti che faccio, quella lenta sega fatta con le scarpe, lo portano di nuovo al limite. Me ne accorgo soprattutto perché smette di leccarmi, ma ansima, appoggiato a me.

Mi allarga i piedi, si alza e di colpo me lo mette dentro tutto fino in fondo, pompando subito il più velocemente possibile. Mi coglie un po’ di sorpresa, ma non posso certo dire che mi dia fastidio, è super eccitante! Peccato solo che è talmente eccitato che dura solo uno o due minuti, poi con un ultimo colpo secco si svuota dentro di me. Il calore che sento, ancora una volta incredibilmente abbondante, porta anche me a raggiungere il mio ennesimo orgasmo della serata.

 

Mentre lui si mette un attimo sul divano a riprendersi, vado in bagno e mi svuoto, approfittandone anche per darmi una rinfrescata. Quando torno è nella stessa posizione di prima e mi guarda sorridendo. Visibilmente soddisfatto, un’ultima piccola goccia di sperma è sulla punta del suo attrezzo finalmente a riposo. Sorridendogli, mi piego in avanti e la lecco, provocando una certa reazione… di conseguenza continuo, dato che sarà l’ultimo piacere che avrà per un po’, infatti la mia idea è quella di rimetterlo in gabbia a fine serata. Sarà l’eccitazione, sarà che sono brava anche io con la bocca, sta di fatto che è di nuovo duro, ai miei ordini. Lo succhio per un po’, prima di mettermi a 69, facendomi leccare:

  • Ti lascio scegliere, amore: bagna per bene il tuo prossimo obbiettivo!

 

Gioco un po’ con la bocca, con le mani e anche con le tette sul suo cazzo, mentre ad essere bagnato, perlopiù, è il mio buchino posteriore. Quando mi sento sufficientemente umida e sicura di aver insalivato bene il palo di Stefano, mi giro, con le gambe larghe su di lui e guardandolo in faccia. Faccio entrare appena appena la punta, non più di mezzo centimetro e porto le sue mani al loro posto preferito, naturalmente le mie tette. Un ultimo “Ti amo” che gli sussurro avvicinandomi appena a lui da’ inizio alla parte, credo, finale della nostra serata. Lo faccio entrare abbastanza lentamente ma senza soste, fino a quando non sono seduta sul suo pube; mi muovo un po’ tenendolo dentro, sia avanti e indietro, sia ruotando un po’. I peli del suo pube, per quanto corti, riescono a stimolare patatina e clitoride; se mai ce ne fosse bisogno. Quando sorride e capisco che sta bene, mi muovo anche in su, lasciando uscire un pezzo di cazzo per poi riprenderlo tutto, ancora abbastanza lentamente. Il ritmo arriva dopo qualche minuto, quando l’effetto della penetrazione, le sue mani sul seno e la sua espressione di apprezzamento mi portano a desiderarlo sempre più. Poco per volta inizio proprio a cavalcarlo, sempre più prendendo una velocità che mi permetta di lasciarlo uscire quasi tutto prima di ricaderci sopra, anche di colpo. Ogni volta che entra tutto è una scarica, che mi prende al cervello, che mi spinge a desiderarne sempre più. Solo quando, devo dire sfortunatamente, sbaglio il tempo e lo faccio uscire ci fermiamo. Mi fa alzare:

  • Piegati in avanti amore, o anche sul divano. Voglio scopati il culo da dietro

Mi metto a 90, appoggiata al divano e lo guardo, quando lo sta prendendo in mano per puntarmelo però lo fermo

  • Ehi, ricordati il patto, non puoi toccartelo!

  • E come faccio? Non è così semplice “prendere la mira”!

  • Non preoccuparti, al massimo… mi inculo io! – concludo ridacchiando

Come ha detto, non gli riesce così semplice metterlo dentro, allora si sfrega tra le mie chiappe, facendolo scorrere sul buchino. Io lo assecondo, cercando di stringerle, in modo da fare una sorta di spagnola con il culo (non so se ha termini “tecnici” questa cosa), ma dura poco, perché voglio sentirlo ancora dentro.

Lo prendo in mano, da dietro, guardando lui in faccia lo punto e lo faccio entrare quanto basta. Poi tolgo la mano e gli lascio fare. Ci mette poco a riprendere quel bel ritmo che avevamo prima e che tanto piace a entrambi. Quando faccio un verso strano, si ferma preoccupato:

  • Ti ho fatto male, amore?

  • Male? Mi stai facendo godere! Continua! Sì, amore, forte così! Sfondami! Sì! Sì! Sì! Lo voglio sentire tutto, così! Ti amo! Ahhhahh!

Mi lascio andare ad un nuovo orgasmo, dato completamente dalla sua penetrazione anche un po’ violenta nel mio culo. Di solito, almeno una mano a toccarmi davanti la usavo, questa volta è stato diverso, forse è anche la sensazione di essere completamente sua fino alla fine.

Quando guardo l’ora, mi accorgo che è da almeno 40 minuti che il mio culetto viene usato, i miei orgasmi sono aumentati ancora (credo siano almeno 5 o 6 stasera) e anche la sua resistenza ormai è a dura prova. Lo incito ulteriormente a sfondarmi e mentre mi vede strizzarmi le tette, da’ gli ultimi colpi secchi grazie ai quali, ancora una volta, viene dentro di me tenendosi ben piantato fino in fondo e inondandomi l’intestino.

Esausto, si ferma e si siede, trascinandomi, sul divano. Rimaniamo così, con lui seduto e poi sdraiato e io sopra, con il culo ancora pieno di lui, naturalmente un po’ più moscio di prima, schiena contro petto.

  • Grazie amore – mi dice – ne avevo proprio bisogno!

  • Grazie a te, mi hai fatto godere un sacco anche questa volta!

  • Sai com’è, quando uno ha tanta voglia…

 

Scherziamo per un po’, poi lo faccio sfilare e vado in bagno a svuotarmi ancora. Torno, prendo il suo pisello come guinzaglio e me lo porto in bagno. Sul bidè, glielo pulisco amorevolmente, questa volta senza grandi reazioni, poi lo riporto in salotto, lo bacio e riprendo la cockcage.

  • Dobbiamo proprio? Hai visto che faccio il bravo…

  • Bé, voglio fare un po’ di prove. Prima o poi smetterò di mettertela. Se fai il bravo!

  • Allora non mi preoccupo – ribatte sorridendo

Appena chiusa lo trascino a fare la doccia, che non immaginava avrei fatto da lui. Il lavaggio e l’asciugatura che ognuno fa all’altro ricominciano a dargli dei fastidi, ma non importa, non cedo, sono troppo soddisfatta della serata.

  • Ho già voglia… mi riapri?

  • Non se ne parla! Non stasera! Ci siamo divertiti a sufficienza.

  • Divertiti sì, naturalmente… sei sicura che sia a sufficienza?

  • Non ci provare, amore! Guarda che allungo i tempi di permanenza in gabbia!

  • No, no… basta solo che non mi provochi troppo!

  • Io provocare? Ma va… piuttosto, che ne dici se passo la notte qui? Sono senza vestiti, ma credo che anche a dormire nudi non rischio di essere violentata!

  • Resta pure, stronza! Fammi dormire abbracciato alla mia ragazza nuda, poi dimmi che non stai provocando… Ti amo!

  • Ti amo anche io!

 

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