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Racconti di Dominazione

Storia di una ragazza qualunque – 8° capitolo – La vendetta di mamma

By 22 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Il giorno successivo rivelai a mia madre tutto quello che sapevo su mio padre non riuscendo, a tratti, a trattenere le lacrime. Lei non volle guardare il video girato in casa di Teresa, dicendo che vederlo sarebbe stato troppo, ma soprattutto non mi chiese il perché fossi rimasta in silenzio fino ad allora.
Forse già sapeva quanto mi costasse parlarle quel giorno, in fondo un padre &egrave sempre visto come un esempio, e distruggerlo non &egrave certo facile per nessuno.
Rimase quindi in silenzio schiumando però rabbia, sino quando non esplose in tutta la sua collera.
“Io quel bastardo lo caccio di casa a calci nelle palle !” urlò non riuscendo più a trattenersi.
“Mamma non dire così, ti prego.”
“E cosa dovrei fare. Fingere di non sapere sino a che punto si &egrave spinto quel frocio che ho sposato ?”
“Non dico questo, ma ci sono modi più raffinati per vendicarsi, se il sesso &egrave il suo punto debole, quindi perché non sfruttarlo.” le suggerii.
“Ah si e come ?”
La portai in camera mia dove, dopo essermi connessa ad internet, le feci vedere alcuni siti inerenti il sado-masochismo, e un paio di sexy-shop on-line dove c’era tutta l’oggettistica necessaria per mettere in pratica la ‘teoria’.
Dovetti trattenere mamma che voleva comprare quasi tutto ciò che le passava davanti agli occhi, dicendo ogni volta a voce alta, come l’avrebbe usato su di lui.
Alla fine acquistò una decina d’oggetti che ritenne essere quelli quantomeno basilari per quella che ormai era diventata la nostra vendetta, e non più solamente la sua.
Passarono una decina di giorni prima dell’arrivo del pacco, durante i quali mamma non fece nulla di particolare, se non uscire una sera con un uomo che, come mi raccontò poi lei, la scopò tutta la notte, per riportarla a casa ancora piena del suo seme, che mio padre leccò come d’abitudine.
Aspettano il giorno seguente per mettere in atto la nostra vendetta, visto che l’avevo libero, quindi aspettammo il suo ritorno a casa, lei con una lingerie di pelle nera, mentre io indossavo un abito da collegiale ben poco casta.
Come lui entrò in casa fu ovviamente colpito dal nostro abbigliamento, ma non ebbe neanche il tempo di parlare, che subito mamma lo mise davanti alla nuova situazione che si era creata.
“Stammi a sentire pezzo di merda che non sei altro, ho visto che fare il cornuto non ti basta più, non solo continui a farti fare il culo dalle trans, ma anche dalle donne. Se vuoi posso anche farti vedere un bel video in cui t’inculano in due, ma posso fare anche di meglio, mandarlo al tuo direttore, che essendo un bel pezzo di bigotto, ti licenzierà in meno d’un minuto. Quindi d’ora in avanti farai tutto quello che diciamo noi, che ti piaccia o meno e, per iniziare, ti voglio nudo ai miei piedi.”
“Amore posso spiegarti …” provò a difendersi lui.
“Amore un cazzo !” rispose mamma dandogli un sonoro ceffone in viso “Ho detto nudo e in ginocchio !”
Mio padre non poté che obbedire e spogliarsi davanti a noi.
“Non trovi che per essere un frocio sia troppo peloso ?” mi chiese mamma con tono fin troppo ironico.
“In effetti hai ragione, tutto quel pelo sa fin troppo di maschio. Ma si può sempre rimediare con una bella depilazione integrale.” le risposi ben sapendo che aveva comprato strisce depilatorie sufficienti a toglierli ogni pelo a depilare un orso.
“Ma voi siete matte !” obbiettò mio padre iniziando a capire dove l’avremmo portato.
“Non hai proprio capito un cazzo !” gli dissi tirandogli un calcio in piena pancia che lo piegò in due “Tu non hai nessun potere d’opporti, se voglio mandarti a battere, ti vesti da troia prendi i cazzi e porti i soldi a casa chiaro !”
“Si si…” mormorò ormai sconfitto.
“Bene allora vai sul tavolo che ti togliamo tutta questa inutile villosità.” gli ordinò mamma strizzandomi l’occhio.
Depilarlo completamente non fu facile, e per lui certamente molto doloroso, visto che le strisce non fecero del tutto il loro lavoro. Così finimmo l’opera con schiuma e lametta, costringendolo infine a cospargersi con abbondante dopobarba per farlo soffrire ancor di più.
Una volta glabro gli fu ordinato d’indossare calze a rete, perizoma e un reggiseno imbottito, per sembrare del tutto un volgare travestito, quindi l’ammanettai dietro la schiena.
“Piegati sul tavolo che iniziamo con le sorprese.” gli dissi sprezzante.
Mamma non perse tempo e gli infilò, senza alcuna delicatezza, un plug nel buchetto, facendolo gemere per il dolore, per poi mettergli un collare.
“E quello cos’&egrave ?” chiese terrorizzato vedendo mamma con due pezzi di plastica in mano.
“Questa &egrave una normale cintura di castità per uomo, così mi dovrai chiedere il permesso anche per farti una sega.” rispose lei ridendogli in faccia e sistemando i due gusci sul suo pene “Inoltre se proverai di nuovo a farti fare il culo da qualcuna, questa capirà subito che sei solo uno schiavo del cazzo, ma stai tranquillo che con me avrai spesso il culo pieno, ah ah ha.”
“E questi sono solo per farti capire cosa intende mamma.” gli dissi mostrandogli i due strap-on comprati da lei, due vere bestie da trenta centimetri.
Lui impallidì, rimanendo in silenzio mentre noi due ci spogliavamo per poi indossare le protesi aiutandoci a vicenda.
“Cosa c’&egrave frocio, non parli?” gli disse mamma ricca di disprezzo nei suoi confronti “Oppure ti piace tanto il cazzo che sei senza parole? Ora però non rompere, vai sul letto e mettiti nell’unica posizione in cui puoi stare una troia come te, cio&egrave a pecora.”
Mio padre obbedì come un automa, sistemandosi carponi al centro del letto.
“Dai non fare il timido e vieni qui a succhiarmi la mazza.” disse allora mia madre indicandogli lo strap-on.
“Non ci riesco, ho le mani legate.” rispose timidamente lui.
Per non dargli alcuna scusa per sottrarsi al suo dovere, lo liberai dalle manette, per poi dargli anche un paio di pacche sul sedere per incoraggiarlo.
“Muoviti, voglio proprio vederti mentre fai un pompino.” gli dissi mettendomi al fianco di mamma.
Riuscì a mettersi in bocca senza alcuna fatica almeno metà di quel grosso fallo che lei teneva fra le gambe, stupendoci entrambe. Mamma però, si riprese subito e non impiegò molto a prendergli la testa fra le mani, ed iniziare così a scoparlo letteralmente in bocca.
“Tu non puoi neanche immaginare quanto t’inculeremo questa sera.” gli disse mentre lui sbavava sempre di più “E questo non sarà che l’inizio, non solo non userai più quell’inutile uccello che hai, se non per pisciare, ma ti farò prendere tanti cazzi da farti competere con una vecchia puttana da camionisti.”
“Pensa quanti ragazzi di colore e ben dotati farai felici.” continuai io “Persone desiderose solo di scaricarsi le palle in un buco caldo, altro che trans di lusso !”
“Direi che &egrave ora d’iniziare a sfondarti, Anna dammi il cambio che non voglio sentirlo urlare troppo.”
“Lisa ti prego fai piano.” implorò lui “Il fallo che hai indossato &egrave davvero grande…”
Per tutta risposta mamma gli fece vedere che passava la mano sullo strap-on per asciugarlo un po’ dalla saliva, quindi si mise dietro di lui e, senza alcuna pietà, tolse il plug e lo sodomizzò brutalmente.
“Prendilo tutto dentro, frocio bastardo !” urlò mamma “Hai ancora il buco stretto, ma stai tranquillo che fra un mesetto dovrai sforzarti per non cagarti addosso !”
Lo vidi piangere e stringere in bocca il fallo per il dolore, e per un momento ebbi pena per lui, ma subito dopo ricordai il rapporto a cui dovetti sottostare per colpa sua con quel porco di Martinelli, e la rabbia s’impadronì di me.
“Dai mamma fotti questa checca.” dissi spingendogli tutto lo strap-on in bocca sino quasi a soffocarlo “Ma non romperlo troppo, voglio farmelo anch’io lo stronzo !”
“Stai tranquilla piccola mia.” mi rispose allungando la testa in modo che ci potessimo baciare “Te lo preparando a dovere, in modo che tu possa fare quello che più desideri.”
Continuammo a lungo a fotterlo in bocca e dietro, insultandolo in continuazione, poi mamma mi disse di prendere il suo posto, cosa che feci ben volentieri.
“Appoggia la punta dentro e poi spingi con tutta la forza che hai.” mi disse lei tenendogli le chiappe aperte “vediamo se tu riesci a farlo urlare.”
Feci come m’aveva consigliato lei e, dopo averlo penetrato con la cappella del fallo, feci un bel respiro per poi dare un forte colpo di reni, che fece entrare quasi tutto lo strap-on nel suo culo.
Lui urlò per il gran dolore, ma gli afferrai i capelli per tenerlo stretto a me.
“Fa male pezzo di merda ?” gli dissi sprezzante “Vedi io ho dovuto farmi scopare da uno stronzo come te, uno che si diverte a violentare le donne, e che fra l’altro ha un cazzetto come il tuo, quindi se non altro siamo pari.”
Per darmi un ulteriore carica, casomai ce ne fosse stato bisogno, mamma si mise dietro di me per toccarmi le tette e il sedere, solleticando così il mio buchetto.
“Sfondalo senza pietà piccola mia.” mi disse mamma baciandomi sul collo “Pensa a quanto hai sofferto per causa sua e vendicati, adesso !”
Presi a sodomizzarlo con una forza che non credevo neanch’io d’avere, spinta fisicamente da mia madre, ma spiritualmente dall’astio che avevo nei suoi confronti.
“Ti piace farti fottere da tua figlia, non &egrave vero stronzo !” gli dissi all’apice dell’eccitazione.
“Sii.” sussurrò piano, ma non abbastanza per non farsi sentire.
“Cazzo questo frocio ci ha preso gusto !” urlò mamma “Sarà il caso di non farlo godere troppo !”
Così lo fece girare a pancia all’aria, per poi sedersi con la passera sul suo viso, ordinandogli di leccargliela, mentre io, dopo avergli messo un paio di cuscini sotto il sedere, ripresi a scoparlo.
Non contenta di ciò gli presi in mano i testicoli gonfi come due otri, per schiacciarli piano con le dita, sino a farlo venire.
“Ma ha sborrato !” urlò mamma piena di rabbia e sgomento “Questo &egrave così checca che viene anche solo inculandolo !”
“Credo che meriti una dura punizione, non &egrave vero mamma ?” chiesi sapendo già la risposta.
“Certamente, hai in mente qualcosa per lo stronzo ?”
“Si intanto fallo girare, e tu mani dietro la schiena.”
L’ammanettai per poi farlo sedere per terra, quindi mi sdraiai con mamma sul letto, ed iniziammo a toccarci con sempre più voglia.
“Mamma ti prego scopami, non resisto più tanto sono eccitata.”le dissi infine spostando lo strap-on e mostrandole la passera madida d’umori.
“E non ti piacerebbe anche una bella lingua che ti lecca il culetto ?” mi rispose lei strizzandomi l’occhio.
“Certo ! Tu maiale sdraiati sul letto che almeno servirai a qualcosa” dissi poi rivolta a mio padre.
Come lui si mise sul letto gli misi il culo in faccia, e la sua lingua non mancò nel farsi sentire fra le grinze del mio buchetto. Subito dopo mamma mi prese con molta dolcezza, ma anche con un certo vigore, visto che la mia voglia di scopare era tantissima.
“Oh si mamma quant’&egrave bello il tuo randello !” esclamai in preda al piacere “Fammi godere che non vedo l’ora di ricambiare il favore.”
“Non sai com’&egrave bello scoparti figlia mia ! Ora godi che dopo mi devi scopare fica e culo.”
Il suo assalto alla mia passera si fece sempre più intenso e serrato, sino a farmi venire.
In realtà non vedevo l’ora d’avere l’orgasmo solo per poi potermi fottere mamma davanti a mio padre, cosa che feci non appena lei si sfilò lo strap-on, per mettersi poi a cavalcioni sul suo viso.
La sua passera era così bagnata, che il mio fallo entrò completamente quasi senza bisogno di spingercelo dentro, e col piacere arrivarono anche le frasi sconce e ingiuriose.
“Si fottimi, tu almeno ne sei capace, non come questo frocio che ho sposato ! Quando vedi che sto per venire mettimelo nel culo, così godo di più e tu uomo senza palle, leccamela bene altrimenti ti mando a battere sotto i viali.”
“Stai tranquilla mamma che ci penso io a farti godere ! Hai proprio ragione questo mezz’uomo &egrave solo buono a prenderlo nel culo, ma non ti preoccupare, dopo lo sfondiamo di nuovo come merita un porco come lui.”
La montai come voleva lei, con forza e sodomizzandola poco prima che avesse l’orgasmo, che spruzzò in faccia a mio padre prima di sputargli in bocca in segno di disprezzo.
“Ora mettiti col culo per aria finocchio, che voglio finire l’opera !” disse mamma con tono imperioso.
A lui non restò che obbedire, e mentre io prendevo i due falli appena comprati, uno realistico e molto grosso, l’altro composto da una serie di palline, entrambi muniti di comodi manici, mamma gli ungeva un po’ il buchetto per poterlo sodomizzare con ancora più forza di prima.
In effetti quella che seguì sembrava più una gara di cattiveria che altro, a turno gli infilavamo i falli nel sedere con tutta la forza che avevamo in corpo, sino a quando non squillò il cellulare di mamma.
“Si … a sei tu Mario, no non disturbi, sono qui con un’amica che stiamo scopando il finocchio … si quello che almeno all’apparenza &egrave mio marito.” disse mentre io mi facevo dare il suo fallo per infilarlo insieme al mio nel culo del frocio “Dovresti vedere com’&egrave bello in questo momento … si, ha due cazzi finti nel culo e geme come una troia. Come ? Hai un amico a cui piacciono i finocchi ? Ma certo che puoi portarlo, anzi devi, così mentre mi godo il tuo bel cazzone lui si fa questa schifezza d’uomo. Sai adesso ha un culo che sembra chiamare il cazzo, lo abbiamo anche depilato e domani te lo faccio trovare in mutandine e calze a rete ! Va bene ci vediamo domani sera, ma mi raccomando vieni bello carico ! Ciao un bacio anche a te.”
Appena finita la telefonata, mamma indossò nuovamente lo strap-on per poi sfilare un fallo, lasciandone però l’altro dentro, e inculare violentemente il consorte.
“Hai sentito amorino ? Domani sera avrai il piacere di far godere un uomo, mentre io mi faccio Mario, che come sai ha un gran cazzo.” gli disse cavalcandolo come una furia “Pensa farai pompini a non finire mentre lo prenderai nel culo come piace a te, vero porco che non sei altro ?”
“Si farò tutto quello che vuoi, ma ti prego liberami l’uccello mi sta esplodendo !” rispose lui la cui sofferenza era più che ben visibile.
“Non ancora.” risposi io “Prima c’&egrave un’ultima cosetta che ti voglio fare.”
Mamma, chiaramente incuriosita, si tolse da sopra di lui, così potei sfilare il fallo che aveva ancora nel culo e, dopo essermi unta per ben la mano, iniziai a farla entrare in quella che ormai era una voragine.
Le prima quattro dita entrarono quasi senza alcuna difficoltà, tanto era ormai slabbrato l’ano, ma per fare entrare anche il pollice dovetti sforzare non poco, riuscendoci solo dopo un po’ facendolo urlare per il dolore.
“Questo &egrave per quello che mi hai fatto passare stronzo !” gli inveii contro quando l’ebbi fistato del tutto ‘Così impari ad andare con le puttane cazzute !’
Chiusi il pugno facendogli uscire dalla bocca l’ennesimo gemito di sofferenza, poi lo scopai sino a quando non fui sfinita, ma felice della mia vendetta.
‘Ora ci vuole un gran finale !’ disse mamma sfregandosi le mani ‘Ho visto che ti piace farti pisciare addosso, quindi fila nella vasca che ti facciamo il bagnetto, ah ah.’
Con lo sguardo basso, e un ano aperto come un tunnel, quello che era l’uomo di casa andò in bagno per sdraiarsi nella vasca. Subito dopo arrivammo noi due, io mi misi sopra la sua faccia, e mamma sopra il suo pene. Stimolandoci non ci volle molto perché urinassimo entrambe, facendogli un’autentica doccia di pioggia dorata, che lui bevve in parte. Alla fine fu liberato della cintura di castità per permettergli di masturbarsi davanti ai nostri insulti, mai così pesanti.
‘Vedi di godertela sino in fondo questa sega.’ gli ringhiò contro mamma ‘Perché la prossima te la tirerai se va bene fra un mese, sempre che per allora ti tiri ancora il cazzo, frocio !’
Lui venne schizzando in maniera più che abbondante, ma il suo piacere durò ben poco, visto che lo costrinsi a pulire la vasca del suo seme, che nel frattempo si era unito all’urina di mamma.
Gli permettemmo però di farsi una doccia per togliersi di dosso tutto lo schifo che lo ricopriva, soprattutto perché non volevamo che sporcasse in casa, per togliere ogni dubbio sul fatto che lui non contava nulla, quindi gli rimisi la cintura di castità, spedendolo poi a dormire sul divano.
‘Domani sistemerai la stanzetta che adesso fa da ripostiglio, in modo che tu ci possa dormire.’ gli disse mamma ‘D’ora in poi nel mio letto dormirà solamente chi saprà farmi godere, sono stata chiara ?’
‘Si si.’ rispose lui allontanandosi umiliato come non gli era mai successo.
Tornammo in camera dove continuammo a fare l’amore per ore, distraendoci solo con battute su come l’avevamo sottomesso, e facendo progetti su serate dello stesso genere, magari con bull bisex che lo usassero come puttana.
Quando Morfeo ci prese fra le sue braccia eravamo distrutte, ma contente di aver messo la parola fine alle pretese di mio padre in campo sessuale, ed infatti dal mattino seguente trovammo uno schiavetto pronto solo ad ubbidire ad ogni capriccio di mamma, la quale iniziò ad approfittarsene la sera stessa, quando mantenendo fede alla sua parola, Mario portò un suo amico, un vero sadico verso i gay, che lo sodomizzò con tale forza, da metterlo KO per alcuni giorni.

Continua

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