Lei è Federica,una ragazza come tante,ma dotata di una sensualità molto forte,che non viene da lei ricercata o esibita,ma che si manifesta in modo naturale e a lei inconsapevole:è castana chiara,dai capelli lisci,che è solita portare un po’ scalati,di media lunghezza e con un po’ di frangia che le copre parte della fronte,grandi occhi neri che possono trasmettere allo stesso tempo dolcezza e sensuale malizia e che si adagiano su un viso molto carino,acqua e sapone,ma proprio per questo eccitante perché lascia trasparire la sensualità e la malizia che sono dentro di lei e che di tanto in tanto escono,per poi sopirsi. Federica,soprattutto d’estate ama vestirsi con vestitini leggeri,gonne svolazzanti,mai volgari e con canottierine molto sottili,spesso portate senza reggiseno,facilitata dal fatto che ha un seno molto piccolo infatti Fede,come tutti la chiamano,porta una prima,che comunque la rende molto elegante,grazie anche al suo corpo snello e a due gambe slanciate;un ultimo particolare di lei,che colpiva ogni uomo o ragazzo che la osservasse,erano le mani,che avevano dita lunghe e affusolate e con delle unghie lunghe ma non troppo,tenuta di quella forma semicircolare,che le rende molto naturali.Quelle mani attiravano gli uomini,perché sembravano capaci di tutto,di provocare piacere al solo contatto.
Fede,appena laureata,stava svolgendo il tirocinio presso l’ufficio di un commercialista e tutte le mattine si recava nel suo ufficio,abbastanza vicino al centro della sua città,prendendo ogni mattina l’autobus delle otto e trenta per essere al lavoro puntualissima alle nove.Infatti dopo circa venti minuti di viaggio,scesa dal bus,le restavano cinque minuti di camminata sotto un lungo porticato prima di raggiungere l’ufficio.Ma proprio in quei cinque minuti le attendeva ogni giorno la parte più dura;infatti sotto quel portico vi erano alcuni negozi e quasi in fondo,a poche centinaia di metri dall’ufficio,c’era una specie di bar,un pub molto vecchio,che non dava di sicuro la sensazione di pulito,ma che anche al mattino era sempre popolato di uomini,inutile dire non troppo belli,anzi perfetti per quel luogo così misterioso e losco. Così fede,da sempre molto timida,era un po’ intimorita a passare di lì in quanto più di una volta aveva sentito commenti molto audaci su di lei e, passando,spesso si era sentita spogliare da molti occhi,pieni di bramosia e perversione,e questa cosa la metteva un po’ a disagio;per di più il proprietario di quel bar,un uomo alto circa 1,75,con un po’ di pancia dovuta all’alcool,i capelli ricci neri e lunghi,non molto curati e per questo un po’ unti,le incuteva timore e in parte ribrezzo in quanto ogni volta che lo aveva visto indossava i soliti pantaloni scuri un po’ imbrattati,un gilet nero smanicato,che portava sempre sopra una camicia scozzese a maniche corte e con alcuni bottoni slacciati,che lasciavano intravedere la sua peluria.
Quel giorno di giugno ormai inoltrato il termometro aveva già raggiunto i 30 gradi alle otto di mattina,l’afa era insostenibile,così Federica decise di vestirsi in modo molto leggero:appena sveglia,dopo una doccia fredda che aveva stimolato i suoi bei capezzoli rotondi fino a farli diventare grossi e turgidi,si infilò le sue mutandine preferite,quelle fucsia,e sopra indossò una gonnellina di lino,bianca,molto leggera,senza pensare che quel fucsia sotto il bianco si sarebbe potuto facilmente notare e scaldare così gli uomini di quel bar adiacente al suo ufficio. Sopra,non pensò nemmeno a mettere il reggiseno e passò subito ad infilarsi quella canottierina fucsia,che in realtà era coordinata agli slip e proprio perché non nata per essere portata da sola,senza niente sopra,era abbastanza sottile e in controluce poteva rilevare perfettamente sul tessuto l’aureola dei capezzoli;ma lei era ingenua e non pensava troppo a queste cose. Così infilate un paio di ciabattine col tacco,bianche,partì alla volta dell’ufficio e passando per il solito bar non notò confusione,c’era solo il proprietario,che dalla vetrina si vedeva intento pulire il bancone.Arrivata in ufficio c’era un biglietto del suo capo,che avvisava Federica della sua assenza e del lavoro che doveva svolgere in giornata.Non era dispiaciuta da ciò,l’unica cosa che le seccava era di dover andare a pranzo da sola perché lì intorno non c’era nulla e a piedi certo non poteva andare chissà dove,ma tutto ad un tratto si ricordò della calma che regnava nel bar lì vicino,così decise che sarebbe andata lì per uno spuntino veloce,perché oggi non aveva timore,vista la scarsa presenza di persone. All’una circa,una volta terminati i suoi compiti,Fede,chiuse l’ufficio e si diresse dentro quel bar:il proprietario era solo e non poteva credere che quella ragazza immaginata e scrutata mille volte potesse essere nel suo locale. Federica si sedette ad un tavolo e ordinò un sandwich;il proprietario rispose che sarebbe andato a prepararglielo subito in cucina;così fece,ma approfittando dell’esser solo,l’uomo in cucina stava ripensando a quando Fede era entrata nel bar,a quando la luce del sole l’aveva illuminata e aveva permesso a lui di intravedere quelle mutandine fucsia sotto la gonna e quei fantastici capezzoli disegnati sul tessuto della canottierina:non resistette,senti il bisogno di dar sfogo ai suoi desideri si abbassò i calzoni e gli slip e si iniziò a masturbare pensando a ciò che aveva visto’in poco tempo era venuto copiosamente,ma la sua perversione andò oltre,decise di preparare quel sandwich senza lavarsi le mani,che odoravano del suo pene e dello sperma che aveva appena prodotto,e infine decise di utilizzare parte del suo sperma per condire il panino. Così preparato il tutto lo portò alla ragazza.Lei mangiò quel sandwich,sentì un sapore strano,ma imputò il tutto alla scarsa qualità di quel bar e degli ingredienti utilizzati,invece solo il barista sapeva il vero motivo.Mentre lei mangiava il barista comunque si rivelò un tipo simpatico,faceva battute con lei,parlava del più e del meno,le faceva complimento sul suo aspetto e a volte si lasciava andare confessando che lei era davvero l’attrazione della mattinata per molti clienti di quel bar. Fede,non si sentì offesa da quelle parole,anzi ne fu stranamente eccitata,così terminato il pranzo accettò l’invito del barista a restare lì;lui le fece vedere il bar,infatti attraverso una porta si accedeva ad una sorta di sala da biliardo:una stanza lunghe e stretta con le pareti nere,due tavoli da biliardo e tante panchine di legno tutto intorno,che ospitavano chissà quanti uomini la sera,ma oggi nessuno,tranne due uomini:due amici del barista,uno di carnagione scura e con una barbetta lunga,l’ altro un po’ soprappeso e vestito con una canottiera e un paio di pantaloncini. I due stavano giocando a biliardo,ma furono interrotti dall’arrivo di quella stupenda ragazza,e dopo qualche saluto proposero a Fede e al barista di fare una partita in quattro.Subito lei declinò l’invito,perché non sapeva fare a giocare,ma il barista insistette per aiutarla,cosicché lei accettò.Ovviamente nell’insegnarle come colpire la palla con la stecca il barista non perdeva occasione per appoggiarsi da dietro a lei,e farle sentire il suo membro,ormai eretto e pronto per uscire.Fede sentiva la sua eccitazione,ma non ne era infastidita,anzi ne era compiaciuta,ormai aveva calato le barriere protettive ed era eccitata da quella situazione particolare,che aveva acceso in lei una voglia di sesso incredibile.Entrati in confidenza i tre uomini si lasciavano andare a battute sconce su di lei,però Fede si divertiva,era ormai entrata pienamente nella parte e aveva deciso che per quel giorno sarebbe stata l’oggetto sessuale si quei tre.Spiazzando tutti,disse al proprietario”questo tavolo serve solo per giocare o si può usare per altro?’;il barista rispose ‘può farci ciò che vuoi!’.Invogliata da quelle parole Federica tolse le ciabattine e vi salì sopra in piedi’stava inscenando un eccitante spogliarello per loro’prima si tolse la gonnellina di lino,poi passò alla canottierina,e le sue piccole tettine uscirono allo scoperto;quei tre uomini,forse da qualche tempo non abituati ad una donna,per giunta così bella,non avevano perso tempo e calati pantaloni e slip erano già lì a procurarsi piacere con la mano;intanto Federica proseguiva nello spogliarello’ora era nuda.Terminato lo spogliarello,si era seduta ai bordi del biliardo e attorno aveva i tre uomini:una alla volta prendeva in mano i loro membri,li muoveva su e giù,poi appoggiandosi con la schiena sul telo verde aspettava che uno dei tre la penetrasse’il barista non perse tempo e si avvicinò al suo sesso,e senza troppe esitazioni spinse il suo pene dentro di lei,mentre gli altri due uomini erano saliti sul biliardo e a turno si facevano spompinare da quella splendida ragazza. I tre si alternavano nelle diverse posizioni,finchè all’apice del piacere si misero intorno a lei,ancora sdraiata sul biliardo e la riempirono del loro seme,che la raggiunse ovunque’sui suoi piccoli seni,sulla pancia,sul viso,su quelle sue stupende cosce,lo sperma le colava dappertutto e lei si sentiva appagata. A quel punto i tre volevano altro da lei,volevano quel suo splendido sedere,che fino a quel momento avevano solo ammirato,ma non avevano in nessuno modo penetrato’la ragazza però,forse intimorita dal dolore che avrebbe potuto provare,li pregò di non lo fare’i tre esaudirono il desiderio di Federica,ma in cambio le proposero una sorta di penitenza:doveva fare un pompino alla prima persone che fosse entrata nel bar;Fede era perplessa,ma allo stesso tempo attirata da quel gioco,accettò!Si rivestirono,tornarono di là e poco dopo entrò una persona”chi sarà mai’,Fede si chiedeva fra se e se:era un vucumprà,che era entrato nel bar per cercare di vendere qualcosa. I tre uomini si misero a ridere e dissero ‘noi non compriamo niente,ma quella ragazza ha qualcosa da offrirti!’.Federica,ormai entrata nella parte si avvicinò senza dir nulla,lo fece sedere su uno sgabello e gli mise la mano sulla patta,lo palpeggiava da fuori,con quelle sue dita affusolate e poco dopo gli slacciò i pantaloni e tirò fuori dalle mutande un pene enorme,che piano piano si stava erigendo davanti alla suo viso’lei da brava lo prese in mano,e se lo portò alla bocca;succhiava con avidità,con colpi di lingua decisi e si aiuta con la mano sinistra,con decisione’le piaceva quell’enorme pene,aveva un sapore acre,forte,ma lo adorava’si faceva scopare la bocca e godeva nel sapere che di lì a poco quell’uomo le avrebbe riempito il viso di sperma.Infatti dopo qualche minuto l’uomo produsse una quantità infinita di sperma,caldo e denso,che colava sulle labbra di Federica e che le scendeva ad imbrattare un po’ la canottierina fucsia.Dopo quel pompino lei si sedette un attimo e ringraziò il barista per il buon pranzo e uscì dal locale.
PS:se qualcuno vuole contattarmi per esprimere un opinione sul racconto o per ispirarmi nuove avventure per Federica lo può fare ad estetadestateòvirgilio.it.Grazie
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…