1)Il lago
Finalmente Y poteva godere del panorama che si donava ai suoi sensi avidi di natura, suoni e tinte la rapivano in una piacevole sensazione di delizia mentale.
Il profilo scuro delle montagne e lo sciabordio delle acque fra le imbarcazioni, appagavano la lunga attesa dei mesi invernali, mentre il sole regalava gli ultimi incantesimi della giornata, colorando di caldi riflessi rosati le acque del lago.
Lo spettacolo che si offriva al suo sguardo accoglieva i tratti di paesaggio che ella più amava. Il profilo severo delle montagne si disperdeva nello scenario agreste, dolce ed accattivante, dove le profonde incisioni compiute dall’uomo venivano lenite dalla distanza ed ancora più a valle, l’occhio si appagava nella calma presenza del lago. L’acqua era per lei un elemento affascinante, capace di avvolgere con rassicurante sensualità oppure di intimorire con forza severa.
Ma, poiché Y non era mai uscita dal liquido amniotico, l’idea dolce e positiva delle grandi distese liquide era quella che, per prima, scaturiva dalla sua fantasia, ricordandole immagini indimenticabili e piacevoli sensazioni tattili.
– Dobbiamo andare, altrimenti faremo tardi. – Le parole di X la distolsero dai suoi pensieri
Abbiamo già telefonato all’albergo; non ci aspettano più per le cinque, possiamo arrivare all’ora che vogliamo
Ella sapeva che, in realtà, X non vedeva l’ora di farsi una doccia e di rilassarsi, incominciando a vivere la vacanza.
“sicuramente starà già pensando a dove andare a mangiare questa sera” pensò Y, con affettuosa malizia.
Entrambi erano sensibili alle raffinatezze del cibo ed una buona cena non si limitava ad appagare la loro golosità, ma rappresentava un piacere condiviso.
Ritornarono alla macchina parcheggiata nella piazzola lungo la sponda e, dopo pochi istanti erano in viaggio alla volta dell’albergo.
Con qualche sacrificio avevano prenotato in una struttura di un certo lusso, che forniva ogni comodità e che si fregiava di un bellissimo parco affacciato sul lago.
Y sperava che la temperatura estiva le avrebbe consentito di bagnarsi. Pur avendo rinunciato alla speranza di bagni lunghi e voluttuosi, scegliendo con X, di passare le vacanze in un luogo dove, anche in pieno agosto, il tempo meteorologico dava prova d’instabilità, non voleva rinunciare ad immergersi nella distesa blu che stava ammirando.
Giunti agevolmente a destinazione apprezzarono il fatto che l’Hotel manteneva le promesse del nome e dei depliant forniti dalle agenzie di viaggio.
Quella sera si ritrovarono a cenare in un grazioso locale all’aperto collocato nel cuore antico del paese, con l’insegna tanto suggestiva quanto finta che richiamava sapori medioevali e turistici stile vecchia Francia. Tutto stava andando per il meglio, ma i pensieri di Y volarono altrove, ad una vicenda lontana, mano ancora elaborata.
2)Flash-back
Il foglietto che ella aveva appena estratto dalla tasca del soprabito di Z, stava lentamente assumendo per Y la stessa pericolosità di una bomba a mano. Pericoloso ed infinitamente spietato: ” ci vediamo alle cinque! Finalmente potrò assaporare la tua pelle ed avvolgermi nel tuo calore. Non preoccuparti per il maglione, l’ho tenuto io per ricordare il tuo profumo e tenerti un po’ con me: ” L’aspetto innocente del pezzo di carta gli donava una connotazione crudele mentre le frasi affettuose scritte con la mano veloce di chi comunica qualcosa di fretta segnavano la condanna a morte di un rapporto sentimentale. Del suo rapporto. Y si sedette lentamente, come se la vecchia e cara poltrona della nonna potesse da un momento all’altro scomparire. Più avanti nel tempo si rese conto di aver memorizzato con estrema precisione quegli attimi, mentre guardava attonita l’oggetto che stava cambiando la sua vita. Il gesto del sedersi veniva nella sua mente avvertito con lentezza infinita e con capacità percettiva estremamente allargata, come sotto l’influsso di un allucinogeno. Ella sentiva i muscoli delle proprie gambe contrarsi e nello stesso tempo il proprio corpo che discendeva nel vuoto, privo di riferimenti spaziali, quindi il contatto dei cuscini. Quasi si stupì della loro morbidezza, come se al termine di quel breve viaggio nello spazio ella avesse dovuto subire un impatto doloroso.
In quella frazione di tempo la sua mente si perse in un limbo privo di sentimenti e quasi privo di sensazioni fisiche ma permeato di estrema lucidità mentale. Y prese coscienza del fatto che Z la tradiva da tempo, che il loro rapporto era finito, probabilmente da mesi e che il futuro le avrebbe riservato altre occasioni, sicuramente più appaganti. Non provava dolore, né risentimento, solo la consapevolezza che la lenta agonia della loro unione stava per avere termine. Avrebbe voluto che tutto finisse in quell’istante; non c’era nulla da dire: nessuna spiegazione dovuta, nessuna accusa e nessun perdono. Semplicemente, se al mondo vi fosse giustizia, tutto il contesto di cose, fatti e persone sarebbe dovuto sparire, lasciandola libera.
Purtroppo non fu così semplice. Pochi secondi più tardi ella incominciò a soffrire moltissimo, sentendosi privata di affetti inesistenti, ma in cui ella aveva creduto. Decidendo, follemente, di lottare per riguadagnare qualcosa che pensava di non aver ancora perso, Y si accingeva a compiere un lungo e doloroso percorso, carico di umiliazioni e disagi che l’avrebbe portata a più di un anno di distanza ad elaborare le medesime considerazioni di quegli attimi di lucidità.
La specie umana si costruisce i propri tormenti, fatti di amici che parlano troppo o troppo poco, di conoscenti che lo fanno a sproposito, di gente che non c’è e di persone che giudicano senza sapere. E’ una dogana da cui non si può fuggire e dal cui passaggio si esce con cicatrici mai rimarginate, ma che alla fine concede un visto per la vita futura.
Y non era mai riuscita ad accettare la sofferenza, in nessuna delle forme conosciute, fisiche o morali, ma era cosciente del fatto che proprio il superamento degli eventi più brutti l’aveva aiutata a piacersi di più.
3)la sera
Y ritornò repentinamente alla realtà, o meglio al tempo reale, giacché le considerazioni precedenti, come i ricordi, facevano effettivamente parte del la sua vita.
Come spesso le capitava, condannò in cuor suo la brutta abitudine di lasciar emergere tristi reminiscenze anche nei momenti più piacevoli.
Terminarono la cena e nulla nel modo di fare di Y lasciò trasparire la tristezza.
-vorrei fare una passeggiata lungo le sponde del lago, di sera il panorama è così romantico – Y stava ancora muovendosi mentalmente nei ricordi
Ma dai, adesso non vediamo neanche dove mettiamo i piedi; domani faremo l’itinerario pedonale guidato, potremo ammirare il panorama e tutte le essenze rare del parco.- X, che aveva avvertito la malinconia della compagna mascherava dietro la grezza razionalità il tentativo di distrarla, trascinandola fra i vicoli del paesino ricchi di vetrine e frivolezze.
Egli, anche se estremamente percettivo e sensibile spesso si sentiva impotente di fronte ai riflussi mentali di Y.
Non vi era nulla che egli potesse dire o fare per evitarle quegli attimi di infelicità. Non poteva mutare il vissuto precedente e, fatto che lo esasperava, sapeva che se anche fosse riuscito a donarle un futuro perfetto, questo non avrebbe cancellato il dolore passato.
Il carattere schivo, poi, non aiutava X nella comunicazione verbale.
Solo in alcuni momenti di ispirazione egli riusciva ad esternare esattamente ciò che provava e, per contro, si era accoppiato con una donna che aveva letteralmente fame di parole e di affettuosità.
Era effettivamente piuttosto tardi e, se fosse riuscito a condurla in albergo, avrebbe potuto utilizzare un linguaggio a lui più congeniale, fatto di sensi e di fisicità.
Egli desiderava trasmettere i propri pensieri con le mani senza la mediazione dei vocaboli, inventati da altri ed usati da tutti.
Il calore della propria pelle ed i giochi tattili potevano suscitare sensazioni più forti e più vere di qualunque discorso. Da anni X cercava di perfezionarsi e di educare i propri sensi per riuscire a trasmettere alla donna della sua vita esattamente ciò che egli desiderava provasse.
La serata si concluse con una breve esplorazione della vita notturna locale ed il ritorno in albergo
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4)Il bosco
Il giorno successivo fu molto intenso e pregno di sensazioni, a dispetto della relativa lentezza nella successione degli eventi.
La scena si apre nel parco nelle ore centrali della mattinata dove X e Y avevano deciso di intraprendere l’escursione guidata, aggregandosi ad un minuscolo gruppo di villeggianti stuzzicati, come loro, dalla accattivante descrizione reperita all’ufficio di informazioni turistiche.
La previsione era quella di trascorrere la giornata in un ambiente naturale dalle peculiarità piuttosto rare in quella regione.
Il luogo apparteneva alla categoria dei giardini con caratteristiche pittoriche, dove la mano dell’uomo anche se gravemente presente non piega ad arte l’elemento naturale secondo rigide forme geometriche, ma, al contrario cerca di mostrarne l’aspetto spontaneo, nascondendo il più possibile il proprio intervento.
Qui le distinzioni fra i tratti di paesaggio incolto e quelli in cui facevano bella mostra i preziosi esemplari di essenze rare, vanto principale del parco, erano state volutamente annullate. L’intento era stato quello di creare un quadro unitario, in cui la materia vivente creava spazi percorribili, sempre mutevoli e dove la natura, raffinata, diventava immediatamente godibile con l’ausilio dei cinque sensi.
Lo splendido risultato raggiunto da coloro che si erano avvicendati nella ideazione e nella cura di questo gioiello lacustre veniva ora apprezzato da gruppi di turisti allegri ed a tratti chiassosi.
L’obbligo di percorrere i sentieri accompagnati da una guida avente il duplice compito di informatore e di controllore appannava leggermente la delizia del contesto, ma Y era consapevole della necessità della sua funzione.
Meno indispensabile, anche se inevitabile era la presenza degli altri escursionisti. Fortunatamente il gruppo di quella mattina sembrava determinato a compiacersi del patrimonio agreste piuttosto che delle proprie rumorose facezie.
I raggi del sole estivo si muovevano tra le tonalità verdi delle le fronde, talmente vive da parere umide ed i soffici rumori del loro stormire creavano un’atmosfera di serena rilassatezza.
La gita ebbe, dunque, inizio sotto i migliori auspici. Y si sentiva finalmente tranquilla e sicura, gli affanni metropolitani non avevano mai fatto parte di quella realtà e le pareva, quasi, che fossero soltanto una lontana illusione.
Inoltrandosi nel bosco attraverso il tracciato di agevoli sentieri, X e Y, scoprirono ad ogni volgere di sguardo piccole meraviglie e magici scorci visivi che avrebbero impressionato la pellicola della memoria per il tempo a venire.
A dispetto della relativa freddezza dei colori dominanti, il verde e l’azzurro, i riflessi solari riscaldavano e movimentavano l’ambiente, alternando sprazzi di luce intensa che mordeva delicatamente gli occhi e la pelle a sereni coni d’ombra. Gli odori del terreno, dei frutti e delle essenze si alternavano e si miscelavano con diverse prevalenze lungo il percorso.
Y assumeva tutte le sollecitazioni del bosco, assaporandole nel dettaglio per essere in grado di riviverle nei mesi invernali.
Ella coglieva suoni, immagini ed odori come souvenir cerebrali e si era allenata a ricostruirli a distanza, concentrandosi in una specie di viaggio nel tempo.
Il giorno trascorse piacevolmente, fra momenti di vera allegria ( i compagni di gita si rivelarono davvero gradevoli) ed attimi intensi. La coppia si diresse verso l’albergo nel tardo pomeriggio soddisfatta e carica di emozioni.
5)L’amore
X la desiderava intensamente mentre ella si spostava nella camera indaffarata intorno ai bagagli vestita solo di una graziosa lingerie che egli stesso le aveva regalato.
I fasci di luce dall’esterno erano complici rivelando il corpo di Y attraverso le trasparenze del tessuto leggero. Mentre X stava pigramente sdraiato sul letto, inaspettatamente spazioso e disponibile, la sua mente si perdeva in allegorie erotiche, dove sensazioni incorporee venivano inseguite da immagini carnali, possenti e quasi tangibili.
Y si volse lentamente come se sentisse su di sé lo sguardo greve del compagno. Sorrise.
X ebbe la sensazione che i suoi pensieri fossero completamente leggibili ed inizialmente reagì come un bambino colto in fallo.
Non perché vedeva scoperte le sue intenzioni ma piuttosto perché gli pareva che ogni più recondito angolo della sua mente fosse diventato improvvisamente manifesto, praticamente pubblico.
La donna, abbandonate le sue faccende, si stava accostando a lui, sciogliendo lentamente il sorriso e polarizzando l’attenzione dello spettatore sul suo sguardo carico di promesse e di sfida .
Un attimo dopo X venne immediatamente rapito dalle movenze voluttuose della compagna che accennava a spogliarsi indugiando sui lacci di seta della camiciola.
La camera venne permeata da impalpabile sensualità, che circondava i corpi dei due amanti i cui gesti diventavano di attimo in attimo più audaci ed infallibili.
Y percepiva il calore delle mani di lui, che scivolavano sul suo corpo e pareva che agissero al suo comando; a tratti e senza preavviso alcuno diventavano più aggressive, come se si affrancassero da lei e prendessero ad obbedire ad un altro padrone. I momenti di prepotenza del compagno erano ammorbiditi dai suoi baci. Esordivano leggeri, con le labbra che, stuzzicanti, sfioravano la pelle quindi si aprivano in una voragine di umida morbidezza che scatenava i sensi di lei. Y si muoveva con le cadenze e nei modi che conosceva: impudicamente tentatrice nei tempi garbati di lui, remissiva e disponibile nei momenti di impeto.
X diventato, come ogni volta, pazzo di desiderio, abbracciato a questa magica e misteriosa compagna, così diversa dalla Y di società, l’amò con veemenza.
6)Incomprensioni
Seduti al tavolino sul prato all’inglese davanti all’albergo, sorseggiavano lo spumante che doveva coronare di fresco piacere la voluttà del pomeriggio.
X si sentiva permeato di pace, quella di chi ha vinto una battaglia tanto violenta quanto gratificante: per intenderci, le battaglie che ti fanno sentire vivo. Lei era felice, si vedeva, stava assaporando il vino con la grazia studiata della donna che sa di essere in pubblico, e sa di piacere. Finalmente, dopo tanto tempo ritrovava la Y vincente ed era tutto merito suo. Era riuscito, scegliendo il luogo di vacanza, il programma della giornata, con il suo comportamento e con la magnifica parentesi sessuale a farle dimenticare i brutti momenti passati. Si sentiva orgoglioso del proprio piccolo trionfo. Ora poteva riprendersi il suo spazio tra i pensieri di lei, nuovamente disponibile nei suoi riguardi. Y aveva attraversato momenti davvero duri nei mesi precedenti, egli lo capiva ed aveva tentato quanto in suo potere per distrarla, ma non ci era riuscito, vedendo assottigliarsi inesorabilmente il proprio ambito di attenzioni da parte della compagna. Si sentiva dimenticato e ne soffriva.
Il lago a quest’ora mette tristezza.- disse distrattamente Y mentre posava il leggero calice sulla superficie ruvida della tovaglia inamidata.
Tu riusciresti ad essere triste anche nel paradiso terrestre! Facciamo così: d’ora in poi mi dici solo quando sei allegra, risparmiamo tempo!- esplose X con apparente cattiveria, completando la frase con un liberatorio turpiloquio.
Non c’era più speranza! A nulla sarebbero serviti i suoi sforzi ella sarebbe rimasta costantemente depressa. La realtà stava nel fatto che egli non era capace di aiutarla, probabilmente non era l’uomo adatto. Avrebbe ancora ritrovato la dolce, sensuale ed allegra compagna dei primi anni? Quella che lo capiva, gli leggeva nel pensiero e, soprattutto egli riusciva a rendere felice con niente? Oppure qualcosa si era rotto, irrimediabilmente. Spaventato da questa eventualità e sentendosi di nuovo impotente X reagì con rabbia.
Y era annichilita. Le parole e principalmente il tono di lui le avevano provocato un dolore acuto, che conosceva bene. Dunque non vi era nulla da fare, prima o poi, in qualunque modo si cerchi di agire le situazioni negative si ripropongono. Qual era il vero X? L’uomo che aveva amato a dispetto di tutto, per il quale aveva, con enorme sforzo, rimesso in gioco la propria esistenza ed il proprio equilibrio, colui che sembrava venuto da un’altra dimensione, tanto era simile a lei, tanto era sensibile ed agile nel cogliere i guizzi della sua mente o quello che si trovava davanti, attratto solo dai propri interessi intellettuali, che si risvegliava dalla pigra introversione incuriosito unicamente dal cibo e dal sesso. Y si alzò e si diresse con passo deciso verso la sponda del lago insensibile ai poco convincenti richiami di X.
Era calata la sera, bella da stringere il cuore.
Y era immersa in un lago di dolore, le cui acque, non più amiche, ma, ora fredde e metalliche, lambivano la sua mente lasciandola incapace di reagire.
La disperazione derivava dalla consapevolezza di non avere scelta.
Anche un’unica alternativa al futuro che le si prospettava le avrebbe dato la sensazione di poter intervenire autonomamente sugli eventi, mantenendo la padronanza della situazione. Ella si sentiva, invece, come un ciottolo che con inutile ostinazione si oppone al moto della risacca.
Immaginandosi privata del proprio arbitrio, ella pensava che la capacità di agire non la distingueva dai sassi che stava calpestando; ogni sua azione si sarebbe rivelata inefficace, tanto quanto la non azione.
Chiaramente depressa ed in balia della spirale infinita delle sue riflessioni, Y si allontano’ dalla sponda per avviarsi lentamente verso l’abitato.
Mentre percorreva il vicolo che l’avrebbe condotta verso il centro della cittadina, percepiva, sempre più vivi, i suoni della presenza umana, che in quel periodo dell’anno era rappresentata da una folla di turisti, apparentemente spensierata.
Dapprima lo stridore fra il proprio stato d’animo ed il festoso contesto che la circondava la fece sentire a disagio ed ancora più sola, ma dopo alcuni istanti venne catturata dalla gaiezza degli astanti e vi si adattò docilmente come se essere allegri in vacanza fosse un dovere irrinunciabile.
Dopo aver bighellonato per quasi un’ora fra le vie del centro, strette e contorte come le sue riflessioni, ella incominciò a riconsiderare con più lucidità la successione degli eventi. Da un punto di vista puramente razionale la questione era piuttosto semplice: avevano fatto l’amore e lui era stato dolcissimo, dopo pochissimo tempo si era rivoltato con cattiveria inaspettata ed imprevedibile. Ragionando con più calma sarebbe stato meglio dire che egli aveva reagito con rabbia, quindi qualcosa lo aveva irritato. Oggettivamente, la causa scatenante di una simile razione non poteva essere materiale. Quindi qualcuno, non qualcosa, ne era responsabile. Ma cosa poteva aver fatto o detto in quei momenti di idillio per portare l’uomo che amava ad accanirsi contro di lei?
Le emozioni di Y avevano fasi cicliche, che ella conosceva, ma che ancora non riusciva completamente a dominare: ora stava iniziando la fase di autocritica, che sarebbe sfociata nel senso di colpa per ritornare alla visione equilibrata del contesto.
Ella distolse lo sguardo dalla vetrina e vide, di scorcio, la figura di X che si stava avvicinando.
7) Il gesto di X
X la guardava allontanarsi con senso di frustrazione, forse era stato inopportunamente duro, ma la reazione di lei era spropositata, come quel suo maledetto vizio di portare sempre tutto al limite di rottura.
Non c’erano vie di mezzo, o tenerezza infinita o iroso rigore. Dietro all’apparente inflessibilità, egli lo sapeva, si stavano scatenando nella compagna sentimenti contrastanti, trasformando il suo animo in un campo di battaglia. Si stava dirigendo verso la sponda del lago, dove voleva condurlo la sera prima e la’, avrebbe pianto, sfogando la rabbia fra le lacrime.
X non riusciva proprio a capire come fosse possibile continuare a vivere il rapporto in modo così squilibrato ed altalenante.
Entrambi si amavano profondamente e normalmente erano sulla stessa lunghezza d’onda cerebrale, ma le cause esterne ultimamente stavano interagendo troppo con la loro intimità. Y si portava costantemente appresso tutti i problemi, gravi ed irrilevanti, tutte le paure, tutte le frustrazioni in un barcollante carrozzone che rischiava da un momento all’altro di ribaltarsi. Purtroppo, con sempre maggiore frequenza, il carro rovesciava il contenuto sul loro rapporto. Mentre faceva queste considerazioni X si stava dirigendo verso la riva del lago,. Avrebbe cercato Y, le avrebbe chiesto scusa modo suo e sarebbero andati a cena procrastinando i loro problemi. Ma non trovò la donna dove si aspettava ed incominciò a sentirsi leggermente più incerto sull’evolversi della serata. Egli si diresse allora verso il paese rammaricandosi di farlo da solo. Immaginò per un attimo la sua vita senza la compagna, fantasticò nello spazio di un baleno di non poterla più vedere, né toccare né sentire il la presenza della sua mente, percepì quasi fisicamente l’assenza di Y. Gli bastò un istante per rendersi conto che l’amava troppo per perderla e subito dopo si chiese perché tutto ciò sarebbe dovuto succedere, non c’era un motivo così grave. Stava anche lui cadendo nell’errore che imputava alla compagna, ossia, trascinato dall’astio e dalla frustrazione, stava deformando i termini del problema portandoli al limite estremo, creando una realtà virtuale, ma inesistente. Accelerò il passo percorrendo le viuzze quasi di corsa, nella fretta di trovare Y e di dirle (purtroppo, questa volta, avrebbe dovuto parlare e non agire) quanto in realtà le era vicino e fino a che punto aveva compreso il suo passato. X scavava nella memoria i vocaboli più adatti, cercando di assemblare un discorso che trasmettesse con precisione il contenuto che voleva esprimere. Nel corso delle sue riflessioni egli si rese conto che il movente della lite non risiedeva nelle ansie passate di Y o in altre interazioni esterne al loro rapporto, ma proprio nel contrasto interno. I loro diversi modi di comunicare, fisico ed immediato quello di lui, astratto ed impalpabile quello di lei entravano spesso in conflitto, venendo meno alla loro funzione fondamentale: riferire con chiarezza le loro emozioni. Avrebbero dovuto creare un linguaggio comune fatto di vocaboli e di attenzioni materiali ed imparare ad usarlo con estrema cura.
I due amanti si incontrarono davanti alla vetrina illuminata di un negozio di abbigliamento, in mezzo alla ressa di una sera di vacanza e fu come se si fossero visti per la prima volta. L’uomo circondò le spalle della donna con il braccio, e, stringendola, le chiese:
Qual è il modo giusto? Aiutami, ti prego.
Fammi capire che mi ami. Le maniere per dirlo sono infinite, una l’hai già trovata ed abbiamo tanto tempo per cercare tutte le altre.
Ella socchiuse gli occhi ed il bacio fu intenso. Fu l’inizio di un appassionante cammino.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…