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Racconti Erotici Etero

L’ambulatorio

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quel venerdì sera ero passato in ambulatorio da mia madre per cambiare una lampadina che era scoppiata.

Non ero molto contento perché la settimana era stata molto pesante ed il mio pensiero era quello di scappare a casa e schiantarmi sul divano a guardare la televisione in santa pace’ ma come spesso accade, la vita non va proprio come ci si augura.

Inoltre il freddo di quella sera piovosa mi aveva mangiato e corroso le ossa al punto di far fatica a tenere gli oggetti in mano.

Mia madre &egrave ginecologa presso uno degli ospedali di Milano, tuttavia aveva un suo studio professionale che per l’appunto utilizzava per visitare parte delle sue pazienti.

Conoscevo l’ambulatorio come le mie tasche perché gli avevo fatto io l’intero impianto elettrico.

Sapevo dove era posizionato ogni mobile, sapevo muovermi anche al buio dato che mi era già capitato.

Quella sera mentre cambiavo la lampadina per stanchezza e per distrazione feci saltare del tutto la luce , di conseguenza mi detti da fare per cercare la fonte dell’errore.

Passavano i minuti e non riuscivo a capire cosa aveva provocato quel blocco di corrente.

Vagando ed entrando nelle varie stanze al buio seguivo con lo sguardo il muro cercando di seguire il percorso della corrente finché giunsi al contatore dove c’era tutta la mappa delle luci.

Costatai che era saltato il salvavita probabilmente a causa di un eccesso o calo di corrente’ lo riattivai e realizzai che per giungere li ero passato attraverso lo studio dove mia madre visita le sue pazienti.

Tuttavia un sorta di tranquillità placava il mio imbarazzo nell’essere entrato con irruenza, dato che nessuno aveva contestato o detto nulla.

Uscito dallo sgabuzzino ero obbligato a ripassare nello studio di conseguenza con molta attenzione sbirciai all’interno della stanza e mi accorsi che mia madre aveva appena fatto entrare una ragazza.

La riconobbi immediatamente era Selene una mia amica d’infanzia, molto timida ma bella, simpatica e dolce.

Che per paura non mi ero mai dichiarato veramente.

Entrambe parlavano chiaro e potevo udire tutto ciò che si dicevano.

Io nel frattempo pensavo in che casino mi fossi cacciato.

Fu allora che mi venne un idea; decisi di aspettare il momento giusto per sgattaiolare fuori senza farmi vedere o al massimo di aspettare li seduto nello sgabuzzino che la visita fosse finita.

Improvvisamente non percepii alcun suono e sbirciando all’interno non le vedetti più.

Evaporate, regnava il silenzio e così mi convinsi che era arrivato il momento di uscire e di togliermi una volta per tutte da quel casino.

Azzardai qualche passo all’interno, tenendo i sensi all’erta , per captare ogni minimo movimento nell’aria.

Il silenzio era padrone del luogo nulla osava spezzarlo.

Convinto che non ci fosse nessuno , mi guardai attorno e sgranando gli occhi notai un lettino con una ragazza sdraiata che teneva le gambe aperte e il suo dolce frutto in bella mostra.

Era color rosa, completamente depilata, assomigliava alla pelle di una pesca noce matura.

Era uno spettacolo.

Inconsciamente mi avvicinai e riconobbi Selene che rilassata sul lettino teneva gli occhi chiusi.

Fu allora che azzardai tanto’ colto dalla situazione presi un paio di guanti in lattice e a giunsi pochi centimetri dalla sua vagina.

Sentivo un profumo leggiadro pervadere e avvolgere tutto intorno a me.

Con delicatezza le scostai le labbra rosee e con un dito controllai le dimensioni della sua clitoride.

Lei se ne stava li sdraiata senza dire nulla non accennando alcun movimento.

Allora mi feci più coraggioso e iniziai un movimento con le dita dentro di lei.

Mi accorsi che iniziava a lubrificarsi e fu allora che vidi i suoi occhi castani guardarmi intensamente.

Percepii la mia titubanza ma per rassicurarmi a procedere prese la mia mano e la guidò nei movimenti sempre più veloci.

Vidi il suo corpo inarcarsi e chiudendo gli occhi venne silenziosamente.

Poi con voce calma mi disse di avvicinarsi al suo fianco e appena le fui abbastanza vicino mi slacciò i pantaloni facendo cadere le mutante e prendendo con una mano il cazzo mi porto vicino e con il viso leggermente rosso mi disse: ‘voglio che tu mi prendi ora’ , in questa posizione.

Si tolse il reggiseno l’ultimo indumento che portava lasciandomi assistere a tutta la sua bellezza.

Aveva due seni piccoli una seconda penso, con due capezzoli sfumati di rosso in contrasto con la sua pelle bianca rosea che terminava con due labbra bagnate e grondanti di umori

Avevo il cazzo di marmo e velocemente mi posizionai davanti alla sue gambe aperte dai due divaricatori che sostenevano le gambe e la obbligavano a tenerle in quel modo.

Avvicinai il cazzo, godendo ogni centimetro della mia carne che entrava in lei.

Appena fui dentro tutto lei spostò il bacino in avanti per aderire completamente all’attaccatura della mia asta e sentivo le labbra al mio pube stringersi in una morsa calda. Me la scopavo guardandola fissa negli occhi.

Ero morto e stavo nel paradiso dei peccatori.. invece no il mio cazzo mi avvisò che stavo per inondarla con il mio seme.

Selene con un sorriso e il viso colmo di piacere mi disse di non fermarmi e contraendo gli addominali le venni dentro stringendo con entrambe le mani i suoi fianchi, affondando l’estremo colpo.

Mi stavo svuotando mente e corpo quando lei stringendo con le mani le gambe del lettino e inarcando il corpo verso l’alto chiuse gli occhi e si lasciò in preda ad una forte contrazione che mi avvolse ancora di più di calore’ finalmente aveva goduto anche lei.

In seguito a qualche istante le tolsi le gambe da quei due sostegni e lei alzandosi verso di me .

Mi baciò teneramente e con dolcezza i corpi si strinsero; sentivo i suoi seni schiacciarsi contro il mio petto e la sua delicata passera contro il mio cazzo che ancora una volta svettava.

Non so come avevo già ripreso possesso di Selene; che togliendomi la camicia cercava sempre di più di farsi scopare in profondità.

Ora le labbra avevano un movimento ritmico, mi possedevano, lasciavano scie appiccicose ad ogni passaggio e contemporaneamente si dilatavano all’invero simile per poi divorare il mio cazzo.

Selene avvinghiata in quella posizione sussurrava all’orecchio di non smettere che la stavo portando verso l’orgasmo e guardandomi in viso apriva la bocca da troia che gode a dismisura.

La caricai in modo da avere le sue gambe che mi cingevano ad anello dietro la schiena e con forza la presi finché tirò un urlo liberatorio di piacere che mi fece rimbombare la testa e così raggiungemmo l’apice , quell’ attimo di eterno’

Mia madre e la segretaria con alcune pazienti sono dietro di noi; che imbarazzate e attonite ci guardano’ ora si che sono nei casini’

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