i miei racconti
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Nella mia anima
La mia storia.
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Tratto da uno scambio di mail con la vera lei.
———————Maxtaxi———————–
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Primavera, una mattina come tante. Mi alzo dal letto e mi metto di fronte all’armadio, direttamente davanti al grande specchio. Ho rimboccato il pigiama fino a scoprirmi la pancia poi, come ogni mattina ho fatto volare dalla testa la veste e ho guardato il mio vecchio corpo da tredicienne. Ogni giorno mi guardo i miei seni in attesa che crescano e si trasformino in una coppia di veri grandi seni come desidero da tempo. Mi metto di lato, poi di fronte. Sono piccoli, ben formati e stanno ancora nel palmo della mano.
Essi sono perfettamente rotondi, sodi e pieni; sulla sommità i capezzoli sono sempre perfettamente duri ogni volta che ho avuto modo di guardarli. Sono piuttosto lunghi e ho avuto modo di poterli confrontare con quelli della mia migliore amica Gina. Durante l’ora di ginnastica ho visto lei che li ha più stetti e piccoli rispetto ai miei. Sempre lei è stata quella che mi ha introdotto nel mondo della masturbazione. Una scoperta e una rivelazione scioccante e piacevole… Moltissimo!
In piedi davanti allo specchio, ho abbassato le mutandine e ho guardato la mia piccola figa rasata. Volevo quasi piangere quando sono stata costretta a radermi. Mi sono presa un infezione e il medico ha suggerito a mia madre che sarebbe stato più facile guarire se avessi avuto rasato il pube. Non ne avevo molti peli ma ne andavo fiera. Poi ora che iniziano a crescere, mi danno fastidio e provo sempre una incontenibile voglia di grattarmi. Il medico mi dice di resistere. è l’effetto della guarigione oltre al fatto che mi stanno ricrescendo i peli. Vi assicuro che scriverlo e menzionare a quell’incidente, mi vergogno, ma da all’ora non mi sono mai più seduta in un wc pubblico.
Ero intenta ad ammirarmi quando ho sentito il rumore di un grande camion arrivare dall’esterno. Mi sono recata alla finestra e ho visto del movimento lungo la nostra strada e dietro al camion, vi era una grande grossa auto che poi si sono fermarti davanti all’ultima casa.
Dovete sapere che la nostra strada è chiusa, quindi ogni movimento di estranei attirano l’attenzione di tutti.
Un ragazzo, che grosso modo era della mia età, è uscito dalla macchina. Hai miei occhi era semplicemente la reincarnazione di un angelo per quanto era stupendo. Era più alto di me, biondo dalla carnagione scura come se fosse arrivato dai paesi equatoriali abbronzato com’era. Vi potrebbe sembrare stupido, ma mi sono sentita pizzicare fra le gambe solo appena l’ho visto.
Non mi sono accorta che mio padre era entrato in camera fintanto che non ha messo la sua mano sulla mia spalla. Ho saltato spaventata, non mi aspettavo visite e non mi sono coperta come potreste pensare. Non ho nascosto il mio corpo nudo al suo sguardo. Sono cresciuta in un ambiente aperto in cui i miei genitori hanno ‘giocato’ come loro lo chiamavano. In questo modo ero piuttosto abituata a vederci nudi e non solo, avevo capito e visto e, compreso la differenza fra cazzo duro e morbido. Il mio maestro di vita inconsapevole, era stato appunto mio padre e le innumerevoli volte che ho sorpreso i miei genitori a ‘Giocare’ o a fare qualcosa di simile.
Mia madre amava stuzzicarlo mentre eravamo sdraiati sul divano a guardare la TV. Una volta in cui ero molto attenta al loro ‘Gioco’ mia madre ha stretto nel suo pugno il pene e mentre continuava a giocarci di fronte a me, mi ha detto:
‘Quando troverai un cazzo come questo, sposati prima che sia finito il giorno. Non lasciartelo scappare o avrai per sempre da pentirtene.’
Una notte, dopo che avevo finito i miei compiti, sono andata in salotto e ho visto mia madre fare un pompino. Non ero certa del lavoro e della tecnica, ma con un piccolo aiuto da internet ho imparato presto.
Comunque papà come si è messo al mio fianco per guardare fuori dalla finestra, mi ha chiesto se c’era qualcosa che mi piaceva. Ho risposto che era arrivata una nuova famiglia nella casa in fondo alla strada.
‘Muoviti a vestirti, la colazione è pronta.’ Detto ciò, mi ha dato un bacio sulla testa e un pizzicotto al sedere.
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Lunedì mattina ho visto il nuovo ragazzo alla fermata del bus. Mentre mi avvicinavo ho sentito nuovamente pizzicarmi fra le gambe e come mi ha guardato, mi sono sentita le guance bruciarmi. Mi sono detta che stavo per scoprire qualcosa di più su di lui non appena sarei arrivata a scuola. Mi sono recata dritta verso la segreteria, conoscevo il segretario del liceo; era alla mia scuola precedente fino all’anno prima ed ero decisamente intenzionata a sapere tutto sul nuovo ragazzo.
Ho scoperto che era in una sezione a fianco della mia, stesso anno, aveva 16 anni. Nella media aveva ottimi voti ed era il presidente della classe nella sua vecchia scuola. Avevo nuovamente quella sensazione di pizzicore in mezzo alle gambe. Non avevo ancora parlato con lui, ma mi sentivo già innamorata.
Ho deciso di prendere la palla al balzo e di fare io il primo passo. Non appena siamo saliti sul bus per tornare a casa l’ho seguito e come si è seduto, mi sono messa su quello di fianco a lui. Mi sono presentata e gli ho chiesto come si chiamava. Sapevo già tutto di lui, ma dovevo in qualche modo incominciare a rompere il ghiaccio. Mi sentivo agitatissima e sudavo tutta. Lui era Kevin. Abbiamo continuato a parlare anche mentre andavamo verso casa e come sono arrivata, ho chiesto se volesse venire in casa così gli presentavo i miei genitori.
Pensavo di fare una piacevole sorpresa, dato che non sono mai venuta a casa durante la pausa pranzo. Kevin e io abbiamo girato attorno alla macchina di papà e siamo entrati attraverso il box e direttamente in salotto. Quando ho aperto la porta, mia mamma era in ginocchio tra le gambe di mio padre con il cazzo perfettamente in vista, rigido e dritto come se fosse in piedi. Mia madre stava andando su e giù con la sua bocca ingoiandolo alternativamente.
Ho cercato di nascondere quello che ovviamente stavano facendo spingendo Kevin verso la cucina e al contempo loro, hanno messo le mani sulle nudità. Mi hanno chiesto cosa stavo facendo così presto a casa mentre io sconvolta mi stavo dirigendo verso la cucina con Kevin nella mia mano mentre lo tiravo. Come se nulla fosse, i miei genitori hanno continuato a giocare e mentre io e lui eravamo chiusi in cucina in silenzio a guardare il bicchiere pieno di succo, ci sono giunti i loro lamenti d’amore e poco dopo, li abbiamo sentiti gemere e urlare. Chiaramente abbiamo sentito loro urlare che stavano godendo.
Pochi minuti dopo mia madre è entrata in cucina raddrizzandosi i capelli. Le ho presentato Kevin e oltre a dire ciao non ha detto altro. Non credo che sapesse cosa dire in una tale situazione.
Kevin ha detto che avrebbe dovuto andare a casa. Io stavo già prefigurandomi di non vederlo mai più in futuro. Come ho chiuso la porta, sono corsa in camera a piangere. Mia madre poco dopo è venuta a chiedermi scusa e cercare di calmarmi, ma non c’è stato nulla da fare. Ero arrabbiata con loro.
Kevin l’ho visto per tutta la settimana a scuola e sul bus e ogni volta mi sentivo le ginocchia deboli. Ogni pomeriggio mi disperavo. Facevamo la stessa strada per tornare a casa e lui mi era sempre davanti di una decina di metri come se volesse scappare ed evitarmi. Infine, il venerdì mentre tornavamo a casa, si è seduto al mio fianco sul bus e lungo la strada, mi ha camminato a fianco accompagnandomi davanti al mio portone. Tuttavia, quando ho chiesto se voleva entrare, lui mi ha risposto che era meglio di no. In quel momento avrei voluto morire o uccidere i miei genitori.
Durante la settimana successiva, abbiamo parlato ogni giorno e in ogni momento che potevamo, ma non avevo il coraggio di invitarlo di uscire il sabato successivo. Generalmente i miei genitori mi danno il pomeriggio libero di fare quello che voglio con le mie amiche e poi di ritrovarci presso il nostro ristorante. Senza saperlo i miei genitori avevano parlato con i suoi ed eravamo tutti riuniti attorno al nostro tavolo che mangiavamo assieme come se ci conoscessimo da sempre. Ero arrabbiata con i miei. Non avevo il vestito giusto, non mi ero truccata, ne pettinata. Dopo cena, siamo poi andati alla mia sala giochi e attorno al tavolo da biliardo, ho ricevuto il mio primo bacio.
è stato imprevisto, emozionante, incredibile! Come le labbra si sono distaccate, mi sentivo come se le gambe fossero fatte di gelatina. Il resto della serata è stata tutto un crescendo. Ogni volta che ne avevamo l’opportunità ci siamo baciati. è stato un grande giorno e non era ancora finita. Nel ritorno verso casa, ci siamo baciati sul sedile posteriore della mia macchina. Era piuttosto focoso, ha provato a stringermi a lui e ad accarezzarmi infilando le mani sotto alla camicia, ma con i miei sul davanti mi sentivo un poco in soggezione. Gli ho detto che i miei genitori potevano vederci, di fare piano. Lui ha continuato imperterrito a baciarmi e a toccarmi.
Ho chiesto a mio padre se poteva alzare un poco il riscaldamento e lui mi ha risposto se invece avrebbe dovuto aprire il tetto per far circolare meglio un poco d’aria.
Ci siamo coperti con le giacche e non abbiamo aspettato molto prima che ci stessimo nuovamente baciando e questa volta le sue mani sono scivolate dal mio collo sulle mie tette. Era quello che volevo da lui. Mi sentivo così bene, che gli ho guidato le mani sui capezzoli. Ci siamo baciate ancora e a lungo, era dolce, passionale. Mi sembrava che fossimo rimasti soli sulla terra. Mi sentivo come se stessi volando.
Ha spostato la mano e ho gemuto nella sua bocca. Volevo che entrambe le mani fossero sulle tette e ho cercato di afferrargliela per riportarla al suo posto e invece è stato lui che mi ha sorpreso. Ha guidato la mano all’altezza del suo pube e ho sentito un certo duro rigonfiamento. Senza vedere, sapevo cosa fosse quello che sentivo attraverso i jeans. I miei genitori mi hanno fatto un certo corso di educazione sessuale anche se non intenzionale. Kevin aveva un’erezione e io ho continuato ad accarezzarglielo mentre continuavamo a baciarci.
Ho percepito un certo tremore e poi Kevin che gemeva. Mi ha spinto obbligandomi ad allontanarmi e ho incrociato il suo sguardo con gli occhi spalancati. Era come se fosse spaventato o qualcosa del genere. Allora ho compreso! Ho percepito un senso di bagnato dove avevo la mano e ho sorriso. Ero consapevole che ero io quella che aveva causato il guaio. Come siamo arrivati a casa, è sceso e si è coperto con la giacca la parte davanti dove era chiara la umida macchia. Gentilmente e ben educato ha salutato e ringraziato per poi correre lungo la strada verso casa sua.
Nel corso delle successive settimane siamo stati sempre insieme, eravamo un solo essere pensante e che senza l’altro non potevamo respirare e tutte le mie amiche erano un poco gelose. Ogni volta che ne avevo la possibilità, ho voluto sentire e toccare il suo cazzo attraverso anche solo i pantaloni. Lui, i suoi baci, le sue carezze sulle mie tette erano la fonte dei miei pensieri e sogni quando ero sola nella mia camera. Il suo cazzo era nella mia testa per tutto il tempo e non ero in grado di pensare ad altro.
Finalmente è finita la scuola e l’estate è scoppiata con tutto il caldo e quello che ne consegue. Oramai eravamo una coppia consolidata ed entrambi entravamo nella sua come nella mia casa come fossimo parte della famiglia. I genitori di Kevin mi hanno presto preso ad amarmi e mi hanno invitata a passare le giornate con loro. Solo con sua madre non correva molto buon sangue, ma non ci facevo molto caso. Ho aiutato a montare la piscina in giardino e abbiamo passato delle stupende giornate assieme. Non vedevo l’ora che fosse riempita per poter nuotare e soprattutto rinfrescarci da questa calura che ci opprimeva.
Indossata la tuta, fremevo dalla voglia di andare da lui o di fare il bagno, non so bene. Mi osservo allo specchio della mia camera da letto e mi guardo perplessa. Mi chiedo se il costume fosse troppo minuto. Quando l’avevo provato nel negozio, mamma mi ha detto che mi stava bene e che ero adorabile, ma sapendo che fra me e la madre, futura suocera, non correva una buona intesa non so come avrebbe reagito.
Come mi sono voltata e ho guardato il sedere riflesso dallo specchio, potevo vedere perfettamente entrambe le emisfere delle chiappe. Questo nuovo costume da bagno, sulla parte posteriore ha avuto solo una sottile stringa che correva e scompariva fra le chiappe. Quando sono arrivata in casa di Kevin e mi sono spogliata, mi sono rispecchiata per controllare che tutto fosse al posto giusto. Mi sono anche piegata in avanti e ho potuto vedere il piccolo buchetto del sedere. Credo che sono rimasta senza fiato per un secondo o due. Pensavo che era meglio che non mi fossi mai piegata con quel costume indosso.
Ero nella sua camera e lui mi aspettava fuori. Sua madre era molto vigile quando ero in giro per casa. Non ci lasciava mai troppo tempo da soli anche se noi trovavamo sempre un posto o qualche minuto solo per noi. Come sono uscita, mi sono trovata di fronte a lui. Tutti i miei timori improvvisamente se ne sono andati. Ci siamo dati solo un rapido bacio per non stimolare le parti basse che altrimenti il costume avrebbe reso evidente. Mano nella mano come sempre, ci siamo avviati verso il giardino e verso la tanto agognata piscina. Come siamo sbucati, sua madre mi guardava dall’alto al basso sezionandomi pezzo per pezzo. Ero certa che il mio costume stava rivelando molta della mia sensualità. Ero molto cresciuta rispetto all’anno prima.
Mi sono voltata verso il padre di Kevin per farmi ammirare e vedo che mi sorride. Come si accorge che lo sto guardando alza gli occhi e ho compreso che erano fissi sul mio di dietro e poi sul pube visto che ora gli ero di fronte. Ho cercato di vedere se vi era un qualche tipo di rigonfiamento nel suo costume, ma un gemito alle mie spalle mi ha fatto voltare. C’era la madre che aveva gli occhi fuori dalle orbite e la bocca aperta come se avesse visto un fantasma, ma non mi ha detto nulla. Ho seguito Kevin sulla scaletta e poi ci siamo tuffati nell’acqua gelida. Ero certa che entrambi, padre e figlio, avessero un evidente erezione nel costume e il resto della giornata è continuata con sorrisi da parte del padre di Kevin, baci datemi da lui e occhiate severe da parte della madre.
Non ci siamo scambiati molti baci come volevamo io e lui. Non so perchè, ma davanti ai suoi genitori Kevin era molto freddo. Sulla soglia di casa ci siamo baciati a lungo e una volta rimasta sola, mi sono recata diritta nella mia stanza. Come sempre i miei genitori si sono affacciati sulla porta e mi hanno chiesto come era andata e ho raccontato loro tutto. Non abbiamo segreti fra noi e da quando ho iniziando ad uscire con il mio fidanzato, mi chiedono ogni giorno come sto e come va il nostro rapporto. Mi d’hanno l’impressione che siano molto più presenti e non mi da fastidio. Ho detto loro tutto. Ho anche detto loro su Kevin e suo padre e il fatto che mi sono accorta che avevano avuto un’erezione al solo guardarmi il sedere. Mio padre mi ha abbracciata e mi ha detto che sono proprio degna figlia di mia mamma. Siamo uguali anche in quello.
Prima di andarsene, mia madre mi ha chiesto se avevo bisogno di giocare con me. Sono rimasta colpita per le sue parole. Mi ha detto anche che quando era giovane molto tempo fa, doveva farlo ogni volta che tornava a casa dopo che era stata con il suo fidanzato e doveva giocare con il clitoride fino a quando non ha avuto un orgasmo o non poteva dormire.
Hanno chiuso la porta e rimasta sola, ho giocato con il mio piccolo bottoncino del piacere. Non mi c’è voluto molto prima che ho avuto il mio urlo. Come ogni volta, ho pensato al cazzo duro di Kevin e ho goduto. Il mio papà mi ha svegliata la mattina seguente. Come ho aperto gli occhi, sono rimasta esterrefatta. Ho visto che mi stava fissando la figa. Mi ha guardato e mi ha sorriso. Mi ha detto che il mio ragazzo era il più fortunato della terra se era lui quello che avrebbe avuto l’onore di aprire la strada.
Mi ha detto che se fosse stato un diverso tipo di uomo, avrebbe potuto prendere il suo cazzo duro e spingerlo nella mia piccola dolce figa. Poi disse come se fosse una questione di tutti i giorni, che la colazione sarebbe stata pronta con un po’ di ritardo. Ho capito che stava andando a scopare mia madre. Come si è mosso, ho notato la sua evidente erezione nei suoi pantaloni.
Quel pomeriggio ho preso Kevin dal mio giardino e abbiamo deciso di fare una passeggiata assieme. Non avevamo una meta predefinita. Non pensavo di andare molto lontana comunque anche perchè non portavo ne reggiseno, ne mutandine. Abbiamo camminato all’ombra nel boschetto dietro la linea delle nostre case e a causa della sua presenza e dei continui baci, presto avevo i miei succhi vaginali che mi colavano lungo l’interno delle gambe.
Come siamo sbucati in uno spiazzo, non abbiamo più parlato. L’ho guardato e pur cercando di sembrare calma avevo come un tic al labbro. Ho tirato in alto sopra la mia testa il vestito e lo sdraiato al suolo a mo di coperta. Kevin era tutto un sorriso come ha visto il mio corpo nudo. Mi abbraccia e ci baciamo. Le nostre bocche erano sempre a stretto contatto e nel frattempo le mani dopo avermi accarezzata tutta, si sono fermate alla cintura e si è abbassato i pantaloni. Con mal celata pazienza si è tolto le scarpe e poi la camicia. Avevo lo stomaco stretto e l’utero in fiamme. Mi sentivo sempre più debole e tremavo. Sono caduta poi in ginocchio.
Non pensavo che questo mio modo di fare fosse stato fatto apposta per una qualche attività sessuale, ma davanti a me avevo il suo grosso rigonfiamento e ho abbassato il suo intimo che a fatica conteneva la vistosa erezione. Come è stato liberato, il cazzo è scattato sull’attenti e sono rimasta meravigliata. Con tutti gli strusciamenti che avevamo fatto, e i giochi sapevo che era grande, ma ora, visto da così vicino era meravigliosamente enorme.
Incantata ad osservarlo, è stato lui ha decidere il passo successivo e se lo è impugnato e lo ha guidato verso le mie labbra. Mi sono spostata sorpresa e lo guardato senza riuscire a dire una sola parola.
Lui mi ha chiesto di succhiarlo. Come fosse un ordine. Ho aperto la bocca e l’ha spinto dentro con impazienza. Sono stata sorpresa per la durezza e le dimensioni, ma allo stesso tempo era morbido e liscio. Ho succhiato spostando al contempo la testa avanti e indietro stringendo le labbra attorno al suo caldo e palpitante cazzo. Per tutto il tempo lui ha mugolato e ha gemuto dicendomi come ero brava e come gli piaceva quello che stavo facendo. Poi mi ha afferrato la testa con forza spingendomela contro la sua pancia e sono stata costretta ad ingoiare tutto il cazzo. Volevo che mi lasciasse andare. Non riuscivo a respirare e mi faceva male alle tempie. Volevo parlare e non ci riuscivo. Sono rimasta in apnea per molto tempo e ho cercato di non vomitare quando lo sperma mi è stato sparato direttamente nella gola.
Quando mi ha liberato, ho finalmente respirato e stavo per dirgli quanto quello che mi aveva costretto a fare non mi era piaciuto quando mi ha spinto a terra. Si è messo sopra di me, e visto che cercavo di tenere le gambe serrate, me le ha aperte con la forza per poi guidarsi il cazzo a contatto con la mia figa. Ho gridato come mi ha penetrato, poi sono rimasta immobile e incredula. Il tempo è passato lungamente e ho cercato di non guardarlo anche se non potevo non sentire come sbuffava mentre spingeva il cazzo dentro di me in un dentro e fuori continuo. Quando l’ho sentito grugnire e le spinte si sono fatte più profonde, ho capito che era venuto.
Poco dopo, si è alzato e si è rivestito. Mentre mi guardava, mi ha detto che ci saremmo rivisti più tardi. Mi sono messa il mio abito e sono tornata a casa da sola. Come sono entrata in casa, ho incontrato mio padre e mi ha chiesto se il mio giovane fidanzato mi avesse fatto donna. Forse l’avevo capito per come ero scombinata e non aveva sbagliato. Come ho detto cosa era accaduto, il suo sorriso si era fatto teso e cupo.
Il giorno dopo ho visto l’auto della polizia salire lungo la strada. Era accaduto che mia madre mi aveva portato in ospedale e poi la polizia aveva preso la denuncia per lo stupro. Senza saperlo, lui aveva già diverse altre denunce simili ed era per questo che la sua famiglia si erano trasferiti nella nostra città. Purtroppo, i ragazzi a scuola sono molto cattivi quando vogliono. Ero conosciuta come una puttana e nessuno voleva uscire con me per nessun appuntamento perchè i ragazzi avevano sempre il pensiero che poi avrei gridato allo stupro.
Non mi sono ancora sposata e al tempo del liceo ho sperimentato il sesso con un’altra ragazza, ma solo una volta. Non mi sentivo pienamente a mio agio con lei. A 21 anni, mia madre è morta a causa di complicazioni per una operazione. Sono tornata a vivere in casa con mio padre lasciando temporaneamente l’università per restargli più vicino e farci forza a vicenda. Con lui e grazie a lui ho scoperto cosa significava l’amore e mi ha mostrato anche il motivo per cui mia madre ha amato il suo cazzo così tanto. Sono stata contenta di impararlo e di viverlo. Con impazienza, ogni giorno aspetto che lui torni dal lavoro per dedicarmi e offrirmi completamente a lui. Abbiamo sempre la mia stanza e il mio letto, ma non lo uso da anni.
Un bacio, a presto.
Nadia.
Maxtaxi
Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’
Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
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Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…