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Il percorso psicoanalitico

By 12 Marzo 2020No Comments
Mi chiamo Alberto, ho 41 anni e convivo con Paola, anche lei 41enne. Siamo due bei “ragazzi”, ancora giovanili: lei alta 1,60 mt, biondina, con un bel culetto ed una seconda abbondante di seno.
La vita di coppia, dopo tanti anni passati insieme era diventata abitudinaria con la routine che aveva preso il sopravvento ed anche sessualmente le cose andavano benino, ma non benissimo. In particolare, mentre io ero alla ricerca di qualcosa di più hot, mi piace moltissimo quando indossa intimo sexy, vestitini scollati, lei ha piano piano utilizzato sempre meno i miei regali sexy, lasciandosi trasportare in un sesso di routine: sempre le stesse posizioni, prima di andare a dormire, tuttavia, anche se raramente, si lasciava andare regalandomi serate fantastiche.
Purtroppo il suo lavoro piuttosto stressante le aveva prodotto qualche difficoltà, creandole un grande stress psicologico. Pertanto, Paola decise di iniziare un percorso con uno psicoanalista. Dopo alcune sedute, Paola mi disse che il suo psicoanalista le aveva consigliato anche un percorso di ipnosi per recuperare alcune informazioni della sua infanzia che sarebbero potute essere utilissime per affrontare e risolvere i suoi problemi psicologici. L’unico “problema” sarebbe stato il risveglio: secondo quanto dettole dallo psicoanalista sarebbe stata necessaria anche la mia presenza, in quanto per risvegliarsi dallo stato di ipnosi occorreva svegliare bruscamente la paziente (con qualche schiaffetto) o altrimenti, la persona ipnotizzata sarebbe rimasta in questo stato di trance ipnotica fino a che non si fosse addormentata.
Ovviamente, però per la buona riuscita del percorso era necessario che io non fossi presente alla seduta, quindi sarei entrato solo dopo la conclusione della seduta.
Le prime sessioni non crearono problemi atteso che io aspettavo fuori la porta e una volta terminata la seduta entravo, svegliavo Paola e poi rientravamo a casa. Tuttavia, un giorno, mentre attendevo fuori la stanza, lessi su internet che mentre la persona è ipnotizzata non solo fa quanto le viene detto ma non ricorda nulla di quanto fa in quel lasso di tempo.
Incuriosito da queste notizie decisi che l’avrei svegliata una volta giunti a casa. Quella sera, Paola portava un vestitino con calze nere e cosi per verificare la veridicità di quanto letto su internet mentre eravamo in macchia rientrando le dissi di alzarsi un po’ su il vestitino e lei, con mia enorme sorpresa lo fece: la cosa non solo mi stupì notevolmente (perché Paola se fosse stata cosciente non l’avrebbe mai fatto), ma mi eccitò anche tantissimo!!!
Quindi una volta rientrati a casa le dissi di spogliarsi lentamente e di farmi un pompino, che lei, libera da vincoli mentali, fece divinamente: iniziò dall’asta fino alla cappella per poi prenderlo totalmente in bocca fino a farmi sborrare nella sua bocca, anche se, essendo ancora sotto ipnosi non feci in tempo a dirle di ingoiare.
Dopo questa stupenda esperienza, per non destare sospetti in lei decisi di tornare in macchina nei pressi dello studio dell’analista e svegliarla lì, nel frattempo cercavo di immaginare come sfruttare al massimo questa possibilità: far fare alla propria donna tutto quello che si vuole, l’unico problema era che avrei dovuto svegliarla sempre nei pressi dell’ufficio e non sempre avevo tutto il tempo necessario senza che lei si insospettisse.

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