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IN AZIENDA

Vi ricordate della pastiglietta che ho utilizzato con la mia amica romana? No andate a vedere il racconto (ROMA)…..Si, bene, ho avuto l’occasione di usarla ancora.
Era da tempo, un paio d’anni, che in modo discreto tentavo “ l’approccio “ ad una splendida mamma, collega d’azienda. A volte sembrava accettare le mie attenzioni ,a volte mi snobbava, con l’andar del tempo mi sono purtroppo reso conto che il suo atteggiamento era finalizzato a tenermi sulla corda senza nulla concedere, in sintesi ero preso in giro sistematicamente e perché?
La cosa che più mi dava fastidio era che con lei mi ero sempre comportato correttamente e quindi se mi avesse detto/fatto comprendere del suo disinteresse nei miei confronti non avrei fatto una piega e tutto si sarebbe semplicemente risolto.
Ma cosi no, l’essere umano è capace di godere dello stato di superiorità nei confronti d’altri senza tener conto che le cose possono cambiare anche velocemente e chi è “umiliato” può essere davvero vendicativo.
Ora la mia pastiglietta sarebbe stata d’aiuto a raggiungere i miei obiettivi. La mia irritazione nei suoi confronti non sarebbe stata calmata da una scopata. Volevo molto di più.
Per il mio piano dovevo cogliere una situazione che mi desse ampia disponibilità, ma quale?
Mi fece gioco il parcheggio multi piano vicino la nostra azienda dove ambedue parcheggiavamo la nostra auto durante la giornata lavorativa
Ho preso nel tempo nota dei suoi orari d’uscita e di dove abitualmente parcheggiava ed ho aspettato l’occasione propizia.
In un caldissimo giorno d’estate, di quelli che caratterizzano Milano, quando hai l’impressione e non è solo impressione che le scarpe si incollino al marciapiede, per non parlare dei vestiti e del sudore, calai la mia trappola.
Quel giorno “casualmente “ uscii con lei dall’azienda e profittai del caldo afoso per offrirle una bibita nel bar al rialzato del parcheggio.
Non fu difficile farle cadere nella bibita, che le ho portato galantemente al tavolo dove si era accomodata, la pastiglietta che al contatto del liquido si sciolse immediatamente liberando le sue incredibili virtù.
Abbiamo conversato con allegria per almeno un quarto d’ora e poi ci siamo recati alle auto.
A conoscenza degli effetti di quanto da lei ingerito, scrutavo con interesse le sue azioni.
Gli effetti si manifestarono in breve, il suo passo divenne incerto e dovette camminare poggiandosi a me .
Le chiesi se si sentiva bene, mi disse che non stava male, ma le girava la testa .
Per tranquillizzarla le dissi che sicuramente era stata la bibita fredda prima bevuta in unione al tremendo caldo e di non preoccuparsi poiché a breve sarebbe passato tutto.
Con naturalezza l’ho portata presso la mia auto, che avevo strategicamente parcheggiato in un punto facilmente raggiungibile dall’ingresso, ma abbastanza discosto dal continuativo via vai ,e che soprattutto ”non era coperto” dalle telecamere di sicurezza del garage.
Lei non si rese quasi conto di quanto stava avvenendo, aprii la portiera posteriore e dicendole: dietro c’è più spazio e sarai più comoda la feci accomodare.
Ora potevo agire come volevo.
L’effetto pastiglia ora era al suo culmine,come si dice i suoi ormoni giravano a mille e la sua capacità di comprensione era limitata , ma viveva un momento di grande benessere.
Quel giorno era come al solito graziosissima; portava una gonna plissettata blu che le arrivava poco sotto il ginocchio, camicetta bianca da cui si intravedeva un reggiseno altrettanto bianco. Visto il caldo non portava calze od altro ed il suo abbigliamento era completato da scarpe blu con un basso tacco ed una borsa blu, penso di “Armani”.
Lei ha circa 40 anni portati benissimo, bionda, occhi chiari, altezza normale ,belle gambe ed un bel culetto. Penso un po’ scarsa di seno. Viso attraente, direi bello e luminoso come il suo sorriso.
E’ sposata con un dirigente di grado elevato, spesso in trasferta per lavoro ed ha una figlia di 16 anni, molto bella.
Ah dimenticavo: ha una bocca dove volentieri avrei…..Torniamo a noi
Rivedevo in lei gli stessi “sintomi”della mia amica romana: leggero tremolio delle labbra, la fronte imperlata di sudore cosi’ come le mani, ansietà nel parlare e respirare…
Mi sono seduto vicino e lei ha poggiato il capo alla mia spalla, era seduta alla mia sinistra, io ho girato il viso verso di lei che automaticamente ha sollevato il suo viso verso il mio,le nostre bocche si sono trovate alla stessa altezza ed è stata come la fusione di due liquidi.
Le nostre labbra si sono appoggiate e le lingue hanno iniziato una gioiosa danza.
Con discrezione ho attivato la piccola telecamera che avevo preparato in auto. Essa avrebbe ripreso fedelmente gli accadimenti e il suo operato mi sarebbe sicuramente stato utile per il futuro. (l’avevo orientata che non riprendesse il mio volto).
Mi sono tolto la giacca ed ho passato la mano sinistra sopra la sua spalla per tenerla vicino a me e continuando a baciarla,con la mano destra ho cominciato la mia opera di “convincimento”. Prima le ho accarezzato con leggerezza la gamba poi pian piano sono risalito insinuando la mano sotto la gonna e continuando la carezza sino ad arrivare all’interno alto delle cosce. Lei inconsapevolmente ha corrisposto allargando le gambe.
Ero ormai con le dita in corrispondenza della fighetta ed ho cominciato a masturbarla attraverso il tessuto dello slip ,ogni tanto spingevo con le dita lo slip dentro e questo movimento era accompagnato dal un suo mugolio di eccitazione. Spingeva il pube contro le mie dita come volesse di più
Spinsi lo slip,ormai fradicio di umori,di lato ed inserii prima un dito e poi il secondo direttamente in figa. Lei per reazione si strinse ancor più a me infilandomi la lingua ancor più, se possibile, in profondità.
Improvvisamente ho interrotto il mio lavorio di dita, lei sorpresa si è staccata da me guardandomi perplessa. Le dissi: togliti gli slip e dammeli (era la mia prova del 9 ).Titubante mi ha guardato, ma ha obbedito e con un elegante movimento si è chinata facendoli scivolare in fondo le gambe, li ha raccolti e me li ha dati. A questo punto,salvo il disagio logistico ,i sedili della macchina non sono certo come un letto matrimoniale, non vi erano più ostacoli se non si tiene conto che essendo in un parcheggio frequentato……Se qualcuno fosse passato…….
Non dovevo perdere tempo ed inoltre chi comandava ero io; le ho detto: tirami fuori l’uccello (l’approccio diretto è il migliore).
Non fece una piega, mi slacciò il primo ed unico bottone dei pantaloni e poi tirò giù la zip. Il mio uccello stava scoppiando così come era stretto nei boxer e nei pantaloni e non appena liberato scattò come una molla dandomi anche sollievo fisico.
Ero seduto in auto con i pantaloni indossati la camicia aperta sul fondo e l’uccello in versione torre di Pisa che usciva dalla fessura dei boxer. L’ha impugnato e con la sua nervosa e bella mano ha cominciato a segarlo, ma ciò era poco.
Le ho messo la mano sulla testa spingendola verso il basso, non gradiva, ma la mia pressione la costrinse a piegare il capo sul mio cazzo; le sue labbra si sono appoggiate sul pene, ha aperto le labbra e ha imboccato il glande iniziando a succhiare. Arrivava ad un quarto del pene e si risollevava e intanto con la mano continuava a segare.
Troppo facile, sarei venuto troppo in fretta.
Le ho detto continua solo con bocca e lingua e con la mano accarezza le palle. Obbedì e ciò mi permise di “riprendere il controllo del mio orgasmo”.
Ci metteva impegno, ma non era soddisfatto, ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma avrebbe imparato a prenderlo sino in fondo la gola.
Che me ne faccio di una moglie fedele che tradisce se non diventa troia sino all’estremo?
Intanto guardavo in giro nel parcheggio, non si sa mai…
La situazione era delicata e pericolosa, non avevo ancora deciso come chiudere quell’incontro; volevo qualcosa che fosse di valida base di partenza per gli incontri a venire.
Intanto una prima idea, le dissi guarda e le ho fatto indirizzare lo sguardo verso la telecamera. Volevo fosse consapevole che tutto veniva ripreso (chissà se si accorta che il mio viso non veniva inquadrato). Ciò mi sarebbe servito per gli incontri a seguire.
Con le buone e/o le cattive il nostro gioco era cominciato ed ora continuava.
Ho visto il suo sguardo preoccupato, ma non poteva far nulla, con la mano sul capo continuavo a guidarla nel suo splendido pompino. Ero vicino a venire, non potevamo stare li ancora molto, il rischio d’esser visti diventava troppo elevato, ma…ho cambiato idea .
L’ho fatta sollevare, le ho fatto aprire la sua portiera e l’ho fatta scendere all’esterno. Poi mi sono seduto io al suo posto con le gambe rivolte all’esterno e con i piedi ben poggiati per terra.
Sicuramente non capiva quello che volevo fare, ma era molto chiaro per me.
L’ho fatta avvicinare a me e le ho detto: girati di schiena e siediti su me tenendo i piedi poggiati a terra. Si è girata ed io velocemente le ho sollevato il retro della gonna a scoprirle il culo poi l’ho fatta lentamente calare su di me. Infilarle il cazzo in figa è stato un gioco da ragazzi, sia per la semplice posizione sia per quanto era bagnata d’umori. Non è che fosse per me una posizione splendida poiché è il mio uccello era un po’ piegato in avanti, ma il piacere c’era e quel po’ di dolore allungava i tempi dell’orgasmo.
La sua figa era un brodo in cui il mio cazzo impazziva , avrei potuto stare ore in quella situazione,ma non era possibile ed allora le dissi: adesso vai su e giù sul mio uccello fino a farmi venire. Scopami troia voglio venire dentro te.
Era in trance erotica ,stava godendo come non mai e non si rendeva conto di cosa stava facendo e di dove fossimo.
Per un riflesso automatico, forse le accadeva anche con il marito,mi disse attento a non venire dentro.Ed io:cosa? Si non prendo la pillola od altro.
La cosa non mi condizionava anzi mi arrappava ancora di più. Risposi: meglio cosi’godo di più e poi hai solo una figlia e sarebbe il caso di dargli un fratello.
In quel momento decisi che i nostri incontri sarebbero continuati finché non sarebbe rimasta incinta.
Le rimase in silenzio ed io per far ricominciare la nostra scopata le diedi un colpo d’uccello che raggiunse la bocca dell’utero e la fece sobbalzare, da quel momento ricominciò il suo giù e su.
Ho messo le mani sulle sue tette che stringevo attraverso la camicetta, effettivamente erano come pensavo: al massimo una seconda misura(dovevo trovare un modo per fargliele crescere) adesso che ero ben ancorato la mia/nostra scopata poteva volgere velocemente al termine(il rischio di essere visti ormai diventava sempre più alto) Si calo’ per l’ennesima volta sul mio cazzo, questa volta le andai incontro anch’io e stringendola per le tette a me le ho fatto girare il capo ed infilandole la la lingua in bocca sono venuto: 1,2,3 schizzi di sperma dentro lei .
Poi passato qualche secondo, quando ho sentito il mio uccello perdere di splendore, l’ho fatta sollevare uscendo da lei.
Per concludere il servizio le ho fatto pulire con la lingua l’uccello dai residui di sperma e poi rimetterlo a posto nei boxer richiudendo infine i miei pantaloni.
Adesso dovevo concludere l’opera.
Ti è piaciuto vero?Lei non diceva nulla: c’era poco da replicare, era evidente
Hai visto che splendide riprese? Chissà cosa direbbero in giro se si vedessero…
Lei ascoltava e non parlava ,ma capiva benissimo.L’effetto pastiglia stava svanendo ed ora era perfettamente consapevole di quanto successo e di quanto stava avvenendo.
Qualcuno dice che il ferro va battuto finché caldo ed è quello che stavo facendo.
Quando tuo marito e’ via.? Rispose: domani e dopodomani. Bene ,vedi di collocare tua figlia dai nonni che voglio venire a trovarti a casa tua
Sarò da te alle 9 domani sera, ascoltami bene: mi aprirai indossando solo reggicalze nero con calze fume’,senza slip, reggiseno coordinato nero a balconcino e metterai scarpe nere con tacco a spillo di almeno 10 centimetri.
Io non dirò e farò nulla Mi farai entrare, chiuderai la porta, ti metterai in ginocchio e come oggi farai uscire il mio uccello dai pantaloni e inizierai a succhiarlo sino a che non ti dirò cosa fare.
Sono stato chiaro? Lei non rispose. Sono stato chiaro o devo ripeterlo o….? Rispondi. Rispose si.
A domani, risalii in auto e messo in moto andai lasciandola con i suoi pensieri.
Dallo specchietto retrovisore la vidi poi allontanarsi lentamente, barcollando un po’, verso la sua auto.
Avevo fatto una splendida scopata ed avevo con me i suoi slip che portai al mio naso per sentire e poi ricordare i suoi odori.
L sera dopo puntuale alle nove arrivai a casa sua pieni di dubbi. Mi avrebbe aperto? Si sarebbe vestita come ordinato? Si….?
Suonai al citofono, il portone si apri’, presi l’ascensore e giunsi al suo piano (utilizzavo informazioni che già avevo). Suonai il campanello della sua porta. Sorpresa..
Era come la volevo io
I tacchi slanciavano la sua figura ed il reggicalze incorniciava i peli della sua passera che erano un autentico biondo platino .L’insieme era di un erotico pazzesco, il mio lui era già sull’attenti e cominciava ad essere costretto nei pantaloni. La guardai negli occhi, chiuse la porta si inginocchio avanti me, con destrezza a e grazia usci’ il mio uccello e comincio’ a succhiarlo
Finalmente potevo parlare :brava troia hai fatto tutto come ordinato. Vedrai che ti faro’ felice .

In azienda cap 2

Era un piacere vedere come questa bella mamma era impegnata sul mio uccello.
Vedevo il caschetto dei suoi capelli ondeggiare e sentivo la suzione sul glande .Appoggiato alla porta d’ingresso mi godevo questi momenti.
Certo non ero in una comoda posizione,ma per cominciare andava bene;il pompino continuo’ per alcuni minuti ,poi la interruppi’ dicendole:non mi sembra educato che tu non mi faccia vedere l’appartamento,anzi sono proprio curioso di visitarlo.
Lei mi guardo’ e fece per alzarsi, glielo impedii .Dissi mi accompagnerai a quattro zampe,come la cagna che sei,anzi….e le infilai attraverso la testa un collare di cuoio con guinzaglio,di quelli che si usano per i cani, che avevo opportunamente portato con me. Per finezza avevo inserito anche la targhetta con il suo nome.
Cerco’ di reagire sollevandosi, le diedi’ un violento schiaffo sul viso, ricadde in ginocchio e le lacrime scesero dai suoi occhi. Non hai ancora capito,farai solo quello che voglio io, adesso andiamo e stammi davanti.
Le davo gioco con il guinzaglio cosi’ potevo vedere il suo bel culetto ondeggiare e pregustavo di già il seguito.
Non capita tutti i giorni d avere una cagnetta cosi’ figa per le mani.
Compatibilmente con la sua velocità a quattro zampe visitammo l’appartamento arrivando alla stanza che volutamente avevo lasciato per ultima:la sua camera da letto.
Nel frattempo mi ero concesso qualche libertà sculacciandola sulle chiappe per farla procedere piu’ velocemente,ad ogni schiaffo sobbalzava ed io avevo un doppio godere 1-sentire la tonicità del suo culo-2 sentirmi suo proprietario.
Guardai la camera da letto,era la classica camera da letto:un bel letto matrimoniale,i comodini,l’armadio,il como’ con le foto di famiglia tra cui spiccava quella di lei ed il marito fatta nel giorno del matrimonio, l’attiguo bagno.
Bene,si poteva cominciare a giocare veramente.
La feci salire sul letto lasciandola sempre a quattro zampe,anche se adesso, per il contesto, era diventata in posizione alla pecorina.
Mi sono avvicinato a lei ,le tosi il collare,le ho calato gli slip ed ho un po’ giocato con la sua passera,sentivo che si stava bagnando,preso da gentilezza le ho dato alcune belle slinguate.
Sapete quella passera mi piaceva proprio.
Le ho crudelmente infilato l’indice nel buco del culo,ha fatto un salto ,ma rassegnata era a mia disposizione.
Mi sono spogliato e le ho detto: riprendi il pompino ,non aiutarti con le mani e soprattutto leccami bene le palle ed il buco del culo.
Non so se l’aveva mai fatto, ma lo fece. Sentivo la sua lingua leccarmi le palle e scivolare sul buco del culo,.
Lavoro’ a lungo,quando mi sentii soddisfatto le dissi :adesso siediti su di me e scopami,sono stanco e non voglio far fatica.
Si alzo’ si tolse gli slip,si mise in piedi su me calandosi poi piano fino ad imboccare l’uccello con la figa ,un paio di colpetti di assestamento e fui tutto dentro lei.
Comincio’ il suo su e giù ,io me la godevo.
Le feci “cadere “ il reggiseno,effettivamente le sue tette erano piccole( l’idea era applicarle dei bei tiralatte per un periodo e vedere cosa sarebbe successo..)
Catturai con le dita i suoi capezzoli e mentre lei continuava il su movimento le tiravo a me. Era bello vedere i suoi capezzoli che si allungavano o meno secondo il suo movimento di scopata. Non potevo ,ne volevo durare a lungo , stava arrivando il momento della mia prima sborrata.
Le dissi :adesso vai su e giù velocemente fino a farmi venire,quando ti tocco i fianchi fermati che ti voglio riempire bene del mio seme.
Lei mi guardo’ con orrore dicendomi:non ho protezione, non farlo.
Risposi:mi spiace ,sei troppo bella ed io godo solo cosi’.
Vidi lo sconforto nei suoi occhi,ma ad una tirata di capezzoli ripresa il movimento su e giù,su e giù.Bastarono due minuti,le toccai i fianchi,,si fermo’, mi inarcai inserendo il più possibile il mio uccello in lei e venni. Venni spruzzando il mio seme in lei.
Passato il momento l’attirai a me e vincendo le sue resistenze la limonai,anzi limonammo come due innamorati.
Chissà se aveva goduto anche lei.

Fine modulo

In azienda cap 3

Era in mio possesso .Potevo fare di lei quel che volevo.
Pensavo che averla a mia disposizione avrebbe sopito il desiderio di rivalsa nei suoi confronti.
Non era cosi’.
Avevo masticato troppa erba amara e volevo rifarmi con gli interessi e se la mia parte nobile diceva: va bene cosi’ ,non esagerare.
L’altra parte diceva:ancora, ancora e…ancora.
E come ad un golosone a cui viene offerto un nuovo bigne’ alla crema che non può rifiutare , cosi’ mi fu facile cedere alla tentazione ..ancora,ancora e …ancora.
Non volevo dedicare troppo tempo a lei, avevo molti impegni e molte cose più importanti di lei e mi organizzai velocemente.
Prima volevo “chiudere” la conoscenza del suo corpo violandole il suo ,vergine, culo
Mi interessai al suo lato b non perché sia un patito di questa parte.
Sapevo,me lo aveva detto lei, che nessuno lo aveva mai goduto ,nemmeno suo marito che più volte aveva tentato senza successo.
Lei aveva dato una certa disponibilità’ fermandolo poi alle prime avvisaglie di dolore/fastidio..
Lui per il quieto vivere aveva rinunciato di volta in volta fino a desistere completamente.
Come dicevo queste cose me le ha dette lei quando nel corso di una sana scopata le ho infilato un dito nell’ano .Pensando fosse la premessa per una nuova esperienza mi disse:no ,non l’ho mai fatto… cosi’.
Fino a quel momento non era una mia priorità,ma il suo: non l’ho mai fatto ….ha attizzato le mie voglie. Di conseguenza mi sono ripromesso che alla prima utile occasione….
Riuscii a tornare a casa sua una settimana dopo il nostro ultimo incontro approfittando dell’ennesima missione lavorativa del marito.
Certo non fu semplice, non voleva, le dovetti ricordare le foto in mio possesso e le promisi anche che se fosse stata”brava”, a breve, le avrei restituito le prove della sua troiaggine.
Usai proprio questa parola per ricordale che per me era solo una troia, utile solo per soddisfare i miei desideri sessuali.
Indi doveva dare la sua più immediata disponibilità e le ricordai come volevo trovarla vestita.
Quella sera, senza più remore, mi recai a casa sua e mi accolse come “.comandato”.
Devo dire che era davvero una bella femmina che non avrebbe sfigurato su alcuna rivista erotica.
La “ mise”era classica ,ma per me era il massimo.
A salire :scarpe nere con tacco alto, calze nere fini,reggicalze nere,slip nere e reggiseno a balconcino dello stesse colore.
Tutto perfettamente intonato ai suoi occhi azzurri e capelli biondi.
Una novità: smalto rosso alle unghie delle mani.
Ero davvero contento di quello che vedevo.
Entrato in casa la presi di sorpresa e non appena chiuse la porta a chiave, girandosi verso me,l’abbracciai .
Le poggiai una mano sul culo portando a contatto il suo pube al mio uccello (già sull’attenti).
La baciai lingua in bocca costringendola alla partecipazione .
Era un piacere sentire le nostre salive mischiarsi e la sua lingua giocare con la mia e le infilai la mano sinistra nello slip.
Sentivo il morbido pelo della sua femminilità; “scavando” con delicatezza le aprii le labbra della passera facendo poi scivolare un dito su essa . Cominciai un leggero su e giù ad inumidire la sua entrata per poi introdurre un dito in lei.
Certamente non voleva,ma la sua passera gradiva ed in breve fu pronta….
La feci girare di modo che poggiasse il suo culo a me e poi.
Poi a sorpresa le presi la mano,come tra ragazzi, e la condussi in camera da letto.
Il percorso mi era ormai noto e mi eccitava il pensiero di fare sesso sul suo matrimoniale.
La feci distendere lateralmente sul letto e le dissi levati gli slip e allarga le gambe.
In silenzio obbedi’.
Era completamente offerta alle mie voglie. Mi inginocchiai e …le leccai la figa.
Mi piaceva tantissimo e mi piaceva l’idea di avere una figa cosi’ a mia disposizione; continuai a lungo con dita e con lingua .
Succhiai, leccai, giocai in profondità e con la sua clitoride; insomma un lavoro piacevole e completo.
Lei da passiva e silenziosa comincio’ a mugolare e sentendo piacere muoveva il bacino favorendo il mio gioco.
La feci mettere supina con il culo sollevato e …infilai il mio uccello in quel tunnel ormai bagnato sin in eccesso . Il mio su e giù mi dava e le dava piacere .
Il suo splendido culo, incorniciato dal reggicalze, invitava allo stupro e mi”spingeva” alla violenza.
Spostai il reggiseno per lasciare le tette libere e tenendole strette nelle mie mani cominciai una sana ,piacevolissima,scopata.
Riprese a gemere; anche se costretta era partecipante e ben sentiva il mio uccello ed il suo piacere.
In un attimo di razionalità,memore del passato,mi disse:per favore non venirmi dentro,in questa settimana sono nel mio periodo più fertile.
Non le risposi.
Quando la sentii avanti sulla via dell’orgasmo mi fermai.
Presi un cuscino poggiandolo sotto la sua pancia e ricominciai leccarle la figa, ma questa volta la lingua saliva sino al suo buchetto .
Lei non pareva rendersi conto del cambiamento ed io continuai la ma opera aiutandomi anche con un dito che con dolcezza e pazienza riuscii ad infilare nel culetto cominciando l’opera di deflorazione.
Si stava lubrificando con i suoi stessi umori.
Le dissi: girati, fammi un pompino e guardami negli occhi.
Avevo deciso,volevo il suo culo,volevo essere il primo a farlo e volevo farla soffrire, gridare se necessario.
Volevo infilarle il mio uccello con la massima potenza e nelle migliori condizioni.
Si giro’ ed inizio’ a succhiare; era veramente brava ,aveva da insegnare .
Le dissi :aspetta un momento e appoggiai sul mobile a fianco una piccola cinepresa già attivata .
Volevo documentare la sua prima volta.
Accortasi della telecamera mi disse che non voleva…ma furono sufficienti poche parole per farla zittire.
Riprese il suo succhiare e leccare ed in breve fui pronto.
La feci nuovamente mettere alla pecorina e glielo reintrodussi in figa . Le infilai,senza fatica,il dito nel culetto per preparare il percorso.
Reiniziai il mio su e giù . Ogni tanto rallentavo ed uscivo da lei per poi ricominciare.
Volevo fosse ben eccitata per…. Poi glielo appoggiai sulla rosetta.
Fu un attimo una prima leggera pressione per posizionare il glande e poi una violenta spinta a penetrare.
Usai l’intero mio peso per spingere. Non fece in tempo a muoversi ,in un attimo il glande avevo superato l’ingresso ed mio cazzo era dentro il suo culo.
Caccio’ un urlo che zittii portando le mani alla sua bocca.
Poi stetti immobile ad abituarla della nuova presenza in lei.
Gemeva ,il dolore doveva essere grande.
Feci passare alcuni minuti e quando ritenni che lo spazio fosse sufficientemente aperto mi tirai indietro per poi ridiscendere.
Ero incurante del suo dolore e delle sue grida. Anzi erano ulteriore piacere per me.
Per circa 5 minuti continuai il movimento poi l’ho estratto, ho atteso qualche attimo e ho dato una fortissima nuova spinta in lei per reinserirlo.
Ho continuato in questo modo a ben allargare il condotto ed abituarla definitivamente a questa penetrazione.
Anche visivamente si poteva constatare che la “strada” era aperta..
A questo punto non avevo più freni ,ricominciai ad incularla ad un ritmo frenetico,le sue tette ,a cui mi ero perfettamente attaccato,si allungavano e si ritiravano coi tempi dell’inculata
Cercavo di spingere più a fondo che potevo.
Lei si dimenava e gridava, ma non poteva sfuggirmi
Feci scempio del suo culo fino a che in corrispondenza di un suo ennesimo strillo la riempii del mio sperma..
Finalmente avevo sverginato il suo culo.
Tutte le volte che avrei voluto usarlo in futuro avrei potuto farlo senza ostacoli
Mi sentivo i paradiso.
Sono poi uscito lentamente da lei per una bella ripresa da telecamera; si vedeva benissimo il mio uccello ricoperto di filamenti ed il suo allargato buco.
Volevo togliermi un ultimo sfizio e le dissi: adesso puliscimi l’uccello e fammi un bel pompino.
Mi distesi comodamente sul letto e le feci spazio tra le mie gambe perché cominciasse il servizio.
Era bello vederla in ginocchio tra le mie gambe mentre leccava il mio uccello.
La indirizzavo con le mani a leccarmi anche le palle e , con godurioso sollevamento, le facevo leccare anche l’ano.
Sapeva che prima sarei venuto, prima me ne sarei andato,ci volle un po’ di tempo prima che il mio uccello riconquistasse una valida consistenza.
Mi godei i suoi sforzi per almeno mezzora.
“Pronto”, mi misi in pedi a fianco del letto e la feci mettere in ginocchio sul pavimento a continuare il pompino.
Le diedi gli ultimi ordini:prendilo tutto e succhia;quando ti dirò: adesso, smettila di succhiare e tira fuori la lingua di modo che il mi uccello rimanga li appoggiato ,apri la bocca., poi con le mani a coppa tieni le mie palle
Arrivo’ il momento in cui dissi:adesso.
Fece quanto detto..
Diedi un colpo “a sega”al mio uccello e venni.
Venni prima con uno schizzo che le colpi’ la lingua e la bocca,poi indirizzai gli ulteriori schizzi sul suo viso(chiuse gli occhi).
Finito di sborrare le appoggiai l’ uccello sul suo bel viso facendolo scivolare tra guance e labbra .
Mi sembrava di vedere su lei la striscia quasi trasparente degli ultimi residui d sperma e sentivo il mio godimento che aumentava mentre umiliavo in quel modo l’integerrima moglie.
Ma riuscite ad immaginare la scena?
Soddisfatto, mi rivestii e la guardai mentre sconvolta piangeva sommessamente.
Le dissi :ti è piaciuto troia?
Adesso sei proprio una bella troia .
Un consiglio: i pompini li facevi già bene, ora anche il tuo culo è disponibile; fai contento tuo marito,daglielo, sara’ felice del tuo “dono”.
Finito, pensavo già agli sviluppi futuri.
Le dissi: vado ,ci vediamo dopodomani sera, ti faro’ sapere e senza attendere risposta me ne andai.
La lasciai che era ancora in ginocchio.

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