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Succube

By 14 Ottobre 2010Febbraio 17th, 2020No Comments

Lavoro in un’azienda finanziaria che gestisce la contrattualistica nell’ufficio principale per tutte le sedi italiane.
Il mio lavoro è particolarmente delicato, lavoro in una stanza bianca alla digitalizzazione dei documenti, una sorta di data entry con elevate responsabilità, gestisco giornalmente circa un centinaio di contratti, in crescita costante.
Il tutto è particolarmente noioso, il lavoro di data entry non è fatto per esseri umani saccenti e questo fa si che delle due persone fisse che dovrebbero gestire i contratti sono solo io quello fisso.
Le altre persone resistono mediamente 3/4 mesi prima di dare di matto e licenziarsi, io a causa di una famiglia da mantenere sono costretto a restare al mio posto.
Dopo 2 settimane da solo, finalmente arriva una nuova sostituta, la ragazza si chiama Chiara ad una prima occhiata sembra particolarmente assonnata, non mi guarda mai negli occhi mentre le spiego il da farsi e sembra non capire neanche bene come funziona il lavoro, di contro non è neanche una sventola di bellezza da ammirare, molto più bassa di me, 165 circa con un seno semiinvisibile e un culo piatto ma con 2 occhioni da cerbiatta che sono la sola cosa decente del suo fisico.
Solitamente dopo 3 giorni di training on the job tutti riescono a capire il lavoro con questa tizia ne sono occorsi 5… un periodo lunghissimo che mi ha lasciato indietro con il mio lavoro…
E soprattutto il suo essere timida mi da sui nervi, non sopporto le persone che quando ti parlano non ti guardano negli occhi, fatto sta che dopo 2 settimane finalmente è riuscita a lavorare in autonomia e questo mi ha permesso di riallinearmi con il mio lavoro.
Durante la lunga giornata lavorativa non si parla quasi mai e quando provo ad intavolare un discorso risponde soltanto con dei monosillabi alle mie domande… non è per niente di compagnia e se non fosse che divido il lavoro 70/30 mi sembra di essere ancora solo.
Questa storia inizia un giorno per puro caso… mi alzo dalla mia scrivania per andare a prendere un caffè e inavvertitamente faccio cadere dalla sua scrivania un fascio di documenti, guardo i fogli a terra e osservo lei che guarda a terra, sto per chinarmi a raccoglierli scusandomi ma il suo inattivismo mi altera e le dico secco “Raccogli e rimettili in ordine”, mi riprendo immediatamente rendendomi conto che probabilmente ora correrà dal caporeparto per farmi rapporto, invece Chiara si alza, si china sui fogli li raccoglie e li rimette in ordine.
Mi sale il sangue al cervello con una tipa del genere, mi viene voglia di picchiarla, invece le dico “Vammi a prendere un caffè e portamelo sulla scrivania” e mi rimetto seduto.
Lei si muove verso la porta sempre senza guardarmi negli occhi esce e poco dopo torna con il caffè, lo poggia sulla scrivania e rimane li in piedi a guardare per terra come se aspettasse qualche altro ordine.
La faccenda si fa davvero interessante, pensavo di essermi giocato il posto e invece ecco che ho rimediato una succube.
“Allora parlami un pò di te, sei fidanzata, sposata o cosa?” Chiara sempre guardando a terra risponde “No non sono ne fidanzata ne sposata” “Si bella, non è che devo farti tutte le domande una dopo l’altra ti ho chiesto di parlarmi di te, quindi sforzati di dirmi tutto e subito senza tanti fronzoli” la guardo fisso “Vivo sola, mi sono trasferita in città solo da 6 mesi e prima di trovare questo posto ho lavorato in un fast food come cameriera, sono laureata in Economia e Commercio con 94 ho 28 anni ho fatto domanda per lavorare in banca ma ho trovato solo questo lavoro” interessante la ragazza, proprio il massimo della libidine che un uomo sposato possa trovare “Hai preso casa in affitto?” “No abito a casa di alcuni parenti che si sono trasferiti al paese dopo la pensione e mi permettono di stare a casa loro, io gli sistemo casa e loro non mi fanno pagare l’affitto” bingo penso tra me e me…
“Bene, da oggi in poi la tua vita non ti appartiene più, sarà mia, qualsiasi cosa tu voglia fare dovrai chiedermi il permesso, io gestirò tutta la tua vita” Chiara sempre guardando per terra “Si” “Hai soldi? un bancomat? carta di credito?” “Si ho 50 euro nel portafogli e il bancomat non ho la carta di credito” “Bene, allora dammi il bancomat, da oggi in poi se vorrai dei soldi me li dovrai chiedere e dovrai giustificarmi il motivo della tua richiesta” Chiara va alla sua borsetta, prende il bancomat e me lo consegna e mi scrive il codice su un foglietto “Ora vatti a sedere e ricomincia a lavorare, se ti faccio qualche domanda o richiesta dovrai attivarti immediatamente” “Si” si siede alla scrivania e ricomincia a lavorare.
Io intanto rimugino tra me e me davanti al mio computer su cosa fare per farla sentire ancora più succube della mia persona, scoparla sarebbe un’occasione ma è qualcosa che deve accadere con il tempo, non voglio che sia il mio giocattolo sessuale e basta, mi interessa possederla mentalmente, mi vengono diverse idee e così quando spegniamo tutto per andare a casa le dico “Domani vieni in gonna lunga, collant e stivaletti, appena arrivi ti togli i collant inizi a lavorare e mi aspetti” e me ne vado.
Torno a casa dalla mia famiglia pensando che domani sarà il giorno dell’iniziazione, sono molto eccitato e evito di fare sesso con mia moglie per non rovinarmi la festa.
L’indomani appena entro nella stanza la trovo sul computer intenta a inserire dei dati con i collant appoggiati alla scrivania e gli stivaletti a terra sotto i piedini nudi, ha dei piedi molto belli a dispetto del resto del corpo, porta uno smalto rosso acceso. 
La guardo, chiudo la porta dietro di me, la mia eccitazione è al culmine, non ho fatto che pensarci tutta la notte e le mie palle sono piene fino all’orlo “Ogni volta che ti farò mettere i collant ti farai trovare così, e quando entro dovrai alzarti venirmi vicino in ginocchio e farmi una sega, non voglio sentire neanche un buongiorno questa è la tua attività mattutina” 
Si alza mi viene vicino in ginocchio mi slaccia i pantaloni tira fuori il mio cazzo dalle mutande e inizia a segarmi sempre guardando in basso non mi fissa mai negli occhi. 
Purtroppo a me bastano pochi colpi che sento la sborra uscire, la blocco “sdraiati a terra con il sedere appoggiato alle natiche e alzati la gonna” si sdraia guardando il pavimento e aspetta… mi avvicino, mi piego anche io e mi dedico a masturbarmi, pochi gesti al mio cazzo già in procinto di schizzare… le sborro tutto il mio seme sopra la pianta dei piedi, sui talloni e un pò sulle gambe…
una settimana di astinenza e tutti i sogni erotici della notte fanno uscire una quantità enorme di sborra, mi pulisco il cazzo sulle sue dita mi alzo e la guardo così, sottomessa con la mia sborra che le ricopre i piedi, una sensazione di potenza incredibile, resto a fissarla per qualche secondo ancora “Ora alzati, rimettiti i collant e gli stivali oggi porterai tutti il giorno la mia sborra con te, fai attenzione a non sporcare il pavimento” le tiro i collant mentre si gira e la guardo rivestirsi, la mia sborra si vede mischiarsi sui piedi sotto i collant e schiacciarsi sotto la loro pressione, prima di alzarsi si rimette gli stivali e quindi si tira su le calze.
Si rimette alla scrivania senza parlare e ricomincia a lavorare, intanto io immagino l’effetto del mio seme sui suoi piedi e un ghigno appare sulle mie labbra, dopo pochi minuti, le dico di andarmi a prendere un caffè lei si alza, cammina quasi in punta di piedi ma gli stivali la costringono e quindi cerca di camminare normalmente, dopo pochi minuti torna con il caffè “Allora come è andata la passeggiata?” “Bene” “No, così non va voglio che mi descrivi esattamente ogni sensazione” sempre guardando per terra risponde “E’… è come camminare su una melma viscosa, la sento tra le dita sotto i piedi è come se dovessi cadere da un momento all’altro” “Bene, ti dovrai abituare a questa sensazione perché la proverai spesso” sorrido, “Ora rimettiti a lavorare e sbrigati a finire”.
Inizio a farle domande sulla sua famiglia, voglio conoscere tutto di lei, viene fuori che è la quarta figlia di una famiglia numerosa dopo di lei sono nati altri 2 fratelli e lei è l’unica ragazza, doveva quindi passare la giornata a riordinare casa ed aiutare la madre in tutte le faccende domestiche, tirare su i fratelli più piccoli mentre i più grandi se ne approfittavano facendole fare i lavori più ingrati, il tutto condito da un padre autoritario e maschilista, quindi finita l’università era praticamente scappata di casa immediatamente.
Cominciavo a capire meglio la persona che avevo di fronte e il suo essere sottomessa, ogni volta che doveva andare in bagno si alzava veniva vicino alla mia scrivania e mi chiedeva il permesso di andare a fare pipi.
Io le davo 2 mie pratiche e le dicevo che poteva andare solo dopo averle inserite, era una vera pacchia vederla contorcere la bocca dalla necessità e non poterla espletare.
Prima di uscire le dissi che poteva lavarsi prima di andare a letto e che l’indomani doveva presentarsi vestita allo stesso modo.
Il giorno dopo appena entrai non dovetti dire o fare niente, si alzò, venne vicino a me in ginocchio, mi apri i pantaloni e iniziò a segarmi, questa volta visto che mi ero svuotato il giorno prima resistetti diversi minuti mentre lei mi segava prima con una mano poi con l’altra sempre in ginocchio e guardando per terra, questa situazione mi eccitava soprattutto quando le feci un segno e lei si giro per terra come il giorno prima aspettando la mia sborra sui piedi che prontamente le versai, i suoi bellissimi piedini ricoperti di sborra biancastra, un’immagine che mi eccitava ancor più del giorno prima.
Si rimise i collant e si ricompose ma mentre stava per rimettersi alla scrivania la fermai, la spinsi in basso e le misi il cazzo in bocca “Eh no bella mia, oggi non mi sono pulito sui tuoi piedi quindi usa la bocca per ripulirmi l’uccello, non vorrai che mia moglie mi trovi in queste condizioni” si avvicinò e prese il mio cazzo in bocca, si stava afflosciando così non fatico a ripulirmelo bene bene con la lingua girando tutto intorno alla cappella e ingoiando le ultime gocce di sborra fuoriuscite.
”Dove stai di casa?” “Sono qui vicino a 10 minuti in via alessio” “Bene, penso che domani verrò a pranzo da te, quindi stasera vedi di preparare qualche cosa di buono eh eh eh” ghignai.
Non avevo voglia di scoparla ancora dovevo farla sentire quello che era un giocattolo ma il suo lavoro di bocca mi aveva dimostrato che era una che ci sapeva fare veramente, al solito le chiesi di andare a prendermi il caffè. Al ritorno poggio la tazza e iniziò a parlare “La sensazione è terribile mi viene da rigettare al solo pensiero di cosa abbia sotto le calze, non so come faccio a resistere” “Benissimo, vedrai che ti abituerai e quando non lo farò me lo chiederai in ginocchio”.
“Domani avrei bisogno di 30 euro per pagare una bolletta” mi disse subito dopo “Bene” le dissi passandole diverse pratiche “Dopo passo al bancomat e te li prendo, nel frattempo dimmi quanti ragazzi hai avuto” rimase leggermente allibita alle mie domande secche ed inaspettate sempre in piedi davanti alla mia scrivania rispose “4 in tutto, il primo all’università avevo 21 anni ed era una delle poche volte che mio padre mi permetteva di uscire per andare a studiare, lui era molto bello e mi faceva la corte, durante una sessione di studi mi portò al bagno e li persi la verginità” “Ah una sveltina, e brava la chiaretta, racconta!” “Avevo una paura terribile, mi prese per mano e mi portò al bagno dei maschi, entrammo in uno vuoto e si abbasso i pantaloni, io avevo un pò timore gli dissi che per me era la prima volta e vidi il suo cazzo ingrandirsi, meglio mi rispose non mi piacciono quelle che la danno a tutti mi spinse la testa sul suo cazzo e me lo fece leccare per 5 minuti buoni, avevo le mandibole intorpidite, mi fece quindi alzare mi tirò su la maglietta abbassandomi la gonna e le mutande, mentre mi toccava le tette mi penetrò lentamente, non sentii un grande dolore ma la situazione mi infastidiva, mi scopava da dietro mentre mi stringeva le tette e mi diceva parole d’amore, poi iniziò a muoversi più velocemente finché non venne dentro la mia fica senza pensarci, non si preoccupò minimamente di fare venire me, ci rivestimmo e uscimmo dal bagno” “Ah che bravo, ti ha presa come una puttana, e poi? l’hai rivisto?” “No pochi giorni dopo l’esame cambiò corso e non mi cercò più, rimasi molto triste per diverso tempo, mi diceva che mi amava mentre mi scopava e invece niente, per fortuna non rimasi incinta” “E il secondo?” “Durante le vacanze estive mentre ero a casa mia madre mi assegnò il compito di portare il pranzo a mio cugino che guardava le pecore su in collina, ogni giorno partivo salivo la montagna gli preparavo il pranzo su una tovaglia nel prato e aspettavo che finisse, quindi ritiravo tutto e scendevo, un giorno all’inizio di Agosto mentre stavo rimettendo il piatto nel cesto mi prese per i fianchi, mi alzò la gonna tirandomi giù le mutande e iniziò a scoparmi in fica tenendomi a 4 zampe mi faceva male ma non si preoccupava di niente, io cercavo di divincolarmi e farlo uscire ma era troppo più forte di me ad un certo punto dovetti lasciarlo fare per non sentire ancora più dolore, continuò per qualche minuto a scoparmi dentro e fuori finché non uscì di scatto e sborso per terra, mi disse che ero meglio delle pecore e che da quel giorno in poi mi avrebbe preso tutti i giorni dopo pranzo e di prepararmi perché non voleva sentirmi ribellare ancora, presi i resti del pranzo e piangendo tornai a casa, non sapevo che fare se dirlo o meno a mia madre, mio padre mi avrebbe riempito di botte se lo avesse saputo e così tacqui, ma per paura di rimanere incinta da quel giorno iniziai a prendere la pillola.
Per tutto il mese mio cugino subito dopo pranzo mi faceva mettere a quattro zampe e mi possedeva la fica, io non mi ribellavo più avevo capito che così veniva prima, mi scopava senza parlare e quando finiva veniva sul prato, io mi rialzavo prendevo la mia roba e tornavo a casa, non mi toccava e non mi diceva alcuna parola d’amore, per tutto il mese che mi scopò in questo modo non venni mai neanche una volta.”  
”Hai capito il cuginetto… niente male, ti aveva scambiato per una delle sue pecore ah ah ah ” risi, si stava facendo tardi e le pratiche erano ancora tante, “Continuiamo dopo, vai a lavorare ora e sbrigati”
All’ora di pranzo scesi per andare al solito ristorante e di ritorno mi fermai a prelevarle 30 euro.
Tornando in ufficio la trovai intenta a lavorare, lei pranzava alla sua scrivania portandosi il pranzo da casa.
Le passai vicino e le misi i soldi nella scollatura della maglietta, ebbe un piccolo brivido sentendo la mia mano insinuarsi dentro la sua scollatura, “Ricordati di preparare il pranzo per domani” le dissi e tornai alla mia scrivania.
Il lavoro continuo fino alle 16 quando alzai lo sguardo e la incalzai “E’ ora del caffé!”, si alzo subito e partì in direzione del bar.
Torno dopo qualche minuto, la fissai senza dire niente e lei iniziò a parlare “Ora la sensazione è ancora più fastidiosa, è come camminare su un chewing gum appiccicato ai piedi, sento i collant tutti appiccicosi”, “Bene, continua a raccontarmi cosa è successo dopo con tuo cugino”.
“Alla fine del mese mio cugino è partito per il militare e quindi hanno preso un pastore per curare le pecore, e io non sono più dovuta salire”.
”E il terzo? chi è stato il terzo?” “A 23 anni sono andata a stare da mia zia per aiutarla in casa, era molto vecchia e non poteva essere lasciata da sola, il figlio era dovuto partire per lavoro e quindi avevano chiesto a mio padre se potevano mandare me per 3 settimane ad accudirla, mia zia non si muoveva molto, stava sempre a letto o al divano, quindi le facevo da badante, le preparavo da mangiare e l’aiutavo a lavarsi. Un suo amico passava a salutarla e a sincerarsi del suo stato di salute di tanto in tanto, era un signore anziano sulla sessantina.
La prima settimana è passato una sola volta ma dopo che mi ha conosciuto dalla settimana successiva ha iniziato a venire più spesso, quasi tutti i giorni, e si fermava a tenerle compagnia mentre io spicciavo casa, finché lei non si addormentava, quindi passava da me e iniziava a parlare del più e del meno e a farmi molti complimenti. Verso la fine della settimana eravamo diventati molto intimi, mi aveva raccontato di essere rimasto vedovo da ormai 15 anni e che da allora non aveva più avuto una donna, ma la mia giovinezza gli aveva fatto riscoprire la gioia, il sabato mentre ero impegnata a stirare è venuto dietro di me e mi ha messo le mani sui fianchi, io mi sono presa un bello spavento e mi sono girata per vedere chi era, lui ne ha approfittato per darmi un bacio in bocca, io non volevo ma mi ha intimato di fare silenzio, perché la zia dormiva e non era il caso di svegliarla, mi stringeva forte e mi baciava in bocca mi ha fatto girare e mi ha detto che se non lo avessi accontentato non sarebbe più passato a trovare la zia e l’avrebbe lasciata sola, intanto mi palpava i seni sotto la maglietta. Io non sapevo che fare, ero schifata e atterrita da un vecchio ma anche dispiaciuta per la zia. Intanto mi aveva sfilato la maglietta e slacciato il reggiseno, mi ha fatto stendere sull’asse da stiro e mentre mi toccava un seno con l’altra mano mi ha abbassato gli slip e messo 3 dita dentro e le muoveva su e giù, non so cosa mi è successo ma ho avuto il primo orgasmo della mia vita, e mi sono accasciata sull’asse, lui tutto soddisfatto ha estratto le dita e mi ha penetrata con il suo cazzo ha iniziato a scoparmi così, non per molto fino a che non mi è venuto dentro senza neanche sincerarsi che prendessi la pillola.
Poi si è rivestito, mi ha dato un bacio in bocca e mi ha detto che ci saremmo rivisti l’indomani” “ah ah ah ti ha fatto la festa il nonnetto dai continua a raccontare” “Dal giorno dopo passava tutte le mattine, aspettava che la zia si addormentava e poi veniva da me, senza neanche più parlarmi, mi spogliava mentre mi baciava in bocca, quindi mi faceva piegare e mi penetrava con le dita fino a farmi venire e solo si abbassava i pantaloni, e voleva che lo toccassi un pò per farglielo diventare duro, dopo mi metteva con le mani sul divanon e faceva i suoi comodi scopandomi nella fica e mi veniva dentro. Il sabato l’ultimo giorno prima di ripartire volle che lo facessi venire con la bocca e ingoiassi tutto il suo seme, si sedette sul divano e mi mise in ginocchio davanti a lui dicendomi che quello che mi avevo svuotato nella fica e quello che avrei ingoiato avrabbero stretto amicizia nell’intestino, mi prese la testa e la portò sul suo cazzo, ritmando il mio movimento con le mani, io non potevo far altro che aprire la bocca e succhiarglielo fino a che non mi esplose tutto il suo seme, era la prima volta che facevo una cosa del genere e non sapevo come comportarmi, ma lui mi tenne la testa attaccata al cazzo finché non ingoiai tutto, ma non fu ancora soddisfatto, mi tenne il suo cazzo in bocca intimandomi di continuare a leccarglielo finché non divenne piccolo piccolo a quel punto si rivesti e se ne andò” “Lo hai più rivisto?” “No non ho avuto più occasione di andare da zia dopo quella volta” “Bene rimettiti a lavorare ora”.
Andò alla sua scrivania e riprese a lavorare, ci salutammo verso le 18 e io già mi pregustavo il delizioso pranzetto del giorno dopo.
L’indomani arrivo in ufficio e lei è già pronta con i collant sfilati e le scarpe basse a terra sotto i piedi.
La guardo, si alza si inginocchia davanti a me e dopo avermi slacciato i pantaloni inizia subito il suo lavoro di mano, mi godo la sega con estasi e quando sento di star per venire lei si abbassa porgendomi i piedi ma quest’oggi ho voglia di cambiare “Vieni qui, visto che a pranzo saremo insieme non voglio che ti sporchi i collant, apri la bocca e ingoia tutto” lei arrandevole si rimette in ginocchio apre la bocca e inizia a succhiarlo, sto per esplodere le blocco la testa con il cazzo tutto dentro e mi svuoto completamente nella sua bocca lei ingoia tutto senza fiatare, io continuo a tenere il mio cazzo ben saldo dentro la sua gola e riprendo a muoverlo “Pulisci bene!” le intimo e lei tira fuori la lingua e inizia a pulirlo punto per punto fino a togliere e ingoiare tutte le tracce di sperma.
“Bene, a pranzo uscirai 10 minuti prima di me, arrivata a casa ti spoglierai completamente nuda e mi aspetterai così, e da domani voglio una copia delle chiavi per venire da te quando ne ho voglia!” abbasso la testa si rivesti e torno al suo lavoro alla scrivania… Il tempo sembrava non passare mai quel giorno, ero piuttosto distratto dal pensiero di cosa avrei fatto quando sarei stato da lei, ma finalmente arrivò l’orario per la pausa pranzo.
Lei come da programma usci 10 minuti prima di me e io con tutta calma presi le mie cose e mi avviai verso casa sua.
Suonai al citofono, si apri senza che nessuno rispondesse, salii le scale fino al primo piano e arrivato al pianerottolo vidi che la porta era socchiusa, entrai.
Chiusi l’uscio dietro di me la trovai ferma in piedi, in quel che si potrebbe dire un soggiorno, nuda.
Era la prima volta che la vedevo così, non era certo una grande bellezza, il seno anche così non era molto evidente, una seconda scarsa, la fica era piuttosto pelosa e poco curata, la piancia perlomeno era piatta.
“Girati!” si volto e mi potei gustare il suo culo, piatto come avevo già notato niente di particolarmente eccitante, in generale era una persona piatta come le sue curve, per niente attraente se non fosse per quei grossi occhioni.
”Hai preparato da mangiare?” “Si, è tutto qui sul tavolo” aveva preparato rigatoni al pesto e dell’insalata con una fetta di pane vicino e aveva apparecchiato per due. Mi diressi verso la tavola, lei mi segui, fece per sedersi ma io presi il suo piatto e lo posai per terra “Tu mangi li!” mi sedetti e la guardai, si mise accucciata per terra per poter mangiare con la bocca, un sorriso beffardo pieno di soddisfazione apparve sulle mie labbra.
Mentre mangiavo la guardavo intenta a raccogliere un rigatone alla volta e i miei istinti gridavano di gioia da dentro i pantaloni, ad un certo punto alzò lo sguardo “Posso avere dell’acqua?” “Certamente” riempii il bicchiere e lo poggiai a terra, lei mi guardò con aria dubbiosa “Si devi bere così, lecca l’acqua come fanno gli animali, e domani comprati una bella ciotola così sarà più facile” sorrisi ancora vedendola bere con la lingua a piccole leccate.
Finito il pranzo, mi girai verso di lei e la guardai aveva tutte le labbra e una parte delle guance ricoperte di pesto verde, mi veniva da ridere… ma mi trattenni “Sparecchia tutto e vai a lavare faccia e denti!” si anzò e senza dire niente raccolse il suo piatto e il bicchiere e sparecchio la tavola, io mi guardavo la scena di una ragazza nuda che gira per casa con dei piatti in mano ed ero sempre più eccitato, ma non avevo proprio voglia di scoparla, non mi eccitava il suo fisico, mi eccitava la situazione e poi se l’avessi scopata l’avrai fatta sentire donna e non era proprio ciò che avevo in mente.
Dopo essersi lavata tornò e si fermo vicino al divano dove intanto mi ero seduto “Manca il quarto, chi è stato ad avere il coraggio di prenderti?” le dissi con un tono di disgusto.
Lei senza provare a sedersi inizio a raccontare “Lo scorso anno dopo la laurea mi sono trasferita qui in città, stavo cercando lavoro e nel frattempo mi dedicavo a lavori saltuari che mi permettessero di pagare l’affitto e di vivere, trovai un lavoro in un fornaio in sostituzione di una ragazza che aveva avuto in piccolo incidente come addetta alle vendite” “Commessa vuoi dire?” la interruppi con un sorrisino ironico.
“Si” “Allora chiamalo con il suo nome!” “Mi occupavo del banco del pane, attaccavo alle 6 dovevo preparare il banco con il pane e durante il giorno servire i clienti” “Ah avevi trovato il lavoro adatto a te!!” senza rispondere continuò a parlare “A quell’ora eravamo solo in 3, io il fornaio un uomo scontroso e grasso che preparava pane e pizza e il pasticcere una persona simpatica sempre allegra, gli altri arrivavano verso le 8. Per fortuna alle 14 finivo di lavorare e potevo tornare a casa. Durante il primo periodo tutto procedette senza problemi, il lavoro era pesante ma dopo aperto passava in fretta e mi permetteva di cercare altre cose da fare. Una mattina però il fornaio mi chiese di andare a prendere dei barattoli di pelati nel magazzino al piano inferiore, io mi diressi subito giù e andai a cercarli, quando stavo per risalire lo trovai in fondo alle scale che mi guardava con quella sua aria acciliata, mi fermai senza sapere cosa fare o dire avevo tre barattoli grandi impilati in mano, lui mi guardo e senza dire niente mi mise una mano tra le gambe, ebbi un sussulto e mi caddero i barattoli per terra, mi mise una mano in bocca mentre l’altra mi toccava le mutandine e mi spinse verso il muro intimandomi di stare zitta, scostò gli slip e mi mise un dito dentro la fica, io ero terrorizzata non sapevo che fare, lui continuava a muovere quel dito schifoso dentro la mia fica, lo muoveva su e giù e in modo circolare, non mi faceva male ma mi faceva schifo, ad un certo punto tolse la mano dalla bocca e mi bacio con la lingua, aveva un alito pesante mi constrinse a baciarlo per diverso tempo sempre con il dito dentro tanto che ad un certo punto venni, lui mi senti genere di piacere e sorrise, tolse il dito si slaccio i pantaloni tirò fuori il cazzo, io avevo paura, non era lungo ma era largo, non volevo farlo ma mi spinse in ginocchio e mi costrinse ad aprire la bocca e prenderlo tutto dentro, con le mani mi bloccava la testa e muoveva il bacino avanti e indietro scopandomi la bocca io non riuscivo a divincolarmi e avevo paura quindi non mi muovevo tenevo solo aperta la bocca stretta sul suo cazzo, continuò a scoparmi così per almeno una decina di minuti finché senza avvertirtmi iniziò a venirmi in gola non mi permise di uscire e quindi continuando a muovere il suo cazzo nella mia bocca dovetti ingoiare tutto il suo schifoso seme, appena ebbe finito si scostò e mi lasciò la testa, si tirò su i pantaloni e mi disse Brava avremo un ottimo feeling io e te e se ne andò di sopra, io piansi per un pò, mi lavai la faccia nel lavandino ripresi i barattoli e li portai su. Da quel giorno quando aveva voglia mi chiamava e mi mandava sotto, io scendevo, lo aspettavo e lui quando arrivava iniziava a baciarmi in bocca mentre si slacciava i pantaloni poi mi giravo, mi appoggiavo con le mani ad uno scaffale lui mi tirava su la gonna e senza neanche togliermi gli slip mi penetrava, infilandomi tutto il suo cazzo nella fica e iniziava a scoparmi lentamente, poi man mano aumentava il ritmo mi prendeva per i fianchi e mi spingeva il suo cazzo dentro e fuori, continuando fino a quando sentiva che stava per venire, allora usciva mi girava e mi faceva inginocchiare e mi apriva la bocca, mi penetrava e tenendomi la testa con le mani continuava a scoparmi, come la prima volta finché non mi riempiva la gola del suo seme, io ingoiavo tutto e quindi lui si rivestiva e se ne andava.
Dopo il primo giorno non mi ha più toccata con le dita e io non ho provato più alcun piacere, lui mi scopava e basta e mi veniva in bocca.
Sono stata il per un paio di mesi e lui mi ha scopato almeno 2 volte a settimana, poi l’ultimo giorno sapendo che sarei andata via, mi ha fatto spogliare nuda e ha voluto scoparmi per terra mettendosi sopra di me, lui era grasso e pesava mi sentivo schiacciata ma non se ne avvedeva e non ascoltava le mie suppliche, mi ha scopata fortunatamente per poco tempo facendo uscire il suo cazzo completamente e poi rientrando di colpo nella mia fica senza ritegno, poi quando stava per venire si è alzato sulle braccia sempre con il suo cazzo dentro mi ha guardato in faccia e mi ha detto, adesso ti ingravido troietta così ti ricorderai di me, la mia espressione è diventata di terrore e lui mi ha messo la sua lingua in bocca e ha cominciato a spingere forte il suo cazzo dentro di me finché ho sentito tutto il suo seme caldo riempirmi la fica mentre mi alitava tutta la sua goduria in bocca.
Finito si è alzato, mi ha preso le gambe e le ha tenute larghe e alte con le sue mani, così il mio seme scende meglio troietta e rideva, e rideva mentre io ero ancora a terra tutta scombussolata per il trattamento subito, poi mi ha fatto rivestire e siamo saliti insieme mentre mi metteva una mano sul culo.”
“Ah però, insomma ti piace proprio farti sbattere per bene eh!! Ormai è quasi ora di rientrare quindi apri la bocca e inizia a succhiarmi il cazzo che ho voglia di svuotarmi” Si mise in ginocchio davanti al divano e tirò fuori il mio cazzo, iniziò a leccarlo con la bocca mentre mi segava velocemente con la mano, sperava forse che le venissi in bocca, ma non era quella la mia idea oggi, quando sentii che stavo per sborrare, la bloccai “Eh no visto che stamattina non hai avuto la tua dose di crema, la prendi ora, sdraiati sul divano a faccia in su” si distese e io sopra di lei iniziai a segarmi e le sborrai tutto il mio seme sulle tette, poi mi spostai e glielò misi in bocca “Ora pulisci bene poi ti metti il reggiseno e oggi porti la mia sborra proprio vicino al tuo cuore per tutto il giorno!!” vidi una piccola lacrima scendere sulla guancia mentre mi ripuliva il cazzo con la lingua, ero soddisfatto.
Prima di uscire di casa me la gustai mentre di metteva il reggiseno a coprire il poco seno e la tanta sborra che lo ricopriva, rientrammo insieme in ufficio, e lei per tutto il viaggio non alzò mai lo sguardo da terra.

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