Skip to main content
Racconti di Dominazione

Eva…

By 27 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Eva abita proprio nell’appartamento sotto il mio.
E’ una ragazza molto carina, alta, bionda occhi chiari, la preferirei un pochino più cicciotella di com’ &egrave, ma non &egrave un problema, tanto non &egrave la mia ragazza, ma di un tizio che da quello che ho capito, passa le serate a giocare alla Play Station.
La vedo la mattina quando usciamo e la sera quando rientriamo, probabilmente fa il mio stesso lavoro, ma non sono sicuro, oltre buongiorno e ciao, non ci siamo mai detti nulla.
Eva &egrave più che carina, ma ha quel qualcosa che non saprei descrivere, di solito delle ragazze come lei, m’ innamoro immediatamente, il loro viso, il loro corpo, lei ha le carte in regola per farmi innamorare, ma non ho mai sentito quel istinto di abbracciarla, baciarla, coccolarla, quella sensazione che sale ogni volta che vedo una ragazza della quale mi innamoro, ad Eva più che altro la sbatterei al muro e la scoperei abbassandole le mutandine ed alzandole la gonna, senza preliminari, senza coinvolgimento emotivo, tenendole la bocca chiusa con la mano per non farla gridare e venendole dentro senza chiederle il permesso.
Una sera verso le 20, nell’attesa dell’ascensore sento chiamarmi. ‘scusa’.scusami, mi puoi aspettare? Prendo la posta ed arrivo!’
Mi volto e la vedo, normale, niente di più normale, soltanto che ha sempre quel qualcosa di provocante che mi fa salire voglie assurde, ad esempio metterla in ginocchio mentre con le mani dietro la schiena, lacrima soffocandosi con tutto il mio pene in bocca.
‘Vai al quarto?’ le dico.
‘Tu come lo sai?’ mi risponde,
‘Sento la play del tuo ragazzo fino a notte inoltrata’.certo &egrave un bel cretino a giocare come un bambino piuttosto che stare con te’
Lei si sente offesa, si volta e mi dice di farmi gli affari miei, ma lo dice con un tono di vittimismo, come se effettivamente la mia affermazione non fosse del tutto errata.
Non so che mi prende, forse il pensiero di abusare della sua bocca avuto pochi minuti fa, fatto sta che istintivamente la spingo contro la parete dell’ascensore tenendole fermo il collo e con forza le metto l’altra mano in mezzo alle gambe premendo forte all’altezza del clitoride e incattivito ed eccitato le dico:
‘non ti azzardare a rispondermi così, con una come te, si dovrebbero passare intere giornate a scopare e se adesso non stai zitta ti infilo un dito dentro senza nemmeno toglierti i pantaloni’
Allento la presa e vedo la sua faccia sconvolta, sconvolta dalla brutalità, dal fatto che non se l’aspettava, sconvolta anche dall’eccitazione di essere stata trattata da un estraneo come una cagna, ne più ne meno.
L’ascensore si ferma, la guardo e le faccio con aria infastidita”scendi &egrave il quarto’.
Tremante mi passa davanti e se ne va.
Passano una decina di giorni e la incontro di nuovo.
‘E’ un po’ che non sento la Play Station, il tuo ragazzo ti ha lasciata per una X Box?’
La domanda sarcastica la fa sorridere e mi spiega che non si vedono più, che lui vuole una pausa di riflessione e tutte le cavolate che si dicono quando non si ha più voglia di stare con una persona.
Mi viene un pensiero, apro la busta della mia spesa, prendo un pacchetto e le dico:
‘salgo, mi faccio una doccia, &egrave carne, fammela al sangue, ci vediamo tra mezz’ora!’.
Lei rimane quasi basita, prende la carne, e borbotta qualcosa, ma la interrompo immediatamente ribadendole che la carne mi piace al sangue.
Aspettiamo l’ascensore e non ci diciamo una parola.
Passano quaranta minuti, scendo da lei con una bottiglia di vino ‘non so se questo vino ti piace, ma a me si e quindi’..’
Trovo tutto apparecchiato, la casa &egrave carina, ma non c’&egrave niente di speciale, proprio come in lei, carina ma niente di più.
‘vado a lavarmi le mani, dov’&egrave il bagno?’
Mi spiega dov’&egrave il bagno e vado verso la porta, poi mi fermo, mi giro e con forza l’attiro verso di me.
‘io stasera voglio scoparti, tu hai accettato perché sai che voglio scoparti e perché infondo dentro di te non aspetti altro, quindi per fare in fretta fammi un favore, mettiti a tavola con una gonna e con una maglietta scollata, senza reggiseno e lascia uscire bene i seni dalla scollatura perch&egrave voglio vederti mangiare così’.
Quando esco dal bagno e torno nella sala da pranzo la trovo seduta sulla sua sedia, con i seni fuori, mentre aspetta docile che io mi sieda.
Mangiamo con una strana disinvoltura, lei &egrave in imbarazzo, ma io faccio finta che tutto sia normale, Le chiedo che lavoro fa, che studi ha fatto, insomma la classica conversazione che si fa quando ci si conosce e poi le spiego che &egrave una di quelle ragazze, indubbiamente belle, ma normali, che fanno salire la voglia di scopare ma niente più, quindi finita la carne e bevuto un po’ di vino mi alzo.
‘dove vai?’ mi chiede intimorita.
‘dove sono i tovaglioli’ le rispondo io.
‘Ce l’hai il tovagliolo, perché ne voi un altro?’
Non rispondo subito, trovo il tovagliolo, faccio il giro dietro di lei e finalmente le rispondo:
‘Perché voglio bendarti’ e passandolo davanti a quegli occhi azzurri la metto in condizione di non vedere assolutamente nulla.
‘Sai Eva, quando a noi esseri umani, viene meno un senso, sviluppiamo le peculiarità degli altri quattro, accentuandone la percezione, il tatto può diventare una carezza più piacevole del solito, ma anche un piccolo dolore mai sentito prima, l’olfatto ci fa apprezzare ancora di più le fragranze, comprese quelle della così detta ‘pioggia dorata’, che in un’altra circostanza avremmo squallidamente chiamato pipì, ma che merita molto di più di quello che noi crediamo che sia, l’udito acquisisce una fondamentale importanza, ci permette di rimanere in equilibrio e di capire dove andare, ed il gusto’.prova ad immaginare a quanto potrebbe essere affascinante assaggiare qualcosa che per colpa del suo aspetto o della sua provenienza rappresenta una cosa negativa.
Sento Eva sospirare, la prendo per una mano e la porto verso il divano.
La metto in piedi davanti a me, la giro di spalle e le tiro su la gonna.
La sento quasi tremolante, ma mi lascia fare.
La prima cosa che faccio &egrave sentire il suo odore, dice molto più l’odore delle parti intime di quanto non possa dire una serata assieme e sento che lei sa di femmina. Quel tipo di femmina che più viene trattata male, più prova piacere e quindi, senza dirle nulla, inizio a penetrarla con due dita, tanto per bagnarle e per poter approfittare anche del suo culetto bianco e sodo.
Geme leggermente, soprattutto quando indice e medio la penetrano dietro, e cercano di toccarsi con l’anulare e il mignolo che sono contemporaneamente nella sua vagina.
Geme leggermente ad ogni movimento e ad ogni movimento sento che la sua soffice patatina si allarga, facendo uscire liquido bianco e schiumoso che non posso fare a meno di mangiare ed ingoiare.
Lasciandole le dita dentro la faccio scendere leggermente mettendola in ginocchio, e dicendole:
‘Ti spingerò con la mano che hai dentro quando vorrò che cammini e di sposterò la testa tirando i capelli quando vorrò che cambierai direzione’.
Come ad uno di quei piccoli pony che sono nei parchi, la comando con una spinta della mano che la sta penetrando.
Lei immediatamente inizia ad andare avanti e tirandole i capelli verso destra la dirigo al tavolo.
Il movimento e l’andamento delle gambe, accarezza di più le dita che sono dentro di lei a tal punto che devo fermarla un attimo per non sprecare la bianca schiuma che le esce dalle grandi labbra. La spingo di nuovo, altri quattro passi carponi e finalmente siamo arrivati.
Le lascio i capelli e prendo la bottiglia del vino che &egrave sul tavolo.
Non era vero che quel vino a me piacesse come le avevo detto, ma dal momento in cui vidi la bottiglia nello scaffale del supermercato, pensai che sarebbe stata bene infilata dentro il corpo di una bella ragazza e quale migliore occasione per constatare la riflessione?
Riempii i bicchieri, lasciando neanche un dito nella bottiglia, poi portai il collo della bottiglia vicino il suo naso e le dissi ‘Vediamo se i tuoi sensi sono migliorati’cos’ &egrave questo?’
‘Vino’ rispose lei con una voce vinta dal piacere.
‘brava Eva, bravissima, l’olfatto ha fatto progressi, adesso vediamo il tatto’.
Lascio scorrere la bottiglia su tutta la sua schiena, la vedo provare un brivido, vedo la pelle incresparsi, e vedo la testa andare indietro. Quando la faccio arrivare all’altezza delle dita che la stanno possedendo le faccio:
‘dove la vuoi?…davanti o di dietro?….fighetta o culetto?
‘Ti prego, dietro no, mi farà male’..’ con tono misto tra chi spera di essere violata e chi ha paura.
‘Piccola Eva, lo sai meglio di me che non servono le preghiere, come sai meglio di me dove andrà a finire questa bottiglia.’
Infatti tolgo le dita, le lecco per bene tutto il sedere ed infilo la bottiglia dentro.
La mando giù per qualche centimetro, la sento lamentarsi a denti stretti, poi ancora più giù, e più giù, fino a rendermi conto di aver leggermente esagerato, ma non &egrave un problema, credo che in fin dei conti non ci sia nulla di male nel farla soffrire, così assesto un ultimo colpetto e inizio a ruotarla dentro.
Eva emette dei gridolini, inizialmente, piano poi più forti, così mi costringe a tirarle i capelli e dirle di stare zitta.
‘Zitta, se per te questo &egrave sentire dolore non capisci un cazzo del dolore’ e le do uno schiaffo sulla natica, uno schiaffo secco che lascia il segno delle dita.
‘Vado un attimo di la, tu continua a tenerti la bottiglia dentro’.
Non fa un fiato, la mano prende la bottiglia e la continua a ruotare.
Torno quasi subito, in mano ho qualcosa ma lei non lo sa, non può vederlo.
La chiamo e lei si volta verso di me,
‘Hai visto che anche il tuo udito &egrave migliorato, ora hai i tuoi sensi sviluppati, ma dobbiamo testare le papille gustative’..vieni verso di me’
Nell’avvicinarsi urta ad una sedia e mi costringe ad approfittare del lungo cucchiaio di legno che ho appena preso.
La colpisco forte sul sedere e lei fa un balzo ‘Zitta, e vieni, ma fai attenzione’
Mi arriva davanti &egrave carponi, a quel punto abbasso la zip dei pantaloni.
Il rumore lo percepisce immediatamente e muove leggermente le orecchie, come quando i cani sentono un fischio e si mettono sull’attenti.
Tiro fuori il mio pene, gonfio ma ancora morbido, liscio e carnoso e le dico ‘avvicinati, avvicina il naso e dimmi che senti’
Fa tutto quello che gli dico, si avvicina e.. ‘sento l’odore del tuo’.del tuo’.’
Del mio cazzo le dico io.
‘si, del tuo cazzo”
‘assaggialo Eva!’
La sua bocca si avvicina, lo alzo un pochino e lo poggio sul suo viso, lei prende un respiro, le piace, lo annusa muovendo in continuazione la bottiglia che ha nell’ano.
‘Bacialo, assaggialo’
Eva avvicina le labbra, inizia a baciarlo, timidamente tira fuori la lingua, io mi eccito e si indurisce ancora, poi con le labbra cerca l’estremità e quando la trova apre la bocca lasciandolo entrare.
Il mio prepuzio &egrave ancora nella carne, lei se ne accorge e morde la pelle dolcemente. Avvicina una mano per prenderlo, ma la fustigo di nuovo sul sedere, rimane perplessa ma non lascia uscire dalla bocca e continua a succhiarlo come fosse il dolce più buono del mondo.
Tiro indietro la mia testa e mi lascio andare.
Eva sente, intuisce qualcosa, in un istante il mio pene si ammorbidisce, perde quella virilità, Eva non capisce che succede, perché succede, ma l’istante dopo &egrave più chiaro, nitido, anzi limpido, come la pipì che le lascio scorrerete nella bocca.
Ne esce un pochino dai bordi della bocca.
‘Ingoiala Eva, piano piano, non ci corre dietro nessuno, ingoiala’.
Deglutisce la prima pipì, quella più intensa, lascio uscirne altra e poi altra ancora, nella sua bocca che avvolte non fa in tempo a mandarla giù.
‘Ti piace la pipì Eva?’
Non mi risponde ma fa si con la testa mentre concentrata cerca di non perdersene nemmeno una goccia.
Quando ho finito la vedo sorridere, mi abbasso la bacio sulle labbra e la riporto sul divano.
Sul divano la lascio rilassare, le tolgo la bottiglia che ormai aveva reso il suo sedere un cuneo largo dove avrei potuto far entrare senza nessuna difficoltà una saporita albicocca e vista l’idea &egrave quello che faccio.
Prendo dal cesto della frutta un’albicocca, la più grande di tutte, la infilo li dentro ed inizio a morderla ed a mangiarla.
‘Brava Eva, sei sempre più brava e visto che mi trovo bene la prossima volta invitiamo qualche mio amico”sai ho parecchi amici in palestra e sono tutti più grandi di me”Che farebbero tre o quattro uomini maturi ad un corpicino come il tuo? Probabilmente lo sevizierebbero e se lo godrebbero ore ed ore, berresti tanta pipì da dover rimanere in bagno tre giorni per rifarla tutta, ti metterebbero oggetti nel sedere, nella fica e perché no, magari ti picchierebbero sfogando le loro frustrazioni sul tuo splendido corpo, ti porterebbero a spasso costringendoti ad ingoiare sperma raccolto dai profilattici trovati a terra nei piazzali dove ci sono le prostitute, ti farebbero andare a chiedere informazioni ai vigili con dentro al corpo gli oggetti più impensabili’..’
Mentre racconto queste cose la masturbo e la sento morire di piacere.
‘Ti piacerebbe essere trattata così?’
Gemendo risponde di Si.
&egrave arrivato il momento di fare sesso, io sono seduto, lei viene su di me e siamo faccia a faccia.
Lei &egrave ancora bendata e lascia che il mio pene la penetri.
Inizia ad ondulare su e giù e io continuo con la descrizione delle sue sevizie.
‘Sai che farebbero i miei amici?’
Presa dall’eccitazione sembra che m’implori di dirlo.
‘Ti porterebbero in un parco, dove dormono gli extracomunitari, ti costringerebbero ad avere rapporti orali con loro, ti userebbero per fare il pieno all’automobile concedendoti al proprietario del distributore, ti porterebbero in quei parcheggi dove &egrave pieno di guardoni, farebbero circondare la macchina da maschi eccitati di tutte le età e li lascerebbero eiaculare sul tuo viso, coprendolo da una maschera di sperma, con la quale ti farebbero andare in giro tutto il resto della serata.
Eva &egrave prossima all’orgasmo ed io come lei.
Viene, la sento morire di piacere nell’immaginarsi in ginocchio, circondata da uomini di venti ma anche di sessanta anni che sbattono continuamente i loro piselli più o meno grandi sulla sua faccia e che le schizzano addosso, fregandosene di prenderla sul vestitino o negli occhi.
La vedo immaginarsi grumi densi e viscosi di sperma bianco, che cerca di colare ma le resta attaccato al viso.
Viene, gode, in quel momento non &egrave più normale, ma &egrave bellissima, non &egrave più una normalissima ragazza eccitante, in quell’istante &egrave perfetta, &egrave l’incarnazione di Maria.
Immediatamente dopo, quando lei &egrave di nuovo razionale le tolgo la benda, la prendo per i capelli e le dico a denti stretti. ‘vengo Eva, ti vengo dentro’
Si agita, io non ho il preservativo, lei &egrave una bella 28 enne feconda, ma la blocco per le mani e lascio che l’orgasmo avvolga il mio corpo.
Il cazzo pulsa dentro di lei, sembra di sentire gli otto o nove schizzi che la invadono, che la violano come farebbero quelli dei miei amici se fossero qui.
Si rassegna, ormai sono venuto, ormai il mio sperma &egrave dentro la sua vagina, ormai &egrave tardi, si lascia cadere su di me, la lascio cadere su di me.
Resto fermo, ancora dentro al suo corpo ma fermo.
La serata finisce chiedendole un caff&egrave ed &egrave bellissimo vederla servirmi mentre ancora dello sperma le fuoriesce dalle gambe, ogni movimento, evidentemente le contrae la vagina e lascia uscire qualcosa.
Mi rivesto, la saluto e le dico’ mi sono trovato bene, vedrai che ti verrò a trovare, adesso tieniti questi trenta euro, te li sei meritati tutti.

Leave a Reply