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Racconti Cuckold

Alla scoperta del nuovo mondo

By 27 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Storia vera.
Ho 58 anni e mi chiamo Sergio. Mia moglie Laura ne ha 16 meno di me. Siamo sposati da 14 anni e non abbiamo figli.
Laura &egrave una donna timida, riservata come ce ne sono tante. Veste sempre con grande sobrietà, scarpe basse, pantaloni o gonne lunghe. Come dicevo una donna come tante. Carina ma non appariscente, alta 1,67, capelli né troppo lunghi né troppo corti, neri ricci con qualche sfumatura di grigio che lei non voleva assolutamente coprire con il colore. Sicuramente passava inosservata. Quando andavamo a fare la spesa o a passeggiare nessuno si voltava a guardarla.
La cosa non mi dispiaceva perch&egrave io sapevo che sotto quegli abiti anonimi e un po’ goffi si celava un corpo bellissimo. Seno perfetto, sedere perfetto, collo lungo, fianchi tonici senza un filo di ciccia. Gambe snelle, ben tornite senza il minimo accenno di cellulite.
Vederla nuda con quel corpo proporzionato in ogni sua parte era uno spettacolo destinato solo a me.
&egrave sempre stata un’amante appassionata, mi ha offerto ogni parte di se ed ha saputo darmi piacere come nessuna donna prima di lei aveva mai fatto.
Non sono di temperamento geloso anche perché non ricordo che nessuno abbia mai fissato mia moglie con desiderio o che lei abbia guardato un altro uomo con passione.
Un giorno, in ufficio, il mio collega Angelo mi chiamò in disparte.
‘Sergio, voglio farti vedere una cosa.’ Andammo in un salottino riunioni, estrasse il suo tablet e mi fece vedere alcune fotografie di una donna al mare.
‘ Ecco, questa &egrave mia moglie’ disse con orgoglio. Le foto che scorrevano erano di una signora sui 45 anni con una decina di chilogrammi in più del peso forma. Le immagini la ritraevano con dei pantaloncini corti e un top trasparente sotto il quale si vedeva il reggiseno rosso di un costume da bagno.
‘Queste foto le abbiamo fatte lo scorso week end in Francia’ La sequenza d’immagini proseguiva. La moglie di Angelo camminava lungo una stradina tipica delle cittadine di mare. Vista da dietro la signora metteva in mostra un discreto culone che sembrava muovere con ostentazione. Altre foto lungo un porticciolo. A bordo di un battello. E poi all’improvviso una foto della moglie del mio collega mentre si levava il reggiseno. Sullo sfondo altre persone stavano compiendo la stessa operazione mentre qualcuno l’aveva già ultimata ed era completamente nudo. Anche la signora Pia (così si chiamava la moglie di Angelo) era ormai nuda. Qualche rotolino di ciccia le circondava il corpo. Il seno era imponente, un ciuffo di peli le copriva le labbra della vagina.
Ecco Angelo nudo. Altre foto nel campo naturista che nel frattempo avevano finalmente raggiunto. I due in spiaggia. Lei che entra ed esce dal mare.
Foto del ritorno e poi alcune immagini della sera in un Casinò.
‘&egrave stata un’esperienza eccezionale. Ci siamo messi in gioco e dopo i primi momenti di imbarazzo ci siamo divertiti.’ Disse Angelo.
‘Ma come, non ti da fastidio che tutti possano vedere tua moglie nuda. Non Pensi che debba essere uno spettacolo riservato a te, soltanto a te?’
‘La pensavamo così anche noi ma il nostro rapporto si stava lentamente deteriorando. La passione scemava, si finiva di parlare solo del mutuo, dei vicini e di banalità che non interessavano a nessuno dei due. Tre mesi fa un mio amico mi ha parlato di quest’isola di fronte alla costa francese. Ci ho messo un po’ a convincere Pia ma alla fine ci sono riuscito e siamo andati. Beh. Siamo tornati indietro di 20 anni. In quel week end abbiamo scopato quattro o cinque volte al giorno. Dove ci veniva voglia. Addirittura in quella spiaggia delle fotografie, davanti a un sacco di gente. Ora mia moglie &egrave diversa. Mi aspetta a casa alla sera con il tavolo apparecchiato e solo il grembiule addosso. Mentre guardiamo la tv si inginocchia e mi succhia il cazzo come non aveva mai fatto. Insomma la mia donna ha riaperto la porta della sua sensualità ed &egrave diventata una scopatrice di grandissimo livello. Attenta nel dare e nel prendere piacere.’
‘Perché mi dici tutto questo?’
‘Perché ti sono amico. Voglio renderti complice della confidenza fattami dal mio amico che ha così migliorato la nostra vita. Voglio condividere con te un nuovo modo di intendere la coppia. Ne ho parlato con Pia che mia ha autorizzato a mostrarti le foto ed a raccontarti tutto.’.
Imbarazzato lo ringraziai e tornai alla mia scrivania. I pensieri che Angelo aveva inoculato nella mia mente stavano costruendo dei mondi sensuali e trasgressivi e mi mostravano scenari ai quali non avevo mai pensato.
La bellezza del corpo di mia moglie l’avevo sempre considerata una cosa mia. Forse però l’avevo data un po’ troppo per scontata e se ripensavo alle prime volte che avevamo fatto l’amore insieme mi rendevo conto quanta passione si fosse persa tra i rivoli del tempo e della routine quotidiana.
Quella sera raccontai a Laura quello che mi aveva detto Angelo. Lei mi ascoltò attenta ma senza dire una sola parola. Terminato il racconto sospirò, si alzò dal divano e se ne andò in camera.
La cosa non mi stupì più di tanto. Laura era una donna meditativa ed ero certo che avrebbe ripensato ed analizzato il racconto per poi esprimersi magari il giorno dopo o la settimana dopo.
Guardai un po’ di televisione e poi andai a letto. Laura era girata su un fianco e dormiva. Mi misi a letto senza far rumore. Non riuscivo a prendere sonno quindi feci alcuni esercizi di respirazione per rilassarmi. Lentamente il mio corpo si assopì ma la mente stranamente rimase lucida e vigile. Vedevo passare i minuti sulla sveglia. Non riuscivo proprio a prendere sonno. Verso le due e mezza sentii Laura che cominciò a muoversi agitata. Continuai a fingere di dormire. Sentii un leggero movimento ritmico. Il respiro di mia moglie si fece più affannoso e dopo qualche minuto sentii dei gemiti trattenuti a forza. Il movimento si interruppe ed il respiro torno regolare.
Avevo assistito ad un atto di masturbazione di mia moglie. In questi anni mai mi ero accorto che Laura si masturbasse anche se pensandoci &egrave una cosa abbastanza naturale.
Non so come e quando mi addormentai.
La mattina dopo la raggiunsi davanti al tavolo in cucina per la colazione. Ero stanco a causa della notte passata quasi completamente in bianco mentre lei mi sembrava assolutamente normale. Mi versò il caffé mi passò le fette biscottate, e intavolò un discorso sulle tende del balcone se dovevano essere a righe o tinta unita. Non potei non pensare a quanto mi aveva detto Angelo il giorno prima. Mi alzai per andare in ufficio e anche lei si alzò dalla sedia per salutarmi. Indossava solamente una t-shirt senza niente altro. Solo una corta maglietta gialla che le lasciava il pube nudo. Come se niente fosse mi diede un bacio sulla guancia. Ero allibito da quella vista assolutamente insolita per mia moglie.
‘Aspetta’ disse mi raggiunse e mi baciò sulle labbra infilando la lingua nella mia bocca. Iniziò ad accarezzare la mia lingua con la sua. Con la mano mi accarezzò il cazzo che nel frattempo era diventato bello duro. Stacco le labbra dalle mie.
‘Buona giornata amore’. E come se niente fosse si girò e cominciò a rimettere a posto la cucina.
Se era bastato raccontare l’esperienza fatta dal mio collega con la moglie per ridare a Laura tutta questa verve sessuale figuriamoci se avessimo provato qualche esperienza di persona.
Le ore in ufficio non passavano mai. Pensai ad un piano per rinvigorire il nostro rapporto.
Erano le 20 ed entrai in casa fischiettando. Laura, che rientrava dall’ufficio verso le 18,30 aveva avuto un’ora e mezza per preparare la cena. Ma una volta entrato nella cucina vidi i fornelli spenti e il tavolo non apparecchiato.
‘Laura’ chiamai ad alta voce.
‘Sono qui in camera. Dai cambiati che stasera andiamo a cena fuori.’
Questa poi’ Laura non amava uscire alla sera. Era un po’ pantofolaia e dopo cena o leggeva o guardavamo insieme la televisione.
Salii i 6 gradini che separavano la zona giorno dalle camere da letto. La raggiunsi in camera.
Era vestita con un abitino nero. La gonna arrivava a mezzo ginocchio. Il tessuto morbido e vaporoso la avvolgeva in una nuvola di charme. La scollatura molto casta arrivava appena al solco tra i due seni. Scarpe chanel con un tacco di almeno 10 centimetri. Una mantella di seta appoggiata sul letto completava l’abbigliamento. Una catenina d’oro con un pendaglio e due orecchini ad anello sbucavano dai suoi ricci.
La cosa più strabiliante era il trucco. Non ricordavo mia moglie truccata al di fuori del giorno del matrimonio. Come ho già detto era un tipo acqua e sapone. Ma non quella sera. Un leggero ombretto sulle palpebre, highliner intorno agli occhi e un po’ di colore sulle guance.
Era meravigliosa. Raggruppava su di se la sensualità della donna selvaggia e la sobrietà della donna di classe.
Mi cambiai e in un quarto d’ora fummo pronti per uscire.
Avevamo due auto. Io guidavo una BMW 320 e Laura una Smart.
Una volta giunti in garage mi avvicinai alla mia ma mia moglie mi disse decisa:
‘No. Andiamo con la mia. Guido io.’
‘D’accordo’ dissi sottomesso e mi accomodai sul sedile del passeggero dell’auto.
Prese la direzione verso il centro città. Era decisa e determinata nella guida e con la piccola auto si destreggiava perfettamente nel traffico della sera. Guardavo le sue gambe che ad ogni movimento si scoprivano un po’ di più. Solo ora mi accorgevo che erano inguainate da delle calze e non dai soliti collant. La leggerezza dell’abito e la guida nervosa avevano ormai quasi completamente scoperto le cosce di mia moglie e così si poteva vedere il reggicalze nero.
Ci fermammo ad un semaforo. Accanto a noi si infilò una grossa moto. In attesa che scattasse il verde.
Continuavo a tenere gli occhi fissi sulle cosce scoperte di mia moglie. Sentii bussare sul vetro. Alzai gli occhi e vidi che era apparso improvvisamente il casco del proprietario della moto.
Laura fece scendere il finestrino pensando che volesse un’informazione. Ma una voce ovattata usci dal casco:
‘Lei &egrave un uomo fortunato la sua donna &egrave bellissima. Ho fatto lo slalom tra le auto per potere vedere se il viso era all’altezza di queste gambe stupende.’
Sentii la mia voce che diceva:
‘E allora &egrave all’altezza?’
‘&egrave una donna molto bella in tutto quello che ho potuto vedere. Beato lei che vedrà anche il resto.’
Gli occhi dentro al casco sorrisero. Scatto il verde e la moto partì.
‘Sei veramente scemo’ mi disse Laura. ‘Pensa se fosse stato un malintenzionato, o ”
‘Tranquilla amore. Ha fatto solo un omaggio alla tua bellezza. Forse non ti sei accorta di quanto sei fantastica’.
‘Mi sono spaventata. Certo che i complimenti fanno sempre piacere e non sono stati apprezzamenti volgari. Forse perché mi sono trovato questo casco nero a pochi centimetri dalla faccia.’
Arrivammo finalmente nei pressi del locale dove aveva prenotato Laura.
Era una specie di pub ma molto raffinato. Nella parte anteriore un ristorante, poi proseguendo nel locale si arrivava ad un ampio salone con un lungo banco bar su un lato un ampia pista nel centro. Sullo sfondo un palco e sul lato opposto al bancone una nutrita serie di tavolini.
Potevamo scegliere se mangiare nella prima sala o nella seconda in attesa del concerto che si sarebbe svolto verso le dieci.
Io sono sempre stato un grande appassionato di musica ci accomodammo quindi ad un tavolo non troppo vicino al palco ma che ci garantisse una buona visione della band anche quando la pista sarebbe stata piena.
Il cibo fu ottimo. Una rivisitazione del tipico menu del pub interpretato con abilità dallo chef.
La musica intanto cresceva, la sala si riempiva e la birra fresca sembrava scorre Capitolo 2
Passarono un paio di settimane. La routine si stava lentamente riappropriando della nostra vita sessuale.
Non avevamo mai parlato di quanto era successo quella sera. Né del suo scosciamento sulla pista da ballo né dei palpeggiamenti al bancone del bar.
Devo dire che però mi interrogai molto sul mio comportamento e sulla mia erezione inattesa nel momento in cui avevo visto mia moglie toccata nelle parti intime da un perfetto sconosciuto.
Parlai con Angelo della cosa. Ormai, la vita sessuale delle nostre coppie era diventato argomento di discussione quasi giornaliero.
Lui e la moglie erano tornati per un’intera settimana nel campo naturista sull’isola.
Avevano affittato un bungalow ed avevano passato le sere a a passeggiae nel del villaggio dove coppie scambiste ed esibizioniste si mostravano ai passanti mentre scopavano senza limiti.
Erano stati invitati a partecipare diverse volte ma Angelo aveva sempre declinato l’invito.
Gli chiesi come mai fosse stato lui a tirarsi indietro. Sua moglie sarebbe stata d’accordo?
‘Eh si, Pia ormai non la fermo più. Vuole provare tutto.’ Disse Angelo. ‘Pensa che ha voluto andare in un pornoshop insieme a me ed ha comprato un sacco di roba che non sappiamo come utilizzare.’
Non riuscii a non ridere. Angelo mi sembrava veramente disperato e la sua ricerca della trasgressione stava prendendo una brutta piega.
Una volta arrivato a casa raccontai l’esperienza di Angelo e Pia a mia moglie. Ridemmo di gusto tutta la sera pensando alle espressioni dei due durante l’esperienza sull’isola, e nel negozio di articoli per il sesso.
Laura si alzò per andare a letto, mentre io lessi qualche pagina di un libro che mi stava appassionando.
Tornò in salotto con una leggera vestaglia che le arrivava alle caviglie. Erano anni che non la indossava e mi stupii di vedergliela addosso. Mi passò accanto. Ogni passo l’avvicinava alla porta finestra che dava sulla terrazza. Ogni passo le scopriva le cosce. Ogni passo mi dava un brivido di eccitazione.
Tirò le tende, fece scorrere la porta e raggiunse una delle due ampie poltrone in vimini che stavano sulla terrazza rialzata della nostra villetta.
Quell’angolo della casa era il nostro orgoglio. Era a favore dei raggi solari quasi tutto il giorno e ci si poteva distendere su quelle meravigliose poltrone che mi erano costate un occhio, a leggere un libro ascoltare musica o semplicemente a fare nulla. Le poltrone, come ho detto erano veramente molto belle. Avevano la dimensione di un letto a due piazze sormontate da una specie di baldacchino anch’esso di vimini intrecciati.
L’unico problema di quell’area era che le piante che avevamo piantato per isolare quel nostro piccolo paradiso dalla vista di chi passava davanti a casa nostra, non erano ancora sufficientemente alte quindi la barriera era formata da una siepe di bosso alta un metro e mezzo a ridosso alla cancellata che invece era alta un paio di metri. La siepe avrebbe raggiunto presto l’altezza della cancellata isolandoci completamente dal mondo esterno. Le piante invece avrebbero creato delle aree d’ombra e una barriera visiva da eventuali case alte che pensavamo avrebbero potuto costruire in zona.
In realtà in quella parte della città il piano regolatore aveva previsto solo abitazioni residenziali alte al massimo due piani e quindi nessun palazzo che potesse interferire con la nostra privacy.
Mentre questi pensieri edilizi mi avevano attraversato in un lampo la mente, Laura si era distesa sulla poltrona. La veste da camera ormai non la copriva quasi più. Le gambe erano nude ma dal mio punto di visto non riuscivo a vedere cosa portava sotto la vestaglia. Mi alzai e la raggiunsi. Sotto era nuda.
‘Accendi le luci del giardino per favore, non mi va di stare al buio.’ Obbedii. Erano le 23 ed a quell’ora non passava più nessuno. Tornai accanto alla poltrona e vidi che Laura nel frattempo ave sciolto il nodo che teneva ancora uniti i due lembi del leggerissimo capo d’abbigliamento e si propose alla mia vista in tutta la sua statuaria bellezza. Sembrava essersi truccata delicatamente e alla luce dei lampioncini del giardino mi appariva ancora più bella.
Non perse tempo. Fece scendere in un attimo la zip dei pantaloni e mise a nudo il mio cazzo ormai in completa erezione. Se lo portò alle labbra e cominciò a baciarlo. Con una mano iniziò ad accarezzarmi le natiche e ad insinuarsi delicatamente tra esse. Leccava ed accarezzava, se lo infilava il più possibile in gola per poi estrarlo e picchettarlo con la punta della lingua. Mi tirò sulla poltrona accanto a lei e accarezzandomi la nuca mi fece capire che desiderava anche lei un’esplorazione orale delle sue parti intime.
Ho sempre amato moltissimo il sapore dei suoi umori. La sua figa ne era già piena e quindi iniziai a passarle la lingua sul clitoride per poi scendere ed entrarle dentro per cercare di raggiungere la sorgente del suo piacere.
Laura si girò. S’inginocchiò sollevando il bacino, appoggiò la schiena alla poltrona ed infilò la testa tra i due cuscini.
Avevo di fronte a me la sua figa perfettamente proporzionata. Le grandi e le piccole labbra erano umide e brillavano alla luce della notte. Ripresi a lapparla in ogni parte con sempre più forza. Le infilai prima un dito e poi un secondo e le massaggiai le pareti interne della vagina. Prese a sussultare sempre più forte. Poi giunse il gemito soffocato dai cuscini. Tolsi le dita e smisi di leccarle il clitoride e guardai il suo corpo scuotersi negli spasmi dell’orgasmo. Il seno aveva preso a danzare, il movimento del corpo portava le mammelle avanti e indietro e ad urtarsi l’una contro l’altra. L’orgasmo di una donna &egrave veramente un evento meraviglioso. Avviene dentro al corpo e come un terremoto raggiunge l’esterno con vibrazioni intense.
Rimase un paio di minuti ferma a godersi fino all’ultima goccia l’orgasmo che l’aveva attraversata nel corpo e nell’anima.
Si girò mi guardò e mi disse.
‘Ora scopami’.
Appoggiai la punta del pene alla sua vagina e spinsi lentamente. Quando arrivai in fondo iniziai il movimento inverso ma sempre con una lentezza esasperante. Aveva girato il viso da un lato e si stava mordendo delicatamente le nocche della mano destra. Aumentavo il ritmo fino a raggiungere la giusta velocità per darle piacere senza che il mio godimento giungesse troppo presto.
Ero in ginocchio e pompavo con attenzione. Per trattenermi da un orgasmo prematuro però cercavo di distrarmi e cominciai quindi a guardare le bellezze del mio giardino.
Solo allora mi accorsi che non eravamo soli. Un uomo era fermo dall’altra parte della cancellata e ci stava osservando attentamente.
‘Laura, c’&egrave uno che ci sta guardando. Andiamo dentro.’
‘L’ho visto, &egrave un quarto d’ora che &egrave li. Non ti preoccupare. &egrave quello del 29 che porta fuori il cane. Dai continua così, non smettere’
Continuai a scopare mia moglie con forza ma la mia attenzione ora era concentrata sull’uomo.
Immobile. La sua espressione sembrava essere stupita come se non volesse guardare ma non riuscisse e staccarci gli occhi di dosso.
Le contrazioni della figa di mia moglie mi riportarono subito a quello che stavamo facendo. Le vibrazioni del corpo di Laura portarono in un attimo il primo fiotto di sperma dentro di lei. Lei iniziò a gemere. Stavolta il suono non era più ovattato dai cuscini e si sentì perfettamente nel silenzio della notte.
Mi lasciai cadere su un fianco.
Laura, non attese i soliti due minuti ma si alzò subito e, completamente nuda si diresse verso l’angolo della cancellata dove si trovava ancora l’uomo.
‘Buona sera sig. Testa. Ci scusi, ma sa com’&egrave, ci vogliamo bene e ci piace dimostrarcelo a vicenda.’.
‘Scusi signora Laura, non ho mai spiato nelle case della gente’ disse il signor Testa con un tono di scuse. ‘Passavo di qua con il cane e non ho potuto non vedere. E poi non sono riuscito più ad andare via. Mi scusi, non sono un guardone’
‘Stia tranquillo. Non c’&egrave niente di male. Le &egrave piaciuto lo spettacolo?’
‘Me ne vergogno molto ma credo di essere venuto nei pantaloni insieme a voi’
‘Bene, sono contenta. Beh. Buonanotte’
‘Arrivederci signora Laura e anche a lei signor Sergio’
Mentre pronunciava quelle parole mi parve di scorgere un sorriso malizioso sul viso di quella persona che avevamo così sconvolto.
Laura, come la più consumata delle puttane entrò in casa con un passo lento e leggermente ancheggiante.
Entrai anch’io in casa e la raggiunsi sotto la doccia. Dopo esserci insaponati e sciacquati a vicenda Laura s’inginocchiò e cominciò a leccarmi il cazzo. La sua lingua percorreva tutta l’asta mentre le sue mani mi accarezzavano i testicoli, le natiche fino ad accarezzarmi l’ano. Le riempii la bocca quasi subito. Il suo discorso con il sig. Testa totalmente nuda mi aveva eccitato moltissimo e poi avevo proprio voglia di uno dei suoi pompini.
Raggiungemmo il letto. Ci scambiammo il bacio della buona notte e ci sistemammo per un buon sonno ristoratore.
‘&egrave stato molto divertente scopare con qualcuno che guarda. Aveva ragione Angelo.’
‘Devo ammettere che non avrei mai pensato di provare un piacere così intenso nel saperti consapevole di essere guardata mentre ti scopavo. E poi devo ammettere che, il vederti andare nuda verso di lui a parlare come se fosse la domenica in piazza, mi ha eccitato da morire’
‘Buona notte amore. E mi raccomando, racconta tutto ad Angelo’
Capitolo 3
Pensavo continuamente alla cosa più eccitante di quella sera. Mia moglie nuda andava a parlare l’uomo con il cane.
&egrave vero che la siepe la copriva quasi interamente mentre gli parlava, comunque aveva offerto per qualche secondo la stupenda visione del suo corpo nudo. E lo aveva fatto come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Il mattino dopo cercai Angelo, non vedevo l’ora di raccontargli tutto e sentire il suo parere.
Una collega mi disse che non stava bene e che sarebbe venuto nel pomeriggio.
Alle 14,30 entrò in ufficio con il viso scavato tipico delle persone che hanno esagerato con qualche chupito di troppo.
‘Ehi Angelo, quando puoi ti devo parlare’ Lui fece un cenno con la testa e si sedette alla sua scrivania.
Verso le quattro si alzò per andare nella saletta del caffé. Lo seguii.
‘Sai ti devo raccontare cosa &egrave successo ieri sera’
‘Scusa Sergio ma non ho testa per ascoltare le storie degli altri. Piuttosto devo farti una richiesta molto particolare. E visto che abbiamo raggiunto un livello di confidenza straordinario sui nostri racconti sulle esperienze sessuali delle nostre rispettive coppie, posso chiedere solo a te.’
‘Dai parla, non farmi stare in ansia. Cosa &egrave successo?’
‘Ieri sera io e Pia siamo andati in quello spiazzo per scambisti che si trova dietro il parcheggio di quello spaccio di dolci che c’&egrave a Saronno. Volevamo guardare cosa succedeva e magari farci una bella scopatina in macchina. Siamo arrivati verso mezzanotte e c’erano una decina di auto. Dopo un po’ vediamo un uomo che si avvicinava alle macchine ferme e guardava dentro con attenzione. Quando ha raggiunto una macchina a qualche metro da noi il finestrino dalla parte del passeggero &egrave sceso e abbiamo potuto vedere il viso di una donna che spuntava dalla penombra dell’auto. Ha cominciato ad accarezzare l’uomo sulla patta dei pantaloni, poi ha fatto scendere la cerniera e gli ha leccato per un po’ il cazzo poi ha cominciato a succhiarglielo. Dopo un po’ lui gli &egrave venuto in bocca. Lei ha raccolto fino all’ultima goccia con la lingua e poi ha fatto risalire il finestrino. L’uomo si &egrave sistemato ed &egrave tornato sui suoi passi per salire sulla sua macchina’
‘Credevo che queste cose fossero solo frutto della fantasia ma invece succedono davvero. Chi l’avrebbe detto’
‘Non &egrave finita. Pia ha cominciato a dirmi che voleva che anche io facessi la stessa cosa. Io non ne avevo nessuna intenzione. Così cominciammo a litigare. Nel pieno della discussione due colpetti sul finestrino destro ci interruppero. Pia senza darmi il tempo di dire una parola tirò giù il cristallo. C’era un uomo con il cazzo già pronto a pochi centimetri dal viso di mia moglie. Pia ha allungato una mano per prenderlo. Non ce l’ho fatta. Ho messo in moto la macchina e siamo tornati a casa. Tutto il viaggio di ritorno mi sono sentito dare dell’ipocrita, del retrogrado, dell’impotente. Insomma tutti i peggiori epiteti che si possono dare ad un uomo io li ho ricevuti. In effetti avevamo detto che andavamo a guardare e niente altro, quindi mi sentivo ampiamente dalla parte della ragione ma evidentemente il mio cazzo non bastava più a mia moglie. Desidera spingersi sempre un po’ oltre.’
‘Beh capisco il tuo turbamento. Vedrai che passata questa fase si calmerà e tornerà quella di sempre.’ Gli dissi per rincuorarlo.
‘Ma io non voglio che torni ad essere l’addormentata di prima. Ora però forse sta esagerando’
‘Ho capito. Ma cosa mi volevi chiedere?’
‘Questa &egrave la cosa più imbarazzante che ho fatto nella mia vita. Pia vuole che tu assista ad un nostro amplesso. Senza intervenire ma vuole che tu sia li mentre scopiamo’
‘Ma come ti viene in mente un’idea del genere. Io sono un uomo sposato e certe cose non le faccio. Scordatevelo tutti e due.’
‘Ti prego Sergio, parla con Laura, fatti dare il permesso. Ne va del mio matrimonio.
‘Non ci penso nemmeno. Ti saluto’
Me ne andai arrabbiatissimo e tornai al mio lavoro.
Appena aperta la porta di casa sentii un profumino arrivare dalla cucina. Laura mi aveva preparato una cenetta a base di pesce. Spaghetti alle vongole, ceviche, gamberoni e per finire un simbolico tirami su.
Mentre mangiavamo raccontai dell’avventura di Angelo e Pia della sera prima. E poi le dissi della richiesta di Angelo di fare da spettatore ad un loro rapporto sessuale.
Scoppiò a ridere, tra una risata e l’altra mi prendeva in giro.
‘Avrei voluto vedere la tua faccia. Chissà se avessi accettato cosa avresti dovuto fare.’ E rideva.
Terminata la cena mi misi come al solito a leggere sul divano mentre lei rassettava la cucina.
‘Buona notte Sergio. Vado a dormire perché sono stanchissima.’
Era il chiaro segnale che quella sera lei non aveva voglia di fare sesso e quindi che potevo starmene li a leggere per tutto il tempo che volevo.
Verso mezzanotte andai a dormire anch’io e mi addormentai come un sasso.
‘Buongiorno amore. Ti preparo subito il caffé.’ Mi disse Laura appena entrai in cucina.
‘Sai ho pensato a quello che ti ha chiesto Angelo e credo che dovresti accontentarlo. Se per loro &egrave così importante perché non aiutarli. Non vorrai avere sulla coscienza il loro matrimonio?’
‘Tu sei matta. Immagina che imbarazzo. Non ci penso nemmeno. Se il loro matrimonio &egrave finito allora &egrave meglio che se ne facciano una ragione.’
‘Ho pensato ad una cosa. Proponigli che gli faremo da spettatori tutti e due. Mi farebbe piacere accompagnarti. Ce ne staremo li sulle poltroncine a guardarli mentre scopano. Magari impariamo qualcosa.’
‘Laura, ma cosa ti sta succedendo?’
‘Sai’ mi disse guardandomi negli occhi ‘I racconti di quei due mi hanno aperto una porta e mi hanno fatta entrare in una nuova stanza della nostra vita sessuale. Credo che tutti e due dobbiamo loro molto’
Non avevo mai pensato alla cosa da questo punto di vista. Era vero I racconti di Angelo avevano veramente fatto fare un balzo di qualità ai nostri rapporti sessuali e quindi forse avremmo dovuto sdebitarci.
‘D’accordo. Ci penserò’
In ufficio Angelo mi lanciava sguardi carichi di vergogna. Doveva essere stato pesante per lui farmi quella richiesta. D’altra parte era sempre stato un buon amico e quindi perché non dargli una mano.

‘Angelo ti devo parlare’ gli dissi passandogli accanto.
Mi seguì nell’area caffé.
‘Ho parlato con mia moglie della tua richiesta di ieri. Lei &egrave d’accordo ad una condizione.’
‘Quale?’
‘Vuole assistere anche lei. Ce ne staremo li in un angolo senza intervenire in nessun modo. Muti come pesci immobili come statue.’
‘Per me va bene. Come ti ho già detto per noi non &egrave una novità fare sesso davanti ad altre persone. Mia moglie questa volta vuole farlo davanti a qualcuno che conosce.’
‘Allora siamo d’accordo, mi farai sapere quando vuoi che passiamo a casa tua e ci saremo’
‘Grazie Sergio, e ringrazia anche Laura. State salvando il nostro matrimonio. Dopo la litigata dell’altra sera francamente avevo poche speranze di aggiustare la nostra relazione’
Ero abbastanza stupito dal fatto che Angelo avesse accettato subito senza consultare la moglie ma avevo letto nei suoi occhi la paura e la disperazione di un marito innamorato.
‘Laura, Angelo ha detto che va bene’
‘Lo so, mi ha già telefonato Pia e mi ha raccontato tutto. La sua versione &egrave un po’ diversa ma alla fine &egrave contenta che ci sia anche io’
‘Come sarebbe che c’&egrave un’altra versione?’
‘Pare che Angelo da mesi continui a dirle che vorrebbe vederla nuda in mezzo agli altri, che gli piacerebbe vederla succhiare il cazzo di uno sconosciuto, che vorrebbe vederla presa da altri uomini mentre lui sta a guardare. Sai le solite cose che ci si dice per aumentare l’eccitazione mentre si scopa. La differenza sta nel fatto che Angelo queste cose gliele diceva in qualunque posto si trovassero. Al supermercato, passava un ragazzo accanto a loro e lui cominciava con il sussurrale nell’orecchio quanto doveva avercelo lungo, quanto sarebbe stato bello se lei gli avesse fatto un pompino in mezzo alla corsia, e altre cose del genere.
Una sera Pia si &egrave scocciata e ha chiesto ad Angelo di essere portata lungo il viale vicino al cimitero. Si &egrave vestita in modo un po’ vistoso e si &egrave fatta lasciare lì come se fosse una delle tante puttane che costeggiavano la strada. Angelo si &egrave sistemato ad una trentina di metri in modo da vedere bene quello che succedeva e per essere pronto ad intervenire se le cose si fossero messe male.
Insomma, per farla breve, diverse macchine si sono fermate per chiedere la tariffa e per guardare Pia da vicino. Il prezzo richiesto dalla moglie di Angelo era altissimo e nessuno naturalmente avrebbe accettato. L’esperienza che Pia voleva fare era quella di dimostrare a suo marito che anche lei poteva puttaneggiare con altri. Una macchina di lusso si &egrave fermata e il conducente ha accettato la richiesta di Pia che a quel punto non sapendo cosa fare si &egrave messa a correre verso l’auto di suo marito e vi &egrave salita sopra spaventata. Arrivati a casa però &egrave saltata addosso ad Angelo e lo ha scopato con passione. Guidando lei la danza. Quell’iniezione di adrenalina le ha fatto capire che il desiderio di trasgredire era certamente nascosto ma molto potente anche in lei. Da allora cerca di provocare Angelo per portare il loro livello di eccitazione al massimo. Ogni volta sempre di più’
Dopo aver sentito la versione di Pia, che più o meno coincideva con quella di Angelo dissi a mia moglie che ora non si trattava che aspettare l’invito dei nostri amici.
Terminata la cena come al solito mi misi sul divano a leggere.
Laura entrò in salotto in costume da bagno.
‘Scusa se ti rompo ma siamo prossimi alle vacanze ed &egrave ora di fare la tradizionale prova costume’
Quella che lei aveva definito ‘tradizionale prova costume’ in realtà non l’avevamo mai fatta ma l’assecondai come se fosse una vera abitudine prevacanze.
‘Ecco questo &egrave il primo prendisole’
Aveva indossato un elegante abitino di cotone color tortora, leggermente trasparente. Sulle spalle due sottili spalline sostenevano il poco peso del prendisole. Le gambe erano coperte fino a poco sopra il ginocchio.
‘Che ne dici?’
‘Classico. Molto elegante.’
Tornò in camera e dopo qualche minuto tornò con un abitino bianco stile impero. Una sottile cintura la cingeva appena sotto il seno sottolineandone la forma. Coscia scoperta a metà. Saltellando come una bimba mostrava tutto il bendidio che stava sotto l’abito.
‘Questo ti sta anche molto bene. Però abbi cura di metterti il costume sotto. Se no un copricostume senza il costume non svolge il suo ruolo.’
Laura uscì per andare ad indossare il terzo capo.
Questo era decisamente molto particolare. Sembrava una rete da pesca. In realtà non copriva niente perché le larghe maglie della rete permettevano di vedere tutto quello che c’era sotto.
Naturalmente Laura non indossava il costume e quindi il suo corpo nudo era tutto ben visibile.
‘Ecco questo magari eviterei di portarlo in valigia.’ Dissi sorridendo.
‘Avvicinati.’ Mi disse con voce roca.
‘Ma cara, siamo in spiaggia. Non vedi quanta gente c’&egrave?’ iniziai a giocare.
‘Non importa, uno dopo l’altro me li voglio proprio passare tutti. Uno per uno.’ Mi rispose stando al gioco.
La raggiunsi in mezzo alla stanza. Mi diede un bacio profondo e mi accarezzò prima il petto e poi scese fino all’inguine. Prese la mia mano e se la appoggiò sul seno. La sua lingua inseguiva la mia per poi sfiorarmi con essa le orecchie, il collo per poi rientrare nella mia bocca.
D’un tratto fece un balzo indietro per allontanarsi e corse dall’altro lato del tavolo. Mi guardò come per invitarmi a rincorrerla. Scattai per prenderla di sorpresa, ma lei fuggì dall’altra parte della stanza. Fece per salire i gradini che portavano alle camere da letto. Ma si fermò. Si sedette sul terzo scalino e divaricando leggermente le gambe mi disse con la stessa voce di prima.
‘Ecco, adesso puoi prendermi’ sottolineando il doppio significato della parola ‘prendermi’.
La raggiunsi e ricominciai a baciarla. Passai la lingua sul collo e poi scesi sul seno. La rete del copricostume faceva svettare ancora di più i capezzoli che erano straordinariamente eretti.
Laura salì di uno scalino mantenendo la stessa posizione. Mi trovai così al cospetto della sua figa, stupenda e perfettamente proporzionata.
Inizia a leccarla delicatamente tutt’intorno. Cercavo il clitoride tra le maglie della rete. Mentre la leccavo decisi di strapparle quella maledetta rete tanto sexy ma decisamente fastidiosa. L’afferrai e con forza la strappai. Sentii un sospiro da parte sua e poi prese ad assecondare i movimenti che facevo con il capo per raccogliere ogni centimetro quadrato della mia lingua. Mi prese la testa e la spinse con forza sul suo clitoride. Dopo un attimo iniziò quella leggera vibrazione che sapevo avrebbe portato ad un intenso orgasmo.
Infatti iniziò a sussultare e ad emettere il gemito che annunciava il raggiungimento completo del piacere. Premeva il mio viso sempre più forte contro la sua figa e mi tolse quasi il fiato. Finalmente lasciò la presa e si lasciò andare in uno stato quasi catalettico. Mi sollevai e non potei fare a meno di ammirarla in quella posizione. Sdraiata sugli scalini con le gambe aperte, la figa riluceva dell’umidità della mia saliva e dei suoi umori. La testa leggermente piegata, gli occhi chiusi e il respiro pesante. L’immagine della donna appagata.
Andai in bagno a darmi una rinfrescata e tornai nel soggiorno. Pensai di non rivestirmi. Quindi rimasi nudo.
Lei era ancora nella stessa posizione. Io mi sedetti su divano e attesi. Dopo qualche minuto si mise in piedi. Andò alla vetrata che dava sul giardino. Immaginai per vedere se anche questa volta qualcuno aveva assistito al nostro incontro. Spense le luci di casa ed accese quelle soffuse dell’esterno.
Una penombra bluastra invase la stanza. Si avvicinò al divano e mi prese per una mano e mi trascinò a terra sul tappeto. Il gesto mi colse di sorpresa e battei l’osso sacro in modo deciso.
Si sdraiò di schiena su di me ed iniziò a contorcersi. Strofinava le natiche sul pene e poi lo stringeva tra gambe. Un body massage che durò alcuni minuti fino a portarmi ad avere un erezione importante. Solo allora si alzò in piedi e si girò verso di me. Lentamente si accucciò fino ad appoggiare le labbra della sua vagina al mio glande. Inizio a premere ma in un attimo la sua figa mi aveva completamente inghiottito il cazzo. Iniziò un movimento verticale con una flemma devastante. Prendeva e lasciava il mio pene contraendo ad ogni passaggio i suoi muscoli inguinali.
Il ritmo aumento, le sue mani mi accarezzavano i testicoli, le sue mani si aggrappavano alle mie cosce per imprimere più forza e raggiungere le più recondite profondità. Sempre più veloce. Io assecondavo il suo ritmo spingendo sempre più forte ad ogni colpo. Ogni sussulto la faceva gemere ma lei ne voleva ancora e sempre più forti.
La guardai in viso. Scuoteva la testa muovendo a destra e sinistra la massa dei suoi capelli ricci e neri. Rivoli di sudore le colavano sul collo e sul seno. Ciocche di capelli le si erano incollate al viso dandole ancora di più l’aspetto animalesco del godimento più puro e intenso. Sempre più forte. Poi una prima contrazione seguita subito da un’altra più intensa. Dalle sue labbra usci un sussurro.
‘Cazzo, vengo di nuovo’.
Non resistetti e le innondai la figa del mio liquido. Un fiume di piacere che entrava in lei proprio mentre stava raggiungendo un altro orgasmo.
Mentre con i lombi continuava a muoversi per cogliere le ultime stille di piacere si chinò su di me e mi baciò dolcemente. Poi bisbigliò:
‘Questa potremmo rifarla e fargliela vedere ad Angelo’.

Capitolo 4
Angelo per due giorni non venne in ufficio. Il venerdì mattina lo vidi già seduto alla scrivania. Mi lanciò uno sguardo d’intesa e mi fece con la mano il gesto di bere un caffé. Annuii e dopo qualche istante ci ritrovammo alla macchinetta.
‘Abbiamo pensato che potremmo passare insieme il week end nella nostra casetta di Badalucco. Siamo a una decina di minuti dal mare e la casa &egrave sulla collina a circa un paio di chilometri fuori dal centro abitato.’
Sapevo che Angelo e Pia avevano ereditato quella casa dagli zii di lei. L’avevano ristrutturata e dotata di tutti i conforts. Il loro sogno era trasferirvisi per vivere una vita meno stressante. Laura ed io eravamo stai invitati ad una festa per presentare agli amici la nuova casa. Eravamo una cinquantina e ricordo che la maggior parte degli invitati era ubriaca fradicia. Uno addirittura cadde nella piscina.
Il giardino era molto grande e qua e la si trovavano alcune piante di ulivo. Come si sa l’ulivo non fa ombra a causa delle foglie molto piccole, e quindi un grosso gazebo spiccava per garantire un po’ di frescura nelle giornate più calde.
‘Guarda Angelo che noi vi vogliamo assecondare in questa vostra pazzia solo perché mi hai detto che il vostro matrimonio &egrave in crisi. Non abbiamo nessuna intenzione di partecipare. Guarderemo per farvi contenti visto che lo desiderate. Ma, ti prego non farti nessuna idea strana.’
‘Stai tranquillo, era per poter affrontare la cosa in un luogo tranquillo, lontano dalla vita e dagli ambienti di tutti i giorni.’
‘Allora sento Laura se va bene anche per lei possiamo stabilire quando andare’
‘A Laura ha telefonato Pia questa mattina ed insieme hanno deciso che si parte stasera. Ti ricordi la strada o vuoi che andiamo insieme?’
Mia moglie si era già accordata senza dirmi nulla. Questa cosa non mi piaceva per niente. Proprio in quel momento squillò il cellulare. Era Laura.
‘Sergio, mi ha appena telefonato Pia, vuole che andiamo da loro a Badalucco per il week end’
‘Lo so ho appena finito di parlare con Angelo. Prima di dire di si potevi chiamarmi. Non vorrei che quei due si facessero delle idee.’
‘Stai tranquillo, ho chiarito per bene la cosa con Pia ed anche lei non ha nessuna intenzione di fare scambi di coppia o cose del genere. E poi a me Angelo non piace. Non mi farei mai scopare da lui. A me piacciono alti e biondi.’
Sentii un leggero sussulto nei boxer. Pensare a mia moglie scopata da un altro uomo era un’idea che dalla sera della cena al pub mi si era insinuata tra i miei pensieri e mi eccitava e mi disturbava contemporaneamente.
‘Passa a prendermi quando esci, io intanto preparo la valigia’.
L’azienda per la quale lavoravo era una multinazionale americana ed adottava da sempre il ‘free friday’. Il venerdì, tranne coloro che avevano impegni con persone provenienti dall’esterno, ci si poteva vestire in modo casual. Nel periodo estivo si lavorava fino alle 14.
Alle 14,45 ero a casa. Laura aveva preparato un trolley di medie dimensioni. Per due giorni al mare dove speravo di passare un bel po’ di tempo in costume da bagno sulla spiaggia dei Balzi Rossi, mi sembrava un po’ eccessivo ma non dissi nulla.
Caricai nel baule della macchina e tornai su a cambiarmi per il viaggio.
3 minuti sotto la doccia, un paio di bermuda e una t-shirt dei Ramones e via verso il mare.
Lei aveva un paio di shorts di jeans e una canottiera gialla.
Il navigatore segnava 2 ore e 59 di viaggio.
‘Mettiti comoda che ci andrà un bel po’ di tempo.’
‘Penso che mi farò un bel pisolino’
Superato il traffico cittadino del venerdì arrivammo alla barriera dell’autostrada ed iniziammo la parte più noiosa.
Laura aveva tirato giù lo schienale quasi completamente era già addormentata.
La guardavo e la vedevo bellissima. I capelli le incorniciavano il viso mettendo in risalto i suoi lineamenti regolari. Le braccia scendevano lungo il corpo. Una mano appoggiata sul ventre l’altra sul seno. Le gambe nude e leggermente divaricate esercitavano su di me un’attrazione straordinaria. Sentivo il bisogno fisico di allungare la mia mano destra per accarezzarla. Resistetti perché non volevo svegliarla.
L’auto divorava i chilometri che ci separavano dalla nostra meta alla velocità costante che avevo impostato sul cruiser. Temevo di addormentarmi. Il caldo, la musica jazz tenuta bassa per non disturbare, il paesaggio sempre uguale mi stavano facendo facendo venire sonno. L’unica cosa che mi teneva sveglio era guardare mia moglie che nel frattempo si era girata leggermente sul fianco destro. Ora vedevo la parte posteriore del suo corpo. Una generosa porzione di pelle nuda mi era stata offerta dalla posizione. Gli shorts erano decisamente striminziti e il solco della natiche era ben visibile. Nella parte inferiore si erano fatti strada tra le chiappe di Laura e mettevano in mostra molto di quello che avrebbero dovuto coprire.
Superai alcuni grossi autoarticolati. Uno di loro mi lampeggiò. Dopo una quarantina di chilometri mi fermai in un autogrill a fare rifornimento. Scelsi l’opzione servito perché non avevo voglia di rischiare di sporcarmi portandomi fino all’arrivo lo sgradevole odore del gasolio. Scesi senza fare rumore dall’auto ed andai a parlare con l’addetto al carburante. Feci poi un giro intorno alla macchina per sgranchirmi le gambe. Quando arrivai in corrispondenza del finestrino di Laura sobbalzai.
La canottiera nella rotazione era rimasta sotto il corpo di mia moglie facendo fuoriuscire una tetta. Il primo istinto fu quello di bussare al finestrino dicendole di sistemarsi ma non lo feci. Capii in quel momento il lampeggiamento dell’autista del TIR. Sentii che il pensiero mi stava provocando un inizio di erezione e prima che potesse essere notata anche da altri tornai al mio posto.
Un leggero capogiro mi colpì. Pensare a mio moglie esposta alla vista di estranei mi eccitava veramente molto. Provai ad andare un po’ oltre. Feci un cenno al ragazzo di darmi una pulita ai finestrini.
Svogliatamente prese la racla e uno spruzzatore e cominciò l’operazione. Volevo vedere se si accorgeva di quanto Laura mostrava e vedere la sua espressione in quel preciso momento.
Pulì per bene da l mio lato poi passò dall’altra parte e successe. Rimase di stucco. I movimenti, fino a quel momento decisi, rallentarono fino a fermarsi quasi del tutto. Vidi i suoi occhi accarezzare interamente il corpo di mia moglie. Oltre al seno apprezzò le gambe e il viso da bella addormentata.
Si riprese e chiese ad un collega di portargli qualcosa. L’altro arrivò, parlarono sottovoce e anche il secondo iniziò a guardare. Per pulire il parabrezza ci misero un paio di minuti. Io fingevo di giochicchiare con il telefono ma non avevo peso di vista per un solo movimento dei due ragazzi.
Laura cambiò posizione e tornò supina. Il seno non era rientrato e si poteva apprezzare ancora meglio la sua perfezione. Gli shorts avevano la cerniera a metà. Probabilmente, essendo molto stretti, mia moglie li aveva sbottonatati e i movimenti avevano fatto scendere la zip. Si intravedevano gli slippini bianchi. Diedi un colpo di clacson e subito il ragazzo si avvicinò per ritirare il denaro del carburante.
Gli diedi 5 euro di mancia e ripartii.
Dopo qualche minuto sentii la voce di Laura che diceva:
‘Ti &egrave piaciuto?’
Feci un balzo e quasi persi il controllo dell’auto. Decisi però di fare finta di niente. Non mi sentivo ancora pronto per condividere con lei l’eccitazione che mi provocava saperla guardata intimamente da altre persone.
‘Piaciuto cosa?’
‘Ti &egrave piaciuto lo spettacolo che ho offerto all’autista del TIR ed ai due ragazzi del distributore’
Era sveglia. Il seno non era uscito per caso e la cerniera non era scesa per i movimenti dell’auto. Aveva voluto che altri uomini vedessero parte della sua nudità.
‘Non capisco a cosa ti riferisci.’ Volevo proseguire nella mia finzione.
‘Non fare finta di non capire’ Mentre diceva queste parole mi posò la mano destra sul cazzo che era durissimo fin da quando ero risalito in macchina. Una volta saggiato lo stato della mia eccitazione tirò giù completamente la cerniera dei suoi shorts, inarcò la schiena e li levò restando solo con le mutandine. Vi infilò la mano e cominciò a massaggiarsi il clitoride delicatamente.
Guidavo con un occhio sulla strada e l’altro sulla mano destra di mia moglie. Ad ogni movimento intravedevo un po’ della sua peluria fare capolino dagli slippini.
Alla velocità costante impostata sul cruiser viaggiavo nella corsia centrale dell’autostrada. Quando superavo un camion sentivo colpi di clacson festosi che mi dimostravano che l’autista aveva visto ed apprezzato lo spettacolo che Laura stava dando.
Dopo qualche minuto venne. Piccole vibrazioni accompagnate da un gemito che cresceva sempre più fino ad arrivare ad un urlo soffocato. Rimase in uno stato di semincoscienza per un paio di minuti. La gambe larghe, la mano nelle mutandine. Occhi chiusi e alcuni dei suoi ricci che le stavano sul viso. Uno spettacolo meraviglioso alla luce del tardo pomeriggio estivo.
Si sedette per bene sul sedile. Aveva l’aria soddisfatta e goduta che hanno le donne dopo aver raggiunto l’apice dell’orgasmo.
‘Bene, abbiamo fatto felici tutti gli autisti dell’autostrada, Mi sono resa felice con un orgasmo d’alto livello che ha messo in sintonia il mio cervello con il mio corpo. Ora caro marito voglio pensare a te.’
‘Non possiamo fermarci in siamo in autostrada e non ci sono parcheggi adatti. Rimandiamo a stasera.’
‘Ogni lasciata &egrave persa amore mio. Stasera troveremo altri modi per darci piacere. Ora lascia fare a me.’
Mi sfilò i bermuda e fece uscire il pene dai boxer. Iniziò ad accarezzarlo e sussurrargli delle paroline incomprensibili, come se fosse un essere umano. Lo baciò mentre con la mano lo accarezzava. La sua massa di capelli ricci copriva la vista quindi lo spettacolo che offriva ai camionisti era il suo sedere inguainato in mutandine bianche. Sentii la lingua fare la comparsa e saettare sul glande. Finalmente lo infilò tra le labbra ed iniziò un movimento lento su e giù per l’asta. Sempre più profondamente, sempre più intensamente, sempre più vigorosamente. La lingua agiva sul frenulo instancabile. Il ritmo era diventato elevatissimo. Fino a che il primo fiotto di sperma uscì riempiendole la bocca. Un secondo, un terzo raggiunsero il primo. La sentii inghiottire e poi passò la lingua lungo tutto il cazzo, che stava lentamente abbandonando lo stato eretto per tornare a quello di riposo. Ogni piega, ogni cavità fu esplorata e ripulita dallo sperma residuo.
Si tirò su. Mi guardò negli occhi e finalmente con la bocca libera disse:
‘Chissà se anche Angelo &egrave in autostrada in questo momento. Magari ha visto tutto anche lui.’

Capitolo 5
Arrivammo a Badalucco che cominciava ad imbrunire. Angelo e Pia ci accolsero calorosamente con grande giovialità. Non sembrava affatto che lo scopo della nostra visita fosse di fare da spettatori ai nostri amici mentre si esibivano in performances sessuali.
Anche loro, come noi, erano vestiti da vacanza. Angelo con pantaloncini e Lacoste, Pia con un abito di cotone stampato.
Subito ci dissero a quello che avevano pensato per la serata. Cena in un ristorante in riva al mare e puntatina al casinò. Dovevamo scegliere noi se andare a San Remo o a Montecarlo.
Parlavano in continuazione, senza mai fare il minimo accenno allo spettacolo a cui avremmo dovuto assistere.
Decidemmo per San Remo. Ci cambiammo e andammo al mare con la nostra auto.
Al ristorante mangiammo divinamente. Un menù a base di pesce veramente di livello sopraffino. Io non bevo mai alcolici ma sicuramente i miei compagni di serata non si risparmiarono. Soprattutto le donne. Verso le dieci lasciammo il ristorante per dirigerci alla volta della città dei fiori.
Laura e Pia erano veramente brille e iniziarono a dire cose veramente esagerate sul sesso e sul come lo facevano i rispettivi mariti. Angelo era seduto accanto me mentre le signore si erano accomodate sul sedile posteriore.
‘Guarda Laura quel tipo’ disse Pia indicando un ragazzo che camminava sul lungo mare. ‘Gran fisico. Lasciamo questi due in giro per San Remo e ce lo portiamo a casa’
‘No Pia, il ragazzo &egrave troppo giovane. Due colpi e scende da cavallo’ .
Continuarono con battute del genere per tutto il tragitto. Guidavo lentamente e con i finestrini abbassati in modo che l’aria fresca della sera ligure facesse passare lo stato di ebbrezza delle signore.
Arrivati a San Remo fummo abbastanza fortunati con il parcheggio. Infatti a duecento metri dal Casinò mi infilai in uno spazio appena lasciato libero da un’ auto che se ne andava. La brevissima passeggiata eliminò del tutto i fumi dell’alcol che ancora sostavano nelle nostre mogli ed all’ingresso sembravano sobrie.
‘Laura, per favore non ti sbronzare. Non continuare a bere.’
‘Guarda amore che io sono perfettamente lucida. Sto reggendo il gioco a Pia. Vuole lasciarsi andare fingendo di essere ubriaca. Per avere una scusa. Stai tranquillo. Al massimo prendo un Mojito’.
Ritirammo qualche centinaio di euro in fiches ed andammo ad un tavolo con la roulette.
Puntammo sui numeri dei nostri anni di nascita. Poi sulle targhe delle auto. Infine sui numeri civici delle nostre abitazioni. Naturalmente non vincemmo nulla e quindi provai a mettere tutto quello che mi era rimasto sul rosso. La fortuna mi arrise e per tre volte di fila raddoppiai la puntata. La cosa mi aveva coinvolto e non mi ero accorto che mia moglie e i miei amici non erano più accanto a me.
Raccolsi la vincita e cominciai a cercarli con gli occhi. Ma non li vidi. Girai tra i vari tavoli da gioco, andai al bar. Cambiai le fiches ed uscii per cercarli fuori. Nessuna traccia. Provai a chiamare Laura al cellulare ma il telefono suonava a vuoto. Rientrai e provai a chiedere informazioni ad una hostess che si aggirava tra i tavoli per dare una mano ai giocatori. Mi disse che c’era molta gente e non aveva notato le persone che le avevo descritto.
‘Se non li trova qua provi nel privé’ e mi indicò la direzione da prendere per recarmi in quell’area esclusiva.
Il privé del Casinò di San Remo &egrave una sala destinata ai grandi giocatori di poker. Intorno ai tavoli c’erano dei silenziosi spettatori che godevano nel vedere puntare cifre importanti e non solo. Vidi Laura con Pia ad uno dei tavoli. Mi avvicinai e scoprii che Angelo era seduto a quel tavolo e stava giocando. Non sapevo della passione del mio amico per il gioco ma ero spaventato per lui perché era chiaro che si trovava a giocare con dei professionisti e le cifre in ballo erano importanti.
Salutai Laura e le chiesi cosa stava succedendo. Come mai non erano riuscite a fermare Angelo in quel tentativo di suicidio finanziario.
Fui zittito dagli altri spettatori. Infatti, in quella sala, nonostante il numero di persone presenti, il silenzio era tombale interrotto solo da qualche monosillabo dei giocatori. Angelo aveva un bel mucchietto di fisches davanti a se. Probabilmente stava vincendo. Sperai vivamente che si alzasse per andarsene ma la sua espressione mi fece capire che non ne aveva nessuna intenzione. Appena riuscii ad incrociare lo sguardo di Angelo gli dissi solo con il movimento delle labbra che io me ne andavo. Alzò un sopracciglio come per dire adesso arrivo anche io.
Convinsi le signore ad uscire con me e ad aspettare Angelo nell’ingresso. Ero veramente arrabbiato. Non riuscivo a capire come mai il mio amico avesse messo a rischio i suoi risparmi per una stupidaggine del genere.
‘Ma perché non lo avete fermato. Con tutta la fatica che facciamo per guadagnare quattro soldi uno deve metterli a rischio per una cazzata del genere.’
‘Io ho provato a fermarlo’ disse Laura ‘ma non c’&egrave stato verso. Si &egrave diretto verso il tavolo come se noi non esistessimo.’
‘Mi fa piacere che ti prooccupi ma stai tranquillo. Angelo sa quello che fa. Non ha mai buttato un soldo da quando lo conosco’.
In quel momento Angelo ci venne incontro con un largo sorriso.
‘Ho vinto 11.000 euro. Che fortuna. C’&egrave chi dice fortunato al gioco sfortunato in amore, ma io stasera sono stato fortunato sia al gioco che con la mia meravigliosa moglie.’
Cambiò i soldi e ci dirigemmo verso la macchina.
Passeggiammo sul lungo mare l’aria era fresca e nonostante l’ora ormai tarda la strada era frequentata. Le ragazze erano una decina di metri avanti a noi e sembrava che parlassero di argomenti divertenti perché ogni tanto si sentiva una loro risata. Angelo mi stava raccontando di alcune mani al tavolo verde che gli avevano fruttato la grossa vincita. Mi stavo annoiando pesantemente.
Ad un tratto mi prese per un braccio costringendomi a fermarmi.
‘Guarda. Si sono fermate a quella bancarella di bigiotteria’ disse il mio amico.
‘Ho visto. E allora?’
‘Quei due ragazzi li conosco. Pia ogni volta che passiamo di qua si ferma a civettare e mi ha detto che quando &egrave da sola le fanno apprezzamenti molto espliciti. Fermiamoci a guardare cosa succede’
Osservai meglio i due ambulanti. Uno avrà avuto una trentina d’anni. Capelli lunghi, fisico d’atleta e sorriso accattivante. L’altro era un ragazzo di colore. Doveva essere giamaicano. Portava in testa un cappello con i colori rosso, verde e giallo. alto circa un metro e ottantacinque. Anch’esso con un sorriso abbagliante. Non riuscivamo a percepire cosa si dicevano ma doveva essere molto divertente perché tutti e quattro sghignazzavano.
Il ragazzo di colore fece provare un paio di collane a Pia mentre l’altro prese la mano di Laura e vi appoggiò sopra dei bracciali. Gesticolava e nel farlo ogni tanto sfiorava il viso, le spalle e un paio di volte anche il seno di mia moglie.
Di nuovo quella strana sensazione mista di rabbia, gelosia e sottile piacere che andava subito ai miei genitali dando loro un comando di risveglio.
Laura fece finta di nulla e iniziò la trattativa per l’acquisto di un bracciale. Dopo un dialogo stretto vidi che il ragazzo si avvicinò al viso di lei e le sussurrò qualcosa nell’orecchio.
Laura buttò indietro la testa e scoppiò in una risata. Il ragazzo continuava a fare si con la testa. Alla fine le diede il bracciale si salutarono e ricominciarono la passeggiata e con loro anche noi.
Decisi di fermarmi anche io al banchetto e chiesi al ragazzo qualche informazione sui prodotti in vendita. Molto professionalmente mi spiegò le peculiarità della loro produzione. Poi gli chiesi:
‘Che bella quella signora che era prima qui al banchetto. La conosci?’
‘No &egrave la prima volta che la vedo. L’altra &egrave venuta spesso a comperare qualche oggetto di bigiotteria’
‘&egrave una bella donna. Mi piacerebbe conoscerla.’ Proseguii
‘Anche a me piacerebbe. L’ho invitata domani a fare un giro sul gozzo che abbiamo ancorato nel porticciolo. &egrave la nostra casa. Non so se accetterà. Domani lo scopriremo’
Salutai e me ne andai. Angelo mi raggiunse più avanti.
Ero frastornato. Provare piacere ed eccitazione delle nostre fantasie aveva un senso solo se erano condivise. Altrimenti erano solo menzogne e tradimenti.
Arrivati alla macchina cercai lo sguardo di Laura che però continuava a parlare con Pia di una collega che stava per divorziare. Prendemmo la strada di casa. Angelo era ancora su di giri per il denaro vinto e le ragazze erano decisamente troppo prese dai loro discorsi. I miei pensieri erano concentrati su quanto mi aveva detto il ragazzo del banchetto.
Vedevo solo scenari negativi. Il pensiero di mia moglie toccata, leccata, scopata da un altro uomo ora mi provocavano solo dolore. Niente che ricordasse l’eccitazione di qualche ora prima in autostrada.
Raggiunta la casa dei nostri amici ci salutammo ed andammo ognuno nella propria stanza.
Laura, andò in bagno prima di me, mentre si lavava i denti la sentivo farfugliare delle parole incomprensibili ma non la stavo nemmeno a sentire, ero troppo abbacchiato.
Entrò in camera con una camicia da notte nera che le arrivava a mezza coscia. Non prestai quasi attenzione alla sua bellezza ed entrai in bagno. Decisi per una rapida doccia , mutande e t-shirt invece del pigiama e tornai in camera.
La luce era spenta. Pensai che Laura stesse già dormendo invece era fuori sul terrazzino.
La raggiunsi. Mi fece segno di non fare rumore. Mi prese per mano e scendemmo gli scalini che portavano in giardino. Camminammo mano nella mano e ci ritrovammo sull’altro lato della casa. Laura mise di nuovo il dito indice sul naso per dirmi di non fare rumore. Arrivammo al garage. Il portone era semiaperto e si poteva vedere all’interno grazie alla soffusa luce azzurra diffusa un piccolo neon d’emergenza. Guardammo all’interno e fu allora che vidi quello che Laura voleva farmi vedere.
Su un vecchio divano si scorgevano una figura femminile nuda che si contorceva come se stesse scopando l’uomo invisibile. Cavalcava ma non sembrava esserci nessuno. Gli occhi si adattarono ala poca luce e così vidi Pia che stava scopando un uomo di colore. Lui non lo si vedeva però la sua pelle lucida raccoglieva sprazzi di luce che venivano riflessi nel buio.
‘Non riesco a vederti in viso Peter’ disse Pia. ‘Voglio vedere la tua faccia mentre mi chiavi in questo modo.’
Pia si sollevò dal ragazzo ed andò ad accendere la luce principale del garage.
‘Non attiriamo troppo l’attenzione?’ disse Peter.
‘Stai tranquillo. &egrave tutto sotto controllo’
All’accensione della luce feci un balzo indietro per evitare il rischio di essere visto.
‘Guarda, amore, che Pia sa benissimo che siamo qua. Chi credi mi abbia avvertita?’
Ripresi la posizione di prima e guardai La nostra amica ridiscendere sul palo di carne che il ragazzo aveva in mezzo alle gambe. Era veramente molto grosso. Decisamente più grosso del mio.
L’attrezzo di Peter non era sfuggito neppure a Laura che mi sussurò nell’orecchio.
‘Come fa a starci tutto?’
‘Probabilmente Pia &egrave predisposta’ dissi. Ma subito mi resi conto di avere detto una stupidaggine ma stare li a guardare quei due mi imbarazzava parecchio.
Lo spettacolo offerto era abbastanza noioso lei sopra e lui sotto. Non erano neppure molto sincronizzati ed ogni tanto il cazzo del ragazzo usciva dalla figa della donna rischiando di piantarsi di botto nel culo al colpo successivo.
Certamente Pia si stava godendo ogni centimetro del ragazzo ma non c’era fantasia in quel rapporto. Sembrava più un esercizio ginnico che sesso.
Il seno di Pia grosso e un po’ cadente, ballonzolava su e giù. La testa era scossa dalla violenza con cui i colpi le venivano inferti.
La mano di Laura si posò sul mio uccello.
‘Vedo che la cosa ti eccita’
Sollevai un lembo della camicia da notte. Solo allora mi accorsi che non portava nulla sotto. Feci scorrere il dito tra le natiche e chinandomi un poco riuscii ad arrivare fino alle labbra della sua vagina. Erano bagnatissime. Il liquido vaginale provocato dall’eccitazione era uscito fuori e aveva ormai inumidito copiosamente anche l’esterno.
La girai verso di me e la baciai con intensità. Le nostre lingue si accarezzavano, inseguendosi nelle nostre bocche. Con le dita mi feci strada tra le sue cosce e iniziai a massaggiarle il clitoride. Infilai il dito più a fondo possibile agendo sulla parte interna. Poi tornai sul clitoride.
Pia e Peter continuavano a stantuffarsi sul divano. Io continuavo a masturbare mia moglie senza interrompere il bacio.
Improvvisamente venne. Il suo gemito fu soffocato dalla mia bocca e i suoi sussulti attutiti dai piedi nudi sull’erba.
Cadde in ginocchio a causa dell’intensità dell’orgasmo che le aveva tolto le forze.
Sentimmo intanto dei rantoli che venivano dall’interno del garage. Pia era venuta e Peter continuava a pomparla.
Si gettò da un lato facendo uscire il cazzo dalla sua figa. Il ragazzo prontamente si mise in piedi sopra di lei infilandoglielo in bocca. Pia lo estrasse subito e cominciò a leccarglielo fino a farlo venire. Lo sperma entrò quasi interamente nella bocca della donna, solo una piccola parte la colpì sul viso. La quantità però doveva essere notevole perché ne fuoriuscì parecchio dai lati colando sul seno.
Si spalmò per bene il liquido seminale su tutto il corpo inghiottendo rumorosamente quello che aveva tra le labbra.
Un sospirone si infilò l’accappatoio. Il ragazzo si vestì rapidamente. Diede un bacio sulla guancia a Pia e si diresse verso il portone del garage dietro al quale eravamo nascosti noi.
Ci passò ad un paio di metri senza vederci e corse verso l’uscita.
Uscì anche Pia e si andò alla doccia che era stata messa in un lato del giardino. Aprì l’acqua e iniziò a sciacquarsi.
‘Vieni’ disse Laura prendendomi per mano.
Raggiungemmo Pia. Io non sapevo dove guardare, vederla li nuda sotto l’acqua scrosciante mi imbarazzava moltissimo. Mi girai verso Laura che si era levata la camicia da notte.
‘Ti spiace se vado anche io sotto la doccia?’ e raggiunse l’amica.
L’acqua scrosciava sul bellissimo corpo di mia moglie e su quello di Pia.
Prese il bagno schiuma ed iniziò a strofinarselo addosso provocando una schiuma candida che brillava sotto i raggi della luna. Laura aiutò l’amica a passarsi il detergente sulla schiena sulle natiche e sulle gambe. Il servizio le fu reso subito dopo. Notai però che La nostra amica indugiava un po’ troppo tra le chiappe di mia moglie e sulle tette. Era decisamente qualcosa di più di una semplice lavata serotina.
Si inginocchiò davanti a Laura, le divaricò le gambe e passò il bagno schiuma anche li. Sicuramente mia moglie gradiva. Non riuscivo a capire se era l’inizio di un rapporto lesbico oppure si trattava di una di quelle cose che succedono tra donne senza la malizia del sesso.
Il sapone ormai era stato eliminato del tutto dai corpi. Le due chiusero l’acqua e si asciugarono con l’accappatoio di Pia. Laura si rimise la camicia da notte e corse in camera.
‘Buonanotte Sergio e grazie di avere assistito al mio incontro con Peter. &egrave stata la prima volta e avevo un po’ di timore a rimanere sola con lui.’
‘Buonanotte Pia.’ Risposi. Ero frastornato. Volevo dire qualcosa di intelligente ma non mi salì nulla alle labbra.
Arrivato in camera trovai mia moglie nuda in mezzo al letto. Braccia e gambe allargate e i capelli sparsi sul cuscino.
‘Vieni, finiamo quello che abbiamo iniziato.’ Mi spogliai e mi avvicinai alla pediera del letto. Mi inginocchiai e cominciai a baciarle le caviglie, salii verso le ginocchia e iniziai a leccarle le cosce e arrivai delicatamente alle labbra della sua figa. Giocai con il suo clitoride, sollevò le gambe dischiudendo le labbra della vagina. La lingua entrò ed inizio a leccare le pareti interne. Il sapore di mia moglie entrò lentamente nella mia bocca. Tornai sul clitoride lo leccai, lo succhiai, lo morsi con dolcezza. Il corpo di Laura cominciò a vibrare e un gemito soffocato le uscì dalla bocca. Il suo corpo adesso era scosso da un tremito con sussulti improvvisi.
Non lasciai che terminasse di godersi l’orgasmo. Le infilai subito il mio cazzo turgido. Lentamente iniziai ad entrare e ad uscire da lei. Aumentai il ritmo, affondai con sempre maggior vigore. La scopavo come non avevo mai fatto con lei e con nessun’altra. Sempre più intensamente, sempre più forte. Laura accoglieva ogni colpo rispondendo con altrettanta forza. I nostri corpi erano perfettamente sincronizzati, i nostri ventri si scontravano provocando un rumore di pelle e sudore. Ad un tratto Laura perse il ritmo ed iniziò a tremare per poi sobbalzare in modo energico. Urlò senza freno. Si scostò mettendosi nella posizione fetale e lasciò che l’orgasmo terminasse nel suo corpo e nella sua mente.
Io rimasi paziente ad attendere che si riprendesse.
Dopo un paio di minuti si girò verso di me con un sorriso splendido.
Non disse niente, si avvicinò strisciando al mio cazzo. Lo baciò come per ringraziarlo dell’orgasmo, lo coccolò, se lo strusciò sul viso. Allungava la lingua per leccarlo ogni volta che se lo passava nei pressi delle labbra.
Finalmente se lo infilò in bocca e perse a succhiarlo, la lingua accarezzava il frenulo. Aspirava e soffiava delicatamente. Mi sentivo un tutt’uno con la sua bocca. Raggiunsi l’orgasmo dopo qualche minuto. La sentii inghiottire tutto e poi inizio quel corroborante esercizio di pulizia del pene che mi manteneva in uno stato di grazia.
Quando si tirò su disse con voce roca.
‘Pensi che Angelo fosse dietro le tende?’

Capitolo 6
Erano le 9 di mattina. La notte prima mi aveva decisamente messo alla prova.
Mi sedetti sul letto. Laura si era già alzata e non era nella stanza e neppure nel bagno adiacente.
Feci una doccia rapida, infilai il costume e una t-shirt dei Metallica e scesi in giardino.
Passeggiai un po’ alla ricerca di Laura ma non la trovai.
Andai in cucina. In mezzo al tavolo c’era un biglietto:
‘Ciao Sergio, siamo andate al mare. Angelo &egrave andato ai balzi rossi per comprare del pesce da un pescatore che conosce. La macchina l’ho presa io quindi stamattina sei a casa solo soletto.’
La prospettiva di passare mezza giornata da solo in casa non mi dispiaceva per niente. Mi ero portato un paio di libri e quindi sapevo come occupare il tempo.
Presi un caffé e tornai sulla terrazza della nostra camera per leggere un un poco e rilassarmi.
Verso le dieci decisi di andare a prendermi un altro caffé. Mentre uscivo dalla stanza vidi sul comodino di Laura il bracciale che l’amico di Peter aveva regalato a mia moglie.
D’un tratto mi venne in mente cosa aveva mi aveva detto il ragazzo quando, fingendomi un estraneo, gli avevo chiesto informazioni su Laura.
‘L’ho invitata domani a fare un giro sul gozzo che abbiamo ancorato nel porticciolo. &egrave la nostra casa. Non so se accetterà. Domani lo scopriremo’ mi aveva risposto.
Quindi mia moglie era andata al mare da sola probabilmente per incontrare l’ambulante. Pia gli reggeva sicuramente il gioco. Sulla complicità delle due amiche ne avevo avuto la prova la sera prima.
Pia aveva tradito il marito davanti ai nostri occhi e poi sotto la doccia si era lasciata andare a qualche carezza più intima di quello che avrei potuto pensare.
Provai a chiamarla sul cellulare ma non risultò raggiungibile. Chiamai Pia ma anche il suo era irraggiungibile. L’ansia aumentava. Sentivo le vene della testa pulsare. Pensai che questo poteva essere il motivo per cui si diceva ‘sentirsi crescere le corna’.
Chiamai Angelo.
‘Pronto Angelo, dove sei?’
‘Sono a Bordighera, sto rientrando a casa. Ho comprato del pesce stupendo. Appena arrivo lo pulisco e lo cuciniamo subito. Che succede? Problemi?’
‘Le signore sono andate al mare con la mia auto e non riesco a chiamarle al telefono. Sono preoccupato.’
‘Stai tranquillo, non ci sono pericoli. Al massimo hanno trovato qualcuno che da loro una bella ramazzata. Comunque fra venti minuti dovrei essere a casa. Mentre pulisco il pesce puoi prendere la mia macchina ed andarle a cercare. A dopo.’ E riattaccò senza darmi il tempo di replicare.
Passarono esattamente 24 minuti. Il cancello si aprì e la Mercedes di Angelo entrò nel giardino.
‘Vieni, ti faccio vedere i pesci che ho preso. 4 orate dei moscardini, un polpo di scoglio e poi cozze, vongole, fasolari, cannolicchi. Insomma oggi ci togliamo la voglia di pesce. Ho capito, prendi la macchina e vai a controllare che anche le nostre mogli non si stiano levando la voglia di pesce’. Sorrise Angelo.
Presi la macchina ed andai nella zona del porticciolo. Parcheggiai ad andai sul molo cercando il gozzo che il ragazzo della sera prima mi aveva indicato.
Vi erano ormeggiati un sacco di motoscafi, qualche yacht una decina di panfili ma nessun gozzo. Andai da un anziano signore che sembrava essere del posto.
‘Scusi, ha mica visto la barca di quei due ragazzi che hanno il banchetto sul lungomare?’
‘Sono partiti stamattina presto. Saranno state le nove’
‘Erano soli?’
‘Mi pare di no ma non ne sono sicuro.’
‘C’erano due donne con loro?’ insistetti
‘Con quei due ci sono sempre donne. Non mi stupirei se ce ne fossero state anche stamattina’
Quello che avevo saputo mi aveva messo solo più in ansia invece di tranquillizzarmi.
Mi sedetti su una panchina del porto ed attesi di saperne di più. Dopo un paio d’ore vidi in lontananza una barca puntare verso il molo. Quando fu a un centinaio di metri riconobbi Peter in piedi sulla tolda. Sembrava fosse da solo. Il gozzo rallentò la corsa fino a fermarsi nel suo spazio.
Dal nulla saltò fuori l’altro ragazzo che con un balzo arrivò sul molo e con una grossa fune prese ad ormeggiare la barca.
Stavo per avvicinarmi e chiedere notizie di Laura e di Pia, ben sapendo che mi sarei esposto al ridicolo visto che la sera prima avevo finto di non conoscerle.
Dalla cabina usciì prima mia moglie poi la sua amica.
Vidi che si salutarono abbracciandosi e dopo essersi scambiati dei casti baci sulle guance si avviarono verso la macchina.
‘Ehi Laura.’ Chiamai. ‘Sono qui’
‘Ciao amore, che sorpresa’ mi rispose. ‘Che ci fai qui. Mi stai spiando?’ Mentre mi diceva questo mi sorrise maliziosa.
‘Mi ero preoccupato. Non rispondevate al telefono’
‘Siamo andate a fare una gita al largo. A prendere il sole e a farci un bel bagno. Pia aveva lasciato qualcosa in sospeso e ha voluto provvedere’
‘E tu? Cosa hai fatto?’
‘Te l’ho detto. Ho preso il sole e mi sono fatta una bella nuotata’
‘Ok’ dissi andiamo a casa Angelo ha comprato del pesce e a quest’ora sarà pronto’.
‘Uffa’ disse Pia. ‘Ancora Pesce.’
Le due donne scoppiarono in una fragorosa risata.
Arrivati a casa sotto il porticato era imbandita una tavola sulla quale troneggiava un gigantesco piatto colmo di coquillage.
Un meraviglioso profumo di pesce alla griglia invadeva l’aria.
Arrivò Angelo con la grigliata su un vassoio. Era a torso nudo con un grembiule per non ustionarsi.
Dai forza &egrave pronto siete arrivati appena in tempo.
Mangiammo con gusto. Il pesce era cucinato al punto giusto. Le conchiglie crude cosi fresche avevano un sapore meraviglioso. Angelo aveva preparato una caraffina con del succo di limone salato ed una ciotola con dell’aceto e delle cipolle rosse tritate fini.
Queste due salse sulle cozze, e i fasolari erano starordnarie.
‘Angelo vai a prendere del vino in frigo’ gli disse la moglie.
‘Subito cara’ Si alzò e ci diede le spalle. Ci accorgemmo solo in quel momento che oltre al grembiule non portava nulla. Le sue natiche erano in bellavista tra lo stupore mio e di Laura.
‘&egrave sempre il solito’ Disse Pia. ‘Appena può si mette con le chiappe al vento. Vabbe &egrave un picco assaggio di quello che vedrete più tardi’.
Mi ero completamente dimenticato il motivo per il quale eravamo li in quel week end. Essere spettatori passivi di un loro incontro amoroso.
Al ritorno di Angelo con una bottiglia di Pigato Costa de Vigne, cominciammo a prenderlo in giro e l’atmosfera prese una piega decisamente goliardica e in alcuni tratti anche scurrile. Io sono astemio ma le donne e Angelo bevvero veramente molto. Alla fine del pranzo le bottiglie vuote sul tavolo erano 5.
Dopo aver sparecchiato ed inserito piatti e bicchieri nella lavastoviglie decidemmo per un pisolino.
Angelo si stese sull’amaca in giardino. Pia si ritirò nella sua camera. Laura ed io raggiungemmo la nostra. Avfremmo fatto la solita doccia per rinfrescarci per poi buttarci sul letto completamente nudi.
Da buon cavaliere lasciai che mia moglie si togliesse di dosso la salsedine della sua gita in barca. Quando, dopo aver gustato il corroborante scroscio d’acqua sul mio corpo mi diedi una rapida asciugata e raggiunsi Laura.
Era, come sempre bellissima. Distesa prona sul letto con le gambe leggermente divaricate che mettevano in mostra le labbra della sua figa perfetta. I suoi capelli con qualche ciocca grigia le incorniciavano il viso gli occhi chiusi. Il respiro leggermente affannato era il segnale che era vigile e che il suo corpo desiderava di essere posseduto. Il seno arrossato dal sole andava su e già in modo regolare.
Come mai il seno era rosso come il resto del corpo? E come mai non si vedeva nessun segno del costume neppure dove di norma dovrebbero esserci gli slip del bikini?
La risposta era una sola. Laura aveva preso il sole completamente nuda sulla barca.
Di nuovo quella sensazione di gelosia mista ad eccitazione che si concentrava in testa e nei miei genitali per dare vita ad una erezione quasi istantanea.
‘Cosa avete fatto in barca?’ le chiesi.
‘Te l’ho già detto. Ho preso il sole e ho fatto un bagno facendo qualche tuffo dalla barca’
‘Dai segni del costume non mi sembra di vedere che il sole abbia lasciato dei segni’ Le dissi per provocare la sua reazione.
‘Ma non avevo il costume. Eravamo lontani da riva chi vuoi che ci vedesse’.
‘Ma in barca non eri mica sola. C’erano i due ragazzi e Pia’
‘Pia e Peter non si sono fatti vedere per tutta la gita. In coperta eravamo solo io e Stefano.’
‘Beh, ti sembra poco? Te ne stai li nuda a prendere il sole con un ragazzo che ti gira intorno.’
‘Non girava da nessuna parte. Abbiamo buttato l’ancora e lui si &egrave messo vicino a me a prendere il sole’
‘Magari ora mi dici che anche lui era nudo’
‘Certamente. Per toglierci tutti dall’imbarazzo ci siamo spogliati tutti quanti.’
‘C’&egrave qualcos’altro che mi devi dire?’
‘Non mi sembra di ricordare.’ Disse con un tono cantilenante.
‘Ah si. Mentre parlavamo del più e del meno era inevitabile che finissimo per parlare di Pia e Peter. Ogni tanto giungevano da sotto coperta dei gemiti inequivocabili.’
‘Quindi? Vai avanti per favore raccontami un po’ cosa &egrave successo’
‘Semplicemente abbiamo affrontato l’argomento del sesso. Lui mi ha raccontato che un sacco di donne sposate gli fanno la corte per avere un’avventura sessuale della quale parlare con le amiche. Poi &egrave sceso nei particolari. Molte donne stanno in riviera per tutta l’estate mentre i mariti lavorano a Torino o Milano. Si sentono sole, prive di attenzioni. Diventano per questo prede consenzienti. Inoltre, al di fuori del loro letto, si scatenano e fanno cose che non farebbero mai con i mariti. Stefano mi diceva che a volte sono goffe ma eccezionalmente disponibili a qualsiasi esperienza.’
‘E tu?’
‘Io cosa. Stavo ad ascoltare quello che mi diceva. Ha raccontato qualche episodio. Si &egrave spinto fino nei più intimi particolari’
‘E tu? Eri eccitata?’
‘Senti Sergio’ mi disse appoggiandosi su un gomito e guardandomi negli occhi. ‘Eravamo in mezzo al mare, nudi, con versi ininterrotti di gente che scopava. Come pensi fosse possibile non essere eccitata. Potevo chiedergli di smettere ma sarebbe stato peggio. Avrebbe capito che le sue parole facevano effetto su di me. Quindi gli rispondevo a tono come deve fare una donna di mondo.’
‘E lui?’
‘Stefano stava al gioco. Continuava a raccontare di questa e di quella che gli volevano succhiare il cazzo o farsi scopare davanti e di dietro da lui e Peter. Anche lui, ti posso garantire, era notevolmente eccitato. Il suo cazzo era concretamente sveglio e svettante.’
‘E me lo dici cosi?’
‘Cosa potevo fare. Tornare indietro a nuoto?’
‘Ma non hai avuto paura che ti saltasse addosso?’
‘Paura? No. Nessuna paura’
‘Mi vorresti dire che un ragazzo in piena salute, con una donna come te completamente nuda, non ci ha provato?’
‘Certo che ci ha provato’
‘Cosa vuoi dire?’ la mia gelosia e la mia erezione erano arrivate al massimo livello.
‘Voglio dire che ci ha provato’
‘E ci &egrave riuscito?’
‘No. Non Completamente’ disse esitando.
‘Senti Laura raccontami tutto. Non posso sopportare questo tira e molla’
‘Tira e molla? A me sembra che sia solo tira. E come se ti tira’ disse facendo cenno col capo al mio cazzo duro. ‘Ok. Ti racconto cosa &egrave successo. Dopo una mezz’oretta che mi raccontava delle sue avventure erotiche ha cominciato a farmi dei complimenti. Prima molto delicati e poi decisamente più audaci. Che belle tette che hai. Hai un sedere stupendo. Le tue labbra sembrano fatte apposta per baciare. Io ridevo ma, come qualsiasi donna, apprezzavo le sue parole. Mi sentivo umidiccia tra le gambe ma naturalmente lui non poteva vedere. Quello che invece era sotto la luce del sole erano i miei capezzoli che si erano induriti. Allora lui mi ha sfiorato con la mano e poi ha afferrato il seno ed ha cominciato a massaggiarlo con delicatezza e decisione. Gli ho chiesto di smettere, ma non devo essere stata troppo convincente perché lui ha continuato. Si &egrave messo in ginocchio ed ha afferrato anche l’altra tetta con la mano libera. Il suo cazzo era durissimo e mentre mi accarezzava si trovava a una decina di centimetri dalla mia bocca. Lo avvicinava sempre di più nella speranza che io glielo leccassi. Girai la testa dall’altra parte. Allora prese ad accarezzarmi la pancia e lentamente scese fino al monte di Venere. Le mie gambe erano saldamente incrociate e non gli avrei permesso di arrivare a toccarmi la figa ma mentre mi ripetevo questo nella mia mente. Il mio corpo rispose in modo autonomo e le gambe si aprirono lasciando libero il passaggio per la sua mano biricchina. Appena giunto nei pressi delle grandi labbra si &egrave accorto di quanto i discorsi fatti mi avessero eccitata. Ero bagnatissima e un suo dito si &egrave infilato dentro di me quasi risucchiato dalle pareti della mia vagina. Le sue mani mi stavano facendo godere moltissimo. Entrava e usciva accarezzandomi il clitoride per poi rituffarsi nella nella profondità del mio corpo.
Sono venuta quasi subito. La situazione era intrigante e la mente ha velocizzato l’orgasmo.
Sai quanto sia stanca dopo avere goduto. Sai che ho bisogno di un paio di minuti per ricominciare a connettermi.
Stefano invece voleva subito la sua parte e la cosa mi ha fatto arrabbiare moltissimo. Ho pensato a te ed alla delicatezza con la quale tu rispetti i miei tempi ed ho capito che forse ero andata oltre. Però era anche vero che il ragazzo si era impegnato, e che anche lui desiderava avere un orgasmo. Temevo anche che contraddicendolo avrebbe potuto buttarmi in mare. Così decisi che la cosa migliore era accontentarlo.
Mi girai verso di lui, gli presi l’uccello in mano e cominciai a muoverlo in su e in giu. Stava apprezzando molto quello che gli facevo. Ma ogni tanto sentivo che spingeva il cazzo verso di me. Cercavo di opporre resistenza senza che se ne accorgesse.
Avevo però sottovalutato l’esperienza di Stefano. Non avevo pensato a chissà quante volte si era trovato in quella situazione.
Mi disse che era scomodo e con la scusa di cambiare posizione riusci ad appoggiare il glande sulle mie labbra. Tenni la bocca chiusa ma lui non si arrese e delicato ma deciso continuò a premere fino a che cedetti e lo accolsi in bocca.
Sai quanto mi piace farti i pompini. Sai quanto desidero leccartelo. Sai quanto apprezzo il sapore del tuo sperma.
Tutto divenne automatico. Leccavo, succhiavo, aspiravo. Con la mano destra lo masturbavo mentre con la sinistra gli accarezzavo la schiena e le natiche. Ho insinuato un dito fino ad accarezzargli l’ano. Quel contatto ha provocato immediatamente il suo orgasmo. Una quantità immensa. Non volevo inghiottire e il suo seme che &egrave così fuoriuscito parzialmente dalla bocca colandomi sul seno e sulla pancia. Mi sono alzata di scatto e mi sono tuffata in acqua. Ho lasciato uscire il liquido dalle labbra e poi mi sono risciacquata con l’acqua marina.
Dopo una mezz’ora sono risalita sulla barca. E ho affrontato il ragazzo dicendogli che era stato uno sbaglio che non avevo mai tradito mio marito e non avevo nessuna intenzione di rifarlo. Gli ho anche detto che ti avrei raccontato quello che era successo e che non si pensasse che saremmo andati oltre.’
Finito il racconto Laura alzò lo sguardo. Fino ad allora lo aveva tenuto basso e immobile.
Ero distrutto. Il pensiero che mia moglie mi aveva tradito mi stava lacerando il cervello.
‘Ti sei accorto’ disse Laura ‘che hai il cazzo duro da quando ho iniziato a raccontare?’
‘Questo cosa vuol dire secondo te?’ risposi con astio.
‘Significa che l’idea di tua moglie che succhia il cazzo di uno sconosciuto ti intriga, ti eccita, ti piace.’
Non sapevo cosa rispondere. Aveva ragione. Ero eccitato e se provavo a visualizzare mia moglie sulla barca mi sentivo ancora più eccitato.
‘Hai ragione, pensarti su quella barca, indaffarata con l’uccello di un altro uomo, mi eccita moltissimo. Ma la cosa che non riesco a perdonarti e di non avere condiviso con me tutto ciò. Fatto così ha più l’aspetto di un tradimento bello e buono piuttosto che di una trasgressione di coppia.’
‘Ti chiedo scusa. Avrei potuto mentirti o tacere e invece ho condiviso con te questo piccolo tradimento. Ti ho spiegato come &egrave successo e poi, come dici sempre tu, un pompino non si rifiuta a nessuno.’
Mi salì alle labbra un sorriso che si trasformò in una risata.
Anche Laura si mise a ridere e poi si sedette su di me infilandosi il cazzo fino in fondo.
Cominciò a cavalcare, dapprima lentamente e poi sempre più svelta. Aiutavo i suoi movimenti afferrandola per le chiappe. Sapevo che quella posizione le dava grande piacere perché agiva sia sul clitoride che sul punto G. Sentii i primi sussulti del suo orgasmo e mi lasciai andare anche io. Restammo avvinghiati per diversi minuti. Poi andammo insieme sotto la doccia.
‘Promettimi che la prossima volta che farai sesso con qualcuno ci sarò anche io.’
‘Certo amore. Ci saremo tutti e due.’

Capitolo 7
Verso le 17,30 ci alzammo dal letto e ci preparammo per la sera.
Io mi misi un paio di Bermuda e una t-shirt di Springsteen. Laura invece si mise una minigonna a balze e una camicia bianca annodata in vita. Come sempre molto era sexy.
Quella sera, dopo cena, avremmo dovuto assistere alle performances amorose di Pia e Angelo quindi non saremmo andati a fare la passeggiata in riva al mare.
Verso le 7 arrivammo nel porticato dove si cenava. Angelo, come al solito era ai fornelli. Mentre Pia si prendeva gli ultimi raggi di sole pomeridiano distesa su una chaiselongue di midollino.
Aveva un bikini nero da cui strabordavano le poppe.
‘Stasera linguine alle vongole e branzino al forno con patate’
‘Meraviglioso’ dissi.
Laura era andata da Pia e probabilmente le stava raccontando di quello che era successo nel pomeriggio. Io mi misi a guardare le notizie sul mio Ipad.
Angelo annunciò che la cena sarebbe stata in tavola da li a cinque minuti. Pia si alzò si levò il reggiseno e gli slippini del costume per mettersi un caffettano nero molto scollato con ricami arabi sul petto e sulle maniche.
Mi accertai che Angelo avesse indossato qualche vestito. Mi tranquillizzai quando vidi che dietro al grembiule c’erano un paio di jeans neri.
La cena come al solito fu ottima. L’atmosfera divenne immediatamente allegra e vivace. Pia, forse per prepararci al dopocena, introdusse qualche argomento piccante. Il più gettonato, sicuramente ispirato da quanto aveva detto Laura, fu: Cosa si intende per tradimento? Seghe e pompini valgono?
Angelo, ignaro di quello che era successo alle nostre mogli in barca quella mattina, espresse il suo parere.
‘Io partirei dal bacio. &egrave il più intimo contatto amoroso che si può avere con la persona che ami. Un bacio intenso e profondo, &egrave a mio parere un tradimento con la C maiuscola’
‘Vorrai dire con la T’ intervenne Pia.
‘No, con la C di corna’
Tutti scoppiammo a ridere.
‘Ma un pompino in fondo &egrave un bacio intenso e profondo. Solo che invece di essere sulle labbra &egrave sul pene’ replicai.
Non potei non notare una smorfia di disappunto di mia moglie.
‘No un pompino &egrave un modo di dare piacere più legato al sesso che al sentimento. Il bacio contiene tutte due le componenti. Il sentimento e il sesso. Un bacio appassionato ti fa tirare un po’ il cazzo’.
‘Hai ragione.’ Dissi ‘Un pompino non &egrave un atto di tradimento se non c’&egrave un bacio.’ Espressi quel concetto per fare capire a Laura che l’episodio della mattina era ormai perdonato e non le avrei certamente serbato rancore.
Gli altri tre presero un amaro centerbe della zona. Era servito gelato e tutti ne gustarono almeno tre bicchierini.
La più vispa sembrava proprio Pia che iniziò a saltellare per il giardino come una ninfa. Ogni saltello scopriva le sue cosce pienotte ma certamente piacevoli da vedere. Il seno si intravedeva dalla scollatura del caffettano. Angelo le corse dietro e Laura di li a poco si buttò in quella danza goffa, sgraziata ma colma di trasgressione.
Dopo cinque minuti di quei movimenti forsennati Pia sia lasciò cadere per terra esausta. Aveva le gambe completamente nude fino all’anca e un po’ di peluria faceva capolino dal suo ventre.
Laura le si avvicinò per coprirla ma Angelo la fermò deciso.
‘Lasciala così’ disse ‘non trovi che sia meravigliosa?’
‘&egrave vero’ rispose mia moglie ‘fa venire anche a me la voglia di baciarla che non sono mai stata attratta dalle donne’
Angelo, si inginocchiò accanto alla moglie. Cominciò ad accarezzarle le gambe, dapprima sugli stinchi per risalire lentamente fino alle ginocchia. Le massaggiò prima le rotule poi passò nell’incavo posteriore. La cosa doveva piacere particolarmente a Pia perché prese a dimenarsi ed a socchiudere le gambe. Come ad un segnale prestabilito le accarezzò la parte interna delle cosce risalendo di qualche millimetro in più ad ogni passata.
Mia moglie era ad un metro da loro. Anche lei in ginocchio. Lo spettacolo l’aveva catturata totalmente. Si torceva le mani nervosamente. Qualche stilla di sudore le colava sul viso per poi cadere sulla camicetta bianca. Era eccitata e ogni tanto buttava la testa all’indietro con la splendida massa di riccioli che accentuava il movimento. Il suo sguardo passava dalle mani di Angelo al viso in estasi di Pia.
Angelo con il suo lento massaggio alle cosce della moglie era giunto alla sua figa. Come avesse pigiato su un interruttore, non appena sfiorò il clitoride Pia aprì le gambe mettendo a disposizione dei nostri occhi e delle mani del marito le labbra della sua vagina leggermente imperlate dei suoi umori.
Laura scattò in piedi, andò sull’amaca a prendere un cuscino. Corse dalla coppia che non aveva interrotto i preliminari. Delicatamente sfiorò i lombi di Pia aiutandola a sollevare il bacino. L’amica fece leva sui piedi ed inarcò la schiena. Subito mia moglie tirò su il caffettano dell’amica fino a sopra l’ombelico ed infilò il cuscino sotto La donna.
La nuova posizione consentiva ad Angelo di avere la figa della moglie più aperta quindi rapidamente vi infilò un dito dentro iniziando il massaggio della parete interna.
Pia si gustava ogni momento della masturbazione che il marito le offriva. Entrava ed usciva dal suo corpo accarezzando il clitoride all’esterno e il punto G all’interno.
Si mise in mezzo alle sue gambe e sostituì la mano con la lingua senza perdere il ritmo.
Leccò, baciò, succhio quella vagina che ben conosceva e che sapeva come portare all’apice del godimento.
Pia venne.
Angelo rialzò il viso dal pasto erotico che aveva appena concluso. Si levò i pantaloni e pose il glande sulle grandi labbra della moglie. Una piccola pressione e il suo cazzo fu come aspirato dentro la figa della moglie. Cominciò a pomparla con forza ma l’eccitazione che era salita nel corpo e nell’anima del mio amico lo portarono all’orgasmo rapidamente.
Fece un balzo indietro ed eiaculò sul prato. Vedevo la sua delusione negli occhi e vedevo lo sconforto sul viso della moglie.
Lo sguardo di Pia incontrò il mio e sentii la sua voce dire.
‘Ti prego Sergio, finisci quello che ha iniziato Angelo’
‘No Pia, gli accordi non erano questi.’ Dovevamo solo assistere al vostro amplesso. Non potrei mai fare questo ad Angelo e a Laura’
Alle mie spalle mi giunse la voce di Angelo.
‘Ti prego Sergio. Scopala’
‘Ma cosa stai dicendo. Siete diventati matti voi due?’
‘Ti prego Sergio Scopala’ questa volta era stata mia moglie a parlare.
‘Laura. Anche tu dici questa cazzata’
Laura si alzò in piedi, venne verso di me. Mi baciò profondamente facendomi sentire la sua lingua all’interno della mia bocca.
Con una mano dietro la nuca premeva la mia bocca sulla sua. Con l’altra iniziò ad accarezzarmi il cazzo. Fece scendere la zip ed estrasse il mio pene, ormai durissimo. Si inginocchio ed iniziò a leccarmelo e a succhiarlo. La sua lingua mi faceva sempre un effetto dirompente. La testa mi si svuotava e mi concentravo solo più sulle mie sensazioni e sulle mie emozioni.
Laura si mise in piedi ed afferrando saldamente il mio uccello mi porto verso Pia che era ancora sdraiata sul prato con il cuscino sotto le reni. Mia moglie sembrava una sacerdotessa dell’amore. Mi fece inginocchiare tra le gambe dell’amica. E guidò il mio pene all’interno della vagina bollente di Pia.
Fu mia moglie che inizio a spingermi delicatamente dentro la donna. Come se fosse un volano Il mio corpo partì ed iniziò dapprima lentamente per poi aumentare il ritmo nel giro di un paio di minuti. Pia fremeva sotto ogni colpo. Sembrava cercasse di prendere ogni centimetro del cazzo che la penetrava sia in lunghezza che godendone su tutta la superficie. Sembrava un’idrovora aspirante che trascinava dentro di se il palo di carne che la stava stantuffando.
Gridò fortissimo. Pensai di averle fatto male o che un insetto l’avesse punta. Invece stava godendo. Il suo corpo sembrava colto da una crisi nervosa sussultava e si torceva nello spasimo dell’orgasmo. Mi spinse via e chiamò il marito perché desiderava essere baciata da lui mentre ancora stava godendo del piacere provocatole da un altro uomo.
Mi alzai in piedi stupito. Il mio pene, come se si fosse offeso, si stava ritirando quando Sentii Laura avvicinarsi e dirmi:
‘Ora ti aggiusto io mio caro ed unico amore’
Si sfilò rapidamente gli shorts di jeans, e levò la maglietta. Si trovò nuda sul prato con la luce delle numerose torce alla citronella che illuminavano il giardino. Si mise carponi e mi incitò a penetrarla in quella posizione.
Devo dire che non sono un estimatore della posizione della pecorina ma non mi sembrava il caso di sottilizzare.
Avvicinai il mio ventre alle sue natiche ed infilai il mio uccello, che nel frattempo era tornato in splendida forma, dentro di lei. Mi stupii della quantità di umore che bagnava la sua figa.
Cominciai a pomparla, ma furono sufficienti veramente pochi colpi per far si che il suo corpo iniziasse a vibrare e la sua bocca ad emettere il gemito che annunciava l’orgasmo. Stavo per lasciarmi andare anche io e riempirla del mio sperma quando vidi Angelo e Pia avvicinarsi a noi due.
La donna si sdraiò sotto di me ed inizio a leccarmi i testicoli e il perineo. Il marito invece si mise davanti a Laura con il cazzo a qualche centimetro dalle sue labbra.
Non sapevo se godermi il momento o alzarmi mandando tutti al diavolo. Anche se della mia posizione non era visibile quello che stava accadendo al pene di Angelo, capii dai movimenti della testa di mia moglie che ormai era stato aspirato all’interno della sua cavità orale e mentre io la scopavo da dietro ogni colpo spingeva il cazzo del mio ‘amico’ a fondo nella bocca di mia moglie.
Come era già successo poco prima Angelo ci mise poco a raggiungere l’orgasmo che venne nella bocca di mia moglie.
Appena estratto il cazzo dalla bocca Laura girò il capo verso di me e mi lanciò uno sguardo di complicità e soddisfazione e sussurrò.
‘Finalmente.’
Venni.

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