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Racconti Cuckold

Cazzi in bocca a mia moglie

By 19 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Sapevo che a mia moglie piaceva tantissimo farmi le corna e le piaceva da morire farlo comportandosi da grandissima troia. Allo stesso tempo a me piaceva tantissimo sapere quello che faceva mia moglie e come lo faceva. Avrei gradito essere presente mentre si esercitava e quindi mi accontentavo di leggere le cronache delle sue troiate seguendola in quello che scriveva per i ‘Racconti di Milù’. Ormai ne aveva pubblicati una decina e in tutti narrava con grande dimestichezza e ricchezza di particolari la sua sorprendente carriera di troia senza limiti e senza vergogna. Ed eccomi qui, sul divano di casa con il PC sulle gambe, il cazzo in tiro a leggerla.
Un titolo attira in particolare la mia attenzione:’Come l’ho ridotto cornuto contento!’. Aprii la pagina per la lettura, mi preparai mentre il cazzo già stava per esplodere ed in uno stato di grande eccitazione iniziai a leggere.
‘.. L’altra sera siamo usciti, era una serata fresca e piacevole. In macchina esibivo le mie gambe che attiravano lo sguardo degli automobilisti affiancati e dei pedoni fermi ai semafori. Quegli sguardi mi eccitavano e l’abitino leggero saliva sempre più su scoprendomi l’intimo più intimo, avevo anche sbottonato la camicetta e i seni in libertà si offrivano alla vista dei guardoni più intraprendenti, l’aria fresca che entrava dal finestrino mi faceva drizzare i capezzoli.
Tutto questo dava fastidio a mio marito che, poveretto, molto infastidito continuava a tirarmi giù l’abito e a dirmi:’ Ma dai, che fai? Copriti, sei indecente!’ Io continuavo imperterrita nel gioco che mi eccitava sempre di più. Più mi tirava il vestito e più lo ritiravo in su e per alzare il livello della provocazione esageravo nei comportamenti e così poggiai il piede destro sul cruscotto tenendo sollevata la gamba: ora la posizione e il vento dal finestrino mi scoprivano del tutto, le applicazioni di pietre sul perizoma luccicavano come irresistibile richiamo per gli occhi maschili di passaggio. Ai semafori sentivo gli sguardi che mi divoravano! Qualche guardone più attento avrebbe potuto notare come s’inumidiva il mio intimo e continuavo a ripetere a mio marito:”Sei sempre il solito perbenista del cazzo, chi vuoi che mi guardi oltre a te, e poi a giudicare dai tuoi pantaloni è chiaro che non ti dispiace affatto il mio comportamento!! Ti è diventato duro per caso? Pensa a guidare piuttosto!!”
Distratto dalle mie cosce ed ostinato nel tentativo di coprirle finì per aggiungersi ad un già avvenuto tamponamento con conseguente ingorgo.
Una piccola cosa ma che aveva già prodotto una manfrina indescrivibile, urla e parolacce a non finire. Per evitare di restare coinvolti nei litigi spostò l’auto nel contro viale, più tranquillo e meno illuminato per risolvere lì i problemi assicurativi. Fummo raggiunti immediatamente da due automobilisti: uno, il tamponato, il più agitato di tutti, un tipo di media statura che si avvicinò a noi inveendo e sbraitando, e per sostenere le sue ragioni infilò la testa nel finestrino dalla mia parte investendoci con le sue urla e parolacce ma anche tenendo ben d’occhio le mie gambe; l’altro si posizionò dalla parte di mio marito, anche lui urlando, e sottraendo le chiavi dell’auto per impedirci di andar via. Eravamo circondati e quasi prigionieri.
L’uomo, dalla mia parte, si era infilato con il busto tutto dentro, e si appoggiava con il bacino allo sportello, il suo pacco aderiva e schiacciava la mia mano appoggiata alla carrozzeria, apparentemente indifferente. Non la ritrassi, la pressione del cazzo mi procurava un gradevole piacere ed iniziai a muovere delicatamente e con cautela le dita, tastandogli il pantalone che si gonfiava e si gonfiava. L’espressione del suo viso e le smorfie del suo labbro mi fecero capire che aveva avvertito i movimenti della mia mano. Gradiva l’inatteso trattamento di mano e ed iniziava a strusciarsi contro la mano!
Restai tranquilla mantenendo la stessa posizione, una gamba sul cruscotto e l’altra ondeggiante e divaricata, la trama a rettangolini di varie sfumature delle mie autoreggenti era risaltata dai giochi di luce dei lampioni e calamitava gli occhi del porco tamponato.
Soprattutto il perizoma nero velato faceva la sua bella figura agli occhi dell’energumeno, e il luccichio delle applicazioni attirava lo sguardo di entrambi gli uomini. Non da meno il mio seno libero che giocava a nascondino quasi fuoriuscendo dall’abitino sensualmente sbottonato e oltre modo trasparente.
L’uomo lanciò furente il suo biglietto da visita urlando a mio marito:” Tu sei solo un gran cornuto con questa mignottona di moglie!!” e a questo punto avvenne tutto così all’improvviso che, per lo stupore, nessuno di noi due riuscì a reagire, anzi seppe reagire o volle reagire a dovere e in tempo utile.
Quell’ossesso placato lo sfogo verbale si dette ad un altro sfogo: con estrema rapidità posò la sua mano destra sul polpaccio mentre, guardandomi provocatoriamente, mi slinguazzava volgare ed osceno.
Guardavo lui e guardavo mio marito attendendo una sua reazione: ‘Togli le mani di dosso, lurido porco! Stefano!! E tu non fai niente!!’ Mio marito farfugliò qualcosa con gli occhi attratti dalla mano intrusa che dal polpaccio risaliva al ginocchio e lentamente scivolava nell’interno coscia. Notai anche che mio marito era in piena erezione con la patta rigonfia. ‘Che porco!’- pensai- ora ti faccio vedere quanto sono più porca di te, stronzo!’.
Maliziosamente allargavo ancora le gambe. Quel porco dell’intruso ci sapeva fare. Portai la mano sulla sua per allontanarla, ma più che respingerla l’accompagnai nello scivolamento che terminò quando la mano impattò il tessuto, abbondantemente umido, palpando a mano piena la figa:’ Ehhh porcona! Che bella figa bagnata che c’hai! Non ce la fa il cornuto a tenerla a bada, ehh??’ Insistetti nella parte: ‘Toglimi le mani!! Stefano fa qualcosa, cazzo!! Mi sta violentando!!!’ Ma ormai ero pienamente coinvolta in quello sporco gioco e mi piaceva giocare.
Ma Stefano restava immobile a guardarsi la scena, imbambolato e sicuramente sempre più eccitato, come pure si godeva la scena l’altro uomo già in preda all’eccitazione che incitava il compagno a darmi una bella lezione a colpi di cazzo:’Fottitela a questa porcona, questo (rivolto a Stefano) è un povero cornuto!’
Quando la mano del porco si schiacciò contro la figa scattai in avanti e la mia bocca si aprì a mostrare tutta la mia finta sorpresa e il mio grande piacere, mi uscì un “oooooooh!!” che non era di rifiuto ma stava per:”Ohh …però …hai fatto bene a provarci … su coraggio dacci sotto!!!”. Le cosce, istintivamente, si erano intanto serrate stringendo quella mano violentatrice. L’altra mano mi aveva avvolto il seno sinistro scoprendolo tutto dopo aver fatto saltare l’ultimo bottone della camicia, completamente aperta, e lo palpeggiava sotto i miei occhi allibiti:’Che belle bocce che c’ha ‘sta zoccola!!!’.
In silenzio, sentivo le dita strizzarmi il capezzolo sempre più turgido. La lingua dell’intruso era ormai a portata della mia bocca!
Poi la testa dell’uomo si spinse verso il mio viso e la sua lingua oscena e volgare, che fluttuava sbavando, mi penetrò nella bocca che tenevo spalancata per lo stupore e per il piacere della situazione.
La mia bocca l’accolse senza ritegno avvolgendola fra le labbra umide. Quell’uomo mi stava usando davanti a mio marito che continuava a guardare, paralizzato, inebetito e impotente mentre io sentivo crescere in me un turbamento sempre più inebriante, e il mio sesso tracimava umori.
La lingua mi spompinava la bocca travasando saliva, la mano del porco continuava a tastare volgarmente la figa, la mia mano ormai assecondava il gesto e guidava l’altra mano.
Staccatosi dalla mia la bocca dell’uomo risucchiò rumorosamente e con avidità il capezzolo. Le sue dita afferrano l’elastico del perizoma e con uno strattone lo strapparono via gettandolo in faccia a mio marito, dove si posò e restò come un velo pietoso, attraverso il quale come un filtro inebriante poteva continuare, passivamente, a seguire la scena sempre più erotica che precipitava verso un epilogo scontato.
Strappatomi il perizoma la mano dell’uomo si avventò nuovamente sulla figa che generosamente gli offrivo con le cosce spalancate come un chiaro invito a darci dentro.
Le dita grosse e pelose penetrarono nella figa umida, accavallai le cosce serrando in una morsa quella mano che mi stimolava eccitandomi. ‘Una figa che merita una bella ripassata!!!’ disse quel porco mentre ritirò la mano dalla figa forzando la stretta delle cosce riluttanti a dischiudersi.
Era un polipo, le sue mani passavano dalla figa ai capezzoli ed ora tastava la figa con volgare compiacimento, ora l’altra sua mano agguantava la mia zizza sinistra, la metteva a nudo strizzandola mentre il capezzolo si irrigidiva turgido. Brividi caldi mi scorrevano per tutto il corpo. Quel porco andava giù duro e mio marito se ne restava a guardare senza reagire, senza accennare una reazione in mia difesa.
Non so cosa mi scattò nella mente ma certo tastai con più decisione il cazzo di quell’uomo, cresciuto e diventato duro, mentre per simulare una falsa reazione fingevo ancora di allontanare quella mano dalla figa dimenando le cosce che invece accoglievano, stringendola proprio quella mano che volevano cacciare. Intanto aveva staccato la sua bocca dal seno e mi strattonava la testa. Mentre fingevo di allontanarlo la mia mano si era già aperta un varco nella cerniera, e aveva tirato fuori il cazzo consistente che segavo beata, godendomi da grande troia la durezza turgida e marmorea allo stesso tempo, gli impugnai la cappella che colava liquido.
Il piacere che provavo mi fece uscire dalla bocca un “ohhhhhh!!” che non voleva dire, come pensava mio marito:” Che cazzo fai stronzo ‘. leva la tua manaccia!! va fa ‘nculo!!”., ma bensì ‘Continua porco, fammi godere!!!’ A questo punto il cornuto di mio marito avvertì un malore accasciandosi sul sedile, non gli credetti, ero convinta che fingesse per godersi, da cornuto contento, l’evoluzione dei fatti.
Segavo il cazzo facendo scorrere la mano lungo tutta l’asta carnosa, ma questo a quell’energumeno non bastava perchè mi afferrò la testa rudemente con le mani e me la tirò verso il finestrino, verso quel cazzo proteso che fu oscurato alla vista di quel cornuto di Stefano dalla mia testa e dai miei capelli scossi e turbinanti.
Le mani mi spinsero la testa iavanti e dietro per un tempo indefinito, durante il quale giunsi al limite dell’orgasmo perché accompagnavo il pompino sfregandomi la figa, ero così eccitata che mi sarei scopata con il cambio!!.
Le mani poi serrarono la testa bionda, si fermarono schiacciandola contro il ventre che sussultò ripetutamente mentre il maiale gemeva:’ oooh’. Sìììì ‘succhiati pure l’anima!!! Dai bella zoccola!! Vengo, sborro!!”
Una raffica di schizzi colpiva la bocca in ogni sua parte, mentre grugniva proprio come un maiale. Svuotatosi le palle allontanò la mia testa che si abbandonò sul sedile mentre con la lingua densa di sperma biancastro mi leccavo le labbra, la mano stringeva ancora il cazzo che mi aveva appena sborrato dentro e che si riavvicinò al viso per schizzarmi le ultime gocce residue, ed io mi allagavo tra le cosce inzuppando il sedile.
Abbandonata sul sedile mi gustavo il lurido sapore dello sperma prima di ingoiare rumorosamente tutto. E fu allora che mi resi conto che anche l’altro uomo aveva il cazzo allo scoperto e si segava usando la mano, finta manomorta, di Stefano, mio marito e quando lo sentii mormorare tra i denti ‘Sborro, sborro!!’ mi fiondai verso il finestrino sul corpo inerte di mio marito offrendo anche all’altro, il piacere della mia bocca calda e accogliente. Rapidi risucchi e pompate veloci, mentre la mano di Stefano smanettava il secondo cazzo. In ginocchio sul sedile e protesa verso il finestrino offrii la visione del mio culo all’uomo che mi aveva già usata e da autentico maiale non si lasciò sfuggire l’occasione, e mi sentii il suo dito tozzo e ruvido che si faceva strada nel buchino prima slargandomelo anche materialmente e poi simulando l’inculata me lo affondò tutto dentro per intero. Per reazione istintiva ingugitai fino in gola l’altro cazzo che pompavo e su cui mi ero concentrata, era un cazzo bollente che stava per eruttare: fu questione di attimi e il secondo cazzo mi riversò copiosamente liquido biancastro appiccicoso in gola per una seconda fragorosa ed ingorda ingoiata. La mia mano appoggiata sul cazzo di mio marito avvertì il suo orgasmo silenzioso nei vestiti.
Sul mio viso brillavano le goccioline di sperma che non ripulii lasciandomele bene in vista, la mia bocca sapeva terribilmente di sborra, le mie cosce bagnate erano fradice ed ero seminuda.
Recuperai il mio perizoma dalla faccia del cornutone e me lo misi fra le cosce a tamponare l’umido che continuava a colare. E mentre i due approfittatori si allontanavano chiamandomi in tutti i modi possibili per etichettare la grande troia qual ero, misi in atto la finzione di credere al finto svenimento di mio marito.
‘Stefano!!! Dai Stefano, che ti succede???’ Cominciai a scuoterlo come se mi fossi spaventata e lui finse di riemergere da un improbabile svenimento dicendomi:’ scusami, ti ho lasciato sola con quell’energumeno, scusami non se che mi ha preso!!, cosa è successo???’ ‘Niente ‘ risposi falsa ‘ non è successo niente, l’ho mandato via. Lo chiamerò io, sistemerò tutto io, tu ti riscaldi troppo!!!” e mi prese il biglietto da visita. Gli presi la testa fra le mani, accarazzendogli i capelli sconvolti e gli offrii la bocca per un bacio appassionato all’irresistibile sapore di sborra. Non fece una piega!
P.S. Dopo pochi giorni portai l’auto dall’energumeno che faceva il carrozziere, il quale, nell’officina, senza preamboli mi strappò il perizoma coricandomi sul cofano a faccia in giù, poi molto rudemente mi affondò il cazzo nel culo, inculandomi là furiosamente e riempiendomi di altro sperma, poì estrasse il suo arnese dal culo e quando cominciò a fuoriuscirne il liquido mi sodomizzò di nuovo affondandomi il suo cazzo per intero facendomi urlare per il dolore e per il piacere. Una seconda inculata bestiale in cui vidi veramente il cielo stellato. Tutto senza parole neanche volgari, solo gemiti e grugniti: un animale che si monta la sua femmina!!
Alla consegna della macchina mi fu riservato lo stesso trattamento, con la variante che mentre mi stantuffava il culo, l’altro suo amico dell’incidente mi pompava la bocca. Il mio culo fu ripetutamente rovistato a fondo da due cazzi furiosamente eccitati, la bocca fu riempita di colate di sperma. Tutto molto eccitante ed animalesco con mia piena soddisfazione.
Peccato che non li rividi più! ‘.

Il racconto finisce ed io ho il ventre zuppo di sperma!

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