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Racconti Cuckold

che strana coincidenza

By 1 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano da poco passate le 10 del mattino, faceva un freddo boia ed io che stavo li da più di mezz’ora e m’ero tutto infreddolito.
Ma non mi importava più di tanto.
Era un sacrificio che stavo facendo volentieri in quanto per la prima volta avrei incontrato lei, la mia amica/amante di chat, compagna di tante avventure virtuali con la quale ci sentivamo quasi tutti i giorni da più di un mese.
Sapevo solo il suo nome, una descrizione sommaria del suo fisico che un po’ sembrava ricordare quello di mia moglie.
Un bel seno della quarta misura, capelli color castani di media lunghezza con meshes o colpi di sole che dir si voglia.
Sapevo anche che era una gran porca e che ricambiava molto volentieri le altrettante cose porche che le proponevo io.
Mi aveva detto che le piaceva molto prenderlo in bocca, non aveva problemi a farsi sburrare sino in gola e non disdegnava neanche di prenderlo nel culo.
Queste affermazioni o confidenze, sempre scambiate in chat e solo in chat erano le cose che più mi facevano eccitare in quanto era o almeno si dichiarava l’opposto di mia moglie, accentando e ricambiando alla grande qualunque discorso le avessi fatto sul sesso.
Non so se queste affermazioni potevano essere facilitate ad ammetterle con la complicità di trovarsi dietro ad uno schermo del PC o se invece facevano parte del suo essere.
Presto l’avrei scoperto incontrandola finalmente.
Lei era anni luce di distanza da mia moglie con la quale avevo sempre avuto il solito rapporto di routine, con la scopatina piatta piatta e senza alcun’altra emozione.
Più volte le avevo proposto sesso anale, giochi con oggetti e quant’altro, cercando di imprimere finalmente una svolta alla nostra routine sessuale.
Da lei avevo invece ricevuto solo risposte negative.
Lei non era né si considerava una troia e quei giochi o addirittura il sesso anale erano solo giochi da fare con donne prezzolate e non con la propria moglie.
Spesso, anche dopo aver fatto la scopatina di routine con lei, che si faceva obbligatoriamente a giorni ed orari pressoché stabiliti, mi ritrovavo in bagno a masturbarmi come un ragazzino, facendo correre la mia fantasia su quello che purtroppo non potevo avere in casa, riuscendo così a godere pensando a chissachì.
M’ero quasi rassegnato a continuare la mia vita così sessualmente scialba quando un giorno parlando con un mio amico venni a conoscere l’esistenza della chat , luogo rifugio di tante persone sia uomini che donne in alcuni casi particolarmente insoddisfatte/i del proprio essere.
Entrai in chat, mi inventai un nick, non mi dichiarai mai con il mio vero nome, misi come città di provenienza una città diversa dalla mia, tutto questo per questioni di privacy pensando che così non sarei stato facilmente riconducibile a quello che ero realmente.
Così tra un incontro ed un altro casualmente incontrai lei.
Dopo un primo approccio con scambio nomi, luoghi e quant’altro, come si conviene ad ogni presentazione, le parole scivolarono inesorabilmente sul sesso.
Non ricordo bene se fui io o lei ad andare a sbattere su quest’argomento.
Ma dopo poco ci raccontammo così le nostre vite private, le nostre scopatine che non avevano alcun senso, niente passioni ma solo formalità.
Anche lei aveva con lui un rapporto simile a quello tra me e mia moglie e forse questo particolare ci accumunava.
Da un po’ quando ci si incontrava in chat si parlava solo di sesso, lei spesso mi raccontava anche sue altre esperienze giocando molto sull’equivoco cio&egrave dicendo e non dicendo, facendomi mai capire che potevano essere incontri reali o invece incontri virtuali.
Ero sempre molto confuso dalle sue dichiarazioni, non riuscivo mai a comprendere il limite tra il suo virtuale ed il reale.
Oltretutto lei si divertiva a giocare con me come il gatto con il topo, facendomi capire una volta che aveva fatto all’amore contemporaneamente con più uomini, e magari subito dopo affermare che erano solo sue fantasie, purtroppo mai realizzate.
Mi raccontava che era passata da un letto ad un altro, avendo fatto all’amore con i più disparati uomini.
Era più di un mese che ci si frequentava e benché il discorso fosse sempre caduto sul sesso mai avevamo noi fatto sesso virtuale.
Ci si incontrava in chat il tardo pomeriggio, poco prima di staccare dal lavoro e quindi in quel contesto non &egrave che si poteva andare oltre.
Spesso ci siamo dati appuntamento in chat nel dopo cena, ma mai ci siamo incontrati.
Io a casa dovevo inventarmi mille scuse per entrare in chat dopo cena e non sempre era possibile farlo.
Entravo e non la trovavo e così accadeva a lei che mi diceva che qualche volta &egrave entrata dopo cena, ma che non ha potuto trovarmi. Chiaro io non potevo farlo per via di mia moglie.
Tantissime volte ed a più riprese le avevo richiesto il numero di telefono, una sua foto, una sua mail, ma lei aveva sempre rifiutato, con estrema cortesia ma con altrettanto estrema fermezza.
Non riuscivo a darmene pace.
Come?
Mi aveva raccontato le cose più strane e porche che aveva fatto ma poi aveva problemi con il numero di telefono?
Chissà
Forse suo marito la controllava attentamente e lei aveva paura di scoprirsi.
Comunque stavo li ad aspettarla.
Era comunque un rischio che dovevo correre, non avevo avuto altra alternativa.
Le avevo chiesto di vestirsi in modo sexy con una bella gonna ampia, una guepiere e calze velate nere, un reggiseno a balconcino e niente slip.
Inoltre anche una richiesta da parte mia un po’ strana, di presentarsi con la fica completamente depilata.
Lei non mi aveva né confermato né smentito su queste mie richieste e se le avrebbe fatte o no.
Il pensare a questo oltre a eccitarmi ancor di più mi aiutava a trascorre il tempo dell’attesa.
Stavo li da quasi una ora ad aspettare questo incontro così ‘al buio’, consapevole anche del rischio che stavo correndo, che magari si presentasse una racchia o addirittura un gay.
Per tranquillizzarmi un pochino pensai che comunque ero nel punto di incontro della stazione Termini e che se si fosse presentata una persona diversa da quella che immaginavo avrei potuto ‘svicolare’ con molta facilità.
Mi accordai anche con il mio amico nonché mio iniziatore alla chat, che mi avesse telefonato verso le 10,30 circa.
Se avessi avuto problemi ci saremmo inventati un urgenza di lavoro e quindi la necessità di abbandonare subito il luogo dell’incontro, altrimenti l’avrei tranquillizzato e salutato.
A casa mi inventai una scusa dicendo a mia moglie che avevo un impegno a Roma e che stesse tranquilla e che pranzasse da sola perché io difficilmente sarei potuto rientrare per pranzo. (nel caso positivo che la donna incontrata avessi risposto appieno alle mie aspettative).
Mi rispose che anche lei aveva una riunione scolastica e che forse anche lei si sarebbe trattenuta oltre l’orario standard.
Quale situazione migliore?
Mentalmente avevo predisposto tutto, avevo anche individuato un hotel lì vicino alla stazione non troppo caro né di bassa lega, che ci avrebbe potuto ospitare, avevo nel portafogli una bustina di preservativi da utilizzare e una rosa rossa in mano, che oltre ad essere il segno riconoscimento pattuito era un piccolo, forse insignificante, ma simpatico omaggio floreale per lei.
Mannaggia erano le 10,15 ed ancora stavo li come uno stoccafisso gelato dal freddo di quella mattina invernale.
I pensieri ripercorrevano sia la mia vita che la storia ultima.
Cercavo inutilmente di dare un volto a questa donna fin ora tanto misteriosa.
All’improvviso mi sentii raggelare, ancor di più, sudai a freddo e cercai mentalmente di inventare una scusa.
Era improvvisamente comparsa mia moglie, che mi aveva riconosciuto da lontano e che con altrettanto imbarazzo si stava dirigendo verso di me.
Come !!!
Io l’avevo lasciata la mattina sapendo che lei si sarebbe recata a scuola ed invece era qui a Roma a circa 50 km dal suo posto di lavoro.
Anche lei in evidente imbarazzo si avvicinò e facendomi improvvisamente raggelare ancor di più il sangue mi disse:
< Ciao, sono io la tua Mary, tesoro>.
Per un attimo non capii ma dopo un primo mio sbalordimento mi ripresi, incominciai a focalizzare la situazione.
Ci mettemmo a sedere in un bar accanto e ci raccontammo piano piano tutta la nostra avventura.
Lei mi confidò che aveva sempre avuto voglia di nuove situazioni, ma che aveva sempre trovato difficoltà a parlarmene e che conseguentemente si era creata questo nick Mary e che un po’ in chat ed un po’ realmente incontrava altri uomini.
Ma come in alcune sere non potevo entrare in chat e lei altre volte con la scusa di correggere i compiti degli alunni rimaneva fino a tardi nello studio.
Ma quali compiti, cazzo.
Stava sino a mezzanotte o le una a scopare virtualmente con altri.
Chissà a quanti altri aveva dato appuntamento in questo punto.
Chissà se poi il rituale era sempre lo stesso: presentazioni, un caff&egrave e poi via in albergo a scopare o meglio ancora a fare altre cose che mai voleva fare con me.
Ora mi spiegavo le sue costanti riunioni scolastiche, sempre con argomentazioni diverse, che aveva almeno mensilmente da oltre un anno e che le impedivano spesso di stare a pranzo insieme a me.
Apposta non si lamentava più di tanto di questa situazione che la vedeva coinvolta spesso oltre gli orari canonici.
La gelosia mi incominciò a rodere sempre di più, ma di pari passo accresceva in me anche la voglia di far sesso non con mia moglie ma con Mary.
Forse dopo un primo momento, l’eccitazione era ben superiore alla gelosia.
Allora come inizialmente previsto la portai in albergo.
La baciai, allungai una mano tra le sue cosce e mi accorsi che aveva rispettato le mie richieste:
fica completamente depilata e niente slip.
Mi eccitai al massimo
Scopammo come non mai e poi le chiesi con molta delicatezza se lo voleva prenderlo nel culo, cosi come me l’aveva promesso l’Angelica della chat.
Contrariamente alle mie previsioni mi rispose :
>
Cercai di lubrificarla un po’ con la saliva, per far si che il mio cazzo entrasse meglio in quel culetto che mai m’aveva concesso.
Cercai di penetrarla con la massima dolcezza per non farle troppo male cercando di stare attento ad ogni sintomo di fastidio che le avrei potuto procurare, ma con estremo stupore mi accorsi che il mio cazzo era penetrato in lei con tantissima facilità.
Come ?
Il suo buchetto che sino a quella mattina ritenevo vergine era stato invece violato da chissà quanti altri!
Ma allora c’era veramente un mescolamento tra situazioni virtuali e quelle reali?
Ma qual’era il limite del confine tra i due mondi?
Non me ne importava nulla a quel momento e continuai a stantuffare dentro al suo culo.
Rimasi ancora più perplesso quando mi chiese di sburrargli dentro al culo >, cosa impensabile fino alla sera precedente.
Ma io in quel momento, non stavo facendo all’amore con mia moglie, che forse avrei ritenuto frigida, ma con al mia Mary, amante passionale e scatenata.
Rimanemmo per un po’ nudi sul letto poi dopo un attimo di riposo, si inginocchiò a fiano a me suil sul letto voltandomi le spalle e sbattendomi quasi in faccia la sua fica liscia come la pelle di una bambina: >.
In men di che non si dica il mio cazzo riprese a pulsare, si rianimò improvvisamente con quella respirazione a bocca e bocca, le riempii tutta la bocca e mi accorsi che quella attività che come moglie poco le piaceva, era invece un suo cavallo di battaglia.
Cercai di resistere ma non ci riuscii più di tanto e dopo credo pochissimi minuti le sburrai dentro la bocca.
Quasi provai io, fastidio per lei, sapendo la mia eiaculazione abbondante e che le avevo completamente riempito la bocca di sperma, ma lei con la massima disinvoltura lo ingoiò sino all’ultima goccia, non sprecando nulla di quel nettare che le aveva fatto sempre schifo, almeno così come mi aveva sempre fatto intendere.
Sempre con la bocca e con molta delicatezza mi ripulì ben bene il cazzo.
>
Come affermare il contrario?
Da quel giorno il nostro rapporto di coppia &egrave chiaramente cambiato.
Lei anche tra le mura domestiche &egrave spudorata come la mia Angelica della chat e nonostante sia comunque appagata dalle mie prestazioni, che ricambia con estrema partecipazione e gioia, continua tranquillamente a chattare.
Alcune volte si ferma sino tardi davanti al PC, magari sdraiata sul sofà.
Altre volte la sento dalla camera di sopra che sta bisbigliando, lei afferma che sta ripetendo la lezione del giorno dopo, ma io credo che invece sia al telefono con qualcuno facendo sesso con lui.
Le pseudo riunioni di lavoro, scusa che gli serviva per forse incontrare gli altri, sono meno intense di prima ma comunque non sono state del tutto annullate.
Non mi importa di sapere cosa fa, con chi lo fa, se lo fa virtualmente o realmente.
Mi importa che lei sia con me l’Mary che ho conosciuto purtroppo troppo tardi, l’Mary della chat.
Giorni fa abbiamo realizzato un sogno che, anche questo, mai mi sarei permesso di chiedere a mia moglie, ma che invece insistentemente avevo chiesto ad Mary, mai ottenendo comunque da lei la rassicurazione di poterlo veramente realizzare.
Stavamo fermi volutamente, con l’auto, in un parcheggio lungo l’autostrada del Sole.
C’erano tre TIR anch’essi parcheggiati.
Mi sono fatto abbastanza coraggio, cosa non facile, anzi difficilissima per quel momento e quel contesto.
Sono sceso dall’auto ed ho avvicinato uno dei tre camionisti, scegliendone uno a caso, forse quello meno seducente e sensuale.
Volevo saggiare la spudoratezza e l’obbedienza della mia Mary :

Il camionista, uomo di mezza età, con la barba incolta e sicuramente non proprio profumato di lavanda, anzi’., dopo un attimo di esitazione accompagnata da un forte sbigottimento e di sorpresa accettò.
Lei gli fece il servizietto, facendosi sburrare tutto in bocca e inghiottendolo completamente, con la massima sorpresa del camionista.
Scese poi dal camion e salì sulla mia auto, partimmo sgommando e durante il tragitto da li a casa mi raccontò istante per istante tutto quello che era accaduto nella cabina del camion.
Le toccai la fica.
Dire che era fradicia era un eufemismo.
Facemmo all’amore come non mai quel pomeriggio e mentre stavamo abbracciati nel sesso ci confidammo altre fantasie, fantasie che conoscevano solo Jansen e Mary.
Fummo d’accordo particolarmente su una, non tralasciando comunque tutte le altre.
Decidemmo pure di come e quando realizzarle’..
Ma questa &egrave un’altra storia
….. continua…

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