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Cuckol e e gay in un colpo solo

By 31 Luglio 2024No Comments

Rientro in casa, è passata da poco mezzanotte, sento dei rumori provenire dalla stanza da letto.
La scena che vedo mi lascia di sasso, Monica è calata su un cazzone bianco e si vedono solo le palle, anche il culo è occupato ed anche li l’uccello è tutto dentro. Posso solo giudicare dalla larghezza visto che entrambe le nerchie sono tutte dentro di lei.
“Bentornato cornuto” è la prima frase che mi dice mia moglie fra un gemito e l’altro.
“Dai non fare il sorpreso, ho controllato con costanza la cronologia del tuo pc degli ultimi mesi ed ho visto quali film guardi con più frequenza, nelle ultime settimane solo cuckold ed in particolare quello di quella bionda con tette enormi che si fa montare da due neri e poi si fa ripulire dal marito prima di incularselo con uno strap-on. Ti piacerà quello che succederà stasera, andremo ben oltre il tuo film preferito!”.
Sono basito.
“Spogliati” il tutto mentre i due maschi continuano a pomparla come se non ci fossi, vedo entrare degli uccelli che oltre che in larghezza sono notevoli pure in lunghezza, mi stupisco di come Monica li riesca a contenerli entrambi in contemporanea ma è un pensiero che dura un attimo.
“Spogliati ti ho detto, Richard aiutalo”. Non mi ero accorto che di fianco alla porta davanti al letto c’è un altro uomo. E’ un gigante d’ebano, passa i due metri abbondantemente e probabilmente anche i 120 kg di peso, è stranamente in boxer ed il suo arnese non svetta sotto la stoffa dell’indumento,
Sento la mano di Richard che mi afferra per una spalla, mi fa girare, mi guarda negli occhi e mi dice “fai da solo o provvedo io?”.
Sto ai primi danni e mi tolgo scarpe calze pantaloni e camicia, resto con i soli slip da cui il mio amichetto fa capolino. Quello che ha detto mia moglie è la verità, mi sono ammazzato di seghe guardando film cuckold in cui i cornuti assistono alla monta delle mogli, e più è forte l’umiliazione del poveretto e più mi piaceva e mi immedesimavo ma non avevo il coraggio di affrontare l’argomento con mia moglie.
Monica gira la testa per un attimo “via tutto, tieni solo la fede a testimonianza che sei un cornuto, Richard dagli la gabbietta”.
Mi tolgo tutto ma mettere la gabbietta ad un uccello in pena erezione ed eccitato come sono, è impossibile.
“Fagli fare una doccia gelata”
Richard mi prende per il collo e mi spinge verso il bagno, sono già nudo lui mi spinge dentro il box doccia, apre il miscelatore tutto sul freddo e chiude gli sportelli. “Non usare l’acqua calda, sarebbe inutile, Monica ha chiuso la mandata dell’acqua calda in questo bagno”.
L’acqua è gelata e, nonostante questo, il mio uccello fa fatica ad abbassarsi, Richard apre, vede la situazione e mentre sono sotto il getto della doccia mi fa una sega, in meno di un minuto vengo. Mi porge l’asciugamano e la gabbietta. Non sono molto esperto ed allora il gigante mi aiuta a metterla.
“Andiamo di là, la festa deve ancora cominciare” mi annuncia l’uomo.
Nella stanza da letto intanto il nero che stava pompando il culo di mia moglie è uscito e mi sta aspettando.
“C’è un uccello da pulire cornuto, muoviti”.
Non ho mai preso un cazzo in bocca, qualche volta con Monica simulando situazioni porno ho succhiato dei dildi ma mai nella realtà.
Esito, la mano di Richard mi riprende per il collo e mi spinge verso l’altro nero che a sua volta mette la sua mano sopra la ma testa, inutile resistere. Monica nel frattempo si è girata, è sempre a spegnimoccolo ma ora dà le spalle all’uomo che la stava scopando che nel frattempo affonda le sue mani nelle sue tettone della quinta misura impastandole per bene.
Inizio a leccare il cazzo che è appena stato nelle viscere di mia moglie, ha qualche striatura e la cosa mi schifa per cui mi fermo. Immediatamente le due mani si posano sulla mia testa. Richard mi tappa il naso, l’altro mi sbatte il cazzo fino in gola tanto da non riuscire quasi a respirare.
“Bravi continuate così, fate vedere a questa checca cornuta come si comportano i frocetti come lui”.
I tre uomini scoppiano a ridere poi si scambiano frasi che mi sembrano derisorie nei miei confronti in una lingua che non conosco, mi sembra una lingua del nord. Ipotizzo sia svedese perché mia moglie lavora per una azienda di import export che ha frequenti rapporti col paese scandinavo e più di una volta ha dovuto recarsi là per lavoro.
Dopo avermi quasi soffocato l’uomo bianco estrae il cazzone e lo porge a Monica per le ultime leccate prima di venire. Richard spinge la mia testa a pochi centimetri dal viso di Monica. Il cazzone bianco esplode uno due tre, non conto più gli schizzi che riempiono il viso di mia moglie ed in parte hanno raggiunto anche me, l’ultimo, ancora copioso, viene diretto sulle grosse zinne della mia signora la quale continua a cavalcare lo stallone nero ansimando e raggiunge l’orgasmo mentre anche il suo stallone le riempie la figa di sborra.
Richard senza ricevere ordini da Monica mi riprende per il collo e mi tappa il naso “tira fuori la lingua e ripulisci quel mignottone di tua moglie”.
Non posso far altro che ubbidire lecco e mando giù, mia moglie intanto mentre la pulisco mi limona con la sborra dell’uomo che ormai è spiaccicata su entrambi i nostri volti, ci ripuliamo a vicenda poi Monica con un dito prende lo schizzo finito sulle poppe e me lo porge, apro la bocca ed ingoio simulando un pompino al suo dito.
“Porcellino” le l’unica parla che proferisce, mi prende dolcemente la testa e la guida sul suo seno facendoselo ripulire fino in fondo in modo che nemmeno una goccia vada persa.
Intanto Richard si è tolto i boxer, la sua dotazione è degna dei migliori film americani del genere tripla X.
Il suo cazzo però è barzotto, lo mette fra le nostre bocche e dice “troiette datevi da fare che poi vi voglio sfondare entrambe”.
Il terrore mi prende, un cazzo così nel mio culo vuol dire, ammesso che entri, lacerazioni sicure. Monica sembra leggermi nel pensiero.
“Non temere abbiamo un gel che permetterebbe ad un elefante di incularsi una formica”.
Sarà ma ci credo poco e rimango timoroso ma nel frattempo succhio e lecco le palle del gigante d’ebano.
Monica invece si è dedicata alla cappella, finalmente l’uccello è completamente ritto, ci sono voluti 10 minuti buoni.
“Tienilo duro mentre mi preparo” vedo Monica spalmarsi la passera piena di sborra dell’uomo bianco con una abbondante dose di gel e prendere da un cassetto lo strap-on che ogni tanto usiamo. Ma non è il solito, dalla busta ne esce uno ben più grosso e nero.
Mi fanno mettere a 90 intanto Richard mi sta davanti e continuo a cecare di leccarlo, devo dire che la cosa mi piace e non poco.
Monica mi spalma una abbondante dose di gel introducendo prima uno, poi due ed infine tre dita nel mio orifizio anale. Poi lubrifica per bene anche il nuovo cazzone. La cappella è molto pronunciata, se passa quella poi non dovrei soffrire molto.
Monica appoggia il dildo di gomma al mio buchino (o meglio bucone visto che è stato già ben dilatato), appoggia la cappella e con 4 colpi la inserisce, sento un poco di dolore ma pensavo peggio poi comincia a pomparmi e mi piace ancora di più. Quando ha preso il ritmo Richard si sposta dietro di lei e la prende alla pecorina. L’uccello mastodontico grazie al gel, all’uso già abbondante della figa ed alla sborra di cui è ricolma la passera di mia moglie, entra senza nemmeno fare fatica. Sento i colpi che Richard dà a Monica ripercuotersi in quelli che lei da a me. Il trenino è completo ed io sono la locomotiva.
Gli altri due uomini si godono lo spettacolo, i loro cazzi sono semiduri ed iniziano a segarsi.
“Fate sentire il vostro sapore al cornuto” dice Monica mentre ansima. I due mi mettono i cazzi davanti al viso ed iniziano a sbatacchiarli sulla faccia mentre si segano, mi tappano il naso e tiro fuori la lingua di cui loro usufruiscono in abbondanza.
Il viavai si interrompe e sento Monica uscire da me, pochi secondi e la cappella dell’omone si affaccia al mio ano. E’ più grossa dello strap-on decisamente ma ormai il mio sfintere si è abituato alle misure maxi. In tre colpi la cappella è dentro e, prendendomi per i fianchi, Richard mi pompa per 5 minuti buoni prima di esplodere dentro il mio culo. Il mio cazzo è richiuso nella gabbietta e vorrebbe uscirne mi fa male ed il dolore ed il piacere si mescolano.
Gli altri due segandosi vengono un’altra volta impiastricciandomi viso e capelli ma le sborrate sono meno potenti delle prime.
Crollo sul letto sfinito sporco usato come una baldracca di infimo ordine, eppure mi è piaciuto. Aveva ragione Monica quando diceva che avremmo superato il film con cui mi ero segato nell’ultimo periodo.
I tre si rivestono, Monica li saluta e ringrazia dicendogli una frase che non capisco ma che poi lei, rientrando, mi traduce voler dire ci vediamo in ufficio.
Monica non deve essere nuova a questi festini per averne organizzato uno così.
Mi viene vicino e mi libera dalla gabbietta quindi mi ripulisce con la lingua in parte inghiottendo le sborrate ed in parte passandomele mentre mi limona.
Il mio cazzo finalmente libero svetta prepotente.
“Tesoro ora ti vuoi divertire un po’ pure tu? Anche se mi sembra che il tutto non ti sia dispiaciuto”.
Ho il culo in fiamme, l’uccello durissimo e le sono sopra in due secondi, le do 4 colpi in figa ma è spanata dall’uccello gigantesco del nero, allora passo al culo che nel frattempo si è un po’ ritirato.
Infilo il mio cazzo di dimensioni umane senza fatica, mi attacco alle sue grosse tettone e la monto alla pecorina apostrofandola con “sei una grandissima troia, e ti amo per questo”.
Lei asseconda il movimento muovendo il culo avanti ed indietro ed in breve vengo pure io.
Monica è appiccicosa ovunque, piena di sborra che comincia a colare dalla figa e dal culo ed anche il mio culo comincia ad emettere il seme del montone che mi ha preso.
Monica mi prende per mano, mi bacia delicatamente sulle labbra ed andiamo a farci una doccia, stavolta calda. Stiamo sotto il getto a lungo lavandoci a vicenda ed espellendo tutti i residui quindi torniamo in camera, cambiamo le lenzuola e ci addormentiamo indolenziti, stanchi ma felici.

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