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Racconti Cuckold

Da oggi un’altra vita

By 21 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

In vacanza mi ero reso conto di quanto fosse diventata zoccola mia moglie e quanto mi piacesse saperla e vederla fare la troia. L’avevo vista succhiare avidamente il cazzo di un amico conosciuto lì e che sotto i miei occhi l’aveva posseduta di dietro e di brutto mentre io assistivo più arrapato che mai a quella sontuosa messa in culo. Mi ero aperto così ad una visione del sesso a 360′ e non mi ero tirato indietro quando il cazzo che si era appena scopato il culo di mia moglie ha iniziato a scoparmi la bocca fino a riempirla di sperma.
Tornato a casa ero stato preso dall’ansia di conoscere tutto e di più del recente passato di lei, della sua trasformazione da brava mogliettina, senza grilli per la testa, a troia navigata, esperta e vorace mangiacazzi.
I racconti che lei stessa scriveva su ‘Racconti di Milù’ con il nickname di Lakatiachenontiaspetti avrebbero soddisfatto ogni mia morbosa curiosità.
Avidamente inizia a leggerli una alla volta, con intrigante piacere e libidinosa eccitazione.
Apro sul computer il primo racconto di una lunga serie, titolo:’ Da oggi sono un’altra!’
Questo di seguito è ciò che ho letto.
Racconto.
‘ Oggi sono andata a fare shopping all’abituale centro commerciale. Non è stato il solito shopping del venerdì, oggi è stato un giorno particolare: il primo shopping da quando, lunedì scorso, ho dato un calcio alla mia routine quotidiana ed ho deciso di riprendermi la mia vita, il mio tempo, i miei spazi. Ho fatto troppo rinunce ed ora devo recuperare il tempo perso.
La famiglia è importante, ma anche io sono importante e voglio dare importanza a me stessa. Tanto per cominciare ho cominciato a vestirmi con molta più cura, molto più trendy e sensuale, più da ragazza che da donna matura almeno nel quotidiano lasciando nell’armadio i vestiti anonimi e mettendo in risalto il mio corpo che anonimo non lo è stato mai, curo ogni dettaglio nel trucco in particolare.
La cosa che mi ha subito eccitato, regalandomi piacevoli sensazioni, è stato il salire e scendere dall’auto. Ho iniziato a farlo in modo provocante ed ogni volta avverto gli occhi degli uomini che mi scrutano morbosamente le gambe e tutto ciò che offro in vista con ricercata malizia.
Stamattina ho indossato autoreggenti bianche con trame a disegni geometrici molto attraenti, stivaletti alla caviglia ed un abitino a fantasie pastello, leggero e svasato, che mi copre appena l’orlo delle calze e che lascia intravedere il mio seno a cui ho tolto il vincolo del reggiseno e lascio libero di ballare dentro e sull’orlo dei vestiti.
Al centro commerciale ho parcheggiato e sono andata a fare shopping.
Dopo due ore sono tornata alla mia auto, ho caricato le buste sul sedile posteriore lasciando in vista l’alto delle cosce ed ho preso posto con il solito gioco di gambe.
Ho abbassato il finestrino, acceso la radio ed infilato la chiave e quando stavo per avviare il motore ho notato un foglietto infilato nel tergicristallo.
Ho pensato all’avviso di una multa o a qualcosa del genere e sono scesa.
Ho preso il foglietto, l’ho aperto e letto:’ Ciao, le tue gambe sono la cosa più bella che ho visto oggi. La tua voce è come le gambe? Chiamami, 347” , o se vuoi raggiungimi, sono nel Suv nero parcheggiato a fianco della tua auto. Aspetto!’
Con la coda dell’occhio ho avvertito la presenza ingombrante dell’auto nera ed un brivido piacevole mi ha percorso facendomi accapponare la pelle.
I vetri scuri impedivano la visuale all’interno del mezzo. Ero osservata senza poter osservare!
Sono rientrata nell’auto, sicura che gli occhi del misterioso adulatore fossero puntati su di me a divorare ogni millimetro quadro di pelle scoperta e che dall’alto del suo mezzo controllava ed osservava comodamente ogni mio movimento. Con molta cura ho accentuato la malizia con cui sono solita scoprire le gambe sedendomi al posto di guida per attirare ancor di più l’interesse ‘guardone’ del nuovo spettatore, il vestito si è ritirato in su scoprendo il bordo delle calze ed uno spicchio dello slip di pizzo bianco.
Ero indecisa sul da farsi con in mano quel foglietto. D’impulso ho preso il cellulare dalla borsa, nascosto l’identificativo e fatto quel numero. Pochi squilli e una voce calda risponde:’ Ciao! ‘ Grazie per aver chiamato” ‘ Ciao, vuoi dirmi’..?’ ‘La tua voce è come le tue gambe’!’ ascoltando quella voce con un leggero movimento impercettibile ho divaricato le cosce mettendo in vista uno spicchio un pò più ampio del mio intimo bianco mentre la mano sinistra accarezzava languidamente la gamba scivolando nell’interno quasi a sforiare il perizoma.
Le pause del suo parlare erano il segno che aveva percepito questo movimento rimanendone attratto. Ne approfitto per chiudere la telefonata:’Spero di aver soddisfatto la tua curiosità! Ciao!’. Metto in moto mentre lo sportello del Suv inizia ad aprirsi e vado via.
Non vado troppo lontano, al primo posto libero fuori dalla visuale dei retrovisori parcheggio nuovamente e scendo dall’auto. Non so che cosa mi ha preso, sono agitata e ansiosa, ma segue l’istinto senza ragionamenti, senza pensieri. E d’istinto mi dirigo verso quell’involucro scuro ancora parcheggiato e il cui proprietario si sta sicuramente ancora beando delle mie cosce, sfilate via sotto i suoi occhi in un attimo, e disperando per l’occasione sfumata..
Cosa facessi, cosa cercassi? Non lo so, e non lo voglio sapere. Non avevo risposte da darmi a domande che non mi ero posta. So solo che senza essere vista apro lo sportello ed entro sedendomi sul sedile di pelle nera.
La mia audace incoscienza si è tramutata in freddo imbarazzo. Non dico una parola, me ne sto seduta con le gambe unite, serrate e le mani fredde ed umide di sudore nervoso strette su di esse. Ero in evidente imbarazzo. Nel sedermi non avevo dato conto al vestitino che nell’agitazione si era quasi completamente tirato su lasciandomi le gambe completamente scoperte con le autoreggenti in mostra integrale ed anche l’intimo biancheggiava a vista.
Gli occhi bassi, non avevo idea di chi mi fosse seduto a fianco: bello, brutto, interessante, anonimo, scialbo, simpatico, antipatico, niente di niente boh non ne avevo la più pallida idea. Percepivo solo la sua presenza e questo solo mi turbava positivamente.
Inizia a parlare, parla di se, di me, forse mi fa complimenti ma io ascolto poco e non dico niente sono tutta concentrata a percepire l’atmosfera di quell’auto, l’odore che è un misto di essenze: pelle degli interni, odore di auto nuova, profumo maschile, deodorante, profumo di sigaro aromatizzato. Una mescola piacevole, gradevole, stuzzicante e perché no, eccitante.
Lui continua a parlare, io percepisco solo un:’ Ma non dici proprio niente?’
Poi lo sento avvicinarsi e la sua mano s’intrufola fra i bottoni slacciati del vestitino e mi prende il seno che ha una reazione spontanea, il capezzolo si inturgidisce prepotentemente e avverto tutto il calore di quella mano delicata, mentre le mani ancora più fredde continuano a stringersi fra le gambe e lì le raggiunge la sua mano. Mi stringe le mani fredde, poi scivola di sotto e si insinua fra le cosce serrate, affonda e distende la mano a palpeggiarmi.
‘Fai come nella tua auto, aprile le gambe!’ Eh! Già! ho teso l’amo, ho fatto abboccare ed ora non riesco a godermi la preda?
Non so cosa mi sta succedendo, sono sempre più rigida, per fortuna il mio corteggiatore non desiste anzi, diventa audace, la sua mano fra le mie cosce si muove per allargarmele, si scontra con la mia rigidità poi, cedo e le cosce si lasciano divaricare consentendo alla mano di scivolare in giù fino a sfiorarmi il pizzo, poi la mano ricopre il pube, lo tasta, lo preme, lo massaggia delicatamente.
‘La tua fighetta meno male parla per te, è già umida!’ E la mano scostato il pizzo sfiora con le dita le labbra della figa, che anch’io avverto umida. Quel contatto così intimo mi da una sensazione di ebbrezza.
La mano si ritrae e resto ancora immobile, solo che ora ho le cosce aperte e le mani congiunte sul perizoma, il vestitino si è sbottonato ancora di più ed un seno ne fuoriesce turgido.
Con la coda dell’occhio, sotto gli occhiali da sole che non ho tolto, vedo le sue mani che armeggiano con la cintura e la cerniera dei pantaloni.
‘Sono sicuro che questo ti ridarà il dono della voce, farà parlare la tua bocca, anzi la farà cantare!’
Ecco ci siamo, lo vedo.
E’ fuori, teso, lucido, né piccolo, né grande, è un cazzo che oscilla dondolato dalla mano.
Non mi muovo sono sempre incollata al sedile nella stessa posizione: gambe aperte e scoperte, seno in mostra e le mani fra le cosce.
Continuo a guardare di soppiatto, mi incuriosisce il primo cazzo di un ‘altro’ da quando sono sposata, ed è come tutti gli altri quello che cambia è la testa dell’uomo, ma nella mia nuova vita credo che mi interessi di più l’altro cazzo, più che l’altro uomo!
La sua mano sulla testa è un gesto inequivocabile.
La mano che spinge la testa in giù è la logica conseguenza.
Mi lascio spingere la testa, sempre più in basso.
Sono costretta a piegarmi per assecondare quella spinta, le mani cercano un appoggio, libero le gambe della loro presenza mentre vado incontro a quell’oscuro oggetto del desiderio. Mi scompongo, sovrappongo la gamba destra sull’altra, l’allungo e adesso sicuramente gli mostro il chiarore della pelle del culo impreziosita dal pizzo bianco che risalta fra il nero del sedile.
Ce l’ho sulle labbra, la mano mi spinge. E’ chiarissimo vuole, desidera che gli faccia un pompino.
Non mi piace fare pompini.
A mio marito piace da morire farsi succhiare il cazzo e per dovere ogni tanto glielo succhio, ma appunto per dovere non per piacere. Quel coso in bocca mi ha sempre dato fastidio e ne ho preso giusto quel tanto indispensabile per far piacere a chi smaniava per un pompino. Ma niente di più!
‘ Su adesso, da brava, succhiami il cazzo per bene, puttana!’
Succhiare il cazzo? Puttana? Ma chi si crede di essere questo stronzo figlio di put’!
Ce l’ho in bocca quel coso duro, viscido. E’ dentro la mia bocca, avvolto fra le mie labbra, penetrato senza ostacoli, giusto la sua punta rossa.
‘Succhialo dai! Fammi un bel pompino, fammi venire in bocca, dai puttanella succhia!’
Succhialo? Fammi un bel pompino? Puttanella succhia?
Insisti stronzo.
Quando mio marito riusciva a mettermelo in bocca doveva darsi da fare lui, doveva lui agitarsi, spingere e muoversi altrimenti non sarebbe mai successo niente. Non mi piaceva e basta!
E adesso?
Adesso sto succhiando un cazzo, sto succhiando il cazzo a questo stronzo proprietario di un Suv nero, nel parcheggio di un centro commerciale nel viavai di frettolosi clienti, senza neanche sapere chi è e come si chiama.
Sto succhiando e basta, ho la bocca piena.
Il cazzo di mio marito è penetrato sempre giusto qualche centimetro, se osava di più reagivo perché non sopportavo la presenza di quel coso in bocca, mi faceva male alle mascelle, mi provocava conati di vomito.
Ora la mano spinge in giù la testa e il cazzo invade la mia bocca come fosse la cosa più normale. La mia bocca è piena, piena di cazzo e le labbra ne accompagnano l’invasione.
‘Sì, così, brava, hai visto come sa parlare la tua bocca? Dai prendilo tutto, tutto in bocca. Lo sapevo che ci sapevi fare, che eri una puttanella pompinara?’
Perché gli uomini appena le labbra sfiorano il loro cazzo diventano porci e volgari?
Tutto in bocca? Puttanella pompinara? E sì che ce l’ho tutto in bocca, fino alla gola e lo spompino, lo succhio proprio come una puttanella pompinara.
Da come si agita e da come deliria, capisco che gli piace, devo stare facendo proprio un gran pompino, ma non me rendo conto.
So solo che sto succhiando un cazzo con piacere e non per dovere. E più mi chiama ‘puttanella’ più mi piace succhiarglielo.
La sua mano stringe e palpa il culo ormai allo scoperto.
‘ Sìì dai, così, continua, fammi sborrare dentro, succhialo fino in fondo, svuotami le palle, si così brava, eh brava la puttana silenziosa. Ohhh sììì!’
Farmi sborrare dentro?
Questo mi ha sempre fatto più schifo del prendere il cazzo stesso in bocca. Le sole parole che dicevo a mio marito erano ‘Sborrami! Sborrami!’ ma non erano mai un’invocazione di piacere erano un invito a fare presto perché ormai mi ero scocciata di stare lì con quel coso in bocca!
Ed ora devo farmi sborrare?
La mano ha schiacciato la testa al pube ed è lui che si muove di bacino spingendomi il cazzo nella bocca, con una mano gli stringo i coglioni, l’altra sua mano e fra le chiappe sul buchetto che spinge, palpa, strizza e schiaffeggia ogni tanto.
Ha accelerato il ritmo, le sue parole sono una litania convulsa di ‘sììì, daiiii, sìììì, ancoraaa, mi fai morire, si dai ‘. puttana ‘. Ancora ‘. sto’. Sto’. Sto’. Ohhhhhhhhhhhh’ sììììììììììììììì”!!!!!!’
Il fiume di sborra mi scorre in bocca, sulla lingua e guidato dalle contrazione della mia gola mi scivola dentro, giù, giù sparendomi nelle viscere. Ho succhiato il cazzo ed ho ingoiato in un sol colpo la sborra che mi ha schizzato in bocca.
Non mi ha fatto schifo, per niente proprio anzi mi è proprio piaciuto. Nella nuova vita scopro che mi piace fare pompini e farmi riempire di sborra appiccicosa e calda.
Dopo le ultime contrazioni del suo bacino, mi libera la testa dalla pressione della sua mano, mi sollevo, respiro, la mia bocca sa di sperma e non corro in bagno a sputarla perché l’ho ingoiata. A quarant’anni ho fatto il mio primo pompino con ingoio. Voto?
‘Meravigliosa! Hai la bocca fatta per pompini, faresti sborrare anche un cadavere! Appena ti ho visto ho capito subito quello che sarebbe successo tra noi!! Sei una puttanella di gran classe!!’.
La mia trasformazione deve essere stata proprio radicale!
Ritorno al sedile, discinta ma non metto niente a posto resto così laidamente in mostra, mi appoggio allo schienale, senza fare pensieri ma godendomi solo il momento.
Il sedile comincia a reclinarsi. E adesso! Non gli basta il pompino meraviglioso!
Il sedile si reclina tutto, sono completamente distesa.
Si porta verso di me.
Mi bacia avidamente un seno e lo fa a lungo strizzandomi il capezzolo fra le labbra..
Si siede al margine del sedile, mi guarda e mi toglie gli occhiali da sole. I nostri occhi si scrutano fittamente.
‘Non mi sazierei mai di te!’
‘ Senza fare nulla provochi ed ecciti da morire! Me lo hai fatto diventare duro di nuovo! Guarda!’ E mi ostenta il suo cazzo già in completa erezione.
Cone le mani mi rivolta sul sedile e mi mette supina, allarga le gambe e si posiziona fra di esse ai piedi del sedile. Adesso mi scopa? E scopami allora fammelo sentire dentro, fai tutto tu!’
Il perizoma vola via, le sue mani sono sui glutei e li massaggiano, scuotono, palpeggiano, li divaricano.
‘Hai un culo bellissimo, invitante, un fiore da cogliere!’
Cioè?
No! Il suo glande sgocciolante ora preme sul buchetto del culo.
Dovrei dirgli stai buono, è vergine, non mi piace soffrire, non lo sopporto. Dovrei dirglielo, ma quello già preme per entrare. Non è facile. E’ stretto! E’ vergine, solo un paio di volte mio marito ci ha provato ma alla prima fitta di dolore l’ho fatto desistere e non se ne è fatto mai niente!
Ma ora questo insiste.
Ahiiiiiiiiii, che fitta! Un dolore sottile e persistente mi attraversa il corpo correndomi per i nervi, come ondate.
Sprofondo nel sedile.
Lui sta fermo, io sto ferma.
Il dolore si lenisce, mi sento qualcosa dentro, dentro al culo ed è qualcosa che adesso prende vigore, spinge, riempie e dopo le ondate di fitte dolorose da lì partono ondate di calore piacevole.
Me lo sta ficcando in culo! E mi sta provocando piacere? Ho un cazzo nel culo? Sì! Il mio culo sta ospitando un cazzo e fa di tutto per farlo stare bene dentro. Istintivamente stringo quel cazzo sodomizzatore.
‘Cazzo, hai il culo vergine! E’ troppo stretto, cazzo, così no non resisto, Nooooo!!!Nooooo!!!’
Sento le vibrazioni del cazzo nel culo che mi sborra. E lui si accascia su di me afferrandomi il seno fra le mani e sbaciucchiandomi il collo.
Proprio una botta e via. Però che botta!
Che mi sono persa nella vita!
Se per pochi secondi ho provato un piacere così intenso, figuriamoci se’ !!
Mi rimetto in ordine ed apro lo sportello.
‘Il numero ce l’hai chiamami se vuoi e’ grazie è stato fantastico!’
‘ Ciao, sì è stato bello!’
Mi rimetto in auto, un avviso al cellulare. Visiono.
‘Però non sono venuta affatto male!’
Mentre pompavo mi ha fotografato con il cellulare e con il blutooth mi ha mandato la foto.
Il rossetto non ha una sbavatura, ed il rosso delle labbra si intona a meraviglia con la pelle del cazzo perfettamente aderente alle stesse.
Proprio un bel rosso pompino!

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